Archivi della categoria: Newsletter In Cerchio

Il Papa ai seminaristi francesi: evangelizzate da preti “con l’odore delle pecore”

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Vi segnaliamo questo messaggio a firma del cardinale segretario di Stato Parolin, indirizzato ai partecipanti all’incontro di oltre 700 seminaristi e formatori di seminari francesi, riuniti, dopo dieci anni, a Parigi dall’1 al 3 dicembre. Papa Francesco sottolinea lo stile pastorale dei sacerdoti. Esso deve essere di “vicinanza, compassione, umiltà, gratuità, pazienza” necessario “per evitare di non essere credibili né ascoltati”, in una società dove la figura del sacerdote ha perso per molti ogni “autorità naturale” ed è “addirittura infangata”. Anche se rivolto ai seminaristi francesi, il contenuto può ritenersi indicativo per tutti i futuri sacerdoti ad ogni latitudine. Qui l’articolo di Alessandro Bussolo per Vatican News nel quale, tra l’altro, si legge:

“Per vivere questa esigente, “perfezione sacerdotale, e affrontare le sfide e le tentazioni che incontrerete sulla vostra strada”, c’è – sottolinea il Papa – “una sola soluzione: alimentare una relazione personale, forte, viva e autentica con Gesù”. Amate Gesù più di ogni altra cosa, è il suo consiglio ai seminaristi, “che il suo amore vi basti, e uscirete vittoriosi da tutte le crisi, da tutte le difficoltà”. Nel suo messaggio, il Papa “rende grazie per la chiamata singolare” che il Signore ha rivolto ai giovani seminaristi francesi, e anche “per la risposta coraggiosa che desiderate dare a questa chiamata”. È motivo di ringraziamento, di speranza e di gioia, prosegue, “constatare che molti giovani – e meno giovani – osano ancora, con la generosità e l’audacia della fede, e nonostante i tempi difficili che le nostre Chiese e le nostre società occidentali secolarizzate stanno attraversando, impegnarsi nella sequela del Signore per il suo servizio e per quello dei propri fratelli e sorelle”.

Dopo aver affrontato anche il tema legato al celibato, “al centro della vostra identità, legata a Gesù”, il messaggio a firma di Parolin ricorda che oggi “la figura sacerdotale viene molto spesso distorta in alcuni ambienti, relativizzata, talvolta considerata subalterna”. Ma “non spaventatevi troppo” aggiunge, perché nessuno cambierà mai la natura del sacerdozio, “anche se le modalità del suo esercizio devono necessariamente tener conto delle evoluzioni della società attuale e della situazione di grave crisi vocazionale che stiamo vivendo”. Quindi il Papa sottolinea che per queste evoluzioni, anche in Francia, la Chiesa e la figura del sacerdote, non vengono più riconosciute. Il prete “ha perso agli occhi della maggior parte della gente ogni prestigio” ed è addirittura infangato.  Quindi “per trovare ascolto presso le persone che incontriamo” e procedere con “la nuova evangelizzazione richiesta da Papa Francesco, affinché ognuno abbia un incontro personale con Cristo”, l’unico modo è l’adozione di uno stile pastorale di vicinanza, compassione, umiltà, gratuità, semplicità e povertà. Un sacerdote, perciò, che conosca “l’odore delle pecore”, e che cammini con esse, al loro ritmo. È così che il sacerdote “toccherà il cuore dei suoi fedeli, conquisterà la loro fiducia e farà loro incontrare Cristo”.

Per questo amare “Gesù più di ogni altra cosa”, è il consiglio del Vescovo di Roma ai seminaristi, vi farà uscire “vittoriosi da tutte le crisi”. Perché se Gesù mi basta, “non ho bisogno di grandi consolazioni nel ministero, né di grandi successi pastorali, né di sentirmi al centro di vaste reti relazionali”. E nemmeno “di affetti disordinati, né di notorietà, né di avere grandi responsabilità, né di fare carriera”, né di essere migliore degli altri. Se, al contrario, “soccombo a una di queste tentazioni o debolezze, è perché Gesù non mi basta e io vengo meno all’amore”. Cari seminaristi, conclude Papa Francesco, “abbiate sempre come prima preoccupazione rispondere” alla chiamata alla comunione di Gesù, e “rafforzare la vostra unione con Colui che si degna di fare di voi degli amici”, che è fedele “e vi renderà felici”.

