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Sviluppo dei popoli / L’8xmille per i giovani: in 25 anni 5.000 progetti in oltre 100 Paesi

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Il Giubileo dei Giovani, che si svolge dal 28 luglio al 3 agosto, è un’occasione per incontrarsi, ascoltarsi reciprocamente, riflettere e condividere percorsi di speranza, con ragazze e ragazzi provenienti da tutto il mondo. In un quadro demografico globale, che vede da un lato la diminuzione dei tassi di natalità e dall’altro l’aumento dell’aspettativa di vita, l’età mediana è oggi di 30 anni, ed entro il 2100, secondo le proiezioni delle Nazioni Unite, supererà i 40. La stragrande maggioranza dei giovani tra i 16 e i 24 anni vive nei Paesi in via di Sviluppo con un’accentuata diversità tra aree rurali e metropoli, e tra contesti tradizionali e globalizzati.

In questi Paesi la Chiesa italiana, tramite il Servizio per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli, grazie ai fondi dell’8xmille, continua a sostenere l’istruzione e la formazione dei giovani.

Negli ultimi 25 anni con 525 milioni di euro sono stati finanziati quasi 5.000 progetti specifici, in oltre 100 Paesi. Piccole luci di speranza. Come quelle che si accendono in India, nella Scuola Shenbagam di Pollachi, gestita dai Padri Agostiniani. “Alla Shenbagam School – dice Gamesh – studiamo tutti insieme come una sola famiglia. Non c’è discriminazione basata sulla casta, la religione o l’origine sociale. Studenti provenienti da ogni condizione sociale, ricchi e poveri, di caste e comunità diverse, sono accolti qui a braccia aperte. Un esempio di unità nella diversità che ci dà il coraggio di sognare in grande e la forza di credere in noi stessi”. “Ciò che rende davvero speciale la nostra scuola – aggiunge – è la possibilità di ricevere un’educazione inclusiva e integrale. Non ci vengono solo insegnate le materie scolastiche, ma ogni giorno si rafforzano i nostri valori mettendo in pratica uguaglianza, solidarietà, servizio, onestà e unità”.

Speranze concrete di cambiamento, in situazioni complesse. È ciò che avviene anche nell’est del Ciad dove sono accolti, in oltre 30 campi, tra i 650mila e 800mila profughi sudanesi e sfollati ciadiani fuggiti dalla guerra. Qui la Caritas diocesana di Mongo e la Federazione delle Banche di Cereali del Guerà (FBCG), da decenni, si impegnano in attività di sviluppo e tutela dell’ambiente che coinvolgono i giovani locali. Il degrado ambientale, e in particolare l’erosione dei terreni coltivabili, a causa dei cambiamenti climatici e del sovraffollamento del territorio, si è rivelato molto più rapido degli interventi di rimboschimento e così si è pensato di costruire dighe anti-erosive. “Durante i lavori di costruzione di tre dighe – dice fratel Fabio Mussi del PIME e della Caritas di Mongo – abbiamo dialogato con i venti giovani che hanno seguito la formazione ed eseguito i lavori. Tutti si sentivano orgogliosi di poter fare qualcosa di utile e che sarebbe durato nel tempo”. Come Fatimata, una giovane sudanese rifugiata di 23 anni, che ha perso con la guerra il padre e due suoi fratelli più grandi: “fra qualche anno, quando i miei 3 figli saranno grandi, mostrerò queste dighe e gli dirò che c’ero anch’io a costruirle”. Anche Hamhat, un giovane abitante del villaggio di 25 anni di etnia “massalit”, racconta:” quando il capo villaggio mi ha proposto di venire ad imparare a costruire le dighe in pietra stavo per partire alla ricerca dell’oro nelle miniere più a nord in cerca di un avvenire migliore. Adesso che ho imparato a costruire le dighe con le mie mani e con le nostre pietre ho capito che posso realizzare qui qualcosa di utile e duraturo per me, per la mia famiglia, per la mia comunità”.

Storie di vita in cui le parole di Papa Leone XIV si concretizzano, comprendendo che “unendoci in amicizia, costruendo comunità, anche noi possiamo trovare il vero significato della nostra vita…”. Ritrovandoci “come amici, come fratelli e sorelle, in una comunità, in una parrocchia, in un’esperienza di vita vissuta insieme nella fede, possiamo scoprire che la grazia del Signore, l’amore di Dio, può veramente guarirci, può darci la forza di cui abbiamo bisogno, può essere la fonte di quella speranza di cui tutti abbiamo bisogno nella nostra vita”.

