Category Archives: Newsletter In Cerchio

Giubileo 2025 / Approda a Roma un percorso di riflessione sul Padre Nostro

vai all’articolo
Nove totem, una web app e una preghiera al centro, il Padre Nostro. Nata dall’invito di Papa Francesco di prepararsi al Giubileo del 2025, arriva a Roma la mostra itinerante, “Insegnaci a pregare”, organizzata dal Centro Culturale San Paolo in collaborazione con il Gruppo Editoriale San Paolo e curata dalla società di comunicazione Mediacor.

La mostra, realizzata con il supporto dell’8xmille della Chiesa cattolica e di Generali Cattolica Assicurazioni, continuerà il suo viaggio e potrà essere allestita in spazi culturali, scuole, parrocchie, oratori, per chi ne farà richiesta.

Protagonista è il Padre Nostro, la madre di tutte le preghiere, compendio del Vangelo e guida per ogni cristiano.

«Siamo molto contenti della curiosità ed entusiasmo con cui è stata accolta la mostra che abbiamo desiderato realizzare per la preparazione del Giubileo del 2025 – spiega don Ampelio Crema, presidente del Centro Culturale San Paolo – Roma è una tappa molto sentita, importante. È il cuore del cattolicesimo e la Casa di tutti noi. Portare la mostra qui, significa parlare alla gente, laddove la gente desidera ricevere messaggi di speranza e forza».

Partita dal comune di Cinisello Balsamo, nel milanese, e inaugurata da fra Roberto Pasolini, la Mostra si compone di nove totem, otto dedicati alle frasi del Padre Nostro e uno al Giubileo. Su ogni facciata saggi, meditazioni e fotografie per grandi e piccoli, racconteranno il significato della preghiera e la sua origine.

Una particolare attenzione è dedicata ai tempi attuali, tra testimonianze e storie di chi si è distinto oggi per una concretizzazione esemplare del Padre Nostro: tra questi troviamo personaggi come padre Pino Puglisi, fratel Biagio Conte, Chiara Badano e Matteo Farina.

Ampio spazio è rivolto anche alla tecnologia: su ogni totem, infatti, si trova un QR code che permette di aprire i contenuti di approfondimento presenti in una web app creata appositamente: basta scannerizzare il codice e cliccare su una delle frasi del Padre Nostro della schermata di apertura della web app.

Qui si troveranno degli audio di approfondimento con i testi di Michael Davide Semeraro, Ermes Ronchi (appena uscito in libreria con una nuova prestigiosa edizione de “Il canto del Pane” dove fonde sapienza biblica e afflato poetico) e Marco Pozza, interpretati dall’attore e doppiatore Danilo Bruni.

È online, infine, il sito dedicato alla mostra – realizzato dalla San Paolo Digital – dove viene spiegato il progetto e la sua nascita, con autori, testi e fotogallery.

Per informazioni si potrà contattare il Centro Culturale San Paolo – odv.ets sanpaolo.mostre@gmail.com (cell. 346 9633801).

Stato e Chiesa / Mons. Baturi, tra le novità dell’accordo del 1984 “il radicale cambiamento del sistema di finanziamento della Chiesa”

vai all’articolo
“Un ottimo strumento di libertà e collaborazione per la realizzazione della missione della Chiesa in Italia e nel mondo”. Così Mons. Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari e Segretario Generale della CEI, definisce il Concordato che ha portato la Conferenza Episcopale “ad esprimere in modo unitario la volontà dei Vescovi e a incrementare la produzione normativa di diritto particolare, assumendo una presenza sempre più significativa sulla scena nazionale”. Intervenendo al convegno organizzato dall’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede e dalla Fondazione Craxi sul tema “Stato e Chiesa. A 40 anni dalla firma del Concordato repubblicano”, Mons. Baturi ha illustrato l’impegno della CEI nei vari ambiti di collaborazione con lo Stato. “La prospettiva che ha animato e continuerà ad animare tutta la Chiesa italiana nella sua azione di collaborazione con lo Stato italiano – ha assicurato – è soprattutto quella di offrire un contributo creativo al bene morale e alla crescita del Paese”.

