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8xmille / Card. Zuppi: “dal 1990 sostenuti migliaia di sacerdoti e realizzati migliaia di progetti sociali sul territorio e nei Paesi poveri”

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Grazie all’8xmille, dal 1990 a oggi, la Chiesa cattolica non solo ha potuto sostenere migliaia di sacerdoti che certamente svolgono compiti pastorali, ma che sono sempre anche il primo riferimento per chi ha bisogno di aiuto e conforto, indipendentemente dall’orientamento religioso. Educano i ragazzi, offrono assistenza alle famiglie in difficoltà, agli ammalati, agli anziani soli, ai poveri e agli emarginati. Ma l’8xmille è anche molto di più: ha permesso di realizzare migliaia di progetti, diffusi in modo capillare sul territorio, che si contraddistinguono per la forte rilevanza sociale, il sostegno attivo all’occupazione, la tutela del patrimonio storico-culturale e artistico, la promozione dello sviluppo nei Paesi più poveri”. Lo afferma il Card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della CEI, in un’intervista sull’ultimo numero de La Civiltà Cattolica in uscita sabato e anticipato al Sir (1 febbraio).

Conversando con il direttore p. Nuno da Silva Goncalves e con Simone Sereni, Zuppi ha precisato: “Aiutiamo davvero, e tanto, a restare, a non partire, cosa possibile solo se crei opportunità di lavoro, di studio. Sul sito www.8xmille.it vi è un rendiconto aggiornatissimo di dove vanno a finire i soldi. Certo, è vero che le somme derivanti dall’8xmille sono in diminuzione, per svariate ragioni, e questo dispiace, soprattutto per il bene che si vorrebbe fare, ma che non si riesce a fare”.

Frutti dell’8xmille sono anche “mense della carità, l’aiuto offerto in situazioni di povertà e di emarginazione, i volti e le storie di persone che potrebbero essere quelli di chiunque, perché la Chiesa non fa distinzione: accoglie tutti coloro che sono nel bisogno, semplicemente perché sono nel bisogno”.

Caritas Udine / Con l’8xmille avviati 29 progetti di risposta alla povertà

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Quasi 100mila pasti erogati dalla mensa diocesana “La Gracie di Diu”, ottocento richiedenti asilo e rifugiati accolti, compresi numerosissimi ucraini in fuga dal conflitto, quattrocento volontari impegnati nelle varie opere, centotrentadue impiegati. Sono solo alcuni dei numeri che definiscono l’attività del Centro Caritas dell’arcidiocesi di Udine – il “braccio operativo” della Chiesa udinese sul versante della carità – pubblicati nel bilancio sociale 2022 dell’organizzazione di volontariato. Contestualmente alla presentazione del bilancio del Centro Caritas sono stati presentati anche i bilanci sociali di Missiòn Odv (l’organismo operativo a supporto del Centro missionario diocesano) e dell’Opera diocesana Betania (una rete di cinque strutture di accoglienza per persone, anche molto giovani, in situazione di disagio sociale).

“Tali attività – ha affermato l’Arcivescovo, Mons. Andrea Bruno Mazzocato – hanno un certo peso e un significato particolare per tanti aspetti, accomunati dall’attenzione alle povertà e fragilità. La Caritas è una delle dimensioni della pastorale diocesana. Ma non solo: per certi versi quello della Caritas è un compito sussidiario rispetto all’amministrazione pubblica, con un grosso contributo offerto in maniera quasi sempre riservata”.

I 29 progetti e servizi censiti nel bilancio sociale del Centro Caritas sono raggruppati negli ambiti dell’accoglienza, del supporto nell’emarginazione, della promozione e del servizio giovanile, senza dimenticare lo sviluppo di progettualità specifiche. A essi si aggiunge il servizio di osservatorio sulle povertà, in rete con le altre diocesi della Regione. Qui l’editoriale “Sempre con gli ultimi” di don Luigi Gloazzo – Direttore Caritas Udine e Centro Missionario diocesano.

