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Umbria / Nuovo rendiconto 8xmille delle diocesi umbre

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Il rendiconto dell’8xmille per le diocesi umbre nel 2020 è stato presentato ufficialmente il 12 febbraio scorso al 5° Convegno del Sovvenire regionale, tenutosi online. Due i punti qualificanti, come evidenziato dall’arcivescovo di Perugia – Città della Pieve, Card. Gualtiero Bassetti: “una trasparente ed efficace comunicazione sulla destinazione dei fondi pubblici erogati dalla Chiesa”, ma anche la necessità di “sviluppare la contribuzione diretta dei fedeli”, al di là della firma sulla dichiarazione dei redditi. Il documento completo può essere scaricato dal sito www.sovvenireumbria.it/rendiconto2020.

Alla presentazione sono anche intervenuti Mons. Luciano Paolucci Bedini, delegato Ceu per il “sovvenire”, il Vescovo ausiliare di Perugia, Mons. Marco Salvi, il responsabile nazionale del Servizio Promozione Sostegno Economico, Massimo Monzio Compagnoni, e il coordinatore per l’Umbria, Giovanni Lolli.

Come premessa generale, Bassetti ha ricordato che “il sistema introdotto dalla riforma del Concordato del 1984 ha dato negli anni frutti abbondanti, consentendo alle nostre diocesi di rispondere in modo adeguato ai rinnovati e accresciuti bisogni collegati alla propria missione”.

“Particolare attenzione – ha commentato il coordinatore Lolli –, viene data in questa edizione del Rendiconto 2020 dell’8xmille alle diocesi umbre alla conservazione e alla tutela dei beni culturali (temi sviluppati nel focus al termine del fascicolo), l’importo erogato a questo fine negli ultimi quattro anni (2017-2020) ammonta a circa 10 milioni di euro complessivi; parte di questi fondi sono stati devoluti alla Rete museale ecclesiastica umbra voluta dalla CEU (Conferenza Episcopale Umbra) e presieduta da Mons. Salvi”. Le otto Diocesi dell’Umbria, hanno ricevuto complessivamente dall’8xmille nel 2020 circa 26,3 milioni di euro (nel 2019 i fondi furono 24,1 mln): 4,0 mln per il culto e la pastorale, 3.8 mln per la carità, 9,3 per il sostentamento del clero; 9,2 mln per l’edilizia di culto e i beni culturali (vedi tutti i dati nell’opuscolo).

Sfide nuove.
Il cardinale Bassetti ha parlato anche delle “sfide nuove”, che “si pongono oggi per questo sistema, ad esempio quella di sviluppare la contribuzione diretta dei fedeli attraverso le offerte deducibili, per consentire il mantenimento degli standard di aiuto agli ultimi, anche nei prossimi anni quando si prevede che il gettito dell’8xmille per la Chiesa italiana diminuirà a causa della crisi economica indotta dalla pandemia e soprattutto, purtroppo, da una riduzione di firme”.
“Oggi nella fede, come in ogni altro contesto – ha proseguito Bassetti –, non è più possibile dare alcunché per scontato o confidare negli automatismi tradizionali di socializzazione religiosa. Soprattutto con i giovani non si può presupporre che sviluppino in maniera autonoma il senso di appartenenza alla comunità ecclesiale e di conseguenza si impegnino a sostenere la Chiesa nelle sue attività. Queste cose non le possiamo più dare per scontate e qui mi rivolgo in particolare ai delegati diocesani, ai referenti parrocchiali e agli educatori”.

Maggiori competenze.
Rivolgendosi ai partecipanti al 5° Convegno regionale del “sovvenire”, il Cardinale li ha esortati ad “un lavoro di continua motivazione, crescita in collaborazione e con le figure educative e i responsabili degli itinerari formativi giovanili. Quindi sempre di più sarà necessario acquisire competenze non solo in ambito economico, ma anche educativo per diventare promotori e motivatori di responsabilità ecclesiali”.

