Category Archives: Formazione

Al via la “Ricerca Sacerdoti” 2024

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È stata avviata un’indagine sul clero promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana e realizzata dal Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica con il contributo dell’Ufficio nazionale per la Pastorale delle Vocazioni.

La ricerca, realizzata a distanza di dieci anni dalla precedente, vuole delineare la figura del sacerdote diocesano attraverso una serie di domande in merito alle esperienze di fede ed ecclesiali prima del seminario, l’itinerario formativo, la vita e il ministero presbiterale. In particolare, si segnala l’attenzione ad un tema a noi molto caro, quello del sostegno economico alla Chiesa cattolica, alla luce del calo delle offerte per il clero e alla diminuzione delle firme 8xmille a favore della Chiesa cattolica.

Il progetto, che si avvale della collaborazione di Eumetra MR S.p.A., società specializzata in indagini statistiche, prevede la somministrazione di un questionario a un campione di sacerdoti, individuati all’interno della Diocesi, rappresentativo per distribuzione geografica, età e anno di ordinazione.

In questi giorni i sacerdoti selezionati saranno contattati direttamente da Eumetra MR S.p.A.:

–      attraverso un loro intervistatore che si recherà presso la parrocchia del sacerdote per lasciare un questionario cartaceo da compilare 
–      oppure attraverso una mail con all’interno un link per accedere alla compilazione del questionario direttamente on line.

Si precisa che l’indagine viene realizzata nel pieno rispetto della privacy e dell’anonimato, e che le informazioni raccolte saranno analizzate in forma aggregata e non associate al sacerdote intervistato.

Il Papa a Verona e questa Chiesa, vista da un non credente

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Carlo Rovelli è un fisico, saggista e divulgatore scientifico, specializzato in fisica teorica. Ha lavorato in Italia e negli Stati Uniti e attualmente insegna in Francia. Nato a Verona, è un non credente che però domenica 19 maggio era tra la folla che ha accolto Papa Francesco proprio a Verona. L’Osservatore Romano ha pubblicato una sua toccante riflessione che unitineldono.it offre anche a voi: è un segno che se c’è dialogo, c’è davvero speranza.

Su queste pagine – quelle dell’Osservatore Romano, ndr – questo apparirà forse come un commento banale. Non lo è per me: sono cresciuto guidato da valori che mi sembravano lontani da quelli della Chiesa. Non sono mai stato credente, e non lo sono neanche oggi. Ma il mondo è cambiato, forse io sono cambiato, forse la Chiesa è cambiata, e oggi mi sento con stupore vicino alla Chiesa, alla sua guida morale, come non avrei mai creduto potesse diventare possibile. E credo, lo dico sottovoce, che siano oggi in molti, che erano molto lontani dalla Chiesa, a sentirsi così.

Sabato a Verona, la città dove sono cresciuto e ho vissuto tutta la prima parte della mia vita, il Papa ha raccolto attorno a sé una grande folla variopinta ed emozionata, animata dalle parole di pace, giustizia, dall’esortazione ad andare controcorrente, dalla denuncia di chi fomenta la guerra per lucrare, di chi fabbrica armi. Era una folla che sentivo fraterna. Nel momento più intenso della giornata, due uomini hanno preso la parola: «Sono Maoz Inon, vengo da Israele. Il 7 ottobre 2023 Hamas ha ucciso i miei genitori»; «Sono Aziz Abu Sarah, vengo dalla Palestina. Mio fratello è stato ucciso dai soldati israeliani». Poi si sono abbracciati. Diecimila persone vocianti nella grande Arena sono ammutolite. Poi si sono sciolte in un interminabile applauso. Io non sono riuscito a trattenere le lacrime. Il dolore del mondo. La follia del mondo. E l’unica via per affrontarla… Il Papa li ha guardati commossi. Li ha abbracciati entrambi.

Questo è il mondo che vogliamo.
Il Papa ha parlato dei conflitti, ha esortato a non averne paura. Ad affrontarli parlando, cercando di comprendere le narrazioni opposte, il punto di vista di chi sta dall’altra parte, le sue paure, guardando le persistenti ingiustizie che nutrono i lunghi risentimenti, abbassando le armi, pensando al dolore immenso e reale degli esseri umani, cercando i punti di convergenza, i valori condivisi che ci fanno umani.

