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Castelvetrano / Con i fondi 8xmille interventi nella chiesa del Purgatorio

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Consolidamento e messa in sicurezza delle superfici interne delle volte delle navate e cappelle laterali mediante interventi manutentivi tradizionali. Sono questi gli interventi che saranno effettuati nella chiesa del Purgatorio , al sistema delle piazze di Castelvetrano (diocesi di Mazara del Vallo), dove si è aperto il cantiere co-finanziato coi fondi 8xmille.

L’intervento si è reso necessario dopo alcuni sopralluoghi effettuati all’interno della chiesa. I tecnici hanno avuto modo di verificare macchie di umidità nelle superfici interne delle volte, distacchi incipienti delle modanature a stucco, tutti fenomeni riconducibili al cattivo funzionamento della copertura prima dell’ultimo risanamento effettuato del 2020, sempre col co-finanziamento dei fondi 8xmille.

La chiesa è inserita nel contesto architettonico del sistema delle piazze. Fu costruita per volontà del principe Diego d’Aragona, nello stesso sito della vecchia chiesa Sant’Eligio retta dalla congrega del Purgatorio. La costruzione della chiesa nella forma attuale cominciò nel maggio del 1642, anno in cui si avviarono i lavori che comportarono il rifacimento e l’ampliamento del piccolo e originale edificio e terminò nel 1664. Sulla facciata si aprono due nicchie con le sculture di San Sebastiano e di San Filippo Neri e delle Anime purganti in preghiera tra le fiamme.

Il cornicione sommitale mostra le rimanenze di un bel gruppo scultoreo di angeli intenti a reggere una croce, purtroppo rovinato dal violento terremoto del Belìce nel 1968.

Secondo il cronoprogramma dei lavori, il cantiere dovrà completarsi entro gli inizi di novembre. Il contributo 8xmille erogato è stato di € 93.777,00, a fronte di una spesa ammissibile di € 134.130,00 euro.

VII puntata “Sovvenire in radio” / Su Radio Kalaritana si racconta il Progetto Policoro

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Nella VII puntata della trasmissione “Sovvenire in radio: la Chiesa in servizio si racconta”, si parla di 8xmille e giovani, attraverso l’esperienza del Progetto Policoro.

Ospiti Chiara Durzu, animatrice del Progetto Policoro, e Gianfranco Berretta, uno dei giovani destinatari dell’attività di orientamento al lavoro portata avanti dal Progetto Policoro e che grazie allo stesso progetto ha trovato una bella opportunità di lavoro.

Il Progetto Policoro – promosso dalla Pastorale sociale del lavoro, giovanile e Caritas – grazie al contributo dell’8xmille diocesano del 2023 (6.000 euro) porta avanti diverse iniziative, in collaborazione con l’Università e con alcune realtà imprenditoriali del territorio, finalizzate alla formazione dei giovani verso una nuova cultura del lavoro, innovativa, sostenibile, capace di superare lo scarto intergenerazionale, e soprattutto che metta al centro la dignità della persona.

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VI puntata “Sovvenire in radio” / Su Radio Kalaritana si racconta l’Associazione AIBI – Amici dei Bambini

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Ospiti della VI puntata della trasmissione “Sovvenire in radio: la Chiesa in servizio si racconta”, Alessandro Cuboni, responsabile dell’associazione AIBI – Amici dei Bambini e Santiago, che fa parte del progetto AIBI Giovani.

L’esperienza di questa realtà, Amici dei Bambini, nasce nel 1983 dall’iniziativa di un gruppo di genitori adottivi; l’associazione, di ispirazione cattolica, viene costituita formalmente 3 anni dopo.

La missione è quella di dare ad ogni bambino abbandonato una famiglia, per garantire il suo diritto a essere figlio.

In Sardegna l’Associazione è operativa dal 2009, ospitata in locali messi a disposizione dalla Diocesi, porta avanti tante iniziative, tra cui la formazione delle aspiranti coppie adottive, e l’accompagnamento delle famiglie adottive e il progetto “AIBI giovani”, sostenuto dal contributo dell’8xmille diocesano del 2023, di 4.000 euro.

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Dove arriva la tua firma? / 8xmille per lo sviluppo dei popoli sulle pagine del “Nostro Tempo”

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La rubrica “Dove arriva la tua firma” nasce un anno fa in Terra Santa, poco prima dei tragici fatti del 7 ottobre 2023. Esattamente durante il viaggio organizzato dal Servizio per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli della CEI in collaborazione con la Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici), per premiare i vincitori delle edizioni 2019 e 2020 del concorso giornalistico “Selezione nazionale 8xmille senza frontiere”.

La finalità di questo itinerario consisteva nel conoscere, ascoltare e vedere alcune opere realizzate attraverso i fondi 8xmille nei territori di Betlemme, Gerusalemme e Nazareth. Ad accompagnare gli oltre 50 giornalisti è stato don Enrico Garbuio, in qualità di Collaboratore del Servizio per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli.

Il racconto di questo giovane sacerdote è stato chiaro, completo e conciso. Con tanta spontaneità e naturalezza è riuscito a comunicare in modo significativo e coinvolgente l’impatto di “una firma che fa bene” in una terra ferita da paradossi, ingiustizie e contraddizioni.

