Category Archives: Newsletter In Cerchio

8xmille per lo sviluppo dei popoli / Centinaia di progetti a favore delle donne e contro la disparità di genere

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Negli ultimi 10 anni sono stati 307 i progetti in favore delle donne in più di 40 Paesi in via di sviluppo per quasi 33 milioni di euro.

Dalla formazione al supporto alle donne vittime di violenza, dall’avvio di attività generatrici di reddito alla promozione di un’agricoltura sostenibile, la Chiesa italiana – grazie ai fondi dell’8xmille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica – continua a favorire partecipazione e opportunità. “Lavorare insieme aiuta a rafforzare i legami, a ridarci speranza. Finalmente qualcuno ci è stato accanto, ci ha dato ascolto, ha capito i nostri bisogni. Ci sentiamo anche noi protagoniste”, sottolinea Jeanine che a Ruyigi, in Burundi, ha beneficiato di un programma per l’accesso all’acqua potabile. Un desiderio di riscatto e di riprendere in mano la propria vita che emerge nelle testimonianze di tante altre donne, dal Madagascar al Congo, dall’India alla Colombia, dal Kosovo alla Terra Santa, che hanno trovato nell’aiuto della Chiesa cattolica un seme da cui far nascere il futuro. Come accade in Costa Rica dove un gruppo di donne ha generato partecipazione e cooperazione in un territorio impervio. “Tempesta e calma. Dopo la tempesta c’è la calma che fa venir fuori dalla terra l’aroma di caffè e come lo senti inizi a sognare e si rafforza il legame con questi campi e la soddisfazione per ciò che siamo riuscite a realizzare”, racconta Margot, che a La Legua de Aserrí, nell’arcidiocesi di San José, ha fondato ASIPROFE, un’associazione di donne imprenditrici che producono e commercializzano “Aromas de La Legua”, un caffè puro al 100%. Tutto è iniziato con un piccolo contributo che nel 2016 ha permesso l’acquisto di una macchina per tostare i chicchi di caffè e un mulino. Da lì ha preso il via un cambiamento duraturo che continua ancora oggi, grazie a Margot, a Lorena, a Maria e a tante altre donne. “In Costa Rica – aggiunge Margot – le donne coltivatrici di caffè guadagnano il 40% in meno rispetto agli uomini e devono affrontare notevoli difficoltà nell’accedere a una formazione e a informazioni adeguate che aiutino a migliorare la produttività, la qualità e il reddito dei loro raccolti. Nonostante tutto questo noi abbiamo dimostrato che insieme possiamo farcela”.

Mai come oggi il mondo ha bisogno della mente, del cuore, delle mani delle donne. Della loro creatività e delle loro competenze. Fondamentale è dunque il loro sostegno verso una prospettiva di pari dignità e opportunità. Papa Francesco ricorda infatti che “… l’organizzazione delle società in tutto il mondo è ancora lontana dal rispecchiare con chiarezza che le donne hanno esattamente la stessa dignità e identici diritti degli uomini. A parole si affermano certe cose, ma le decisioni e la realtà gridano un altro messaggio” (Fratelli tutti, 23).

A livello mondiale, l’uguaglianza di genere è tornata ai livelli pre-Covid19, ma il cambiamento segna il passo a causa delle crisi sociali, economiche ed energetiche che continuano a susseguirsi in un contesto segnato dai conflitti. Secondo il Rapporto globale sulla disparità di genere 2023 del World Economic Forum le donne continuano a sostenere il maggior peso di queste crisi, sotto tutti i profili. Sul fronte della salute, perché più esposte nei servizi di cura e quindi a contagi, sul piano occupazionale e finanziario, anche perché spesso hanno contratti atipici, in relazione alla divisione dei compiti familiari, alla fruizione di strumenti digitali e all’accesso ed esercizio di discipline STEM vale a dire le discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche che svolgono un ruolo cruciale nella società odierna.

