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Corsi Uniti in Rete / “Sovvenire” e “Comunicazione”: la parola agli incaricati e collaboratori

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Con l’incontro online del 26 novembre scorso si sono conclusi i 3 webinar previsti per quest’anno sulla presentazione dei nuovi corsi sul Sovvenire e la Comunicazione pubblicati su Uniti in Rete.
Per poterli vedere e frequentare il requisito che viene richiesto è quello di essere già accreditati sul Portale Uniti in Rete. Una volta entrati sul Portale basta cliccare sulla tendina in alto alla sezione “Corsi”. Il suggerimento, anche per gli incaricati più veterani, è quello di iniziare dal corso sul Sovvenire, in modo da poter comunque scaricare i materiali utili per organizzare incontri diocesani o parrocchiali. L’auspicio è che tutti arrivino a completare i due corsi!

Questi corsi di formazione sono organizzati in quattro moduli, più la fase di certificazione finale. Per completare ogni corso di formazione ci vogliono meno di due ore. Ciascun modulo include 2 o 3 videolezioni che durano ciascuna tra i 4 e i 10 minuti. Ogni videolezione può essere rivista in qualsiasi momento e ogni progresso è salvato automaticamente alla fine di ogni passo, permettendo di interrompere il percorso e riprenderlo quando si vuole. Per ogni modulo si possono scaricare risorse e materiali di approfondimento. È possibile anche fare un test di autovalutazione: per ogni domanda, verrà segnalato se si è risposto correttamente e sarà comunque riportata la spiegazione della risposta corretta. Non è richiesto un punteggio minimo per procedere e si possono rifare i test, alla fine dei moduli, ogni volta che si desidera. Per completare ogni corso, dopo aver guardato le video lezioni e i materiali di tutti i moduli, sarà possibile “misurarsi” con un test finale. Solo in questo caso sarà necessario rispondere in modo corretto almeno a 7 domande su 10 per poter scaricare l’attestato di completamento del corso.

Consigli utili

  • I corsi si possono iniziare in qualsiasi momento, bastano 5 minuti per accedere e familiarizzare con l’area corsi del portale;
  • affrontare un modulo alla volta (10-15 minuti per modulo);
  • scaricare i file di approfondimento e le risorse aggiuntive del modulo;
  • provare a fare il test di autovalutazione del modulo;
  • poi passare al modulo successivo, fino ai contenuti aggiuntivi di fine corso;
  • una volta che si è completato un corso al 100%, affrontare il test finale e ottenere la certificazione;
  • cercare di portare a termine un corso entro 2-3 settimane… e passare al prossimo!

Molti incaricati e collaboratori hanno già completato entrambi i corsi lasciando i propri commenti. Ne abbiamo scelti alcuni.
Questi sono sul corso relativo al Sovvenire:

Mi è piaciuto molto, un corso ben condotto, facile da capire e che approfondisce tutti i temi trattati. Molto utili anche la documentazione scaricabile. Importanti anche i test da fare alla fine di ogni sezione. Bravo il giornalista che lo conduce, si fa ascoltare e sa creare la giusta attenzione”
“IL corso non è monotono, integrato perfettamente dalle slide e la spiegazione è stata semplice e precisa”
“Ottimo corso molto dettagliato e chiaro. Tutto molto bello”
“Grazie al corso ho potuto approfondire in modo chiaro e semplice la tematica del Sovvenire alle esigenze della nostra Chiesa Cattolica in Italia”
“Utile per una conoscenza personale, in primis, e da divulgare tra i fedeli e la gente”
“Utile e immediato”
“Interessante ed esaustivo”
“L’impostazione è molto buona, chiara ed esaustiva pur nella sua sinteticità. Semplice da seguire”
“Esauriente e comprensibile anche per chi era digiuno della materia (almeno in parte)
“Il corso mi è servito per specificare meglio ed approfondire alcuni concetti. Molto chiare le videolezioni, molto bravo il giornalista che le tiene, molto utili gli approfondimenti e le slide con la trascrizione. Molto bene anche le risorse. Purtroppo, non c’era la possibilità di scaricare le domande con le risposte, forse l’unico limite del corso. Grazie a chi lo ha pensato e realizzato, per me che cono stato appena nominato è stato utilissimo”
“Il corso è ben fatto, affronta i temi più importanti senza disperdersi nei particolari, ottimo!”
“La semplicità al primo posto”
“Il corso è ben fatto, affronta i temi più importanti senza disperdersi nei particolari, ottimo!”

