Category Archives: Newsletter In Cerchio

8xmille senza frontiere – edizione speciale Covid / La finalista Romasette.it

vai all’articolo
Romasette.it è stata tra le testate vincitrici del bando giornalistico 2020-2021 8xmille senza frontiere. Ha vinto con l’articolo “Il b&b della mamma a sostegno di mamme e bambini”. Ma anche gli altri redazionali sono tutti molto significativi e raccontano di diverse opere sostenute nella diocesi di Roma grazie anche alle risorse derivanti dall’8xmille. A dimostrazione che una firma per destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica non è mai solo una firma, ma è di più, molto di più.

  • Casa della Mamma21 / 07 / 2020

https://www.romasette.it/il-bb-della-mamma-a-sostegno-di-mamme-e-bambini/

  • Comunità di Sant’Egidio 29 / 07 / 2020

https://www.romasette.it/il-telefono-solidale-santegidio-e-la-cura-delle-relazioni/

  • Centro Astalli – 30 / 09 / 2020

https://www.romasette.it/centro-astalli-accanto-ai-piu-vulnerabili/

  • Parrocchia Santa Galla15 / 10 / 2020

https://www.romasette.it/a-santa-galla-dove-il-lockdown-ha-rafforzato-la-carita/

  • Parrocchia Gran Madre di Dio – 03 / 12 / 2020

https://www.romasette.it/gran-madre-di-dio-in-cammino-sulla-strada-della-condivisione-e-della-carita/

  • Parrocchia Santa Maria di Loreto – 17 / 12 / 2020

https://www.romasette.it/santa-maria-di-loreto-dove-lemergenza-covid-e-diventata-unopportunita/

  • Parrocchia San Gelasio – 14 / 01 / 2021

https://www.romasette.it/san-gelasio-porte-aperte-a-tutte-le-poverta/

 

8xmille senza frontiere / I vincitori FISC 2021

vai all’articolo
Un flusso vitale di storie che raccontano il quotidiano impegno delle diocesi italiane nel vivere la prossimità: una testimonianza ancora più importante in questo tempo di pandemia e realizzata con i fondi che la Conferenza Episcopale Italiana destina alle Chiese locali grazie a quanto ricevuto con l’8xmille.

È questo il filo conduttore che ha contrassegnato l’edizione speciale 2020 del bando 8xmille senza frontiere promosso dal Servizio CEI per la promozione del sostegno economico in collaborazione con le testate aderenti alla Federazione italiana dei settimanali cattolici e con le emittenti del Circuito Corallo.

I quasi 300 contributi presentati offrono un quadro significativo della risposta carica di speranza che la Chiesa italiana ha offerto e offre alla crisi sanitaria, economica, sociale che il Covid-19 ha causato anche nelle comunità del nostro Paese facendo proprie le parole pronunciate da papa Francesco nella Pentecoste del 2020: “Peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla”. Ecco allora che i testi segnalati raccontano come, grazie all’8xmille, sia stato possibile sostenere l’esperienza degli Empori della solidarietà, dei dormitori o dei Centri di ascolto ma anche l’attivazione di aiuti concreti a situazioni di fragilità personale o familiare così come la nascita di cooperative agricole dove i giovani possono trovare lavoro o l’avvio di progetti di housing sociale…

L’edizione 2020 di 8xmille senza frontiere ha premiato gli articoli presentati da:

PAROLA DI VITA (COSENZA-BISIGNANO) Una mano d’aiuto dalla Caritas alla mia salute

INSIEME (NOCERA INFERIORE – SARNO) La Chiesa è con i poveri

NOSTRO TEMPO (MODENA) L’8xmille costruisce legami che liberano

NOTIZIE (CARPI) Quando aiutare significa accompagnare

IL NUOVO GIORNALE (PIACENZA) Con l’8xmille apre l’emporio solidale della Val d’Arda

ROMASETTE.IT (ROMA) Il “B&B della Mamma”, a sostegno di mamme e bambini

IL TICINO (PAVIA) 8xmille: la Diocesi di Pavia vicina alla città con Housing Sociale e Cattedrale