Con gli interventi finanziati, la Chiesa cattolica sostiene le donne, i bambini e i più poveri. Tra gli ambiti più significativi, infatti, figurano l’accompagnamento dei giovani in situazione di marginalità, l’accesso alle cure sanitarie, il dialogo intercomunitario e interreligioso, la formazione e l’istruzione. Specifica attenzione viene data alla sostenibilità dei progetti, con l’obiettivo di un sempre maggiore coinvolgimento della popolazione locale.

Negli ultimi 10 anni la Conferenza Episcopale Italiana, attraverso il Comitato per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli e il quotidiano impegno del Servizio, e grazie ai fondi dell’8xmille, ha sostenuto 4.138 progetti in 108 Paesi, per 708.8 milioni di euro. Dietro ai numeri ci sono persone, comunità, relazioni. Come dice il nome è un Servizio, che chiede di essere sensibili, attenti, pronti a raccogliere tutti gli stimoli, le richieste di aiuto e le opportunità che il contesto nel quale viviamo è capace di offrire, con un atteggiamento di umiltà e gratitudine. È per gli interventi di carità, una carità che è reciprocità e opportunità per riconoscere le proprie povertà. È per lo sviluppo, uno sviluppo integrale, reale, sostenibile che prende forma attraverso progetti concreti e processi aperti alla partecipazione di ogni persona e di tutti i popoli. A partire dalle nostre comunità, si promuovono così stili di vita e azioni che aiutano a pensare globalmente e a riconoscersi parte dello stesso mondo, fratelli tutti.

8xmille / Trapani, accolti dall’Ucraina 63 profughi di cui 20 bambini del Donbass

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In questi due anni di invasione russa in Ucraina, la diocesi di Trapani, aderendo al progetto Apri Ucraina di Caritas italiana, ha accompagnato e sostenuto tanti profughi, soprattutto donne e bambini per offrire risposte adeguate all’evolversi dei bisogni. Per l’accoglienza sono state utilizzate somme dall’8xmille di Caritas italiana, diocesana e diocesi per circa 280mila euro.

Una rete – informa la diocesi – che ha visto in prima linea la Caritas diocesana, la cooperativa Koinonia, alcune parrocchie, volontari impegnati nei diversi servizi legali, sanitari, ricerca di alloggio e lavoro, comunità religiose. In totale 63 profughi tra cui 20 bambini provenienti da due brefotrofi del Donbass accolti presso l’Istituto Incoronata con il supporto degli operatori professionali della cooperativa Koinonia che si è avvalsa anche di personale ucraino alla ricerca di lavoro.

I bambini attualmente ancora ospiti della casa delle suore sono 7: alcuni, infatti, sono andati in affidamento a famiglie ritenute idonee con decreto del Tribunale dei minori di Palermo; per uno di loro si è concluso l’iter di adozione internazionale. Per i piccoli si è creata una sinergia positiva con l’aiuto delle scuole e la disponibilità della Rete Sanitaria Solidale e dell’Incoronata nell’ottenere interventi specialistici al Bambino Gesù di Roma e presso la Fondazione Auxilium. Nel frattempo, alcuni profughi adulti hanno preferito rientrare in patria o nelle nazioni limitrofe. Attualmente la Diocesi ospita un nucleo familiare in appartamento mentre 11 profughi che si sono avvicendati in questi due anni sono accolti presso la Casa Centro Madre Teresa di Calcutta ad Alcamo dopo una prima accoglienza presso i francescani.

(Fonte Agenzia Sir – M. Chiara Biagioni)

8xmille / Terremoto in Siria e Turchia: un anno dopo

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Un anno fa, il 6 febbraio 2023, alle 4:17 del mattino, un terremoto di magnitudo 7,9 colpiva la zona al confine tra la Turchia e la Siria. Seguivano molteplici scosse di assestamento, tra cui una molto forte (7,7) e una ulteriore di magnitudo 6,4 il 21 febbraio.

In Turchia si piangono 50mila vittime. 9,1 milioni le persone colpite dagli effetti del sisma, 4 milioni gli sfollati, 214mila gli edifici distrutti o inagibili.

In Siria 6mila morti, 8,8 milioni di persone colpite, 350mila sfollati, 28mila edifici distrutti o danneggiati. Il tutto si aggiunge agli effetti di quasi 13 anni di guerra.