Lavoro in sinergia.
“In concomitanza con i Sinodi diocesani – ha evidenziato Bassetti – sarà imprescindibile lavorare in sinergia mettendo in campo tutte le risorse a disposizione e per intraprendere strade nuove che ci portino a confrontarci sempre di più con il nostro prossimo in carne ed ossa anche in questo ambito del sistema economico”.

L’importanza dei media.
Il presidente della CEI ha poi esortato tutti gli ‘addetti ai lavori’ a sviluppare “una trasparente ed efficace comunicazione sulla destinazione dei fondi pubblici erogati dalla Chiesa” e ad andare oltre le “campagne pubblicitarie”, perché “non bastano e devono essere integrate con un’azione promozionale e di rendiconto anche a livello territoriale al di là dell’adempimento degli obblighi di legge. Sarà sempre più importante questo lavoro che voi state facendo oggi sul versante della comunicazione”.

Il ringraziamento anche ai comunicatori.
“A tale proposito la rete delle testate giornalistiche e radiofoniche locali di area ecclesiali e anche di area laica e le numerose possibilità offerte dalla rete – ha concluso il cardinale Bassetti – sono canali da conoscere sempre meglio da esplorare per cui spero che il vostro ritrovarvi qui potrà essere davvero l’occasione di condividere pratiche efficaci e scambiarsi buone idee. Per questo vi ringrazio tutti della vostra presenza e vi auguro un buon lavoro perché davvero questo incontro divenga foriero di una sempre più proficua collaborazione”.

Da parte sua il responsabile del Servizio Promozione della CEI Monzio Compagnoni ha sottolineato come la comunicazione umbra dell’8xmille “è modello campione da esportare-proporre a livello nazionale”, perché “attraverso questo rendiconto fate conoscere bene cosa la Chiesa fa in tutti i suoi ambiti pastorali, dagli interventi socio-caritativi alla tutela e valorizzazione delle sue opere d’arte e dei suoi beni culturali. Voi siete di esempio a Regioni più vaste dove possono essere coinvolte importanti testate giornalistiche in quest’opera conoscitiva di come vengono spesi questi finanziamenti”.

Lamezia Terme / Il dormitorio della Caritas dal quale si ricomincia a vivere

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Su www.lacnews24.it segnaliamo un articolo di Tiziana Bagnato pubblicato lo scorso 19 gennaio sul dormitorio della Caritas di Lamezia Terme struttura finanziata anche dall’8xmille.

Non solo un dormitorio, ma molto di più. A pochi passi dalla stazione centrale di Sant’Eufemia, lì dove non è insolito vedere qualcuno passare la notte cercando di trovare scampo al freddo gelido sotto coperte e bustoni, si trova Querce di Mamre.

La struttura inaugurata ad ottobre del 2021 grazie ai fondi dell’8xmille, può ospitare fino ad una ventina circa di senzatetto, ma è molto di più di un dormitorio, rappresenta molto di più per chi viene a contatto con quel nucleo operoso di volontari e operatori Caritas che su ogni persona lavorano cercandone di capire la storia, il percorso, le aspettative, cercando di rimetterle in carreggiata. Il dormitorio fa parte di quel circuito virtuoso della Caritas diocesana di Lamezia Terme, guidata da don Fabio Stanizzo, all’interno del quale si trova la mensa Caritas, l’ufficio docce e vestiario, l’ufficio legale.

C’è chi come Nicola dormiva alla stazione, poi è stato indirizzato per un pasto caldo alla mensa Caritas e da lì in questa struttura della quale è diventato volontario «per cercare di ridare, almeno in parte, ciò che ricevo».

Qui l’articolo completo.

Firmato da Te / A Rovereto un progetto per la casa

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Firmato da Te è un progetto televisivo sostenuto dal Servizio Promozione Sostegno Economico della CEI in collaborazione con Corallo e TV2000 nato per raccontare, in pochi minuti e attraverso la voce dei protagonisti, cosa si fa concretamente con l’8xmille destinato alla Chiesa cattolica.
Il programma mette in luce il valore della gratuità, tocca la carne viva di ferite che spesso non si vogliono vedere, comprende gli sforzi di una chiesa in uscita, “ospedale da campo” che, anche nell’emergenza, non ha mai smesso di prendersi cura dei più deboli.

