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Dall’acqua e dalla terra vita e sviluppo grazie all’8xmille

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Solo nello scorso anno i progetti di accesso all’acqua e di sviluppo sostenibile per favorire l’agricoltura biologica e migliorare la sicurezza alimentare e nutrizionale che la CEI ha finanziato grazie ai fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica sono stati 51 in 22 Paesi per 4,8 milioni di euro. Complessivamente dal 1996 ad oggi in tutto il mondo sono stati sostenuti 651 progetti in ambito agricolo per 47 milioni di euro.

Le testimonianze

“Prima avevamo un negozio nel villaggio di Pan Koy e l’attività agricola era scarsa. Dopo aver frequentato il corso di agricoltura ho iniziato io stesso a coltivare colture a lungo termine come il tè, le prugne damson, la mela selvatica, il caffè, le noci di macadamia e l’avocado. Ora ho piantato 5.000 piante di tè, 2.000 piante di caffè, 30 piante di prugne damson, numerose piante di noci di macadamia e avocado. Finalmente ho un reddito annuo”. Quasi si commuove U Ar Do, 56 anni, che vive con la moglie e i suoi quattro figli nel villaggio di Pan Koy, nella zona di Kyaing Tong in Myanmar. In quell’area è particolarmente forte la piaga della deforestazione. Nei villaggi rurali il legno è infatti utilizzato come combustibile per cucinare e per il riscaldamento; anche in città più grandi come Kyaing Tong il 90% delle famiglie ancora usa il legno per cucinare o per attività produttive come l’essiccazione del thè. A questo si aggiunge il traffico di thek, legno pregiato che cresce proprio in queste foreste. Non esiste alcun piano per la gestione delle foreste che regoli il disboscamento. Se da un lato è difficile agire a livello globale, è però indispensabile ridurre l’impatto della deforestazione attraverso semplici azioni all’interno dei villaggi. Proprio questo è lo scopo del progetto avviato nel 2014 in Myanmar da New Humanity International, fondata dal Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime). Un intervento sostenuto anche dalla Chiesa italiana per offrire alla popolazione locale colture alternative efficaci e salvaguardare così il patrimonio forestale.

Sono stati avviati training agricoli – come quello frequentato da U Ar Do – per promuovere queste colture, oltre che buone prassi agricole, tecniche per la prevenzione dell’erosione del suolo, allevamento sostenibile.

I training sul possesso delle terre sono una componente fondamentale per permettere ai contadini di diventare i legali proprietari delle terre che coltivano e contrastare così anche il fenomeno del “land grabbing”. Parallelamente, il progetto prevede la gestione di vivai per la distribuzione di piante per la riforestazione, il rimboschimento di aree specifiche (precedentemente disboscate per la coltivazione e poi abbandonate) e la costituzione di gruppi di “Preservazione forestale” nei villaggi. Finora hanno beneficiato del progetto 42 villaggi, 386 agricoltori, sono state distribuite 151 mila piantine, 65.500 talee e sono stati piantati 7.860 alberi da frutto.

I dati globali, tuttavia, registrano un aumento dello sfruttamento delle materie prime e delle risorse a danno dei diritti umani e dell’ambiente. Secondo il VI Rapporto “I padroni della terra” curato dalla Focsiv, nel 2022 sono stati 26,1 milioni di ettari le terre accaparrate, pari a oltre 260 mila chilometri quadri. Quattrocentouno persone che lottavano in difesa delle comunità, dei popoli indigeni e della natura sono state uccise in 26 Paesi e altre 1.500 minacciate, violentate o detenute. È aumentato il tasso di deforestazione, il numero di incendi e la percentuale di terre destinate all’agribusiness e all’allevamento. Ciononostante, esistono, anche se fanno meno rumore, molte iniziative concrete in risposta al “grido della terra” – come quella realizzata in Myanmar – con cui si afferma la capacità di cambiare insieme, come comunità. Sono molteplici e spesso arrivano proprio dalle zone più povere. Da quello che Papa Francesco nel II Incontro mondiale dei movimenti popolari (2015) ha definito “popolo in movimento”, che ha saputo convertire la passione in azione comunitaria: “quel torrente di energia morale che nasce dal coinvolgimento degli esclusi nella costruzione del destino comune” (Fratelli tutti, 169).