I dodici centri di ascolto, dislocati in tutto il territorio diocesano, nel 2022 hanno registrato 2.175 accessi, con un aumento considerevole – in percentuale – di anziani ultrasessantacinquenni. Nel solo centro di ascolto di via Treppo, a Udine, si sono contati 868 accessi, il 54% dei quali nel 2022 ne ha varcato la soglia per la prima volta. A essere sostenute sono prevalentemente donne (60% a Udine, 64% nell’intero territorio dell’arcidiocesi) e persone non italiane (79% a Udine). La Mensa diocesana di via Ronchi, a Udine, nel 2022 ha erogato quasi 97mila pasti a 862 persone, per lo più in condizioni di difficoltà lavorative. Circa 19mila i pasti destinati a profughi ucraini.

Sul versante dell’immigrazione, invece, il Centro Caritas è attivo con due progetti di Sai, che nel 2022 tra Tolmezzo e Cividale hanno ospitato esattamente 100 richiedenti asilo. Ben 794 le persone accolte nei progetti Cas: Pakistan e Bangladesh sono le provenienze più numerose, eccetto i 372 profughi ucraini ospitati in 35 unità abitative.

La trentina di servizi è sostenuta da una struttura finanziaria che nel 2022 è costata oltre 7 milioni e 200mila euro, coperti per lo più con contributi da enti pubblici e soggetti privati tra i quali figura anche l’8xmille alla Chiesa cattolica.

L’Associazione Opera diocesana Betania onlus nel 2022 ha ospitato 87 persone nelle cinque sedi di Paderno, Beivars, Caneva di Tolmezzo, Trivignano e Zompicchia. Persone per lo più in cammino di contrasto alla dipendenza da sostanze stupefacenti, ma ci sono anche ospiti in condizione di disagio psichico o disabilità. Non mancano, tra le accoglienze, migranti e persone in condizioni di esclusione sociale.

Particolarmente significativa, infine, è la rete che ha consentito a Missiòn Odv di mantenere e attivare progetti di cooperazione con Chiese sparse nei diversi continenti, operanti talvolta in aree di conflitto.

Migranti / L’impegno della Chiesa italiana nell’accoglienza e nell’integrazione

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In un approfondimento del Sir, a cura di Filippo Passantino, si descrivono alcuni esempi significativi di come la CEI, ogni anno, finanzia grazie all’8xmille numerosi servizi nei territori per sostenere le persone migranti che, arrivate in Italia, non hanno nulla. Da un posto letto a un pasto, passando per servizi di orientamento al lavoro.

Qui l’articolo originale, pubblicato il 2 dicembre, che vi proponiamo anche di seguito.

Un alloggio, un aiuto a trovare lavoro, un pasto. La Chiesa italiana dedica da sempre attenzione e servizi ai migranti nei territori, attraverso le proprie braccia operative. Lo ha fatto anche nell’ultimo anno. Da Nord a Sud, sostenendo progetti e iniziative attraverso i fondi dell’8xmille per rendere umane condizioni di vita, a volte, impossibili da sopportare. Si va dalle case per l’accoglienza delle donne straniere con i propri figli alle mense per fornire un pasto a chi vive condizioni di profonda povertà fino ai servizi di orientamento al lavoro. Occhi capaci di vedere dove si guarda, orecchie attente ai bisogni di chi è in difficoltà e mani tese per fornire un aiuto senza distinzioni di sorta.

Diffuso in tutta Italia, ad esempio, è il servizio della mensa per le persone migranti più povere. Come la mensa sociale San Lorenzo, un progetto promosso dalla Caritas di Tivoli attivo da otto anni, aperta tutti i giorni a pranzo e in grado di garantire 60/70 pasti ogni giorno anche a persone migranti, come avviene in tante altre mense Caritas attive in tutta Italia, da Firenze a Palermo.

