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Caritas Udine / Con l’8xmille avviati 29 progetti di risposta alla povertà

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Quasi 100mila pasti erogati dalla mensa diocesana “La Gracie di Diu”, ottocento richiedenti asilo e rifugiati accolti, compresi numerosissimi ucraini in fuga dal conflitto, quattrocento volontari impegnati nelle varie opere, centotrentadue impiegati. Sono solo alcuni dei numeri che definiscono l’attività del Centro Caritas dell’arcidiocesi di Udine – il “braccio operativo” della Chiesa udinese sul versante della carità – pubblicati nel bilancio sociale 2022 dell’organizzazione di volontariato. Contestualmente alla presentazione del bilancio del Centro Caritas sono stati presentati anche i bilanci sociali di Missiòn Odv (l’organismo operativo a supporto del Centro missionario diocesano) e dell’Opera diocesana Betania (una rete di cinque strutture di accoglienza per persone, anche molto giovani, in situazione di disagio sociale).

“Tali attività – ha affermato l’Arcivescovo, Mons. Andrea Bruno Mazzocato – hanno un certo peso e un significato particolare per tanti aspetti, accomunati dall’attenzione alle povertà e fragilità. La Caritas è una delle dimensioni della pastorale diocesana. Ma non solo: per certi versi quello della Caritas è un compito sussidiario rispetto all’amministrazione pubblica, con un grosso contributo offerto in maniera quasi sempre riservata”.

I 29 progetti e servizi censiti nel bilancio sociale del Centro Caritas sono raggruppati negli ambiti dell’accoglienza, del supporto nell’emarginazione, della promozione e del servizio giovanile, senza dimenticare lo sviluppo di progettualità specifiche. A essi si aggiunge il servizio di osservatorio sulle povertà, in rete con le altre diocesi della Regione. Qui l’editoriale “Sempre con gli ultimi” di don Luigi Gloazzo – Direttore Caritas Udine e Centro Missionario diocesano.

I dodici centri di ascolto, dislocati in tutto il territorio diocesano, nel 2022 hanno registrato 2.175 accessi, con un aumento considerevole – in percentuale – di anziani ultrasessantacinquenni. Nel solo centro di ascolto di via Treppo, a Udine, si sono contati 868 accessi, il 54% dei quali nel 2022 ne ha varcato la soglia per la prima volta. A essere sostenute sono prevalentemente donne (60% a Udine, 64% nell’intero territorio dell’arcidiocesi) e persone non italiane (79% a Udine). La Mensa diocesana di via Ronchi, a Udine, nel 2022 ha erogato quasi 97mila pasti a 862 persone, per lo più in condizioni di difficoltà lavorative. Circa 19mila i pasti destinati a profughi ucraini.

Sul versante dell’immigrazione, invece, il Centro Caritas è attivo con due progetti di Sai, che nel 2022 tra Tolmezzo e Cividale hanno ospitato esattamente 100 richiedenti asilo. Ben 794 le persone accolte nei progetti Cas: Pakistan e Bangladesh sono le provenienze più numerose, eccetto i 372 profughi ucraini ospitati in 35 unità abitative.

La trentina di servizi è sostenuta da una struttura finanziaria che nel 2022 è costata oltre 7 milioni e 200mila euro, coperti per lo più con contributi da enti pubblici e soggetti privati tra i quali figura anche l’8xmille alla Chiesa cattolica.

L’Associazione Opera diocesana Betania onlus nel 2022 ha ospitato 87 persone nelle cinque sedi di Paderno, Beivars, Caneva di Tolmezzo, Trivignano e Zompicchia. Persone per lo più in cammino di contrasto alla dipendenza da sostanze stupefacenti, ma ci sono anche ospiti in condizione di disagio psichico o disabilità. Non mancano, tra le accoglienze, migranti e persone in condizioni di esclusione sociale.

Particolarmente significativa, infine, è la rete che ha consentito a Missiòn Odv di mantenere e attivare progetti di cooperazione con Chiese sparse nei diversi continenti, operanti talvolta in aree di conflitto.

Migranti / L’impegno della Chiesa italiana nell’accoglienza e nell’integrazione

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In un approfondimento del Sir, a cura di Filippo Passantino, si descrivono alcuni esempi significativi di come la CEI, ogni anno, finanzia grazie all’8xmille numerosi servizi nei territori per sostenere le persone migranti che, arrivate in Italia, non hanno nulla. Da un posto letto a un pasto, passando per servizi di orientamento al lavoro.

Qui l’articolo originale, pubblicato il 2 dicembre, che vi proponiamo anche di seguito.

Un alloggio, un aiuto a trovare lavoro, un pasto. La Chiesa italiana dedica da sempre attenzione e servizi ai migranti nei territori, attraverso le proprie braccia operative. Lo ha fatto anche nell’ultimo anno. Da Nord a Sud, sostenendo progetti e iniziative attraverso i fondi dell’8xmille per rendere umane condizioni di vita, a volte, impossibili da sopportare. Si va dalle case per l’accoglienza delle donne straniere con i propri figli alle mense per fornire un pasto a chi vive condizioni di profonda povertà fino ai servizi di orientamento al lavoro. Occhi capaci di vedere dove si guarda, orecchie attente ai bisogni di chi è in difficoltà e mani tese per fornire un aiuto senza distinzioni di sorta.

