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Come può un parroco non vedente conoscere e stare con i propri parrocchiani?

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La risposta di don Matteo, non vedente dalla nascita, è: «ne sento l’odore!».

Questo e molto più nel nuovo video, del regista Giovanni Panozzo, dedicato a don Matteo Buggea (su insiemeaisacerdoti.it). La parrocchia del Sacro Cuore a Pachino lo ha visto crescere e l’ha accolto nei suoi primi passi da seminarista e prete poi.

Qui, grazie all’impegno di Giuseppe Vassalli che è anche diacono permanente della comunità, è sorto un progetto “dopo di noi” che si prende cura, attraverso l’ospitalità in una casa sorta nei locali limitrofi alla chiesa, di alcuni adulti con disabilità rimasti privi dei genitori. Queste persone sono al centro della vita della parrocchia. Necessitano di preghiera, di essere accompagnati o più semplicemente, come dice don Matteo, di essere visti. «E poi – aggiunge – di essere visitati, anche perché lì ci abita il Signore».

La periferia, luogo dove sorge la parrocchia, è sempre stata preferita da don Matteo perché lì ti senti più libero, c’è più spazio e poi… «si pascola meglio!».


Offerte sostentamento clero: 22 novembre Giornata Nazionale di sensibilizzazione

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“I sacerdoti, donando se stessi, ci insegnano che Dio è la realtà più bella dell’esistenza umana”. Sono circa 34 mila in Italia i sacerdoti che – come evidenziato da Papa Francesco – si dedicano agli altri. Non solo ai più abbandonati ma ad ognuno di noi. Quotidianamente ci fanno spazio, ci offrono il loro tempo, dividono volentieri un pezzo di strada con noi senza chiederci chi siamo. Preti necessari a tutti, perché siamo tutti poveri e bisognosi di un incontro che rinnovi la nostra vita.

La Giornata nazionale delle Offerte è una domenica di vicinanza tra preti e fedeli, affidati gli uni agli altri. È la festa del sovvenire, cioè del provvedere alle necessità della Chiesa con una scelta di condivisione: quella di accompagnare e sostenere la missione dei sacerdoti. Non solo domenica 22, ma in tutto il periodo di Natale, per poi ripetere l’Offerta nel corso dei mesi successivi. Basta anche una piccola somma ma donata in tanti.

Ogni Offerta è il segno concreto di questa vicinanza. Raggiunge tutti i sacerdoti, dal più lontano al nostro – spiega il responsabile del Servizio Promozione per il sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni – Tanto più nell’anno difficile del Covid, in cui da mesi i preti diocesani continuano a tenere unite le comunità disperse, incoraggiano i più soli e non smettono di servire il numero crescente di nuovi poveri. Oggi più che mai i nostri sacerdoti sono annunciatori di speranza, ci incoraggiano a vivere affrontando le difficoltà con fede e generosità, rispondendo all’emergenza con la dedizione”.

Le Offerte per i sacerdoti si aggiungono all’obolo domenicale. È possibile donarle attraverso conto corrente postale, bonifico bancario, carta di credito o donazione diretta. Destinate all’Istituto centrale sostentamento clero, che poi le redistribuisce equamente tra tutti i sacerdoti, sono uno strumento che ha origine dalla revisione concordataria del 1984. Da oltre un trentennio infatti il clero italiano non riceve più la congrua, ma è affidato alle comunità tramite questo meccanismo.

Oggi le Offerte raggiungono circa 34 mila sacerdoti, tra cui 400 missionari inviati nei Paesi in via di sviluppo e 3 mila preti anziani o malati, dopo una vita di servizio ai fratelli. Nel 2019 sono state raccolte oltre 84 mila Offerte. Una cifra ancora lontana dalle esigenze di un sostegno decoroso. Per questo è necessario l’aiuto di tutti.

