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Monzio Compagnoni / 8xmille: «Non solo sostegno economico, ma un ponte tra persone e comunità»

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Da oltre quarant’anni, l’8xmille rappresenta un ponte tra la Chiesa cattolica e la società civile, un filo che unisce comunità, territori e persone. Non solo un sistema di finanziamento, ma uno strumento concreto per promuovere il bene comune, sostenere chi è in difficoltà e valorizzare il patrimonio artistico e culturale del Paese. Massimo Monzio Compagnoni, responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica, intervenuto lo scorso 28 novembre a Cagliari alla conferenza 1985-2025. 8xmille e Sovvenire alla Chiesa: 40 anni di impegno comune organizzata dal Servizio diocesano del Sovvenire racconta la storia, il valore, l’attualità e le ricadute dell’impegno comune tra Chiesa e fedeli a Maria Chiara Cugusi.

Quali sono i tratti principali della storia dell’8xmille alla Chiesa cattolica?
«La parola chiave è “insieme”. È una storia costruita con le comunità: un cammino che ha permesso alla Chiesa di realizzare opere significative e rafforzare la propria presenza sul territorio. L’8xmille non è solo un sistema di finanziamento, ma uno strumento che mette al centro il bene comune».

Come funziona l’8xmille e quali sono stati i suoi effetti concreti in questi 40 anni?
«Il sistema è stato ideato dal cardinale Attilio Nicora, con l’idea che il denaro non sia un fine ma un mezzo per fare del bene. Negli ultimi 40 anni sono stati trasferiti e reinvestiti circa 30 miliardi di euro sul territorio italiano. Queste risorse hanno sostenuto sacerdoti, parrocchie, oratori, opere caritative, iniziative pastorali e la tutela del patrimonio artistico ecclesiastico, gran parte del quale è accessibile gratuitamente. Una quota significativa va anche ai paesi poveri e alle emergenze internazionali».

È possibile fornire alcuni esempi concreti dei fondi distribuiti nel 2024?
«In Italia – dove la presenza della Chiesa è capillare, con 27.000 parrocchie e 31.000 sacerdoti – sono stati impiegati 1,115 miliardi di euro per oltre 12.000 progetti: 10 milioni per il sostegno del clero; 4 milioni per culto e pastorale; 213 milioni per interventi di carità; 83 milioni per opere nei Paesi poveri; 5 milioni per emergenze in Italia e nel mondo; 200 milioni per beni e opere di culto. La sola Caritas Italiana ha realizzato più di 5 milioni di interventi. In Sardegna sono stati destinati oltre 27 milioni di euro per 656 progetti, mentre a Cagliari più di 5 milioni hanno sostenuto 110 iniziative locali».

Quali sono le forme di sostegno più significative che la Chiesa offre, oltre a quello economico?
«Non sempre le persone hanno bisogno di denaro o generi alimentari. Spesso chi si rivolge a una parrocchia o a un centro Caritas cerca ascolto, relazione e supporto emotivo. Molti provano vergogna a rivolgersi ai servizi sociali e trovano nella Chiesa un punto di riferimento fidato. L’aiuto è quindi anche spirituale e relazionale, per ridare senso e speranza alla vita delle persone».

In che modo ci si prende cura dei giovani che vivono situazioni di fragilità e disagio?
«La Chiesa è in prima linea nell’accogliere i ragazzi che attraversano momenti di difficoltà. Di fronte al preoccupante aumento dei tentativi di suicidio tra i giovani, i centri di ascolto e le parrocchie offrono supporto concreto, occasioni di dialogo e percorsi di speranza. Si impegnano a essere luoghi sicuri e affidabili, capaci di accompagnare le nuove generazioni nella loro sempre più urgente “ricerca di senso”»

Quale messaggio finale desidera rivolgere ai cittadini?
«Invito tutti a venire a vedere. Venite nelle parrocchie e nelle opere della Chiesa: le porte sono aperte e vi mostreremo cosa facciamo ogni giorno per costruire comunità e offrire sostegno concreto a chi ne ha bisogno. L’8xmille, dopo quarant’anni, continua a essere un ponte tra persone, comunità e territorio».

