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In occasione della Giornata Nazionale 8xmille, lo scorso 15 maggio il quotidiano Avvenire ha pubblicato questo articolo dal titolo “Raimondi: con l’otto per mille esportiamo carità, non armi” di Lorenzo Rosoli.
«Dall’Italia non si esportano solo armi: si esporta carità. Ancor più da quando è stato istituito l’otto per mille. Perciò vogliamo sensibilizzare le nostre comunità perché crescano le offerte deducibili per il sostentamento del clero: così potremo destinare ancora più risorse dell’otto per mille alla carità. In Italia e nel mondo». Parola di Luca Raimondi, vescovo ausiliare di Milano e nuovo delegato per il Sovvenire della Conferenza episcopale lombarda. Dal 17 marzo è stato chiamato a succedere al vescovo emerito di Lodi Giuseppe Merisi «che ringrazio per il lavoro paziente, competente, appassionato fatto in questi anni», sottolinea Raimondi.
Con lui e con Attilio Marazzi, incaricato regionale per il Sovvenire, facciamo il punto della situazione in Lombardia in occasione dell’odierna Giornata di sensibilizzazione alla firma dell’otto per mille alla Chiesa cattolica. I numeri, anzitutto. «Quelli relativi alle dichiarazioni del 2020, gli ultimi disponibili, dicono che in un anno le firme a favore della Chiesa cattolica sono calate di un milione, passando da 13 a 12 milioni, a livello nazionale, mentre in Lombardia abbiamo perso 208mila firme – ricorda Marazzi –. Nello stesso periodo, sempre a livello nazionale, le firme per lo Stato sono passate da 2,8 a 3,8 milioni». Come si spiega? «Credo siamo di fronte alla volontà di moltissimi cittadini di esprimere gratitudine e sostegno alle strutture sanitarie e al personale medico e infermieristico, così duramente provati in tempo di pandemia. Non si tratta dunque di una protesta o di un pregiudizio verso la Chiesa, ma di una ripresa di senso civico nella riscoperta del ruolo del servizio sanitario nazionale. Non firme ‘perdute’, ma firme che si sono spostate. Tuttavia è bene ricordare che anche la Chiesa ha fatto tantissimo in questo periodo, e continua a farlo, nel campo della sanità come della solidarietà, nell’aiuto alle tante persone e famiglie povere o impoverite dalla pandemia».
Il calo di firme per la Chiesa cattolica «è più sensibile nelle diocesi con percentuali di scelte più basse», annota Marazzi mentre «le offerte deducibili per i sacerdoti sono cresciute in quasi tutte le diocesi lombarde, superando nel 2021 i 2,3 milioni di euro, con una crescita dell’8% fra 2019 e 2020 e dell’1,1% fra 2020 e 2021». Una possibile spiegazione? «Nella nostra regione, la più duramente provata dalla pandemia, la gente ha visto tanti preti spendersi per tutti con generosità – e talvolta fino al dono della vita – negli ospedali, nelle parrocchie, nelle Rsa, nelle comunità e nei servizi rivolti ai poveri». Che fare per rilanciare l’otto per mille? «Dobbiamo riscoprire il significato ecclesiale e spirituale di questa scelta. E dobbiamo superare due luoghi comuni: che ci sia una Chiesa ricca, cosa non vera, e che lo Stato che dà soldi alla Chiesa sia uno Stato confessionale – incalza il vescovo Raimondi –. L’otto per mille è invece uno strumento che non solo rispetta la laicità dello Stato, ma anche i principi di solidarietà e di sussidiarietà, e dà ai cittadini uno spazio di libertà, nella possibilità di scegliere chi sostenere con questa quota dell’imposta sul reddito. Dare l’otto per mille alla Chiesa è un modo per riconoscere il bene che la Chiesa fa a tutti, senza distinzioni, con le sue opere di carità e solidarietà – offrendo accoglienza e servizi anche in ambiti che lo Stato non può coprire – ma pure con la custodia e la conservazione di uno straordinario patrimonio culturale, storico e artistico – che è anche risorsa per l’economia del nostro Paese. Per i fedeli – riprende il presule – l’otto per mille e le offerte deducibili per il clero sono il modo concreto per esprimere l’appartenenza alla Chiesa corpo mistico e mistero di comunione, per partecipare alla vita della Chiesa intera, oltre ogni particolarismo, e per aiutare tutta la Chiesa, a partire dalle sue ‘membra’ più povere o più vicine ai poveri. In Italia e nel mondo».
Iniziative in cantiere? «Aderendo a un progetto della Cei, sono 400 le parrocchie lombarde che hanno intrapreso un lavoro capillare per raggiungere quanti, pur non tenuti per legge alla dichiarazione dei redditi, possono egualmente scegliere a chi destinare l’otto per mille, ma spesso non lo fanno – risponde Marazzi –. Nella questione decisiva della trasparenza, tutte le diocesi lombarde sono impegnate nella pubblicazione dei loro dati dell’otto per mille, sul versante della raccolta come degli impieghi».