Per maggiori informazioni e approfondimenti consultare il sito www.insiemeaisacerdoti.it

In allegato il comunicato stampa completo di allegati con le raccolte degli anni precedenti, fabbisogno e modalità per donare, pieghevole, foglio informativo e locandina della Giornata Nazionale.

Qui i dettagli della collaborazione prevista con l’Azione Cattolica per promuovere questo importante evento ecclesiale.


A Bologna un Convegno su Il prete nella città degli uomini

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Il prete nella città degli uomini (anche nella pandemia) è il titolo del Convegno organizzato dal Servizio Promozione dell’Arcidiocesi di Bologna in occasione della Giornata 2020 di sensibilizzazione per il sostentamento dei sacerdoti e si terrà martedì 24 novembre alle ore 17.30 in collegamento streaming dall’Auditorium Santa Clelia – Curia Arcivescovile di Bologna su YouTube 12 porte e sul sito dell’Arcidiocesi di Bologna.

Dibatteranno sul tema:

  • Prof. Ivano Dionigi, Presidente della Pontificia Accademia di Latinità , già Magnifico Rettore dell’ Università degli Studi Di Bologna
  • Prof. Stefano Zamagni, Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali – Professore Ordinario dell’Università degli Studi di Bologna
  • Sua Em.za Card. Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna

Il dibattito sarà moderato dal giornalista dr. Michele Brambilla – Direttore QN – Il Resto del Carlino.

L’evento in digitale sarà introdotto e coordinato dal dr. Giacomo Varone – Responsabile del Servizio per la Promozione Sostegno Economico, Chiesa di Bologna.

L’evento è realizzato con il patrocinio FTER – Facoltà teologica dell’ Emilia Romagna e UCID – Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti – Emilia Romagna

Nel segno della fratellanza, aumenta la generosità verso il clero

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La pandemia sta cambiando molti aspetti della nostra vita, ma non l’aiuto verso i sacerdoti. Sale nel 2020 la percentuale di chi ha fatto una donazione per sostenere i preti italiani, come pure cresce la raccolta, seppure in misura minore. Solo l’offerta media risente dei tre mesi di lockdown in primavera e dell’estate in emergenza Coronavirus. Nello scenario complessivo di grande incertezza e paura per il futuro, di questo cupo autunno, possiamo fare splendere raggi di luce con offerte, libere e deducibili, per sostenere i nostri sacerdoti.

In aumento le Offerte. La percentuale delle donazioni nei primi nove mesi di quest’anno è in crescita del 22,9% rispetto al 2019. Ben 44.996 sono le offerte (attraverso il canale bancario e postale) inviate dai fedeli all’Istituto Centrale Sostentamento Clero contro i 36.606 raccolti nello stesso periodo lo scorso anno. Un incremento importante rispetto al passato, che dimostra come gli italiani, nonostante l’emergenza virus, sono disponibili a sostenere una buona causa, quale quella del clero.

Anche la raccolta complessiva aumenta. Il 2020 segna un incremento di ben 12,3 punti percentuali. 2milioni 882mila euro sono donati nei primi 9 mesi del 2020 contro 2milione 556mila euro del 2019. Merito senz’altro dei nostri sacerdoti che proprio durante questi mesi segnati dal Coronavirus sono stati in prima linea accanto alle persone in difficoltà e non hanno mai mancato di fare sentire l’aiuto concreto e il sostegno spirituale della Chiesa, famiglia di Dio.

L’offerta media diminuisce, seppur di poco. Quest’anno ogni fedele ha donato, in media, 64 euro contro i 70 euro del 2019. Era inevitabile: la preoccupazione per il domani, le difficoltà economiche e la mancanza di lavoro costringono molte famiglie a “tirare la cinghia”. Ma, ciò nonostante, piccole offerte crescono. E questi ultimi mesi dell’anno rappresentano la grande occasione per sostenere i nostri fratelli sacerdoti, come gesto concreto di gratitudine.

