Category Archives: Formazione

“Shine to Share” / Prorogate le date per partecipare all’iniziativa social destinata ai giovani messaggeri di speranza

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Sono state prorogate le date del progetto “Shine to Share”.

I video potranno essere inviati entro il 20 aprile e la loro valutazione avverrà entro il 5 maggio. Il 6 maggio verranno annunciati i 100 giovani selezionati.

Ricordiamo che l’iniziativa è rivolta a coloro che hanno tra i 18 e i 35 anni e frequentano la parrocchia, l’oratorio o fanno parte di un’associazione o movimento cattolico.

Per partecipare basta creare un video reel verticale (1 minuto al massimo) per raccontare la propria esperienza di fede, un momento di preghiera che ha toccato nel profondo, un gesto di solidarietà vissuto all’interno della comunità o qualsiasi altra esperienza concreta che abbia acceso una luce dentro.

Il progetto offre la possibilità di formazione gratuito per diventare Content Creator organizzato dalla Chiesa cattolica in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore.

In allegato il pieghevole con tutte le informazioni sull’iniziativa e il volantino.

Modena / Tutti sono chiamati ad essere protagonisti sul sostegno economico alla Chiesa

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Il sostegno economico della Chiesa cattolica non può essere solo una questione da addetti ai lavori ma sempre più deve coinvolgere tutte le comunità, diocesane e parrocchiali. Ecco perché è stato organizzato l’incontro formativo che si è tenuto sabato 15 marzo a Modena, nella Sala multimediale della Città dei ragazzi.

Sono stati invitati a partecipare sacerdoti e referenti impegnati nelle proprie comunità parrocchiali proprio nella promozione del “Sovvenire” (il verbo che ormai da quarant’anni identifica l’impegno per promuovere il sostegno economico alla Chiesa).

I lavori sono stati introdotti dal vicario generale, Giuliano Gazzetti, che ha poi ceduto la parola a Letizia Franchellucci, addetta al coordinamento e allo sviluppo dei progetti nel territorio del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica.

La Franchellucci ha ripercorso insieme ai presenti la storia di questi ultimi quarant’anni di vita ecclesiale, da quando cioè, in seguito alla firma della revisione del Concordato tra Stato e Chiesa (18 febbraio 1984), il sostegno economico della Chiesa è stato interamente affidato alla comunità, attraverso le firme per l’8xmille alla Chiesa cattolica e le offerte deducibili per i sacerdoti. Lo Stato, dunque, cessando di erogare la cosiddetta “congrua” ai sacerdoti diocesani, garantiva però che lo 0,8% del gettito Irpef fosse diviso tra tutte le confessioni religiose che avessero sottoscritto un accordo con lui, sulla base della percentuale di firme raccolte in sede di dichiarazione dei redditi.

Le offerte donate dai contribuenti per il sostentamento del clero, inoltre, potevano essere dedotte dal proprio reddito fino ad un massimo dei vecchi due milioni di lire (1.032,91 euro). Nel corso di questi quarant’anni, ha spiegato la Franchellucci, la percentuale dei firmatari per la Chiesa cattolica è scesa dal 90 a sotto la soglia del 70%, segno della necessità urgente che tutta la comunità cristiana prenda coscienza della propria corresponsabilità. Anche la quantità di offerte raccolte copre solo una minima parte (meno del 2%) del fabbisogno per il mantenimento degli oltre 32.000 sacerdoti delle nostre diocesi, mentre i proventi dell’8xmille garantiscono la fetta più grande.

Perciò il Servizio della CEI sta accompagnando parrocchie e diocesi in questo percorso di crescita nella partecipazione e nella corresponsabilità. Due sono i progetti concreti introdotti in migliaia di parrocchie, dalle Alpi alle Isole: “Uniti Possiamo”, per sensibilizzare alle offerte deducibili, e “unafirmaXunire”, per promuovere e raccogliere le firme per l’8xmille. Può sembrare strano ma in realtà sono moltissimi i cattolici che non si preoccupano di firmare per l’8xmille e quelli che pensano che lo “stipendio” dei sacerdoti arrivi direttamente dal Vaticano.

Ecco perché – ha sollecitato Letizia Franchellucci – il potenziale di crescita della promozione delle firme e delle offerte è così ampio e l’orizzonte di impegno di chi si prende a cuore il sostegno economico della Chiesa è immenso. Gli spunti conclusivi dell’incontro tenuto a Modena sono stati affidati a Silvio Pasquinelli, direttore dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero, e a Bruno Chiarabaglio, diacono e incaricato diocesano del Sovvenire. Nello stile sinodale che tutta la Chiesa sta riscoprendo e valorizzando, è importantissimo che si cresca nella collaborazione tra ambiti e settori diversi, compreso quello della comunicazione. Anche per il sostegno economico, infatti, non ci sono alternative a questo percorso obbligato: tutti devono vivere una vera corresponsabilità e una partecipazione condivisa alle comuni esigenze.