Chi firma offre un pasto caldo e una doccia a chi è nel bisogno, un calcio ad un pallone in oratorio, la rata del mutuo ad una famiglia vittima dell’usura, il restauro ad un bene culturale patrimonio di tutti, un mattone per una chiesa di periferia. Sono tanti i progetti 8xmille documentati in onda su TV2000. Il primo del nuovo anno ci porta in provincia di Trento.

Recuperare mobili usati per aiutare le persone in difficoltà ad arredare la propria casa è la missione portata avanti dalla Caritas di Rovereto che, grazie al contributo dell’8xmille, ha convertito un vecchio stabile in via Manzoni in un vero e proprio mercato delle pulci a servizio dei più bisognosi. Qui si possono acquistare mobili, materassi, divani e oggetti per la casa a un prezzo vantaggioso. E non è solo un’occasione per trovare arredamenti a buon mercato: è soprattutto un modo per incontrarsi, socializzare e regalarsi un momento di fraternità e compassione vicendevole. Gli oggetti donati al magazzino trovano quindi nuova vita nelle abitazioni delle persone più sfortunate: la cultura dello scarto lascia il passo alla carità e alla generosità gratuita.

Firmato da te / A Monteoliveto un centro diurno per malati di Alzheimer

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In Italia sono un milione e 200 mila le persone che vivono con la demenza, di cui 79.000 in Toscana. Tra questi il 55% è affetto dalla forma più nota e grave: l’Alzheimer.

Per affrontare e curare la malattia la conoscenza è fondamentale, non solo per le persone ammalate ed i loro familiari, ma per tutta la comunità che deve farsi carico nel suo insieme di queste problematiche. La gestione delle persone colpite da demenza è particolarmente complessa e lo è stata ancor di più durante il periodo del lockdown.

Lo sanno bene al Centro diurno Alzheimer Monteoliveto, a Pistoia, che da venti anni offre sostegno e assistenza agli anziani non autosufficienti ed affetti da demenza. Un filmato della serie Firmato da te, un progetto televisivo di TV2000 che illustra, attraverso la voce dei protagonisti, cosa si fa concretamente con l’8xmille destinato alla Chiesa cattolica e segue le ricadute di un piccolo gesto nel vissuto di persone e luoghi.

“Qui ho trovato il mio essere – spiega Fiammetta Fanulli, operatrice ed animatrice del centro Diurno di Monteoliveto – Svolgo l’attività all’interno del Centro da più di venti anni, ossia da quando la struttura è stata aperta”. “Entrare qui rende felici perché ti senti veramente parte di un qualcosa. Non è un lavoro è una missione – aggiunge Enrico Bongiovanni, animatore Os del centro diurno di Monteoliveto – Lavorare qui mi offre l’opportunità di conoscermi una seconda volta”. Sorta nel 1986, all’interno dell’antico monastero Olivetano, la “Casa dell’Anziano-Monteoliveto” è una struttura al servizio degli anziani della città, voluta dall’amministrazione dell’allora Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia che restaurò l’immobile e provvide all’arredamento ed alle attrezzature e che, nel 1985, la consegnò alla Diocesi di Pistoia. Dal 1996 è operativo in un’ala riservata del complesso monastico un Centro Diurno per anziani non autosufficienti seguito, nel 2004, da un Centro Diurno Alzheimer, nato per rispondere alle crescenti richieste della cittadinanza. Con il passare del tempo, la Casa è diventata un importante punto di riferimento, sostenuta anche dai fondi 8xmille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, dove le famiglie degli anziani soli o colpiti dal morbo ricevono un aiuto prezioso nell’assistenza quotidiana.