La fratellanza è l’unica via. Il 22 novembre 2020, solennità di Cristo Re, si celebra la Giornata Nazionale per la promozione delle Offerte per il clero. Una data importante per abbandonare paure, chiusure ed egoismi ed essere generosi. Una tragedia globale come la pandemia ha suscitato la consapevolezza di essere una comunità mondiale che naviga sulla stessa barca, dove il male di uno va a danno di tutti. Nessuno si salva da solo, ci si può salvare unicamente insieme, scrive Papa Francesco nell’enciclica “Fratelli tutti”. Fare un’Offerta per il clero significa far sentire un profondo senso di fratellanza e amicizia sociale ai nostri sacerdoti, e testimoniare la nostra partecipazione a una Chiesa in uscita, luogo di accoglienza, di condivisione e di solidarietà.

Paolo Cortellessa


Emergenza Covid, dalla Diocesi di Milano distribuiti oltre 9 milioni di euro

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Per affrontare l’emergenza Covid, lo scorso aprile la Conferenza Episcopale Italiana ha deciso di erogare un contributo straordinario alle varie diocesi italiane per sostenere, tramite i fondi dell’8xmille, persone e famiglie in situazioni di povertà o di necessità, enti e associazioni che operano per il superamento dell’emergenza provocata dalla pandemia, enti ecclesiastici in situazioni di difficoltà.

Così la Diocesi di Milano ha ricevuto dalla CEI 9.129.800 euro come quota straordinaria, che si aggiungono agli oltre 7 milioni che rappresentano lo stanziamento ordinario per il capitolo “Culto e pastorale” (il bilancio ordinario generale è pubblicato annualmente sul sito della diocesi). Dopo le opportune verifiche e valutazioni delle scorse settimane, questo rilevante contributo verrà ora distribuito in modo capillare sul territorio della Diocesi.

Tre i capitoli di spesa: parrocchie, aiuto alle famiglie per sostenere le rette scolastiche nelle scuole dell’infanzia, enti (culturali e caritativi).

In particolare, 3.106.000 euro andranno a 195 parrocchie che si sono ritrovate in difficoltà nell’affrontare le spese ordinarie a causa del calo delle offerte dovuto alla sospensione delle Messe domenicali nei mesi di marzo, aprile e maggio. Si tratta di parrocchie distribuite in modo omogeneo su tutto il territorio della Diocesi.

«Durante il lockdown – spiega il Vicario episcopale per gli Affari generali, monsignor Bruno Marinoni – i fedeli non hanno più potuto riunirsi nelle chiese per le celebrazioni domenicali. La mancata partecipazione alle Messe ha determinato anche una mancata raccolta delle offerte. Le parrocchie con le spalle più larghe hanno affrontato la nuova situazione senza particolari problemi. Altre più deboli hanno avuto maggiori difficoltà. Grazie al fondo straordinario della CEI, compenseremo questi mancati introiti. Inoltre proprio il senso di responsabilità dei parroci ci ha permesso di intervenire solo nei casi più gravi. Alcuni, infatti, pur potendo chiedere il contributo vi hanno rinunciato. Altri, addirittura, anche grazie alla generosità di privati cittadini, hanno raccolto risorse per i loro confratelli che si aggiungono allo stanziamento dell’8xmille. Un bell’esempio di solidarietà».

Altri 2 milioni di euro saranno assegnati ai genitori i cui figli frequentano le scuole per l’infanzia d’ispirazione cattolica. Gli istituti coinvolti sono 500, i beneficiari circa 5mila famiglie con Isee annuo inferiore ai 20mila euro. «Le domande sono state raccolte dalle scuole e saranno le scuole a distribuire le risorse. In un momento di grave difficoltà economica abbiamo voluto sostenere la libertà di scelta di chi ha meno risorse», spiega don Fabio Landi, responsabile del Servizio per la pastorale scolastica della Diocesi.