Anche Jeanne – come U Ar Do – grida il suo “Finalmente!”. “Finalmente abbiamo acqua pulita!” Traspare soddisfazione dalle sue parole in occasione della consegna ufficiale della rete idrica realizzata in Burundi grazie al progetto “Acqua fonte di vita e sviluppo” portato avanti da Amu (Azione per un Mondo Unito) e Casobu (Cadre Associatif des Solidaires du Burundi), con il sostegno della CEI. Tra danze, canti e i discorsi di inaugurazione, è stata una giornata che ha segnato un punto di svolta per lo sviluppo delle comunità di Butezi e Ruyigi.

“Da quando abbiamo l’acqua potabile nel villaggio – prosegue – sono più serena. I miei figli non devono più svegliarsi presto al mattino per andare a prendere l’acqua al fiume, sia per la scuola che per casa e seguono le lezioni con più attenzione. E anche io non sono più costretta a trasportare grandi quantità di acqua sulle spalle. Senza acqua, inoltre, per fare il bucato dovevo portare gli abiti alla sorgente, lavarli e poi tornare a casa. Ci voleva molto tempo. Adesso, invece, anche cucinare e lavare i piatti è diventato più facile, mi basta fare un salto alla fontana, che è proprio vicina a casa mia”.  Con orgoglio aggiunge: “Grazie anche ai comitati di gestione siamo consapevoli che noi, donne e uomini della collina di Ruyigi, siamo ora i custodi di questo bene comune. L’acqua potabile ci appartiene e per questo dobbiamo proteggere questo patrimonio ricevuto”. Sta proprio qui il valore aggiunto del progetto: partecipazione, solidarietà e corresponsabilità, perché nessuno resti indietro. Un progetto che nel complesso riguarda l’ampliamento della rete idrica per raggiungere tutte le comunità della zona e nelle colline di Nombe, Nyarunazi e Kigamba/Rubaragaza, la ristrutturazione della rete di approvvigionamento di acqua potabile a Karaba-Misugi-Kigamba, la realizzazione di servizi igienici ecologici presso la scuola elementare di Nombe.

Il Burundi è uno dei Paesi più poveri al mondo, con quasi il 65% della popolazione che vive al di sotto della soglia di povertà. L’accesso all’assistenza sanitaria è negato alla maggior parte della popolazione e solo l’1% può permettersi un’assicurazione privata. In questo quadro l’acqua potabile diventa fondamentale, così come l’utilizzo di servizi igienici. I punti di forza di questa azione sono il coinvolgimento della popolazione nei lavori e la formazione di comitati locali per la cura e conservazione delle sorgenti e per la manutenzione delle infrastrutture realizzate. Sono previste inoltre attività per sensibilizzare e aiutare i beneficiari a strutturarsi in una mutua sanitaria di comunità o unirsi a mutue sanitarie di comunità esistenti. Con questo progetto, quasi 8 mila persone sono state raggiunte dall’acqua potabile a Ruyigi e di queste oltre 3 mila sono studenti. Ad esempio, nella scuola di Nombe, grazie alla costruzione di un acquedotto di 25 km, sono state realizzate delle fontanelle. Ma l’esperienza davvero innovativa è stata l’attivazione di servizi igienici ecologici che, con adeguati trattamenti e la formazione di allievi e insegnanti sulla corretta gestione, consentono il riutilizzo del materiale organico in agricoltura. Un altro piccolo ma significativo contributo alla sostenibilità ambientale nella prospettiva di un’ecologia integrale. Perché, come ricorda Papa Francesco nella Laudate Deum, “le istanze che emergono dal basso in tutto il mondo, dove persone impegnate dei Paesi più diversi si aiutano e si accompagnano a vicenda, possono riuscire a fare pressione sui fattori di potere”. E aggiunge che occorre una visione più ampia, in un’ottica maggiormente inclusiva delle forze della società civile, “un multilateralismo dal basso e non semplicemente deciso dalle élite del potere” per reagire con meccanismi globali alle sfide “ambientali, sanitarie, culturali e sociali, soprattutto per consolidare il rispetto dei diritti umani più elementari, dei diritti sociali e della cura della casa comune”.