L’Accordo del 1984, ha ricordato Mons. Baturi, “oltre ad aver contribuito ad assicurare alla CEI un ruolo di interlocuzione con le autorità civili le ha anche attribuito puntuali competenze concordatarie, riconoscendola come il soggetto ecclesiale più idoneo a trattare con i pubblici poteri”. Come dimostra “quella disposizione generale posta nell’art. 2.2 dell’Accordo che nell’assicurare alla CEI la piena libertà di comunicazione e corrispondenza la menziona tra i soggetti ecclesiali subito dopo la Santa Sede, rivelando l’importanza che essa assume nell’economia complessiva della nuova disciplina concordataria”.

La collaborazione della Conferenza Episcopale con le autorità civili, ha proseguito il Segretario Generale, “non ha riguardato solo la definizione delle norme di attuazione quanto anche il piano amministrativo e i rapporti con le amministrazioni pubbliche”. “In questi quarant’anni di collaborazione – ha rilevato l’Arcivescovo – l’abituale confronto tenuto dalla CEI con le pubbliche autorità e la rappresentanza delle istituzioni ecclesiali ha prodotto una mole ingente di documenti e assicurato soluzioni condivise su molti ambiti”.
Secondo Mons. Baturi, “la materia che più di altre ha costituito per la CEI un importante banco di prova di maturità e responsabilità è quella degli enti e beni ecclesiastici”. “È toccato alla CEI – ha affermato – riscrivere ed attuare, dettando una puntuale e specifica disciplina canonica, tutta la materia del sostentamento del clero e la disciplina sulla gestione dei fondi provenienti dall’8xmille che con l’entrata in vigore del nuovo codice di diritto canonico del 1983 andava completamente rivista”. A tale proposito, il Segretario Generale ha giudicato “positivo il percorso intrapreso, in collaborazione con lo Stato, per mettere a punto un sistema trasparente ed efficiente di impiego delle risorse finanziarie sia per assicurare il congruo e dignitoso sostentamento ai nostri sacerdoti sia per assicurare le opere di carità e di soccorso della Chiesa in Italia e nel mondo”.Nel suo intervento, Mons. Baturi ha inoltre sottolineato che, nell’ambito dell’Accordo, la CEI ha potuto “dispiegare il proprio impegno non solo su materie concordatarie molto importanti quanto anche in nuovi settori della solidarietà, della cultura, della formazione, e in particolare di offrire il proprio contributo sul drammatico fenomeno dell’immigrazione”. È avvenuto, ad esempio, con la sottoscrizione di protocolli d’intesa “per l’apertura di corridoi umanitari allo scopo di favorire l’arrivo in Italia in modo legale e in condizioni di sicurezza di soggetti vulnerabili e beneficiari di protezioni internazionali”. Si tratta “di iniziative ed attività che si propongono di rispondere alle urgenze provocate dal fenomeno migratorio sperimentando forme innovative di accoglienza e canali legali alternativi”, ha osservato il Segretario Generale per il quale “l’esperienza realizzata anche a motivo della sinergia con le istituzioni civili e l’associazionismo civile consente di apprezzarle come buone pratiche che potrebbero in analogia essere mutuate da altri paesi europei pur nelle differenze degli assetti nazionali”.

Dopo aver ricordato che “l’ambito della solidarietà è certamente un altro settore in cui l’attivazione di modelli di collaborazione può contribuire a dare risposte efficienti valorizzando le esperienze di tutte le realtà del cosiddetto Terzo settore”, Mons. Baturi si è quindi soffermato “sul riconoscimento e sul sostegno che all’azione della CEI è venuto dai pontefici che in questi ultimi quarant’anni si sono avvicendati alla guida della Chiesa Universale”. “Da San Giovanni Paolo II a Benedetto XVI e oggi con Papa Francesco – ha concluso – la CEI ha sempre goduto del pieno sostegno e della più ampia fiducia rispetto al proprio operato nel rapporto con le autorità civili”.