1 dicembre 2023

Servizio Informatico / Convegno nazionale: segui la diretta

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Convegno di approfondimento e dibattito sui servizi informatici per le diocesi, con una particolare attenzione alle principali novità e con l’intento di offrire uno sguardo d’insieme, da “Sistema informativo diocesano”. Attraverso le diocesi, alcuni servizi sono rivolti anche alle parrocchie.

SEGUI LA DIRETTA

Link per chi volesse rivedere i contributi di ieri 27 novembre

Data la diffusione delle tecnologie digitali in molti ambiti di attività, sia gestionali sia pastorali, il convegno vede coinvolti alcuni uffici della CEI: è proposto dal Servizio Informatico, l’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali, l’Economato e Amministrazione, l’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto e il Servizio Promozione Sostegno Economico alla Chiesa.

Il programma dell’incontro è modulare, per ambiti applicativi o tematici: amministrativo/gestionale, beni culturali, comunicazione digitale. È possibile partecipare a tutto il convegno o, in alternativa, anche solo a una sua parte nella quale vengano trattati i temi più vicini alla propria competenza o al proprio incarico in diocesi.

Pur nella specializzazione delle tre giornate, abbiamo previsto dei momenti con temi interdisciplinari, perché molti servizi è bene che siano conosciuti da tutti in diocesi: chi si occupa di beni culturali, di amministrazione, di comunicazione e pastorale. Lo sforzo e l’invito a lavorare insieme, in un sistema informativo diocesano che vede tutti coinvolti, sono uno degli obiettivi del convegno.

 

Per ogni giornata del convegno si prevedono:

  • l’esposizione di alcuni temi e l’illustrazione dei servizi informatici proposti;
  • la proposta di alcune attività concrete di immediata utilità e fattibilità;
  • il dibattito con domande/risposte e proposte di miglioramento ed evoluzione.

Per tutta la durata del convegno, sono presenti tavoli permanenti informativi per ogni servizio proposto, con referenti ed esperti per poter rispondere ad ogni domanda o esigenza e raccogliere segnalazioni e suggerimenti.

Programma in allegato.

I servizi informatici per le diocesi / È ancora possibile iscriversi al Convegno Nazionale

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Come anticipato lo scorso 17 ottobre, dal 27 al 29 novembre si terrà a Roma presso il TH Carpegna Palace (Via Aurelia, 481) il Convegno Nazionale su I servizi informatici per le diocesi – Uno sguardo d’insieme, le principali evoluzioni.

E’ ancora possibile chiedere di partecipare al convegno:

– in modalità a distanza via Internet,

oppure in presenza previa verifica della disponibilità dell’alloggio (le camere finora opzionate sono esaurite).

In entrambi i casi occorre fare richiesta scrivendo a sicei@chiesacattolica.it ed attendere indicazioni su come procedere e l’eventuale conferma.

Destinatari della proposta: economi diocesani e collaboratori, incaricati diocesani per i Beni culturali e Edilizia di culto, direttori Uffici comunicazioni diocesani e collaboratori, incaricati diocesani per l’informatica e collaboratori, incaricati diocesani in qualche modo convolti nei servizi trattati.

In allegato il programma defintivo.

Ferrara-Comacchio / Il “Sovvenire” al ritiro per il clero

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Nella mattinata di giovedì 9 novembre 2023, presso la sala conferenze del Seminario Arcivescovile di Ferrara, a partire dalle ore 9.30 e nel contesto della giornata di ritiro del clero, si terrà una conferenza sul tema del “Sovvenire” circa i fondamenti, la finalità e le modalità del “Sostegno economico alla Chiesa Cattolica”.

Sarà il dott. Paolo Cortellessa, incaricato del servizio studi e ricerche del Servizio CEI per la promozione sostegno economico Chiesa, a tenere la relazione sull’argomento.

L’evento sarà reso visibile sul canale YouTube UCS (Ufficio Comunicazioni Sociali della diocesi).

