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In allegato il testo del messaggio che il Cardinale Gualtiero Bassetti ha inviato al Patriarca Pierbattista Pizzaballa in occasione dell’avvio del progetto “Ponti ad Amman” e della benedizione della Casa Sacro Cuore. Finanziato dal Servizio per gli Interventi caritativi a favore del Terzo Mondo della CEI attraverso i fondi 8xmille e ideato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore nell’ambito delle iniziative promosse per celebrare il primo Centenario dalla fondazione, il progetto è implementato con il supporto del Gemelli Medical Center ed è coordinato, a nome del Patriarcato Latino, dall’Associazione HAbibi VAltiberina che da anni lavora in Medio-Oriente.
L’intervento vuole contribuire all’inclusione dei cristiani iracheni richiedenti asilo presenti in Giordania e, in particolare, ad Amman, attraverso la promozione di percorsi di formazione rivolti a insegnanti, counselors e famiglie irachene e giordane; avviare un servizio di screening medico e psicologico di minori; organizzare incontri di educazione sanitaria per donne irachene e giordane. In tutto questo la Casa Sacro Cuore si propone come luogo di accoglienza e incontro.
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Segnaliamo questo articolo apparso su unionesarda.it che racconta dell’inaugurazione avvenuta il 15 settembre di Casa Main, la comunità alloggio per minori della Fondazione Madonna del Rosario di Villacidro, ospitata dalle suore salesiane nel complesso delle Figlie di Maria Ausiliatrice, all’interno della pineta Albano di Macomer. La struttura, realizzata con i fondi dell’8xmille alla Chiesa Cattolica, ospiterà fino a un massimo di 10 minori di entrambi i sessi tra i 6 e i 18 anni provenienti dall’intero territorio regionale, con il supporto di un’equipe educativa multidisciplinare. La casa, un appartamento di 300 metri quadri con spazi ampi e luminosi dotati di tutti i comfort, è circondata da un’area verde con uno spazio gioco.
Una grande manifestazione di carità, secondo il Vescovo di Ales-Terralba, Roberto Carboni: “Macomer – afferma – è una comunità che accoglie e abbraccia la sofferenza dei giovani e delle loro famiglie”. L’accoglienza a Macomer ha radici profonde per gli amministratori locali che si dicono “pronti a collaborare anche in previsione di progettualità future per far fronte all’emergenza sociale”.
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Al rientro delle vacanze, in vista delle ultime scadenza fiscali, abbiamo continuato la nostra campagna di sensibilizzazione per la firma dell’8xmille pianificando su alcune reti nazionali, radiofoniche e su internet gli spot che raccontano come la firma dell’8xmille sia molto di più di una semplice firma. Una firma che, come milioni di italiani già sanno, si trasforma in oltre 8 mila progetti ogni anno.
Ma ancora è necessario comunicarlo, perché esistono comunque contribuenti che non sanno ancora il valore di questo gesto. È anche per questo motivo che stiamo cercando di informare ancor di più, raccontando sul web e su alcuni quotidiani le varie storie che ruotano intorno ai progetti 8xmille.
Senza dare mai nulla per scontato, l’invito è quello di continuare a sensibilizzare e ad informare. Tante opere a sostegno dei più deboli e fragili non ci sarebbero se venisse a mancare il contributo di tutti noi grazie ad una semplice firma.
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Uno dei vincitori di 8xmille senza frontiere 2021 è stato Toscana Oggi, il settimanale delle diocesi della regione.
L’articolo finalista, di don Maurizio Gronchi, racconta di Casa Ilaria, il progetto che si articola in una struttura multifunzionale combinando turismo e ristorazione solidale, agricolturasociale e laboratori creativi, pet-therapy e ippoterapia. Oltre a sostegno psicologico e psicoterapia, attività fisica, percorsi formativi ed esperienze culturali. Avviata nel 2016, l’opera si sta concretizzando grazie all’importante contributo dell’8xmille alla Chiesa cattolica. Oltre al sostegno di tanti donatori e partner. È stato anche realizzato un video da TV2000 che mostra con le immagini le attività dell’antico sito monastico della Badia di Carigi a Montefoscoli dove si coniuga accoglienza, spiritualità ed ospitalità.
