UFFICIO NAZIONALE PER LA PASTORALE DEL TEMPO LIBERO, TURISMO E SPORT
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Il Cammino di san Giacomo in Sicilia

Un cammino, un viaggio, un’avventura
11 Maggio 2022

Il Cammino, ideato da Totò Trumino della Confraternita di San Jacopo di Compostella, pellegrino, scrittore e hospitalero, è un tracciato nato da pochi mesi. Da luglio 2021 lo hanno già percorso 104 pellegrini e fra essi il primo gruppo di stranieri, provenienti da Malta. Ha suscitato inoltre l’interesse della stampa nazionale e della televisione. Il quotidiano “La Repubblica” ha dato risalto al cammino siciliano pubblicando un servizio sulla sua guida “I Cammini”.

Questo cammino è in un certo senso la risposta siciliana al Cammino di Santiago e, come quello, a chi lo percorre per motivi religiosi consente di ottenere l’indulgenza plenaria. L’aurea jacopea viene rilasciata ai pellegrini che raggiungono il santuario di Capizzi. Sempre a Capizzi a chi ha percorso anche il Cammino di Santiago viene rilasciata la “doppia compostela”.

Alla vigilia dell’anno santo giacobeo, è stato sancito il gemellaggio tra Capizzi e Santiago de Compostela, un comunicato stampa congiunto ha annunciato il gemellaggio fra il Cammino di Santiago ed il nuovo Cammino di San Giacomo in Sicilia.

Questo gemellaggio, costruito durante il difficile periodo dell’emergenza pandemica, testimonia la vicinanza fra i due luoghi di culto giacobei e la comune fede in San Giacomo. Ai pellegrini che avranno compiuto entrambi i cammini sarà consegnato uno speciale certificato denominato “Duppiu piddirinu” / “Doble peregrino” che riporterà i dati di entrambi gli itinerari percorsi.

All'inizio del percorso occorre dotarsi del “passaporto di viaggio”, la credenziale dove vengono apposti i timbri che certificano l’avvenuto pellegrinaggio per l’ottenimento dell’indulgenza plenaria.

COME NASCE IL CAMMINO DI SAN GIACOMO IN SICILIA.

Ma perché creare un nuovo Cammino in Sicilia?

Racconta Totò Trumino: “Ero fermo a casa senza poter organizzare il mio prossimo cammino o il mio prossimo turno come hospitalero e mi sono ritrovato per la prima volta a “pellegrinare” dentro me stesso. Ero un pellegrino “smarrito” senza nessuna freccia da seguire, senza nessuna pietra miliare che m’indicasse la direzione! Le giornate, come per gran parte degli italiani, scorrevano non seguendo le frecce gialle, ma le notizie sulla pandemia. Una mattina mi ritrovai a leggere delle vecchie pubblicazioni edite dal Centro Italiano Studi Compostellani (Università degli Studi di Perugia) a cura del Prof. Paolo Caucci von Saucken e del Prof. Giuseppe Arlotta. Erano gli atti di un convegno dal tema “Santiago e la Sicilia”, la pubblicazione “Guida alla Sicilia Jacopea” e poi ancora i “Cammini attraverso l’Italia”, dall’Europa a Roma, a Gerusalemme e a Santiago di Compostella nel Quattrocento. Leggendo quelle pubblicazioni, una domanda mi venne spontanea. Perché non collegare le città siciliane dove sono custodite le reliquie di San Giacomo il Maggiore? Caltagirone, Capizzi e Camaro… Così, la storia ebbe inizio.”

LE TAPPE

Il Cammino siciliano si snoda tra la città di Caltagirone e il paese montano di Capizzi, le due comunità isolane di più antica e viva tradizione jacopea, custodi di importanti reliquie di San Giacomo il Maggiore. Partendo dall'antica Basilica di San Giacomo a Caltagirone si raggiunge il duecentesco santuario di Capizzi, il più antico luogo di culto jacopeo nell'Isola, costruito già dai Normanni e intriso di storia e di atmosfere medievali. Seguendo un percorso di circa 130 km, che tocca sette Comuni intermedi, si attraversa una straordinaria varietà di paesaggi, sempre diversi a seconda delle stagioni. Infinite suggestioni naturalistiche, storiche, mistiche e antropologiche sorprendono il camminatore a ogni svolta, grazie alla bellezza drammatica della Sicilia più interna. Si compie così un viaggio dentro sè stessi e una ricerca contemplativa attraverso una terra ospitale come la Sicilia.

Don Roberto Fucile, Incaricato Regione Sicilia

ALLEGATI