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Il Sovvenire alla Summer School dell’ANSPI / L’invito ai giovani: essere protagonisti del cambiamento

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Si è trattato di un incontro pieno di stimoli, riflessioni e proposte concrete quello con Paolo Cortellessa, referente incaricato per le attività di studi e ricerche della Conferenza Episcopale Italiana che, il 4 settembre 2024, a Bellaria, è intervenuto all’interno della Summer School dell’ANSPI (Associazione nazionale San Paolo Italia), ossia nell’appuntamento formativo per animatori ed educatori d’Oratorio della 42^ Rassegna sportivo-culturale associativa “L’Oratorio in Festa”.

Oltre cento giovani provenienti da tutte le Diocesi d’Italia hanno ascoltato con interesse e sollecitudine la descrizione dello scenario giovanile presentato e si sono riconosciuti, a vario livello, in quella incerta e difficile condizione lavorativa e personale che è venuta fuori da una rilettura dei numeri statistici.

I giovani d’oggi, è stato spiegato, si confrontano con lavori precari e spesso sottopagati, un mercato del lavoro instabile e una crescente sensazione di inadeguatezza e solitudine. Dato certamente allarmante che il 39% dei giovani italiani soffra di disturbi legati ad ansia e depressione, mentre la disoccupazione giovanile è al 20,1%, una delle percentuali più alte d’Europa.

Con questo sguardo all’attualità, l’intervento si è aperto a riflessioni piene di fiducia e speranza sull’importante ruolo che gioca la partecipazione attiva dei giovani alla vita sociale e religiosa, benché quest’ultima risulti attualmente compromessa da un sentimento di disillusione e distacco palese anche nei numeri in decrescita dell’8xmille.

Con stupore, i giovani presenti hanno appreso che la Chiesa si sostiene solo grazie alle offerte dei fedeli e che tutto quanto di bello, di prezioso e di utile le comunità parrocchiali fanno per le comunità, sia possibile solo grazie alla generosità di chi non ha mai smesso di vedere e sostenere quella bellezza, preziosità e utilità delle opere.

L’intervento di Cortellessa, richiamando le parole di Papa Francesco e di Giovanni Paolo II, si è trasformato allora in un appello accorato alla responsabilità e all’azione: con chiarezza ed entusiasmo, l’incaricato della CEI ha invitato i giovani a “mettersi in gioco” per dimostrare, con i fatti, cosa e quanto la Chiesa può fare, ma soprattutto cosa loro stessi possono realizzare all’interno della comunità ecclesiale e sociale; in altre parole, l’invito è stato quello di diventare protagonisti del cambiamento, sia all’interno della Chiesa sia nella società. Invito reso ancora più concreto dalla presentazione di un concorso che verrà lanciato nei prossimi mesi, pensato per stimolare la creazione di contenuti social che mettano in luce cosa la Chiesa faccia di bello e di importante per la società civile.

Beni Culturali / Progetto “Nel tuo nome, l’arte parla di comunità”

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Lunedì 1 luglio 2024 il direttore dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della CEI, don Luca Franceschini, il dott. Andrea Nante, curatore scientifico del progetto “Nel tuo nome, l’arte parla di comunità”, e il dott. Massimo Monzio Compagnoni, responsabile per il Servizio per la promozione del sostegno economico alla chiesa cattolica, hanno partecipato al webinar di presentazione delle iniziative collaterali alla Mostra 2025 che le diocesi italiane sono invitate a realizzare.

Sul sito dell’Ufficio Nazionale Beni culturali ecclesiastici e edilizia di culto il link del webinar e gli allegati.

“Sacerdoti tra schermo e realtà”: una proposta per tutti

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Il Servizio Promozione Sostegno Economico della CEI insieme all’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali, con la collaborazione della Fondazione Ente dello Spettacolo e dell’Acec, presentano una proposta per tutte le parrocchie: un sussidio per accompagnare le comunità in un percorso cinematografico dedicato ai sacerdoti, quattro pellicole di successo, che possono essere una buona occasione per rilanciare il tema delle firme per l’8xmille e soprattutto delle offerte deducibili per il sostentamento dei sacerdoti.

I titoli scelti – Come un gatto in tangenziale. Ritorno a Coccia di Morto (2021) di Riccardo Milani; Se Dio vuole (2015) di Edoardo Falcone; Io, loro e Lara (2010) di Carlo Verdone; Alla luce del sole (2005) di Roberto Faenza. Quindi anche un focus storico dedicato a Roma città aperta (1945) di Roberto Rossellini e a La messa è finita (1985) di Nanni Moretti – che offrono spaccati di testimonianza e provocano la memoria perché si compia il passaggio dallo schermo alla realtà.