Infine, gli enti diocesani riceveranno complessivamente 4.130.000 euro, di cui un milione e 810mila derivanti dal cosiddetto fondo “emblematico”, assegnato a Diocesi, come quella di Milano, colpite in modo particolare dalla pandemia. Tra i beneficiari enti che svolgono un’attività pastorale o culturale, come la Fondazione Oratori Milanesi, il Museo Diocesano, la Biblioteca Ambrosiana e il Centro Asteria, ed enti caritativi, come la Fondazione San Carlo, la Casa della Carità e il Consorzio Farsi Prossimo.

Sono risorse, queste ultime, che serviranno a sostenere iniziative assunte durante l’emergenza sanitaria: dalla didattica a distanza ai contributi per l’affitto, dall’accoglienza al sostegno alimentare. Uno sforzo straordinario – che si aggiunge agli interventi ordinari della Diocesi di Milano (ad esempio attraverso il Fondo San Giuseppe) – resosi necessario per rispondere all’aumento delle domande di aiuto giunte dalla fascia più povera della popolazione, la più vulnerabile alle conseguenze delle misure di contenimento della pandemia.

Pubblicato su chiesadimilano.it mercoledì 21 ottobre 2020. In allegato la pagina che Avvenire (Milano Sette) ha dedicato a questo tema con il commento del nostro incaricato diocesano don Massimo Pavanello.

Caritas Italiana pubblica un Rapporto su povertà ed esclusione sociale in Italia

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Il rapporto di Caritas Italiana, pubblicato su www.caritas.it in occasione della Giornata mondiale di contrasto alla povertà, cerca di restituire una fotografia dei gravi effetti economici e sociali dell’attuale crisi sanitaria legata alla pandemia da Covid-19. I dati della statistica pubblica definiscono lo scenario entro il quale ci muoviamo: il nostro Paese registra nel secondo trimestre del 2020 una marcata flessione del Pil; l’occupazione registra un calo di 841mila occupati rispetto al 2019; diminuisce, inoltre, il tasso di disoccupazione a favore però di una vistosa impennata degli inattivi, cioè delle sempre più numerose persone che smettono di cercare lavoro. Sembra dunque profilarsi il tempo di una grave recessione economica che diventa terreno fertile per la nascita di nuove forme di povertà, proprio come avvenuto dopo la crisi del 2008. I dati dei centri di ascolto Caritas vanno proprio in questa direzione.

Analizzando il periodo maggio-settembre del 2019 e confrontandolo con lo stesso periodo del 2020 emerge che da un anno all’altro l’incidenza dei “nuovi poveri” passa dal 31% al 45%: quasi una persona su due che si rivolge alla Caritas lo fa per la prima volta. Aumenta in particolare il peso delle famiglie con minori, delle donne, dei giovani, dei nuclei di italiani che risultano in maggioranza (52% rispetto al 47,9 % dello scorso anno) e delle persone in età lavorativa; cala di contro la grave marginalità. A fare la differenza, tuttavia, rispetto allo shock economico del 2008 è il punto dal quale si parte: nell’Italia del pre-pandemia (2019) il numero di poveri assoluti è più che doppio rispetto al 2007, alla vigilia del crollo di Lehman Brothers.

In questo tempo inedito, gli interventi della rete Caritas sono numerosi e diversificati. Una vivacità di iniziative e opere realizzate anche grazie all’azione di circa 62mila volontari, a partire dai giovani impegnati nel Servizio Civile Universale. Sono 19.087 gli over 65 che si sono dovuti fermare per ragioni di sicurezza sanitaria e 5.339 le nuove leve (under 34), attivate in questo tempo di emergenza. Da Nord a Sud del Paese, continuano a non far mancare la loro prossimità e generosità verso i più poveri e i più vulnerabili e sono segnali della presenza di “anticorpi della solidarietà” che aiutano a diradare le nebbie della crisi in atto. Una crisi che, secondo i dati pubblicati da Banca d’Italia, nei mesi di aprile e maggio, ha provocato una riduzione di reddito per la metà delle famiglie italiane, anche tenendo conto degli eventuali strumenti di sostegno ricevuti; addirittura per il 15% del campione il calo è di oltre la metà del reddito complessivo.

