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Cagliari / L’8xmille al Consultorio diocesano familiare

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Da oltre 40 anni accanto alle persone, coppie, famiglie in difficoltà. Il Consultorio diocesano familiare a Cagliari costituisce un punto di riferimento per chi attraversa un periodo di disagio, garantendo un servizio di consulenza, mediazione familiare, accompagnamento.  «Accogliamo le persone – spiega la presidente Simona Lauterio – e offriamo loro uno spazio in cui sono libere di rielaborare e risolvere i problemi. Si rivolgono a noi sia singoli che famiglie».  Il problema principale «riguarda il dialogo, la comunicazione: diverse famiglie hanno problemi nella relazione di coppia, ma anche nell’educazione dei figli. Incidono le difficoltà economiche, ma ciò che vediamo di più è l’ansia, l’insicurezza, la solitudine. Lavoriamo sulla relazione: partendo dalla singola persona coinvolgiamo il coniuge, i figli».

Nel 2022 oltre 800 ore di consulenza, circa 170 persone aiutate, di cui un centinaio donne. Inoltre, momenti di formazione più ampi aperti a tutti, quelli specifici per gli operatori, e un corso di training autogeno: il tutto garantito grazie ai fondi 8xmille (7.000 euro ricevuti dalla Diocesi nel 2022). Si lavora in rete con i Servizi sociali e con altre realtà locali. I percorsi consistono in una decina/quindicina di incontri con cadenza settimanale, grazie a una ventina di volontari con diverse professionalità, dagli avvocati ai consulenti legali, etici, familiari, dai mediatori e medici agli psicologi.

«Spesso le coppie si rivolgono a noi quando la crisi è già molto profonda – spiega Daniela Rossetti, consulente familiare da 25 anni-: è importante trasmettere loro speranza. Le aiutiamo a discutere in modo costruttivo, riacquistare fiducia; poi è la stessa coppia che capisce che il percorso è finito, perché ha gli strumenti per andare avanti».

«Nell’ultimo periodo – aggiunge la Lauterio- abbiamo notato un aumento dei giovani: le difficoltà maggiori riguardano lo studio, l’inserimento socio-lavorativo, la scarsa autostima, le problematiche relazionali, aumentate a causa della pandemia. Talvolta si rivolgono a noi anche adolescenti che vivono delle difficoltà nel loro contesto familiare». La riuscita dei percorsi «la percepiamo dal feedback delle persone che si sentono ascoltate, accolte: riescono a mettere una luce nuova sulla loro vita e a fare scelte concrete. E dopo i percorsi continuiamo a essere per loro un punto di riferimento».

Marco (nome di fantasia) si è rivolto per la prima volta al Consultorio qualche anno fa, quando si stava separando dalla moglie, dopo 47 anni di matrimonio. «Abbiamo fatto un incontro con gli operatori – racconta -, ma non è stato possibile evitare la separazione, anche a causa dei problemi psicologici di mia moglie». Dopo qualche anno, è stata la stessa donna a chiedergli aiuto. Racconta ancora: «Ho iniziato un percorso da solo, tutt’ora vado lì una volta al mese: il Consultorio mi ha dato la forza psicologica che mi ha permesso di salvare il mio matrimonio, una forza che ho trasmesso anche a mia moglie. Sono grato per l’aiuto ricevuto, senza il quale non ce l’avrei fatta».

Maria Chiara Cugusi (il Portico)

8xmille per lo sviluppo dei popoli / Oltre 13 milioni di euro per scuola, sanità e promozione sociale

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Il Comitato per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli, nella riunione del 7 e 8 luglio, ha approvato 72 nuovi progetti, per i quali saranno stanziati € 13.564.698 dei fondi 8xmille così suddivisi: € 5.273.407 per 27 progetti in Africa, € 5.429.915 per 30 progetti in America Latina; € 2.810.454 per 14 progetti in Asia; € 50.922 per 1 progetto nell’Est Europa.