Diffuso in tutta Italia, ad esempio, è il servizio della mensa per le persone migranti più povere. Come la mensa sociale San Lorenzo, un progetto promosso dalla Caritas di Tivoli attivo da otto anni, aperta tutti i giorni a pranzo e in grado di garantire 60/70 pasti ogni giorno anche a persone migranti, come avviene in tante altre mense Caritas attive in tutta Italia, da Firenze a Palermo.

L’accoglienza dei migranti. Un modello di accoglienza è “La Casa degli aquiloni”, un’opera-segno sviluppata negli ultimi anni dalla Caritas diocesana di Brindisi. Apre le sue porte a famiglie straniere in disagio abitativo. È nata per generare nuove esperienze di accoglienza diffusa e sostegno alle famiglie più fragili di migranti. Il progetto “Emmaus”, a Treviso, è rivolto a circa 25 persone senza dimora (soprattutto migranti) e si svolge nella Casa della Carità nata con i suoi servizi di accoglienza da precedenti progettualità finanziati con fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica. All’interno della casa è presente il Centro di ascolto diocesano dove avviene il primo colloquio e i successivi momenti di accompagnamento. Il percorso che si vuole intraprendere è quello di creare un servizio di orientamento alle risorse presenti sul territorio. La gestione operativa è affidata all’associazione Servitium Emiliani Onlus.

A Saluzzo, in provincia di Cuneo, è attivo il progetto “Habitat”: Casa Santa Chiara è un co-housing di donne migranti, anche con figli, a cui si offre un accompagnamento orientato al reinserimento sociale, attività laboratoriali e corsi di lingua per le donne straniere. Casa Mons. Bona e Casa Madre Teresa sono destinate all’accoglienza dei migranti stagionali, impegnati nella raccolta in agricoltura. Il progetto “Non solo casa” è un insieme di servizi di accoglienza per soggetti in grave marginalità, soprattutto migranti, a Cremona. Il dormitorio notturno offre 60 posti letto con servizio doccia, lavanderia, pasto caldo. Le Case dell’Accoglienza, due strutture, sono destinate a soggetti soli o nuclei familiari con parti comuni condivise. Diversi appartamenti (12) in housing sociale temporaneo a circa 30 persone. Due di questi in via sperimentale saranno destinati a persone con problemi di salute mentale in collaborazione con un servizio di psichiatria leggera.

L’orientamento al lavoro. Uno dei passi fondamentali nell’integrazione è il servizio di orientamento al lavoro. A Latina è attivo il progetto “Lavoro e dignità del lavoro”, pensato per condurre azioni a supporto delle persone e dei loro bisogni. Per i migranti è stato aperto in particolare uno sportello contro lo sfruttamento lavorativo in agricoltura, presso il presidio Caritas di Borgo Hermada – Terracina: offre orientamento ai servizi e tutela legale dei migranti impegnati nelle aziende agricole del territorio. Contro il caporalato è stato pensato il progetto “Liberi di sognare”, a Tursi. Ha previsto l’attivazione di uno sportello specializzato nel contrasto di questo fenomeno e nell’accompagnamento di quanti vivono una condizione di sfruttamento lavorativo. Si formano gli operatori Caritas sulle specifiche questioni in modo da poter avviare interlocuzioni con i produttori, garantire risposte ai bisogni. Si lavora anche in ambito culturale, coinvolgendo i datori di lavoro e le comunità dei territori in eventi di sensibilizzazione ed animazione. Destinatarie sono cento persone migranti.

L’attenzione alle donne e ai ragazzi. Un insieme di servizi di accoglienza diffusa per circa 20 persone senza dimora lo fornisce a L’Aquila il progetto “Una casa per ripartire: insieme a noi”. Un’accoglienza in 3 strutture: “Casa Abbraccio” per 8/10 persone senza dimora; “Casa giovani” a Pettino, per l’accoglienza di 8/10 giovani (maggiorenni, anche migranti) usciti dal circuito assistenziale protetto, in condizioni di vulnerabilità per l’assenza di percorsi efficaci di tutela; “Casa Beehive” per uomini in cerca di occupazione. Sono previsti anche 5 tirocini formativi. La gestione è affidata alla Confraternita del Preziosissimo Sangue Sparso. A Tivoli, è attiva “Casa Santa Chiara”, una struttura di accoglienza per 6 donne sole o con figli a carico, anche migranti, con una permanenza media di 8/10 mesi. Il progetto prevede un accompagnamento all’autonomia abitativa e lavorativa, favorendo il reinserimento sociale. La gestione è affidata, anche in questo caso, dalla Caritas diocesana. “Mai più soli” è un Centro di prima accoglienza per la grave emarginazione finanziato a Postiglione (Salerno): ospiterà 15 donne e uomini senza dimora, migranti. Si realizzano progetti personalizzati finalizzati al recupero psico-sociosanitario. La gestione è affidata alla cooperativa sociale “Al tuo fianco”. Si forniranno agli ospiti servizi di orientamento lavorativo, segretariato sociale e consulenza legale.