Calabria / Sintesi finale dell’incontro formativo sul “Sovvenire” per seminaristi e giovani preti

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Un prete libero per una Chiesa povera è stato il tema dell’incontro di formazione promosso dalla Commissione Sovvenire della Conferenza episcopale calabra rivolto ai seminaristi del IV, V e VI anno e ai sacerdoti ordinati negli ultimi cinque anni, svoltosi il 7 e 8 marzo a Catanzaro.

Il convegno, aperto dai saluti di don Mario Spinocchio, rettore del Seminario San Pio X che ha ospitato i lavori, è nato dall’esigenza, come spiegato da Monsignor Stefano Rega, Vescovo Cec del Sovvenire, “di approfondire le tematiche relative al sostentamento del clero” e di come, poi, Sovvenire tende a rispondere “alle necessità della Chiesa”. Monsignor Rega ha quindi parlato della necessità di “uno stile di vita che susciti collaborazione nei fedeli per vivere il nostro ministero con credibilità”. Da qui la necessità di far comprendere ai giovani sacerdoti che questo sostegno è frutto di un meccanismo regolato dal Concordato tra la Chiesa in Italia e lo Stato. Possiamo dare perché riceviamo – ha concluso – e non dobbiamo avere paura o vergogna di chiedere perché non chiediamo per noi ma chiediamo per la Chiesa, per la comunità”. Ed in questo contesto, bisogna “avere uno sguardo nuovo e profetico” divenendo importante “il rispetto per quello che riceviamo che non è personale, ma è per il nostro ministero, la nostra missione, il nostro servizio” in quanto “la Chiesa ci sostiene e ci accompagna” in questo.

Di “corresponsabilità e trasparenza nella gestione delle comunità” ha invece parlato don Claudio Francesconi economo della CEI, secondo il quale “non si può chiedere corresponsabilità alle persone se non c’è trasparenza” invitando a “fare della gestione economica un atto di missione e comunione” e in quanto “luogo testimoniale non si può pensare che la gestione delle risorse non ci riguarda”. L’8xmille, per don Claudio, altro non è che “uno strumento di democrazia fiscale, come lo sono anche il 5xmille e il 2xmille”.

A fare una sorta di excursus del sistema di sostentamento al clero, di cui quest’anno ricorre il 40/mo della sua istituzione, è stato il direttore generale dell’Istituto Centrale Sostentamento Clero, Claudio Malizia, che ha approfondito il funzionamento del sistema di sostegno al clero, evidenziando come questo modello garantisca equità e stabilità ai sacerdoti nel loro ministero.

Presente all’incontro anche Massimo Monzio Compagnoni, responsabile del Servizio Promozione Sostegno Economico della CEI, che ha spiegato quelle che sono le finalità del servizio SPSE, sollecitando tutti ad “educare le comunità al dono” non perdendo di vista “la trasparenza che deve essere qualitativa e quantitativa” e ad essere “coerenti con la testimonianza e i principi del Vangelo” perché “essere Chiesa cattolica vuol dire fare la differenza”.

Nel corso della seconda giornata, prima dei laboratori pastorali le cui finalità sono state spiegate da Letizia Franchellucci, addetta alla segreteria, amministrazione e sviluppo dei progetti sul territorio, ci sono stati i contributi video di Monsignor Giuseppe Baturi, Segretario Generale della CEI; Monsignor Erio Castellucci, Vicepresidente della CEI; Monsignor Domenico Pompili, presidente della Commissione Episcopale Cultura e Comunicazioni Sociali.

Ad introdurre i video e avviare la riflessione con i seminaristi e i giovani sacerdoti, don Enrico Garbuio, Assistente Pastorale e Spirituale di Sovvenire, il quale ha ricordato ai presenti che si è “nel tempo della conversione, il cui luogo privilegiato è la vita, la quotidianità. Il denaro al servizio della comunità – ha concluso – è grazia, ma diventa sterco del diavolo nel momento in cui lo tengo solo per me”.

Monsignor Baturi, nel ripercorrere i 40 anni di storia del sistema di finanziamento della Chiesa cattolica, ha sollecitato una “partecipazione attiva” per “poter condividere fino in fondo questi valori e farsi parte diligente affinché vengano compresi da chi, con atti semplici, può aiutare la Chiesa a realizzare la propria missione in Italia e nei Paesi che guardano a noi con fiducia”, non perdendo di vista i valori che devono diventare “motivo di riflessione e di educazione per i seminaristi, il clero e tutto il popolo cristiano, perché questo è un modo concreto in cui la comunità può farsi corresponsabile della missione della Chiesa, affinché si possa continuare a fare del bene a tanti”.

Dal canto suo, Monsignor Castellucci partendo dall’ auspicio di papa Francesco a pochi giorni dalla sua elezione “Come vorrei una Chiesa povera per i poveri“, ha rimarcato che “il sostentamento del clero non deve essere un privilegio, ma uno strumento per la missione evangelica che si realizza nella sobrietà, nella condivisione e nel riscatto”. Là dove “povertà” non deve necessariamente significare “rinunce clamorose, ma utilizzare i beni per chi ha bisogno. Il Papa ci chiede di essere pellegrini di speranza. Abbiamo il dovere di gestire i beni con responsabilità, senza sprechi, perché il clero possa dedicarsi pienamente alla missione senza preoccupazioni materiali indebite. Se non lo facciamo, le nostre parole saranno dette al vento. Dobbiamo essere fedeli al Vangelo, che ci chiede di essere una Chiesa povera per i poveri”.