Qui e qui altri servizi sull’evento di Radio Vatican News con le dichiarazioni, in merito al Concordato: del Segretario di Stato della Santa Sede Piero Parolin, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, il rettore della Lumsa Francesco Bonini, il prof. Giorgio Feliciani e altri.

Mons. Ivan Maffeis è il nuovo Presidente del Comitato promozione sostegno economico alla Chiesa

vai all’articolo
Nella sessione invernale del Consiglio Episcopale Permanente (22-24 gennaio) è stato nominato il nuovo Presidente del Comitato per la Promozione del Sostegno Economico alla Chiesa S. Ecc. Mons. Ivan Maffeis, Arcivescovo di Perugia – Città della Pieve.

Il Servizio Promozione della CEI, accogliendo con gioia la notizia, dà un caloroso benvenuto al nuovo Presidente, Mons. Maffeis, e saluta con tanto affetto e riconoscenza il Presidente uscente Mons. Donato Negro per aver accompagnato in tutti questi anni il Servizio CEI e gli incaricati diocesani del Sovvenire con grande sensibilità d’animo e con la tenerezza del “buon pastore”.

E al nuovo Presidente Mons. Maffeis gli auguri più cari di buon lavoro!

(Mons. Maffeis, nato a Tione di Trento (TN) il 18 novembre 1963, è stato ordinato presbitero il 26 giugno 1988. Eletto alla sede arcivescovile di Perugia – Città della Pieve il 16 luglio 2022, l’11 settembre è stato ordinato Vescovo. È Vicepresidente della Conferenza Episcopale Umbra, membro del Dicastero per la Comunicazione e Vescovo delegato per il Sovvenire dell’Umbria).

Un po’ di storia…
Un primo “Comitato per il sostentamento del clero” fu costituito dal Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), Card. Anastasio Alberto Ballestrero, con decreto del 22 febbraio 1985. Due anni dopo, il Consiglio Episcopale Permanente (CEP) del 12-15 gennaio 1987 approvò la costituzione di un altro organismo, il “Comitato per i problemi degli enti e dei beni ecclesiastici”, avente particolare riguardo ai problemi del sostentamento del clero italiano. Con il CEP del 19-22 settembre 1994, il Comitato divenne un organismo articolato in due sezioni: una per gli enti e i beni ecclesiastici e l’altra per la promozione del sostegno economico alla Chiesa. L’esperienza di nove anni di attività sulle tematiche delle due sezioni, portò il CEP del 20-22 gennaio 2003 a deliberare la costituzione di due Comitati distinti, uno dei quali l’attuale “Comitato per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica”. Dal 2003 si sono succeduti come Presidenti i Vescovi Germano Zaccheo (2003-2008), Pietro Farina (2008-2013) e Donato Negro (2013-2023).

Il grazie della Fisc al Servizio Promozione della CEI

vai all’articolo
Nella sua relazione pronunciata lo scorso 26 novembre il presidente uscente della Fisc, Mauro Ungaro, ha rivolto molteplici ringraziamenti; tra gli altri ha espresso la sua gratitudine anche al Servizio Promozione, dedicandogli queste parole:

“… I giornali Fisc hanno raccontato e raccontano migliaia di storie provenienti da tutte le regioni del nostro Paese: storie di sacerdoti, consacrati, laici impegnati ad offrire speranza al prossimo.

Il Servizio per il sostegno economico della CEI rappresenta per noi non solo un compagno di viaggio ma uno degli interlocutori privilegiati per raccontare la quotidianità della Chiesa che è in Italia. In questi quattro anni abbiamo voluto – nelle pagine realizzate in collaborazione con Spse – chiedervi di raccontare proprio le storie dei vostri territori e questo tanto sul cartaceo quanto sul digitale, senza dimenticare le tante iniziative condotte insieme quali le Giornate evento sviluppate nelle singole diocesi ed i Concorsi i cui premiati hanno avuto modo di visitare le opere realizzate grazie al contributo dell’8xmille all’estero. Grazie al direttore Massimo Monzio Compagnoni ed ai suoi collaboratori per un rapporto che è davvero quotidiano di confronto e di crescita reciproca.