Questo è il mondo che vogliamo. Un mondo in cui l’umanità sappia vivere insieme in pace, affrontare gli inevitabili conflitti con il dialogo e la diplomazia, costruire insieme il bene di tutti e affrontare insieme i problemi comuni, come l’emergenza ambientale che incombe.

Vogliamo leader politici capaci di andare in questa direzione, come ce ne sono stati nel passato. Questo è il mondo auspicato dai fondatori delle Nazioni Unite. È il mondo di cui parla il Papa. È il mondo che sognano e per il quale provano a impegnarsi le diecimila persone presenti sabato nell’Arena di Verona, le innumerevoli associazioni, movimenti, e organizzazioni che lo splendido vescovo di Verona ha coinvolto per costruire insieme la manifestazione.

Ma non è questo il mondo che stiamo costruendo.
Il mondo che stiamo costruendo è fatto di milioni che tuttora vivono nella miseria, di una scandalosa e crescente disparità di beni, della follia delle armi atomiche che ci stanno sul capo come una spada di Damocle, e che ora abbiamo ricominciato a costruire più numerose. È fatto dal dilagare delle guerre, da tempo non così tante come ora, dal dolore che generano, dal devastante balzo in avanti delle spese militari ovunque, e soprattutto dal guardare sempre più in cagnesco gli altri potentati della Terra.

Siamo in un mondo dove i nostri governanti, invece di cercare di risolvere conflitti senza spargere sangue, parlando e cercando i punti di equilibrio, dicono invece sempre più spesso di voler abbattere il nemico, qualunque sia il costo di sangue e di dolore. Un mondo che a me sembra si stia avviando verso un’altra delle sue regolari esplosioni di follia, quando periodicamente ci massacriamo a milioni, ciascuno convinto di essere nel giusto.

Eravamo tanti sabato nell’Arena di Verona, a cercare gli uni negli altri la forza del sogno di un mondo migliore.
Il Papa era in mezzo a noi, con il suo consiglio e la sua parola che arriva forte a tanti cuori. Ma siamo pochi nei nostri paesi. La politica va in un’altra direzione, la stampa va in un’altra direzione.

Il potere, e chi lo segue e ne dipende, vanno in un’altra direzione. I più, temo, preferiscono chiudere un occhio sul dolore del mondo, sulla rapacità dei potenti, sui rischi della nostra arroganza, perché, alla fine, quelli che sono difesi con la violenza, sono i nostri privilegi. Lo scrivo con tristezza, non so se sia vero. La miopia è curabile, la miopia dell’egoismo mi sembra letale.

Non è la prima volta che questo Papa mi stupisce. L’ho incontrato brevemente anni fa, in occasione di una conferenza scientifica a Castel Gandolfo. Allora il nemico di turno dell’Occidente era l’Islam, io provai a suggerire al Papa di essere più esplicito con il suo popolo, nell’esortarlo a non considerare i musulmani come nemici. Con mio stupore, lo fece pubblicamente qualche giorno dopo. E quando ho cercato — ahimè senza esito alcuno —, raccogliendo l’appoggio di colleghi di scienza, di promuovere l’idea di un possibile negoziato globale per un disarmo bilanciato, che libererebbe un colossale dividendo di pace con sui potremmo insieme risolvere la miseria estrema e coprire i costi dei rimedi al riscaldamento climatico, il Papa ci espresse il suo sostegno.

Ma il regalo più grande, per me, è stato sabato, dopo l’incontro in Arena. La mia città lo accoglieva con governatore, sindaco, alti prelati e ogni sorta di vip. Ma Francesco è andato a pranzare con i detenuti nel carcere della città. Per questo segno l’ho amato, e ho riconosciuto in lui i valori che mi sembrano i più forti e i più sacri.

Da ragazzo volevo cambiare il mondo, sognavo un mondo più giusto, sognavo abolire privilegi, confini, eserciti, sfruttamento. La Chiesa mi sembrava uno degli ostacoli. Ora non più, e il Papa lo sento, con stupore, in un mondo sempre più cieco, come un saggio fratello maggiore.

di Carlo Rovelli
Fisico e saggista

(Foto Vatican Media/SIR)

Il Papa con i preti di Roma: allargare l’accoglienza a tutti, tutti, tutti

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Su vaticannews.va, nel servizio di Salvatore Cernuzio dell’11 giugno, l’incontro di Papa Francesco all’Università Pontificia Salesiana, in zona Montesacro di Roma, per dialogare con i sacerdoti dagli 11 ai 39 anni di ordinazione. Temi di attualità del mondo e della Chiesa hanno scandito l’ora e mezza di dialogo a porte chiuse del Papa con i sacerdoti.

È stato il terzo e ultimo degli incontri in giro per la Capitale con il suo clero, anche questo caratterizzato da un botta e risposta a porte chiuse su questioni pastorali, come la vicinanza ad anziani, giovani invischiati nella droga, persone sole o in emergenza abitativa, o su temi di attualità come guerra o astensionismo politico.

Qui il servizio del quale anticipiamo alcune raccomandazioni che il Papa ha fatto al suo clero.

Accompagnamento ad anziani soli e giovani in difficoltà
Con forza è emersa la domanda della sofferenza delle persone, da accompagnare con vicinanza, compassione e tenerezza, tre qualità di Dio da vivere – ha detto Francesco – particolarmente “per i vecchi”. Importante in questo senso la pastorale ospedaliera e le difficoltà della città di Roma, come l’emergenza abitativa per cui il Papa ha invitato alla generosità le congregazioni religiose provviste di strutture, o il diffondersi delle droghe, della tragedia della solitudine, dei tanti che vivono il proprio dolore nell’invisibilità. “Nella vita di un prete l’invisibile è più importante del visibile, perché più denso, più doloroso” ha detto il Papa. E ha aggiunto: “Il nostro lavoro come preti è andare a cercare questa gente” perché “la Chiesa o è profetica o è clericale: tocca a noi scegliere”.

Forti e miti
“Il Papa ha definito questi pastori generosi, dediti, compassionevoli, capaci di vicinanza… Sono gli unici, infatti, che si mettono dalla parte della gente perché molte volte – hanno detto gli stessi preti – le istituzioni sono un po’ sorde e non riescono ad ascoltare il grido dei poveri”, spiega ai media vaticani il vescovo Michele Di Tolve, delegato dell’Ambito per la cura del diaconato, del clero e della vita religiosa, che ha presentato al Papa l’assemblea. Dal Papa l’invito è stato a “essere forti e miti nello stesso tempo, per far sentire che la parrocchia è accanto a loro, casa tra le case e possano rivivere un’esperienza di famiglia”.

Situazioni di dolore
Toccante durante il colloquio di circa un’ora e mezza, riferisce Di Tolve, “sentire alcuni sacerdoti che sperimentano la solitudine l’isolamento di tanti anziani e ammalati e sentire anche la loro voce rotta dall’emozione nel raccontare alcune situazioni di dolore che hanno visto. Il Santo Padre ha raccomandato di generare dentro la comunità la capacità di ascoltare i segni dei tempi, di essere Chiesa profetica. Che vuol dire una capacità vera di prossimità oggi”. Una missione che fa da contraltare a quella “condizione sociale di isolamento, di distanza, di grandi proclami e poi di poca effettiva vicinanza e condivisione con la gente”.

Gente che è spesso in condizioni di emergenza: “I giovani anzitutto”, rimarca Di Tolve, “a Roma ci sono ragazzi che vengono assoldati per vendere la droga e quindi lasciano la scuola in seconda media. Questo è il vero dramma che vivono. Davvero – afferma il vescovo – bisogna aiutare la gente a trovare i valori più importanti e più veri in un contesto e in una cultura dove ciascuno si sente dire: ‘Pensa a te stesso, realizza la tua vita. Non guardare troppo intorno realizza soltanto te stesso’. Ecco non possiamo accettare che la famiglia umana diventi così”.

Arcidiocesi di Perugia / Quelle “catene spezzate”: IX Rapporto su povertà e risorse

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È stato presentato lo scorso 5 giugno, presso il “Villaggio Sorella Provvidenza”, il IX Rapporto diocesano sulle povertà e sulle risorse dal provocante titolo: “Catene spezzate”, curato dall’Osservatorio Caritas. Ne dà notizia il sito della Diocesi di Perugia (qui).

Sono intervenuti l’Arcivescovo Ivan Maffeis, il direttore don Marco Briziarelli, l’economista Pierluigi Maria Grasselli, coordinatore dell’Osservatorio sulle povertà e l’inclusione sociale, l’assistente sociale Silvia Bagnarelli e lo statistico Nicola Falocci, componenti dell’equipe dello stesso Osservatorio.

Le pagine di questo IX Rapporto raccontano di un viaggio che potremo scandire in tre tappe: dai problemi alle persone; dalla società alle istituzioni; dalla denuncia alla proposta”, ha affermato l’Arcivescovo Ivan Maffeis.

La prima tappa – ha precisato Mons. Maffeis – va dai problemi alle persone: il Rapporto, mentre fotografa e documenta i problemi, guarda alle persone di cui la nostra Caritas si prende cura. È il primo modo per affrontare seriamente una carità che sia riflesso della carità di Dio e qualifichi anche il nostro rapporto con chi vive situazioni di povertà.

La seconda tappa va dalla società alle Istituzioni: i poveri non possono essere delegati ad addetti ai lavori. L’opera di “rete” della nostra Caritas va nella direzione di una corresponsabilità e di una collaborazione che hanno a cuore il bene comune, il bene della città.

La terza è dalla denuncia delle “catene” alla proposta di “liberazione”. Il Rapporto racconta di una comunità che sa rimboccarsi le maniche, che ci mette cuore, passione, intelligenza, perché la carità sia intelligente e sappia aprire piste percorribili”.

Soffermandosi sulle risorse messe in campo per accogliere le tante richieste di aiuto, l’Arcivescovo ha parlato dello “zoccolo duro dell’8xmille alla Chiesa cattolica, importante ma che in Caritas ha un modello che deve essere esportato in altre realtà della nostra Chiesa: la percentuale assicurata dalla generosità di tanti cittadini praticanti e non, che firmano per destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica, deve trovare nel lavoro con le istituzioni, le aziende, le cooperative e tante persone generose il moltiplicatore perché quel poco diventi pane per tutti.

Il direttore della Caritas diocesana, don Marco Briziarelli, ha spiegato la scelta del titolo del IX Rapporto, “Catene spezzate”: «Vedete in copertina questi piedi incatenati e le “Catene spezzate” rappresentano il lavoro compiuto, la missione svolta con molto impegno dove tante famiglie sono tornate libere di poter camminare, sciolte da quelle catene che papa Francesco ci ricorda parlando della povertà. “Catene spezzate” anche perché è il nostro invito-obiettivo della nostra vocazione, quella di continuare a riportare il povero al centro in un cammino che lo vede abbracciato da tante realtà per il ritorno all’autonomia. Essere nella condizione di povertà è una privazione di possibilità, è una privazione della libertà. Non avere la libertà di poter scegliere nel quotidiano e per il proprio futuro. La povertà è in aumento nella nostra diocesi con un dato importante, che ci dice che tante “catene” sono state spezzate, ma che tante nuove “catene” sono arrivate perché il 40% delle famiglie in difficoltà sono nuovi poveri nel rivolgersi per la prima volta alla Caritas nel loro cammino di vita».

Di seguito una sintesi di questo Rapporto a cura dal prof. Pierluigi Maria Grasselli, Rapporto divenuto negli anni un valido strumento di monitoraggio e riflessione sul fenomeno povertà, che va oltre i confini del territorio perugino, richiamando l’interesse di istituzioni, enti e organismi impegnati nell’opera di contrasto e prevenzione di questo fenomeno che riguarda sempre più italiani.

Aumentano le richieste degli italiani e la povertà in generale

Con riferimento alle attività del Centro di Ascolto della Diocesi di Perugia-Città della Pieve, nel 2023, possono cogliersi aspetti dinamici e modificazioni qualitative nel complesso dei richiedenti aiuto. Prosegue nel 2023 l’aumento (+9,2%) del numero totale (1805) di questi presso tale Centro, anche se con una riduzione del tasso di crescita della povertà (nel 2022 segnava +12,7%). La quota degli italiani sale al 25,3% (con un aumento rispetto al 2022) e quella degli stranieri scende al 71,5%. Le persone con doppia cittadinanza il 3,2%. Prosegue la netta prevalenza degli stranieri (provenienti da Perù, Marocco, Ucraina, Nigeria ed altri Paesi).

La povertà, dunque, non si riduce nonostante la presenza permanente di politiche di contrasto, dal Sostegno di inclusione attiva (SIA) al Reddito di inclusione (RDI), poi al Reddito di cittadinanza (RDC) ed infine all’Assegno di inclusione (ADI).

Se continuiamo, come nei precedenti Rapporti, a distinguere tra “vecchi” utenti e “nuovi” utenti, supponendo che i “nuovi” siano quelli con primo contatto in Caritas a partire da marzo 2020 (data del primo lockdown da pandemia), e che i “vecchi” lo abbiano avuto precedentemente, nel 2023 i vecchi utenti sono 568 pari al 31,5%, e i restanti 1237, pari al 68,5%, sono nuovi utenti.

Si noti il particolare interesse dell’analisi dei nuovi utenti, perché da essa possono risultare con particolare evidenza le nuove tendenze che si manifestano tra i richiedenti aiuto. Sotto questo profilo, segnaliamo, in termini di genere, il forte aumento dell’incidenza della componente maschile, che giunge, tra i nuovi, a superare quella femminile.

Per classi di età, tra gli stranieri il peso dei giovani fino ai 34 anni è doppio di quello tra gli italiani, mentre quello degli anziani (65 ed oltre) è tra gli italiani quasi quattro volte quello degli stranieri. Tra i nuovi utenti si osserva un’incidenza molto maggiore delle classi più giovani, il che può indicare la loro sofferenza per le difficoltà della situazione attuale

Lo stato civile degli utenti si distingue per il proseguimento della tendenza ad una sensibile diminuzione del peso di coniugati/e, e ad un aumento di quello dei celibi/nubili (che si possono supporre più provati dalla pandemia). Si pongono in evidenza stati di povertà molto connessi a forme di fragilità familiari. In termini di nucleo di convivenza, si evince, in continuità con il 2022, un cospicuo ulteriore aumento dell’incidenza di quelli che vivono soli, e una altrettanto forte diminuzione di quelli che vivono in un nucleo familiare. Tra i nuovi utenti, il marcato aumento della quota dei “soli” risente dell’alto livello tra gli italiani (molto rilevanti i livelli assoluti: gli italiani passano da 123 a 181, gli stranieri da 200 a 292).

Sul fronte abitativo, al primo posto per incidenza continua a porsi la casa in affitto da privati. Sempre tra i nuovi utenti, si rileva un forte aumento, rispetto ai vecchi, dei privi di abitazione, degli ospiti da amici o parenti, e del ricorso a subaffitto/posto letto.

Per il grado di istruzione, la quota di utenti che non dispongono di un titolo di studio più elevato della licenza media inferiore è del 47,0%, molto vicina a quella stimata per l’anno precedente. Si tratta di un livello di scolarizzazione medio molto basso, non tale da favorire una soddisfacente occupabilità degli utenti Caritas. Occorre accrescere tale livello, per contrastare la povertà educativa, e l’abbandono precoce del percorso scolastico. Sul fronte occupazionale, troviamo, nel 2023, al primo posto la condizione di disoccupato. Tutto sommato il quadro complessivo sembra più negativo e più incerto.

Dalle ricerche compiute da Caritas italiana trae conferma la stretta connessione tra povertà, difficoltà occupazionali e bassa scolarità.

Interventi Caritas

Il numero complessivo degli interventi erogati tramite il Centro di ascolto diocesano nel 2023 arriva a 85.049, con un aumento dell’11,6% rispetto al 2022, e addirittura del 66,5% rispetto al 2020: un aumento esplosivo delle attività di Caritas, sotto i colpi delle crisi di varia natura degli ultimi anni.

Al primo posto come quota di interventi sul totale di questi troviamo l’offerta di beni e servizi materiali, costituiti principalmente dai servizi di mensa, dall’attività degli Empori/market solidali, dalla distribuzione di pacchi viveri. Seguono i servizi di alloggio e quindi i servizi di Ascolto, per lo più accompagnato da discernimento e progetto, nonché finalizzato ad attività di monitoraggio.

Il servizio di Ascolto è preliminare a tutti gli interventi successivi, e prevede Coinvolgimenti – che consentono di costruire una rete sociale operativa, costituita da parrocchie e/o gruppi parrocchiali, enti pubblici, enti privati o del Terzo Settore, e gruppi laici di volontariato.

Per un quadro completo delle iniziative della Caritas diocesana, si ricorda inoltre il suo multiforme impegno progettuale, in tutte le principali direzioni dell’impegno ai più fragili. È particolarmente importante che i progetti siano fatti non solo per i poveri, ma con i poveri. La meta verso cui Caritas si orienta è l’animazione di comunità, stimolare cioè la comunità ad una carità realmente generativa, che ha come principio sociale fondamentale la solidarietà, applicata ad ogni aspetto e dimensione dell’esistenza.

(A cura di Riccardo Liguori)

Convegno Nazionale Economi / Transizione ecologica e sostenibilità economica: strategie per un futuro possibile

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Il Convegno Nazionale degli Economi e dei Direttori degli uffici amministrativi delle diocesi italiane si terrà a Sacrofano presso la Fraterna Domus dal 3 al 6 giugno 2024.

Previsto, per giovedì 6 giugno, anche l’intervento di Massimo Monzio Compagnoni, responsabile Servizio Promozione CEI, Mons. Luigi Testore, presidente Istituto Centrale Sostentamento Clero e don Claudio Francesconi, economo CEI, su Sovvenire alle necessità della Chiesa: un’impresa di squadra. Punto della situazione sugli incontri regionali.

Si allega il programma.

Il Papa ai parroci: siate padri autentici, valorizzare i laici e costruite Chiese missionarie

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Vi segnaliamo l’articolo a cura di Benedetta Capelli per Vatican News sulla lettera indirizzata dal Papa ai sacerdoti che hanno preso parte all’incontro “Parroci per il Sinodo”.

È la lettera di un padre che conosce le fatiche dei suoi figli ma che sprona ad andare avanti per il bene della Chiesa e della missione alla quale sono chiamati.

Papa Francesco si rivolge così ai circa 300 partecipanti, venuti da tutto il mondo, all’evento “Parroci per il Sinodo”, svoltosi a Roma dal 29 aprile al 2 maggio. Un incontro organizzato dalla Segreteria Generale del Sinodo e dal Dicastero per il Clero, in accordo con i Dicasteri per l’Evangelizzazione e per le Chiese Orientali.

Gratitudine e stima prova il Papa verso coloro che si occupano di chiese periferiche o grandi come provincie, antiche con fedeli sempre più anziani o chiese che nascono sotto un grande albero dove il canto degli uccelli si mescola a quello dei bambini. Francesco indica tre strade da percorrere: riconoscere i semi dello Spirito nei fedeli, ricorrere al discernimento comunitario e mantenere la comunione tra i preti e i vescovi: “una Chiesa impegnata nel Sinodo ha bisogno dei parroci, dobbiamo ascoltarvi per andare avanti”.

Qui l’articolo integrale.

Revisione concordataria 1984-2024 / A Catania un convegno su 40 anni di intese e progetti per la promozione dei Beni Culturali Ecclesiastici

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Il 10 e 11 maggio 2024 si terrà a Catania la Giornata Nazionale XL CONCORDATO. 40 anni di intese e progetti per la promozione dei Beni Culturali Ecclesiastici.

Il convegno è promosso dall’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto e dalla diocesi di Catania con la partecipazione del Servizio per la Promozione del Sostegno Economico alla Chiesa cattolica e delle associazioni professionali di settore AMEI – Associazione musei ecclesiastici italiani -, AAE – Associazione archivistica ecclesiastica – e ABEI – Associazione bibliotecari ecclesiastici italiani.

L’evento si svolgerà presso la sala della Pinacoteca del Museo Diocesano di Catania (ingresso da via Etnea 8). Si rivolge agli incaricati regionali e diocesani per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto, ai responsabili e agli operatori degli Istituti culturali ecclesiastici. Diversi i temi affrontati: le prospettive di lavoro a quarant’anni dalla revisione del Concordato, le relazioni istituzionali che ha generato, l’impatto dell’8xmille alla Chiesa cattolica su crescita dei territori, valorizzazione e comunicazione dei beni culturali ecclesiastici.

Il convegno si aprirà con gli interventi del Segretario Generale della CEI, Monsignor Giuseppe Baturi e del Ministro della Cultura On. Gennaro Sangiuliano. L’intervento di Massimo Monzio Compagnoni, Responsabile del Servizio CEI Promozione Sostegno Economico su Chiamati ad essere protagonisti: il coinvolgimento delle comunità è previsto nella mattinata di sabato 11 maggio.

Per maggiori informazioni vedi il programma in allegato.

 

Diocesi di Roma / Ordinati 11 preti: linfa nuova per la Chiesa

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L’ordinazione è avvenuta lo scorso 20 aprile nella Basilica di San Pietro. Ne dà notizia Radio Vaticana con un servizio di Marina Tomarro.

Per noi è una grandissima gioia“, ha spiegato Monsignor Michele Di Tolve, ausiliare di Roma e rettore del Seminario Maggiore, nonché coordinatore delle attività del Pontificio Seminario Maggiore, l’Almo Collegio Capranica e il Seminario Redemptoris Mater. “Il Signore continua a parlare al cuore dei suoi discepoli. Queste ordinazioni – ha osservato il presule – sono anche il frutto della preghiera della Chiesa di Roma che chiede pastori per il suo popolo. Questi ragazzi, ognuno nella propria personale storia, hanno avuto la grazia di incontrare la parola del Signore e la vita della Chiesa in un cammino che loro già vivevano e di avere quella particolare chiamata, che ebbero a loro volta gli apostoli a Cafarnao mentre gettavano le reti della pesca, e decidere quindi di avere cura degli altri fratelli e sorelle, perché il sacerdozio ministeriale è a servizio del sacerdozio dei battezzati e siamo chiamati tutti a fare della nostra vita un’offerta. Questo è il miracolo e la gioia più grande. È la certezza che il Signore non abbandona mai il suo popolo”.

Qui l’intervista a don Nicola Pigna, uno dei nuovi sacerdoti

Dal 10 al 19 maggio a Pinerolo torna il Festival della Comunicazione

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I Paolini e le Paoline hanno scelto la diocesi di Pinerolo per organizzare il 19° Festival della Comunicazione che si svolgerà dal 10 al 19 maggio e che sarà sostenuto anche dal Servizio CEI per la promozione del sostegno economico alla Chiesa.

L’evento, nato per celebrare la Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, sarà dedicato al tema proposto da Papa Francesco: “Intelligenza Artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana”.

In questi anni sta avvenendo un cambiamento radicale, epocale, simile all’invenzione della stampa: l’Intelligenza Artificiale. Siamo appena agli inizi. Ne siamo affascinati e spaventati. Affascinati dalle sue potenzialità e spaventati dai rischi, anche nel campo della comunicazione.

L’Intelligenza Artificiale può aumentare la libertà o generare omologazione; può migliorare la partecipazione o accrescere il dominio. Come dice il Papa, si può incorrere ancora una volta nella “tentazione di diventare come Dio senza Dio”. Non dobbiamo spaventarci ma conoscere. È urgente imparare, valutare, orientare, per vivere con sapienza il cambiamento: per governare il cambiamento.

Ecco allora che il Festival sarà una splendida opportunità. Scrive a tal proposito il Vescovo di Pinerolo Mons. Derio Olivero:
Con l’aiuto di esperti, saremo accompagnati dentro questi formidabili cambiamenti, con lo scopo di iniziare a delineare alcune attenzioni per crescere in umanità anche grazie a questi nuovi strumenti.
Ci auguriamo che non sia solo un evento per pochi, né solo un evento organizzato da un gruppo interno alla Chiesa, ma possa essere un vero evento di territorio, capace di mettere insieme credenti e non credenti, cattolici e valdesi, cristiani e musulmani. E, soprattutto, un evento capace di mettere insieme associazioni, gruppi, amministrazioni, scuole.
La comunicazione riguarda tutti, è responsabilità di tutti. E principalmente il futuro riguarda tutti ed è responsabilità di tutti”.

In allegato il programma 2024 e il messaggio del Papa.