L’importanza della comunicazione per Sovvenire è stata sottolineata da Monsignor Pompili, che ha fatto notare che non si tratta di “pubblicità ma di testimonianza. Lo stile adottato negli spot dell’8xmille – ha aggiunto – ha il sapore del reportage, mostrando concretamente il bene che viene fatto. È essenziale che la Chiesa comunichi in modo chiaro e trasparente il senso di questo sistema, facendo comprendere che l’8xmille non è un privilegio, ma un’opportunità per sostenere la missione della Chiesa a servizio di tutti”. Per Monsignor Pompili, infine, “la strategia del Sovvenire ha cinque obiettivi: farsi capire, affrontare la crisi, il paradosso come nuova forma di alleanza, includere attraverso la comunicazione e, da ultimo ma non per importanza, avvalersi delle possibilità del nuovo contesto che oggi definiremmo post-mediale”. Su tutto “linguaggi comprensibili a tutti”.

A conclusione della due giorni a Catanzaro, don Garbuio ha ricordato ai presenti come “il Vangelo di Gesù elimini ogni separazione tra sacro e profano, rendendo “piena di grazia” qualsiasi realtà. Nella fede nulla è di poco conto e nulla è perduto: denaro, ordine, pulizia, buona amministrazione dei beni, inventario sono parole che entrano di diritto non solo nella Regola di Benedetto, ma anche nel vocabolario di una santità sana e credibile, buona per il monastero di Montecassino così come per ogni spiritualità autentica che deve animare le nostre comunità cristiane”.

Saveria Maria Gigliotti

Chiesa cattolica / “Shine to Share”, un contest per 100 futuri content creator

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Un progetto per diventare content creator della Chiesa cattolica: ecco “Shine to share”. I giovani, tra i 18 e i 35 anni, potranno così imparare a realizzare contenuti video per i social network e lanciare un messaggio di speranza e di fede nel mondo digitale. L’iniziativa è promossa dalla Chiesa cattolica, attraverso il Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile e il Servizio per la promozione del sostegno economico della CEI, con la direzione didattica dell’Università Cattolica.

Per partecipare basta raccontare con un video un evento o un’esperienza significativa vissuta in oratorio, in parrocchia, con gli scout o in un’associazione cattolica, che testimoni la propria esperienza di fede, di vita di comunità cristiana e lo spirito di servizio che la anima. Il video, della durata di 40/60 secondi, deve essere caricato sul sito www.shinetoshare.chiesacattolica.it a partire dal 17 marzo e fino al 6 aprile. Tra le caratteristiche che deve presentare, la coerenza e profondità del messaggio, la qualità e chiarezza espositiva, la creatività e capacità di raccontare storie originali e coinvolgenti. Entro il 27 aprile 2025 una giuria di qualità, composta da esperti del mondo della comunicazione, selezionerà 100 video finalisti e i loro giovani autori saranno invitati a partecipare a un corso online di 36 ore per diventare Content creator, con focus sullo storytelling, il marketing digitale, il video editing e l’uso dell’Intelligenza Artificiale. Il corso organizzato dall’Università Cattolica di Milano sarà totalmente gratuito.

“Il bene va raccontato, bene”, dichiara don Riccardo Pincerato responsabile della Pastorale Giovanile, “e #ShinetoShare è la possibilità per avere strumenti e occhi per raccontare il bello e il bene della Chiesa attraverso gli occhi e la voce dei giovani che ci possono sorprendere con le loro visioni e le loro narrazioni”. “Gesù si è identificato talmente tanto con noi che ci chiama con il suo nome, ci chiama luce” – “Voi siete la luce del mondo” (Mt 5,14), ricorda Massimo Monzio Compagnoni, responsabile del Servizio CEI per la promozione del sostegno economico alla Chiesa “#ShinetoShare ci ribadisce che non solo abbiamo questa luce ma siamo chiamati a diffonderla anche nei social a chi non conosce ancora la gioia della vita nuova in Gesù”.