Perù / Una delegazione CEI in visita alle opere 8xmille

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Un aiuto concreto che ha generato e continua a generare speranza in popolazioni fragili, in luoghi periferici e poveri. Con i fondi dell’8xmille, la Conferenza Episcopale Italiana ha potuto sostenere, negli anni, le comunità delle Diocesi di Tacna y Moquegua e di Arequipa, nell’estremo sud del Perù, avviando progetti a favore di bambini disabili e delle loro famiglie, di detenute, di giovani e donne. Dal 27 febbraio al 4 marzo, una delegazione del Servizio per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli della CEI, guidata dal direttore, don Gabriele Pipinato, ha visitato le realtà nate e cresciute con il supporto dell’8xmille alla Chiesa cattolica.

Qui il resoconto della visita.

Dal 10 al 19 maggio a Pinerolo torna il Festival della Comunicazione

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I Paolini e le Paoline hanno scelto la diocesi di Pinerolo per organizzare il 19° Festival della Comunicazione che si svolgerà dal 10 al 19 maggio e che sarà sostenuto anche dal Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa.

L’evento, nato per celebrare la Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, sarà dedicato al tema proposto da Papa Francesco: “Intelligenza Artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana”.

In questi anni sta avvenendo un cambiamento radicale, epocale, simile all’invenzione della stampa: l’Intelligenza Artificiale. Siamo appena agli inizi. Ne siamo affascinati e spaventati. Affascinati dalle sue potenzialità e spaventati dai rischi, anche nel campo della comunicazione.

L’Intelligenza Artificiale può aumentare la libertà o generare omologazione; può migliorare la partecipazione o accrescere il dominio. Come dice il Papa, si può incorrere ancora una volta nella “tentazione di diventare come Dio senza Dio”. Non dobbiamo spaventarci ma conoscere. È urgente imparare, valutare, orientare, per vivere con sapienza il cambiamento: per governare il cambiamento.

Ecco allora che il Festival sarà una splendida opportunità. Scrive a tal proposito il Vescovo di Pinerolo Mons. Derio Olivero:
Con l’aiuto di esperti, saremo accompagnati dentro questi formidabili cambiamenti, con lo scopo di iniziare a delineare alcune attenzioni per crescere in umanità anche grazie a questi nuovi strumenti.
Ci auguriamo che non sia solo un evento per pochi, né solo un evento organizzato da un gruppo interno alla Chiesa, ma possa essere un vero evento di territorio, capace di mettere insieme credenti e non credenti, cattolici e valdesi, cristiani e musulmani. E, soprattutto, un evento capace di mettere insieme associazioni, gruppi, amministrazioni, scuole.
La comunicazione riguarda tutti, è responsabilità di tutti. E principalmente il futuro riguarda tutti ed è responsabilità di tutti”.

In allegato il programma 2024.

 

Territorio / L’incontro web per il lancio della campagna 8xmille 2024

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In vista del lancio della nuova campagna 8xmille 2024, lo scorso 10 aprile si è tenuto un incontro online aperto ai Direttori degli Uffici diocesani, Incaricati regionali e Responsabili delle associazioni per le comunicazioni sociali; ai Direttori di FISC, Corallo, Avvenire, Tv2000 e Sir; ai Referenti regionali, Incaricati e Collaboratori diocesani del Sovvenire.

Vi proponiamo la registrazione dell’evento per coloro che non avessero avuto la possibilità di partecipare.

Ricordiamo che sono stati presentati in anteprima gli spot 8xmille 2024 e proposte varie indicazioni e strumenti  per attivare una comunicazione circolare. Infatti, l’efficacia della campagna dipenderà anche dalla capacità di tradurre i messaggi in storie concrete nel territorio.

8xmille: dal 14 aprile la nuova campagna della CEI

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Condomini solidali, doposcuola, poliambulatori, case di accoglienza, dormitori, mense, restauri di beni culturali e artistici, stanziamenti per calamità naturali o emergenze umanitarie nel mondo: sono solo alcuni esempi dell’articolata rete di aiuto messa in campo ogni anno dalla Chiesa cattolica per rispondere alle nuove povertà e a fasce di popolazione con bisogni diversi e sempre più complessi. Ad agire sono le mani e i cuori di professionisti e volontari grazie al supporto dell’8xmille alla Chiesa cattolica che dal 1990 realizza ogni anno migliaia di progetti, secondo tre direttrici fondamentali di spesa: culto e pastorale, sostentamento dei sacerdoti diocesani, carità in Italia e nei Paesi in via di sviluppo.

Nel 2023 sono stati assegnati oltre 243 milioni di euro per interventi caritativi (di cui 150 destinati alle diocesi per la carità, 13 ad esigenze di rilievo nazionale di cui circa la metà destinati a Caritas Italiana e 80 ad interventi a favore dei Paesi più poveri). Accanto a queste voci figurano 403 milioni di euro per il sostentamento degli oltre 32 mila sacerdoti che si spendono a favore delle comunità e che sono spesso i primi motori delle opere a sostegno dei più fragili. E oltre 352 milioni di euro per esigenze di culto e pastorale, voce che comprende anche gli interventi a tutela dei beni culturali ed ecclesiastici anche con interventi di restauro per continuare a tramandare arte e fede alle generazioni future oltreché sostenere l’indotto economico e turistico locale.

L’8xmille è quindi un vero e proprio moltiplicatore di risorse e servizi che ritornano sul territorio a beneficio di tutti. Un sostegno concreto per i più fragili che fugge le logiche del mero assistenzialismo ma anzi diventa un volano di percorsi di promozione umana. Basta guardare, nell’ambito della carità locale, alle opportunità derivanti dai tanti progetti promossi dalle diocesi nel solo 2023 dove troviamo, ad esempio, progetti a favore di famiglie disagiate e persone economicamente fragili, precari e disoccupati (53 milioni di euro), di anziani (oltre 4 milioni di euro), di persone senza fissa dimora (13 milioni di euro), di persone portatrici di handicap (quasi 3 milioni di euro), di formazione e prevenzione per bambini e ragazzi a rischio devianza (oltre 2 milioni di euro), di sostegno e liberazione per chi è vittima di tratta, usura o dipendenze patologiche (circa 3 milioni e mezzo di euro) e molto altro. Oppure volgendo lo sguardo all’estero e alle tragedie umanitarie nel mondo come non ricordare lo stanziamento per le popolazioni turche e siriane colpite dal terremoto o per l’emergenza ucraina (in totale 1 milione di euro), per l’emergenza alluvione in Emilia Romagna (1 milione di euro) o l’emergenza in Marocco (300 mila euro).

L’8xmille fornisce, dunque, carburante ad una macchina della carità immensa a beneficio di tutti, non solo dei cattolici, e dove tanti, ogni giorno, trovano porte aperte e speranza restituita grazie a questo strumento di democrazia fiscale davvero straordinario. Ogni anno infatti la Chiesa si affida alla libertà e alla corresponsabilità dei contribuenti per rinnovare la firma che si trasforma in mezzi per la realizzazione di opere.

“Il welfare cattolico – afferma il responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni – si è evoluto nel corso degli ultimi decenni e ormai, oltre alla presenza fondamentale dei volontari, coinvolge anche diverse figure professionali per rispondere alla complessità delle esigenze e per spingersi oltre le forme assistenziali. Le nostre parrocchie ed i nostri servizi aprono le porte per accogliere le molteplici sfide della povertà, senza dimenticare l’importanza di operare in rete con le altre risorse presenti sul territorio.”

Tutto questo è reso possibile da una semplice firma, quella per l’8xmille, grazie alla quale la Chiesa non lascia indietro nessuno: poveri, immigrati, disoccupati, anziani, giovani, donne sole e famiglie vulnerabili. “Se non ci fosse la Chiesa e il lavoro straordinario svolto dalla macchina del volontariato – aggiunge Monzio Compagnoni – ci sarebbe un vuoto enorme”.

E questo lavoro incessante è al centro della campagna 2024 che racconta, attraverso sette storie di speranza e di coraggio, il valore della gratuità e gli sforzi di una Chiesa in uscita, che si prende costantemente cura dei più deboli. La campagna, on air dal 14 aprile, mette in luce la relazione tra la vita quotidiana di tutti noi e le opere della Chiesa, attraverso la metafora dei “gesti d’amore”: piccoli o grandi gesti di altruismo che capita di compiere nella vita e che non fanno sentire bene solo chi li riceve, ma anche chi li compie.

“L’obiettivo è far comprendere il valore di un gesto molto semplice come una firma –, conclude il responsabile – abbinandolo a momenti della vita di tutti i giorni. Siamo partiti da questo concetto per mettere a punto una campagna valoriale che sottolinea il rilievo di una scelta, espressione del desiderio di diventare protagonisti di un cambiamento, offrendo sostegno a chi è in difficoltà”.

Come accade a Salerno dove il Dormitorio Don Tonino Bello offre risposte concrete e percorsi di reinserimento lavorativo a persone in condizione di povertà estrema o a San Ferdinando, in provincia di Reggio Calabria, dove la mensa diocesana della Caritas, rappresenta una mano tesa rivolta a quanti sono a rischio di esclusione sociale. L’azione costante della Chiesa consente a molti di cambiare il proprio futuro come accade a Verona a Casa Santa Elisabetta, condominio solidale per donne sole con minori, dove in molte hanno trovato un’occasione di riscatto, oppure a Santhià, nel vercellese, dove un Poliambulatorio medico svolge attività di assistenza e servizio medico in modo gratuito, con la finalità di contrastare i lunghi tempi di attesa del Servizio Sanitario Nazionale. Tante anche le iniziative per offrire un futuro sereno a bambini e giovani, provenienti da famiglie vulnerabili, come il doposcuola L’appetito vien studiando, di Cassano all’Ionio, dove i ragazzi mangiano, studiano e si formano attraverso attività laboratoriali, in un luogo sicuro, che offre così opportunità di crescita, studio e gioco.

Con il fondamentale sostegno delle firme, ogni anno, vengono restituiti a fedeli e visitatori molti tesori dimenticati. Come a Gubbio dove la chiesa della Madonna del Prato, gioiello barocco, è stata sottoposta ad un intervento di restauro conservativo. Anche quest’anno la campagna ha voluto rappresentare anche i tanti progetti realizzati all’estero prendendo come esempio un’opera in Sri Lanka, a Mannar, dove, grazie alle firme dei contribuenti, è stato possibile costruire un nuovo ostello per gli studenti della scuola St Xavier’s e che ha consentito di aprire le porte dell’istituto anche a gruppi etnici minoritari.

La campagna 8xmille CEI è ideata dall’agenzia VML: la creatività è di Pierfranco Fedele e Anna Mochi Onori sotto la direzione creativa di Massimiliano Traschitti e Antonio Codina, la regia è di Edoardo Lugari. Le foto sono di Francesco Zizola. La casa di produzione è Casta Diva/Masi Film. Pianificata su tv e web con sette soggetti nei formati 20”, 15” e 6”, a seconda del canale e dei diversi target, la campagna si svilupperà anche su stampa, affissione e radio.
Nel sito www.8xmille.it sono disponibili i filmati di approfondimento sulle singole opere, al centro della campagna, mentre un’intera sezione è dedicata al rendiconto storico della ripartizione 8xmille, a livello nazionale e diocesano, nel segno della trasparenza.

I social 8xmille

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https://www.youtube.com/8xmille 

Lavorare insieme: un imperativo per dare senso alle attività sul Territorio

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Cari amici,

sta per iniziare il periodo da dedicare all’8xmille. Non conosco ancora i risultati raggiunti lo scorso anno relativi alle firme dell’8xmille a favore della Chiesa cattolica, però posso asserire con certezza che non dovremo comunque abbassare la guardia. In nessun caso.

Possiamo infatti prevedere che il 2024 sarà un altro anno in cui sentiremo in modo chiaro e “doloroso” la competizione che lo Stato ci sta facendo nella raccolta delle firme. Anche quest’anno soffriremo per un cambio “unilaterale” delle regole del gioco: infatti nell’ambito della possibilità di scelta di destinazione dei fondi assegnati allo Stato è stata aggiunta la destinazione delle opere per il contrasto delle dipendenze patologiche….e stimiamo che per questa ragione potremmo perdere altre 800.000 firme.

Il lavoro di squadra, la collaborazione e il senso di appartenenza sono, quindi, elementi che non possono essere sottovalutati. Oggi, con l’avvio del progetto unafirmaXunire 2024, siamo chiamati a coinvolgere tutte le nostre comunità facendole sentire corresponsabili del sostegno alla Chiesa. Lavorando insieme possiamo raggiungere obiettivi che altrimenti sarebbero inarrivabili.

La reale condivisione in parrocchia delle cose da fare per raccogliere le Certificazioni Uniche crea sinergie che portano ad una maggiore consapevolezza che, talvolta, manca nelle assemblee locali. Lavorare insieme consente di massimizzare l’effetto delle risorse, materiali e umane, che mi rendo conto spesso sono limitate. Ma permette anche di raggiungere obiettivi comuni, di creare legami più stretti, di rafforzare il senso di appartenenza e di responsabilità verso la propria parrocchia e la Chiesa tutta.

Questo senso di coesione ecclesiale è fondamentale per affrontare sfide più ampie, come la promozione del sostegno economico alla Chiesa attraverso i progetti che ormai conoscete tutti e che possono essere approfonditi collegandosi al Portale Uniti in Rete.

In conclusione, non scoraggiatevi dalla portata della sfida, è grande! A volte sembra addirittura molto più grande di noi…e ci sentiamo come sant’Ambrogio che non voleva diventare vescovo di Milano.

Parlando di lui il Card. Martini in una sua omelia diceva:Fu proprio la coscienza della sua pochezza di fronte al grande compito che lo spinse, secondo la leggenda, a fuggire errando per le campagne attorno a Milano, per non addossarsi un peso che avvertiva superiore alle sue forze.

Immagino (dice Martini) che in quel vagare notturno il Signore gli ispirasse qualche parola simile a quella riportata dal vangelo secondo Luca (12,31): “Non temere, piccolo gregge, perché è piaciuto al Padre vostro di darvi il suo regno”. È infatti alla piccolezza e inadeguatezza che viene offerta la grazia: piccolissimo è il granello di senapa gettato nella terra, poca cosa è il pugno di lievito nascosto nella pasta, insignificante è il piccolo gregge di fronte alle mandrie sterminate. Eppure, anche la pochezza umana e l’apparente insignificanza storica, lette alla luce della fede, possono diventare albero frondoso, far fermentare una massa, rallegrare un pascolo”.

Ispiriamoci dunque alla figura di sant’Ambrogio che diventa lievito, operiamo insieme per raggiungere obiettivi condivisi e dare senso alle molteplici attività sul Territorio: noi con voi e voi incaricati con i vostri referenti in diocesi, in parrocchia e nelle vostre comunità. Investite umanamente nel potenziale della viva corresponsabilità e nella collaborazione con le altre realtà ecclesiali continuando così ad assicurare alla nostra Chiesa le risorse necessarie per la sua missione di annuncio della salvezza.

Fin da adesso vi ringrazio per quanto farete e vi auguro buon lavoro anche a nome del nuovo presidente del Comitato Mons. Ivan Maffeis e di tutto il Servizio Promozione.

Massimo

Auguri di una Santa Pasqua nella gioia della Risurrezione di Cristo

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La Pasqua è un tempo di straordinaria potenza, in cui celebriamo la vittoria del bene sul male, della luce sulle tenebre e della speranza sulla disperazione. È un momento in cui il nostro spirito si innalza, ricordandoci che anche nelle situazioni più buie, c’è sempre la possibilità di una nuova vita, di un nuovo inizio.

Nella Pasqua troviamo la forza per affrontare le sfide della vita, perché ci ricorda che nulla è impossibile con la fede e la determinazione. È un tempo di rinascita e di rinnovamento, in cui possiamo lasciarci alle spalle i pesi del passato e guardare avanti con fiducia e coraggio.

Vorrei ricordare qui le parole che il Santo Padre ha pronunciato in occasione della Veglia Pasquale nella Notte Santa l’8 aprile del 2023 (testo integrale in allegato):

Ecco allora che cosa fa la Pasqua del Signore: ci spinge ad andare avanti, a uscire dal senso di sconfitta, a rotolare via la pietra dei sepolcri in cui spesso confiniamo la speranza, a guardare con fiducia al futuro, perché Cristo è risorto e ha cambiato la direzione della storia; ma, per fare questo, la Pasqua del Signore ci riporta al nostro passato di grazia, ci fa riandare in Galilea, là dov’è iniziata la nostra storia d’amore con Gesù, dove è stata la prima chiamata. Ci chiede, cioè, di rivivere quel momento, quella situazione, quell’esperienza in cui abbiamo incontrato il Signore, abbiamo sperimentato il suo amore e abbiamo ricevuto uno sguardo nuovo e luminoso su noi stessi, sulla realtà, sul mistero della vita.