Ci troviamo di fronte a preti nati dalla penna di brillanti sceneggiatori oppure caratterizzati da trascinanti attori, come pure a figure che prendono le mosse da veri testimoni del Vangelo che presidiano le periferie della società. Un modo per richiamare l’attenzione sul valore e sull’impegno costante che i sacerdoti mettono in campo nella vita di tutti i giorni, affrontando numerose sfide per e con la comunità.

L’opuscolo, a cura di Sergio Perugini, Eliana Ariola e Massimo Giraldi, con note introduttive di Massimo Monzio Compagnoni e don Enrico Garbuio, rispettivamente responsabile e collaboratore del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica, è arricchito dai contributi di mons. Davide Milani, presidente FEdS, e don Gianluca Bernardini, presidente Acec. Tra le pagine si scorgono sguardi cinematografici che si raccordano così alle tante storie di cui dà sistematicamente conto il Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica. In apertura del sussidio, le riflessioni di Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali. Di seguito vi proponiamo quella di Massimo Monzio Compagnoni.

MA LA VITA NON È UN FILM

La magia della settima arte conserva un fascino intatto anche nell’epoca dei cellulari e dei tablet. Certo, un bel film si può vedere anche sul telefono o comodamente seduti in casa propria, ma gustarlo insieme, in una sala della comunità o in un’arena all’aperto, è qualcosa di diverso e di più bello. Se poi, dopo il film, si riesce anche a condividere le sensazioni, le suggestioni e le riflessioni che una pellicola trasmette e suscita, allora l’esperienza si fa ancora più arricchente ed è quello che vorremmo si realizzasse grazie al progetto che vi stiamo proponendo.

Il filo rosso che unisce le storie che abbiamo scelto è la figura del sacerdote, calato nella nostra quotidianità. Immagino quanti di noi fantasticheranno, di fronte allo schermo, pensando alla propria parrocchia guidata da un prete come Luca Argentero, Alessandro Gassmann, Carlo Verdone o Luca Zingaretti. Ma sono altrettanto certo che saranno in molti a riconoscere, proprio nei tratti caratteriali abilmente messi in scena da questi straordinari interpreti, delle situazioni già vissute nella propria comunità.

Ritroveranno, ne sono sicuro, nella disponibilità e nella simpatia, nella creatività e nella passione, nei limiti e nelle fragilità di questi personaggi, molte delle peculiarità che hanno imparato a frequentare, conoscere e amare nei parroci delle proprie comunità di origine. Ritroveranno, soprattutto, il fascino che inevitabilmente emana dalla scelta di vita di chi mette tutta la propria esistenza nelle mani di Dio, per il bene di tutti.

Questi film assomigliano decisamente alla nostra vita, ma la vita non è un film.

Ecco, la vita non è un film: per questo abbiamo organizzato in questi quarant’anni abbiamo imparato a conoscere bene nelle sue molteplici sfaccettature. I fondi dell’8xmille, infatti, oltre a contribuire al sostentamento dei sacerdoti, servono per sopperire alle esigenze di culto e pastorale della popolazione (si pensi, tra le altre cose, alla manutenzione delle nostre bellissime chiese) e alle opere di carità a servizio dei più fragili, in Italia e nei Paesi più poveri del mondo. Eppure, pensate che tra quanti frequentano abitualmente la Messa domenicale le statistiche ci dicono che uno su due non firma.

È un dato sconcertante, se ci riflettiamo, e la dice lunga su quanto abbiamo ancora bisogno di prendere consapevolezza di questa necessità. Negli ultimi 20 anni, gradualmente, la percentuale di chi firma per la Chiesa cattolica è passata dal 90 al 70%. Vuol dire che c’è bisogno di un supplemento d’anima e di consapevolezza, anche tra i praticanti: l’8xmille non è una conquista garantita una volta per tutte, ma una libera scelta che va continuamente rinnovata, se ci teniamo alla comunità di cui siamo parte viva. La Chiesa è costantemente impegnata a ricordarlo a tutti i contribuenti italiani, ma la Chiesa siamo tutti noi e non possiamo delegare ad altri la nostra parte.