Questi sono altri commenti rilasciati da coloro che hanno completato il corso sulla Comunicazione.

“Corso molto bello, fatto bene, comprensibile (forse perché alcune cose le conoscevo già) ma difficile nei contenuti e nella realizzazione di quanto imparato. Grazie perché è molto utile e prezioso fare corsi che definirei di livello alto, con il giusto grado di approfondimento. Molto brava la docente, chiara quando parla, semplice e comprensibile. Molto bella anche la grafica. Peccato non poter scaricare i test dei moduli e del certificato con domande e risposte”
“Bellissima iniziativa, utile per la formazione e informazione. Il corso sulla Comunicazione è ben strutturato e veloce apprendimento”
“Bellissimo corso, completo e soprattutto chiaro, si fa capire alla grande”
“Corso chiaro, con tanti spunti di riflessione, con molto materiale preciso, con una presentazione chiara ed efficace, che stimola a provare quanto ascoltato”
“Sintetico e ben strutturato; tanti elementi utili da applicare subito e in ogni contesto”
“Spiegazione molto chiara”
“Eccezionale”
“Metodologia efficace di esposizione con test efficaci. Utilissimo”
“Mettere ordine in quanto sappiamo già fare, migliorare le nostre attività di comunicazione con obiettivi chiari e misurabili è utile, importante, e ci aiuta ad ottenere e dare collaborazione. Uniti, insieme per il bene dei sacerdoti (e nostro)”
“Molto interessante e utile anche per altre questioni”
“Molto interessante e formativo. Ricco di contenuti e strategie. Grazie!”

Per chi volesse rivedere il webinar di martedì 26 novembre, la registrazione del video integrale è a questo link: https://bit.ly/26112024-Registrazione-UnitiinRete-3OoA4Nj;
in allegato il pdf della relativa presentazione.

Al via la nuova campagna della Chiesa cattolica: nelle nostre vite, ogni giorno

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Un viaggio emozionale tra i mille volti della “Chiesa in uscita”, una comunità di fede con le porte aperte a quanti sono in cerca del senso della vita e sempre al fianco dei più fragili. È la nuova campagna istituzionale della Conferenza Episcopale Italiana che racconta una presenza fatta di piccoli gesti, di mani tese, di momenti di conforto che trasformano le difficoltà in speranza. Come una casa accogliente, una famiglia che unisce, una comunità che ascolta, la Chiesa risponde alle domande di chi ha bisogno di sostegno e di un punto di riferimento.

La campagna, dal claim incisivo “Chiesa cattolica italiana. Nelle nostre vite, ogni giorno”, si articola attorno ad alcune domande – quanto è importante per te chi ti sostiene nella fede? Che valore dai a chi aiuta ad imparare un mestiere o porta speranza ai dimenticati? – e ricorda l’impegno quotidiano dei sacerdoti e delle comunità loro affidate, attraverso immagini vive e autentiche di bambini, giovani, famiglie e anziani. L’azione visibile della Chiesa cattolica è un’opera corale per accompagnare la crescita umana e spirituale di ogni persona, senza smettere di offrire sostegno ai più vulnerabili.

“Nell’Italia di oggi, se non ci fosse la Chiesa con la sua rete solidale e il lavoro straordinario svolto da migliaia di volontari, ci sarebbe un vuoto enorme. Con la campagna – spiega il responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni – vogliamo raccontare il valore tangibile di questa presenza nella vita di tante persone, cattoliche e non”.

Ideata e prodotta da Casta Diva Group la campagna della Conferenza episcopale italiana, on air dal 1° dicembre fino a fine gennaio 2025, si snoda tra tv, radio, web, social e stampa. Gli spot, da 15” e da 30”, raccontano una Chiesa vicina ogni giorno attraverso cinque esempi concreti: ascolto, che si traduce nella capacità di accogliere ogni voce, soprattutto quelle inascoltate; fede, che illumina il cammino di chi è alla ricerca di Dio e di significato; lavoro, che diventa impegno per offrire strumenti e opportunità a chi è in cerca di un futuro migliore; speranza ai dimenticati, che si concretizza in una mano tesa a chi si sente escluso o emarginato; ponte tra le generazioni, che valorizza il dialogo tra giovani e anziani come ricchezza e crescita per tutta la comunità.