Guardiamo con preoccupazione alla diminuzione del gettito dell8xmille immaginando le conseguenze che questo può avere nella vita delle nostre Chiese ma anche per la nostra Federazione. Questa preoccupazione deve tradursi, per noi, in un rinnovato impegno per far conoscere quanto con quei fondi viene fatto nei territori delle nostre Chiese”.

Qui la relazione integrale.

Terra Santa / Il patriarca Mons. Pizzaballa incontra i vincitori del bando “8xmille senza frontiere”

vai all’articolo
Continua il viaggio in Terra Santa dei giornalisti vincitori del bando “8xmille senza frontiere”, realizzato da FISC e SPSE, che hanno incontrato il patriarca latino di Gerusalemme Mons. Pierbattista Pizzaballa.

Vedo una Chiesa timorosa, poco audace. Una Chiesa che parla poco di Dio, ma da lì si deve partire. Deve stare attenta ai bisogni alle priorità dell’uomo ma il punto di partenza è Dio”, così ha risposto ai giornalisti dei settimanali cattolici Mons. Pizzaballa, descrivendo la Chiesa italiana. “Una Chiesa che fa fatica a dire una parola di orientamento alla vita sociale, soprattutto alle nuove generazioni ma non solo. Di fronte a questi grandi cambiamenti di una società che sta diventando sempre più multiculturale, multireligiosa, deve dire una parola di orientamento sereno. Una Chiesa che si preoccupa di tante questioni che mi paiono molto di élite, ma che tocchino poco la vita reale della gente”, ha proseguito il patriarca, aggiungendo: “Detto questo però, vedo anche tante bellissime realtà di territorio. Parrocchie con parroci meravigliosi. Vedo nel territorio tante realtà molto belle e positive, però in generale come Chiesa è in una fase un po’ di stanchezza”.

Massimo Monzio Compagnoni all’Assemblea della Consulta Nazionale Aggregazioni Laicali

vai all’articolo
Si è svolta lo scorso 27 maggio a Roma l’Assemblea Nazionale della Consulta delle Aggregazioni Laicali (CNAL). In pieno cammino sinodale, la Segretaria generale della CNAL – prof.ssa Maddalena Pievaioli – ha voluto significativamente invitare all’evento anche Massimo Monzio Compagnoni, responsabile del Servizio Promozione della CEI, in linea con quella responsabilità di essere e sentirsi Chiesa in ascolto e in cammino.

Il responsabile nazionale ha fatto una panoramica sull’attuale situazione, citando i dati di una ricca ricerca su cosa pensano gli italiani della Chiesa, a testimonianza di come oggi, più che in passato, c’è la necessità ritrovarsi uniti, come figli di Dio, intorno al valore fondante della comunione ecclesiale.

Fin dall’inizio il sistema post concordatario di sostegno economico alla Chiesa è stato una scelta di libertà. Ma libertà vuol dire rischio, e necessità di conquistarsi i consensi. Ogni anno la Chiesa può contare su delle risorse economiche che non sono assicurate a priori. Infatti, sono legate alle libere scelte dei cittadini. Quindi la prima responsabilità, perché la Chiesa viva e operi anche attraverso queste risorse, è della Chiesa stessa.

Per questo è fondamentale il ruolo del mondo ecclesiale, e in particolare quello declinato nelle sue molteplici e diverse espressioni associative.

Ogni associazione, gruppo e movimento ecclesiale, oltre a dimostrare sul versante economico generosità, senso di comunione e di corresponsabilità, non deve perciò trascurare l’indispensabile opera di sensibilizzazione ed educazione verso tutta la comunità ecclesiale.

8xmille / Mons. Baturi: “Non è una concessione ma una scelta di libertà per il bene comune”

vai all’articolo
In questo periodo di dichiarazione dei redditi e destinazione dell’8xmille, Riccardo Benotti (Agenzia Sir) ha incontrato, il Segretario Generale della CEI, Mons. Giuseppe Baturi.