Massimo Monzio Compagnoni
Responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica

Il Papa con i preti di Roma: allargare l’accoglienza a tutti, tutti, tutti

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Su vaticannews.va, nel servizio di Salvatore Cernuzio dell’11 giugno, l’incontro di Papa Francesco all’Università Pontificia Salesiana, in zona Montesacro di Roma, per dialogare con i sacerdoti dagli 11 ai 39 anni di ordinazione. Temi di attualità del mondo e della Chiesa hanno scandito l’ora e mezza di dialogo a porte chiuse del Papa con i sacerdoti.

È stato il terzo e ultimo degli incontri in giro per la Capitale con il suo clero, anche questo caratterizzato da un botta e risposta a porte chiuse su questioni pastorali, come la vicinanza ad anziani, giovani invischiati nella droga, persone sole o in emergenza abitativa, o su temi di attualità come guerra o astensionismo politico.

Qui il servizio del quale anticipiamo alcune raccomandazioni che il Papa ha fatto al suo clero.

Accompagnamento ad anziani soli e giovani in difficoltà
Con forza è emersa la domanda della sofferenza delle persone, da accompagnare con vicinanza, compassione e tenerezza, tre qualità di Dio da vivere – ha detto Francesco – particolarmente “per i vecchi”. Importante in questo senso la pastorale ospedaliera e le difficoltà della città di Roma, come l’emergenza abitativa per cui il Papa ha invitato alla generosità le congregazioni religiose provviste di strutture, o il diffondersi delle droghe, della tragedia della solitudine, dei tanti che vivono il proprio dolore nell’invisibilità. “Nella vita di un prete l’invisibile è più importante del visibile, perché più denso, più doloroso” ha detto il Papa. E ha aggiunto: “Il nostro lavoro come preti è andare a cercare questa gente” perché “la Chiesa o è profetica o è clericale: tocca a noi scegliere”.

Forti e miti
“Il Papa ha definito questi pastori generosi, dediti, compassionevoli, capaci di vicinanza… Sono gli unici, infatti, che si mettono dalla parte della gente perché molte volte – hanno detto gli stessi preti – le istituzioni sono un po’ sorde e non riescono ad ascoltare il grido dei poveri”, spiega ai media vaticani il vescovo Michele Di Tolve, delegato dell’Ambito per la cura del diaconato, del clero e della vita religiosa, che ha presentato al Papa l’assemblea. Dal Papa l’invito è stato a “essere forti e miti nello stesso tempo, per far sentire che la parrocchia è accanto a loro, casa tra le case e possano rivivere un’esperienza di famiglia”.

Situazioni di dolore
Toccante durante il colloquio di circa un’ora e mezza, riferisce Di Tolve, “sentire alcuni sacerdoti che sperimentano la solitudine l’isolamento di tanti anziani e ammalati e sentire anche la loro voce rotta dall’emozione nel raccontare alcune situazioni di dolore che hanno visto. Il Santo Padre ha raccomandato di generare dentro la comunità la capacità di ascoltare i segni dei tempi, di essere Chiesa profetica. Che vuol dire una capacità vera di prossimità oggi”. Una missione che fa da contraltare a quella “condizione sociale di isolamento, di distanza, di grandi proclami e poi di poca effettiva vicinanza e condivisione con la gente”.

Gente che è spesso in condizioni di emergenza: “I giovani anzitutto”, rimarca Di Tolve, “a Roma ci sono ragazzi che vengono assoldati per vendere la droga e quindi lasciano la scuola in seconda media. Questo è il vero dramma che vivono. Davvero – afferma il vescovo – bisogna aiutare la gente a trovare i valori più importanti e più veri in un contesto e in una cultura dove ciascuno si sente dire: ‘Pensa a te stesso, realizza la tua vita. Non guardare troppo intorno realizza soltanto te stesso’. Ecco non possiamo accettare che la famiglia umana diventi così”.

Il Papa ai parroci: siate padri autentici, valorizzare i laici e costruite Chiese missionarie

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Vi segnaliamo l’articolo a cura di Benedetta Capelli per Vatican News sulla lettera indirizzata dal Papa ai sacerdoti che hanno preso parte all’incontro “Parroci per il Sinodo”.

È la lettera di un padre che conosce le fatiche dei suoi figli ma che sprona ad andare avanti per il bene della Chiesa e della missione alla quale sono chiamati.