Fin dai primi giorni dell’emergenza Covid-19, di fronte a queste sfide drammatiche e forti criticità, Caritas Italiana e le Caritas diocesane hanno continuato a stare accanto agli ultimi e alle persone in difficoltà, spesso in forme nuove e adattate alle necessità contingenti. Per cercare di avere un quadro complessivo dell’attività svolta e tentare di descrivere l’impatto economico e sociale della pandemia, sono stati realizzati tre monitoraggi nazionali: uno ad aprile in pieno lockdown, il secondo a giugno, dopo la riapertura dei confini regionali e il terzo a settembre dopo il periodo estivo. I dati raccolti testimoniano due grandi fasi attraversate finora, che corrispondono in parte ai diversi step di avvio delle misure e dei provvedimenti governativi: la prima, della “dura emergenza” coincidente con il blocco totale delle attività e con i 69 giorni nei quali gli italiani sono rimasti a casa, durante la quale si è pagato il prezzo più alto in termini di vite umane, sul fronte dei contagi e dell’impatto economico; la seconda, vissuta nei mesi estivi, nella quale si è avviata una lenta ripartenza, dai contorni e confini incerti.  In ciascuna delle due fasi le azioni messe in campo dalla rete Caritas sono state preziose.

Entrando nello specifico delle attività, la prima cosa da evidenziare è la riapertura dei centri di ascolto “in presenza”, per lo più su appuntamento o ad accesso libero; un ascolto di prossimità che va tuttavia in parallelo con i servizi telefonici e on line ancora molto diffusi. Da sottolineare poi tutta la preziosa attività sul fronte dell’accompagnamento e orientamento rispetto alle misure previste dal Decreto “Cura Italia” e “Decreto Rilancio; sono state azioni molto utili, che hanno permesso a numerose persone e famiglie in difficoltà di poter accedere a tali sostegni pubblici (l’83% delle diocesi ha svolto questa specifica attività).

C’è infine il tema del lavoro, in particolare quello della sofferenza sperimentata da tanti piccoli commercianti e lavoratori autonomi: rispetto a questo fronte le Caritas diocesane hanno erogato sostegni economici specifici, in ben 136 diocesi sono stati attivati fondi dedicati, utili a sostenere le spese più urgenti (affitto degli immobili, rate del mutuo, utenze, acquisti utili alla ripartenza dell’attività, ecc.). Complessivamente sono stati 2.073 i piccoli commercianti/lavoratori autonomi accompagnati in questo tempo.

Caritas Italiana ha anche esaminato il funzionamento delle misure emergenziali disposte dal Governo in particolare di quelle volte a sostenere i redditi di famiglie e lavoratori, anche per individuare i difetti e le criticità da evitare in futuro. Da una rilevazione ad hoc condotta su un campione di 756 nuclei beneficiari dei servizi Caritas nei mesi di giugno-luglio 2020, il REM è risultata la misura più richiesta (26,3%) ma con un tasso di accettazione delle domande più basso (30,2%) rispetto alla indennità per lavoratori domestici (61,9%), al bonus per i lavoratori stagionali (58,3%) e al bonus per i lavoratori flessibili (53,8%).

Il REM è stato fruito prevalentemente da nuclei composti da adulti over 50, soprattutto single e monogenitori con figli maggiorenni, con un reddito fino a 800 euro e bassi tassi di attività lavorativa. Si tratta di un profilo del tutto sovrapponibile a quello di coloro che percepiscono il Reddito di cittadinanza (32,5%) all’interno dello stesso campione intervistato: nuclei a reddito molto basso (49,7%), single (45,3%) e coppie senza figli (43,7%), prevalentemente anziani (42,2%). Questo dice che tra le due misure, rispetto alle caratteristiche dei beneficiari, vi sia sovrapposizione piuttosto che compensazione.