8xmille / Violenza di genere. Oltre cento Caritas in campo con reti di accoglienza e libertà

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Negli ultimi anni l’impegno della Caritas contro la violenza di genere si è intensificato anche con progetti supportati dall’8xmille destinato alla Chiesa cattolica.

Ne parla in questo articolo Giovanna Pasqualin Traversa, per l’agenzia Sir, facendo il punto con Caterina Boca, avvocato e responsabile dei progetti strategici di Caritas italiana, la quale sottolinea come la violenza maschile sulle donne non è un fatto privato né una questione femminile, “ma un problema sociale che riguarda tutti”.

Ogni comunità deve sentirsi ferita e indignata, “pronta a sostenere le vittime e ad avviare un cambiamento profondo, affinché gli strumenti di tutela, repressione e prevenzione siano davvero efficaci”. I dati confermano la gravità del fenomeno. Tra il 2023 e il 2024 il numero verde antiviolenza e stalking 1522 ha registrato un aumento delle chiamate del 25,8%, segno di una crescente consapevolezza. Nel 2024 l’Osservatorio “Non una di meno” ha contato 113 femminicidi, con una forte concentrazione in Lombardia, Campania, Toscana, Emilia-Romagna e Sicilia. Nei primi undici mesi di quest’anno secondo il 12° Rapporto Eures, le vittime sono state 85 (dato aggiornato al 22 novembre). Numeri che richiedono risposte concrete e coordinate.

Una rete di oltre 100 Caritas – Dal 2018 al 2024 diverse diocesi hanno attivato progetti specifici e nel 2025 altre dieci Caritas hanno avviato nuove iniziative. In totale, oltre cento Caritas diocesane, anche grazie ai fondi 8xmille, operano in rete sul territorio con interventi mirati.

Le azioni si sviluppano in vari ambiti: accoglienza in emergenza per chi decide di allontanarsi dal partner violento, attraverso case rifugio, co-housing e contributi per affitti; programmi di inserimento lavorativo per garantire autonomia economica, con tirocini, stage e formazione professionale; percorsi di empowerment per rafforzare autostima e benessere, spesso accompagnati da attività sportive e creative. A questi si aggiungono orientamento e supporto legale, sostegno psicologico e alla genitorialità, iniziative di sensibilizzazione rivolte a comunità e giovani, con attenzione anche alle donne straniere, e formazione per operatori e volontari.

Alcune esperienze locali – A Senigallia sono attive da anni strutture di accoglienza con reinserimento lavorativo e forte sostegno comunitario. A Grosseto la Casa di Ruth offre ospitalità, orientamento, educazione alla genitorialità, laboratori di sartoria e servizi domiciliari. A Otranto è previsto l’avvio di un laboratorio sartoriale con formazione socio-culturale e linguistica per le straniere, oltre a stage e supporto all’imprenditorialità.

Progetto Ruth. Tra i progetti più significativi, sottolinea Boca, spicca il “Progetto Ruth – microcredito di libertà”, promosso dal ministero delle Pari opportunità insieme ad Abi, Enm e Federcasse. Caritas italiana, da parte sua, ha creato una rete nazionale di Caritas diocesane che accompagnano le donne vittime di violenza nella richiesta di microcredito sociale, favorendo l’inclusione finanziaria e contrastando la cosiddetta “violenza economica”. Come funziona? “Le donne già prese in carico dai centri antiviolenza o dalle case rifugio – risponde la responsabile dei progetti strategici – vengono accompagnate e assistite dai punti di contatto delle Caritas diocesane nella richiesta e nella gestione del prestito, fino alla fase di rimborso. L’affiancamento è personalizzato e finalizzato a bisogni diversi, ma con un obiettivo comune: sostenere le donne verso l’autonomia, orientandole nell’uso di strumenti di emancipazione economica e sociale”. Il microcredito si rivela così una risorsa generativa, capace di aiutare anche chi non è bancabile e di prevenire il rischio usura.

Dal dolore alla speranza. I progetti Caritas dimostrano che il contrasto alla violenza di genere non è solo protezione, ma costruzione di nuove possibilità di vita. Accoglienza, lavoro, empowerment e microcredito diventano strumenti di rinascita: un percorso che restituisce alle donne libertà e fiducia, trasformando il dolore in speranza.