Al termine del corso online di 36 ore, dal 23 al 26 giugno 2025, i cento giovani selezionati parteciperanno a un workshop in presenza di 4 giorni presso il Centro Ambrosiano di Documentazione e Studi Religiosi a Seveso. Avranno così la possibilità di apprendere regole e strumenti per una comunicazione social in linea con i valori e la missione della Chiesa cattolica. Tutti i costi (laboratorio, vitto, alloggio e viaggio) saranno a carico della CEI. Inoltre, il 30 e 31 luglio i cento giovani si trasferiranno a Roma per partecipare ad alcuni eventi durante il Giubileo dei giovani. Per l’occasione, potranno mettere in pratica quello che hanno appreso realizzando contenuti coinvolgenti, in video reel, per raccontare l’esperienza e le emozioni vissute durante il Giubileo. I video verranno condivisi sui propri account social e caricati sulla piattaforma dedicata dal 1° agosto 2025 al 31 agosto 2025, utilizzando l’hashtag #ShinetoShare. Entro il 30 settembre 2025 una giuria composta da esperti di comunicazione della CEI selezionerà i 20 giovani (uno per ogni Regione d’Italia) che avranno realizzato i video più creativi, di qualità e in linea con i valori della Chiesa cattolica e proporrà loro di diventare Ambassador per realizzare e pubblicare contenuti sui profili social della CEI (Instragram, Facebook, X, TikTok). “Non si tratta semplicemente di un evento mediatico o promozionale, ma di un vero e proprio itinerario pastorale, durante il quale i ragazzi saranno formati, guidati e chiamati a testimoniare la propria fede, cultura e identità cristiana nello spazio digitale”, spiegano i promotori.

Regolamento in allegato.

(Filippo Passantino per il Sir)

Giornate di formazione e spiritualità / Comunione, solidarietà e speranza nella Chiesa e nella società. Intervista a padre Franco Annichiarico sj

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Dal 20 al 23 febbraio 85 incaricati e collaboratori diocesani del Sovvenire, provenienti da diverse regioni d’Italia, hanno preso parte, insieme a Massimo Monzio Compagnoni, responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica e ai membri dell’Ufficio nazionale (qui una sua dichiarazione al Sir), Letizia Franchellucci e don Enrico Garbuio, alla prima edizione delle Giornate nazionali di formazione e spiritualità promosse dal Servizio Promozione della CEI.

L’incontro, ospitato nel monastero San Giuseppe di Assisi, ha avuto come filo conduttore il tema “Collaboratori della vostra gioia” (2Cor 1,24). Comunione e condivisione nel Nuovo Testamento per ripensare l’oggi. La guida spirituale è stata curata dal gesuita padre Franco Annicchiarico intervistato da Simone Incicco, incaricato e direttore del settimanale diocesano di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, L’Ancora.

Padre Franco, come è nata la sua vocazione?
La mia vocazione è nata in modo semplice, attraverso l’esperienza in parrocchia e poi nel Centro giovanile dei Gesuiti a Grottaglie, mio paese d’origine, in provincia di Taranto. Incontrando i Gesuiti, ho sentito un’attrazione profonda per il loro stile di vita, per la loro testimonianza. In particolare, mi ha colpito la loro capacità di annunciare la Parola e di ascoltare le persone. La predicazione e l’accompagnamento spirituale sono due pilastri della vita gesuita, soprattutto attraverso gli esercizi spirituali. In questo ho trovato una sintonia con ciò che sentivo dentro di me.

Nel suo libro autobiografico Spera, papa Francesco sottolinea il valore della vita comunitaria dei Gesuiti. Come possiamo trasformare la solitudine, la solitarietà, che affligge a volte le comunità, in solidarietà?
La vita religiosa ha una dimensione comunitaria che, purtroppo, a volte può venire meno anche tra i Gesuiti. Credo che la sfida sia riscoprire che la vita cristiana, in tutte le sue forme – laicale, presbiterale o religiosa – è sempre una vita in fraternità. Anche un eremita cristiano, pur nella solitudine, prega per il mondo e si sente parte della comunità. Seguire Cristo significa essere in relazione, ricevere in dono fratelli e sorelle con cui camminare. Questo ci aiuta a superare l’individualismo e a vivere nella condivisione. I beni – materiali e spirituali – non sono mai solo per noi stessi, ma devono diventare dono per gli altri. Lo vediamo anche negli Atti degli Apostoli: “Nessuno tra loro era bisognoso” (At 4,34). Questo è il cuore della solidarietà cristiana.

Durante le giornate ad Assisi ha parlato dell’“arte di vivere”. Come possiamo impararla?
Innanzitutto, riscoprendo la bellezza della vita umana e cristiana. L’arte di vivere nasce da uno sguardo capace di cogliere la bellezza nel quotidiano, come faceva Gesù. Egli si meravigliava dei gigli del campo, osservava sua madre impastare il pane e trasformava queste immagini in parabole sul Regno dei Cieli. Imparare quest’arte significa vivere con consapevolezza e gratitudine, guardando le cose con gli occhi di Dio. È necessario uscire dalla frenesia quotidiana, ritagliarsi uno spazio per il silenzio e il riposo. Il comandamento del sabato ci ricorda l’importanza di fermarsi per ritrovare noi stessi e la nostra relazione con Dio.