Non solo tv, ma anche radio, digital e carta stampata, con uscite pianificate su testate cattoliche e generaliste, pensate per stimolare una riflessione profonda sui valori dell’ascolto e della condivisione. Perché “la Chiesa cattolica è casa, è famiglia, è comunità di fede. Per te, con te”.

Per maggiori informazioni:

www.8xmille.it
www.unitineldono.it

Come comunicare alla gente l’8xmille? La formazione dei nostri preti su “partecipazione, corresponsabilità, trasparenza”

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In occasione dell’incontro mensile dei preti e diaconi delle Diocesi di Teano-Calvi, di Alife-Caiazzo e di Sessa Aurunca, l’approfondimento sul Sovvenire, il sostegno alla Chiesa cattolica che si trasforma in opere di carità, in progetti pastorali in cantieri di restauro, e nel sostegno quotidiano ai sacerdoti.

Qui il resoconto dell’evento a cura di Annamaria Gregorio pubblicato su clarusonline.it

Direttamente dalla CEI gli interventi di Massimo Monzio Compagnoni (responsabile del Servizio Promozione) e Don Enrico Garbuio (assistente pastorale dello stesso Servizio CEI).

Il sostegno economico alla Chiesa…in 5 minuti

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Perché parlare di sostegno economico alla Chiesa? A quali valori si ispira il sistema scaturito dalla revisione concordataria del 1984? Quali sono gli strumenti a disposizione delle nostre comunità e come funzionano? A queste domande si è cercato di rispondere in poco più di 5 minuti con il video che segue L’ABC del Sostegno Economico alla Chiesa. Il suo obiettivo non è certamente quello di approfondire, con dati o dovizia di particolari, questi aspetti importanti del Sovvenire, piuttosto di essere utilizzato, ad esempio, per animare l’apertura di un incontro in diocesi o in parrocchia stimolando la curiosità di chi, con l’intervento di esperti e altri materiali formativi, potrà conoscere più a fondo la materia.

Lancio corsi di formazione su “Uniti in Rete” / Il 29 ottobre nuovo incontro online

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Invitiamo tutti gli incaricati e collaboratori diocesani, che non erano potuti intervenire all’incontro del 24 settembre, ad iscriversi all’evento e partecipare al nuovo webinar collegandosi martedì 29 ottobre (ore 17-18) a questo link Zoom:

https://us06web.zoom.us/webinar/register/WN_HCK3P_QSSpeV6o7if8qs7Q

Ripetiamo volentieri il webinar perchè all’appuntamento dello scorso 24 settembre, dedicato alla presentazione dei primi due corsi progettati per gli operatori del Sovvenire, non tutti gli incaricati e collaboratori diocesani avevano potuto partecipare. Pertanto, è stato organizzato quest‘altro appuntamento sullo stesso argomento per il 29 ottobre.

Di cosa si parlerà? Dopo un’introduzione su come accedere all’area di formazione, saranno presentati il corso Il Sovvenire (sulla storia, i valori e la struttura del Sovvenire, oltre e a due approfondimenti su 8xmille e Offerte deducibili) e il corso Comunicazione (sulle basi della comunicazione efficace, i materiali di comunicazione, gli eventi in presenza e online, e come misurare gli obiettivi di comunicazione).

Un consiglio – Per chi non avesse mai utilizzato strumenti come la videoconferenza o la chat online durante un webinar, potrebbe essere utile farsi affiancare da una persona esperta per rendere l’esperienza più semplice e fluida.

RICORDA! Martedì 29 ottobre dalle ore 17 alle 18. Il webinar sarà registrato e la partecipazione è gratuita.

 

F.A.C.I./ Da novembre nuovi corsi di aggiornamento amministrativo–canonico

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La F.A.C.I. organizza una serie di incontri di aggiornamento amministrativo e giuridico per parroci, sacerdoti, laici impegnati nell’amministrazione delle parrocchie e delle curie, nonché professionisti che vi collaborano professionalmente.

Gli incontri si tengono via web, divisi in cinque moduli, con lezioni al mattino (9-12) e risposte dei relatori alle domande dei partecipanti al pomeriggio (15-16.30).