Casa Ilaria è un grande sogno collettivo, che diventa realtà». Laura Capantini, presidente della Fondazione che ha promosso la struttura, fa riferimento alle parole di Papa Francesco: «Dobbiamo perseverare sulla strada dei sogni», ha scritto nella Christus vivit, e nella nuova encliclica Fratelli Tutti ribadisce: «i sogni si costruiscono insieme».
Nel cuore delle colline toscane, a Montefoscoli, in provincia di Pisa, in un antico sito monastico – la badia di Carigi – si realizza un progetto speciale di ospitalità e ristorazione, agricoltura sociale, laboratori e attività formative, culturali e spirituali, eventi di socialità e incontro insieme alle persone più fragili.
Il progetto, spiega la presidente Capantini, promosso dalla Fondazione e dalla Cooperativa sociale azienda agricola Casa Ilaria, nasce in ricordo di suor Ilaria Meoli, medico, infettivologo, suora carmelitana, scomparsa prematuramente a soli trentasette anni, il 10 marzo 2007 in Repubblica Centrafricana, mentre si dedicava alla costruzione di un ospedale intitolato a Giovanni Paolo II, specializzato nella cura delle malattie infettive. «Sulla scia della testimonianza della sua vita, spesa accanto e per i più deboli – sottolinea la presidente – un gruppo di amici e volontari, con la consulenza spirituale di don Maurizio Gronchi, ispirandosi ai valori dell’accoglienza e della cura della vulnerabilità, della libertà e della gratuità, ha dato vita questo luogo speciale, in cui la storia millenaria, la bellezza del creato, la generosità e l’impegno infaticabile di tanti volontari convergono a costruire “una casa per tutti” e in particolare per chi si trova in condizione di svantaggio, handicap, povertà ed emarginazione, offrendo opportunità di compagnia e crescita, ma soprattutto inserimento lavorativo e occupazionale».
L’opera, avviata nel 2016, si sta concretizzando grazie ai fondi dell’8xmille destinati alla Chiesa cattolica, e al sostegno di tanti donatori e partner che offrono gratuitamente la loro professionalità, il loro lavoro, i materiali per costruire e lavorare.
Il progetto, racconta ancora Laura Capantini, «mette radici sulla collina di Carigi nel 2017, con il restauro della Cappella dei Santi Ippolito e Cassiano, compiuto grazie al generoso e incoraggiante contributo del cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale emerito del Sinodo dei vescovi». Alla consacrazione della Cappella – memoria storica dell’antica Badia, fondata dai monaci Camaldolesi grazie a una donazione dei fratelli Ubaldo e Farolfo nel 1024 – segue immediatamente la posa della prima pietra per la ricostruzione dell’edificio principale: una cascina leopoldina, che diverrà luogo di ospitalità e ristoro per singoli, gruppi e famiglie, completamente accessibile a ogni tipo di disabilità.
E proprio in vista dell’apertura di questa struttura, Casa Ilaria avvia «Ristorazioni», un percorso di formazione alla professione di cameriere di sala e aiuto in cucina, che coinvolge sei giovani con autismo: «Beatrice, Diego, Gabriele, Leonardo e Vittoria sono i nostri camerieri speciali, insieme a Jacopo, aspirante pasticciere». Il corso viene ospitato al ristorante «Il Cavatappi» di Calcinaia, dove i ragazzi si misurano con il servizio ai tavoli e i clienti, superando in modo stupefacente i loro limiti e i nostri pregiudizi, in un’esperienza di reale integrazione, grazie alla dedizione di Simone Brogi, il presidente della Cooperativa sociale Casa Ilaria e della sua famiglia, in collaborazione con l’associazione Autismo Pisa (progettoRistorAzioni su Facebook).
Parallelamente, da tre anni è ormai operativa l’agricoltura biologica e sociale, attività in cui sono stati inserite oltre dodici persone in situazione di svantaggio e marginalità: «I dodici ettari di terreno che circondano Casa Ilaria sono coltivati a orto, frutteto e seminativo. I prodotti vengono venduti in loco e attraverso gruppi di acquisto solidale».