Papa Francesco si rivolge così ai circa 300 partecipanti, venuti da tutto il mondo, all’evento “Parroci per il Sinodo”, svoltosi a Roma dal 29 aprile al 2 maggio. Un incontro organizzato dalla Segreteria Generale del Sinodo e dal Dicastero per il Clero, in accordo con i Dicasteri per l’Evangelizzazione e per le Chiese Orientali.

Gratitudine e stima prova il Papa verso coloro che si occupano di chiese periferiche o grandi come provincie, antiche con fedeli sempre più anziani o chiese che nascono sotto un grande albero dove il canto degli uccelli si mescola a quello dei bambini. Francesco indica tre strade da percorrere: riconoscere i semi dello Spirito nei fedeli, ricorrere al discernimento comunitario e mantenere la comunione tra i preti e i vescovi: “una Chiesa impegnata nel Sinodo ha bisogno dei parroci, dobbiamo ascoltarvi per andare avanti”.

Qui l’articolo integrale.

Giubileo 2025 / Approda a Roma un percorso di riflessione sul Padre Nostro

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Nove totem, una web app e una preghiera al centro, il Padre Nostro. Nata dall’invito di Papa Francesco di prepararsi al Giubileo del 2025, arriva a Roma la mostra itinerante, “Insegnaci a pregare”, organizzata dal Centro Culturale San Paolo in collaborazione con il Gruppo Editoriale San Paolo e curata dalla società di comunicazione Mediacor.

La mostra, realizzata con il supporto dell’8xmille della Chiesa cattolica e di Generali Cattolica Assicurazioni, continuerà il suo viaggio e potrà essere allestita in spazi culturali, scuole, parrocchie, oratori, per chi ne farà richiesta.

Protagonista è il Padre Nostro, la madre di tutte le preghiere, compendio del Vangelo e guida per ogni cristiano.

«Siamo molto contenti della curiosità ed entusiasmo con cui è stata accolta la mostra che abbiamo desiderato realizzare per la preparazione del Giubileo del 2025 – spiega don Ampelio Crema, presidente del Centro Culturale San Paolo – Roma è una tappa molto sentita, importante. È il cuore del cattolicesimo e la Casa di tutti noi. Portare la mostra qui, significa parlare alla gente, laddove la gente desidera ricevere messaggi di speranza e forza».

Partita dal comune di Cinisello Balsamo, nel milanese, e inaugurata da fra Roberto Pasolini, la Mostra si compone di nove totem, otto dedicati alle frasi del Padre Nostro e uno al Giubileo. Su ogni facciata saggi, meditazioni e fotografie per grandi e piccoli, racconteranno il significato della preghiera e la sua origine.

Una particolare attenzione è dedicata ai tempi attuali, tra testimonianze e storie di chi si è distinto oggi per una concretizzazione esemplare del Padre Nostro: tra questi troviamo personaggi come padre Pino Puglisi, fratel Biagio Conte, Chiara Badano e Matteo Farina.

Ampio spazio è rivolto anche alla tecnologia: su ogni totem, infatti, si trova un QR code che permette di aprire i contenuti di approfondimento presenti in una web app creata appositamente: basta scannerizzare il codice e cliccare su una delle frasi del Padre Nostro della schermata di apertura della web app.

Qui si troveranno degli audio di approfondimento con i testi di Michael Davide Semeraro, Ermes Ronchi (appena uscito in libreria con una nuova prestigiosa edizione de “Il canto del Pane” dove fonde sapienza biblica e afflato poetico) e Marco Pozza, interpretati dall’attore e doppiatore Danilo Bruni.

È online, infine, il sito dedicato alla mostra – realizzato dalla San Paolo Digital – dove viene spiegato il progetto e la sua nascita, con autori, testi e fotogallery.

Per informazioni si potrà contattare il Centro Culturale San Paolo – odv.ets sanpaolo.mostre@gmail.com (cell. 346 9633801).

Stato e Chiesa / Mons. Baturi, tra le novità dell’accordo del 1984 “il radicale cambiamento del sistema di finanziamento della Chiesa”

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“Un ottimo strumento di libertà e collaborazione per la realizzazione della missione della Chiesa in Italia e nel mondo”. Così Mons. Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari e Segretario Generale della CEI, definisce il Concordato che ha portato la Conferenza Episcopale “ad esprimere in modo unitario la volontà dei Vescovi e a incrementare la produzione normativa di diritto particolare, assumendo una presenza sempre più significativa sulla scena nazionale”. Intervenendo al convegno organizzato dall’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede e dalla Fondazione Craxi sul tema “Stato e Chiesa. A 40 anni dalla firma del Concordato repubblicano”, Mons. Baturi ha illustrato l’impegno della CEI nei vari ambiti di collaborazione con lo Stato. “La prospettiva che ha animato e continuerà ad animare tutta la Chiesa italiana nella sua azione di collaborazione con lo Stato italiano – ha assicurato – è soprattutto quella di offrire un contributo creativo al bene morale e alla crescita del Paese”.

