SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

Firmato da te / A Monteoliveto un centro diurno per malati di Alzheimer

In Italia sono un milione e 200 mila le persone che vivono con la demenza, di cui 79.000 in Toscana. Tra questi il 55% è affetto dalla forma più nota e grave: l’Alzheimer. Per affrontare e curare la malattia la conoscenza è fondamentale, non solo per le persone ammalate ed i loro familiari, ma per […]
9 Dicembre 2021

In Italia sono un milione e 200 mila le persone che vivono con la demenza, di cui 79.000 in Toscana. Tra questi il 55% è affetto dalla forma più nota e grave: l’Alzheimer.

Per affrontare e curare la malattia la conoscenza è fondamentale, non solo per le persone ammalate ed i loro familiari, ma per tutta la comunità che deve farsi carico nel suo insieme di queste problematiche. La gestione delle persone colpite da demenza è particolarmente complessa e lo è stata ancor di più durante il periodo del lockdown.

Lo sanno bene al Centro diurno Alzheimer Monteoliveto, a Pistoia, che da venti anni offre sostegno e assistenza agli anziani non autosufficienti ed affetti da demenza. Un filmato della serie Firmato da te, un progetto televisivo di TV2000 che illustra, attraverso la voce dei protagonisti, cosa si fa concretamente con l’8xmille destinato alla Chiesa cattolica e segue le ricadute di un piccolo gesto nel vissuto di persone e luoghi.

“Qui ho trovato il mio essere - spiega Fiammetta Fanulli, operatrice ed animatrice del centro Diurno di Monteoliveto - Svolgo l’attività all’interno del Centro da più di venti anni, ossia da quando la struttura è stata aperta”. “Entrare qui rende felici perché ti senti veramente parte di un qualcosa. Non è un lavoro è una missione - aggiunge Enrico Bongiovanni, animatore Os del centro diurno di Monteoliveto – Lavorare qui mi offre l’opportunità di conoscermi una seconda volta”. Sorta nel 1986, all’interno dell’antico monastero Olivetano, la "Casa dell'Anziano-Monteoliveto" è una struttura al servizio degli anziani della città, voluta dall'amministrazione dell'allora Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia che restaurò l’immobile e provvide all'arredamento ed alle attrezzature e che, nel 1985, la consegnò alla Diocesi di Pistoia. Dal 1996 è operativo in un’ala riservata del complesso monastico un Centro Diurno per anziani non autosufficienti seguito, nel 2004, da un Centro Diurno Alzheimer, nato per rispondere alle crescenti richieste della cittadinanza. Con il passare del tempo, la Casa è diventata un importante punto di riferimento, sostenuta anche dai fondi 8xmille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, dove le famiglie degli anziani soli o colpiti dal morbo ricevono un aiuto prezioso nell'assistenza quotidiana.

“Nei nostri centri diurni – spiega Giulio Masotti, geriatra e cofondatore del Centro diurno Monteolivetole modalità di accesso sono le stesse ma per le persone in una fase più avanzata della malattia sono previsti percorsi di cura e di assistenza più approfonditi, diversi da quelli del malato più lieve con il quale è ancora possibile intavolare un patto o una collaborazione”. Due sono le modalità di accesso ai Centri Diurni: come ospite convenzionato, su segnalazione dei Servizi Sociali dei Comuni convenzionati e dell'Ausl 3 di Pistoia, oppure come privato previa visita geriatrica e multidisciplinare da parte dell'Equipe dei Centri. “Il supporto dell’8xmille ci permette di offrire dei servizi supplementari per i nostri anziani – spiega Fiammetta - All’interno della giornata ci sono vari momenti di condivisione: l’accoglienza con la colazione, l’analisi del menù e la lettura del giornale. Quindi comincia l’attività vera e propria. Gli assistiti sono divisi in gruppi per stimolare l’attenzione e la partecipazione mediante giochi da tavolo come la tombola oppure sono dediti ad attività manuali come la pittura. Altri, invece, svolgono attività individualizzate con il sostegno del fisioterapista o di altri operatori”. “Si parla dell’Alzheimer come di un secondo lutto – conclude Enrico - in cui il parente deve riconoscere una persona. Qua noi conosciamo ‘quella persona’ e cerchiamo di interagire con lei. Cerchiamo di fare la differenza e di strappare un sorriso, un momento di gioia a queste persone che, alla fine, diventano parte della tua famiglia. Quando uno entra qui deve sempre pensare ‘ E se ci fosse mia nonna? o mio nonno? Come vorrei che venissero trattati?”