L’accoglienza dei migranti. Un modello di accoglienza è “La Casa degli aquiloni”, un’opera-segno sviluppata negli ultimi anni dalla Caritas diocesana di Brindisi. Apre le sue porte a famiglie straniere in disagio abitativo. È nata per generare nuove esperienze di accoglienza diffusa e sostegno alle famiglie più fragili di migranti. Il progetto “Emmaus”, a Treviso, è rivolto a circa 25 persone senza dimora (soprattutto migranti) e si svolge nella Casa della Carità nata con i suoi servizi di accoglienza da precedenti progettualità finanziati con fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica. All’interno della casa è presente il Centro di ascolto diocesano dove avviene il primo colloquio e i successivi momenti di accompagnamento. Il percorso che si vuole intraprendere è quello di creare un servizio di orientamento alle risorse presenti sul territorio. La gestione operativa è affidata all’associazione Servitium Emiliani Onlus.

A Saluzzo, in provincia di Cuneo, è attivo il progetto “Habitat”: Casa Santa Chiara è un co-housing di donne migranti, anche con figli, a cui si offre un accompagnamento orientato al reinserimento sociale, attività laboratoriali e corsi di lingua per le donne straniere. Casa Mons. Bona e Casa Madre Teresa sono destinate all’accoglienza dei migranti stagionali, impegnati nella raccolta in agricoltura. Il progetto “Non solo casa” è un insieme di servizi di accoglienza per soggetti in grave marginalità, soprattutto migranti, a Cremona. Il dormitorio notturno offre 60 posti letto con servizio doccia, lavanderia, pasto caldo. Le Case dell’Accoglienza, due strutture, sono destinate a soggetti soli o nuclei familiari con parti comuni condivise. Diversi appartamenti (12) in housing sociale temporaneo a circa 30 persone. Due di questi in via sperimentale saranno destinati a persone con problemi di salute mentale in collaborazione con un servizio di psichiatria leggera.

L’orientamento al lavoro. Uno dei passi fondamentali nell’integrazione è il servizio di orientamento al lavoro. A Latina è attivo il progetto “Lavoro e dignità del lavoro”, pensato per condurre azioni a supporto delle persone e dei loro bisogni. Per i migranti è stato aperto in particolare uno sportello contro lo sfruttamento lavorativo in agricoltura, presso il presidio Caritas di Borgo Hermada – Terracina: offre orientamento ai servizi e tutela legale dei migranti impegnati nelle aziende agricole del territorio. Contro il caporalato è stato pensato il progetto “Liberi di sognare”, a Tursi. Ha previsto l’attivazione di uno sportello specializzato nel contrasto di questo fenomeno e nell’accompagnamento di quanti vivono una condizione di sfruttamento lavorativo. Si formano gli operatori Caritas sulle specifiche questioni in modo da poter avviare interlocuzioni con i produttori, garantire risposte ai bisogni. Si lavora anche in ambito culturale, coinvolgendo i datori di lavoro e le comunità dei territori in eventi di sensibilizzazione ed animazione. Destinatarie sono cento persone migranti.

L’attenzione alle donne e ai ragazzi. Un insieme di servizi di accoglienza diffusa per circa 20 persone senza dimora lo fornisce a L’Aquila il progetto “Una casa per ripartire: insieme a noi”. Un’accoglienza in 3 strutture: “Casa Abbraccio” per 8/10 persone senza dimora; “Casa giovani” a Pettino, per l’accoglienza di 8/10 giovani (maggiorenni, anche migranti) usciti dal circuito assistenziale protetto, in condizioni di vulnerabilità per l’assenza di percorsi efficaci di tutela; “Casa Beehive” per uomini in cerca di occupazione. Sono previsti anche 5 tirocini formativi. La gestione è affidata alla Confraternita del Preziosissimo Sangue Sparso. A Tivoli, è attiva “Casa Santa Chiara”, una struttura di accoglienza per 6 donne sole o con figli a carico, anche migranti, con una permanenza media di 8/10 mesi. Il progetto prevede un accompagnamento all’autonomia abitativa e lavorativa, favorendo il reinserimento sociale. La gestione è affidata, anche in questo caso, dalla Caritas diocesana. “Mai più soli” è un Centro di prima accoglienza per la grave emarginazione finanziato a Postiglione (Salerno): ospiterà 15 donne e uomini senza dimora, migranti. Si realizzano progetti personalizzati finalizzati al recupero psico-sociosanitario. La gestione è affidata alla cooperativa sociale “Al tuo fianco”. Si forniranno agli ospiti servizi di orientamento lavorativo, segretariato sociale e consulenza legale.