L’intervento della Caritas

La rete Caritas in Turchia si è mobilitata immediatamente per portare aiuto alla comunità. Nella primissima fase è stato attivato in Anatolia un numero verde del centro d’ascolto a supporto della comunità, sono state distribuite coperte e forniti pasti caldi per le persone sfollate. Dopo questa prima fase è stato elaborato un piano di risposta rapida all’emergenza seguito da un programma di medio periodo di cui hanno beneficiato circa 38.000 persone.

In Siria la Caritas locale ha subito mobilitato i team degli uffici regionali e nazionale nel soccorso alla popolazione colpita avviando la distribuzione di beni primari, cibo, acqua potabile e generi di prima necessità (coperte, indumenti pesanti, kit igienici…); distribuzione che è avvenuta in 71 centri di accoglienza comunitari presenti nelle aree colpite dal sisma, in particolare in quelli situati nelle zone di Aleppo e di Lattakia. Molti di questi centri sono stati allestiti dalle parrocchie locali, che hanno accolto gli sfollati. Le famiglie aiutate sono state circa 10mila.

Le donazioni, i fondi spesi e i progetti

Caritas Italiana (al 31 dicembre 2023) ha raccolto per Turchia e Siria 13.067.814,08 euro. Questa cifra comprende 1,5 milioni di contributo della CEI (fondi 8xmille) e le donazioni giunte attraverso la colletta nazionale.

Le uscite per Turchia e Siria ammontano a 3.405.017,30 euro (di cui 1.253.514.11 per la Turchia e 2.151.503.19 per la Siria). Questa cifra comprende i fondi spesi, quelli trasferiti in loco e le risorse accantonate per Caritas Italiana (5 per cento delle offerte non CEI).

I restanti 9.662.796,78 euro comprendono fondi già stanziati ma non ancora spesi né trasferiti e fondi che sono destinati a progetti ancora da definire.

Da tenere sempre conto che gli interventi in caso di catastrofi come un terremoto si svolgono sulla base di una progettazione pluriennale e dunque i fondi raccolti vengono messi a disposizione man mano che le progettualità lo richiedono.

(Fonte Caritas Italiana)

8xmille / Card. Zuppi: “dal 1990 sostenuti migliaia di sacerdoti e realizzati migliaia di progetti sociali sul territorio e nei Paesi poveri”

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Grazie all’8xmille, dal 1990 a oggi, la Chiesa cattolica non solo ha potuto sostenere migliaia di sacerdoti che certamente svolgono compiti pastorali, ma che sono sempre anche il primo riferimento per chi ha bisogno di aiuto e conforto, indipendentemente dall’orientamento religioso. Educano i ragazzi, offrono assistenza alle famiglie in difficoltà, agli ammalati, agli anziani soli, ai poveri e agli emarginati. Ma l’8xmille è anche molto di più: ha permesso di realizzare migliaia di progetti, diffusi in modo capillare sul territorio, che si contraddistinguono per la forte rilevanza sociale, il sostegno attivo all’occupazione, la tutela del patrimonio storico-culturale e artistico, la promozione dello sviluppo nei Paesi più poveri”. Lo afferma il Card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della CEI, in un’intervista sull’ultimo numero de La Civiltà Cattolica in uscita sabato e anticipato al Sir (1 febbraio).

Conversando con il direttore p. Nuno da Silva Goncalves e con Simone Sereni, Zuppi ha precisato: “Aiutiamo davvero, e tanto, a restare, a non partire, cosa possibile solo se crei opportunità di lavoro, di studio. Sul sito www.8xmille.it vi è un rendiconto aggiornatissimo di dove vanno a finire i soldi. Certo, è vero che le somme derivanti dall’8xmille sono in diminuzione, per svariate ragioni, e questo dispiace, soprattutto per il bene che si vorrebbe fare, ma che non si riesce a fare”.

Frutti dell’8xmille sono anche “mense della carità, l’aiuto offerto in situazioni di povertà e di emarginazione, i volti e le storie di persone che potrebbero essere quelli di chiunque, perché la Chiesa non fa distinzione: accoglie tutti coloro che sono nel bisogno, semplicemente perché sono nel bisogno”.