Come essere portatori di speranza in un mondo che ne sembra privo?
La speranza cristiana è reale, fondata su Cristo e le sue promesse. Abramo sperò contro ogni speranza perché si affidò a Dio. Anche noi oggi viviamo tempi difficili, dove tutto sembra alimentare la paura e lo scoraggiamento. Eppure, la nostra speranza è Cristo, il Risorto, colui che ha vinto la morte. Ricordo una frase del patriarca Pizzaballa: “Guardando la realtà, non vedo speranza. Ma la mia speranza è Cristo”. Questa è la nostra certezza. Non possiamo farci illusioni sulle situazioni del mondo, ma possiamo continuare a sperare perché sappiamo in chi abbiamo riposto la nostra fiducia.

Uno degli aspetti del Giubileo della Speranza è la restituzione: beni, debiti, giustizia. Come possiamo tornare ad annunciarla con forza?
Testimoniandola. Se vogliamo che il mondo ascolti il nostro messaggio, dobbiamo viverlo prima di tutto nelle nostre comunità. Se la Chiesa e i cristiani praticano una reale condivisione dei beni, allora diventano credibili nel chiedere ai governanti di fare altrettanto. Ci sono già realtà che incarnano questo spirito: comunità di famiglie che scelgono di condividere i beni, come Villa Pizzone a Milano, la comunità di Balicanti a Canelli o la comunità Maranatà a Bologna. In questi contesti, anche gli stipendi vengono messi in comune e ogni famiglia attinge in base alle necessità. Non è un modello per tutti, ma un segno che vivere diversamente è possibile.

Papa Francesco ha definito il denaro “lo sterco del diavolo”, riprendendo un’espressione della tradizione cristiana. Nel Vangelo, però, i beni materiali sono visti anche come dono di Dio, da amministrare con responsabilità. Come possono gli incaricati e i collaboratori diocesani del Sovvenire promuovere un uso evangelico delle risorse economiche, a sostegno della missione della Chiesa?
Nella Bibbia, i beni sono un dono di Dio, destinati alla vita dell’uomo. Diventano “sterco del diavolo” quando separano invece di unire, quando alimentano l’egoismo anziché la comunione. Il problema non è il denaro in sé, ma l’uso che ne facciamo: se lo trasformiamo in uno strumento di divisione, se lo mettiamo al centro anziché al servizio del bene comune. Ecco perché il servizio del Sovvenire è fondamentale: non è solo una questione amministrativa, ma una chiamata evangelica. Ricorda a ogni cristiano che la gestione dei beni e del denaro è parte integrante della sua fede. E questo può disturbare, perché tocca un aspetto molto concreto della vita. Gli incaricati e i collaboratori diocesani hanno quindi un ruolo chiave: devono aiutare le comunità parrocchiali a riscoprire il valore della condivisione e della responsabilità, educando a un’economia della fraternità. Non si tratta semplicemente di promuovere una firma o un’offerta, ma di favorire una conversione del cuore.

Un esercizio spirituale che tutti dovremmo fare è chiederci: “Signore, come vuoi che io utilizzi i beni che mi hai donato?” Anche nella morte possiamo testimoniare il Vangelo, destinando ciò che abbiamo non solo ai familiari, ma anche a chi è nel bisogno. Perché ciò che possediamo non ci appartiene veramente: è un dono da restituire, con gratitudine e giustizia.

La Chiesa è spesso vista solo attraverso gli scandali, mentre si racconta poco della “foresta che cresce” nel silenzio. Come uscire da questa dinamica?
Dobbiamo raccontare storie di vite trasformate dal Vangelo, testimoni credibili che mostrino la bellezza dell’umano realizzato in Dio. Non basta fare opere di carità: dobbiamo saper narrare il senso profondo di ciò che facciamo. Il rischio è altrimenti che la Chiesa venga percepita solo come un dispensatore di servizi, quando invece è molto di più: è una famiglia che genera vita.

Un ultimo pensiero?
Sono profondamente grato per questi giorni trascorsi insieme agli incaricati e collaboratori diocesani del Sovvenire. Ho visto persone vive, che servono la Chiesa con passione e si lasciano toccare dalla Parola di Dio. Questa esperienza ci ha ricordato che prima di ogni organizzazione e strategia, c’è il bisogno di mettersi in ascolto di Dio. Solo così possiamo essere autentici testimoni di speranza.

La formazione degli incaricati e dei collaboratori diocesani si è conclusa domenica 23 febbraio con la Messa delle 11.30 nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, presieduta dall’Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, mons. Ivan Maffeis.

Prossimi appuntamenti
Le prossime Giornate nazionali di formazione e spiritualità si terranno dal 17 al 20 marzo nel Centro di spiritualità Maria Candida di Armeno (Novara) e dal 24 al 27 aprile nell’Oasi Santi Martiri Idruntini di Santa Cesarea Terme (Otranto).

Giornate nazionali di formazione e spiritualità / aperte le iscrizioni

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Il Servizio Promozione della CEI propone 3 diverse date e 3 diverse località (Centro, Nord, Sud) per partecipare alle Giornate nazionali di formazione e spiritualità:

  • Assisi (Perugia), 20-23 febbraio
  • Armeno (Novara), 17-20 marzo
  • Santa Cesarea Terme (Otranto), 24-27 aprile

L’esperienza prevede due momenti di meditazione al giorno, uno al mattino e uno al pomeriggio, e offre l’occasione di colloqui personali con il predicatore (p. Franco Annicchiarico SJ).
Per vivere le giornate in un clima di raccoglimento più intenso, il silenzio sarà osservato dalla prima meditazione alla Celebrazione Eucaristica (pranzo compreso).