Dei 27 interventi che saranno realizzati nel Continente africano, assume particolare rilevanza quello promosso dai Missionari Oblati di Maria Immacolata che a Belmonte, in Angola, costruiranno nuove aule per l’Istituto scolastico “Padre Mathuni”: questo permetterà di ampliare l’offerta formativa, aggiungendo alle sezioni di primaria e secondaria anche quelle tecnico-professionali di sartoria e informatica, e di organizzare corsi pomeridiani di alfabetizzazione per le donne del quartiere. Sempre sul versante della formazione, in Kenya, le Piccole Ancelle del Sacro Cuore ingrandiranno la struttura che ospita la scuola primaria “Sacred Heart” a Banana Hill dando la possibilità ad altri 400 bambini appartenenti a famiglie povere di frequentare le lezioni. In Costa d’Avorio, invece, l’arcidiocesi di Gagnoa amplierà il Centro Emaús per garantire corsi gratuiti e attività socioculturali e sportive a circa 700 persone di età compresa tra i 18 e i 30 anni. Nella Repubblica Democratica del Congo, le suore della Divina Provvidenza potenzieranno e attrezzeranno il Centro di riabilitazione “Guy Homery”, nella città di Kahemba a Sukisa, che offre assistenza a giovani disabili, in particolare quelli affetti da Konzo, una grave malattia che provoca paralisi; attualmente il Centro ne ha in carico più di 160, di età compresa tra 1 e 25 anni.

Tra gli interventi più significativi, cinque sono nel Continente latino-americano: ad Ampére, in Brasile, gli Agostiniani Scalzi, attraverso l’Associaçâo Social Agostiniana, realizzeranno una fattoria agricola dove coltivare foraggio e insegnare a produrre latte a basso costo alle famiglie più bisognose del territorio. In Messico, la diocesi di Tarahumara, mediante l’Associazione “Todos hermanos”, allestirà un laboratorio di cucito per le donne indigene, e in Venezuela la Fondazione Sofia Onlus (Salvatorian Office for International Aid) doterà di nuove attrezzature il Centro “Padre Jordan” che, ogni mese, offre assistenza sanitaria a 900 persone. In Costa Rica, l’Universidad Católica ristrutturerà alcuni spazi della sede di San Carlos, colpiti dal sisma, costruendone di nuovi, mentre ad Haiti la diocesi di Les Gonaives ricostruirà un collegio scolastico nel comune di Petit Riviere, fortemente lesionato dai terremoti.

Nel Continente Asiatico, due dei progetti vedranno la luce in India: la Hyderabad Archidiocese Social Service Society promuoverà un programma di agricoltura sostenibile, fornendo sementi, materiali e corsi di formazione e rendendo gli abitanti della zona protagonisti del loro sviluppo. A Koduppunna, le Suore Piccole Operaie dei Sacri Cuori ristruttureranno e amplieranno la “Vijamata Public School”, una scuola ancora segnata dall’alluvione del 2018, facilitando così l’inserimento scolastico di 180 bambini, tra cui piccoli con disabilità motoria o ritardo cognitivo, emarginati e poveri.

Nell’Europa dell’Est, la diocesi di Rrëshen in Albania acquisterà computer e materiale informatico per la scuola “San Giuseppe Operaio”, che offre corsi professionalizzanti ai giovani della regione.

8xmille / Dicono di noi…

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Vi segnaliamo due nostri contributi pubblicati su corriere.it e ilmessaggero.it. Si tratta di due opere 8xmille della campagna CEI 2023.

Sul corriere.it troviamo il valore del progetto prima accoglienza dei migranti “Un popolo per tutti” a Roccella Jonica (il Vescovo della Diocesi di Locri-Gerace, Monsignor Francesco Oliva, ha definito il Porto delle Grazie di Roccella Jonica «il simbolo di una Calabria che accoglie»).

Controlli medici e assistenza
Ad attendere i migranti affamati, infreddoliti e indeboliti dal viaggio in mare, ci sono i responsabili della prefettura e della Croce rossa, con la Caritas che gestisce i luoghi di accoglienza. Dal 2020 al 2022 sono stati impegnati 8 componenti dell’équipe diocesana. I numeri parlano di 4.700 migranti supportati tramite il centro d’ascolto medico Caritas e gli enti partner, mentre 400 persone sono state ricollocate sul territorio e 104 hanno ricevuto il permesso di soggiorno nel triennio. Inoltre ai migranti vengono forniti servizi come docce, lavanderia e mensa da 80 pasti giornalieri (con altrettante confezioni da asporto per cena).
Il sistema dell’accoglienza coinvolge anche i Comuni vicini: a Locri si trova il dormitorio Pandocheion, con 21 posti letto, distribuiti in appartamenti destinati prevalentemente alle donne vittime di violenza, che hanno con sé dei minori.