San Benedetto del Tronto / L’invito della Caritas diocesana a vivere una cena per condividere i frutti della solidarietà del progetto 8xmille “La terra agli ortolani”

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Ci sarà anche il Vescovo Gianpiero Palmieri alla cena che si terrà la sera del 24 luglio, dalle 20.30, presso il cortile della Caritas diocesana di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto. Come viene spiegato in un articolo pubblicato dal settimanale diocesano “L’Ancora” online, l’evento sarà l’occasione per presentare i primi risultati del progetto “La terra agli ortolani”, iniziativa promossa quest’anno dalla Caritas grazie ai fondi dell’8xmille. Nato con l’obiettivo di offrire nuove opportunità a persone in difficoltà, il progetto ha dato vita a un orto solidale dove, attraverso la formazione e il lavoro agricolo, si promuove non solo il sostentamento, ma anche la dignità e la crescita personale.

«Il lavoro non è soltanto un mezzo per vivere, ma un’opportunità per costruire una società più giusta e fraterna», spiegano dalla Caritas, richiamandosi alla Gaudium et Spes (35).

L’intento è ora quello di avviare, già dal mese di agosto, la vendita dei prodotti coltivati, direttamente presso la sede della Caritas diocesana.

Diocesi di Nuoro / Su “L’Ortobene” focus dedicato all’8xmille

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Il settimanale diocesano “L’Ortobene” ha pubblicato sul foglio centrale del numero 25 del 6 luglio il rendiconto delle opere realizzate in Diocesi grazie ai fondi dell’8xmille: oltre ai numeri la descrizione degli interventi già conclusi e di quelli in programma, i professionisti e le imprese mobilitati oltre a una riflessione dell’economo diocesano.

Ogni anno la diocesi di Nuoro con i fondi dell’8xmille distribuiti dalla CEI riesce a mettere in movimento un motore che solamente nel 2024 ha fatto funzionare con 518.720 euro liturgia, centri pastorali, oratori, beni culturali, curia diocesana e manutenzione edilizia di culto; e con 492.100 euro il complesso delle opere caritative che rendono la vita meno gravosa a centinaia di poveri ed emarginati.

È un 8xmille che – a volte in sinergia finanziaria con Comuni, diocesi, parrocchie e in un caso anche con la Regione – tra l’anno scorso e il 2025 ha aperto 10 cantieri, soprattutto edili. La diocesi ha sostenuto direttamente tre progetti per una spesa di 215.000 euro.

Caritas di Mondovì / Progetti 8xmille che aiutano a trovare casa e lavoro, per ridare dignità alle persone “fragili”

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Sul settimanale diocesano del Fossanese, lafedeltà.it, il racconto di due progetti della Caritas diocesana di Mondovì per il 2025, finanziati in buona parte dai fondi 8xmille “Cei-Caritas Italiana”, che cercano rispettivamente di ovviare al disagio abitativo e di promuovere l’inserimento o il reinserimento nel lavoro come veicolo di dignità per le persone “fragili”.

Si legge, tra l’altro, come l’offerta abitativa sia insufficiente: si assiste alla penuria di alloggi pubblici disponibili ed emerge una scarsa propensione dei privati ad affittare a chi non fornisce le garanzie auspicabili (reddito, contratto di lavoro, affidabilità …).

Il termometro di tale povertà lo danno la quantità di alloggi sfitti (nella sola Mondovì il Comune li quantifica in 3.200) e l’impennata degli sfratti nel “privato”. Gli effetti emergono al Centro di ascolto diocesano Caritas: nel 2024 delle 734 persone/famiglie incontrate circa il 30% avevano un’emergenza abitativa:

  • perché, pur avendo lavoro, magari a tempo indeterminato, non trovano una locazione, soprattutto se si è giovani o stranieri, se si hanno figli;
  • perché, a causa della discontinuità nell’impiego, hanno necessità di aiuto per affitti, spese condominiali e utenze;
  • per uno sfratto già esecutivo o in itinere;
  • perché occupano case malsane o senza servizi (quali luce, riscaldamento, acqua potabile).

Dalle parrocchie arrivano segnalazioni analoghe.