Un corso di lingua italiana. Un altro strumento fondamentale, in ottica integrazione, è la lingua. Da questa considerazione nasce a Venezia “Interculturalità e promozione umana”, che intende qualificare l’offerta dei corsi di lingua italiana per migranti, attraverso l’utilizzo di innovative metodologie didattiche e di apprendimento in determinate situazioni. Si sviluppano così laboratori creativi, esperienze di animazione, percorsi di educazione alla legalità, attività di sostegno scolastico. Con l’obiettivo di accompagnare i migranti a un inserimento progressivo nel contesto economico ed ordinamentale italiano. Il corso di lingua non punta a essere solo un’acquisizione di competenze ma soprattutto un momento di maturazione personale e sociale degli utenti, favorendo l’interscambio e il confronto tra cultura diverse che interagiscano per riuscire a creare concrete situazioni di integrazione. I corsi saranno supportati anche da interventi di sostegno psicologico con la collaborazione del Consultorio collegato alla diocesi.

 

Sviluppo dei popoli / Più di 11 milioni di euro dell’8xmille per sostenere donne, bambini e poveri

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Sanità, educazione, promozione sociale con una particolare attenzione alle donne, ai bambini e alle persone con disabilità. Sono questi gli ambiti principali dei progetti approvati dal Comitato per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli nella riunione del 24 e 25 novembre. Si tratta di 53 nuovi progetti, per i quali saranno stanziati € 11.088.174 così suddivisi: € 6.991.622 per 27 interventi in Africa, € 1.755.898 per 12 interventi in America Latina; € 1.476.177 per 9 interventi in Asia, € 543.065 per 4 interventi in Medio Oriente e € 1.321.412 per 1 intervento in Europa.

Tra i progetti più significativi, otto saranno realizzati in Africa: In Burkina Faso, le figlie di San Camillo, che nella città di Ouagadougou gestiscono il centro medico “Saint Camille” (nel 2022 ha erogato 60mila visite ambulatoriali, 1.132 parti, 8600 ecografie, 30.000 esami di laboratorio), costruiranno ed equipaggeranno un nuovo reparto di radiologia. In Madagascar le suore francescane di Maria, per migliorare il servizio offerto dall’ospedale Policlinico San Francesco di Assisi, acquisteranno nuovi dispositivi sanitari per il blocco operatorio. In Cameroun, la diocesi di Edea amplierà l’offerta formativa professionale e tecnica rivolta ai giovani del villaggio di Mogong: per loro saranno costruiti un dormitorio e un laboratorio d’informatica e verrà avviata un’attività di piscicoltura. A Capo Verde, la diocesi di Santiago de Cabo Verde realizzerà un Centro educativo per prevenire l’abbandono familiare e scolastico di bambini e giovani che abitano nella Baia de Alcatraz, quartiere di São Domingos, zona periferica, altamente popolata con un alto tasso di povertà e di abbandono scolastico (aumentato nel 2022-23 del 17,7%). In Sud Sudan, a Maker Kuei, nella diocesi di Rumbek, le suore dell’Istituto della Beata Vergine Maria (conosciute come le Dame Inglesi) intendono sostenere e promuovere l’accesso delle ragazze ad un’istruzione di qualità. Nella Repubblica Democratica del Congo, le Suore Oblate delle Assunzione costruiranno un Centro per accogliere gli orfani di Beni in un ambiente sicuro e protetto, fornendo loro assistenza di base e educazione. In Tanzania, “L’Africa Chiama ODV” supporterà i bambini disabili della regione di Iringa, potenziando l’accesso ai servizi sanitari e riabilitativi, attraverso la diffusione di un sistema di prevenzione e diagnosi precoce a livello regionale e la partecipazione attiva delle famiglie. In Etiopia, C.V.M (Comunità Volontari per il Mondo) migliorerà l’accesso alle fonti di acqua pulita per le strutture igienico-sanitarle di base nei distretti di Besketo, Semen Ari-e-Geze-Gola e sensibilizzerà le comunità sull’importanza delle pratiche igienico-sanitarie per ridurre il rischio di trasmissione di malattie. Sono previsti interventi di costruzione o riabilitazione di sistemi idrici, di formazione, di sviluppo di piccole cooperative e di nuove attività generatrici di reddito.

Dei 12 progetti finanziati nel Continente latino-americano, grande rilevanza assume quello promosso in Brasile dalla diocesi di Paraiba che, nel quartiere di Taquara, costruirà il Centro sociale Sao Jose per dare ai giovani la possibilità di frequentare corsi professionali; il tutto per contrastare fenomeni come il disagio sociale, il traffico di droga e la prostituzione. In Colombia, a Medellin, le Suore Oblate del S. Redentore aiuteranno le donne vittime di prostituzione e tratta con strumenti di formazione finalizzati a raggiungere una autonomia personale ed economica. Il progetto si svolge in sinergia con le autorità locali e con il “Centro di Attenzione nell’Area Giuridica e Psicologica” dei Padri Francescani dell’Università di San Buenaventura e del National Learning Service (SENA).

Nel Continente asiatico, uno dei progetti vedrà la luce in Bangladesh: le suore Salesiane, che da quattro anni hanno istituito un “Collegio Infermieristico” per formare 200 giovani infermieri, amplieranno la struttura del “Nursing College di Mymensingh” che ha come destinatari i più poveri e vulnerabili della comunità adivasi. In India, ad Harmoti, in Assam, la diocesi di Saint John Chrysostom of Gurgaon dei Siro-Malankaresi costruirà una nuova scuola (dotata di un ostello) che accoglierà 600 studenti, ovvero il doppio di quelli che attualmente sono ospitati in un edificio fatto di bambù, fango e lastre di metallo.