Caritas Udine / Con l’8xmille avviati 29 progetti di risposta alla povertà

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Quasi 100mila pasti erogati dalla mensa diocesana “La Gracie di Diu”, ottocento richiedenti asilo e rifugiati accolti, compresi numerosissimi ucraini in fuga dal conflitto, quattrocento volontari impegnati nelle varie opere, centotrentadue impiegati. Sono solo alcuni dei numeri che definiscono l’attività del Centro Caritas dell’arcidiocesi di Udine – il “braccio operativo” della Chiesa udinese sul versante della carità – pubblicati nel bilancio sociale 2022 dell’organizzazione di volontariato. Contestualmente alla presentazione del bilancio del Centro Caritas sono stati presentati anche i bilanci sociali di Missiòn Odv (l’organismo operativo a supporto del Centro missionario diocesano) e dell’Opera diocesana Betania (una rete di cinque strutture di accoglienza per persone, anche molto giovani, in situazione di disagio sociale).

“Tali attività – ha affermato l’Arcivescovo, Mons. Andrea Bruno Mazzocato – hanno un certo peso e un significato particolare per tanti aspetti, accomunati dall’attenzione alle povertà e fragilità. La Caritas è una delle dimensioni della pastorale diocesana. Ma non solo: per certi versi quello della Caritas è un compito sussidiario rispetto all’amministrazione pubblica, con un grosso contributo offerto in maniera quasi sempre riservata”.

I 29 progetti e servizi censiti nel bilancio sociale del Centro Caritas sono raggruppati negli ambiti dell’accoglienza, del supporto nell’emarginazione, della promozione e del servizio giovanile, senza dimenticare lo sviluppo di progettualità specifiche. A essi si aggiunge il servizio di osservatorio sulle povertà, in rete con le altre diocesi della Regione. Qui l’editoriale “Sempre con gli ultimi” di don Luigi Gloazzo – Direttore Caritas Udine e Centro Missionario diocesano.

I dodici centri di ascolto, dislocati in tutto il territorio diocesano, nel 2022 hanno registrato 2.175 accessi, con un aumento considerevole – in percentuale – di anziani ultrasessantacinquenni. Nel solo centro di ascolto di via Treppo, a Udine, si sono contati 868 accessi, il 54% dei quali nel 2022 ne ha varcato la soglia per la prima volta. A essere sostenute sono prevalentemente donne (60% a Udine, 64% nell’intero territorio dell’arcidiocesi) e persone non italiane (79% a Udine). La Mensa diocesana di via Ronchi, a Udine, nel 2022 ha erogato quasi 97mila pasti a 862 persone, per lo più in condizioni di difficoltà lavorative. Circa 19mila i pasti destinati a profughi ucraini.

Sul versante dell’immigrazione, invece, il Centro Caritas è attivo con due progetti di Sai, che nel 2022 tra Tolmezzo e Cividale hanno ospitato esattamente 100 richiedenti asilo. Ben 794 le persone accolte nei progetti Cas: Pakistan e Bangladesh sono le provenienze più numerose, eccetto i 372 profughi ucraini ospitati in 35 unità abitative.

La trentina di servizi è sostenuta da una struttura finanziaria che nel 2022 è costata oltre 7 milioni e 200mila euro, coperti per lo più con contributi da enti pubblici e soggetti privati tra i quali figura anche l’8xmille alla Chiesa cattolica.

L’Associazione Opera diocesana Betania onlus nel 2022 ha ospitato 87 persone nelle cinque sedi di Paderno, Beivars, Caneva di Tolmezzo, Trivignano e Zompicchia. Persone per lo più in cammino di contrasto alla dipendenza da sostanze stupefacenti, ma ci sono anche ospiti in condizione di disagio psichico o disabilità. Non mancano, tra le accoglienze, migranti e persone in condizioni di esclusione sociale.

Particolarmente significativa, infine, è la rete che ha consentito a Missiòn Odv di mantenere e attivare progetti di cooperazione con Chiese sparse nei diversi continenti, operanti talvolta in aree di conflitto.