Queste ragioni hanno motivato il progetto “Obiettivo Casa” della Caritas diocesana in collaborazione con la Città di Mondovì e il Consorzio per i Servizi Sociali, sostenuto da fondi CEI 8xmille 2025: mira ad aiutare chi soffre per il disagio abitativo a trovar casa.

I servizi offerti comprendono l’accoglienza abitativa per situazioni di emergenza, l’orientamento alle risorse del territorio, la consulenza sui contratti di locazione e di mutuo, la mediazione con le agenzie immobiliari e con i proprietari di case.

Il progetto, inoltre, aspira a tentare vie percorribili per fornire garanzie di affidabilità ai locatari in difficoltà, tali da indurre i proprietari a superare la diffidenza e ad affittare.

“Lavori in corso – Un ponte verso l’autonomia”

Prosegue inoltre l’impegno della Caritas diocesana – con l’Ufficio della Pastorale Sociale e del Lavoro, grazie a fondi CEI 8xmille, a risorse diocesane e a contributi del Comune di Mondovì e del Consorzio per i Servizi Socio-Assistenziali del Monregalese – nel supportare l’inserimento lavorativo di persone “fragili”, maggiormente esposte all’impoverimento per la difficoltà ad ottenere e a mantenere un’occupazione.

8xmille sviluppo dei popoli / Foyer Universitaire Saint Paul: COE ETS investe nell’educazione in Congo

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Un piccolo centro formativo a Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo, si sta rivelando una vera e propria fucina di futuro. È il Foyer Universitaire Saint Paul, un progetto nato nel 2009 grazie all’Associazione Centro Orientamento Educativo ETS (COE ETS), che da oltre sessant’anni promuove cultura, dialogo e solidarietà tra Nord e Sud del mondo. In Congo, l’associazione è attiva da tempo, ma è con questo progetto che ha voluto lasciare un’impronta duratura e trasformativa.

A rendere possibile il progetto è un finanziamento quinquennale (2022-2026) della Conferenza Episcopale Italiana, pari a 578.597 euro, attraverso il fondo dell’8xmille. Fondamentali anche i contributi di Credito Artigiano, Fondazione Banca del Monte di Lombardia, Fondazione Cariplo e della realtà partner locale CENASC.

Un’opportunità concreta per cambiare il destino dei giovani congolesi. L’articolo completo di Prashanth Cattaneo su gente.it pubblicato lo scorso 8 luglio.

8xmille / Con FOCSIV si coltiva la pace: agricoltura e futuro nella Piana di Ninive

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Su gente.it tutti i particolari di questo intervento della FOCSIV. Siamo nella Piana di Ninive, a nord-est di Mosul, là dove solo pochi anni fa imperversava la violenza del gruppo Stato islamico, oggi si coltiva pace. E lo si fa con le mani nella terra, nelle serre che producono fragole, cetrioli e cavoli: frutti di un lavoro quotidiano che restituisce dignità, reddito e speranza a decine di famiglie. Nel distretto di Hamdaniya, un territorio martoriato dai conflitti, si sta scrivendo una nuova pagina per l’Iraq. Lo raccontano le voci di chi abita queste terre: contadini, madri, giovani uomini e donne che hanno scelto di restare, o di tornare, per ricostruire. Nessun proclama ufficiale, ma un tessuto fatto di gesti semplici, faticosi, eppure fondamentali.

«Ogni germoglio è come un nuovo figlio», dice Noura, una giovane agricoltrice che ha sfidato i pregiudizi della sua comunità per lavorare nelle serre. È una dei 60 beneficiari del progetto Percorsi di pace e di dialogo fra le comunità del Kurdistan iracheno e in Iraq, promosso da Focsiv, la federazione delle ONG di ispirazione cristiana, in collaborazione con Celim e l’arcidiocesi siriaco-cattolica di Mosul. Il progetto è finanziato dall’8xmille alla Chiesa cattolica, risorsa chiave per realizzare iniziative concrete nei territori più fragili.

Sviluppo dei popoli / Come l’8xmille a Lusaka può cambiare la vita di migliaia di ragazzi vulnerabili che vivono in strada

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Bambini e adolescenti dimenticati, costretti a sopravvivere in condizioni disumane, sperimentano per la prima volta i benefici dell’ascolto e dell’inclusione grazie ai volontari di Celim.

Tutti i particolari in questo articolo pubblicato su gente.it a firma di Davide Raffa.

