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Dove abbiamo letto le seguenti dichiarazioni? «Ho scelto di dare l’8xmille alla Chiesa Cattolica, perché è quella della quale, rispetto alle altre, sono più informato» (Fabrizio Bottani, 55 anni, milanese, bancario, cattolico non praticante). Indovinato? …risposta sbagliata.
E ancora. «Ho firmato l’8xmille per la Chiesa Cattolica, perché credo nel suo modo di spendere e perché sono convinto che essa ne faccia buon uso e mi piace pensare che io contribuisca a questo buon uso» (Donato Attolico, barese, 67 anni, ingegnere, pensionato). Indovinato? …risposta sbagliata.
Inutile giraci attorno. Sveliamo noi l’arcano, poiché difficilmente se ne verrebbe a capo da soli.
Queste – insieme ad altre testimonianze – compaiono su «PassaParola» (www.passaparola.info), un magazine di Lussemburgo.
L’Associazione che lo sostiene, si prefigge di promuovere attività culturali legate all’Italia. Si rivolge alla comunità di connazionali residenti nel Granducato, ma non solo. Ha una edizione cartacea – in edicola e per abbonamento – ed una online. Sulla homepage di quest’ultima, campeggia la rubrica «8xmille». Si converrà che la cosa appare curiosa.
Il cronista impiccione, non poteva lasciare cadere un boccone ghiotto.
Eccoci, quindi, a colloquio con la milanese Maria Grazia Galati – direttrice e cofondatrice, insieme a Paola Cairo – della testata. Dopo anni in giro per il mondo, dal 2001 vive a Lussemburgo. Ma mantiene un legame, anche professionale, col Belpaese, poiché – ci dice – «la rivista che ho fondato nel 2004, è iscritta alla FISC (Federazione Italiana Settimanali Cattolici). Parliamo di tutto e anche di argomenti religiosi. Abbiamo una rubrica, dal titolo “Fede e dintorni”. La cura p. Alberto Ambrosio, della locale missione cattolica italiana».
Circa la specifica sezione che ci ha incuriosito, Galati precisa: «Si tratta di una delle iniziative FISC a cui abbiamo aderito (il bando 8xmille senza frontiere, ndr). Il progetto richiede di raccontare storie di chi ha opzionato l’8xmille e di chi è stato beneficiato da questo strumento. In particolare, nei mesi della pandemia».
La direttrice, poi, si mostra davvero direttrice. Non perdendo il quadro. L’argomento 8xmille può apparire di nicchia. E la possibile presa sul pubblico non è scontata. Tanto più su un pubblico, anch’esso selezionato, come quello degli italiani all’estero non necessariamente inseriti nella fiscalità nostrana.
«La rivista – ribatte prontamente Maria Grazia al nostro dubbio – è distribuita anche per abbonamento. Diverse copie arrivano pure in Italia. Inoltre, c’è l’edizione online ed i social. Queste opportunità ci fanno leggere ovunque, non solo qui». E continua: «Comunque, il mondo degli italiani all’estero è stratificato: quelli di prima emigrazione, poi la seconda, ora i “laureati-disperati”, per dirla con una battuta… Ciascuno ha legami diversi col paese d’origine. Ma tutti sono interessati e orgogliosi di conoscere e testimoniare il bene che fanno gli italiani».
Del resto, non si tratta di porzioni trascurabili. In Lussemburgo, abitano 600 mila persone. Gli stranieri sono il 47,4% della popolazione. La comunità italiana (circa 30 mila) è al 3° posto, dopo quella dei portoghesi e dei francesi.
Ogni anno, nel piccolo stato centro-europeo, arrivano ben mille nuovi connazionali. Tant’è che Galati, insieme ad altri, conduce anche una trasmissione radiofonica rivolta a loro. Con notizie di pubblica attualità: come cambiare la targa, dove iscrivere i figli a scuola…
Barbarahammer1, su Twitter, avverte: «Andateci piano con le belle parole, perché poi arriva il momento di dimostrarle». Forse, con la rubrica lussemburghese «8xmille», ci si è riusciti.
Massimo Pavanello