30 novembre 2023

8xmille per le donne oggi / Insieme possiamo fare la differenza

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Le statistiche sono sbalorditive: nel mondo, una donna su tre è vittima di violenza, mentre in Italia da inizio anno sono state uccise oltre 100 donne. In occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, appena trascorsa, ci uniamo per affrontare un problema urgente e complesso che tocca profondamente la nostra società. Come possiamo intervenire per aiutare le vittime e prevenire questi drammatici fenomeni?

Grazie al contributo dei fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica riusciamo a fornire protezione e assistenza alle donne vittime di violenza. Un aspetto chiave è la creazione e la gestione di case rifugio sicure. Questi luoghi offrono alle donne una via di fuga immediata da situazioni pericolose, dove possono trovare accoglienza e supporto in un ambiente protetto.

Siamo in grado, inoltre, di garantire un sostegno psicologico e legale indispensabile per superare il trauma e affrontare le questioni giuridiche derivanti dalla violenza subita. Questi servizi rappresentano un pilastro essenziale per un percorso di recupero.

Operatori specializzati e volontari lavorano instancabilmente presso i nostri centri per fornire alle donne sole, in difficoltà e spesso con figli a carico le risorse e le opportunità necessarie per ricostruire le proprie vite. Ci impegniamo a supportare percorsi di recupero, programmi di formazione professionale e sostegno economico, in modo che possano trovare la loro indipendenza e guardare al futuro con speranza.

Con la tua firma per l’8xmille alla Chiesa cattolica puoi fare la differenza, concretamente nella vita di tante donne, promuovendo un cambiamento positivo all’interno della nostra società.

Casa delle donne. A Cerreto Sannita, in provincia di Benevento, le donne vittime di violenza trovano un rifugio e costruiscono un futuro.

Scopri tanti altri progetti qui.

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Sviluppo dei popoli / Scuola, salute e promozione sociale: approvati 31 nuovi progetti con l’8xmille

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Il Comitato per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli, nella riunione del 10 novembre, ha approvato 31 nuovi progetti, per i quali saranno stanziati € 5.485.162 così suddivisi: € 3.084.900 per 14 progetti in Africa, € 1.776.877 per 12 progetti in America Latina; € 623.385 per 5 progetti in Asia.

Tra gli interventi più significativi, sei saranno realizzati in Africa: in Burkina Faso, l’Ocades potenzierà un Centro sanitario nella diocesi di Kaya per migliorare le condizioni di salute delle popolazioni rurali e urbane e delle migliaia di persone sfollate. In Ciad, verrà ampliato e attrezzato il Centro Talita Kum di Lai che offre assistenza ai bambini con disabilità, sia sul piano sanitario che della formazione. Nella Repubblica Democratica del Congo, la diocesi di Tshilomba ristrutturerà ed arrederà i locali dell’Istituto tecnico professionale che accoglie circa 1000 studenti. In Madagascar, i Lazzaristi – con l’aiuto della Onlus Shalom ODV – costruiranno pozzi e impianti per fornire acqua ai circa 10mila abitanti della zona di Jangany. In Etiopia, il Vicariato apostolico di Jimma-Bonga avvierà attività produttive a Bonga-Bartha (coltivazione del caffè e apicoltura) per contribuire allo sviluppo del territorio e della comunità Chara, una delle tribù emarginate della zona di Kaffa. Si colloca sempre nell’ambito dell’agricoltura il progetto promosso nella Repubblica Centrafricana dalle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret che a Wotoro, nella diocesi di Berberati, valorizzeranno il Centro di formazione agro-pastorale “Sara Mbi Ga Zo” per favorire l’autosostentamento della comunità che accoglie 60 ragazzi disagiati e offrire formazione agricola e zootecnica a 15 lavoratori.

Dei progetti che vedranno la luce nel Continente latino-americano, particolare rilevanza assume quello promosso in Brasile dall’arcidiocesi di Olinda e Recife che costruirà un Centro sociale per accogliere 150 donne di età compresa tra i 14 e i 40 anni e offrire loro la possibilità di frequentare dei corsi formativi in vista dell’inserimento nel mondo lavorativo. In Colombia le suore salesiane potenzieranno le attività di accoglienza, recupero e accompagnamento delle Case-famiglia “Mamá Margarita” di Medellin ed Estrella, che dal 1980 promuovono la crescita e il benessere delle bambine e ragazze, dai 6 ai 18 anni, e che attualmente ospitano tra le due sedi 154 persone. Ad Haiti, sempre le Figlie di Maria Ausiliatrice ricostruiranno a Les Cayes la Scuola dell’Infanzia “Nostra Signora del Perpetuo Soccorso” danneggiata dal terremoto che potrà così tornare ad accogliere 300 bambini, in età prescolare, specialmente fragili e disabili.

Nel Continente Asiatico, le Franciscan Sisters of the Immaculate Heart of Mary di Pondicherry realizzeranno in India un laboratorio sartoriale per 30 ragazze e per 30 pazienti affetti da patologie mentali, accuditi nell’Arockia Hospital.

