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In un approfondimento del Sir, a cura di Filippo Passantino, si descrivono alcuni esempi significativi di come la CEI, ogni anno, finanzia grazie all’8xmille numerosi servizi nei territori per sostenere le persone migranti che, arrivate in Italia, non hanno nulla. Da un posto letto a un pasto, passando per servizi di orientamento al lavoro.
Qui l’articolo originale, pubblicato il 2 dicembre, che vi proponiamo anche di seguito.
Un alloggio, un aiuto a trovare lavoro, un pasto. La Chiesa italiana dedica da sempre attenzione e servizi ai migranti nei territori, attraverso le proprie braccia operative. Lo ha fatto anche nell’ultimo anno. Da Nord a Sud, sostenendo progetti e iniziative attraverso i fondi dell’8xmille per rendere umane condizioni di vita, a volte, impossibili da sopportare. Si va dalle case per l’accoglienza delle donne straniere con i propri figli alle mense per fornire un pasto a chi vive condizioni di profonda povertà fino ai servizi di orientamento al lavoro. Occhi capaci di vedere dove si guarda, orecchie attente ai bisogni di chi è in difficoltà e mani tese per fornire un aiuto senza distinzioni di sorta.
Diffuso in tutta Italia, ad esempio, è il servizio della mensa per le persone migranti più povere. Come la mensa sociale San Lorenzo, un progetto promosso dalla Caritas di Tivoli attivo da otto anni, aperta tutti i giorni a pranzo e in grado di garantire 60/70 pasti ogni giorno anche a persone migranti, come avviene in tante altre mense Caritas attive in tutta Italia, da Firenze a Palermo.
L’accoglienza dei migranti. Un modello di accoglienza è “La Casa degli aquiloni”, un’opera-segno sviluppata negli ultimi anni dalla Caritas diocesana di Brindisi. Apre le sue porte a famiglie straniere in disagio abitativo. È nata per generare nuove esperienze di accoglienza diffusa e sostegno alle famiglie più fragili di migranti. Il progetto “Emmaus”, a Treviso, è rivolto a circa 25 persone senza dimora (soprattutto migranti) e si svolge nella Casa della Carità nata con i suoi servizi di accoglienza da precedenti progettualità finanziati con fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica. All’interno della casa è presente il Centro di ascolto diocesano dove avviene il primo colloquio e i successivi momenti di accompagnamento. Il percorso che si vuole intraprendere è quello di creare un servizio di orientamento alle risorse presenti sul territorio. La gestione operativa è affidata all’associazione Servitium Emiliani Onlus.
A Saluzzo, in provincia di Cuneo, è attivo il progetto “Habitat”: Casa Santa Chiara è un co-housing di donne migranti, anche con figli, a cui si offre un accompagnamento orientato al reinserimento sociale, attività laboratoriali e corsi di lingua per le donne straniere. Casa Mons. Bona e Casa Madre Teresa sono destinate all’accoglienza dei migranti stagionali, impegnati nella raccolta in agricoltura. Il progetto “Non solo casa” è un insieme di servizi di accoglienza per soggetti in grave marginalità, soprattutto migranti, a Cremona. Il dormitorio notturno offre 60 posti letto con servizio doccia, lavanderia, pasto caldo. Le Case dell’Accoglienza, due strutture, sono destinate a soggetti soli o nuclei familiari con parti comuni condivise. Diversi appartamenti (12) in housing sociale temporaneo a circa 30 persone. Due di questi in via sperimentale saranno destinati a persone con problemi di salute mentale in collaborazione con un servizio di psichiatria leggera.
L’orientamento al lavoro. Uno dei passi fondamentali nell’integrazione è il servizio di orientamento al lavoro. A Latina è attivo il progetto “Lavoro e dignità del lavoro”, pensato per condurre azioni a supporto delle persone e dei loro bisogni. Per i migranti è stato aperto in particolare uno sportello contro lo sfruttamento lavorativo in agricoltura, presso il presidio Caritas di Borgo Hermada – Terracina: offre orientamento ai servizi e tutela legale dei migranti impegnati nelle aziende agricole del territorio. Contro il caporalato è stato pensato il progetto “Liberi di sognare”, a Tursi. Ha previsto l’attivazione di uno sportello specializzato nel contrasto di questo fenomeno e nell’accompagnamento di quanti vivono una condizione di sfruttamento lavorativo. Si formano gli operatori Caritas sulle specifiche questioni in modo da poter avviare interlocuzioni con i produttori, garantire risposte ai bisogni. Si lavora anche in ambito culturale, coinvolgendo i datori di lavoro e le comunità dei territori in eventi di sensibilizzazione ed animazione. Destinatarie sono cento persone migranti.
L’attenzione alle donne e ai ragazzi. Un insieme di servizi di accoglienza diffusa per circa 20 persone senza dimora lo fornisce a L’Aquila il progetto “Una casa per ripartire: insieme a noi”. Un’accoglienza in 3 strutture: “Casa Abbraccio” per 8/10 persone senza dimora; “Casa giovani” a Pettino, per l’accoglienza di 8/10 giovani (maggiorenni, anche migranti) usciti dal circuito assistenziale protetto, in condizioni di vulnerabilità per l’assenza di percorsi efficaci di tutela; “Casa Beehive” per uomini in cerca di occupazione. Sono previsti anche 5 tirocini formativi. La gestione è affidata alla Confraternita del Preziosissimo Sangue Sparso. A Tivoli, è attiva “Casa Santa Chiara”, una struttura di accoglienza per 6 donne sole o con figli a carico, anche migranti, con una permanenza media di 8/10 mesi. Il progetto prevede un accompagnamento all’autonomia abitativa e lavorativa, favorendo il reinserimento sociale. La gestione è affidata, anche in questo caso, dalla Caritas diocesana. “Mai più soli” è un Centro di prima accoglienza per la grave emarginazione finanziato a Postiglione (Salerno): ospiterà 15 donne e uomini senza dimora, migranti. Si realizzano progetti personalizzati finalizzati al recupero psico-sociosanitario. La gestione è affidata alla cooperativa sociale “Al tuo fianco”. Si forniranno agli ospiti servizi di orientamento lavorativo, segretariato sociale e consulenza legale.
Un corso di lingua italiana. Un altro strumento fondamentale, in ottica integrazione, è la lingua. Da questa considerazione nasce a Venezia “Interculturalità e promozione umana”, che intende qualificare l’offerta dei corsi di lingua italiana per migranti, attraverso l’utilizzo di innovative metodologie didattiche e di apprendimento in determinate situazioni. Si sviluppano così laboratori creativi, esperienze di animazione, percorsi di educazione alla legalità, attività di sostegno scolastico. Con l’obiettivo di accompagnare i migranti a un inserimento progressivo nel contesto economico ed ordinamentale italiano. Il corso di lingua non punta a essere solo un’acquisizione di competenze ma soprattutto un momento di maturazione personale e sociale degli utenti, favorendo l’interscambio e il confronto tra cultura diverse che interagiscano per riuscire a creare concrete situazioni di integrazione. I corsi saranno supportati anche da interventi di sostegno psicologico con la collaborazione del Consultorio collegato alla diocesi.