Inoltre coloro che hanno ricevuto dalle Caritas servizi di orientamento hanno fatto domanda per il REM tre volte di più rispetto a chi non ha ricevuto tale supporto dalle Caritas e hanno accresciuto di un sesto la possibilità di ottenerlo effettivamente. Orientamento e supporto fanno la differenza, in genere, soprattutto in situazioni di emergenza. Ecco perché nella indagine sulle misure di emergenza, nella metà dei casi (50,1%) i servizi e gli operatori Caritas sono stati identificati come la principale forma di aiuto e sostegno, sia concreto che psicologico durante l’emergenza Covid.

Quello che il Covid-19 ha messo in evidenza è il carattere mutevole della povertà e stiamo ora entrando in una nuova fase nel nostro Paese.  Di fronte a una situazione “inedita”, occorrono strumenti di analisi e di intervento adeguati al mutato contesto. In particolare ci sarà dunque bisogno di:

mettere in relazione i dati sulla povertà (assoluta e relativa) con dati sui percettori delle misure di contrasto;

realizzare analisi di lungo periodo per monitorare come cambiano le condizioni di vita delle persone in povertà e se e come su di esse incidano le misure pubbliche;

concepire le misure nazionali di contrasto alla povertà come un “work in progress”, che, a partire da un attento e sistematico lavoro di monitoraggio e valutazione del loro funzionamento e del loro impatto sulle vite delle persone vengano periodicamente “aggiustate” per poter adeguarsi e meglio rispondere alle trasformazioni in corso e per affrontare l’incertezza;

intercettare le cause della povertà, come dice papa Francesco: “lottare contro le cause strutturali della povertà, la disuguaglianza, la mancanza di lavoro, della casa, la negazione dei diritti sociali e lavorativi” (3 ottobre 2020). Solo in questo modo invece di accettare passivamente e in blocco il presente, si forniscono elementi a partire dai quali proiettarsi in un futuro di concreto cambiamento.

“Tre giorni del clero”, raduno organizzato dall’Arcidiocesi di Bologna

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Da lunedì 14 a mercoledì 16 settembre si è svolta a Bologna la “tre giorni del clero”, un momento di raduno di tutti i sacerdoti e diaconi dell’Arcidiocesi di Bologna, intorno all’Arcivescovo Card. Matteo Zuppi.
Quest’anno – causa della pandemia – con modalità diverse rispetto al passato con un misto di “presenze” e “collegamenti”.

Lunedì 14 settembre in presenza in Cattedrale: per tutti i preti e i diaconi.

Martedì 15 settembre al mattino presso i Vicariati in presenza e nel pomeriggio in streaming con comunicazioni varie in diretta dalla Cripta della Cattedrale: ognuno ha seguito dalla propria parrocchia e ad ogni sacerdote e diacono è stato inviato il link per la diretta.

Mercoledì 16 settembre in presenza, presso il Cinema parrocchiale “Fossolo” con il saluto e le conclusioni dell’Arcivescovo .

Le comunicazioni date in streaming direttamente ad ogni singolo sacerdote nella seconda giornata sono state l’occasione per un intervento da parte dell’incaricato diocesano del “sovvenire” Giacomo Varone anche sui temi del “sostegno economico alla Chiesa e ai sacerdoti”.

Durante questo spazio – che era stato assegnato per presentare riflessioni sui temi del “sovvenire” durante la fase preparatoria dell’ordine del giorno dei lavori della tre giorni – è stato presentato il rendiconto delle assegnazioni e ripartizione a livello nazionale e diocesano relative all’anno 2020 dei fondi 8xmille con un focus particolare sulle fonti per il sostentamento dei sacerdoti diocesani .