Caritas Italiana / Presentato il Rapporto Povertà 2023 “Tutto da perdere” |

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È stato presentato il 17 novembre a Roma, presso la sede di Caritas Italiana, il Rapporto 2023 su povertà ed esclusione sociale in Italia dal titolo “Tutto da perdere” (comunicato stampa in allegato). La data scelta è strettamente collegata alla VII Giornata Mondiale dei Poveri del 19 novembre.

Il Rapporto, a quasi un trentennio dalla sua prima edizione, si sofferma anche quest’anno sulla povertà e l’esclusione sociale nel nostro Paese, riportando numeri e storie, evidenze empiriche e tendenze di lungo periodo, problemi e risposte. Il focus centrale e trasversale è dedicato in questa edizione al fenomeno dei working poor, ossia di quelle situazioni di povertà, personali e familiari, in cui non manca il lavoro, ma il reddito non è sufficiente a una vita dignitosa.

Su questo aspetto è stata realizzata un’indagine nazionale, di taglio sperimentale e qualitativo, la prima di tipo partecipativo mai realizzata da Caritas Italiana, che ha coinvolto in tutte le fasi di studio (dalla progettazione del disegno della ricerca fino all’analisi dei risultati), un gruppo di persone che vivono sulla propria pelle la condizione di fragilità economica e lavorativa. In questo modo le persone si rendono protagoniste e non solo destinatarie di aiuto.

Vi segnaliamo da pag. 70 e seguenti e a pag. 166 del Rapporto (qui) il box con i progetti finanziati grazie ai fondi 8xmille destinati dai contribuenti alla Chiesa cattolica.
Si legge tra l’altro sul fronte progetti per il lavoro:

“Il problema del lavoro è ormai, da anni, diventato una vera e propria emergenza sociale, conseguenza di una ultradecennale crisi economica, acuita dagli effetti della pandemia, che è all’origine delle tante situazioni di disagio che le Caritas Diocesane si trovano quotidianamente ad affrontare e per le quali hanno iniziato a sviluppare misure di intervento specifiche. Sono, infatti, 59 le Caritas Diocesane che hanno presentato progetti in ambito lavoro sui fondi CEI 8xmille Italia per l’annualità 2023, per un totale di 61 progetti che ci restituiscono una fotografia dei rispettivi territori accumunata da situazioni di crisi socio-economica e precarietà occupazionale per una fascia sempre più ampia di popolazione, con un conseguente incremento di persone in difficoltà che si rivolgono in Caritas per essere aiutate nel soddisfacimento di bisogni primari e con la necessità di trovare una stabilità lavorativa come unica possibilità per uscire dallo stato di bisogno”.

DESTINATARI

39 progetti si rivolgono a target ampi di destinatari rappresentati da persone inoccupate, sottoccupate e working poor, indipendentemente da età, sesso, situazioni soggettive e provenienza. 22 individuano, invece, target più specifici, quali giovani e, in alcuni casi minori, disabili, persone con dipendenze o ex dipendenza, immigrati, rifugiati e richiedenti asilo, persone senza dimora. Il progetto della Caritas Diocesana di Pompei, “Un mestiere per il futuro… a scuola di cucina, a scuola di cultura”, si rivolge, ad esempio, a ragazzi e ragazze, prevalentemente minorenni, seguiti dal Centro di accoglienza oratoriale “Bartolo Longo” e dal Centro Educativo “Beata Vergine del Rosario”, ai quali offre percorsi formativi professionalizzanti e percorsi di accompagnamento finalizzati a sostenere e sviluppare le soft skill. Caritas Imola, invece, con il progetto “Worklab” si rivolge a 12 NEET tra 16 e 36 anni, per supportarli nella ricerca di lavoro attraverso un corso di Smartphone, grazie al quale scoprire le potenzialità dello strumento per la redazione di un CV e per un bilancio di competenze; una “Palestra digitale” per simulazione di colloqui di lavoro e approfondimento di tecniche di comunicazione; attività di mentoring individuale, finalizzata alla ricerca di lavoro; tirocini rivolti ai partecipanti con maggiori fragilità. Diversi sono i progetti destinati in modo specifico alle persone con disabilità che prevedono strumenti di supporto all’inserimento socio lavorativo diversificati, spesso integrati, quali laboratori, corsi di formazione per l’apprendimento di competenze trasversali, manuali o più tecniche, tirocini o inserimenti in vere e proprie realtà lavorative, create con la specifica finalità di offrire opportunità lavorative ad hoc per questa tipologia di destinatari. Un esempio è rappresentato dal progetto “Non solo autismo. Dall’accoglienza all’inclusione” presentato dalla Caritas di Civita Castellana che si rivolge a giovani adulti affetti da autismo e grave disagio psico-sociale, per i quali prevede 2 opportunità di inserimento socio – lavorativo: presso un birrificio già avviato e presso un’azienda agricola da creare nel 2023, dove realizzare laboratori terapeutici ed occupazionali, corsi di formazione e avviamento professionale al giardinaggio e all’agricoltura e percorsi di inserimento lavorativo e inclusione sociale.