Un corso di lingua italiana. Un altro strumento fondamentale, in ottica integrazione, è la lingua. Da questa considerazione nasce a Venezia “Interculturalità e promozione umana”, che intende qualificare l’offerta dei corsi di lingua italiana per migranti, attraverso l’utilizzo di innovative metodologie didattiche e di apprendimento in determinate situazioni. Si sviluppano così laboratori creativi, esperienze di animazione, percorsi di educazione alla legalità, attività di sostegno scolastico. Con l’obiettivo di accompagnare i migranti a un inserimento progressivo nel contesto economico ed ordinamentale italiano. Il corso di lingua non punta a essere solo un’acquisizione di competenze ma soprattutto un momento di maturazione personale e sociale degli utenti, favorendo l’interscambio e il confronto tra cultura diverse che interagiscano per riuscire a creare concrete situazioni di integrazione. I corsi saranno supportati anche da interventi di sostegno psicologico con la collaborazione del Consultorio collegato alla diocesi.

 

8xmille per le donne oggi / Insieme possiamo fare la differenza

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Le statistiche sono sbalorditive: nel mondo, una donna su tre è vittima di violenza, mentre in Italia da inizio anno sono state uccise oltre 100 donne. In occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, appena trascorsa, ci uniamo per affrontare un problema urgente e complesso che tocca profondamente la nostra società. Come possiamo intervenire per aiutare le vittime e prevenire questi drammatici fenomeni?

Grazie al contributo dei fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica riusciamo a fornire protezione e assistenza alle donne vittime di violenza. Un aspetto chiave è la creazione e la gestione di case rifugio sicure. Questi luoghi offrono alle donne una via di fuga immediata da situazioni pericolose, dove possono trovare accoglienza e supporto in un ambiente protetto.

Siamo in grado, inoltre, di garantire un sostegno psicologico e legale indispensabile per superare il trauma e affrontare le questioni giuridiche derivanti dalla violenza subita. Questi servizi rappresentano un pilastro essenziale per un percorso di recupero.

Operatori specializzati e volontari lavorano instancabilmente presso i nostri centri per fornire alle donne sole, in difficoltà e spesso con figli a carico le risorse e le opportunità necessarie per ricostruire le proprie vite. Ci impegniamo a supportare percorsi di recupero, programmi di formazione professionale e sostegno economico, in modo che possano trovare la loro indipendenza e guardare al futuro con speranza.

Con la tua firma per l’8xmille alla Chiesa cattolica puoi fare la differenza, concretamente nella vita di tante donne, promuovendo un cambiamento positivo all’interno della nostra società.

Casa delle donne. A Cerreto Sannita, in provincia di Benevento, le donne vittime di violenza trovano un rifugio e costruiscono un futuro.

Scopri tanti altri progetti qui.

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Sviluppo dei popoli / Scuola, salute e promozione sociale: approvati 31 nuovi progetti con l’8xmille

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Il Comitato per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli, nella riunione del 10 novembre, ha approvato 31 nuovi progetti, per i quali saranno stanziati € 5.485.162 così suddivisi: € 3.084.900 per 14 progetti in Africa, € 1.776.877 per 12 progetti in America Latina; € 623.385 per 5 progetti in Asia.