8xmille / In Libano Punto Missione: un progetto d’impresa per le donne

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Papa Leone XIV dal 30 novembre al 2 dicembre si recherà in Libano, una visita di solidarietà grazie alla quale il popolo saprà che, malgrado tutte le situazioni difficili passate e presenti, non deve sentirsi abbandonato dalla Chiesa.

Nel Paese dei cedri che si prepara ad accogliere Leone XIV crescono tante iniziative tese a dare speranza a chi maggiormente ha sofferto le conseguenze della crisi economica e della guerra, soprattutto fra le donne. Con il progetto di Punto Missione, fondazione bresciana della rete Focsiv (Federazione degli organismi di volontariato internazionale di ispirazione cristiana), e un corso di cucito e ricamo si promuove l’imprenditoria femminile e si torna a guardare al futuro.

Fondazione Punto Missione ETS è una organizzazione senza scopo di lucro fondata a Brescia nel 1999. Nata per volontà del Movimento Ecclesiale Carmelitano, si impegna, in Italia e all’estero, nel riconoscimento, nella difesa e nella promozione di ogni esistenza umana.

Lo fa attraverso programmi e progetti di sviluppo e di promozione umana che ricevono il contributo del’8xmille destinato alla Chiesa cattolica. Tutte queste attività hanno come obiettivo quello di migliorare la qualità della vita di persone e famiglie promuovendo la creazione di comunità solidali capaci di cambiamento sociale.

Nell’ambito della cooperazione internazionale Punto Missione opera nei seguenti ambiti di intervento: agricoltura; inclusione lavorativa; tutela dell’infanzia e della famiglia, in Burundi, Colombia, Libano e Romania.

E proprio in Libano troviamo un progetto dedicato al corso di cucito e ricamo. Dal servizio di Vincenzo Giardina per Radio Vaticana scopriamo la bella testimonianza di Nawale Issa. Vive a Beirut, ha 45 anni e si sta prendendo cura di sé. Ha superato un cancro al fegato e sta seguendo una terapia. E a farla stare meglio non sono solo le medicine. “Non avevo mai pensato”, ci dice, “che le mie mani potessero contribuire a cambiare qualcosa nella mia vita”. La donna è una delle 30 partecipanti a un corso di cucito e ricamo organizzato nella capitale libanese da Punto Missione.

8xmille / A Tempio Pausania Casa Giovani, spazio educativo di accoglienza, opportunità e relazioni autentiche

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A Tempio Pausania il 4 giugno 2025 è stata inaugurata ufficialmente Casa Giovani, un nuovo spazio educativo promosso dalla Caritas diocesana di Tempio-Ampurias e realizzato grazie ai fondi dell’8xmille. Un luogo pensato per offrire ai ragazzi del territorio accoglienza, opportunità e relazioni autentiche.

Si tratta di un sogno che nasce dai giovani, dalle loro idee e dai loro bisogni, raccolti durante percorsi di sensibilizzazione nelle scuole e all’interno della Caritas. Sono stati loro a dire cosa desideravano:

Vorremmo uno spazio nostro. Dove giocare, studiare, parlare e sentirci liberi di essere chi siamo”.

Oggi questo sogno non solo ha preso forma, ma continua a crescere. All’interno dello spazio è stata attivata una prima figura di tirocinante, che svolge quotidianamente il proprio percorso formativo accanto ai ragazzi. Questo non solo permette di arricchire la presenza educativa, ma offre ai giovani la possibilità di conoscere da vicino professioni sociali ed educative, ampliando i loro orizzonti.

Parallelamente, sono già operativi i tirocini universitari, che rafforzano la dimensione formativa e creano un ponte tra territorio, studenti e giovani.

Gli adulti, in fondo, hanno fatto una sola cosa: ascoltare.

Da quell’ascolto è nato un progetto scritto da Davide e Alessandra, con il contributo di Mara e Greta e il sostegno del direttore, diacono Domenico Ruzittu.

Domenico sottolinea spesso che non ama definire Casa Giovani un “progetto”, perché questa parola suggerisce qualcosa con un inizio e una fine. La sua speranza è che la struttura diventi una realtà solida e stabile, capace di durare nel tempo e di essere un punto di riferimento per tutti i giovani del territorio.