L’occasione è stata propizia per riportare all’attenzione di tutti i sacerdoti le tematiche cardine del “sovvenire” riaffermando i principi sui quali, d’intesa con il Servizio centrale della Conferenza Episcopale Italiana, si basa tutta l’azione di promozione annuale sulle tematiche del sostegno economico alla Chiesa cattolica.

Qui le riflessioni del Card. Zuppi sulla “tre giorni del clero” bolognese.

Giacomo Varone
(incaricato diocesano per il “sovvenire”)

Covid-19: vantaggi fiscali per le donazioni in parrocchia

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Il Decreto Legge n. 18/2020 (c.d. Decreto Cura Italia) ha introdotto per l’anno 2020 una agevolazione fiscale per incentivare le erogazioni liberali effettuate a favore o per il tramite di determinate entità e finalizzate esclusivamente al finanziamento di:

  • interventi in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19
  • misure di solidarietà alimentare

Queste offerte liberali possono essere effettuate da persone fisiche, enti non commerciali e soggetti che svolgono un’attività economica (imprenditori, società, ecc.).

Tra le entità destinatarie di queste erogazioni sono indicati dalla norma – oltre allo Stato, Regioni ed altri – anche gli enti religiosi civilmente riconosciuti (ad esempio le parrocchie) che – come le altre entità – possono utilizzare gli importi ricevuti solo per le finalità evidenziate ai numeri 1) e 2).

Misura e destinatari dell’agevolazione

Alle persone fisiche ed agli enti non commerciali spetta una detrazione dall’imposta lorda ai fini dell’imposta sul reddito (IRPEF) pari al 30% dell’importo della erogazione, per un importo non superiore a 30.000 euro (ad esempio: su una donazione di 1.000 euro si beneficia di una detrazione dall’IRPEF di 300 euro).

Per i soggetti che svolgono un’attività economica l’offerta è invece deducibile dal reddito fiscale dell’impresa.

Come deve essere effettuata l’erogazione liberale

Al fine di poter usufruire dell’agevolazione, l’erogazione deve essere “tracciabile” e dunque può essere effettuata dal donatore tramite:

  • bonifico bancario
  • bonifico postale
  • carte di debito
  • carte di credito
  • carte prepagate
  • assegni bancari e circolari

Le erogazioni in contanti non consentono dunque la fruizione della agevolazione.

Documentazione attestante il sostenimento dell’onere

Per quanto riguarda la documentazione attestante il sostenimento dell’onere, è necessario che dalla ricevuta del versamento bancario o postale effettuato dal donatore oppure – in caso di pagamento del donatore con carta di credito, carta di debito o carta prepagata – dall’estratto conto della società che gestisce tali carte, sia possibile individuare:

  • il soggetto beneficiario dell’erogazione liberale
  • il carattere di liberalità del pagamento e che lo stesso sia finalizzato a finanziare gli interventi in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.

Nel caso di assegni bancari e circolari nonché nell’ipotesi in cui dalla ricevuta del versamento bancario o postale o dall’estratto conto della società che gestisce le carte non sia possibile individuare gli elementi sopra evidenziati è da ritenere che, in questi casi, possa rendersi applicabile la procedura prevista dall’Agenzia delle Entrate per donazioni analoghe previste da altre norme.

Pertanto, il donatore dovrà essere in possesso della ricevuta rilasciata a suo favore dall’ente religioso (quindi ad es. dalla parrocchia) dalla quale risultino, oltre al beneficiario:

  • Il donante
  • la modalità di pagamento utilizzata
  • il carattere di liberalità del pagamento e che lo stesso sia finalizzato a finanziare gli interventi in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 oppure a finanziare misure di solidarietà alimentare.