Accettare e amare chi sbarca
«La prima cosa di cui ci occupiamo è l’accoglienza, così le persone si sentono accettate e amate al di là della loro cultura e religione perché la persona viene prima di tutto», evidenzia don Rigobert Elangui, direttore dell’ufficio Migrantes Locri-Gerace. E questo approccio appaga anche i volontari impegnati nel progetto: «Aiutare persone che sono molto lontane dal mio modo di essere mi rende cosciente del fatto che il mondo non ha limiti», confida Ivana.

Su ilmessaggero.it il Centro di ascolto diocesano di Albano Laziale, un luogo accogliente e familiare per chi ha bisogno di assistenza alimentare e non solo.

In tema di accoglienza e inclusione, il “Centro di ascolto diocesano” di Albano Laziale è tra le opere capaci di rappresentare al meglio come viene speso l’8xmille destinato alla Chiesa cattolica. Protagonista e punto di riferimento per centinaia di persone ogni anno, il centro tende una mano e offre un aiuto concreto alle famiglie in difficoltà nella cittadina nel cuore dei Castelli Romani. Grazie al lavoro di dodici volontari e due operatori (che si occupano presso la struttura dei colloqui preliminari per accedere ai servizi offerti, dell’accoglienza delle famiglie, dell’organizzazione e della gestione del magazzino) donne e uomini trovano conforto e beni di prima necessità.

Sostenuto con 60mila euro provenienti dai fondi 8xmille alla Chiesa cattolica, il “Centro di ascolto diocesano” è opera segno della Caritas e concentra in sé molti aspetti richiesti da chi adotta percorsi di ascolto, accompagnamento, assistenza e reinserimento sociale. Aperta tutti i giorni dispari dalle 10 alle 12, la struttura polifunzionale offre a 30 persone senza fissa dimora vestiario, contributi per pagare le bollette e le visite mediche, servizio docce, lavanderia e distribuzione alimentare oltre ad un pranzo domenicale aperto a tutti.

8xmille / A Casale la mensa dell’accoglienza

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Aggiungi un posto a tavola che c’è un amico in più, se sposti un po’ la seggiola stai comodo anche tu”, questo è lo spirito della nuova mensa Caritas che è stata ufficialmente inaugurata a metà aprile in città, nella nuova struttura in strada Caduti nei Lager Nazisti 239, a fianco della stazione ferroviaria (fonte vitacasalese.it).

La mensa della Caritas di Casale è attiva dal 2015 ed è aperta il giovedì a cena e la domenica a pranzo e ospita numerose persone e famiglie che desiderano condividere il pranzo o la cena in compagnia dei volontari. La sua filosofia è “Chiunque è ben accetto, non solo chi necessita di un pasto, ma anche chi ha bisogno di compagnia o di socializzare, infatti, oltre a soddisfare la fame, la mensa cura anche la solitudine.”

Dall’inizio del lockdown il numero di persone che vi accedono è aumentato esponenzialmente ed è nata dunque la necessità di creare un luogo più spazioso dove poter accogliere un maggior numero di persone bisognose.

Ciò è stato reso possibile anche grazie al contributo dell’8xmille della Conferenza Episcopale Italiana, della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, della Buzzi Unicem e del Comune di Casale. Questi contribuiti sono stati essenziali per poter potare avanti questo progetto.

“Il momento di oggi è pensato soprattutto per riflettere e dire grazie. Grazie per quello che capita quando prendi a cuore una persona. Prima ti si allarga il cuore e poi si allargano le nostre storie, che diventano più ricche di quanto non fossero prima” ha precisato il direttore della Caritas don Marco Calvo all’inaugurazione. Il sindaco di Casale Monferrato Federico Riboldi ha poi espresso la sua gratitudine a don Marco e a tutti i volontari della Caritas, che grazie alla loro attività sul territorio, aiutano il comune a dare un contributo ai più bisognosi non solo a livello di benessere economico ma anche psicologico.

La mensa è operativa tre giorni la settimana, martedì e giovedì a cena e domenica a pranzo. “Un servizio reso possibile grazie alla presenza di una cinquantina di volontari a cui si aggiungono gruppi parrocchiali e associazioni, fra cui il Rotary Club e il gruppo di San Salvatore che si metto-no a disposizione per il servizio dei pasti” conclude don Calvo.