TIPOLOGIA DI INTERVENTI

La maggior parte dei progetti prevede azioni diversificate che utilizzano più strumenti di intervento in ambito lavorativo, spesso integrate con progettualità in altri ambiti – casa, aiuti materiali, salute – nell’ottica di una presa in carico globale, caratteristica dello “stile Caritas”, che mette al centro la persona – con tutte le sue fragilità, bisogni e risorse – e la relazione, attraverso cui accompagnarla nel percorso di fuoriuscita dallo stato di necessità. Lo strumento principale utilizzato dalle Caritas per affrontare il problema del lavoro è quello dei tirocini extracurricolari e/o di inclusione sociale e delle borse lavoro, realizzati in accordo con le disposizioni regionali che regolano la materia e che possono variare da regione a regione. Sono, infatti, 41 i progetti che offrono questa opportunità. Emerge, dall’analisi dei progetti, anche la sperimentazione di strumenti particolari, come i tirocini di gruppo, proposti dalla Diocesi di Aosta con il progetto “Verso il lavoro”, rivolti a persone con maggiori fragilità, che prevedono la creazione di squadre eterogenee di destinatari, per esperienza, età, provenienza, guidate da un capo squadra/educatore, che si misurano in alcune semplici attività lavorative con l’obiettivo di verificare le competenze di base, aiutare a riprendere il ritmo del lavoro. Le attività vengono realizzate prevalentemente presso le parrocchie e prevedono la sistemazione di spazi comunitari con la finalità, non secondaria, di favorire l’incontro tra i destinatari e la comunità parrocchiale. I tirocini di gruppo rappresentano un banco di prova per proseguire il percorso con altre misure di inserimento lavorativo. I corsi di formazione rappresentano un altro strumento di intervento ricorrente, presente in 32 progetti, realizzati con modalità differenziate: organizzazione diretta da parte della Caritas o dei soggetti gestori o cogestori, collaborazioni con Enti di formazione accreditati, doti formazione, training on the job, laboratori, e-learning. I contenuti dei corsi sono i più diversi e spaziano da tematiche trasversali – potenziamento di soft skills, strumenti per la ricerca di lavoro, corsi di lingua italiana per stranieri, corsi di informatica di base – a interventi professionalizzanti, individuati normalmente in base alle tendenze nazionali o alla domanda del mercato del lavoro locale – corsi di grafica e design, cucina e somministrazione (panificazione, pasticceria, pizzaiolo, barman, aiuto cuoco) carrellisti, …
Presenti, in diversi casi, anche proposte formative fortemente legate alla vocazione del territorio: “Mestieri del mare” e “Trullaro e paretaro”, proposti dalla Caritas di Brindisi – Ostuni con il progetto “Impara l’arte”; “Myriam Sartoria ecclesiastica”, della Caritas di Monreale, che propone un laboratorio di sartoria altamente professionalizzante per la realizzazione, restauro e conservazione di tessuti e paramenti sacri. Sartoria e agricoltura sociale sono 2 settori di riferimento per diverse Caritas nello sviluppo di percorsi di supporto all’inserimento lavorativo. Corsi e laboratori di sartoria, sono, infatti, considerati da 8 Caritas lo strumento principale di intervento per aiutare donne in difficoltà a “rimettersi in gioco”, favorendo il loro protagonismo, sviluppando competenze trasversali, trasmettendo competenze tecniche per reinserirsi nel mondo del lavoro. Il settore agricolo, scelto come ambito principale di intervento da parte di altre 8 Caritas è, invece, considerato particolarmente adatto per il reinserimento socio-lavorativo di persone con basse competenze o con disabilità.

LA RETE TERRITORIALE

La capacità di “Fare rete” presenta un’importanza fondamentale per migliorare la qualità ed ampliare la tipologia dei servizi offerti a livello territoriale, sperimentata dalla maggior parte delle Caritas. La quasi totalità dei progetti presentati prevede, infatti, il coinvolgimento, nella fase di ideazione e/o realizzazione degli interventi, di una rete territoriale, più o meno estesa, rappresentata non solo dalla comunità ecclesiale locale – parrocchie, CdA parrocchiali e, in alcuni casi, altri uffici pastorali – ma anche da enti pubblici e soggetti privati del territorio con cui sviluppare sinergie per diversificare la tipologia dei servizi e migliorare l’efficacia degli interventi di accompagnamento in un percorso di inserimento o re-inserimento lavorativo.
Caritas Roma, ad esempio, con il progetto “Officina delle Opportunità”, ha in corso interlocuzioni con diverse realtà pubbliche e private quali COL – Centri di Orientamento al Lavoro, Centro per l’impiego Portafuturo, Associazioni di categoria, Enti di formazione, APL e con piccole attività artigianali. Prevede, inoltre, un coinvolgimento capillare delle parrocchie e di oltre 150 volontari che consente di offrire un servizio in grado di raggiungere tutto il territorio della Diocesi di Roma. Anche Caritas Piacenza – Bobbio, con il progetto “Lavoro… d’insieme” prevede una stretta collaborazione con le parrocchie, finalizzata ad assicurare un’adeguata accoglienza abitativa e un supporto relazionale alle tante persone che arrivano nei territori della Diocesi attratti da opportunità lavorative nel settore della logistica, che spesso si rivelano solo temporanee e non consentono di accedere ad affitti regolari. A questo, si accompagna un importante lavoro di rete con soggetti del territorio – enti pubblici, enti di formazione, aziende, APL, finalizzato a garantire una continuità lavorativa ai destinatari, offrendo opportunità di lavoro presso diversi committenti.