Migranti / L’impegno della Chiesa italiana nell’accoglienza e nell’integrazione

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In un approfondimento del Sir, a cura di Filippo Passantino, si descrivono alcuni esempi significativi di come la CEI, ogni anno, finanzia grazie all’8xmille numerosi servizi nei territori per sostenere le persone migranti che, arrivate in Italia, non hanno nulla. Da un posto letto a un pasto, passando per servizi di orientamento al lavoro.

Qui l’articolo originale, pubblicato il 2 dicembre, che vi proponiamo anche di seguito.

Un alloggio, un aiuto a trovare lavoro, un pasto. La Chiesa italiana dedica da sempre attenzione e servizi ai migranti nei territori, attraverso le proprie braccia operative. Lo ha fatto anche nell’ultimo anno. Da Nord a Sud, sostenendo progetti e iniziative attraverso i fondi dell’8xmille per rendere umane condizioni di vita, a volte, impossibili da sopportare. Si va dalle case per l’accoglienza delle donne straniere con i propri figli alle mense per fornire un pasto a chi vive condizioni di profonda povertà fino ai servizi di orientamento al lavoro. Occhi capaci di vedere dove si guarda, orecchie attente ai bisogni di chi è in difficoltà e mani tese per fornire un aiuto senza distinzioni di sorta.

Diffuso in tutta Italia, ad esempio, è il servizio della mensa per le persone migranti più povere. Come la mensa sociale San Lorenzo, un progetto promosso dalla Caritas di Tivoli attivo da otto anni, aperta tutti i giorni a pranzo e in grado di garantire 60/70 pasti ogni giorno anche a persone migranti, come avviene in tante altre mense Caritas attive in tutta Italia, da Firenze a Palermo.

L’accoglienza dei migranti. Un modello di accoglienza è “La Casa degli aquiloni”, un’opera-segno sviluppata negli ultimi anni dalla Caritas diocesana di Brindisi. Apre le sue porte a famiglie straniere in disagio abitativo. È nata per generare nuove esperienze di accoglienza diffusa e sostegno alle famiglie più fragili di migranti. Il progetto “Emmaus”, a Treviso, è rivolto a circa 25 persone senza dimora (soprattutto migranti) e si svolge nella Casa della Carità nata con i suoi servizi di accoglienza da precedenti progettualità finanziati con fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica. All’interno della casa è presente il Centro di ascolto diocesano dove avviene il primo colloquio e i successivi momenti di accompagnamento. Il percorso che si vuole intraprendere è quello di creare un servizio di orientamento alle risorse presenti sul territorio. La gestione operativa è affidata all’associazione Servitium Emiliani Onlus.

A Saluzzo, in provincia di Cuneo, è attivo il progetto “Habitat”: Casa Santa Chiara è un co-housing di donne migranti, anche con figli, a cui si offre un accompagnamento orientato al reinserimento sociale, attività laboratoriali e corsi di lingua per le donne straniere. Casa Mons. Bona e Casa Madre Teresa sono destinate all’accoglienza dei migranti stagionali, impegnati nella raccolta in agricoltura. Il progetto “Non solo casa” è un insieme di servizi di accoglienza per soggetti in grave marginalità, soprattutto migranti, a Cremona. Il dormitorio notturno offre 60 posti letto con servizio doccia, lavanderia, pasto caldo. Le Case dell’Accoglienza, due strutture, sono destinate a soggetti soli o nuclei familiari con parti comuni condivise. Diversi appartamenti (12) in housing sociale temporaneo a circa 30 persone. Due di questi in via sperimentale saranno destinati a persone con problemi di salute mentale in collaborazione con un servizio di psichiatria leggera.