LA VITA PICENA (ASCOLI PICENO) L’8xmille aiuta a fare rete

L’AZIONE (FABRIANO) Orto solidale da sorriso

IL NUOVO AMICO (PESARO) Fondi dell’8xmille: un aiuto per tante persone in difficoltà. Così si è salvato il negozio di abbigliamento di Cristina

CORRIERE DELLA VALLE D’AOSTA (AOSTA) Li abbiamo protetti bene

IL BIELLESE (BIELLA) “Grazie all’8xmille abbiamo proseguito le nostre attività”

CORRIERE EUSEBIANO (VERCELLI) Gli interventi Caritas realizzati con un fondo straordinario Cei

LUCE E VITA (MOLFETTA) Giovinazzo: la generosità che non si arresta

IN COMUNIONE (TRANI) Fondi dell’8xmille per il lavoro fermato dal Covid

SETTEGIORNI (PIAZZA ARMERINA) La casa salvata dall’asta in 20 minuti

IN CAMMINO (SIRACURA) Caritas Siracusa: don Marco, “la concretezza della carità”

TOSCANA OGGI (di FIRENZE) La cooperativa agricola dove si coltiva anche la speranza in un futuro migliore

VOCE ISONTINA (GORIZIA) Istituto Contavalle: una casa per la solidarietà

GENTE VENETA (VENEZIA) Caritas tiene i “conti” grazie all’8xmille

Per la sezione “Televisioni” è stato premiato il servizio Chi accoglie voi accoglie me realizzato da TV Libera di Pistoia.

Ricordiamo che l’edizione 2020-2021 del concorso chiedeva ad ogni testata un numero minimo di articoli (7) da luglio 2020 a febbraio 2021 cui si doveva accompagnare la testimonianza di un contribuente sulle motivazioni del perché ha destinato l’8xmille alla Chiesa cattolica.

Il Papa ai nuovi presbiteri / Siate pastori, non imprenditori

vai all’articolo
Nella 58. ma Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, Francesco ha presieduto, lo scorso 24 aprile nella Basilica Vaticana, la Messa per l’ordinazione sacerdotale di nove diaconi. Nel servizio di Antonella Palermo, su VaticanNews, si legge della raccomandazione del Papa ai nuovi preti di vivere lo stile di vicinanza, compassione e tenerezza di Dio, ricordando che il sacerdozio “non è una carriera ma un servizio”.

Papa Francesco, in un’omelia ampiamente pronunciata a braccio integrando quella rituale prevista per questa circostanza, ha invitato i nuovi preti ad essere pastori, come il Signore: “È quello che vuole da voi: pastori. Pastori del Santo popolo fedele di Dio. Pastori che vanno con il popolo di Dio: delle volte avanti, in mezzo, indietro al gregge, ma sempre lì, con il popolo di Dio”, ha ripetuto il Papa. Ha invitato a superare il linguaggio di un tempo quando si parlava di ‘carriera ecclesiastica’. “Questa non è una carriera: è un servizio, un servizio come lo stesso che ha fatto Dio al suo popolo”, scandisce Francesco.

Quindi, come consuetudine, ha sottolineato 3 parole: vicinanza, compassione, tenerezza. Sono le tre parole che contraddistinguono lo stile di Dio. Il Papa le esamina nel dettaglio, consegnando ai nuovi presbiteri l’imitazione di questo stile. Si sofferma in particolare sulle quattro declinazioni della vicinanza: con Dio – nella preghiera, nei sacramenti, nella Messa – con il Vescovo, tra i fratelli e con il popolo. “Parlare con il Signore, essere vicino al Signore”: è questa la preoccupazione del Papa. Ricorda che il Signore si è fatto vicino a noi nel Suo Figlio. E che è stato vicino nel percorso di discernimento vocazionale degli ordinandi, “anche nei momenti brutti del peccato: era lì. Vicinanza. Siate vicini al santo popolo fedele di Dio. Ma prima di tutto vicini a Dio, con la preghiera”. E scandisce: “Un sacerdote che non prega, lentamente spegne il fuoco dello Spirito dentro”.