Tra gli interventi più significativi, sei saranno realizzati in Africa: in Burkina Faso, l’Ocades potenzierà un Centro sanitario nella diocesi di Kaya per migliorare le condizioni di salute delle popolazioni rurali e urbane e delle migliaia di persone sfollate. In Ciad, verrà ampliato e attrezzato il Centro Talita Kum di Lai che offre assistenza ai bambini con disabilità, sia sul piano sanitario che della formazione. Nella Repubblica Democratica del Congo, la diocesi di Tshilomba ristrutturerà ed arrederà i locali dell’Istituto tecnico professionale che accoglie circa 1000 studenti. In Madagascar, i Lazzaristi – con l’aiuto della Onlus Shalom ODV – costruiranno pozzi e impianti per fornire acqua ai circa 10mila abitanti della zona di Jangany. In Etiopia, il Vicariato apostolico di Jimma-Bonga avvierà attività produttive a Bonga-Bartha (coltivazione del caffè e apicoltura) per contribuire allo sviluppo del territorio e della comunità Chara, una delle tribù emarginate della zona di Kaffa. Si colloca sempre nell’ambito dell’agricoltura il progetto promosso nella Repubblica Centrafricana dalle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret che a Wotoro, nella diocesi di Berberati, valorizzeranno il Centro di formazione agro-pastorale “Sara Mbi Ga Zo” per favorire l’autosostentamento della comunità che accoglie 60 ragazzi disagiati e offrire formazione agricola e zootecnica a 15 lavoratori.

Dei progetti che vedranno la luce nel Continente latino-americano, particolare rilevanza assume quello promosso in Brasile dall’arcidiocesi di Olinda e Recife che costruirà un Centro sociale per accogliere 150 donne di età compresa tra i 14 e i 40 anni e offrire loro la possibilità di frequentare dei corsi formativi in vista dell’inserimento nel mondo lavorativo. In Colombia le suore salesiane potenzieranno le attività di accoglienza, recupero e accompagnamento delle Case-famiglia “Mamá Margarita” di Medellin ed Estrella, che dal 1980 promuovono la crescita e il benessere delle bambine e ragazze, dai 6 ai 18 anni, e che attualmente ospitano tra le due sedi 154 persone. Ad Haiti, sempre le Figlie di Maria Ausiliatrice ricostruiranno a Les Cayes la Scuola dell’Infanzia “Nostra Signora del Perpetuo Soccorso” danneggiata dal terremoto che potrà così tornare ad accogliere 300 bambini, in età prescolare, specialmente fragili e disabili.

Nel Continente Asiatico, le Franciscan Sisters of the Immaculate Heart of Mary di Pondicherry realizzeranno in India un laboratorio sartoriale per 30 ragazze e per 30 pazienti affetti da patologie mentali, accuditi nell’Arockia Hospital.

Inaugurato il “Pastificio Futuro” nel carcere minorile di Casal del Marmo

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“Un segno di amicizia sociale: il fatto che tante istituzioni abbiano collaborato per realizzare un bene è il segno di cosa dovrebbe essere la politica perché l’amore al prossimo sia amore sociale e amore politico”. Così Mons. Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari e Segretario Generale della CEI, ha definito il “Pastificio Futuro”, il laboratorio artigianale (con entrata autonoma) del carcere minorile di Casal del Marmo di Roma, inaugurato oggi alla presenza del Cardinale Angelo De Donatis, Vicario del Papa per la Diocesi di Roma, del Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e del Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.

Realizzato da “Gustolibero Società Cooperativa Sociale onlus”, il progetto – la cui idea è nata dopo la visita di Papa Francesco nel 2013 – è stato sostenuto dalla Conferenza Episcopale Italiana e da Caritas Italiana, in sinergia con la Direzione dell’Istituto penale minorile Casal del Marmo, il Centro della Giustizia minorile Lazio-Abruzzo-Molise, il Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità, le Diocesi di Roma e di Porto-Santa Rufina.

Nel laboratorio, di 500 metri quadri, lavorano attualmente tre detenuti, ma potranno essere occupati fino a venti ragazzi. “Crediamo nell’uomo. L’uomo può cambiare: ci vuole cura, ci vuole l’educazione che, come ricorda il Papa, è la forza più radicale per la trasformazione del mondo. E tanto più il mondo è infiammato tanto più abbiamo bisogno di offrire esempi di educazione perché il diamante che è nel cuore di ciascuno possa risplendere”, ha affermato Mons. Baturi sottolineando che “il lavoro è la forma di educazione più significativa”. “Attraverso il lavoro – ha aggiunto – si impara ad amare se stessi, gli altri, coloro che serviamo attraverso il contributo della nostra fatica, come il cibo che viene consumato per soddisfare le proprie esigenze di vita, per instaurare rapporti di amicizia e per guardare con fiducia al futuro”.