Massa Carrara-Pontremoli / L’8xmille ai Beni Culturali: non solo bellezza ma anche lavoro

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Oltre a quella assegnata agli edifici di culto e al vasto patrimonio costituito da case canoniche, case per i collaboratori, sale e saloni per accogliere le confraternite, i bambini del catechismo, la parte di 8xmille destinata ai beni culturali, è riservata anche al mantenimento delle attività del Museo, dell’Archivio storico e della Biblioteca diocesani.

“Ciò che per ognuno è poco e poco impegnativo, in quanto consiste in una semplice firma, messo insieme diventa molto – dice don Emanuele Borserini, responsabile per i Beni Culturali della diocesi di Massa Carrara-Pontremoli (qui la fonte) – lo ricordava anche il Vescovo Santucci quando in occasione del terremoto del 2013 ideò ‘Le pietre sacre onlus’, un altro dispositivo – peraltro ancora attivo – per condividere la responsabilità e l’appartenenza del patrimonio culturale il cui motto era giustappunto: ‘il poco di tanti diventa molto’.

A volte, inoltre, i canali di finanziamento dello Stato e della Chiesa si intrecciano: è il caso della sinergia che l’Ufficio diocesano per i beni culturali e l’edilizia di culto sta curando a partire dall’anno scorso integrando i fondi europei del PNRR destinati ai fabbricati rurali, quelli dell’8xmille e le raccolte attraverso piattaforme on line nelle singole parrocchie”.
“In questo modo – spiega ancora – sarà possibile restaurare ben dieci oratori disseminati da Pontremoli a Fosdinovo e in grave pericolo”.

Nel frattempo, proseguono sia gli altri interventi di restauro di edifici sia alcuni progetti di nuove costruzioni come il campanile per la chiesa della SS.ma Annunziata di Bassagrande che ne era ancora sprovvista oppure l’acquisto di un fabbricato già esistente sulla piazza della chiesa parrocchiale di Santa Maria della Rosa a Montignoso dove verrà realizzato il centro Caritas per tutta l’unità pastorale.

“Per avere un’idea di cosa si tratti – precisa don Emanuele – possiamo dire che solo negli ultimi tre anni sono stati realizzati interventi per un totale che supera i due milioni di euro, di cui circa 1,6 finanziati dall’8xmille”.

“Dobbiamo anche pensare – conclude – che tutti questi interventi non vanno a riqualificare semplicemente il patrimonio esistente ma significano anche lavoro per i tecnici e le imprese coinvolte che sono ovviamente locali, entrando così nella vita di tutti i giorni. Questa visione ci aiuta anche a comprendere che il patrimonio culturale, materiale ma anche quello immateriale, non consiste in un cumulo di oggetti o nozioni ma è vita, anche nei suoi aspetti più concreti e non ultimi quelli economici. E questo, lungi da uno snobistico scandalo che vorrebbe vedere la cultura illusoriamente pura e lontana dallo sporco vivere, ci dice come nell’uomo e nella società tutto è connesso, tutto concorre al bene e tutto, in definitiva, è dono dell’amore di Dio che risplende nelle opere dell’uomo”.

(L’articolo è stato pubblicato su ilcorriereapuano.it)

Caritas italiana / Bilancio sociale e primo Report statistico sulle povertà

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Si è svolta martedì 27 giugno presso la sede di Caritas Italiana, la presentazione congiunta del Bilancio Sociale 2022 e del primo Report statistico nazionale sulle povertà dal titolo “La povertà in Italia secondo i dati della rete Caritas”, che ha tenuto conto di tre tematiche principali che definiscono ambiti progettuali, di azione e di cura Caritas, a partire dalle tre vie della carità enunciate da papa Francesco per il 50° di Caritas Italiana: “Partire dagli ultimi, custodire lo stile del Vangelo, sviluppare la creatività”.

Ricordiamo che la Caritas Italiana, come organismo pastorale della Conferenza Episcopale Italiana, gestisce operativamente parte dei fondi 8xmille destinati dalla CEI alla carità a livello nazionale, compresi quelli per le emergenze.