Vista l’importanza del tema si raccomanda la partecipazione che rimane aperta a tutti, sia in presenza che in collegamento on line.

I servizi informatici per le diocesi / Uno sguardo d’insieme, le principali evoluzioni

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Dal 27 al 29 novembre si terrà a Roma presso il TH Carpegna Palace (Via Aurelia, 481) il Convegno Nazionale su I servizi informatici per le diocesi – Uno sguardo d’insieme, le principali evoluzioni. Pubblichiamo in questo spazio la lettera d’invito del 18 settembre a firma congiunta di alcuni Uffici CEI, tra cui il Servizio Promozione.

Destinatari della proposta: economi diocesani e collaboratori, incaricati diocesani per i Beni culturali e Edilizia di culto, direttori Uffici comunicazioni diocesani e collaboratori, incaricati diocesani per l’informatica e collaboratori, incaricati diocesani in qualche modo convolti nei servizi trattati.

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Carissimi,

vi proponiamo un Convegno di approfondimento e dibattito sui servizi informatici per le diocesi, con una particolare attenzione alle principali novità e con l’intento di offrire uno sguardo d’insieme, da “Sistema informativo diocesano”.

Attraverso le diocesi, alcuni servizi sono rivolti anche alle parrocchie.

Data la diffusione delle tecnologie digitali in molti ambiti di attività, sia gestionali sia pastorali, il Convegno vede coinvolti molti Uffici della Cei: è proposto da Servizio Informatico, Ufficio Comunicazioni Sociali, Economato, Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici, Servizio Promozione Sostegno Economico alla Chiesa.

È auspicabile la presenza di incaricati non solo delle diocesi che già utilizzano i prodotti o servizi proposti dagli Uffici della Cei, ma anche di coloro che sono interessati a conoscerli. Il confronto e lo scambio sono un arricchimento e per tutti.

Il programma dell’incontro è modulare, per ambiti applicativi o tematici: amministrativo/gestionale, beni culturali, comunicazione digitale.

È possibile partecipare a tutto il Convegno o, in alternativa, anche solo a una sua parte nella quale vengano trattati i temi più vicini alla propria competenza o al proprio incarico in diocesi.

Pur nella specializzazione delle tre giornate, abbiamo previsto dei momenti con temi interdisciplinari, perché molti servizi è bene che siano conosciuti da tutti in diocesi: chi si occupa di beni culturali, di amministrazione, di comunicazione e pastorale. Lo sforzo e l’invito a lavorare insieme, in un sistema informativo diocesano che vede tutti coinvolti, sono uno degli obiettivi del Convegno.

Potrebbe esserci la possibilità di seguire i lavori del Convegno anche a distanza previa registrazione, per consentire la più ampia partecipazione, ma riterremmo importante la presenza di almeno un incaricato per ciascuna diocesi. La presenza fisica consente tra l’altro di affrontare meglio temi e problematiche specifiche di ciascuna diocesi.

Per ogni giornata del Convegno si prevedono:

– l’esposizione di alcuni temi e l’illustrazione dei servizi informatici proposti;

– la proposta di alcune attività concrete di immediata utilità e fattibilità;

– il dibattito con domande/risposte e proposte di miglioramento ed evoluzione.

Per tutta la durata del Convegno, saranno presenti tavoli permanenti informativi per ogni servizio proposto, con referenti ed esperti per poter rispondere ad ogni domanda o esigenza e raccogliere segnalazioni e suggerimenti.

Con l’occasione del Convegno e della proposta di tanti e importanti servizi, si ribadisce la necessità che per ogni diocesi ci sia un “incaricato per l’informatica” che, in contato con il Sicei, favorisca uno sguardo d’insieme al Sistema informatico diocesano, in particolare curando le problematiche di base e trasversali a tutti gli ambiti applicativi. Non necessariamente deve essere una figura dedicata. In sua assenza, può essere certamente una persona che abbia al contempo altri incarichi: l’economo, il direttore UCS, il cancelliere, il moderatore della curia o altra figura che possa rappresentare la propria diocesi.

In allegato si riporta il programma provvisorio. La versione definitiva verrà inviata in seguito.