L’orientamento al lavoro. Uno dei passi fondamentali nell’integrazione è il servizio di orientamento al lavoro. A Latina è attivo il progetto “Lavoro e dignità del lavoro”, pensato per condurre azioni a supporto delle persone e dei loro bisogni. Per i migranti è stato aperto in particolare uno sportello contro lo sfruttamento lavorativo in agricoltura, presso il presidio Caritas di Borgo Hermada – Terracina: offre orientamento ai servizi e tutela legale dei migranti impegnati nelle aziende agricole del territorio. Contro il caporalato è stato pensato il progetto “Liberi di sognare”, a Tursi. Ha previsto l’attivazione di uno sportello specializzato nel contrasto di questo fenomeno e nell’accompagnamento di quanti vivono una condizione di sfruttamento lavorativo. Si formano gli operatori Caritas sulle specifiche questioni in modo da poter avviare interlocuzioni con i produttori, garantire risposte ai bisogni. Si lavora anche in ambito culturale, coinvolgendo i datori di lavoro e le comunità dei territori in eventi di sensibilizzazione ed animazione. Destinatarie sono cento persone migranti.

L’attenzione alle donne e ai ragazzi. Un insieme di servizi di accoglienza diffusa per circa 20 persone senza dimora lo fornisce a L’Aquila il progetto “Una casa per ripartire: insieme a noi”. Un’accoglienza in 3 strutture: “Casa Abbraccio” per 8/10 persone senza dimora; “Casa giovani” a Pettino, per l’accoglienza di 8/10 giovani (maggiorenni, anche migranti) usciti dal circuito assistenziale protetto, in condizioni di vulnerabilità per l’assenza di percorsi efficaci di tutela; “Casa Beehive” per uomini in cerca di occupazione. Sono previsti anche 5 tirocini formativi. La gestione è affidata alla Confraternita del Preziosissimo Sangue Sparso. A Tivoli, è attiva “Casa Santa Chiara”, una struttura di accoglienza per 6 donne sole o con figli a carico, anche migranti, con una permanenza media di 8/10 mesi. Il progetto prevede un accompagnamento all’autonomia abitativa e lavorativa, favorendo il reinserimento sociale. La gestione è affidata, anche in questo caso, dalla Caritas diocesana. “Mai più soli” è un Centro di prima accoglienza per la grave emarginazione finanziato a Postiglione (Salerno): ospiterà 15 donne e uomini senza dimora, migranti. Si realizzano progetti personalizzati finalizzati al recupero psico-sociosanitario. La gestione è affidata alla cooperativa sociale “Al tuo fianco”. Si forniranno agli ospiti servizi di orientamento lavorativo, segretariato sociale e consulenza legale.

Un corso di lingua italiana. Un altro strumento fondamentale, in ottica integrazione, è la lingua. Da questa considerazione nasce a Venezia “Interculturalità e promozione umana”, che intende qualificare l’offerta dei corsi di lingua italiana per migranti, attraverso l’utilizzo di innovative metodologie didattiche e di apprendimento in determinate situazioni. Si sviluppano così laboratori creativi, esperienze di animazione, percorsi di educazione alla legalità, attività di sostegno scolastico. Con l’obiettivo di accompagnare i migranti a un inserimento progressivo nel contesto economico ed ordinamentale italiano. Il corso di lingua non punta a essere solo un’acquisizione di competenze ma soprattutto un momento di maturazione personale e sociale degli utenti, favorendo l’interscambio e il confronto tra cultura diverse che interagiscano per riuscire a creare concrete situazioni di integrazione. I corsi saranno supportati anche da interventi di sostegno psicologico con la collaborazione del Consultorio collegato alla diocesi.

 

8xmille per le donne oggi / Insieme possiamo fare la differenza

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Le statistiche sono sbalorditive: nel mondo, una donna su tre è vittima di violenza, mentre in Italia da inizio anno sono state uccise oltre 100 donne. In occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, appena trascorsa, ci uniamo per affrontare un problema urgente e complesso che tocca profondamente la nostra società. Come possiamo intervenire per aiutare le vittime e prevenire questi drammatici fenomeni?

Grazie al contributo dei fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica riusciamo a fornire protezione e assistenza alle donne vittime di violenza. Un aspetto chiave è la creazione e la gestione di case rifugio sicure. Questi luoghi offrono alle donne una via di fuga immediata da situazioni pericolose, dove possono trovare accoglienza e supporto in un ambiente protetto.