L’Accordo del 1984, ha ricordato Mons. Baturi, “oltre ad aver contribuito ad assicurare alla CEI un ruolo di interlocuzione con le autorità civili le ha anche attribuito puntuali competenze concordatarie, riconoscendola come il soggetto ecclesiale più idoneo a trattare con i pubblici poteri”. Come dimostra “quella disposizione generale posta nell’art. 2.2 dell’Accordo che nell’assicurare alla CEI la piena libertà di comunicazione e corrispondenza la menziona tra i soggetti ecclesiali subito dopo la Santa Sede, rivelando l’importanza che essa assume nell’economia complessiva della nuova disciplina concordataria”.

La collaborazione della Conferenza Episcopale con le autorità civili, ha proseguito il Segretario Generale, “non ha riguardato solo la definizione delle norme di attuazione quanto anche il piano amministrativo e i rapporti con le amministrazioni pubbliche”. “In questi quarant’anni di collaborazione – ha rilevato l’Arcivescovo – l’abituale confronto tenuto dalla CEI con le pubbliche autorità e la rappresentanza delle istituzioni ecclesiali ha prodotto una mole ingente di documenti e assicurato soluzioni condivise su molti ambiti”.
Secondo Mons. Baturi, “la materia che più di altre ha costituito per la CEI un importante banco di prova di maturità e responsabilità è quella degli enti e beni ecclesiastici”. “È toccato alla CEI – ha affermato – riscrivere ed attuare, dettando una puntuale e specifica disciplina canonica, tutta la materia del sostentamento del clero e la disciplina sulla gestione dei fondi provenienti dall’8xmille che con l’entrata in vigore del nuovo codice di diritto canonico del 1983 andava completamente rivista”. A tale proposito, il Segretario Generale ha giudicato “positivo il percorso intrapreso, in collaborazione con lo Stato, per mettere a punto un sistema trasparente ed efficiente di impiego delle risorse finanziarie sia per assicurare il congruo e dignitoso sostentamento ai nostri sacerdoti sia per assicurare le opere di carità e di soccorso della Chiesa in Italia e nel mondo”.Nel suo intervento, Mons. Baturi ha inoltre sottolineato che, nell’ambito dell’Accordo, la CEI ha potuto “dispiegare il proprio impegno non solo su materie concordatarie molto importanti quanto anche in nuovi settori della solidarietà, della cultura, della formazione, e in particolare di offrire il proprio contributo sul drammatico fenomeno dell’immigrazione”. È avvenuto, ad esempio, con la sottoscrizione di protocolli d’intesa “per l’apertura di corridoi umanitari allo scopo di favorire l’arrivo in Italia in modo legale e in condizioni di sicurezza di soggetti vulnerabili e beneficiari di protezioni internazionali”. Si tratta “di iniziative ed attività che si propongono di rispondere alle urgenze provocate dal fenomeno migratorio sperimentando forme innovative di accoglienza e canali legali alternativi”, ha osservato il Segretario Generale per il quale “l’esperienza realizzata anche a motivo della sinergia con le istituzioni civili e l’associazionismo civile consente di apprezzarle come buone pratiche che potrebbero in analogia essere mutuate da altri paesi europei pur nelle differenze degli assetti nazionali”.

Dopo aver ricordato che “l’ambito della solidarietà è certamente un altro settore in cui l’attivazione di modelli di collaborazione può contribuire a dare risposte efficienti valorizzando le esperienze di tutte le realtà del cosiddetto Terzo settore”, Mons. Baturi si è quindi soffermato “sul riconoscimento e sul sostegno che all’azione della CEI è venuto dai pontefici che in questi ultimi quarant’anni si sono avvicendati alla guida della Chiesa Universale”. “Da San Giovanni Paolo II a Benedetto XVI e oggi con Papa Francesco – ha concluso – la CEI ha sempre goduto del pieno sostegno e della più ampia fiducia rispetto al proprio operato nel rapporto con le autorità civili”.