Ci auguriamo che possiate partecipare, prenotando attraverso la procedura online: https://iniziative.chiesacatolica.it/serviziinformaticiperdiocesi2023

Ribadiamo che sarebbe importante la partecipazione in presenza di almeno un incaricato per ciascuna diocesi. Per il momento vi preghiamo di iscrivervi per la partecipazione in presenza, possibilmente entro il 16 ottobre per consentirci di provvedere al meglio agli aspetti logistici. Vi preghiamo di segnalarci eventuali ulteriori temi che riterreste utile affrontare o citare al Convegno. Cercheremo di affrontarli nei limiti della disponibilità di tempo. Per tutte le comunicazioni e domande relative al Convegno, vi preghiamo di scrivere a: sicei@chiesacatolica.it.

Grazie come sempre per la disponibilità e collaborazione, con i saluti più cordiali

don Claudio Francesconi – Economo, don Luca Franceschini – Direttore BCE, Vincenzo Corrado – Direttore UCS, Massimo Monzio – Responsabile SPSE, Giovanni Silvestri – Responsabile SICEI

Incentivi a parrocchie, diocesi e incaricati diocesani per una Chiesa porto sicuro

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La buona notizia è che quest’anno quasi 350mila euro sono arrivati alle parrocchie e alle diocesi dal nostro ufficio per aver organizzato e rendicontato corsi di formazione per diffondere la cultura del sostegno economico alla nostra Chiesa. La cattiva notizia è che solo la metà degli incentivi previsti è stata utilizzata, sui 700mila messi a disposizione. Anche perché diverse parrocchie non hanno rendicontato le attività di formazione svolte. Per questo, passo dopo passo, ricordiamo come fare.

INCENTIVI ALLE PARROCCHIE, OCCHIO AI REQUISITI
Sono 387 le parrocchie che hanno organizzato incontri di formazione per incoraggiare la partecipazione attiva dei fedeli, e hanno preso parte ai progetti di raccolta firme 8xmille e offerte. Per questo loro impegno hanno ricevuto complessivamente 110.250 euro. La classifica delle regioni più virtuose, quelle dove si concentra il maggior numero di parrocchie che hanno ricevuto contributi, vede sul podio al primo posto la Puglia, seguita dalla Basilicata e dalla Calabria. Ma si può fare di più, molto di più. Per questo è utile ricordare le regole per beneficiare degli incentivi. Innanzitutto, occorre partecipare al progetto “Uniti Possiamo” e/o “UnafirmaXunire”. Rispondere ad un brevissimo questionario sullo svolgimento delle iniziative. Inoltre, svolgere almeno un incontro di formazione dedicato all’8xmille e/o alle offerte per il clero, che venga rendicontato. Contemporaneamente nominare un referente parrocchiale del Sovvenire. Ultimo, ma non ultimo, raccogliere almeno 250 euro per il sostentamento del clero attraverso la partecipazione al progetto “Uniti Possiamo”. La parrocchia che aderisce a un solo progetto ottiene 250 euro, mentre quella che partecipa ad entrambi riceve 500 euro (vedi regolamento nel portale UNITIINRETE).

INCENTIVI ALLE DIOCESI, UN VOLÀNO PER LA CHIESA
Ben 138 le diocesi, pari al 63% di tutte quelle presenti in Italia, che hanno ricevuto l’incentivo di 1.000 euro per la formazione, per un totale di 138.000 euro. In vetta sono arrivate le diocesi del Nord Ovest che sono risultate più attive nello spronare le parrocchie del proprio territorio a organizzare incontri di formazione per favorire e incoraggiare la partecipazione dei fedeli. A metà strada troviamo le diocesi del Centro Italia. Arrancano, invece, le diocesi del Sud Italia. Gli sforzi fatti dai Vescovi italiani per sensibilizzare, formare e informare al Sovvenire, in primis ai progetti “Uniti Possiamo” e “UnafirmaXunire”, stanno dando risultati concreti.

INCENTIVI AGLI INCARICATI DEL SOVVENIRE, SCUOLA DI COMUNIONE E CONDIVISIONE
A 98 diocesi è stato assegnato un ulteriore contributo di 1.000 euro in virtù della presenza di una rete territoriale e di iniziative svolte dal proprio incaricato diocesano del Sovvenire. Si tratta infatti di un incentivo che viene riconosciuto proprio per il lavoro di promozione e formazione svolto dai nostri incaricati. Per questo, seppure assegnato alla diocesi, non è riservato esclusivamente al Vescovo. L’incentivo, infatti, è per i risultati conseguiti sul territorio, sicuramente frutto dei tanti incontri di formazione organizzati, ma anche della capacità di rendicontarli, requisito indispensabile per accedere ai fondi previsti.

L’IMPORTANTE È RENDICONTARE LE ATTIVITÀ
Innanzitutto, bisogna accedere con le proprie credenziali, all’interno del portale UNITIINRETE (www.unitiinrete.it). Primo passo da seguire è inserire il programma e la relazione dell’incontro con una breve descrizione di come si è svolto. Secondo passo, indispensabile per ottenere gli incentivi, è indicare il numero dei partecipanti all’incontro. Terzo passo da seguire è quello di testimoniare la partecipazione alla formazione inviando foto e/o video dell’incontro. Se la parrocchia è presente sui social, occorre riportare il link alla pagina YouTube dove è caricato il video. Ultimo passo da svolgere, è quello di allegare locandine, materiali realizzati esposti o utilizzati per l’iniziativa, come pure rassegne stampe e comunicazioni dell’evento (articoli su riviste, quotidiani, blog, social).

FILIERE DI VALORI E RETI DI SOLIDARIETÀ
È proprio l’intreccio tra la corresponsabilità e la partecipazione a dare vita al tessuto del sostegno economico alla nostra Chiesa. Solo facendo riscoprire i valori che sono alla base del Sovvenire, infatti, possiamo creare quelle reti concrete di solidarietà e aiuto per tutti coloro, e sono sempre di più, che si rivolgono alle nostre parrocchie e alle nostre diocesi in cerca di speranza, di sostegno e di vita.  Lo ha detto bene Papa Francesco, il 2 agosto di quest’anno, a Lisbona, all’incontro con i Vescovi, i sacerdoti, i religiosi e i laici impegnati nella pastorale. Riprendendo le parole dello scrittore portoghese Pessoa, “per arrivare all’infinito, e credo che ci si possa arrivare, abbiamo bisogno di un porto, di uno soltanto, sicuro, e da lì partire verso l’Indefinito” ha aggiunto “Sogniamo la Chiesa come un porto sicuro per chiunque affronta le traversate, i naufragi e le tempeste della vita!

Il Papa ai preti di Roma: lavorate coi laici e vigilate sul clericalismo

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È dello scorso 7 agosto la lettera di Francesco ai sacerdoti della sua Diocesi: “Vi sono vicino nelle gioie e sofferenze, grazie del vostro servizio spesso non riconosciuto”. Poi il monito contro la mondanità spirituale: “Si nasconde dietro apparenze di religiosità e amore alla Chiesa, ma in realtà consiste nel cercare, al posto della gloria di Dio, la gloria umana e il benessere personale”. Infine, il Pontefice raccomanda: servi e non padroni, “A volte diamo a vedere di essere superiori, privilegiati, collocati ‘in alto'”.

Il testo della lettera, scrive il Papa, è stato frutto anche della preghiera dinanzi alla Salus Populi Romani alla quale – assicura – ha affidato tutti i sacerdoti dell’Urbe.

“Le ho chiesto di custodirvi e di proteggervi, di asciugare le vostre lacrime segrete, di ravvivare in voi la gioia del ministero e di rendervi ogni giorno pastori innamorati di Gesù”.

Proprio quest’ultima sembra essere la più grande preoccupazione per Jorge Mario Bergoglio, da sempre presentatosi come Vescovo di Roma, cioè quella di un disinnamoramento dei preti dalla loro vocazione e dal loro ministero. Ministero che porta un “carico di gioie e di fatiche, di speranze e di delusioni”, e che spesso si svolge tra “tante fatiche” e “incomprensioni”, ammette il Pontefice. Dice “grazie”, infatti, per questo e lo ripete più volte nella lettera: “Grazie per tanto bene nascosto che fate”; “grazie” per un lavoro che talvolta non ha “riconoscimento”.

“D’altronde, il nostro ministero sacerdotale non si misura sui successi pastorali (il Signore stesso ne ha avuti, col passare del tempo, sempre di meno!)”.

Qui l’articolo di Salvatore Cernuzio per Radio Vaticana.

La parrocchia di Portici, un baluardo contro l’usura

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Ascoltare la propria comunità e curare le ferite della gente. Padre Giorgio Antonio Pisano da più di 20 anni è attento alla voce dei parrocchiani del Sacro Cuore di Gesù, una comunità che sperimenta a Portici, cittadina alle porte di Napoli, la piaga dell’usura. “Sono un prete diocesano, ma al don preferisco essere chiamato padre, o semplicemente Giorgio, per evitare spiacevoli confusioni con i boss che usano questo titolo”, chiarisce il sacerdote. Qui le vite di piccoli commercianti, di alcune famiglie numerose e di chi non ha un lavoro fisso, sono minacciate dai tassi usurai, spiega padre Giorgio. La parrocchia di circa 5mila persone, è attenta soprattutto ai giovani, scugnizzi dal futuro incerto attratti da facili guadagni e, per questo, possibili prede dello strozzinaggio.

La lotta all’usura non è l’unico fronte di impegno sociale: alla parrocchia del Sacro Cuore sacerdote e volontari rafforzano la ricchezza della territorialità facendo rete con le associazioni della città. Attiva è la collaborazione con Villa Fernandes, un bene confiscato alla camorra e ora centro di eventi, mostre, presentazione di iniziative e di libri. La camorra si contende il territorio, per questo in parrocchia ogni marzo si celebra la Giornata dell’impegno contro le mafie: gli animatori vanno nelle scuole per parlare di cittadinanza e beni comuni, a partire dalla terra e dal cibo.

La formazione permanente dei laici è importante – spiega il parroco -, i temi ecologici e quelli della civile convivenza fanno crescere la comunità, un percorso che nasce dalla Gaudium et Spes e continua con la Laudato Si”. Prima di ogni azione c’è un percorso da fare insieme, conclude padre Pisano: “L’osservazione sociologica, va di pari passo con la riflessione alla luce della Parola e ogni azione è guidata dai nostri valori. L’obiettivo è quello di sciogliere i cappi che soffocano ogni essere umano, per restituirgli libertà”.

Qui l’articolo completo di Nicola Nicoletti su unitineldono.it.

Susa: arte, natura e spiritualità a portata di APP

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L’app “Chiese a porte aperte” è un progetto unico in Europa: 42 luoghi di culto sparsi tra il Piemonte e la Valle d’Aosta, recuperati, restaurati e resi accessibili grazie ai fondi dell’8xmille e grazie all’impegno appassionato di una schiera di volontari.

Una volta effettuato l’accesso, tramite QR code si viene guidati alla scoperta del bene ecclesiastico al suo interno, attraverso una narrazione storica, artistica e devozionale, accompagnata da un sistema di luci direzionali e di micro proiettori che orientano il visitatore. Il tutto, accessibile anche ai disabili sensoriali, grazie a pannelli tattili, video con traduzioni in lis e tavole in comunicazione alternativa aumentativa. Lo spiega su www.unitineldono.it don Gianluca Popolla, incaricato regionale del Piemonte per i Beni Culturali Ecclesiastici.

La musica va oltre…le sbarre

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Grazie alla Chiesa, la musica scandisce la vita dei detenuti nella Casa circondariale “Ettore Scalas” a Uta, a una ventina di chilometri da Cagliari. Tanto da vedere la nascita nel 2020 di un gruppo musicale, formato da una decina di loro, protagonisti, lo scorso 3 luglio, di un concerto fortemente voluto dall’arcivescovo Mons. Giuseppe Baturi e organizzato nella cappella del Carcere nell’ambito del Cammino sinodale dal titolo “Camminare insieme… verso la libertà”. (L’articolo su unitineldono.it a cura di Maria Chiara Cugusi)

Una musica che suona di perdono, riscatto, speranza, futuro: come nome per la loro “band” hanno scelto “Free inside” ovvero “Liberi dentro”, dal testo di una delle canzoni che loro stessi hanno scritto. «Benché rinchiusi – raccontano -, siamo comunque liberi di andare con la mente dove vogliamo».