“Nei nostri centri diurni – spiega Giulio Masotti, geriatra e cofondatore del Centro diurno Monteolivetole modalità di accesso sono le stesse ma per le persone in una fase più avanzata della malattia sono previsti percorsi di cura e di assistenza più approfonditi, diversi da quelli del malato più lieve con il quale è ancora possibile intavolare un patto o una collaborazione”. Due sono le modalità di accesso ai Centri Diurni: come ospite convenzionato, su segnalazione dei Servizi Sociali dei Comuni convenzionati e dell’Ausl 3 di Pistoia, oppure come privato previa visita geriatrica e multidisciplinare da parte dell’Equipe dei Centri. “Il supporto dell’8xmille ci permette di offrire dei servizi supplementari per i nostri anziani – spiega Fiammetta – All’interno della giornata ci sono vari momenti di condivisione: l’accoglienza con la colazione, l’analisi del menù e la lettura del giornale. Quindi comincia l’attività vera e propria. Gli assistiti sono divisi in gruppi per stimolare l’attenzione e la partecipazione mediante giochi da tavolo come la tombola oppure sono dediti ad attività manuali come la pittura. Altri, invece, svolgono attività individualizzate con il sostegno del fisioterapista o di altri operatori”. “Si parla dell’Alzheimer come di un secondo lutto – conclude Enrico – in cui il parente deve riconoscere una persona. Qua noi conosciamo ‘quella persona’ e cerchiamo di interagire con lei. Cerchiamo di fare la differenza e di strappare un sorriso, un momento di gioia a queste persone che, alla fine, diventano parte della tua famiglia. Quando uno entra qui deve sempre pensare ‘ E se ci fosse mia nonna? o mio nonno? Come vorrei che venissero trattati?”

Mazara del Vallo / Un ristorante per tornare a sperare

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Il nome lo hanno scelto dalla lingua araba: “Habibi”, che significa “amore, tesoro”. Protagonisti sono una decina di giovani di diversi Paesi del bacino mediterraneo e sub sahariani. Alcuni di loro sono nati in Italia da genitori tunisini e altri provengono dai percorsi di accoglienza Sai (ex Sprar). Insieme hanno fondato una cooperativa agricola “Terre senza frontiere”, poi sempre a Mazara hanno aperto un ristorante che hanno chiamato così. (Agenzia Sir)

Il progetto nasce dall’incontro tra la Casa della comunità Speranza, la cooperativa Fo.Co. e la Caritas diocesana. Rispondendo alla campagna “Liberi di partire, liberi di restare”, promossa da CEI e Fondazione Migrantes, è stato pensato un progetto alla luce di una considerazione: creare percorsi di formazione e inserimento lavorativo per giovani provenienti da diverse parti del Mediterraneo.

Lo scopo è quello di limitare i flussi di migrazione forzata. Il progetto sostenuto dalla campagna si articola in Sicilia, a Mazara del Vallo, e in Tunisia. “Un piccolo segno per dare sia nelle terre d’origine sia in Italia la possibilità di rimanere grazie a una proposta di formazione e di lavoro – spiegano i promotori –. Si vuole evitare che i figli delle persone immigrate a Mazara vadano via, terminate le scuole, perché non trovano lavoro”.

Prima la fondazione della cooperativa che sviluppa un percorso nell’agricoltura, poi l’apertura un anno dopo del ristorante in modo da dare una possibilità di lavoro ad alcuni giovani originari di alcuni Paesi africani e italiani, far gustarne i sapori tipici. Grazie al contributo della Fondazione Migrantes, della Fondazione Haiku e ai fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica, il sogno è diventato realtà. Tra i ragazzi che vi lavorano Naures, 22 anni, nata da genitori tunisini: “Attraverso il cibo le persone sono curiose di conoscere la nostra storia, chiedono delle nostre origini, perché siamo qui in Italia. A volte cambiano la loro prospettiva su di noi”. “Il nostro obiettivo – spiega Saleem, 20 anni, aiuto cuoco – è quello di far conoscere ai clienti le nostre origini. E ci riusciamo”.