Il linguaggio è divulgativo e pratico. È previsto l’invio di dispense e di schemi al termine di ciascun incontro.

Il 2 dicembre sarà la volta del Sovvenire, con la partecipazione del responsabile del Servizio CEI Massimo Monzio Compagnoni.

DOCENTI E TEMI 

I MODULO: (4 novembre)

  • Introduzione al corso (Mons. Antonio Interguglielmi, Presidente F.A.C.I.)
  • l’Ente ecclesiastico e la Parrocchia in particolare. Profili canonici, civili e amministrativi.
  • Gli aspetti fiscali dell’ente ecclesiastico: IMU, TASI, IRES etc. (dott. Federico Rossi)

 II MODULO (11 novembre)

  • Matrimonio: elementi canonici base, la pratica matrimoniale e i casi particolari. Il processo di dichiarazione di nullità (don Giovanni Giove e don Paolo Lobiati, giudici Tribunale Ecclesiastico)

III MODULO (18 novembre)

  • Il diritto penale canonico: profili generali; i delitti nel CIC e le modifiche introdotte dal nuovo libro VI del CIC

(Prof. Giorgio Giovanelli, professore diritto canonico PUL e Avv. Alessia Gullo, Avvocato della Rota Romana e della Santa Sede)

 IV MODULO (25 novembre)

  • I delitti riservati alla Santa Sede, in particolare la procedura nel caso di accuse di pedofilia.

(Avv. Alessia Gullo)

 V MODULO (2 dicembre)

  • Il sostentamento del clero. La previdenza e la pensione del clero
  • Il Sovvenire

(dott. Vittorio Spinelli e dott. Massimo Monzio Compagnoni, Responsabile Nazionale Sovvenire).

In allegato le modalità di iscrizione.

 

Fraternità a Loreto / Accendere il fuoco della fede, per essere fuoco nel mondo

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“Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo,” scriveva quasi 700 anni fa Santa Caterina da Siena. Ma cosa accade quando un gruppo di cristiani decide di prendere sul serio queste parole? Il fuoco divampa, e non si può più contenere.

Questo è ciò che è successo a Loreto dal 26 al 29 agosto, durante il terzo raduno di Fraternità, la più grande community di giovani cattolici d’Italia. Quasi 500 ragazzi, provenienti da ogni angolo della penisola, si sono riuniti dopo essere stati invitati da amici o attraverso i social media. Diventato ormai un appuntamento immancabile per Fraternità, l’evento attira ogni anno sempre più partecipanti, affascinati dalla bellezza e dalla semplicità con cui tanti giovani vivono la fede nel quotidiano.

La frase di Santa Caterina ha fatto da guida durante questi giorni intensi, in cui l’immagine del fuoco, così ricca di significato simbolico, ha permeato ogni incontro: dalle catechesi ai momenti di preghiera, fino alle feste. Il simbolo di una fiamma ardente, stampata sulla maglietta di ogni partecipante, rappresentava il fuoco della fede che, da oltre 2000 anni, continua ad animare e infiammare i cuori dei credenti.

Un programma ricco, per innescare l’incendio

Perché il fuoco si accenda, è necessario un innesco: un aumento di calore che, a contatto con il combustibile, genera la fiamma. Lo stesso vale per la fede: anche questa si trasmette per contatto, attraverso una scintilla esterna capace di accenderci dentro. È proprio ciò che tanti giovani hanno sperimentato in Fraternità e, in modo particolare, durante questo raduno: un incontro autentico con ragazzi animati dal desiderio di camminare verso Cristo. Per molti, questo evento ha rappresentato la scintilla decisiva, capace di ravvivare un fuoco che era ormai spento o fioco, riportando speranza e rinnovando la fede.

Le giornate erano scandite da un alternarsi armonioso di preghiera, festa, catechesi e momenti di condivisione. Ogni attività era orientata a un unico grande obiettivo: aiutare i giovani a coltivare un dialogo profondo con Dio e a rafforzare i legami fraterni.