Vivono nascosti nei canali fognari, nei rifugi di fortuna, nei margini più oscuri delle città. Sono i ragazzi di strada di Lusaka, capitale dello Zambia. Bambini e adolescenti dimenticati, costretti a sopravvivere in condizioni disumane, senza accesso all’acqua pulita, a cure mediche o a una rete di protezione. Esposti a violenze, abusi e malattie, molti di loro fuggono da contesti familiari segnati da povertà, maltrattamenti o dalla perdita dei genitori.

Per cercare di invertire questo destino, è nato «Promuovere l’inclusione sociale dei giovani più vulnerabili nell’Arcidiocesi di Lusaka», progetto promosso da CELIM con il sostegno dell’Unione europea e il contributo dei fondi dell’8xmille della Chiesa cattolica italiana.

CEI / Disponibile il Rendiconto 2024 dell’8xmille

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Come stati utilizzati i fondi dell’8xmille destinati alla Chiesa cattolica nel 2024? Lo spiega il Rendiconto disponibile online che “non si limita a registrare cifre e percentuali, ma racconta volti, storie, scelte di prossimità e speranza”. “Noi non abbandoniamo nessuno non è uno slogan, ma la sintesi di un’intenzione profonda che orienta il cammino della Chiesa in Italia”, sottolinea Mons. Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari e Segretario Generale della CEI. “Le persone – osserva – non sono numeri né strumenti di strategie, ma volti, storie, figli e figlie di Dio. A loro guarda, con amore preferenziale, la Chiesa: a chi soffre per la povertà, la guerra, l’ingiustizia, a chi è invisibile o scartato”.

In maniera organica – attraverso dati, testimonianze e graficiviene spiegato come le risorse sono state impiegate nei tre ambiti previsti dalla legge: culto e pastorale, interventi caritativi in Italia e nei Paesi in via di sviluppo e sostentamento dei sacerdoti.

“Pubblicare il Rendiconto non è solo adempiere a un obbligo di legge, ma è testimoniare una scelta: quella di una gestione vigilante, sobria, orientata al bene comune”, sottolinea il Segretario Generale ricordando che “ogni progetto viene valutato con rigore e attenzione, secondo criteri di efficacia, impatto, coinvolgimento delle comunità locali – specialmente dei più poveri –, sostenibilità economica e ambientale”. Ecco allora che “illustrare con chiarezza come sono stati impiegati i fondi ricevuti significa corrispondere a una fiducia ricevuta, ma soprattutto vuol dire affermare una visione di Chiesa che, anche attraverso la cura delle risorse, si fa più trasparente, maggiormente animata dalla comunione corresponsabile, più vicina”.

Concretamente, attraverso l’8xmille, si restituisce dignità a chi è ai margini, si sostiene chi opera nei territori e negli ambienti di vita e di lavoro, si incoraggia il cammino delle comunità cristiane anche oltre i confini nazionali”, afferma Mons. Baturi, evidenziando che “l’obiettivo –non è solo soccorrere, ma promuovere”. “È insufficiente una logica di mera assistenza; occorre – conclude – un’azione che generi protagonismo, responsabilità condivisa, sviluppo umano integrale”.

CEI / Ripartizione e assegnazione delle somme derivanti dall’8xmille dell’IRPEF per il 2025

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La 80ª Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana ha preso atto che, come comunicato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (1), la somma relativa all’8xmille dell’IRPEF assegnata alla Chiesa cattolica per il 2025 risulta pari ad euro 1.014.987.405,48 determinati da euro 1.053.268.335,86 a titolo di anticipo per l’anno in corso, ed un conguaglio sulle somme riferite all’anno 2022 di euro -38.280.930,38. Considerate le proposte di ripartizione presentate dal Consiglio Permanente, sono state approvate le seguenti assegnazioni: 

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(1) I dati trasmessi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze nell’anno 2024 e relativi alle dichiarazioni dell’anno 2022 (redditi 2021) indicano che la percentuale delle scelte a favore della Chiesa Cattolica è stata pari al 69,51% (-0,83% rispetto all’anno precedente).
(2) Alle Diocesi per le “esigenze di culto e pastorale” è ulteriormente destinata la somma di euro 56,336 milioni prelevandola dal Fondo “a futura destinazione per le esigenze di culto e pastorale e per gli interventi caritativi” costituito dalla 51ª Assemblea Generale.

Comunicato stampa in allegato.