Paesi in via di sviluppo / A scuola di futuro con 24 progetti 8xmille

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Sono stati resi noti i dati relativi alla riunione del Comitato per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo tenutasi il 15 ottobre. Sono stati approvati 24 progetti, per i quali saranno stanziati € 4.203.800 così suddivisi: € 3.048.146 per 16 progetti in Africa, € 393.669 per 3 progetti in America Latina; € 649.306 per 4 progetti in Asia; € 112.679 per 1 progetto nell’Europa dell’Est.

Tra gli interventi più significativi, tre sono in Africa: a Cotonou, in Benin, l’Université Catholique de l’Afrique de l’Ouest della Conferenza Episcopale del Benin amplierà la sede universitaria, così da poter aumentare il numero degli studenti. In Mozambico, la Diocesi di Chimoio provvederà a ristrutturare il Centro Polifunzionale di Marera, gestito dalla Congregazione Francescana Missionaria e devastato dal passaggio del ciclone Eloise: l’intervento consentirà anche di costruire un dormitorio per 50 persone che frequenteranno i corsi di musica, danza, artigianato agronomia e zootecnica. Nella Repubblica Democratica del Congo, invece, i Fratelli dell’istruzione cristiana di San Gabriele (Monfortani) realizzeranno una scuola superiore nella periferia di Mpasa, ad est di Kinshasa, che potrà accogliere 480 studenti.

Tra i progetti nel Continente latino-americano, particolare rilevanza assume quello proposto dalla Federación Mano Amiga, impegnata da anni nel supporto ai bambini e ai giovani che non hanno le risorse economiche per affrontare i costi della frequenza scolastica. A Querétaro, in Messico, sarà costruita e attivata una scuola pre-scolare dedicata ai piccoli di età compresa tra i 3 e i 5 anni.

Per quanto riguarda l’Asia, la Diocesi di Dindigul, in India, attraverso la Dindigul Catholic Diocesan Society, potenzierà l’offerta formativa della scuola secondaria superiore St. Francis Xavier che è al servizio delle comunità povere ed emarginate fin dal 1898.

Nell’Europa dell’Est, in Ucraina, i Missionari Oblati di Maria Immacolata garantiranno la formazione di giovani e adulti particolarmente vulnerabili, attivando corsi di informatica, ristorazione, agraria.

Acerra / Inaugurazione centro sportivo per ragazzi e bambini in difficoltà

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L’Agenzia Sir segnala questa bella opera 8xmille ad Acerra.

Nel cuore del centro storico della città, la Chiesa di Acerra inaugura il 29 ottobre una struttura sportiva polivalente su iniziativa dell’Ufficio diocesano dello sport in collaborazione con il Centro diurno della Caritas per i minori a rischio e gli oratori. Alla presenza di autorità civili comunali e regionali il Vescovo Antonio Di Donna benedirà il campo finanziato dai fondi straordinari dell’8xmille della Chiesa cattolica e dalla diocesi. Il nuovo centro è “un’opera segno contro la povertà educativa e un presidio di legalità in un luogo spesso teatro di microcriminalità e spaccio”, ma anche un luogo per educare i bambini di tutte le parrocchie alla gioia dello sport quale scuola di vita e comunità.

La struttura, al centro della città ma nel cuore delle “periferie” esistenziali di tanti giovani e ragazzi, spiega la nota della diocesi, “è una perla tra le case del quartiere. Ogni giorno accoglie 70 bambini tra 6 e 13 anni che durante l’anno sono seguiti dalla Caritas, nel Centro diurno per bambini a rischio all’interno del palazzo vescovile, con doposcuola e attività laboratoriali di informatica, cinema e teatro. Ma al campo arrivano anche i bambini degli oratori e i ragazzi più grandi, che si dividono tra basket, calcio, karate e pallavolo. Specifiche attività sono previste in collaborazione con i Servizi sociali per la tossicodipendenza del territorio e per i disabili”.