In allegato:

  • la presentazione dell’incontro ONLINE del 12 dicembre u.s. dove sono state presentate le “novità”;
  • i tre programmi “diversi” e il link per potersi iscrivere ad UNA delle tre Giornate nazionali di spiritualità.

Trattandosi della prima edizione e avendo aperto le iscrizioni anche ai collaboratori diocesani del Sovvenire e ai coniugi e/o accompagnatori, si invitano tutti gli incaricati e collaboratori ad iscriversi il prima possibile oppure comunicare a Letizia Franchellucci l’impossibilità a partecipare.

Importante: una volta scelta la data e il luogo (Assisi, Armeno oppure Santa Cesarea Terme) iscriversi ESCLUSIVAMENTE ad un unico link, quello indicato nel programma destinato alla località e data prescelta e che riportiamo anche in basso. 

Assisi, 20-23 febbraio – Monastero San Giuseppe – LINK per iscriversi https://iniziative.chiesacattolica.it/EventiCEI/page.jsp?action=landing&eventid=CEI-APPUNTAMENTO-23067

Le iscrizioni sono aperte fino al 17 gennaio 2025.

Armeno, 17-20 marzo – Centro di Spiritualità Maria Candida – LINK per iscriversi https://iniziative.chiesacattolica.it/EventiCEI/page.jsp?action=landing&eventid=CEI-APPUNTAMENTO-23165

Le iscrizioni sono aperte fino al 31 gennaio 2025.

Santa Cesarea Terme, 24-27 aprile – Oasi Santi Martiri Idruntini – LINK per iscriversi https://iniziative.chiesacattolica.it/EventiCEI/page.jsp?action=landing&eventid=CEI-APPUNTAMENTO-23166

Le iscrizioni sono aperte fino al 31 gennaio 2025.

Si prega di iscrivere, nel programma della gestione delle iniziative, anche l’accompagnatore. La camera doppia/matrimoniale si può prenotare solo se accompagnati.

COSTI PER LA PARTECIPAZIONE
Le quote non sono frazionabili, né rimborsabili. Per Incaricati/e e Collaboratori/trici Diocesani/e del Sovvenire – 50 €
Per le giornate non è prevista alcuna spesa di vitto e alloggio. Sono a carico del partecipante o della Diocesi la quota di iscrizione di 50 € e le spese di viaggio.

Per il coniuge o l’accompagnatore – 200 €
Le giornate sono a carico del partecipante (viaggio, vitto e alloggio). Il costo di 200 €, da versare SOLO per il coniuge o l’accompagnatore, comprende:
-la quota di iscrizione;
-pernottamento in camera doppia/matrimoniale;
-la pensione completa (dal pranzo del 17 al pranzo del 20 marzo).

Il Papa: raccontare il bene, fare rete contro disperazione e disinformazione

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Lo scorso 27 gennaio il Santo Padre ha ricevuto in udienza 250 tra vescovi presidenti delle Commissioni episcopali della comunicazione e direttori degli Uffici di comunicazione delle Conferenze Episcopali.

Durante l’incontro, raccontato da Lorena Leonardi per Radio Vaticana, il Papa ha lanciato un messaggio importante: comunicare è un atto di amore. “Comunicare, non è una tattica, non è una tecnica. Non è ripetere frasi fatte o slogan e neanche limitarsi a scrivere comunicati stampa. Comunicare è un atto di amore. Solo un atto di amore gratuito tesse reti di bene. Ma le reti vanno curate, riparate, ogni giorno. Con pazienza e con fede”.

Francesco ha invitato i presenti a fare un lavoro “sinfonico” che coinvolga “tutti” e con ogni linguaggio. Inoltre, rivolgendosi ai partecipanti, ha evidenziato il loro “servizio istituzionale” ma che è anche “vocazione di ogni battezzato”, ha precisato il Pontefice: “Ogni cristiano è chiamato a vedere e raccontare le storie di bene che un cattivo giornalismo pretende di cancellare dando spazio solo al male”.

Dunque, il lascito di due parole in eredità: “insieme” e “rete”. Con l’amore è possibile “coinvolgere anche chi ha sbagliato”, “unire ciò che è diviso”, “non disperare” e “seminare speranza”, che è diverso dal “seminare ottimismo”. Qui il servizio completo.

Ferrara / Ai referenti del Sovvenire lo stile coraggioso delle prime comunità cristiane

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Il 7 febbraio alle ore 21.00 presso l’Istituto di Cultura “Casa Giorgio Cini” a Ferrara si terrà il primo incontro di formazione per i referenti parrocchiali del Sovvenire dal titolo Costruttori di comunità e di comunione. Lo stile coraggioso delle prime comunità cristiane e una buona notizia per l’oggi (At 2-5).