Recentemente, nel mese di settembre, si è inaugurato il Centro Polifunzionale intitolato al prof. Mario Guazzelli, concluso grazie all’aiuto della Fondazione Iris, dove sono attivi i servizi di ascolto e consulenza psicologica – già avviati telefonicamente durante il periodo di lockdown – gli incontri a sostegno del lavoro agricolo e i laboratori di canto&danza, yoga, e arteterapia.
L’arte infatti, spiega la presidente Laura Capantini, è un’altra delle grandi risorse di Casa Ilaria: «L’ultima iniziativa – del 26 settembre scorso – è stata l’inaugurazione di una Via Crucis, donataci dal curatore d’arte Filippo Lotti, che ha coinvolto quattordici artisti toscani, a cui è stata affidata la rappresentazione di una stazione da collocare nella Cappella. Un’opera corale, una sfida di armonizzazione delle differenze e di valorizzazione dei diversi talenti, che ben rappresenta Casa Ilaria. Un luogo dove la cura della terra e delle relazioni, nelle loro drammatiche fragilità, il benessere del creato e la dignità umana vengono “coltivate” insieme, attraverso azioni concrete, quotidiane che vincano “la cultura dello scarto”. Dove tutti sono accolti nella condivisione della propria radice di vulnerabilità e nel proprio destino di felice salvezza, e a ciascuno è chiesto non tanto chi è, ma per chi è, a chi dona la sua vita, per che cosa passa su questa terra, come ci insegna Papa Francesco». Uno spazio in cui sperimentare che «in questi momenti, nei quali tutto sembra dissolversi e perdere consistenza, ci fa bene appellarci alla solidità che deriva dal saperci responsabili della fragilità degli altri cercando un destino comune» (Fratelli tutti) e che, come afferma l’assistente spirituale, don Maurizio Gronchi, «l’amore sconfinato è la vera cura della malattia di un mondo chiuso nell’egoismo».
Per saperne di più, www.casailaria.it, progettocasailaria su Facebook.
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A luglio il Comitato per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo tenutasi ha approvato 101 progetti, per i quali saranno stanziati € 11.968.148 così suddivisi: € 7.253.193 per 60 progetti in Africa, € 1.780.693 per 23 progetti in America Latina; € 2.723.418 per 16 progetti in Asia; € 59.940 per 1 progetto in Medio Oriente; € 150.904 per 1 progetto in Europa; € 59.940
Tra gli interventi più significativi, sette sono in Africa: in Angola, nella Diocesi di Cabinda, verrà ampliato il centro multifunzionale e saranno acquistate le attrezzature necessarie per la realizzazione di una radio che supporterà la comunità locale con corsi di formazione e informazione; sempre in Angola, si procederà all’allestimento del Centro di accoglienza per bambini a Dori Lombe, nell’Arcidiocesi di Malanje. In Burkina Faso, invece, la Caritas sosterrà – con la costruzione di un pozzo e di un magazzino, ma anche con l’acquisto di sementi e veicoli – un gruppo di 37 piccoli imprenditori che, nella zona di Piiteng-Kuiti, hanno avviato un’attività agricola. In Camerun, le Suore di San Giuseppe di Cluny costruiranno un centro sanitario nel quartiere di Nassarao, a Garoua, per offrire assistenza medica di base alla popolazione che vive nella baraccopoli della zona. In Guinea Conakry, l’Organisation Catholique pour la Promotion Humaine – Caritas Diocesi di N’Zerekoré potenzierà i servizi offerti dal Centro Medico chirurgico di Gouecké, dotandolo di un’area Radiologia, di attrezzature per la rianimazione, di un gruppo elettrogeno e di pannelli solari. Nella Repubblica Democratica del Congo, si realizzeranno il nuovo Centro di formazione “Sainte Zita” che offrirà corsi di alfabetizzazione, taglio e cucito, informatica, economia domestica alle donne e alle giovani madri in difficoltà e un edificio con aule e laboratori per gli studenti dell’Institut Technique Médical di Kisanji.
Tra i progetti latino-americani, figura quello promosso dai Padri Rogazionisti del Cuore di Gesù che aumenteranno la capacità di accoglienza della scuola primaria San Agustin di Tucuman, in Argentina, per consentire ai minori più vulnerabili di accedere alle attività formative. In Perù, la Prelatura di Sicuani contribuirà al potenziamento dei sistemi di irrigazione e canalizzazione di alta quota a beneficio di 75 famiglie della comunità indigena di Yanaoca.