Le catechesi, prima don Alberto Ravagnani sacerdote che è alla guida di tutta l’esperienza e successivamente di Fra Roberto Pasolini, Suor Katia Roncalli e don Pierluigi Banna, hanno stimolato i ragazzi a interrogarsi sul proprio cammino di fede e su quelle problematiche che spesso impediscono di mantenere viva la fiamma della fede. Ogni relatore ha saputo toccare il cuore dei giovani, suscitando riflessioni profonde con interventi carichi di significato.

I laboratori, invece, si sono concentrati su un aspetto centrale della missione cristiana: l’annuncio del Vangelo. Diversi professionisti hanno guidato i ragazzi nell’approfondimento delle dinamiche che caratterizzano il mondo di oggi, per insegnare loro come comunicare il messaggio del Vangelo in modo efficace. “La buona notizia” rimane immutata, ma il contesto in cui viene annunciata è cambiato radicalmente. Per questo, momenti di formazione come questi risultano fondamentali, poiché insegnano a dialogare con una realtà in costante evoluzione.

Tre serate indimenticabili hanno incantato i ragazzi, facendoli ballare, gioire, divertirsi e pregare insieme. La prima sera è stata caratterizzata da uno spettacolo incandescente, in cui degli artisti hanno utilizzato il fuoco come elemento centrale delle loro esibizioni, lasciando tutti a bocca aperta. La seconda sera è stata animata da un DJ set, con la presenza di Padre Guilherme, il celebre prete DJ che ha già fatto ballare i giovani alla Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona. Una festa piena di emozioni, in cui i ragazzi hanno celebrato la bellezza di vivere come fratelli e sorelle. Infine, l’ultima serata ha avuto inizio con una processione, ognuno con una piccola torcia, in un cammino che ha portato i ragazzi alla basilica. Qui, l’adorazione eucaristica ha preso il via, protratta per diverse ore durante la notte. Uniti come un solo corpo, i giovani hanno cantato, pregato e lodato il Signore in un momento di intensa spiritualità.

Tra gli ospiti di rilievo, spiccano figure come il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della CEI e arcivescovo di Bologna, Mons. Lucio Adrian Ruiz, segretario generale del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, e l’arcivescovo di Loreto, Mons. Fabio Dal Cin, insieme ad altri vescovi che hanno preso parte alle celebrazioni eucaristiche.

Ecco le parole che S. Em. Card. Zuppi ha condiviso coi ragazziLasciamo davvero che questi giorni possano essere la via per  accendere il fuoco del nostro cuore, quel fuoco che il Signore vuole che sia acceso quando dice ‘io sono venuto ad accendere un fuoco’, ad accendere una luce della speranza, a far ardere il cuore! È quello che è successo anche a Sant’Agostino che cercava la felicità in tanti modi e che poi alla fine l’ha trovata abbandonandosi al Signore e scoprendo che quel Signore non era da un’altra parte, ma ce l’aveva nel cuore.

Vi chiediamo di vivere la comunione. La comunione è qualcosa forse di più di volersi bene: è pensarci insieme! Questo è il frutto dell’amore, quando uno si vuole bene si pensa insieme, per certi versi non può fare a meno dell’altro, perché? Perché lo amo, perché gli voglio bene, ci penso e quando sono lontano penso a lui. Ci pensiamo insieme. La comunione è quel filo d’oro che ci unisce anche quando siamo distanti. Coltiviamo e coltivate tanto, in una generazione con tanto individualismo e protagonismo solitario, la dolcezza, la bellezza, l’umiltà della comunione, il semplice volersi bene, il gusto dello stare insieme della fraternità”.

Una fiamma da custodire

“Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?»” (Lc 24,32)

Come i discepoli di Emmaus, anche quei 500 ragazzi sono tornati nelle loro case e comunità, portando nel cuore quell’incontro profondo con Dio, che non lascia mai indifferenti o freddi. Tante piccole fiammelle ora brillano in tutta Italia: non è necessario che la fiamma sia appariscente o vistosa, ma che venga custodita con cura, giorno dopo giorno, per continuare ad accendere il cuore delle persone che incontriamo lungo il nostro cammino: questa è Fraternità.