 

8xmille online

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Termoli, riaperta al culto la chiesa dei santi apostoli Pietro e Paolo
Lo scorso 7 ottobre, festa della Beata Maria Vergine del Rosario, è stata riaperta al culto la chiesa dei santi apostoli Pietro e Paolo a Termoli. A presiedere la celebrazione il Vescovo di Termoli-Larino Gianfranco De Luca. La riapertura fa seguito agli importanti interventi di ampliamento e sistemazione finanziati dalla Conferenza Episcopale Italiana, nell’ambito dei fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica, e con fondi propri della parrocchia. Il progetto complessivo ha previsto, tra le altre cose, anche la realizzazione dei nuovi locali pastorali, con un grande salone (dove si sono svolte le funzioni nel periodo dei lavori) e ampi spazi per la catechesi e altre attività. (Agenzia Sir)

Lucca, poiché «inserisce i rifugiati nel lavoro» l’Unhcr premia la cooperativa agricola Calafata
La Cooperativa agricola Calafata, legata alla diocesi di Lucca e nata nel 2012 con i fondi dell’8xmille, ha ricevuto un importante riconoscimento dall’Unhcr: premiazione il 10 novembre. La notizia è stata diffusa da Toscana Oggi.

A Viterbo inaugurato il progetto “be food”
Inaugurato il 9 ottobre in strada Acquabianca alla Quercia il centro per l’aiuto alimentare Visconti, nato dal progetto “be food”. Caritas italiana e fondi CEI dell’8xmille sono i due fattori di questa equazione vincente per il sostegno alle classi più deboli. Un’iniziativa che grazie alla sinergia tra banco alimentare del Lazio e diocesi di Viterbo e Civita Castellana ha reso possibile il taglio del nastro del primo centro per l’aiuto alimentare. La notizia su viterbonews24.it

A Spoleto grazie all’8xmille ci sono state 2 consacrazioni
Su umbriaon.it la notizia di 2 consacrazioni entrambe rese possibili grazie ai fondi 8xmille. Si tratta della della nuova chiesa parrocchiale intitolata a San Giovanni Paolo II nel quartiere di San Nicolò e dell’inaugurazione dell’oratorio della parrocchia di San Venanzo intitolato a San Giovanni Bosco.

TuttixTutti: a Bologna la “Casa del Pellegrino”

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La parrocchia dei Santi Pietro e Girolamo di Rastignano (Bologna) ha vinto il terzo premio del concorso nazionale TuttixTutti, indetto dal Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica, che intende promuovere le idee nate nelle parrocchie grazie ai fondi dell’8xmille a vantaggio dei più deboli.

La parrocchia, avendo a disposizione un piccolo appartamento adiacente alla canonica, quello che era un tempo l’appartamento del sagrestano, ha deciso di concederlo in comodato gratuito a chi ne ha davvero bisogno, aprendo le porte in particolare a famiglie in una situazione di indigenza economica, per dare un alloggio e superare un momento difficile, dovuto perlopiù alla perdita del lavoro e alla difficile condizione di immigrazione e, ora, aggravato dalla pandemia del Covid-19. Con i fondi disponibili e le offerte dei fedeli, gli ambienti sono stati ristrutturati e hanno avuto la denominazione di Casa del Pellegrino.

In tempi diversi la Casa ha accolto due nuclei famigliari: al momento non si ritiene di fissare un periodo massimo di permanenza in modo da dare tempo e serenità agli ospitati accolti per emanciparsi senza angosce ulteriori: durante l’ospitalità le famiglie sono seguite dal gruppo della Caritas parrocchiale per la ricerca di un lavoro e per il reperimento di una casa definitiva. La Casa del Pellegrino è solo una sistemazione provvisoria ed urgente per le famiglie in difficoltà. I diecimila euro ottenuti da TuttixTutti andranno a coprire in parte le spese per la ristrutturazione, gli arredamenti, impianto fotovoltaico, pompe di calore, elettrodomestici, utenze e per le spese necessarie a sostegno delle famiglie in difficoltà.