Quindi, tra altri suggerimenti, ha anche chiarito di evitare la tentazione della carriera. “Per favore, allontanatevi dalla vanità, dall’orgoglio dei soldi“: è il monito scandito dal Papa ai giovani preti. “Il diavolo entra dalle tasche”, ricorda Francesco con una immagine eloquente. E cita l’episodio che – dice – lo ha commosso tanto, di un sacerdote “capace, intelligente, molto pratico” che era diventato troppo attaccato al proprio ufficio. Un giorno ha sgridato e cacciato via un anziano dipendente il quale, “morì per questo”. Ecco, il Papa consegna questa immagine ai presbiteri perché l’abbiano sempre a mente. “Servitori come pastori, non imprenditori – ripete – altrimenti si rischia di perdere quella povertà che rende simili a Cristo“. E conclude invitando ad affidarsi sempre a Gesù e sua madre: lì la consolazione perfetta, anche nella prova della croce, senza paura perché “tutto andrà bene”.

Settimana e Festival Comunicazione / Comunicare incontrando le persone dove e come sono

vai all’articolo
Prenderà il via il prossimo 1° maggio il Festival della Comunicazione, iniziativa promossa anche quest’anno da Paoline e Paolini insieme alle diocesi di Molfetta e Rieti e sostenuta anche dal Servizio Promozione della CEI. A fare da filo conduttore degli eventi il tema del Messaggio di Papa Francesco per la 55ª Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, che si terrà il 16 maggio: “‘Vieni e vedi’ (Gv 1,46). Comunicare incontrando le persone dove e come sono”.

Dal 9 al 16 maggio si terrà online la Settimana della Comunicazione, giunta quest’anno alla sedicesima edizione, che fornirà l’occasione per parlare di cultura e comunicazione traendo spunto dal messaggio del Papa. Ad ospitare gli eventi del Festival, evento itinerante che ogni anno si svolge in un territorio diverso, quest’anno saranno eccezionalmente due diocesi: la diocesi di Molfetta, organizzatrice dell’edizione dello scorso anno, e la diocesi di Rieti che ospiterà il Festival nel 2022. “Un’occasione speciale – viene spiegato – che si traduce concretamente in collaborazione e condivisione di valori e di percorsi”.

Gli organizzatori hanno realizzato un visual che contraddistinguerà le due iniziative ispirandosi alle parole con cui il Papa invita soprattutto gli operatori della comunicazione a uscire per strada, a “consumare le suole delle scarpe”, e osservare di persona ciò che succede. “Per questo motivo al centro del visual – spiega una nota – compaiono i piedi di una persona che cammina sulla strada per andare incontro all’altro, per raggiungere la realtà da raccontare. È un chiaro appello a riprendere il giornalismo d’inchiesta, i reportage, a non costruire le notizie in redazione o davanti al computer”.

Il “teorema” dei vasi comunicanti per il bene della Chiesa / Don Graziano Donà

vai all’articolo
Già nello scorso numero di In Cerchio vi abbiamo proposto un articolo di don Graziano Donà, membro del Comitato CEI per la Promozione del Sostegno Economico alla Chiesa e relatore al Campus Comunidare, per l’Amico del Clero (testata della FACI).

Visto il successo che ha riscontrato, eccone un altro che ha come titolo Il “teorema” dei vasi comunicanti per il bene della Chiesa.

**********************************

I teoremi sono sempre stati gioia e grattacapo per tutti gli studenti, soprattutto delle materie scientifiche: fondamentali da applicare ma spesso difficili da ricordare. Anche riguardo al tema del sostegno economico alla Chiesa cattolica in Italia, dopo la riforma del 1985, si è voluto inventare un “teorema” noto con il nome “dei vasi comunicanti”, importante da applicare ma che, come per tutti gli altri teoremi, è necessario ogni tanto ripassare.

La fonte principale di sostegno economico all’interno della Chiesa cattolica rimane “l’offerta” che trova la sua espressione più alta nella raccolta durante l’Offertorio nella S. Messa. Nel corso del tempo sono stati introdotti o inventati molti altri strumenti. In Italia, la riforma concordataria del 1984, assieme alla definitiva abolizione del sistema beneficiale, ha introdotto (con la legge 222/85) i meccanismi dell’8xmille e delle Offerte per il clero deducibili e ha visto la nascita degli Istituti Diocesani per il Sostentamento del Clero (IDSC).