Nel Continente asiatico: in Bangladesh, le Suore Salesiane Missionarie di Maria costruiranno il nuovo edificio per la scuola per infermieri che accoglie studenti della comunità aborigena degli Adivasi che non possono permettersi di pagare le rette delle due scuole private presenti sul territorio. In India, la Diocesi di Kanjirapally doterà l’Ospedale di Mundakayam (che serve un’utenza di 1,8 milioni di persone) di un reparto di emergenza con letti di terapia intensiva e sette sale operatorie.
In Europa, infine, la Diocesi di Zrenjanin (Serbia) amplierà la Casa di riposo Misericordia che arriverà ad ospitare fino a 70 persone.
Storie, racconti, testimonianze di persone aiutate che grazie ai fondi dell’8xmille sono riuscite a ritrovare una speranza per un futuro migliore. Spesso anche il solo sentirsi accolti e ascoltati è stato un grande sollievo. Con la pandemia le persone si sono sentite sole e fragili, ma la Chiesa è sempre stata presente anche con la testimonianza di centinaia di volontari e sacerdoti sparsi sul territorio e vicini a chi era in difficoltà.
Tutto questo è stato possibile grazie al sostegno dei contribuenti che con una semplice firma per la Chiesa cattolica sostengono gli oltre 8 mila progetti ogni anno.
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È online la nuova mappa delle opere dell’8xmilleche racconta come i fondi che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica vengono investiti sul territorio nazionale e nei Paesi poveri. Frutto della collaborazione tra Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica, Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto, Servizio per gli interventi caritativi a favore dei Paesi del Terzo Mondo e Caritas Italiana, lo strumento interattivo permette di visualizzare quanti e quali progetti vengono realizzati grazie alle risorse dell’8xmille, secondo due ambiti di destinazione: culto e pastorale e carità.
Attraverso la mappa, in continuo aggiornamento, infatti è possibile avere informazioni sugli interventi, individuabili per area geografica, nazione, settore e descritti nel dettaglio mediante una scheda corredata da foto.
“Dare visibilità a quanto si realizza – afferma Mons. Stefano Russo, Segretario Generale della CEI – è un modo per garantire la trasparenza oltre che una forma di rispetto e gratitudine per i tantissimi cittadini che scelgono di destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica. Insieme al rendiconto, la mappa è un altro segno concreto della vicinanza ai bisogni della gente e della volontà di camminare sempre più insieme, in stile sinodale”.
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In questa settimana di fine giugno, a Fiumicino, sono arrivati 45 profughi dal Niger, famiglie che hanno vissuto l’inferno della Libia e che finalmente riusciranno a trovare qui in Italia, in varie Diocesi, un luogo sicuro dove poter ricostruire le loro vite. Ricordiamo come nel 2021 nel Mediterraneo siano scomparse già più di 800 persone, e più di 13.000 sono state quelle intercettate e riportate nella sola Libia. Si tratta di un nuovo corridoio umanitario, organizzato da Caritas Italiana, su mandato della Conferenza Episcopale Italiana, e dall’UNHCR.
I corridoi umanitari sono una modalità sicura e legale di trasferimento di persone bisognose di protezione internazionale da un Paese terzo in Italia. Rappresentano un unicum nel panorama internazionale e in Italia sono promossi, tra gli altri, anche dalla Conferenza Episcopale Italiana, che grazie a protocolli con il Governo e ai fondi dell’8xmille ha organizzato negli ultimi anni – in particolare tramite la Caritas Italiana e col sostegno delle comunità locali – corridoi umanitari, reinsediamenti ed evacuazioni umanitarie da Medio Oriente e Africa.
«Apriamo il nostro cuore ai rifugiati, facciamo nostre le loro tristezze, le loro gioie, impariamo dalla loro coraggiosa resilienza. Così tutti insieme faremo crescere una comunità più umana, una sola grande famiglia», avevasottolineato Papa Francesco domenica 20 giugno all’Angelus. E il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato «esperienze innovative quali i corridoi umanitari, significativo esempio in materia di accoglienza a livello europeo» e ha invitato alla solidarietà.