Qui e qui altri servizi sull’evento di Radio Vatican News con le dichiarazioni, in merito al Concordato: del Segretario di Stato della Santa Sede Piero Parolin, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, il rettore della Lumsa Francesco Bonini, il prof. Giorgio Feliciani e altri.

Mons. Ivan Maffeis è il nuovo Presidente del Comitato promozione sostegno economico alla Chiesa

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Nella sessione invernale del Consiglio Episcopale Permanente (22-24 gennaio) è stato nominato il nuovo Presidente del Comitato per la Promozione del Sostegno Economico alla Chiesa S. Ecc. Mons. Ivan Maffeis, Arcivescovo di Perugia – Città della Pieve.

Il Servizio Promozione della CEI, accogliendo con gioia la notizia, dà un caloroso benvenuto al nuovo Presidente, Mons. Maffeis, e saluta con tanto affetto e riconoscenza il Presidente uscente Mons. Donato Negro per aver accompagnato in tutti questi anni il Servizio CEI e gli incaricati diocesani del Sovvenire con grande sensibilità d’animo e con la tenerezza del “buon pastore”.

E al nuovo Presidente Mons. Maffeis gli auguri più cari di buon lavoro!

(Mons. Maffeis, nato a Tione di Trento (TN) il 18 novembre 1963, è stato ordinato presbitero il 26 giugno 1988. Eletto alla sede arcivescovile di Perugia – Città della Pieve il 16 luglio 2022, l’11 settembre è stato ordinato Vescovo. È Vicepresidente della Conferenza Episcopale Umbra, membro del Dicastero per la Comunicazione e Vescovo delegato per il Sovvenire dell’Umbria).

Un po’ di storia…
Un primo “Comitato per il sostentamento del clero” fu costituito dal Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), Card. Anastasio Alberto Ballestrero, con decreto del 22 febbraio 1985. Due anni dopo, il Consiglio Episcopale Permanente (CEP) del 12-15 gennaio 1987 approvò la costituzione di un altro organismo, il “Comitato per i problemi degli enti e dei beni ecclesiastici”, avente particolare riguardo ai problemi del sostentamento del clero italiano. Con il CEP del 19-22 settembre 1994, il Comitato divenne un organismo articolato in due sezioni: una per gli enti e i beni ecclesiastici e l’altra per la promozione del sostegno economico alla Chiesa. L’esperienza di nove anni di attività sulle tematiche delle due sezioni, portò il CEP del 20-22 gennaio 2003 a deliberare la costituzione di due Comitati distinti, uno dei quali l’attuale “Comitato per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica”. Dal 2003 si sono succeduti come Presidenti i Vescovi Germano Zaccheo (2003-2008), Pietro Farina (2008-2013) e Donato Negro (2013-2023).

Il grazie della Fisc al Servizio Promozione della CEI

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Nella sua relazione pronunciata lo scorso 26 novembre il presidente uscente della Fisc, Mauro Ungaro, ha rivolto molteplici ringraziamenti; tra gli altri ha espresso la sua gratitudine anche al Servizio Promozione, dedicandogli queste parole:

“… I giornali Fisc hanno raccontato e raccontano migliaia di storie provenienti da tutte le regioni del nostro Paese: storie di sacerdoti, consacrati, laici impegnati ad offrire speranza al prossimo.

Il Servizio per il sostegno economico della CEI rappresenta per noi non solo un compagno di viaggio ma uno degli interlocutori privilegiati per raccontare la quotidianità della Chiesa che è in Italia. In questi quattro anni abbiamo voluto – nelle pagine realizzate in collaborazione con Spse – chiedervi di raccontare proprio le storie dei vostri territori e questo tanto sul cartaceo quanto sul digitale, senza dimenticare le tante iniziative condotte insieme quali le Giornate evento sviluppate nelle singole diocesi ed i Concorsi i cui premiati hanno avuto modo di visitare le opere realizzate grazie al contributo dell’8xmille all’estero. Grazie al direttore Massimo Monzio Compagnoni ed ai suoi collaboratori per un rapporto che è davvero quotidiano di confronto e di crescita reciproca.

Guardiamo con preoccupazione alla diminuzione del gettito dell8xmille immaginando le conseguenze che questo può avere nella vita delle nostre Chiese ma anche per la nostra Federazione. Questa preoccupazione deve tradursi, per noi, in un rinnovato impegno per far conoscere quanto con quei fondi viene fatto nei territori delle nostre Chiese”.

Qui la relazione integrale.