L’incontro sarà tenuto dalla Prof.ssa Annalisa Guida, docente incaricata di Esegesi del Nuovo Testamento presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia meridionale.

Sono invitati anche gli operatori pastorali impegnati nelle parrocchie di Ferrara negli organismi di corresponsabilità (Consiglio Pastorale e Consiglio per gli Affari Economici).

La formazione dei presbiteri nelle Chiese in Italia / In vigore dal 9 gennaio nuovi orientamenti e norme per i seminari

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È entrato in vigore lo scorso 9 gennaio, ad experimentum per tre anni, il documento “La formazione dei presbiteri nelle Chiese in Italia. Orientamenti e norme per i seminari” (quarta edizione), approvato dalla 78a Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana, svoltasi ad Assisi dal 13 al 16 novembre 2023.

Il testo (in allegato), che ha ottenuto la conferma della Santa Sede con decreto del Dicastero per il Clero, presenta un iter formativo al presbiterato articolato in due tempi: una prima fase di carattere iniziatico, dedicata alla costruzione della consistenza interiore, in un rapporto educativo forte con i formatori, attraverso lo sviluppo di una solida vita spirituale, l’applicazione seria allo studio e alla preghiera, una vita comunitaria intensa, la conoscenza di sé. La seconda fase è dedicata alla scoperta del Popolo di Dio e al maggiore coinvolgimento della comunità cristiana nella formazione dei candidati al presbiterato.

Nel primo capitolo si risponde alla domanda su quale prete si debba formare e per quale Chiesa. Per questo, da una parte, si assume la formazione permanente in alcuni suoi elementi, ritenuti necessari al presbitero italiano odierno, come paradigma della formazione in Seminario; dall’altra, si accentuano decisamente le due dimensioni della missione e della comunione come orizzonte fondamentale di tale formazione.

Nel secondo capitolo la pastorale vocazionale è presentata come impegno di tutta la comunità ecclesiale, passando poi a specificare le modalità di accompagnamento vocazionale dei ragazzi e dei giovani, basato su una seria formazione spirituale. Si conferma la validità del Seminario Minore, si propongono le comunità semiresidenziali come nuove modalità di accompagnamento e si parla delle vocazioni adulte.

Il terzo capitolo presenta le quattro tappe dell’itinerario formativo proposto dalla Ratio fundamentalis: propedeutica (un anno), discepolare (due anni), configuratrice (quattro anni) e di sintesi vocazionale (un anno). Lo stile fondamentale della proposta educativa chiede di investire sugli obiettivi formativi senza scandire i tempi in modo rigido e predefinito, favorendo la personalizzazione dell’itinerario ed evitando il rischio che le tappe si appiattiscano rigidamente agli anni previsti dagli studi teologici e da altri automatismi.

Nel quarto capitolo si parla della formazione nel Seminario Maggiore che viene presentata come unica, integrale, comunitaria e missionaria: non si esaurisce nell’apprendimento di nuovi contenuti, né si limita ai comportamenti morali o disciplinari, ma deve riguardare il campo delle motivazioni e delle convinzioni personali, è formazione della coscienza. Due paragrafi riguardano il tema della protezione dei minori e delle persone vulnerabili: i formatori potranno avvalersi, nei percorsi educativi, della pubblicazione La formazione iniziale in tempo di abusi. Sussidio per formatori al presbiterato e alla vita consacrata e per i giovani in formazione, curata dal Servizio Nazionale per la tutela dei minori.

Il quinto capitolo illustra gli agenti della formazione. È stata recepita la richiesta emersa nel Cammino sinodale di allargare la condivisione dell’opera formativa dei seminaristi, coinvolgendo la comunità ecclesiale e invitando a pensare creativamente le forme di collaborazione possibili con particolare riguardo alla figura femminile.

 

Corsi Uniti in Rete / “Sovvenire” e “Comunicazione”: la parola agli incaricati e collaboratori

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Con l’incontro online del 26 novembre scorso si sono conclusi i 3 webinar previsti per quest’anno sulla presentazione dei nuovi corsi sul Sovvenire e la Comunicazione pubblicati su Uniti in Rete.
Per poterli vedere e frequentare il requisito che viene richiesto è quello di essere già accreditati sul Portale Uniti in Rete. Una volta entrati sul Portale basta cliccare sulla tendina in alto alla sezione “Corsi”. Il suggerimento, anche per gli incaricati più veterani, è quello di iniziare dal corso sul Sovvenire, in modo da poter comunque scaricare i materiali utili per organizzare incontri diocesani o parrocchiali. L’auspicio è che tutti arrivino a completare i due corsi!