Se il Bilancio Sociale vuole essere una finestra a favore di stakeholders, benefattori e di ogni lettore che Caritas Italiana apre sulla sua struttura organizzativa, sugli orizzonti di impegno e sulle attività svolte durante l’anno, il Report Statistico Povertà accende i riflettori sulla povertà e i suoi aspetti multidimensionali, a partire dai dati raccolti nei Centri di ascolto e nei servizi offerti dalle Caritas diocesane. La sua novità risiede, oltre che nei contenuti riportati, anche nella tempestività dell’elaborazione dei dati raccolti: divulgato a soli sei mesi di distanza dalla fine del 2022, il Report offre uno spaccato veridico sulle povertà contemporanee che affliggono il nostro Paese.

L’analisi che ne emerge fornisce quasi in tempo reale la situazione delle 255.957 persone che nel corso del 2022 si sono rivolte ai Centri d’ascolto diocesani e parrocchiali in rete con la raccolta dati. Emerge un aumento del 12,5% delle persone ascoltate rispetto all’anno prima, anche per effetto, ma non solo, dell’accompagnamento dei profughi in fuga dalla guerra in Ucraina.

Un altro aspetto sottolineato è la multidimensionalità della povertà, ossia il fatto che chi si rivolge ai servizi Caritas vive una situazione di povertà a causa di più motivi concomitanti e manifestando due o più ambiti di bisogno. In questo senso prevalgono, come di consueto le difficoltà legate a uno stato di fragilità economica, i bisogni occupazionali e abitativi; seguono i problemi familiari (separazioni, divorzi, conflittualità di coppia), le difficoltà legate allo stato di salute (disagio mentale, problemi oncologici, odontoiatrici) o ai processi migratori. I dati dicono anche di una “cronicizzazione della povertà”, riportandoci ad una situazione pre-pandemia.

Sempre all’interno del Report è riportato l’esito di una articolata analisi statistica multivariata – la prima nel suo genere realizzata su dati di fonte Caritas – che ha consentito di estrapolare cinque profili o cluster di beneficiari (i vulnerabili soli, le famiglie poveri, i giovani stranieri in transito, i genitori fragili e i poveri soli), andando oltre la semplice analisi descrittiva delle tante variabili a disposizione nella banca dati Caritas (complessivamente oltre 300).

Cagliari / L’8xmille per disabili e uomini in difficoltà

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Su il Portico (Cagliari) un nuovo appuntamento “8xmille” firmato da Maria Chiara Cugusi che ci racconta delle case della Comunità Papa Giovanni XXIII a Cagliari, situate in una struttura messa a disposizione dalle suore di San Francesco d’Assisi, dove gli ospiti vivono come in famiglia.

La prima, «Madonna della Tenerezza», è una realtà di accoglienza a conduzione familiare, dove i responsabili, Roberto Vargiu e sua moglie Barbara Aresu, insieme ai loro tre figli naturali, ora tutti maggiorenni, da 27 anni accolgono bambini orfani, fragili o con grave disabilità.

«Pensiamo – spiegano – che tutti abbiano bisogno di sentire che c’è qualcuno disposto a dedicarsi a loro, a tempo pieno».

I progetti, portati avanti grazie ai fondi 8xmille (10.000 euro ricevuti dalla Diocesi nel 2022 per tutti gli interventi della Comunità) «variano a seconda della condizione e della possibilità di un eventuale rientro nella famiglia di origine. I minori con disabilità grave possono restare con noi in modo definitivo».

R., 10 anni, è arrivata circa un anno fa da Kabul, dopo che, con la presa del potere da parte dei talebani, la struttura in cui era accolta è stata chiusa e le suore che la gestivano hanno dovuto lasciare il Paese, portando con sé le piccole ospiti.

Qui ha trovato una nuova famiglia, e a settembre inizierà la seconda elementare. Anche se non vede, non cammina e non parla, attraverso lo sguardo ringrazia per l’amore ricevuto.

«Abbiamo imparato a riconoscere il loro linguaggio – spiegano Roberto e Barbara – attraverso i loro occhi. La nostra è una scelta di fede: quella di entrare a far parte di un progetto di Dio, sviluppando il nostro essere cristiani nella veste di genitori allargati».

R. è stata accolta 16 anni e mezzo fa, con una grave disabilità; prima di allora viveva con sua madre, nigeriana, vittima di tratta.

Da poco 18enne, ha terminato la scuola e ora si pensa per lei a qualche altra attività.