Casa Giovani non parte da zero: si inserisce nel percorso avviato da Caritas Italiana, che mette al centro i giovani. Come ricorda don Marco Pagniello nel rapporto Giovani in Caritas: tra sogno e realtà (gennaio 2025): “La sfida più grande è contribuire alla costruzione di una Chiesa di prossimità, un luogo in cui ogni giovane trovi spazio per i propri talenti e per le proprie idee, senza la paura di essere giudicato o di fallire”. La Caritas di Tempio-Ampurias raccoglie questa sfida, colmando un vuoto educativo che troppo spesso lascia i ragazzi soli dopo l’oratorio.

Casa Giovani vuole essere un percorso che, dopo la Cresima, li aiuti a crescere, scegliere e riscoprire la fede.

Non un semplice centro ricreativo, dunque, ma una comunità educativa che accompagna i giovani con rispetto, ascolto e responsabilità.

Grazie a questo spazio, i servizi già attivi sono ora rafforzati, ampliati e resi più accessibili:

  • Supporto psicologico per minori e famiglie
  • Orientamento al lavoro e alla formazione
  • Doposcuola, con possibilità di pranzare nell’attesa della partenza del pullman
  • Accompagnamento scolastico personalizzato

Tra i momenti più partecipati e apprezzati dai ragazzi c’è anche il tea time con Rachele Mossa: un appuntamento che alza l’asticella culturale del territorio e ci fa assaporare un’autentica aria British, grazie a una tazza di tè condivisa e a conversazioni ricche, delicate e stimolanti. Uno spazio semplice ma prezioso, in cui i giovani imparano a gustare il valore dell’ascolto, della parola e della cura nelle relazioni.

Casa Giovani non è solo un luogo di ascolto e incontro, ma anche una porta aperta verso nuove possibilità. In quest’ottica, è stata stipulata una convenzione con la piscina comunale, che permetterà ai ragazzi non solo di praticare sport a costi agevolati, ma anche di intraprendere percorsi formativi e conseguire brevetti utili per il futuro, creando reali opportunità di lavoro. Uno dei nostri ragazzi ha già intrapreso questo percorso.

Al tempo stesso, è stata avviata una collaborazione con ASPAL, per favorire un migliore collegamento tra i giovani e il terzo settore, aprendo la strada a esperienze formative, inserimenti lavorativi e progetti di crescita, come quello di Maria Luisa Severini che da poco tempo ha intrapreso un tirocinio formativo presso Casa Giovani.

Sono inoltre stati attivati i tirocini con l’università di Sassari e nuove iniziative che arricchiranno l’offerta educativa di Casa Giovani, rendendola sempre più un punto di riferimento per la formazione integrale delle nuove generazioni.

E questa è solo una parte. È solo l’inizio. Molte altre idee sono già in cantiere per continuare a costruire opportunità reali per i ragazzi.

A cinque mesi dall’apertura, l’equipe di Casa Giovani si è ampliata e altre persone sono pronte a unirsi. Ma due pilastri non cambiano mai: Dio, presenza viva e silenziosa, e i giovani, con le loro fragilità e bellezze. A unirli c’è un filo invisibile: la speranza.

Ogni azione è parte di un disegno più grande: aiutare i ragazzi a conoscersi, scegliere, agire e credere. Come un cubo di Rubik, anche la vita di un giovane è fatta di tante facce, colori e combinazioni: serve pazienza, ascolto e cura per trovare armonia tra tutte le parti.

Casa Giovani vuole essere quel luogo dove, pezzo dopo pezzo, i ragazzi possano rimettere insieme il proprio mosaico interiore, senza fretta e senza pressioni.

Dice Domenico Ruzittu: “Noi educatori siamo i primi chiamati a portare il messaggio di Dio. Non dobbiamo avere paura di restituire il dono che ci è stato affidato, la fede. Non dobbiamo aver paura di nominarlo. Solo così possiamo davvero compiere la nostra missione”.

Il mondo cambia, e con esso cambiano i modi di comunicare con i giovani. Per restare aggiornati sulle attività di Casa Giovani, sono stati aperti un canale WhatsApp e un profilo Instagram.