(Agenzia Sir)

Il Sovvenire alla Summer School dell’ANSPI / L’invito ai giovani: essere protagonisti del cambiamento

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Si è trattato di un incontro pieno di stimoli, riflessioni e proposte concrete quello con Paolo Cortellessa, referente incaricato per le attività di studi e ricerche della Conferenza Episcopale Italiana che, il 4 settembre 2024, a Bellaria, è intervenuto all’interno della Summer School dell’ANSPI (Associazione nazionale San Paolo Italia), ossia nell’appuntamento formativo per animatori ed educatori d’Oratorio della 42^ Rassegna sportivo-culturale associativa “L’Oratorio in Festa”.

Oltre cento giovani provenienti da tutte le Diocesi d’Italia hanno ascoltato con interesse e sollecitudine la descrizione dello scenario giovanile presentato e si sono riconosciuti, a vario livello, in quella incerta e difficile condizione lavorativa e personale che è venuta fuori da una rilettura dei numeri statistici.

I giovani d’oggi, è stato spiegato, si confrontano con lavori precari e spesso sottopagati, un mercato del lavoro instabile e una crescente sensazione di inadeguatezza e solitudine. Dato certamente allarmante che il 39% dei giovani italiani soffra di disturbi legati ad ansia e depressione, mentre la disoccupazione giovanile è al 20,1%, una delle percentuali più alte d’Europa.

Con questo sguardo all’attualità, l’intervento si è aperto a riflessioni piene di fiducia e speranza sull’importante ruolo che gioca la partecipazione attiva dei giovani alla vita sociale e religiosa, benché quest’ultima risulti attualmente compromessa da un sentimento di disillusione e distacco palese anche nei numeri in decrescita dell’8xmille.

Con stupore, i giovani presenti hanno appreso che la Chiesa si sostiene solo grazie alle offerte dei fedeli e che tutto quanto di bello, di prezioso e di utile le comunità parrocchiali fanno per le comunità, sia possibile solo grazie alla generosità di chi non ha mai smesso di vedere e sostenere quella bellezza, preziosità e utilità delle opere.

L’intervento di Cortellessa, richiamando le parole di Papa Francesco e di Giovanni Paolo II, si è trasformato allora in un appello accorato alla responsabilità e all’azione: con chiarezza ed entusiasmo, l’incaricato della CEI ha invitato i giovani a “mettersi in gioco” per dimostrare, con i fatti, cosa e quanto la Chiesa può fare, ma soprattutto cosa loro stessi possono realizzare all’interno della comunità ecclesiale e sociale; in altre parole, l’invito è stato quello di diventare protagonisti del cambiamento, sia all’interno della Chiesa sia nella società. Invito reso ancora più concreto dalla presentazione di un concorso che verrà lanciato nei prossimi mesi, pensato per stimolare la creazione di contenuti social che mettano in luce cosa la Chiesa faccia di bello e di importante per la società civile.

Beni Culturali / Progetto “Nel tuo nome, l’arte parla di comunità”

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Lunedì 1 luglio 2024 il direttore dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della CEI, don Luca Franceschini, il dott. Andrea Nante, curatore scientifico del progetto “Nel tuo nome, l’arte parla di comunità”, e il dott. Massimo Monzio Compagnoni, responsabile per il Servizio per la promozione del sostegno economico alla chiesa cattolica, hanno partecipato al webinar di presentazione delle iniziative collaterali alla Mostra 2025 che le diocesi italiane sono invitate a realizzare.

Sul sito dell’Ufficio Nazionale Beni culturali ecclesiastici e edilizia di culto il link del webinar e gli allegati.

“Sacerdoti tra schermo e realtà”: una proposta per tutti

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Il Servizio Promozione Sostegno Economico della CEI insieme all’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali, con la collaborazione della Fondazione Ente dello Spettacolo e dell’Acec, presentano una proposta per tutte le parrocchie: un sussidio per accompagnare le comunità in un percorso cinematografico dedicato ai sacerdoti, quattro pellicole di successo, che possono essere una buona occasione per rilanciare il tema delle firme per l’8xmille e soprattutto delle offerte deducibili per il sostentamento dei sacerdoti.

I titoli scelti – Come un gatto in tangenziale. Ritorno a Coccia di Morto (2021) di Riccardo Milani; Se Dio vuole (2015) di Edoardo Falcone; Io, loro e Lara (2010) di Carlo Verdone; Alla luce del sole (2005) di Roberto Faenza. Quindi anche un focus storico dedicato a Roma città aperta (1945) di Roberto Rossellini e a La messa è finita (1985) di Nanni Moretti – che offrono spaccati di testimonianza e provocano la memoria perché si compia il passaggio dallo schermo alla realtà.