Inaugurato il “Pastificio Futuro” nel carcere minorile di Casal del Marmo

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“Un segno di amicizia sociale: il fatto che tante istituzioni abbiano collaborato per realizzare un bene è il segno di cosa dovrebbe essere la politica perché l’amore al prossimo sia amore sociale e amore politico”. Così Mons. Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari e Segretario Generale della CEI, ha definito il “Pastificio Futuro”, il laboratorio artigianale (con entrata autonoma) del carcere minorile di Casal del Marmo di Roma, inaugurato oggi alla presenza del Cardinale Angelo De Donatis, Vicario del Papa per la Diocesi di Roma, del Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e del Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.

Realizzato da “Gustolibero Società Cooperativa Sociale onlus”, il progetto – la cui idea è nata dopo la visita di Papa Francesco nel 2013 – è stato sostenuto dalla Conferenza Episcopale Italiana e da Caritas Italiana, in sinergia con la Direzione dell’Istituto penale minorile Casal del Marmo, il Centro della Giustizia minorile Lazio-Abruzzo-Molise, il Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità, le Diocesi di Roma e di Porto-Santa Rufina.

Nel laboratorio, di 500 metri quadri, lavorano attualmente tre detenuti, ma potranno essere occupati fino a venti ragazzi. “Crediamo nell’uomo. L’uomo può cambiare: ci vuole cura, ci vuole l’educazione che, come ricorda il Papa, è la forza più radicale per la trasformazione del mondo. E tanto più il mondo è infiammato tanto più abbiamo bisogno di offrire esempi di educazione perché il diamante che è nel cuore di ciascuno possa risplendere”, ha affermato Mons. Baturi sottolineando che “il lavoro è la forma di educazione più significativa”. “Attraverso il lavoro – ha aggiunto – si impara ad amare se stessi, gli altri, coloro che serviamo attraverso il contributo della nostra fatica, come il cibo che viene consumato per soddisfare le proprie esigenze di vita, per instaurare rapporti di amicizia e per guardare con fiducia al futuro”.

Sviluppo dei popoli / Più di 12 milioni di euro 8xmille per sviluppo, formazione e sanità

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Il Comitato per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli, nella riunione del 6 e 7 ottobre, ha approvato 87 nuovi progetti, per i quali saranno stanziati € 12.285.100 così suddivisi: € 7.059.453 per 38 progetti in Africa, € 2.485.580 per 30 progetti in America Latina; € 2.676.991per 18 progetti in Asia; € 63.076 per 1 progetto in Europa.

Tra gli interventi più significativi, quattro sono in Africa: in Benin, le Suore Vincenzine di Maria Immacolata – Albertine amplieranno la Scuola primaria “Frederic Albert” per aumentare il tasso di scolarizzazione dei bambini del quartiere di Okédama (isolato rispetto al centro di Parakou) e contribuire così alla riduzione della povertà, allo sviluppo socioeconomico della zona e al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione. In Etiopia sarà invece il “Gruppo Missioni Africa Onlus” a promuovere un’istruzione di qualità in ambito rurale con la costruzione di un nuovo complesso scolastico nel villaggio di Gununo. In Guinea Conakry, le Suore della Congregation des Filles du Saint Coeur de Marie realizzeranno un reparto di maternità nel villaggio di Segueyah per consentire alle donne di partorire in sicurezza e con un’adeguata assistenza sanitaria. In Burkina Faso, infine, “Acqua nel Sahel Onlus” costruirà dieci pozzi in altrettanti villaggi della periferia della città di Kaya per migliorare la qualità di vita delle famiglie sfollate a causa degli attacchi terroristici.

Dei 30 interventi finanziati nel Continente latino-americano, grande rilevanza assume quello promosso dall’“Associazione per la Cooperazione Internazionale allo Sviluppo Ets – Coopermondo” che in Colombia formerà 20 dipendenti locali in 7 filiere produttive che, a loro volta, condivideranno le loro conoscenze e competenze con i membri di organizzazioni che si occupano di gestione e amministrazione delle imprese secondo i principi dell’economia sociale e solidale. Il progetto prevede anche l’allestimento di un centro di consultazione, monitoraggio e assistenza tecnica nella città di Mocoa. In Bolivia, l’equipe della Pastorale sociale – Caritas della diocesi di Potosì sosterrà l’acquisto dei materiali e la messa in opera di 140 cucine ecologiche per le famiglie di diverse comunità, mentre in Brasile, nel territorio di Parà, “No one out Ets” supporterà i piccoli produttori incentivando attività di agroecologia e economia solidale, attraverso l’offerta di formazione, la costruzione di vivai e la ristrutturazione del centro di formazione della diocesi. In Guatemala, “Progetto Continenti” promuoverà la sicurezza alimentare di 200 famiglie indigene che abitano nel Dipartimento del Quiché con programmi educativi, realizzazione di orti e di sistemi di filtraggio dell’acqua, acquisto di piante e sementi. In Honduras, la Caritas diocesana insieme alle parrocchie di San Lorenzo Martir, San Antonio de Padua e Inmaculada Concepción costruirà una rete idrica comune per ottimizzare la produzione agricola a beneficio di un centinaio di famiglie.