I nuovi meccanismi non hanno però cambiato le finalità proprie della Chiesa nella gestione dei beni e cioè ordinare il culto divino, provvedere ad un onesto sostentamento del clero, esercitare opere di apostolato e carità, specialmente al servizio dei poveri. Si è invece iniziato a parlare del teorema dei vasi comunicanti mettendo in una particolare relazione le Offerte per il clero e l’8xmille. Esattamente il teorema dice che più aumentano le fonti di finanziamento del sostentamento del clero e in particolare le Offerte, più l’8xmille viene lasciato a disposizione per la carità e il culto e la pastorale.

Le Offerte deducibili per il clero (destinate esclusivamente all’Istituto Centrale Sostentamento Clero) assieme alle quote capitarie parrocchiali, ad eventuali stipendi per impieghi pubblici, come la scuola, e ai redditi degli ex-benefici, dovrebbero garantire la remunerazione dei sacerdoti. Nel caso la copertura non avvenga per intero, vengono inserite risorse dall’8xmille.

Dal 1989 e 1990, anni in cui il sistema è entrato a pieno regime, l’8xmille è sempre stato utilizzato in percentuali più o meno elevate. I dati aggiornati al 2019, indicano che il 43,5% dell’8xmille viene utilizzato per il sostentamento dei quasi 34.000 sacerdoti che prestano servizio pastorale nelle diocesi d’Italia (di questi 3.000 sono anziani o malati). Il dato richiede palesemente un supplemento di impegno per riuscire almeno a scendere sotto la soglia del 40%. Un impegno che coinvolge tutti, compresi i parroci, che non parlano di questi argomenti, dando per scontata l’integrazione che arriva dall’Istituto Centrale Sostentamento Clero.

A livello di principi, ciò che ancora oggi può giustificare una maggiore responsabilità è certamente il rafforzamento del senso di appartenenza alla Chiesa. Dobbiamo tenerci tutti perché tutti siamo impegnati nell’annuncio del Vangelo ed in particolar modo il prete chiamato, in forza del Sacramento dell’Ordine, a presiedere la Comunità. Il rafforzamento del senso di appartenenza prevede però uno sguardo ampio per evitare la tentazione di identificarsi con la propria comunità o con il proprio gruppo, con il rischio così di non riuscire a percepire come propri i problemi e gli obiettivi della Chiesa intera.

A livello operativo, invece, all’importanza dello stare informati, la ricerca di idee e progetti nuovi che coinvolgono la Parrocchia, che valorizzano il legame con gli IDSC, che danno un senso profondo all’offerta per i sacerdoti e in generale che danno un buon risultato applicando il teorema dei vasi comunicanti, saranno sempre bene accetti.

Perché sostenere i preti? / Risponde don Roberto Laurita

vai all’articolo
«Perché pensare a tutti i preti?». La risposta nell’articolo di don Roberto Laurita pubblicato su Catechisti Parrocchiali di marzo, rivista inviata a tutti gli incaricati diocesani del “sovvenire” affinché la possano proporre ai rispettivi direttori degli Uffici catechistici diocesani.

Nello scritto si evidenzia l’opera preziosa dei presbiteri, a servizio del popolo di Dio, e le ragioni che motivano l’impegno per il loro sostentamento.

Di seguito il testo integrale.

*******************************************************

Da più di trent’anni esiste a Roma un Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero, che raccoglie le Offerte destinate ai preti diocesani e le distribuisce equamente in modo che tutti abbiamo il necessario per vivere con decoro e per fare un mare di bene. Con queste Offerte si sostengono anche circa tremila preti ormai anziani o malati, dopo una vita intera a servizio del Vangelo e del prossimo. E si raggiungono 400 missionari nel Terzo Mondo. L’opera che viene svolta è preziosa. Ma non mancano le obiezioni, gli interrogativi, come quello riportato nel titolo, cui si collega l’altro: perché ogni parrocchia non sostiene il suo prete? Cosa rispondere? Forse bisogna vedere da vicino chi è il prete, qual è la sua missione, come la svolge e a chi è destinato…