G., 10 anni, anche lei con una disabilità grave, è arrivata dalla Puglia 4 anni fa, grazie alla rete tra le varie strutture della Comunità.

A., 14 anni, è stato accolto quando aveva appena sei mesi con la formula dell’adozione speciale, che gli permette di mantenere i rapporti con i genitori naturali.

Nella stessa struttura vengono ospitate anche alcune ragazze vittime di tratta intercettate grazie al servizio anti-tratta.

«Una volta a settimana – spiega la referente Aresu – usciamo con l’Unità di strada insieme ai giovani volontari; chiediamo alle ragazze di pregare con noi e proponiamo loro un’alternativa alla strada: se lo vogliono, possono venire da subito a casa nostra per poi essere spostate altrove, per garantire loro la massima tutela».

E poi c’è la Casa di accoglienza San Giuseppe, dove trovano ospitalità persone adulte con disagio sociale, disabilità, o dipendenze. «Essa – spiega Vargiu – è nata per rispondere alla necessità di strutture che accolgano uomini adulti in difficoltà. Facciamo in modo che svolgano anche qualche attività occupazionale, e favoriamo la loro partecipazione ad attività sociali esterne».

Bergamo / A Borgo Santa Caterina, l’Oratorio rimesso a nuovo con l’8xmille

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Ne da’ notizia il settimanale della diocesi di Bergamo santalessandro.org che racconta come la storia dell’Oratorio di Borgo Santa Caterina, situato nella città di Bergamo, ebbe inizio nella metà degli anni ’50, quando venne posata la prima pietra. Dall’inaugurazione avvenuta nel 1957, questa struttura divenne un punto di riferimento essenziale per la comunità cattolica del quartiere e per tutti i residenti della zona.

Dopo oltre sessant’anni di servizio, i suoi spazi si sono rivelati insufficienti e necessitavano di una profonda ristrutturazione, che finalmente è stata realizzata a partire dal 2020.

Grazie alle risorse dell’8xmille, la ristrutturazione dell’Oratorio di Borgo Santa Caterina è diventata una realtà. Con un valore complessivo di 400mila euro, di cui 160mila euro provenienti appunto dall’8xmille, i lavori hanno restituito la struttura ai ragazzi e agli adulti che la frequentavano.

Una ristrutturazione a servizio del bene comune.

Monsignor Pasquale Pezzoli, parroco di Santa Caterina, sottolinea l’importanza dell’Oratorio per la comunità del quartiere, affermando che dopo l’interruzione causata dai lavori e dal periodo del Covid, l’Oratorio ha ripreso il suo percorso e ha ricominciato ad essere frequentato come prima.

Non solo i giovani sono coinvolti, ma anche molti adulti mostrano interesse a offrirsi come volontari nei vari servizi offerti, che spaziano in ambiti diversi, dall’accoglienza, allo sport, dalla cultura e al catechismo.
L’Oratorio di Borgo Santa Caterina è davvero nel cuore delle persone, come afferma monsignor Pezzoli. Molti hanno compreso l’importanza di questa ristrutturazione e si sono dedicati con attenzione e interesse al progetto. La testimonianza di questa partecipazione evidenzia come l’8xmille sia un mezzo fondamentale per sostenere e realizzare opere di formazione e carità.

Perugia-Città della Pieve / L’8xmille non è semplice solidarietà…

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L’esempio del “Villaggio Carità – Sorella Provvidenza” attivo da quasi dieci anni.

Ogni anno la firma dell’“8xmille” consente anche alla Chiesa diocesana di Perugia-Città della Pieve di portare avanti le sue opere pastorali, socio-caritative, missionarie, culturali, per la tutela e la valorizzazione dei suoi beni storico-artistici; ambiti fruibili e al servizio di tutti senza distinzione di ceto, fede, cultura e nazionalità, che vedono impegnati, oltre a sacerdoti, religiosi, religiose e diaconi, numerosi operatori e volontari laici a livello diocesano e parrocchiale.