Caritas italiana / Rapporto 2021 su povertà ed esclusione sociale

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Alla vigilia della Giornata internazionale di lotta alla povertà (17 ottobre), la Caritas Italiana ha diffuso il Rapporto 2021 su povertà ed esclusione sociale dal titolo “Oltre l’ostacolo” (pdf in allegato).

Esso prende in esame: le statistiche ufficiali sulla povertà, i dati di fonte Caritas, il tema dell’usura e del sovra-indebitamento, la crisi del settore turistico, lo scenario economico-finanziario, le politiche di contrasto alla povertà. Come sottolinea il titolo, l’obiettivo è di cogliere e di evidenziare, a partire dalle situazioni e dalle storie incontrate sul territorio, elementi di prospettiva e di speranza. Esempi di risposta e resilienza, da parte di tanti attori, pubblici e private e in particolare delle comunità locali, capaci di farsi carico delle situazioni di marginalità e vulnerabilità affiorate nel corso della pandemia. Tale capacità spesso si è incrociata con le risposte istituzionali offerte a livello nazionale ed europeo, dando luogo ad una serie di triangolazioni positive, che hanno evidenziato l’importanza di lavorare in rete, assumendo responsabilità diverse ma condivise.

Caritas e pandemia
Come si legge a pag. 44 del Rapporto “Di fronte alle forti difficoltà di questo tempo, le Caritas si sono mobilitate nelle diocesi con progetti innovativi, diversificati, mai sperimentati prima, realizzati grazie alla rete degli oltre 6mila servizi (parrocchiali e diocesani) e anche ai contributi straordinari che la Conferenza Episcopale Italiana ha messo a disposizione durante l’emergenza sanitaria dai Fondi Otto per Mille”.

I destinatari di tali forme di aiuto sono stati italiani e stranieri senza distinzioni. Tra le tante risposte, spesso frutto dell’azione sinergica con vari soggetti dei territori (pubblici e privati, ecclesiali e non), in primo luogo c’è da annoverare l’attività di ascolto realizzata in modalità inedite anche durante il primo e più severo lockdown. E di fatto, è bene sottolinearlo, i dati presentati in questo contributo sono proprio l’esito di percorsi di accompagnamento e di presa in carico fatti attraverso ascolti attenti e spesso reiterati, che dimostrano come anche in tempo di emergenza sanitaria le nostre Caritas sono state dei veri e propri presidi di socialità sui territori.

In dodici mesi (nel 2020) la rete Caritas, potendo contare su 6.780 servizi a livello diocesano e parrocchiale, e oltre 93mila volontari a cui si aggiungono circa 1.300 volontari religiosi e 833 giovani in servizio civile, ha sostenuto più di 1,9 milioni di persone. Di questi il 44% sono “nuovi poveri”, persone che si sono rivolte al circuito Caritas per la prima volta per effetto, diretto o indiretto, della pandemia. Disaggregando i dati per regione civile si scorgono alcune importanti differenze territoriali che svelano quote di povertà “inedite” molto più elevate; tra le regioni con più alta incidenza di “nuovi poveri” si distingue la Valle d’Aosta (61,1%,) la Campania (57,0), il Lazio (52,9), la Sardegna (51,5%) e il Trentino Alto Adige (50,8%).