Eccellenza, perché l’ordinamento italiano prevede che una quota minima delle tasse possa essere destinata alla Chiesa italiana?
In tutti gli ordinamenti occidentali, ed europei in particolare, esistono forme di finanziamento indirizzate non soltanto alla Chiesa cattolica ma ad altre Confessioni religiose. In Italia non si tratta di un semplice finanziamento, ma della destinazione di una parte delle tasse sul reddito per finalità volte a soddisfare interessi primari della persona, che sono costituzionalmente garantiti e prefissati dalla legge. Il raggiungimento di tali interessi è affidato anche alla Chiesa. Non è una forma di finanziamento alla Chiesa cattolica, ma una modalità libera attraverso la quale i cittadini decidono chi debba soddisfare i fini indicati dalla legge. Parlare di altro è una distorsione gravissima: la Chiesa non può destinare le somme a proprio piacimento, ma ci sono fini determinati.

Quali?
Culto e pastorale, sostentamento del clero e interventi caritativi per la comunità nazionale e per il Terzo Mondo. Non possiamo utilizzare quei soldi per altri scopi e, quindi, non è un finanziamento indeterminato e vago alla Chiesa, ma è un modo di affidare alle Confessioni religiose la possibilità di raggiungere certi fini secondo le scelte libere dei contribuenti.

Come nasce l’8xmille?
Nasce a seguito della revisione degli accordi concordatari nel 1984, con la legge 222/1985. L’intenzione era quella di sostituire due fonti di sostentamento a favore della Chiesa cattolica che erano presenti nel bilancio dello Stato, indirizzate all’edilizia di culto e alla congrua per i parroci. Si trattava di un sistema insoddisfacente, che presentava gravi limiti di giustizia ed equità. Si è proceduto, quindi, a una revisione globale affidandosi alla scelta dei contribuenti italiani. Che in quel momento, bisogna ricordarlo, neanche si sapeva in che misura avrebbero deciso di partecipare. È stata una scelta di libertà per lo Stato e non di convenienza economica. Una scelta di democrazia, di una laicità che non esclude il fatto religioso ma lo sostiene.

Qual è la situazione in altri Paesi?
Anche altri ordinamenti prevedono forme di sostentamento ma quella italiana, è opportuno precisarlo, è la più controllata. Nelle aree germaniche, ad esempio, lo Stato segue semplicemente le disposizioni ecclesiastiche sulle tasse. Invece in Italia non c’è alcun aggravio della posizione fiscale dei cittadini per il raggiungimento di scopi che sono a vantaggio dell’intera collettività.

Talvolta l’8xmille viene presentato come una concessione benevola dello Stato alla Chiesa italiana…
Lo Stato ha una vocazione positiva di solidarietà e di sussidiarietà. Per garantire ciò, affida alla Chiesa le risorse necessarie alla soddisfazione di tali interessi. Una delle novità introdotte dal sistema dell’8xmille è quella di avere consentito un vantaggio per tutti. Anche le Confessioni religiose possono compiere attività di carità e di prossimità a favore della collettività e dei Paesi del terzo mondo. La Chiesa italiana destina circa un terzo delle risorse per andare incontro ai bisogni delle persone indigenti, dei migranti, di chi cerca una casa, di chi ha bisogno di ambulatori per curarsi, dei più poveri. Parliamo di oltre 200 milioni di euro all’anno.

C’è anche una spinta per la promozione di iniziative del terzo settore?
Certamente. I dati confermano che la spinta dell’8xmille per la Chiesa e per le altre Confessioni religiose è stato un volano importante per incrementare le attività di welfare comunitario e solidale. L’espansione di questo settore ha garantito una possibilità di contrasto al degrado sociale. E inoltre ha sollecitato una maggiore creatività e responsabilità dei cittadini: è uno strumento di partecipazione importantissimo. L’incremento delle opere sociali e sanitarie della Chiesa è avvenuto in concomitanza con l’istituzione dell’8xmille. E questo è un guadagno non soltanto per i beneficiari, ma anche per chi vive la propria responsabilità sociale in modo associato, creando opere, fornendo servizi, partecipando alla costruzione del bene comune.