La “cittadella” della carità. Il “Villaggio” è una “cittadella” della carità in cui, oltre ad aver dato un tetto dignitoso, nel solo 2022, a 32 famiglie italiane ed estere, per complessive 91 persone tra adulti e minori, a causa della perdita dell’alloggio, è quotidianamente vissuto da alcune centinaia di persone. Al suo interno si trovano: il Centro di ascolto diocesano, frequentato, nel 2022, da 1.653 utenti-nuclei familiari (+ 12,7% rispetto al 2021); l’Emporio della Solidarietà “Tabgha” (vi accedono con tessera 780 famiglie); la Mensa “Don Gualtiero” (prepara 110 pasti al giorno); la “Farmacia solidale” per farmaci, presidi sanitari e ticket (servizio attivato di recente); la sede dell’Associazione perugina di volontariato (Apv), che conta più di 100 soci impegnati prevalentemente nel mondo carcerario, nell’ambito ospedaliero e nell’assistenza ad anziani e disabili.

Un supporto fondamentale. «L’8xmille alla Chiesa cattolica non è semplice solidarietà, è uno strumento importante per stare vicini alle le persone che sono in difficoltà. Parte di questi fondi viene destinata alla carità e per noi questo supporto è fondamentale per poter continuare ad aiutare i poveri, a costruire con loro un percorso nuovo e di autonomia, con progetti specifici e di prossimità». Lo sottolinea don Marco Briziarelli, direttore della Caritas diocesana, ricordando uno dei “frutti” tangibili dell’8xmille, il “Villaggio Carità – Sorella Provvidenza” in Perugia, sede della Caritas diocesana; opera che il prossimo anno, il 29 gennaio, compirà dieci anni di attività.

Oltre le opere Caritas. L’8xmille viene impiegato annualmente anche per le attività dei 34 Oratori attivi nell’Archidiocesi che, oltre ad offrire opportunità di formazione ed educazione per fanciulli e adolescenti, sono di sostegno sociale non indifferente a migliaia di famiglie tutto l’anno, con attività di doposcuola, oltre in estate con i “Gr.Est.” (gruppi estivi). Altra “voce” significativa dell’8xmille, oltre le opere Caritas, è quella delle attività svolte per la tutela, conservazione e valorizzazione dei beni storico-artistici e culturali. Nel dettaglio la sua ripartizione in quattro “macro voci” relativa ai fondi del 2021.

L’8xmille alla Chiesa diocesana. Da parte della CEI sono stati assegnati all’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, per l’anno 2021, complessivamente euro 5.326.553,61, così ripartiti: “Sostentamento del Clero” (di 145 sacerdoti e loro attività pastorali dirette, soprattutto di natura socio-caritativa, missionaria e di evangelizzazione), euro 2.187.395,90, pari al 41% del contributo complessivo; “Edilizia e Beni Culturali”, euro 1.738.727,80, pari al 33%; “Culto e Pastorale”, euro 718.509,23, pari al 13%; “Opere di Carità”, euro 683.920,68, pari al 13%.

L’emergenza pandemia. «L’erogazione dei suddetti fondi – spiega l’economo diocesano dott. Bruno Bandoli – ha tenuto conto del periodo emergenziale della pandemia da Covid-19. Nell’ambito di destinazione “Culto e Pastorale” è stato previsto un sostegno per vari uffici pastorali che hanno cercato di mantenere la loro attività nonostante le limitazioni al lavoro in presenza». Mentre, precisa il dott. Bandoli, «nell’ambito degli interventi caritativi sono state sostenute, come di consueto, le numerose attività della Caritas diocesana ed in particolare i servizi di accoglienza e il Centro di Ascolto. L’aiuto è stato fornito anche agli Empori diffusi nel territorio, gestiti anche grazie al generoso apporto di numerosi volontari, diventati punto di riferimento per le persone di difficoltà durante la pandemia». Inoltre, evidenzia sempre l’economo diocesano, «un settore che ha subito più di altri le problematiche portate dal Covid-19 è quello delle residenze per anziani che accolgono alcune centinaia di loro sia autosufficienti che non autosufficienti, e danno lavoro ad altrettante persone con diverse competenze e professionalità socio-sanitarie».

Forme integrative di finanziamento. Commentando questi dati, soprattutto le voci di intervento, il vicario generale don Simone Sorbaioli, a motivo di quanto illustrato dall’economo Bandoli, auspica che «la scelta dell’8xmille alla Chiesa cattolica non venga meno nel tempo, ma è anche necessario, come ha sostenuto recentemente il nostro Arcivescovo Mons. Ivan Maffeis, pensare a forme integrative di finanziamento allo stesso “8xmille” e a nuove campagne di sensibilizzazione e di trasparenza delle opere portate avanti con le offerte che giungono alla Chiesa».