Ma la crisi socio-sanitaria ha acuito anche le povertà pre-esistenti: cresce anche la quota di poveri cronici, in carico al circuito delle Caritas da 5 anni e più (anche in modo intermittente) che dal 2019 al 2020 passa dal 25,6% al 27,5%; oltre la metà delle persone che si sono rivolte alla Caritas (il 57,1%) aveva al massimo la licenza di scuola media inferiore, percentuale che tra gli italiani sale al 65,3% e che nel Mezzogiorno arriva addirittura al 77,6%. Siamo quindi di fronte a delle situazioni in cui appare evidente una forte vulnerabilità culturale e sociale, che impedisce sul nascere la possibilità di fare il salto necessario per superare l’ostacolo.  Il 64,9% degli assistiti dichiara di avere figli; tra loro quasi un terzo vive con figli minori. Il dato non è affatto irrisorio se si immagina che dietro quei numeri si contano altrettante, o forse più, storie di povertà minorile che ci sollecitano e allarmano. Rispetto alle condizioni abitative, oltre il sessanta per cento delle persone incontrate (63%) vive in abitazioni in affitto, Il 5,8% dichiara di essere privo di un’abitazione, il 2,7% è ospitato in centri di accoglienza. Percentuali queste ultime che si legano chiaramente alla condizione degli “homeless”, i cui numeri anche per il 2020 risultano tutt’altro che trascurabili. Le persone senza dimora incontrate dalle Caritas sono state 22.527 (pari al 16,3% del totale), per lo più di genere maschile (69,4%), stranieri (64,3%), celibi (42,4%), con un’età media di 44 anni e incontrati soprattutto nelle strutture del Nord.

Delle persone sostenute dal circuito Caritas, oltre un terzo (il 37,8%) è supportato anche da alcuni servizi pubblici con i quali a volte le Caritas sui territori svolgono un lavoro sinergico e coordinato soprattutto in questo tempo di criticità. Una persona su cinque (19,9%) di quelle accompagnate nel 2020, dichiara di percepire il Reddito di Cittadinanza (RdC).

Oltre l’ostacolo
Allargando lo sguardo al 2021 la fotografia che emerge dai primi otto mesi dell’anno (gennaio-agosto) è la seguente:

rispetto al 2020 crescono del 7,6% le persone assistite;

le persone che per la prima volta nel 2020 si erano rivolte ai servizi Caritas e si trovano ancora in uno stato di bisogno rappresentano il 16,1% del totale;

rimane alta la quota di chi vive forme di povertà croniche (27,7%); più di una persona su quattro è accompagnata da lungo tempo e con regolarità dal circuito delle Caritas diocesane e parrocchiali;

– preoccupa anche la situazione dei poveri “intermittenti” (che pesano per 19,2%), che oscillano tra il “dentro- fuori” la condizione di bisogno, collocandosi a volte appena al di sopra della soglia di povertà e che appaiono in qualche modo in balia degli eventi, economici/occupazionali (perdita del lavoro, precariato, lavoratori nell’economia informale) e/o familiari (separazioni, divorzi, isolamento relazionale, ecc.).

Dati questi che – come ha sottolineato il Presidente della CEI, card. Gualtiero Bassetti, lo scorso 27 settembre aprendo i lavori del Consiglio Permanente –  si prestano a una lettura ambivalente. Da una parte, possono essere indice dei primi effetti positivi della ripresa; dall’altra, mostrano che ancora troppe persone continuano a “non farcela” e rischiano di vedere in qualche modo “cristallizzata” la propria condizione di bisogno. È dunque indispensabile che i benefici della crescita economica siano distribuiti in modo da ridurre quanto più possibile le disuguaglianze che si sono approfondite a causa della pandemia. Senza lasciare nessuno indietro.

In allegato il Rapporto completo.

Terzo Mondo / Scuola e sanità, altri 52 progetti di promozione umana

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Sono stati resi noti i dati relativi alla riunione del Comitato per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo tenutasi il 24 settembre. Sono stati approvati 52 progetti, per i quali saranno stanziati € 9.944.121 così suddivisi: € 6.639.087 per 31 progetti in Africa, € 2.472.092 per 12 progetti in America Latina; € 561.723 per 7 progetti in Asia; € 236.631 per 1 progetto in Medio Oriente; € 34.588 per 1 progetto in Est-Europa.