Nel Continente Asiatico, uno dei progetti vedrà la luce in India, dove la “Fondazione MAGIS – Movimento e Azione dei Gesuiti italiani per lo Sviluppo” attiverà processi di protezione sociale e mitigazione dagli effetti di cambiamento climatico in 8 aree (urbane e rurali). Grazie al progetto, si costituirà una rete dinamica e partecipativa guidata da leaders di comunità (480 persone di cui 50% donne) a beneficio di 14.000 famiglie nello stato di Goa e 12.980 famiglie nello stato di Maharashtra. Nelle Filippine, invece, l’Istituto delle Suore Teresiane doterà il Polo Scolastico “Carmelite Learning Center” dell’isola di Tagbilaran di un impianto fotovoltaico.

Nell’area europea, l’intervento riguarderà l’Albania dove la Caritas di Rreshen sosterrà la ripresa della produzione di frutticoltura e viticoltura, attraverso la fornitura di nuove piante e attrezzature al piccolo villaggio di Bukuire, particolarmente povero e ancora segnato dagli effetti di un incendio del 2022.

Ravenna / Un fiore in mosaico per segnalare le opere realizzate grazie all’8xmille

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Un fiore in mosaico per dire dove “è fiorita” la solidarietà dell’8xmille a Ravenna. È una delle novità che verranno presentate sabato 14 ottobre in occasione del convegno “Il ruolo della Comunità: sostenere la Chiesa e i suoi sacerdoti”, organizzato dal Servizio di Promozione e sostegno economico della Chiesa cattolica a livello diocesano con il Sovvenire CEI. Si tratta di una targa in mosaico denominata “Gerico, che io riabbia la vista”, che ha il compito di segnalare in Diocesi i beni finanziati con i fondi 8xmille.

«La pietra ha tre finalità: attirare l’attenzione, rendere visibile il bene compiuto – spiega Paola Zepparoni, referente diocesana del Sovveniree ringraziare chi ha firmato per l’8xmille. Lo scopo di questa pietra d’inciampo è rendere visibile l’amore di Dio espresso in ogni atto di solidarietà», con un gesto semplice come una firma. Accanto ai fiori che parlano dell’impegno di tutta la comunità contro la violenza sulle donne, ci sarà quello che dice dell’impegno di chi firma per l’8xmille per la sua comunità.

Qualche esempio? Quest’anno i fiori saranno collocati all’emporio don Angelo Lolli, alla casa Famiglia per disabili di Argenta, nella parrocchia di Portomaggiore per la ristrutturazione dei locali, alla casa di riposo di Castiglione e alla casa-famiglia della Papa Giovanni XXIII di Gambellara. Ma il sostegno dell’8xmille in Diocesi assume tantissime forme.

Se ne parlerà appunto al convegno del 14 ottobre in Seminario, occasione nella quale verrà anche presentato il bilancio dell’Arcidiocesi e la rendicontazione dell’8xmille 2022. Per i saluti interverranno Paola Zepparoni, referente diocesano del Servizio promozione sostegno economico della Chiesa Cattolica, e don Dario Kesicki, presidente dell’Istituto diocesano Sostentamento Clero. Dopo l’introduzione dell’Arcivescovo di Ravenna-Cervia, Monsignor Lorenzo Ghizzoni, i relatori dell’inconto saranno Paolo Cortellessa, incaricato del servizio studi e ricerche per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica della CEI “Sovvenire”, don Graziano Donà, membro Comitato nazionale “Sovvenire” e Davide Martini, referente regionale “Sovvenire” che presenterà il progetto “Uniti Possiamo”. La tavola rotonda sarà moderata da Enrico Maria Saviotti, direttore dell’Ufficio Comunicazioni sociali della Diocesi.

(risveglio2000.it)

 

Diocesi di San Miniato: un progetto 8xmille per il disagio abitativo di madri e bambini

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La vecchia scuola materna del Sacro Cuore di Treggiaia accoglierà donne sole e madri con figli nella nuova Casa Belvedere, l’appartamento messo a disposizione dalla Caritas di San Miniato nell’ambito del progetto “La Community dell’Abitare” e finanziato con i fondi dell’8xmille della Chiesa cattolica.

La Casa, in grado di accogliere fino a un massimo di 7 ospiti, sorge in Via XXV Aprile, nell’appartamento al di sopra della ex scuola materna del paese di proprietà della parrocchia di Treggiaia, che in precedenza ospitava una comunità di suore delle “Piccole Figlie di San Giuseppe”. Proprio a tal riguardo, nello scorso anno, alcuni membri del Consiglio pastorale avevano cercato nuovi gestori per la struttura.

La “Community dell’Abitare” – si legge nell’articolo – intende dare risposte al disagio abitativo diffuso nella diocesi di San Miniato, che ricomprende appunto anche Treggiaia. Mentre nel Valdarno la progettazione potrà contare sull’apporto della cooperativa La Pietra d’Angolo, nel caso di Treggiaia sarà la cooperativa Il Cammino a collaborare con la Caritas sanminiatese.

Si tratta di una progettazione in cui Caritas crede molto, in linea con le scelte di Caritas Italiana, molto attenta al problema dell’abitare, che sta diventando strutturale anche nel nostro territorio“, ha spiegato don Armando Zappolini, direttore della Caritas che parteciperà all’inaugurazione insieme al sindaco Matteo Franconi il prossimo 18 ottobre alle ore 18.00.

Qui l’articolo completo pubblicato su valdera.it.