8xmille per lo sviluppo dei popoli / A servizio degli ultimi e del bene comune

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Movimenti, Associazioni e nuove Comunità, che il 7 e l’8 giugno celebrano il loro Giubileo, giocano un importante ruolo a sostegno di quanto Diocesi, Congregazioni religiose e realtà ecclesiali riescono a fare, nei diversi contesti e nei diversi continenti accanto ai più poveri e meno tutelati. Una collaborazione preziosa sperimentata concretamente anche nei 458 progetti che la Chiesa italiana, tramite il Servizio per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli, grazie ai fondi dell’8xmille, ha potuto realizzare nel 2024 in 68 Paesi con oltre 83 milioni di euro.

“È particolarmente prezioso il vostro impegno di movimenti e associazioni popolari, che concretamente e ‘dal basso’, in dialogo con tutti e con la creatività e genialità che nascono dalla cultura della pace, state portando avanti progetti e azioni al servizio concreto delle persone e del bene comune. In questo modo voi generate speranza”, ha detto Papa Leone XIV rivolgendosi ai circa 300 delegati rappresentanti di associazioni e movimenti ricevuti nella sala Clementina. Si tratta di organismi che hanno partecipato ad Arena di pace, evento che si è svolto a Verona il 18 maggio 2024, tappa importante nel cammino condiviso di ricerca della giustizia e della pace.

Tra questi c’era il Movimento dei Focolari che tramite Amu (Azione per un Mondo Unito), organismo di cooperazione internazionale, ha avviato in Burundi un’azione congiunta con l’associazione locale Casobu (Cadre Associatif des Solidaires du Burundi). Il progetto “Acqua fonte di vita e di sviluppo a Cibitoke“, grazie anche al sostegno CEI, con la costruzione di una rete di approvvigionamento di acqua potabile sull’asse Rubirizi-Rukana di oltre 20 km apre una nuova fase per fornire accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici di base nei comuni di Mugina e Rugombo della provincia di Cibitoke. Il coinvolgimento delle comunità locali – famiglie, responsabili amministrativi, parrocchie e altri partner – sin dall’inizio, nell’identificazione delle priorità, e poi nell’esecuzione dei lavori è fondamentale. Così come la formazione di comitati locali per la cura e conservazione delle sorgenti e per la manutenzione delle infrastrutture realizzate. Sono previste inoltre attività per sensibilizzare e aiutare i beneficiari a strutturarsi in una mutua sanitaria di comunità o unirsi a mutue sanitarie di comunità esistenti, per poter avere accesso all’assistenza sanitaria. Cambiamenti possibili grazie proprio alla sinergia tra associazioni che assicura l’incontro di volti e di storie, con il coinvolgimento e il protagonismo dei destinatari. E apre così cammini condivisi.

Mons. Tonino Bello parlava della “ricerca del volto” del prossimo come di un fondamentale allenamento alla pace che consente di seminare speranza anche nei terreni più difficili. Come i volti di Noura, Yasser e Sabri, che con il progetto Altaeyush, in Iraq, nel distretto di Hamdaniya nella piana di Ninive, hanno avuto l’opportunità di ricominciare grazie alla costruzione di 20 serre che stanno dando nuova dignità a loro e alle loro famiglie colpite da anni di conflitti. Il progetto è portato avanti dalla FOCSIV-Volontari nel Mondo, insieme a 4 organismi soci della Federazione e due organizzazioni locali HRNO e SOAED. Altaeyush in arabo significa convivenza tra culture e religioni diverse nel “rispetto dell’altro”, nasce dalla volontà di mettere in atto processi comunitari integrati e multidimensionali di inclusione e coesione socioeconomica. Per Noura, Yasser e Sabri il progetto ha rappresentato non solo un’opportunità economica, ma anche una rinascita personale e comunitaria. Hanno ricevuto formazione, strumenti e supporto per avviare la coltivazione in serre condivise. “Fino a pochi mesi, fa le condizioni climatiche e la mancanza di strumenti agricoli rendevano quasi impossibile la coltivazione della terra – dice Khudhur Mulla Ahmed Direttore dell’Associazione degli agricoltori – Oggi invece, grazie alla costruzione delle serre, gli agricoltori possono produrre ortaggi sani e in modo sostenibile tutto l’anno. Aumentando il proprio reddito e garantendo un futuro più sicuro ai propri figli”. Piccoli semi che però possono generare speranza se, come ha auspicato papa Leone XIV, sono “presenti dentro la pasta della storia come lievito di unità, di comunione, di fraternità”.