NESSUNO DECIDE DA SOLO
C’è qualcosa che dobbiamo dirci, per sgombrare il campo da equivoci. Nessuno decide da solo di fare il prete. All’origine di tutto c’è una chiamata, personale, che Gesù rivolge a un uomo. Lo fa quando piace a lui. Si tratta di una proposta che impegna tutta la vita. E, a volte, l’interessato ci mette del tempo per rispondere. Ecco perché qualcuno diventa prete a poco più di 20 anni, oppure a 30 o a 40. O, addirittura, a più di 50 anni, dopo che ha svolto per molto tempo un lavoro, una professione. Basta aver ricevuto la vocazione, cioè la chiamata di Gesù, per diventare preti? No. E lo si capisce molto bene il giorno dell’Ordinazione. All’inizio del rito colui che sta per diventare prete riceve, in modo chiaro e solenne, «la chiamata» che gli rivolge la Chiesa. Lo fa attraverso il vescovo e i responsabili che lo hanno seguito nella sua lunga formazione. Se non c’è questa chiamata non avviene nulla: quel giovane, quell’uomo, non farà mai il prete! È Gesù che chiama, certo! Ma è la Chiesa che conferma l’esistenza di una vocazione particolare e di una missione a servizio del popolo di Dio.

NESSUNO SI PREPARA DA SOLO
Dal Concilio di Trento in poi i preti si formano in un luogo specifico, che si chiama Seminario. Già il nome esprime qualcosa perché evoca il seme che Gesù ha deposto in un’esistenza e la necessità di farlo crescere, fino a diventare una pianta robusta. Anche quest’aspetto è importante. Chi si prepara a fare il prete non può farlo «in solitario», ma assieme ad altri. Perché? Semplice: perché deve imparare, fin dagli inizi, a svolgere il suo ministero in collaborazione con altri, a vivere insieme, a pregare insieme, a condividere le giornate in tutti i loro aspetti, dalla mensa comune ai lavori che assicurano il buon funzionamento degli ambienti, dalla meditazione sulla parola di Dio ai tempi dello studio e della celebrazione. Una volta ordinati – è vero – i preti si disperdono nelle diverse parrocchie di una diocesi, ma il collegamento fra loro non deve mai allentarsi. Proprio in Seminario comincia la stima reciproca, l’interazione, l’apprezzamento delle doti altrui, la correzione fraterna.

ORDINAZIONE, ORDINE SACRO, PRESBITERIO
Un po’ di vocabolario a questo punto non guasta. Ordinazione presbiterale: ecco il termine preciso con cui si designa il Rito tramite il quale un uomo riceve il dono dello Spirito per svolgere un servizio particolare nella Chiesa. «Ordinati» perché nessuno di essi può fare a modo suo o decidere secondo i suoi criteri e le sue propensioni qual è il suo ruolo. A determinarlo è la Chiesa. E, per mettere in pratica quello che essa chiede, si riceve (come i diaconi e i vescovi) un sacramento che si chiama Ordine sacro. Attraverso di esso si entra in un gruppo, un ordo, che condivide la stessa missione e che si chiama, con una parola greca, «presbiterio». Questa realtà è stata riscoperta dal Concilio Vaticano II e ci permette di cogliere tre aspetti.

  • Il primo: il sacramento dell’Ordine lega un cristiano a tutti coloro che hanno ricevuto lo stesso sacramento. Non si tratta solamente di un rapporto di amicizia o di lavoro: nasce dal vincolo particolare che unisce ciascuno a Cristo.
  • Il secondo riguarda il legame che unisce ogni prete al vescovo di una Chiesa locale (diocesi). È il vescovo che la presiede, che ne è il responsabile, e tutti i preti operano in collaborazione e in dipendenza da lui.
  • Il terzo mette in luce come preti e vescovo continuino la missione degli apostoli. Grazie al dono dello Spirito essi ne sono «i necessari » collaboratori e consiglieri. Hanno competenze, qualità, capacità diverse, ma anche lo stesso fine: «istruire, santificare e pascere il popolo di Dio» (Documento conciliare sui preti [PO], 7).

PERCHÉ PENSARE A TUTTI?
Perché unico è il servizio che svolgono a favore dei loro fratelli cristiani. Come in una famiglia si cerca di offrire a tutti, grandi e piccoli, il necessario per vivere dignitosamente, così nella Chiesa italiana si è pensato di provvedere a tutti preti che lavorano a favore di una diocesi. Si trovano in situazioni diverse: alcuni in piccole parrocchie di montagna, altri in grandi parrocchie di città o in luoghi turistici…; alcuni possono contare sui cristiani che vivono agiatamente, altri sono in quartieri poveri dove manca tutto… Ti sembra giusto che qualcuno sia nell’abbondanza, mentre altri non hanno il necessario?