8xmille / Missione Costa Rica e Honduras: 16 progetti, tante storie e numerosi incontri

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È stata una visita densa e significativa quella compiuta in Costa Rica e Honduras dal 9 al 19 giugno da una delegazione CEI guidata da don Leonardo Di Mauro, responsabile del Servizio per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli.

Le diverse tappe in Centro America hanno infatti permesso, da un lato, di verificare le attività finanziate negli anni con i fondi dell’8xmille e, dall’altro, di rinsaldare i rapporti di collaborazione con i rappresentanti delle Chiese e delle istituzioni che coordinano gli interventi a livello locale.

In Costa Rica, la delegazione si è recata nella diocesi di Ciudad Quesada dove, nel cantone di San Carlos, è stata realizzata una delle quattro sedi dell’Università Cattolica: l’infrastruttura moderna e funzionale sarà completata con altri edifici ancora in costruzione. A più di quattro ore di distanza, si trova il “Centro di Atencion integral”, gestito dalle Missionarie Clarisse del Santissimo Sacramento, che ospita più di 70 bambini – da 0 a 5 anni – dalle ore 7 alle ore 17: si tratta di un’opera sociale fondamentale, punto di riferimento per le famiglie del territorio. Il viaggio è proseguito nella provincia di Guanacaste, dove è stato ampliato il Centro educativo “San Daniele Comboni”, che oltre all’istruzione primaria e secondaria (anche per gli adulti) offre servizi di orientamento psicopedagogico e terapia del linguaggio.

Tra i progetti visitati anche quelli sostenuti dall’arcidiocesi di San José, su indicazione della Fondazione Populorum Progressio, che permettono a piccole cooperative locali familiari di sostentarsi e di contribuire allo sviluppo della zona: i fondi dell’8xmille si sono trasformati in strumenti per l’attività imprenditoriale dei diversi gruppi, tra cui quello di “Manos Unidas al Agro” che lavora in un apiario di 80 alveari. Sempre nell’arcidiocesi di San José, è stato possibile attrezzare e mettere a norma la biblioteca, le aule e diversi ambienti di servizio della sede principale dell’Università Cattolica, definita un vero e proprio “eco-campus universitario”.

In Honduras, una delle tappe è stata Comayaguela, dove ha sede l’associazione benefica “Casa Asti”, impegnata dal 2000 nella difesa dei diritti umani con particolare attenzione a bambini, giovani e adulti senza dimora. Voluta dall’italiana Susanna Arrighi, la missione – pur dovendo fare i conti con il calo dei volontari – continua a promuovere programmi educativi per bambini, giovani e ragazze madri. Con le risorse dell’8xmille, sono stati realizzati una sala multiuso e un impianto idrico oltre a diversi corsi e iniziative formative. Nel corso del viaggio, la delegazione è stata accolta prima dai Padri Carmelitani Scalzi a Lepaterique, a 45 km dalla capitale Tegucigalpa, nella residenza dove trovano ospitalità circa 40 giovani indigene che frequentano la scuola secondaria; successivamente ha avuto modo di conoscere attività commerciali e progetti di microcredito promossi dalla Conferenza Episcopale dell’Honduras con il supporto delle suore Scalabriniane che hanno restituito dignità e speranza a molte persone: ad esempio, a Jaira, emigrata espulsa dal Messico, che ha aperto un salone di parrucchiera, a Marcia, ragazza madre, che ha avviato la sua rivendita di vestiti usati dagli USA, a Rosa, giovane mamma, che gestisce un negozietto di quartiere mentre continua i suoi studi da educatrice.

Ultima tappa il distretto “El Paraiso”, nella diocesi di Danli, a ridosso del confine con il Nicaragua, dove sono pienamente funzionanti alcune realtà socioassistenziali: l’ospedale e la farmacia costruiti dalla “Fundaciòn Alivio del Sufrimiento” accanto ad un centro di accoglienza per rifugiati, il “Centro de Caridad Madre Teresa di Calcutta” e la “Casa del gran arbol” per bambini e adolescenti, il centro di riabilitazione “Juan Pablo II” per giovani dipendenti da droghe e alcol, l’“Hogar don Dante Casorelli” per gli anziani bisognosi che necessitano di assistenza speciale.

28 Giugno 2023