Il bene non è solo di chi lo riceve, ma anche di chi lo fa?
Grazie all’8xmille consentiamo a una fascia importante di operatori di aiutare chi è in difficoltà e di attivare nuovi servizi. È un bene anche per chi lo compie. E non dimentichiamo che il welfare in Italia è determinato anche da questa rete comunitaria e solidale. L’8xmille è stato il primo strumento di democrazia fiscale che consente al cittadino di decidere la destinazione di parte del proprio reddito destinata all’erario.

Perché è importante firmare?
Bisogna riscoprire i valori fondamentali dell’8xmille: il bene comune, la solidarietà, la partecipazione dei credenti, il sostegno economico delle Chiese nella loro missione. Il tema della partecipazione all’8xmille coincide con la diffusione dei suoi valori, della comprensione dei suoi altissimi valori, che ha fatto sì che anche alcuni ordinamenti dell’Est Europa, all’indomani della caduta del muro di Berlino, si siano ispirati all’Italia. Non esiste un’anomalia italiana, anzi il nostro sistema è considerato un modello da altri ordinamenti. Ma serve informazione, è necessario comprendere il valore che rappresenta per tutti – credenti e non – in termini di solidarietà e democrazia.

Molti progetti dell’8xmille sono portati avanti anche all’estero.
La legge affida alla Conferenza episcopale italiana la possibilità di destinare parte della carità anche per interventi a favore dei Paesi indigenti. Negli ultimi anni abbiamo sempre incrementato questa quota, oggi pari a 80 milioni di euro all’anno. In altre parole: con queste risorse finanziamo oltre 700 progetti che vanno a favore dei Paesi con più basso Pil, in accordo alla lista redatta dall’Ocse.

Lei è stato in visita recentemente in Siria e Libano. Che realtà ha trovato?
Ho visto cose straordinarie: progetti sanitari, educativi e di contrasto alla povertà. Ho visto prendersi cura delle persone in un contesto di guerra, aggravato dal terremoto e dalla crisi finanziaria. L’8xmille della Chiesa cattolica ha attivato energie locali in termini di volontariato e di corresponsabilità. Per dirla in altre parole: ha salvato vite umane. Adesso i poveri possono farsi curare, in una situazione in cui altrimenti sarebbe stato impossibile. Ad Aleppo le mense forniscono ai poveri 1.500 pasti all’anno.
L’8xmille fa la differenza tra vivere e morire. Un lavoro ben fatto a Roma salva vite in tutto il mondo. La metà dei progetti è finanziata in Africa, in una delle terre più interessate dalle ricadute economiche della guerra in Ucraina a causa del blocco o del rallentamento del flusso dei cereali. È in atto un’enorme opera di bene spesso nascosta, anche per prevenire i flussi migratori che mettono a repentaglio la vita di tante persone.

Eppure, non mancano le polemiche che ciclicamente tornano…
L’8xmille non è a vantaggio della Chiesa cattolica. È a vantaggio, semmai, del raggiungimento dei diritti costituzionalmente garantiti e interessa tutti. Dispiace per le polemiche che vengono condotte sulla pelle della povera gente, senza guardare gli effetti delle risorse messe a disposizione. Si tende a suscitare emozioni, perdendo di vista la realtà. Invito tutti a passare con noi mezza giornata per verificare il contributo dell’8xmille a favore di tanta gente che altrimenti non avrebbe nessun aiuto. Venite a vedere.

Radio Vaticana / Mons. Prevost: “Il Vescovo è un pastore vicino al popolo, non un manager”

vai all’articolo
Vi segnaliamo l’intervista che Andrea Tornielli (direttore editoriale del Dicastero per la comunicazione della santa sede) ha fatto per i media vaticani al Prefetto del Dicastero per il Vescovi Monsignor Robert Francis Prevost, tracciando un identikit del “Vescovo” per il tempo in cui viviamo.