Diocesi di San Miniato: un progetto 8xmille per il disagio abitativo di madri e bambini

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La vecchia scuola materna del Sacro Cuore di Treggiaia accoglierà donne sole e madri con figli nella nuova Casa Belvedere, l’appartamento messo a disposizione dalla Caritas di San Miniato nell’ambito del progetto “La Community dell’Abitare” e finanziato con i fondi dell’8xmille della Chiesa cattolica.

La Casa, in grado di accogliere fino a un massimo di 7 ospiti, sorge in Via XXV Aprile, nell’appartamento al di sopra della ex scuola materna del paese di proprietà della parrocchia di Treggiaia, che in precedenza ospitava una comunità di suore delle “Piccole Figlie di San Giuseppe”. Proprio a tal riguardo, nello scorso anno, alcuni membri del Consiglio pastorale avevano cercato nuovi gestori per la struttura.

La “Community dell’Abitare” – si legge nell’articolo – intende dare risposte al disagio abitativo diffuso nella diocesi di San Miniato, che ricomprende appunto anche Treggiaia. Mentre nel Valdarno la progettazione potrà contare sull’apporto della cooperativa La Pietra d’Angolo, nel caso di Treggiaia sarà la cooperativa Il Cammino a collaborare con la Caritas sanminiatese.

Si tratta di una progettazione in cui Caritas crede molto, in linea con le scelte di Caritas Italiana, molto attenta al problema dell’abitare, che sta diventando strutturale anche nel nostro territorio“, ha spiegato don Armando Zappolini, direttore della Caritas che parteciperà all’inaugurazione insieme al sindaco Matteo Franconi il prossimo 18 ottobre alle ore 18.00.

Qui l’articolo completo pubblicato su valdera.it.

Nord Africa e Medio Oriente / 8xmille per emergenze sanitarie, economiche e umanitarie

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Il comunicato finale del Consiglio Episcopale Permanente (25-27 settembre), informa che la Presidenza della CEI, nella riunione del 25 settembre, ha rinnovato la propria vicinanza e solidarietà alle popolazioni colpite dalle recenti emergenze nel Nord Africa e dalle crisi economiche, sociali e politiche che si protraggono in alcuni Paesi del Medio Oriente.

Come forma di sostegno, la Presidenza ha deciso lo stanziamento di 2,5 milioni di euro dai fondi dell’8xmille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, dopo i primi 300 mila euro stanziati per far fronte all’emergenza terremoto in Marocco.

Il contributo della CEI, attraverso Caritas Italiana in raccordo con le reti locali, verrà destinato alle popolazioni del Marocco e della Libia duramente colpite dal terremoto e dalle alluvioni, per aiuti d’urgenza, interventi per la ripresa delle attività economiche, ricostruzione, sostegno psicosociale, iniziative per la ricomposizione dei legami comunitari.

In Medio Oriente, invece, gli interventi riguarderanno il Libano provato da una grave crisi economica e sociale; l’Iraq alle prese con una profonda crisi dovuta alle conseguenze durature delle guerre di cui è stato vittima; la Giordania che accoglie più di un milione di profughi soprattutto siriani.

I singoli progetti, pur differenziandosi a seconda dei contesti, saranno volti a fornire servizi essenziali alla popolazione locale più vulnerabile: assistenza sanitaria ed economica, sostegno psicosociale alle donne, in particolare laddove sono vittime di violenze.

8xmille / Restauri ad Atena Lucana. Don Michele: “Tre luoghi centrali della Comunità”

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Un comune, tre chiese in ristrutturazione. Ad Atena Lucana la particolare coincidenza vede tre dei più importanti luoghi di culto in fase di ammodernamento. Il Santuario di San Ciro e in particolare il Santuario della Colomba erano da anni in attesa di essere sottoposto all’opera di restauro.