Attraverso questi, ragazzi e famiglie possono seguire eventi, iniziative e momenti di vita quotidiana. È inoltre disponibile un contatto telefonico, che permette ai ragazzi di comunicare in modo semplice e diretto, anche tramite un messaggio rapido, rendendo l’interazione più smart e immediata. Casa Giovani è questo: un punto di riferimento stabile, giovane come i ragazzi che lo abitano, ma già con un’identità chiara: accogliere, ascoltare e accompagnare. Qui non servono gesti eclatanti: basta esserci, con autenticità, ascolto e fede. Perché i sogni dei ragazzi meritano spazio, voce e futuro.

Scopri di più su www.8xmille.it.

Caritas Italiana / Fuori campo. Lo sguardo della prossimità. Rapporto 2025 su povertà ed esclusione sociale in Italia

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Torna anche quest’anno l’appuntamento con il Rapporto di Caritas Italiana su povertà ed esclusione sociale in Italia, uno degli strumenti più significativi per leggere la realtà del Paese a partire dall’ascolto quotidiano delle persone più fragili e delle comunità.

L’edizione 2025, dal titolo “Fuori campo. Lo sguardo della prossimità”, presentata venerdì 14 novembre alle ore 11.00 a Roma, presso l’Aula Morvillo (ex aula 5) del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi Roma Tre (Via Ostiense, 161-163).

L’incontro si aprirà con i saluti istituzionali della prof.ssa Barbara Annicchiarico, vicedirettrice del Dipartimento, e di mons. Carlo Roberto Maria Redaelli, arcivescovo di Gorizia e presidente di Caritas Italiana.

Seguirà la presentazione dei contenuti del Rapporto, moderata da Walter Nanni (Caritas Italiana). Interverranno il prof. Salvatore Morelli, economista dell’Università degli Studi Roma Tre e membro del Forum Disuguaglianze e Diversità; Raffaella Palladino, vicepresidente della Fondazione Una Nessuna Centomila, insieme a Caterina Boca (Caritas Italiana).

A offrire uno sguardo esterno sarà la giornalista Alice Facchini, mentre le conclusioni saranno affidate a don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana.

L’evento sarà trasmesso in diretta streaming sui canali YouTube e Facebook di Caritas Italiana.

In allegato al sintesi del Rapporto.

Fermo / Disponibile il Report della Caritas Diocesana

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“Grazie all’intervento della Caritas ho potuto trovare una sistemazione abitativa diversa dalla casa di reclusione di Fermo ed iniziare a riprendere in mano la mia vita. Fortunatamente il datore di lavoro ha atteso i tempi della carcerazione e con l’art.21 tutti i giorni mi recavo al lavoro rientrando in carcere alle 18 (semi-libertà)…”

Ho un passato di tossicodipendenza ed ho conosciuto la Caritas di Fermo quando, rimasto senza casa e trascorrendo le notti per strada, un operatore del Sert mi ha accompagnato a fare un colloquio. Sono stato subito accolto ed aiutato, non avevo nulla ed ho ricevuto un tetto, un pasto, dei vestiti e soprattutto delle persone pronte ad ascoltarmi, non mi sono più sentito solo…”.

Queste e tante altre testimonianze nel Report della Caritas Diocesana di Fermo 2025 dove sono riportati i dati relativi alla povertà e bisogni registrati dalla rete Caritas nel corso del 2024.

Il Report intitolato Fili d’erba, gocce di speranza si pone come occasione di riflessione in preparazione della Giornata Mondiale dei Poveri che quest’anno si svolge domenica 16 novembre, oltre che come guida per l’anno pastorale 2025/2026.

In un contesto segnato da crisi geopolitiche, tensioni commerciali e inflazione persistente, la povertà economica coinvolge nella regione Marche e nel territorio Diocesano molte famiglie. Una “ferita ancora aperta”, come testimoniano i dati relativi alla rete dei 24 Centri di Ascolto attivi nel territorio della Diocesi.

Accanto ai dati e alla destinazione dei fondi 8xmille per i tanti progetti di solidarietà, il Report, disponibile qui, contiene numerose testimonianze: quelle dei volontari, dei giovani impegnati nel Servizio Civile e nel progetto Policoro, ed anche interviste a persone aiutate grazie ai progetti ed ai servizi attivi nel territorio. Questi ultimi sono realizzati dalla Caritas con il coinvolgimento di cooperative, enti ed associazioni locali.