Il “sovvenire” alle necessità della Chiesa come antidoto…dell’Avarizia

vai all’articolo
Sarà pubblicato nel numero dell’Amico del Clero di marzo (mensile della FACI), un articolo molto interessante a firma di don Graziano Donà (già incaricato diocesano di Ferrara-Comacchio, referente regionale Emilia Romagna) ora membro del Comitato CEI per il sostegno economico alla Chiesa.

Siamo lieti di potervelo offrire in anteprima.

******************

Il cammino in risposta all’universale chiamata alla santità passa, per ciascuno di noi, attraverso la quotidiana lotta contro le tentazioni le cui radici profonde le troviamo in quelle realtà che il catechismo definisce come i 7 vizi capitali. Banalmente potremmo dire che la battaglia contro i vizi consiste nel cercare e nell’utilizzare qualche antidoto che gestisca e sconfigga le tentazioni.

Sovvenire alle necessità della Chiesa, contribuendo secondo le leggi e le usanze, oltre ad essere un precetto generale, è anche un ottimo antidoto per affrontare le tentazioni attivate dall’Avarizia.

L’attaccamento al denaro è la radice di tutti i mali (1Tim 6,10), così scrive San Paolo al discepolo Timoteo. Nell riflessione spirituale della Chiesa, Avarizia e Superbia si sono sempre contese il primato tra i vizi, ma tra i due è proprio l’Avarizia ad essere sempre stata quella più temuta.

L’Avarizia la si può definire come l’amore smisurato per un bene; l’attaccamento a tutti gli splendori mondani; il desiderio di gloria e di potere; il desiderio di denaro. Possedere beni e denaro è legittimo ma il problema è il loro cattivo uso cioè quando diventano un fine e ci posseggono o ci ossessionano, fino all’estremo che porta a dire: “io sono ciò che ho”.

I modi con cui si esprime l’avarizia sono molteplici e la sua pericolosità sta nel fatto che con grande facilità la si sminuisce sostenendo che sia un vizio minore, facilmente correggibile o addirittura la si giustifica quasi da trasformarla in una virtù perché riconducibile ad atteggiamenti che nascondono o manifestano una certa nobiltà d’animo. Non a caso, nei testi di economia, non si parla mai di atteggiamenti o comportamenti avari.

Anche l’arte, la letteratura e la cinematografia hanno dedicato tante opere all’avarizia, ma la considerazione finale è sempre la stessa e cioè che ogni forma di avarizia rompe la Comunione e costituisce il fallimento della ragione: l’uomo non ama se stesso ma ciò che possiede e non sa indirizzare la volontà sul bene che vuole possedere. Anche Papa Francesco nell’omelia del 20 settembre 2013, ha detto con forza che il denaro allontana da Dio, che l’avidità del denaro è la radice di tutti i mali e che il potere del denaro ammala il pensiero e la fede a tal punto da far perdere la fede.

L’antidoto a questo fallimento della ragione diventa allora l’educazione, in particolare alla logica del dono, del vero spirito ecclesiale e al senso di Partecipazione. Più semplicemente potremo parlare di “Educazione al Sovvenire” dove, posto che la legge suprema nella Chiesa è la salvezza delle anime, che i fini verso cui orientare i beni sono l’organizzazione del culto divino, il dignitoso mantenimento del clero, il sostentamento delle opere di apostolato e di carità, specialmente a servizio dei poveri (PO17), diventa chiaro che reperire risorse ed amministrare i beni nella Chiesa non è solo una questione puramente economica ma è sempre in ordine ad una Comunione.

L’impegno dell’educazione al Sovvenire è di tutti e per tutti ma in particolare dei sacerdoti. I Vescovi Italiani nel documento “Sostenere la Chiesa per servire tutti” del 2008, al n. 17, rivolgendosi ai presbiteri scrivono così:

Siete chiamati, insieme a noi, a educare voi stessi e i fedeli a considerare il denaro per quello che è: uno strumento e non un fine. E’ un mezzo che ci viene dato con il preciso impegno di impiegarlo unicamente per annunciare il Vangelo e per alleviare povertà e sofferenza. Proprio per questo motivo non dobbiamo avere ritegno ad affrontare questi temi con i fedeli, garantendo al contempo la massima trasparenza nel far conoscere la situazione economica e i conti delle nostre parrocchie e di tutte le realtà ecclesiali. La nostra disponibilità personale ad una vita sobria e autenticamente evangelica rafforzerà la credibilità alla nostra opera educatrice.