Ci troviamo di fronte a preti nati dalla penna di brillanti sceneggiatori oppure caratterizzati da trascinanti attori, come pure a figure che prendono le mosse da veri testimoni del Vangelo che presidiano le periferie della società. Un modo per richiamare l’attenzione sul valore e sull’impegno costante che i sacerdoti mettono in campo nella vita di tutti i giorni, affrontando numerose sfide per e con la comunità.

L’opuscolo, a cura di Sergio Perugini, Eliana Ariola e Massimo Giraldi, con note introduttive di Massimo Monzio Compagnoni e don Enrico Garbuio, rispettivamente responsabile e collaboratore del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica, è arricchito dai contributi di mons. Davide Milani, presidente FEdS, e don Gianluca Bernardini, presidente Acec. Tra le pagine si scorgono sguardi cinematografici che si raccordano così alle tante storie di cui dà sistematicamente conto il Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica. In apertura del sussidio, le riflessioni di Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali. Di seguito vi proponiamo quella di Massimo Monzio Compagnoni.

MA LA VITA NON È UN FILM

La magia della settima arte conserva un fascino intatto anche nell’epoca dei cellulari e dei tablet. Certo, un bel film si può vedere anche sul telefono o comodamente seduti in casa propria, ma gustarlo insieme, in una sala della comunità o in un’arena all’aperto, è qualcosa di diverso e di più bello. Se poi, dopo il film, si riesce anche a condividere le sensazioni, le suggestioni e le riflessioni che una pellicola trasmette e suscita, allora l’esperienza si fa ancora più arricchente ed è quello che vorremmo si realizzasse grazie al progetto che vi stiamo proponendo.

Il filo rosso che unisce le storie che abbiamo scelto è la figura del sacerdote, calato nella nostra quotidianità. Immagino quanti di noi fantasticheranno, di fronte allo schermo, pensando alla propria parrocchia guidata da un prete come Luca Argentero, Alessandro Gassmann, Carlo Verdone o Luca Zingaretti. Ma sono altrettanto certo che saranno in molti a riconoscere, proprio nei tratti caratteriali abilmente messi in scena da questi straordinari interpreti, delle situazioni già vissute nella propria comunità.

Ritroveranno, ne sono sicuro, nella disponibilità e nella simpatia, nella creatività e nella passione, nei limiti e nelle fragilità di questi personaggi, molte delle peculiarità che hanno imparato a frequentare, conoscere e amare nei parroci delle proprie comunità di origine. Ritroveranno, soprattutto, il fascino che inevitabilmente emana dalla scelta di vita di chi mette tutta la propria esistenza nelle mani di Dio, per il bene di tutti.

Questi film assomigliano decisamente alla nostra vita, ma la vita non è un film.

Ecco, la vita non è un film: per questo abbiamo organizzato in questi quarant’anni abbiamo imparato a conoscere bene nelle sue molteplici sfaccettature. I fondi dell’8xmille, infatti, oltre a contribuire al sostentamento dei sacerdoti, servono per sopperire alle esigenze di culto e pastorale della popolazione (si pensi, tra le altre cose, alla manutenzione delle nostre bellissime chiese) e alle opere di carità a servizio dei più fragili, in Italia e nei Paesi più poveri del mondo. Eppure, pensate che tra quanti frequentano abitualmente la Messa domenicale le statistiche ci dicono che uno su due non firma.

È un dato sconcertante, se ci riflettiamo, e la dice lunga su quanto abbiamo ancora bisogno di prendere consapevolezza di questa necessità. Negli ultimi 20 anni, gradualmente, la percentuale di chi firma per la Chiesa cattolica è passata dal 90 al 70%. Vuol dire che c’è bisogno di un supplemento d’anima e di consapevolezza, anche tra i praticanti: l’8xmille non è una conquista garantita una volta per tutte, ma una libera scelta che va continuamente rinnovata, se ci teniamo alla comunità di cui siamo parte viva. La Chiesa è costantemente impegnata a ricordarlo a tutti i contribuenti italiani, ma la Chiesa siamo tutti noi e non possiamo delegare ad altri la nostra parte.

Massimo Monzio Compagnoni
Responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica