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Fino al 31 dicembre le testate della FISC possono partecipare al bando 2020 8xmile senza frontiere “Speciale Covid” scrivendo articoli legati alle iniziative realizzate dalle e nelle Chiese locali con i fondi 8xmille proprio come risposta concreta all’emergenza che la pandemia ha portato con sé.
In attesa di questi articoli vi proponiamo uno dei vincitori del 2019. Si tratta in realtà di uno “Speciale 8xmille” che Il Nuovo Giornale della diocesi di Piacenza-Bobbio pubblicò il 26 settembre 2019 (Firmo dunque Dono pag. 17 e seguenti). Tante pagine tutte dedicate alle opere 8xmille, completo di interviste e testimonianze per spiegare il valore sociale ed ecclesiale di una firma.
Qui vi proponiamo il contributo sul Viaggio tra le opere di solidarietà coordinate dalla Caritas. “Siamo compagni di viaggio della gente”: la testimonianza del direttore Mario Idda e del responsabile dell’area promozione Massimo Magnaschi.
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Il settore della solidarietà occupa un posto di rilievo nella destinazione dei fondi 8xmille da parte della Conferenza episcopale italiana e delle diocesi. A Piacenza nel 2018 per questo settore sono giunti oltre 683mila euro. Quasi un terzo di questa somma è stata impiegata a sostegno delle opere messe in atto dalla Caritas in collaborazione con il territorio. La restante parte è stata destinata per progetti messi in atto da altre realtà ecclesiali.
L’opera della Caritas
Destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica è un gesto concreto di solidarietà, si tratta di una firma che sostiene progetti concreti come quelli delle Caritas diocesane fra cui quella di Piacenza-Bobbio. Ne parliamo con il direttore Mario Idda e il responsabile della promozione Caritas, Massimo Magnaschi.
“Innanzitutto la Caritas – afferma Idda, da pochi mesi alla guida dell’ente di via Giordani a Piacenza – è l’organismo istituito dal Vescovo al fine di promuovere, anche in collaborazione con le altre istituzioni, la testimonianza della carità della comunità ecclesiale diocesana e di quelle parrocchiali, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica. La vicinanza agli ultimi si esprime attraverso l’incontro, l’ascolto e l’accompagnamento”. “Nelle tappe del percorso di aiuto – aggiunge il direttore – si rendono necessarie opere che sostengano le persone nei momenti difficili (mensa, accoglienza notturna, appartamenti sociali, etc.). L’agire della Caritas è nel territorio e con il territorio ed in questa prospettiva la comunità è un elemento centrale”.
Legami di comunità
La Caritas, ed in particolare l’area promozione – sottolinea Massimo Magnaschi – accompagna e segue lo sviluppo dei gruppi Caritas parrocchiali, circa 50 presenti in diocesi, che sono espressione di un’esperienza innervata nel territorio e di una comunità attenta agli ultimi là dove essi vivono. “Siamo impegnati in un percorso di formazione e di condivisione – aggiunge Magnaschi – per aiutarci reciprocamente. L’esperienza di questi anni ci ha insegnato che la risposta ad un bisogno deve avere come primo requisito l’attivazione di legami di comunità. Solo attraverso una corresponsabilità ed una condivisione all’interno della comunità si può andare oltre la semplice assistenza e creare percorsi di uscita dalle situazioni di povertà. Paradossalmente se una Caritas fosse così ricca da poter offrire beni materiali come un dispenser «a domanda risposta», sarebbe lontanissima da quello che ha voluto Paolo VI quando l’ha istituita. Quello che ci prefiggiamo è far vivere ad ogni persona che appartiene ad una comunità un’esperienza di carità che si esprima prevalentemente attraverso relazioni buone e fraterne, cosa molto diversa da un puro assistenzialismo”.
Ascoltare, osservare e discernere
Tre sono i verbi-cardine dell’attività della Caritas – aggiunge Magnaschi: non si può essere vicino alle persone senza l’ascolto, l’incontro, senza capirne i bisogni e senza diventarne compagni di viaggio. L’osservazione è cercare di riflettere e sistematizzare le cose che si vedono, è una prospettiva, un impegno per scoprire le cause che stanno dietro alle problematiche, per costruire dei percorsi.
Il discernimento, a fronte dell’incontro con le persone ed all’individuazione del problema, consiste nella responsabilità di fare delle scelte che cerchino di dare risposte concrete a quei bisogni.
La Caritas inserita nella pastorale diocesana
“Parola, eucaristia e carità, sono i fondamenti dell’attività pastorale della Chiesa – afferma il direttore Idda -. La Caritas non è un ente autonomo, è sempre legato alla vita pastorale della Chiesa locale. Non a caso il nostro prossimo Convegno annuale sabato 9 novembre sarà dedicato proprio al tema «L’animazione comunitaria della carità, vivere la quotidianità nelle comunità pastorali». Stiamo camminando insieme alla diocesi nel progetto delle nuove Comunità pastorali. Siamo nella Chiesa per far crescere e sviluppare la testimonianza della carità”. La Caritas è in rete con i gruppi parrocchiali, ha in programma tappe di formazione per l’animazione di comunità, con un’agenda di incontri per andare localmente ad ascoltare esperienze, difficoltà ed esigenze.
Spiritualità e valori del Vangelo
Il direttore Idda mette in evidenza come gli operatori Caritas nella sede di via Giordani iniziano ogni mattina la giornata con la preghiera delle Lodi, in una stanza della sede trasformata in una piccola cappella. “Preghiamo poi andiamo ad incontrare le persone”. Questo radicamento nella fede è un aspetto molto sentito nella Caritas dove si cerca di agire nel nome del Vangelo, con lo stile del Buon Samaritano. L’ispirarsi alla Parola è caratterizzato dalla fiducia in Dio. “È come se Cristo ci affidasse delle persone in difficoltà – aggiunge Magnaschi – e ci dicesse di curarle senza preoccupazione di sorta perché Lui non ci farà mancare nulla. Siamo anche noi persone immerse nella fragilità, ci riteniamo però – aggiunge Mario -, come diceva di sé Santa Teresa di Calcutta, «una matita nelle mani di Dio» a servizio di coloro che incontriamo nel nostro percorso”.