Siamo in grado, inoltre, di garantire un sostegno psicologico e legale indispensabile per superare il trauma e affrontare le questioni giuridiche derivanti dalla violenza subita. Questi servizi rappresentano un pilastro essenziale per un percorso di recupero.

Operatori specializzati e volontari lavorano instancabilmente presso i nostri centri per fornire alle donne sole, in difficoltà e spesso con figli a carico le risorse e le opportunità necessarie per ricostruire le proprie vite. Ci impegniamo a supportare percorsi di recupero, programmi di formazione professionale e sostegno economico, in modo che possano trovare la loro indipendenza e guardare al futuro con speranza.

Con la tua firma per l’8xmille alla Chiesa cattolica puoi fare la differenza, concretamente nella vita di tante donne, promuovendo un cambiamento positivo all’interno della nostra società.

Casa delle donne. A Cerreto Sannita, in provincia di Benevento, le donne vittime di violenza trovano un rifugio e costruiscono un futuro.

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E iscrivendosi alla Newsletter 8xmille si rimarrà informati su tante altre opere e progetti a favore dei più fragili.

Sviluppo dei popoli / Scuola, salute e promozione sociale: approvati 31 nuovi progetti con l’8xmille

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Il Comitato per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli, nella riunione del 10 novembre, ha approvato 31 nuovi progetti, per i quali saranno stanziati € 5.485.162 così suddivisi: € 3.084.900 per 14 progetti in Africa, € 1.776.877 per 12 progetti in America Latina; € 623.385 per 5 progetti in Asia.

Tra gli interventi più significativi, sei saranno realizzati in Africa: in Burkina Faso, l’Ocades potenzierà un Centro sanitario nella diocesi di Kaya per migliorare le condizioni di salute delle popolazioni rurali e urbane e delle migliaia di persone sfollate. In Ciad, verrà ampliato e attrezzato il Centro Talita Kum di Lai che offre assistenza ai bambini con disabilità, sia sul piano sanitario che della formazione. Nella Repubblica Democratica del Congo, la diocesi di Tshilomba ristrutturerà ed arrederà i locali dell’Istituto tecnico professionale che accoglie circa 1000 studenti. In Madagascar, i Lazzaristi – con l’aiuto della Onlus Shalom ODV – costruiranno pozzi e impianti per fornire acqua ai circa 10mila abitanti della zona di Jangany. In Etiopia, il Vicariato apostolico di Jimma-Bonga avvierà attività produttive a Bonga-Bartha (coltivazione del caffè e apicoltura) per contribuire allo sviluppo del territorio e della comunità Chara, una delle tribù emarginate della zona di Kaffa. Si colloca sempre nell’ambito dell’agricoltura il progetto promosso nella Repubblica Centrafricana dalle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret che a Wotoro, nella diocesi di Berberati, valorizzeranno il Centro di formazione agro-pastorale “Sara Mbi Ga Zo” per favorire l’autosostentamento della comunità che accoglie 60 ragazzi disagiati e offrire formazione agricola e zootecnica a 15 lavoratori.

Dei progetti che vedranno la luce nel Continente latino-americano, particolare rilevanza assume quello promosso in Brasile dall’arcidiocesi di Olinda e Recife che costruirà un Centro sociale per accogliere 150 donne di età compresa tra i 14 e i 40 anni e offrire loro la possibilità di frequentare dei corsi formativi in vista dell’inserimento nel mondo lavorativo. In Colombia le suore salesiane potenzieranno le attività di accoglienza, recupero e accompagnamento delle Case-famiglia “Mamá Margarita” di Medellin ed Estrella, che dal 1980 promuovono la crescita e il benessere delle bambine e ragazze, dai 6 ai 18 anni, e che attualmente ospitano tra le due sedi 154 persone. Ad Haiti, sempre le Figlie di Maria Ausiliatrice ricostruiranno a Les Cayes la Scuola dell’Infanzia “Nostra Signora del Perpetuo Soccorso” danneggiata dal terremoto che potrà così tornare ad accogliere 300 bambini, in età prescolare, specialmente fragili e disabili.