Il tutto inizia qualche anno fa, con il laboratorio di musica – una delle attività proposte dall’area educativa trattamentale all’interno della struttura – e con l’animazione musicale della messa nei weekend.  «La musica ci insegna a stare insieme, a trovare una sintonia tra di noi». Durante il concerto, diversi brani musicali che raccontano la loro quotidianità, intervallati da alcune testimonianze sulle esperienze di vita, sul cammino compiuto in questi ultimi due anni, basato sull’ascolto e sul dialogo reciproco. Tra le storie c’è quella di Christian (nome di fantasia): disoccupato, due figlie, alla fine del 2019 arriva a commettere, insieme alla compagna, un furto in una delle parrocchie del territorio diocesano, arrivando alla colluttazione con uno dei sacerdoti presenti. E proprio quel sacerdote era lì seduto ad ascoltarlo cantare lo scorso 3 luglio, lui a cui Christian già aveva chiesto perdono e che ha voluto invitare al concerto – aperto solo ai parenti dei detenuti e ai volontari – come se fosse un suo familiare.

Tra le testimonianze c’è anche quella di Paolo (nome di fantasia), che ha raccontato la gioia nell’aver consolato il suo compagno di cella, pronto per uscire ma poi nuovamente bloccato per altri 18 mesi per l’arrivo di un cumulo di pena. «Mi sono seduto vicino a lui per far sì che non vivesse quel momento di sofferenza da solo: è stato come il “camminare insieme”, che ho imparato da questo percorso sinodale». E ancora, nelle sue parole, la gioia nell’aiutare i nuovi arrivati, cercando di dare loro consigli e vicinanza.

Tutto ciò grazie a una Chiesa presente tra le mura carcerarie. «Il nostro impegno – racconta don Gabriele Iiriti, cappellano del carcere dal 2016 e direttore della Pastorale diocesana penitenziaria – manifesta il desiderio della nostra Chiesa diocesana di accompagnare il cammino, la crescita umana e spirituale di queste persone, per dare un senso alle loro giornate, ed evitarne la depressione. Le proposte non mancano – dalla musica allo studio, dalla lettura al giardinaggio -, ma noi cerchiamo di accompagnare la loro motivazione.

Con loro siamo impegnati nell’animazione delle messe, in colloqui, in momenti di ascolto; poi è nata l’idea di coinvolgerli nel cammino sinodale, ogni mercoledì pomeriggio».

«Lavoriamo in rete – continua – con la direzione carceraria, l’area educativo-trattamentale, la Caritas diocesana, gli altri uffici della nostra Pastorale, con le comunità terapeutiche, il Tribunale di Sorveglianza e le altre istituzioni locali».

Il nostro obiettivo è «rendere tangibile la presenza della Chiesa in questo luogo di sofferenza, creare qui una comunità cristiana misericordiosa, accogliente, che non giudichi ma dia fiducia. Una presenza di vicinanza, prossimità, speranza anche nei momenti più bui».

Diversi i progetti portati avanti dalla Diocesi, dal magazzino Caritas di beni di prima necessità, al laboratorio di uncinetto e bricolage per donne detenute, grazie ad alcuni volontari della Comunità missionaria di Villaregia, fino al progetto “Orti sociali in carcere”, insieme ad alcuni club del Rotary di Cagliari. Non manca l’attenzione fuori dal carcere con i progetti – portati avanti insieme alla Caritas diocesana – per gli affidati alle misure alternative ospitati, durante i permessi premio, nella Casa di accoglienza Leila Orrù – De Martini.

Inoltre, «sarà importante far sì che il cammino sinodale – conclude don Iiriti – possa avere una continuità nella comunità, facendo sì che essa sia pronta per accogliere il detenuto una volta scontata la pena, per ascoltare la sua testimonianza, far sì che non si senta solo. Per far ciò occorre creare una mentalità, facendo conoscere la realtà del carcere, il cammino percorso, e rendendo possibile il cambiamento».

(Testo e foto di Maria Chiara Cugusi)