Attesa che finisce nel 2018 con l’assegnazione di un bando regionale destinato ai santuari. La Diocesi di Teggiano Policastro, di cui Atena Lucan fa parte ha prontamente partecipato, inserendosi in graduatoria. A breve anche la chiesa di San Michele ad Atena Lucana Scalo, vedrà l’inizio dei lavori di ristrutturazione, questa volta con l’appoggio dell’8xmille, aiuto essenziale per iniziare un intervento che coinvolgerà l’agibilità di alcuni spazi dell’edificio.

“Siamo felici di riuscire a ripristinare tre dei luoghi centrali per la comunità – afferma don Michele Casale, parroco di Atena da 13 anniluoghi legati alla memoria e indispensabili per le iniziative future che potrebbero animare la nostra comunità”.

(Servizio di Joyce Donnarumma per italia2tv.it)

8xmille / «Quando si prende il volo»: da Cagliari in Sri Lanka per imparare

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Un’opportunità per riscattarsi, mettere a disposizione le proprie competenze e impararne nuove: nell’ambito del progetto “Quando si prende il volo”, realizzato grazie ai fondi 8xmille (fondo carità Vescovo), dal 26 agosto al 12 settembre scorso quattro ragazze accolte nella Casa famiglia “Casa Emmaus” della Congregazione delle Missionarie Figlie di San Girolamo Emiliani a Elmas (a una decina di km da Cagliari) sono state ospitate nella Centro “Miani Nagar” della stessa congregazione, a Batticaloa, in Sri Lanka. Qui le Missionarie accolgono 40 ragazze (di cui 29 minorenni). «Da tempo desideravo dare alle nostre ragazze neomaggiorenni l’opportunità di vivere questa esperienza missionaria– spiega Suor Silvia Carboni responsabile della Casa famiglia – in virtù dello stretto legame tra le due comunità, che vede la presenza di alcune suore sarde in Sri Lanka e l’accoglienza di una ragazza proveniente dal paese asiatico vincitrice di una borsa di studio presso l’Università di Cagliari nella nostra Casa a Elmas».

Un desiderio «rimandato a causa del Covid, che quest’anno siamo riusciti a realizzare grazie ai fondi 8xmille messi a disposizione dal nostro Arcivescovo, che hanno sostenuto le spese di viaggio di queste ragazze». Queste ultime «hanno portato lì le loro competenze, e allo stesso tempo hanno imparato molto».

Federica, prossima all’avvio delle lezioni di Scienze dell’educazione, ha preparato i giochi per le giovani accolte, per insegnare loro il buon uso del denaro; Gabriela ha insegnato loro alcune competenze di estetica, utili per autosostenersi; Jo si è dedicata al laboratorio di cucina italiana e al tempo stesso ha imparato la cucina locale. Le suore hanno partecipato a momenti di formazione sulla tutela dei minori e sulla prevenzione di forme di maltrattamento e abuso. Inoltre, grazie alle competenze di uno dei volontari, il gruppo ha elaborato un progetto di ristrutturazione del Centro, predisponendo stanze per il turismo solidale, possibile sbocco lavorativo per le ragazze accolte.

«Conoscere e stare con loro – racconta Jo – è stato un arricchimento: con la loro voglia di riscatto e di futuro, giorno dopo giorno mi hanno insegnato qualcosa in più». «La loro forza mi ha incoraggiato- aggiunge Federica -: spero di riuscire a tornare, per non dimenticare l’umiltà e la perseveranza che ho imparato qui».

Ad accompagnare le ragazze anche alcuni volontari.  «Sono partita – racconta Laura, psicologa e psicoterapeutaper mettere a disposizione le mie competenze professionali e vedere luoghi nuovi. Di fatto mi sono sentita parte di una comunità, in cui ho davvero compreso il senso del dare amore». «È stata un’esperienza di forte impatto emotivo -aggiunge Debora, coordinatrice di Casa Emmaus-, grazie a ciò che le ragazze e le suore ci hanno trasmesso, con la loro resilienza, il loro coraggio e la loro gioia».

(Maria Chiara Cugusi per il Portico su ilporticocagliari.it)