Per la direttrice della Caritas Diocesana, Barbara Moschettoni “I dati sono importanti per conoscere la complessità del contesto, ma non sono solo numeri, sono storie e volti di donne e uomini che appartengono alle nostre comunità. Il Report di quest’anno ci consegna storie di persone che ogni giorno incontriamo, e le esperienze di volontari ed operatori che assicurano ogni giorno sostegno e vicinanza. Racconti che si fanno testimonianze concrete di rinascita.”

Nel Report della Caritas Diocesana i focus sono su:

l’attenzione ai giovani
il tema del disagio abitativo
il re-inserimento sociale e lavorativo a favore delle persone con disagio mentale e altre forme di fragilità.

Di questi tre settori vengono evidenziate, oltre alle criticità, le esperienze e gli interventi attuati per far fronte alle difficoltà ed essere vicini alle persone anche grazie all’8xmille destinato alla Chiesa cattolica.

“La Caritas e la Chiesa diocesana – conclude la direttrice – continueranno l’azione di ascolto e di impegno verso i poveri. Grazie alla rete Caritas ed ai volontari ogni giorno vediamo tanti gesti concreti di cura e di vicinanza. Come ricordava Madre Teresa di Calcutta, tante gocce che, insieme, creano un mare di solidarietà e di speranza.”

8xmille / Presidenza CEI: 800mila euro per le emergenze umanitarie in Sudan e Caraibi

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La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha deciso lo stanziamento di 800mila euro dai fondi dell’8xmille, che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, per far fronte e due gravi emergenze umanitarie. Si tratta di 400mila euro per interventi in Sudan e Sud Sudan e 400mila euro per i Paesi dei Caraibi colpiti dall’uragano “Melissa”.

“Questo stanziamento – sottolinea il Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI – dice la volontà della Chiesa in Italia di farsi prossima a tutti, a qualunque latitudine si trovino. Solo pensandoci insieme e nella solidarietà troviamo le soluzioni comuni. Del resto, essere vicini e avere a cuore l’altro sono modi concreti per abbattere le distanze, geografiche e umane, percepirci fratelli e sorelle, costruire ponti. La solidarietà è uno dei nomi della pace, specialmente in questo momento storico in cui ai conflitti presenti si aggiunge lo spettro drammatico delle armi nucleari”.

I contributi, che saranno erogati attraverso Caritas Italiana, in collaborazione con la rete ecclesiale, saranno utilizzati per far fronte alla drammatica situazione del Sud Sudan, in particolare dell’Upper Nile State, aggravata dai recenti scontri e dalla necessità di accogliere rifugiati dal vicino Sudan, e per sostenere le popolazioni caraibiche (Cuba, Haiti, Bahamas e Giamaica), provate da inondazioni estese e da gravi danni infrastrutturali e materiali.

7 novembre 2025

8xmille / Progetto Path: attività e laboratori per riconnettersi

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“Dopo aver lasciato la scuola e un paio di lavori andati male, ero finito a passare le giornate in casa. Mi sono ritrovato in un gruppo dove nessuno ti giudica e dove puoi fare cose concrete: coltivare un orto, cucinare insieme, sistemare un giardino…Sembrano piccole cose, ma a me hanno fatto sentire utile. Gli educatori e i volontari ci ascoltano davvero, e ho ricominciato a credere in me”.

Questa è la testimonianza di Luca, 22 anni, su 8xmille.it e relativa al progetto Path.

L’Associazione Marta Tana, che riunisce le parrocchie dell’area di Castiglione delle Stiviere nell’alto mantovano, ha scelto di dare risposta alle nuove forme di povertà che colpiscono soprattutto i giovani, tra cui le fragilità relazionali e sociali. Nel 2023 nasce così il Progetto Path, un’iniziativa pensata per accompagnare ragazzi e ragazze tra i 16 e i 32 anni in situazione di inattività e disorientamento, ispirandosi alla letteratura sui giovani NEET (Not in Education, Employment or Training).

Path si pone come obiettivo la riattivazione delle risorse personali, offrendo occasioni per rimettersi in cammino nella propria vita, attraverso relazioni significative e attività concrete. Al centro del progetto c’è un’idea semplice ma potente: per ritrovare fiducia in sé e negli altri, serve un ambiente accogliente, in cui il giovane possa sentirsi ascoltato, coinvolto e valorizzato.