…per risorgere, per ricominciare, per riprendere il cammino, abbiamo sempre bisogno di ritornare in Galilea, cioè, di riandare non a un Gesù astratto, ideale, ma alla memoria viva, alla memoria concreta e palpitante del primo incontro con Lui. Sì, per camminare dobbiamo ricordare; per avere speranza dobbiamo nutrire la memoria. E questo è l’invito: ricorda e cammina! Se recuperi il primo amore, lo stupore e la gioia dell’incontro con Dio, andrai avanti. Ricorda e cammina.”

Che la potenza di questo momento ispiri, dunque, tutti noi a ricordare, camminare e vivere con compassione, amore e gratitudine, diffondendo la luce e la speranza ovunque siamo.

Vi auguro una Santa Pasqua anche a nome del nuovo Presidente del Comitato S.E.R. Mons. Ivan Maffeis e di tutto il Servizio Promozione.

Massimo

Uniti nel Dono / Tortu: “In un mondo che corre troppo, ama quello che fai!”

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Il campione olimpico di Tokyo 2020 nella staffetta 4×100, Filippo Tortu, racconta su unitineldono.it il suo rapporto con la vita e con la fede e apre l’album dei suoi ricordi, dove c’è anche la fotografia del suo primo parroco a Costa Lambro (MB), don Cesare Minotti, scomparso a 81 anni nel 2019. “I valori della fede mi hanno insegnato ad essere una brava persona”.

Leggi tutta la sua storia collegandoti qui.

Pasqua: il grazie e gli auguri del card. Zuppi ai nostri donatori

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La lettera di ringraziamento e di auguri che il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il card. Matteo Zuppi, ha indirizzato a tutti i donatori, a quanti cioè sostengono con le loro offerte il lavoro dei sacerdoti in Italia e nei paesi del mondo in cui operano come ‘fidei donum’.

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Carissimi donatori,

busso alla porta della vostra casa per condividere la gioia della Resurrezione. È un annuncio che apre alla gioia e alla condivisione. E, come per i discepoli, suscita trepidazione e mette in movimento per portare la bella notizia ai fratelli e alle sorelle. Tutti insieme celebriamo la vita che vince la morte. È proprio quando le ombre scure sembrano soffocare gli sprazzi di luce che si aprono orizzonti inimmaginabili. La Pasqua è la festa di chi sa osare, di chi persiste nella fede, di chi vive ogni giorno e s’impegna per rendere vivo il saluto del Risorto: “Pace a voi!”.

Entro nella vostra casa per uscire insieme a voi e bussare ai vicini: abbiamo bisogno di essere comunità viva, che celebra e fa festa, alimentando il lume della speranza contro le logiche della violenza e del non senso. Purtroppo, in diversi luoghi del mondo, come in Ucraina e in Terra Santa, la fiammella della speranza è continuamente minacciata dal vento della guerra. Quanti crocifissi, quanti corpi feriti, quanto dolore! «Non possiamo chiudere l’orecchio al grido di questi fratelli e sorelle che soffrono per la guerra», ripete continuamente Papa Francesco.

Usciamo, allora, e corriamo insieme per costruire la pace.

La Pasqua ci aiuta a comprendere che per i cristiani non si tratta di un ideale, ma del primo dono del Risorto. È un impegno che non accetta deroghe. Nel contesto internazionale quello della pace è certamente un dovere dei “grandi” della Terra, ma chiama in causa ciascuno di noi. Ognuno deve essere operatore di pace, artigiano di pace. Dobbiamo trasformare la sofferenza causata dalla guerra nella nostra sofferenza. Chiedere la pace vuol dire fare nostre le lacrime di tutti i fratelli e le sorelle che soffrono e che vengono privati del loro futuro; vuol dire coinvolgersi personalmente perché solo da cuori pacificati può sgorgare il desiderio di pace; vuol dire – come ricorda il Papa – sentire «la responsabilità di pregare e di costruire la pace» per i bambini, per i più piccoli, per i più deboli. L’ansia della pace è un grido che diventa preghiera. Non stanchiamoci di invocare il dono della pace, di educarci alla pace, a partire dalle nostre case, dalle nostre famiglie, dalle nostre comunità.