Don Graziano Donà – Membro del Comitato CEI del Sovvenire

Catechisti Parrocchiali / Un regalo per i nostri incaricati

vai all’articolo
Gli incaricati diocesani del “sovvenire” riceveranno nei prossimi giorni due copie della rivista di Catechisti Parrocchiali (edito dalle Paoline*) con il poster dedicato al cammino quaresimale.

La rivista, che già molti di voi conoscono, può rappresentare un’occasione per favorire un incontro con il direttore dell’Ufficio Catechistico della propria diocesi al quale proporre uno strumento utile per i catechisti in cui si indica un “cammino” dedicato alla Quaresima (poster) e un articolo scritto dal teologo don Roberto Laurita sul sostentamento del clero. Questo nell’ottica di una collaborazione che può promuovere (o far proseguire) la “pastorale integrata diocesana” già avviata più di 10 anni fa.

L’iniziativa è stata condivisa con il direttore dell’Ufficio Catechistico della CEI, don Valentino Bulgarelli, che nei prossimi giorni avviserà i propri responsabili diocesani della possibilità di essere contattati dagli incaricati del “sovvenire”.

Quali sono dunque i contenuti di Catechisti Parrocchiali?
In particolare il poster “In cammino verso la Pasqua” rappresenta una croce, originale nella grafica, nei contenuti e nei colori, che riporta le parole della Quaresima e i relativi gesti, seguendo un percorso di scoperta e di adesione a Gesù e al suo amore. Si inizia dal fondamento, la parola di Dio, per giungere al compimento, l’amore accolto e, quindi, donato a Dio e agli altri.

E l’impegno per la Quaresima si propone, in particolare, di rendersi attenti ai sacerdoti e di sostenerli con un’offerta.

Questo cammino, in modalità narrativa, e in dialogo con una bambina e un bambino, è ritmato sulle parole e sui gesti, rappresentati nella croce e arricchiti da brevi didascalie, per far entrare nel significato di questo Tempo forte, e incontrarsi più intimamente con Gesù che soffre con noi e risorge per noi.

«Perché pensare a tutti i preti?». L’articolo di don Roberto Laurita evidenzia quindi nelle pagine 40-41 l’opera preziosa dei presbiteri, a servizio del popolo di Dio, e le ragioni che motivano l’impegno per il loro sostentamento.

Catechisti Parrocchiali può dunque diventare, in questo periodo quaresimale, un “punto d’incontro” e promuovere un “itinerario” che continuerà, auspichiamo anche in futuro, tra gli incaricati del “sovvenire” e i responsabili del catechismo diocesano.

*Per quanti volessero abbonarsi alla rivista Catechisti Parrocchiali:

Abbonamento

  • Annuale (8 numeri) – € 13,50
  • Biennale (16 numeri) – € 23,50

Offerta ABBONAMENTI CUMULATIVI

Ogni 6 sottoscritti, inviati a un unico indirizzo, 1 è in omaggio. 

Modalità di abbonamento:

  • Conto corrente postale 822007 intestato a: Via Verità e Vita – Catechisti Parrocchiali –Via Antonino Pio 75 – 00145 Roma
  • Bonifico bancario iBan – IT61T0100503204000000003388 – Causale: Catechisti Parrocchiali
  • Online su paolinestore.it (Riviste) – Pagamento attraverso Carta di Credito, PayPal o Bonifico.

8xmille senza frontiere / Anche gli italiani all’estero parlano di 8xmille

vai all’articolo
Dove abbiamo letto le seguenti dichiarazioni? «Ho scelto di dare l’8xmille alla Chiesa Cattolica, perché è quella della quale, rispetto alle altre, sono più informato» (Fabrizio Bottani, 55 anni, milanese, bancario, cattolico non praticante). Indovinato? …risposta sbagliata.