Alla domanda “Quanto incidono nella vita dei Vescovi i problemi economici?” Monsignor Robert Francis Prevost (il frate agostiniano che Papa Francesco ha scelto per succedere al cardinale Marc Ouellet) ha risposto:

Al vescovo è chiesto anche di essere un buon amministratore o almeno la capacità di trovare un buon amministratore che lo aiuti. Il Papa ci ha detto di volere una Chiesa povera e per i poveri. Ci sono casi in cui le strutture e infrastrutture di un tempo non servono più e si fa fatica a mantenerle. Allo stesso tempo, anche nei luoghi dove ho lavorato, la Chiesa è responsabile di istituzioni educative e sanitarie che offrono servizi fondamentali al popolo, perché molte volte lo Stato non riesce a garantirli.

Personalmente non sono dell’opinione che la Chiesa debba vendere tutto e “solo” predicare il Vangelo nelle strade. Si tratta comunque di una responsabilità molto grande, non ci sono risposte univoche. C’è da promuovere maggiormente l’aiuto fraterno fra le Chiese locali. Di fronte alle necessità di mantenere in vita delle strutture di servizio con le entrate che non sono più quelle di una volta, il Vescovo deve essere molto pratico. Le monache di clausura sempre dicono: ‘Bisogna avere fiducia e affidare tutto alla Provvidenza Divina, perché si troverà il modo per rispondere’. L’importante è anche non dimenticarsi mai della dimensione spirituale della nostra vocazione. Altrimenti si rischia di diventare dei manager e ragionare come manager. Qualche volta succede”.

Mons. Negro / Il suo saluto al nuovo Arcivescovo di Otranto

vai all’articolo
Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’Arcidiocesi di Otranto presentata da S.E. Mons. Donato Negro (presidente del Comitato per la promozione del sostegno economico alla Chiesa) e ha nominato Arcivescovo della medesima diocesi il Rev.do P. Francesco Neri, O.F.M. Cap., finora Consigliere Generale dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini.

Mons. Negro, dopo aver accolto, a nome della Chiesa di Dio che è in Otranto, l’Arcivescovo eletto “con grande affetto spirituale”, accompagnandolo da subito con la preghiera e augurandogli un ministero episcopale gioioso, fecondo di bene e sempre guidato dallo Spirito Santo, ha rivolto il suo saluto ai “carissimi amici e amiche dell’arcidiocesi di Otranto” pronunciando queste parole:

“Considero l’esperienza di questi anni un grande dono di Dio e, in particolare, considero ciascuno di voi un dono che il Signore ha regalato alla mia vita di uomo e di pastore. Ho sognato con voi una Chiesa bella, giovane, profetica, famiglia di famiglie, pronta ad accogliere – in ogni passaggio epocale – la sfida della nuova evangelizzazione. Vi ho amato sinceramente e sono stato ricambiato con sovrabbondante affetto, nonostante le mie povertà. Rimarrò ancora qualche mese con voi e guiderò questa arcidiocesi come amministratore apostolico, fino all’ingresso canonico del nuovo arcivescovo. Intanto, pregate per me e affidatemi nelle mani tenerissime di Maria, Madre di Dio”.

 

Uniti in Rete / Importante avviso: il 21 aprile invito a collegarsi online

vai all’articolo
All’interno dell’incontro regionale della Calabria (vedi dettagli dell’evento nella sezione Territorio) il 21 aprile dalle ore 9.00 alle 12.30 è previsto un collegamento ONLINE aperto a tutti i referenti regionali, incaricati diocesani, collaboratori diocesani, parroci e referenti parrochiali dedicato alla presentazione delle varie sezioni del portale UNITI IN RETE e del programma Microsoft 365 per la gestione delle riunioni online. Programma in allegato.

Maggiori informazioni sull’iniziativa (bottone per iscriversi all’iniziativa e link per accedere all’incontro ONLINE) al seguente link:

https://www.unitiinrete.it/?cpt-iniziativa=uniti-in-rete-presentazione-del-portale-del-territorio

Fai clic qui per partecipare alla riunione

Vi aspettiamo!