Tanti fratelli sacerdoti ascoltano e consolano, asciugano lacrime ed abbracciano, sostengono e accompagnano, confortano e benedicono.

Accade ogni giorno lungo le strade delle nostre comunità, in tante case sparse nelle nostre città, come in tutti gli angoli del pianeta. Anche così la pace germoglia e cresce, nel silenzio e nel nascondimento, contro ogni apparente evidenza. A nome di ciascuno di loro, permettetemi di dirvi il mio grazie per essere loro vicino.

Entriamo ora nella casa dei vicini e auguriamo insieme: “Buona Pasqua”. Diamo linfa ai germogli di bene, accoglienza e mitezza che già abitano nel nostro intimo, ma che sono a volte soffocati da egoismi e chiusure. Il Signore è risorto per ciascuno di noi: affrettiamoci verso i fratelli e le sorelle, tendiamo le mani per accarezzare i loro volti, doniamo il sorriso della speranza.

Non cediamo alla rassegnazione e allo sconforto, ma rendiamo possibile la solidarietà, generando legami di fraternità e prendendoci cura degli ultimi, di chi è piccolo e di chi soffre per la guerra senza nemmeno sapere il perché.

Auguri di Buona Pasqua!

Matteo Card. Zuppi
Presidente della Conferenza Episcopale Italiana

8xmille / Haiti: in un Dossier l’impegno della Chiesa italiana

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Una vicinanza che si è articolata negli anni, nella convinzione che, se la sofferenza non ha confini, anche la solidarietà non deve avere confini. La Chiesa in Italia continua a stare accanto alla popolazione di Haiti, come racconta il Dossier curato dal Servizio per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli, in collaborazione con l’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali (in allegato). Dal 2010, anno in cui il Paese è stato colpito da un violentissimo terremoto, sono stati destinati circa 40 milioni di euro – tra fondi dell’8xmille e offerte raccolte con la Colletta straordinaria promossa dalla CEI nel 2010 – per interventi emergenziali, progetti di sviluppo socio-economico in vari ambiti, accompagnamento alle Diocesi locali.

Il Dossier, attraverso dati e testimonianze, ripercorre il cammino compiuto ed evidenzia le criticità tuttora esistenti nel Paese che, con circa 10 milioni di abitanti, è il più povero dell’America Latina e Caraibi, il meno sviluppato di tutto l’emisfero settentrionale, con un tasso di povertà pari all’80%. Attualmente alle prese con una spaventosa crisi umanitaria che si innesta su un’emergenza permanente, Haiti rischia di scivolare verso una guerra civile.

Il tipo di assistenza urgente di cui abbiamo bisogno – spiega il Card. Chibly Langlois, Vescovo di Les Cayes, in un’intervista contenuta nel Dossier – è di ricevere il supporto e i mezzi adeguati a ripristinare la sicurezza, assicurare stabilità, proteggere vite umane e proprietà. Il Paese ha bisogno di ristabilire l’autorità statale attraverso il rafforzamento delle istituzioni democratiche. Occorrerà anche contribuire a creare occupazione e lavoro, affinché gli haitiani possano vivere con dignità grazie ai frutti del loro lavoro. Bisogna considerare che Haiti non si è ancora ripresa dai terremoti del 2010 nell’ovest e del 2021 nel sud del Paese. Adesso arrivano i disastri delle bande armate. Dobbiamo rialzarci e prendere in mano la situazione”. Tra le varie emergenze, una è proprio quella delle gang armate, in cui spesso vengono coinvolti i giovani.

“La Chiesa – viene sottolineato nel Dossier – sta dalla parte del Vangelo e ha il compito di farsi compagna di strada, ponendosi accanto all’ umanità ferita, accompagnando e coniugando processi di cura, animazione, promozione e riconciliazione, valorizzando i percorsi già in essere e aprendone di nuovi che la ‘fantasia della carità’ saprà ispirare e mettere a frutto”.