Questi corsi di formazione sono organizzati in quattro moduli, più la fase di certificazione finale. Per completare ogni corso di formazione ci vogliono meno di due ore. Ciascun modulo include 2 o 3 videolezioni che durano ciascuna tra i 4 e i 10 minuti. Ogni videolezione può essere rivista in qualsiasi momento e ogni progresso è salvato automaticamente alla fine di ogni passo, permettendo di interrompere il percorso e riprenderlo quando si vuole. Per ogni modulo si possono scaricare risorse e materiali di approfondimento. È possibile anche fare un test di autovalutazione: per ogni domanda, verrà segnalato se si è risposto correttamente e sarà comunque riportata la spiegazione della risposta corretta. Non è richiesto un punteggio minimo per procedere e si possono rifare i test, alla fine dei moduli, ogni volta che si desidera. Per completare ogni corso, dopo aver guardato le video lezioni e i materiali di tutti i moduli, sarà possibile “misurarsi” con un test finale. Solo in questo caso sarà necessario rispondere in modo corretto almeno a 7 domande su 10 per poter scaricare l’attestato di completamento del corso.

Consigli utili

  • I corsi si possono iniziare in qualsiasi momento, bastano 5 minuti per accedere e familiarizzare con l’area corsi del portale;
  • affrontare un modulo alla volta (10-15 minuti per modulo);
  • scaricare i file di approfondimento e le risorse aggiuntive del modulo;
  • provare a fare il test di autovalutazione del modulo;
  • poi passare al modulo successivo, fino ai contenuti aggiuntivi di fine corso;
  • una volta che si è completato un corso al 100%, affrontare il test finale e ottenere la certificazione;
  • cercare di portare a termine un corso entro 2-3 settimane… e passare al prossimo!

Molti incaricati e collaboratori hanno già completato entrambi i corsi lasciando i propri commenti. Ne abbiamo scelti alcuni.
Questi sono sul corso relativo al Sovvenire:

Mi è piaciuto molto, un corso ben condotto, facile da capire e che approfondisce tutti i temi trattati. Molto utili anche la documentazione scaricabile. Importanti anche i test da fare alla fine di ogni sezione. Bravo il giornalista che lo conduce, si fa ascoltare e sa creare la giusta attenzione”
“IL corso non è monotono, integrato perfettamente dalle slide e la spiegazione è stata semplice e precisa”
“Ottimo corso molto dettagliato e chiaro. Tutto molto bello”
“Grazie al corso ho potuto approfondire in modo chiaro e semplice la tematica del Sovvenire alle esigenze della nostra Chiesa Cattolica in Italia”
“Utile per una conoscenza personale, in primis, e da divulgare tra i fedeli e la gente”
“Utile e immediato”
“Interessante ed esaustivo”
“L’impostazione è molto buona, chiara ed esaustiva pur nella sua sinteticità. Semplice da seguire”
“Esauriente e comprensibile anche per chi era digiuno della materia (almeno in parte)
“Il corso mi è servito per specificare meglio ed approfondire alcuni concetti. Molto chiare le videolezioni, molto bravo il giornalista che le tiene, molto utili gli approfondimenti e le slide con la trascrizione. Molto bene anche le risorse. Purtroppo, non c’era la possibilità di scaricare le domande con le risposte, forse l’unico limite del corso. Grazie a chi lo ha pensato e realizzato, per me che cono stato appena nominato è stato utilissimo”
“Il corso è ben fatto, affronta i temi più importanti senza disperdersi nei particolari, ottimo!”
“La semplicità al primo posto”
“Il corso è ben fatto, affronta i temi più importanti senza disperdersi nei particolari, ottimo!”

Questi sono altri commenti rilasciati da coloro che hanno completato il corso sulla Comunicazione.

“Corso molto bello, fatto bene, comprensibile (forse perché alcune cose le conoscevo già) ma difficile nei contenuti e nella realizzazione di quanto imparato. Grazie perché è molto utile e prezioso fare corsi che definirei di livello alto, con il giusto grado di approfondimento. Molto brava la docente, chiara quando parla, semplice e comprensibile. Molto bella anche la grafica. Peccato non poter scaricare i test dei moduli e del certificato con domande e risposte”
“Bellissima iniziativa, utile per la formazione e informazione. Il corso sulla Comunicazione è ben strutturato e veloce apprendimento”
“Bellissimo corso, completo e soprattutto chiaro, si fa capire alla grande”
“Corso chiaro, con tanti spunti di riflessione, con molto materiale preciso, con una presentazione chiara ed efficace, che stimola a provare quanto ascoltato”
“Sintetico e ben strutturato; tanti elementi utili da applicare subito e in ogni contesto”
“Spiegazione molto chiara”
“Eccezionale”
“Metodologia efficace di esposizione con test efficaci. Utilissimo”
“Mettere ordine in quanto sappiamo già fare, migliorare le nostre attività di comunicazione con obiettivi chiari e misurabili è utile, importante, e ci aiuta ad ottenere e dare collaborazione. Uniti, insieme per il bene dei sacerdoti (e nostro)”
“Molto interessante e utile anche per altre questioni”
“Molto interessante e formativo. Ricco di contenuti e strategie. Grazie!”

Per chi volesse rivedere il webinar di martedì 26 novembre, la registrazione del video integrale è a questo link: https://bit.ly/26112024-Registrazione-UnitiinRete-3OoA4Nj;
in allegato il pdf della relativa presentazione.