Nel Continente Asiatico, le Franciscan Sisters of the Immaculate Heart of Mary di Pondicherry realizzeranno in India un laboratorio sartoriale per 30 ragazze e per 30 pazienti affetti da patologie mentali, accuditi nell’Arockia Hospital.

Inaugurato il “Pastificio Futuro” nel carcere minorile di Casal del Marmo

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“Un segno di amicizia sociale: il fatto che tante istituzioni abbiano collaborato per realizzare un bene è il segno di cosa dovrebbe essere la politica perché l’amore al prossimo sia amore sociale e amore politico”. Così Mons. Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari e Segretario Generale della CEI, ha definito il “Pastificio Futuro”, il laboratorio artigianale (con entrata autonoma) del carcere minorile di Casal del Marmo di Roma, inaugurato oggi alla presenza del Cardinale Angelo De Donatis, Vicario del Papa per la Diocesi di Roma, del Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e del Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.

Realizzato da “Gustolibero Società Cooperativa Sociale onlus”, il progetto – la cui idea è nata dopo la visita di Papa Francesco nel 2013 – è stato sostenuto dalla Conferenza Episcopale Italiana e da Caritas Italiana, in sinergia con la Direzione dell’Istituto penale minorile Casal del Marmo, il Centro della Giustizia minorile Lazio-Abruzzo-Molise, il Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità, le Diocesi di Roma e di Porto-Santa Rufina.

Nel laboratorio, di 500 metri quadri, lavorano attualmente tre detenuti, ma potranno essere occupati fino a venti ragazzi. “Crediamo nell’uomo. L’uomo può cambiare: ci vuole cura, ci vuole l’educazione che, come ricorda il Papa, è la forza più radicale per la trasformazione del mondo. E tanto più il mondo è infiammato tanto più abbiamo bisogno di offrire esempi di educazione perché il diamante che è nel cuore di ciascuno possa risplendere”, ha affermato Mons. Baturi sottolineando che “il lavoro è la forma di educazione più significativa”. “Attraverso il lavoro – ha aggiunto – si impara ad amare se stessi, gli altri, coloro che serviamo attraverso il contributo della nostra fatica, come il cibo che viene consumato per soddisfare le proprie esigenze di vita, per instaurare rapporti di amicizia e per guardare con fiducia al futuro”.

Diocesi di San Miniato: un progetto 8xmille per il disagio abitativo di madri e bambini

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La vecchia scuola materna del Sacro Cuore di Treggiaia accoglierà donne sole e madri con figli nella nuova Casa Belvedere, l’appartamento messo a disposizione dalla Caritas di San Miniato nell’ambito del progetto “La Community dell’Abitare” e finanziato con i fondi dell’8xmille della Chiesa cattolica.

La Casa, in grado di accogliere fino a un massimo di 7 ospiti, sorge in Via XXV Aprile, nell’appartamento al di sopra della ex scuola materna del paese di proprietà della parrocchia di Treggiaia, che in precedenza ospitava una comunità di suore delle “Piccole Figlie di San Giuseppe”. Proprio a tal riguardo, nello scorso anno, alcuni membri del Consiglio pastorale avevano cercato nuovi gestori per la struttura.

La “Community dell’Abitare” – si legge nell’articolo – intende dare risposte al disagio abitativo diffuso nella diocesi di San Miniato, che ricomprende appunto anche Treggiaia. Mentre nel Valdarno la progettazione potrà contare sull’apporto della cooperativa La Pietra d’Angolo, nel caso di Treggiaia sarà la cooperativa Il Cammino a collaborare con la Caritas sanminiatese.

Si tratta di una progettazione in cui Caritas crede molto, in linea con le scelte di Caritas Italiana, molto attenta al problema dell’abitare, che sta diventando strutturale anche nel nostro territorio“, ha spiegato don Armando Zappolini, direttore della Caritas che parteciperà all’inaugurazione insieme al sindaco Matteo Franconi il prossimo 18 ottobre alle ore 18.00.

Qui l’articolo completo pubblicato su valdera.it.