Il progetto propone, quindi, attività di gruppo a carattere laboratoriale e pratico, accompagnate da educatori e volontari, in un clima protetto e stimolante. Seguendo le dinamiche gruppali e le esigenze di ogni singolo, le attività settimanali si concentrano su attività pratiche legate alla stagione, attività verso la comunità, laboratori con professionisti ed infine esperienze in tempi più distesi.

A partire dal prossimo autunno, il progetto si amplierà nell’ambito della prevenzione con un’aula studio che coinvolgerà i giovani a rischio di abbandono scolastico.

Newsletter 8xmille / Con una firma si contribuisce a realizzare percorsi di riconciliazione e di pace

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«La pace sia con tutti voi», con queste parole Papa Leone XIV ha inaugurato il suo pontificato, ricordandoci che la pace del Cristo Risorto è disarmata e tenace.

In un tempo segnato da violenza e conflitti – oggi se ne contano ben 57 in 92 Paesi – il Papa ci invita a non cedere all’impotenza, ma a costruire ponti, dialogare, cercare soluzioni fondate sulla promozione e la dignità della persona. La pace può cominciare da ciascuno di noi.

Destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica è un gesto semplice ma concreto: a Tunisi si promuove l’educazione alla pace e alla mondialità attraverso percorsi interattivi; in Sud Sudan – sconvolto da una guerra che ha generato una delle peggiori crisi umanitarie al mondo – si formano insegnanti per dare futuro ai giovani; a Trapani si accolgono famiglie ucraine in fuga dalla guerra; Mons. Giuseppe Baturi, Segretario Generale della CEI, ha annunciato insieme al Patriarcato Latino di Gerusalemme, il Card. Pierbattista Pizzaballa, la costruzione di un ospedale a Gaza. Il progetto, finanziato con i fondi 8xmille alla Chiesa cattolica, offrirà cure mediche e speranza in una zona segnata da gravi emergenze umanitarie.

Tutto ciò è possibile grazie a chi sceglie di esserci. È la forza di una firma.

Questa ed tante altre notizie si possono ricevere iscrivendosi alla Newsletter 8xmille, per rimanete sempre aggiornati sui progetti 8xmille e sulle altre attività che questi fondi contribuiscono a far nascere e sostenere per il bene di tutti.

 

8xmille / Il Seminario diocesano «San Filippo Neri» di Nardò torna alla comunità

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Lo scorso 29 ottobre dopo lunghi e profondi lavori di ristrutturazione si è tenuta la cerimonia di riapertura e benedizione del Seminario diocesano di Nardò. L’intervento straordinario, che ha rinnovato l’immobile nella sua funzionalità e nell’aspetto, è stato finanziato con i fondi dell’8xmille e, in parte, grazie a risorse proprie della diocesi Nardò-Gallipoli.

Si legge sul sito della diocesi (a cura di don Roberto Tarantino, direttore Ufficio Comunicazioni sociali. Portavoce della Diocesi):

«Dopo anni di attesa e di impegno, vedere il Seminario tornare a vivere è una gioia profonda per tutti noi — afferma don Angelo Casarano, rettore del Seminario diocesano. — Questo risultato è frutto di un lavoro condiviso, con don Stefano Manta e don Luca Albanese, insieme a quanti, in tempi e modi diversi, hanno camminato prendendosi cura di questo luogo. Anche chi oggi svolge altri servizi nella diocesi resta parte di questa storia di grazia che ora possiamo contemplare come un dono compiuto per tutta la nostra Chiesa».

Alla cerimonia hanno partecipato il Vescovo Monsignor Fernando Filograna, la vicesindaca Maria Grazia Sodero e autorità religiose e civili. «Questo momento – sono le parole del Vescovo Filograna – ci riempie di gioia e gratitudine. Il Seminario è la casa del cuore della nostra Chiesa. Rivederlo rinnovato e pronto ad accogliere nuove vite e nuove speranze è un dono grande per tutta la diocesi. Che questa casa – è l’auspicio – resti sempre segno di comunione, di fraternità e amore per Cristo e per il suo popolo».