Caritas Italiana ha sviluppato, a partire dal 2014, un modello comunitario per promuovere l’accoglienza di rifugiati con il sostegno di famiglie tutor e la partecipazione di altri attori quali parrocchie, associazioni, scuole, fondamentali nel processo di inclusione sociale. Il territorio nazionale è dunque coinvolto attraverso la diffusione in piccoli gruppi nelle comunità cristiane, impegnate localmente nella presa in carico, evitando così grandi concentrazioni e rendendo l’accoglienza maggiormente sostenibile e di successo. Oltre mille persone in questi ultimi anni hanno potuto beneficiare di questa opportunità, entrando nei circuiti di accoglienza delle Caritas diocesane.
«È tempo – sottolinea don Francesco Soddu, direttore della Caritas Italiana – di un autentico cambio di strategia e di cultura. Il tema dei flussi migratori non può essere più affrontato in un’ottica emergenziale o limitata all’Europa e al Mediterraneo, ma va inserito in un quadro più ampio. È indispensabile che l’Europa promuova una gestione e una regolazione dei canali d’ingresso che tenga conto di un approccio integrato, con al centro la pace e la protezione delle persone nella grande regione che comprende Mediterraneo e Sahel, assieme alla lotta, alla povertà e alle enormi disuguaglianze».
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È online il “Rendiconto 2020 dell’8xmille” che documenta come sono stati impiegati i fondi che i cittadini italiani hanno destinato alla Chiesa cattolica con le dichiarazioni del 2017. “Se è vero che questo è un dovere nei confronti dello Stato italiano, è altrettanto forte il nostro desiderio di trasparenza, nel rispetto delle normative vigenti”, spiega Mons. Stefano Russo, Segretario Generale della CEI, ricordando che nel dossier “vengono presentate le cifre specifiche del rendiconto economico” e che “l’intero bilancio della Conferenza Episcopale Italiana è sottoposto a certificazione volontaria da parte di una società di revisione specializzata”.
Ma, sottolinea Mons. Russo, “dietro ai numeri, c’è sempre molto di più”. Ci sono volti, pezzi di vita, storie di riscatto e di rinascita. Sono migliaia infatti gli interventi realizzati sul territorio italiano e nei Paesi del Terzo mondo, secondo i tre ambiti di destinazione: culto e pastorale, carità, sostentamento del clero. “È anche grazie all’utilizzo delle energie dell’8xmille che, in questo tempo di pandemia – aggiunge il Segretario Generale della CEI – è stato possibile destinare ingenti risorse aggiuntive per le azioni di prossimità a beneficio della popolazione, delle famiglie, di enti e associazioni”.
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La campagna 8xmille, che probabilmente avrete tutti visto in televisione, continuerà fino a metà luglio su vari canali di comunicazione.
In un mondo che cambia così velocemente, anche la nostra attività di sensibilizzazione si è trasformata. Abbiamo iniziato a parlare linguaggi differenti e ad occupare spazi molto diversi tra loro per poter raggiungere tutti i nostri firmatari. Basti pensare alla campagna Facebook e Instagram, in meno di un mese abbiamo raggiunto quasi 5 milioni di utenti unici (18.5 milioni le impressioni).
Ecco due esempi di post che abbiamo diffuso su Fb e Instagram
Inoltre abbiamo approfondito sui principali siti di informazione alcune opere della campagna, così da mostrare come davvero una firma si possa trasformare in progetti: Today.it, Ansa.it, Repubblica.it
Ricordiamo a tutti gli incaricati del “sovvenire” che a breve manderemo un messaggio WhatsApp da diffondere il più possibile per promuove il valore della firma. Un modo per rendere sempre più virale il nostro messaggio.
Pillole radio
Segnaliamo anche le pillole radio su Radio Rai, Radio24 (Il Sole 24 Ore), e da quest’anno anche su Radio Montecarlo, Radio 101, Radio Subasio e Norba. Messaggi di circa un minuto che testimoniano come la firma si trasformi in progetti.
Vi invitiamo ad ascoltarli.
Affissione
Da metà giugno è iniziata anche l’affissione tra le principali città italiane. Quindi con le giornate più lunghe e la possibilità di muoversi all’aria aperte, i contribuenti potranno vedere cosa è stato fatto con l‘8xmille. Un altro modo per invitare alla firma.