E ancora. «Ho firmato l’8xmille per la Chiesa Cattolica, perché credo nel suo modo di spendere e perché sono convinto che essa ne faccia buon uso e mi piace pensare che io contribuisca a questo buon uso» (Donato Attolico, barese, 67 anni, ingegnere, pensionato). Indovinato? …risposta sbagliata.

Inutile giraci attorno. Sveliamo noi l’arcano, poiché difficilmente se ne verrebbe a capo da soli.

Queste – insieme ad altre testimonianze – compaiono su «PassaParola» (www.passaparola.info), un magazine di Lussemburgo.

L’Associazione che lo sostiene, si prefigge di promuovere attività culturali legate all’Italia. Si rivolge alla comunità di connazionali residenti nel Granducato, ma non solo. Ha una edizione cartacea – in edicola e per abbonamento – ed una online. Sulla homepage di quest’ultima, campeggia la rubrica «8xmille». Si converrà che la cosa appare curiosa.

Il cronista impiccione, non poteva lasciare cadere un boccone ghiotto.

Eccoci, quindi, a colloquio con la milanese Maria Grazia Galati – direttrice e cofondatrice, insieme a Paola Cairo – della testata. Dopo anni in giro per il mondo, dal 2001 vive a Lussemburgo. Ma mantiene un legame, anche professionale, col Belpaese, poiché – ci dice – «la rivista che ho fondato nel 2004, è iscritta alla FISC (Federazione Italiana Settimanali Cattolici). Parliamo di tutto e anche di argomenti religiosi. Abbiamo una rubrica, dal titolo “Fede e dintorni”. La cura p. Alberto Ambrosio, della locale missione cattolica italiana».

Circa la specifica sezione che ci ha incuriosito, Galati precisa: «Si tratta di una delle iniziative FISC a cui abbiamo aderito (il bando 8xmille senza frontiere, ndr). Il progetto richiede di raccontare storie di chi ha opzionato l’8xmille e di chi è stato beneficiato da questo strumento. In particolare, nei mesi della pandemia».

La direttrice, poi, si mostra davvero direttrice. Non perdendo il quadro. L’argomento 8xmille può apparire di nicchia. E la possibile presa sul pubblico non è scontata. Tanto più su un pubblico, anch’esso selezionato, come quello degli italiani all’estero non necessariamente inseriti nella fiscalità nostrana.

«La rivista – ribatte prontamente Maria Grazia al nostro dubbio – è distribuita anche per abbonamento. Diverse copie arrivano pure in Italia. Inoltre, c’è l’edizione online ed i social. Queste opportunità ci fanno leggere ovunque, non solo qui». E continua: «Comunque, il mondo degli italiani all’estero è stratificato: quelli di prima emigrazione, poi la seconda, ora i “laureati-disperati”, per dirla con una battuta… Ciascuno ha legami diversi col paese d’origine. Ma tutti sono interessati e orgogliosi di conoscere e testimoniare il bene che fanno gli italiani».

Del resto, non si tratta di porzioni trascurabili. In Lussemburgo, abitano 600 mila persone. Gli stranieri sono il 47,4% della popolazione. La comunità italiana (circa 30 mila) è al 3° posto, dopo quella dei portoghesi e dei francesi.

Ogni anno, nel piccolo stato centro-europeo, arrivano ben mille nuovi connazionali. Tant’è che Galati, insieme ad altri, conduce anche una trasmissione radiofonica rivolta a loro. Con notizie di pubblica attualità: come cambiare la targa, dove iscrivere i figli a scuola…

Barbarahammer1, su Twitter, avverte: «Andateci piano con le belle parole, perché poi arriva il momento di dimostrarle». Forse, con la rubrica lussemburghese «8xmille», ci si è riusciti.

Massimo Pavanello

Covid-19 / Per non disperdere memoria e speranza

vai all’articolo
Per non disperdere le tante storie di speranza nate ogni giorno nelle nostre Chiese locali dall’inizio dell’emergenza e contribuire a formare la memoria di come la Chiesa italiana sta vivendo il tempo del Covid-19 è nato il progetto www.memoriadelcovid.it, realizzato da Fisc e Corallo con il coordinamento dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali.
Ricordiamo che nel 2020 la Conferenza Episcopale Italiana ha destinato per l’emergenza Covid 237,9 milioni di euro.