Tra gli interventi più significativi, otto sono in Africa: in Burkina Faso, per iniziativa della Caritas Diocesana di Banfora, la Congregazione delle Suore dell’Immacolata Concezione che gestisce il Liceo Cattolico “Luis Joseph Martin de Bounouna” costruirà un pozzo e predisporrà un orto per la coltivazione di verdure destinate sia al consumo interno che alla vendita esterna. In Etiopia, l’Opera San Francesco Saverio-Medici con l’Africa CUAMM avvierà un intervento strutturale e formativo per adeguare l’Ospedale St. Luke di Wolisso e i suoi operatori alle nuove esigenze emerse nel quadro della pandemia. In Mozambico, la diocesi di Xai-Xai costruirà un Centro di formazione professionale e promozione sociale per offrire corsi e strumenti agli imprenditori locali. Le Suore terziarie Francescane, impegnate da oltre 85 anni in Africa sul fronte sanitario, apriranno a Ntasen, in Camerun, una farmacia che garantirà medicinali anche agli ospedali della zona.
Grande è l’impegno in ambito scolastico: in Congo, nel quartiere Mpaka 120, le Figlie di Maria Ausiliatrice costruiranno una scuola media per assicurare un’educazione a circa 400 ragazzi e ragazze tra gli 11 e i 17 anni; nella diocesi di Kampala, in Uganda, grazie alle Suore Serve dei Poveri, sorgerà una scuola primaria in località Bujuuko per 300 ragazzi e 50 orfani. Nella Repubblica Democratica del Congo, i Fratelli della Carità realizzeranno un istituto scolastico per bambini disabili, mentre nella diocesi di Luanda, in Angola, le Suore Consolatrici di Gesù Sommo ed Eterno contribuiranno a ridurre la dispersione scolastica e l’emarginazione giovanile con una scuola di secondo ciclo.

Tra i progetti che vedranno la luce nel Continente latino-americano, figurano quello promosso dalle diocesi di Campanha e di Estância che, in Brasile, intendono restaurare e ampliare rispettivamente il centro polifunzionale “Nossa Senhora de Sion” e il Centro Sociale “Santa Dulce dos Pobres”. In Ecuador, l’Ente Nazionale Giuseppini del Murialdo attiverà una scuola di leadership ambientale e una di leadership Socio-politica nelle province di Napo e Sucumbios per promuovere i valori fondanti della “Laudato si’” e dell’Esortazione apostolica post-sinodale “Querida Amazonia”.

Per quanto riguarda l’Asia, le Missionary Sisters of St. Theresa of Infant Jesus – Sisters of Little Flower realizzeranno l’ampliamento e l’adeguamento dell’Ospedale St. Joseph a Kannamaly, in India.

Nell’Europa dell’Est, i Camilliani organizzeranno ad Akhaltsikhe, in Georgia, corsi di formazione destinati agli specialisti del nuovo Centro diurno riabilitativo “Talita Kum” per le persone con disabilità, ad altri operatori della zona, ai familiari e ai caregivers.

In Medio Oriente, la Fondazione AVSI sosterrà l’attività di due istituti (“The Custody of the Holy Land” e ad “Effetà Institute”) di Betlemme, in Palestina, attraverso borse di studio per studenti meritevoli, sostegno alle famiglie per il pagamento delle rette, fornitura di apparecchi acustici per bambini bisognosi e promozione di corsi professionalizzanti.

Haiti / Un milione di euro emergenza terremoto

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Le sofferenze di un popolo non finscono solo perchè nessuno ne parla più. Era il 14 agosto quando un violento terremoto colpì Haiti: 2.000 i corpi senza vita estratti dalle macerie e quasi 10.000 i feriti. Più di 60.000 abitazioni distrutte, più di 115.000 famiglie direttamente toccate dalla tragedia e 580.000 persone, ma erano solo stime dei primi momenti, bisognose di un’assistenza umanitaria di urgenza. Numerose strutture sanitarie danneggiate.

La rete delle Caritas Nazionali operanti ad Haiti si attivarono subito per rispondere ai bisogni primari della popolazione colpita e per sostenere Caritas Haiti e le Caritas delle diocesi colpite.

Per questo la Presidenza della CEI ha stanziato un milione di euro dai fondi 8xmille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, per far fronte all’emergenza haitiana. La somma è servita a finanziare, attraverso Caritas Italiana, interventi efficaci per rispondere alle numerose nuove necessità.