Condivisione, corresponsabilità e prossimità sono state le parole che hanno sintetizzato questa esperienza. Il ruolo della Chiesa cattolica in Italia nel sostenere le Chiese sorelle è davvero segno di comunione e universalità. L’esempio vissuto dai missionari – toccato con mano – ha gridato molto più forte di tante parole.

Nasce così il desiderio di raccontare ai lettori di “Nostro Tempo” dove arriva la firma di migliaia di contribuenti che ogni anno scelgono di destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica. A tale proposito, la redazione del Settimanale della Diocesi di Modena-Nonantola, dorso di Avvenire, ha affidato la rubrica mensile a don Enrico, affinché possa raccontare il bene, il buono e il vero constatato durante i suoi viaggi (ora in qualità di Collaboratore del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica).

Condividiamo volentieri anche qui i testi di don Enrico Garbuio a partire dal suo viaggio in Sri Lanka.

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I COLORI DELLO SRI LANKA
Dove la tua firma lascia il segno

Stupore, ammirazione, gioia: non ti sto narrando la mia ultima visita alla mostra di Van Gogh al Museo Revoltella di Trieste, piuttosto il mio recente viaggio in Sri Lanka per constatare quanto una semplice firma 8xmille alla Chiesa cattolica si trasformi in migliaia di gesti d’amore anche in paesi così lontani. Lo Sri Lanka è tutto e il suo contrario. È il paese degli estremi, dove l’impossibile diventa normalità. È sicuramente un’esperienza difficile da sintetizzare, poiché ogni attimo vissuto è un’opera d’arte da raccontare o una scultura asiatica da condividere.

Ogni attimo vissuto in un’opera finanziata con i fondi dell’8xmille è un motivo in più per firmare. Come guardare un quadro o una statua, allora? Mi sono lasciato guidare dalle emozioni senza pregiudizi… e così questo «mondo» dalle emozioni estreme, dai toni forti, amore o odio, che non contempla le mezze misure, mi ha accolto. Non è stato facile arrivare a Mannar per visitare la residenza per i giovani del “St. Xavier Boys College”. Questa piccola isola, collegata alla terraferma da un ponte, si trova a sette lunghe ore di distanza dalla capitale.

Il ponte per Mannar è controllato dall’esercito, segno della guerra civile che si è conclusa nel 2009, ma che è ancora vivida nelle storie e negli occhi di chi ho incontrato. Mannar, circondata dal verde degli alberi e dal blu dell’Oceano Indiano, ospita case umili, spesso prive di servizi essenziali come l’elettricità e l’acqua. Le strade sono animate da biciclette, tuk tuk, mucche e caprette, mentre i mezzi pubblici sono quasi inesistenti. La popolazione, di origine Tamil, una minoranza a lungo emarginata, si sostiene con la pesca o l’agricoltura di sussistenza.

Ad accompagnarmi lungo le strade di Mannar i Fratelli La Salle (FSC) con il loro abito bianco. Qui sono conosciuti da tutti e per tutti sono un riferimento. Nelle loro scuole, hanno accolto bambini e giovani provenienti da questa zona fragile, credendo in loro e guidandoli verso il successo.

A Mannar tutti conoscono la scuola amministrata dai Fratelli da oltre 70 anni, con oltre 1800 studenti dalla primaria alla secondaria. I valori che ispirano la loro scuola sono profondamente radicati nella tradizione Lasalliana, che si propone di insegnare alle menti, toccare i cuori e trasformare le vite attraverso un’educazione umana e cristiana.

Un impegno particolare è rivolto ai giovani, soprattutto a coloro che provengono da contesti economicamente svantaggiati. Una decisione strategica è stata quella di introdurre nella scuola l’insegnamento della lingua inglese, mirando a superare la discriminazione subita dai bambini e giovani tamil, i cui contesti culturali prevedono il tamil come lingua madre. La mancata conoscenza della lingua cingalese, necessaria per molte posizioni lavorative, è stata così affrontata, aprendo nuove opportunità di crescita e sviluppo per i beneficiari del progetto. Accanto alla scuola c’è la nuova residenza per studenti, realizzata grazie ai fondi dell’8xmille destinati alla Chiesa cattolica.

La residenza è stata costruita per permettere a 80 studenti di continuare gli studi senza dover percorrere lunghi spostamenti, dando loro acqua, pasti caldi ed elettricità, al contrario delle case da cui provengono. In un ambiente protetto e sicuro, questi ragazzi possono essere finalmente solo ragazzi, crescere a pochi passi dalla scuola e concentrarsi sul loro futuro. Senza questa residenza, molti di loro sarebbero stati costretti ad abbandonare la scuola e la possibilità di un domani migliore.  Questa residenza gioca un ruolo cruciale nel garantire che i bambini provenienti da famiglie vulnerabili e in condizione di estrema indigenza possano frequentare stabilmente la scuola.

Grazie ai fondi dell’8xmille, è stato trasformato in un ambiente sicuro, fornendo condizioni di vita e apprendimento adeguate. Completare la scuola secondaria dà agli studenti l’opportunità di proseguire gli studi o cercare lavoro, contribuendo a rompere il ciclo della povertà. La residenza è stata costruita grazie ai 651 mila euro dei fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica.

Lo Sri Lanka non ti prende a schiaffi, lo Sri Lanka ti accarezza e, come una madre amorevole, ti racconta una storia tenendoti stretto a sé, ti spiega perché la vita di ogni creatura del mondo merita rispetto, ti insegna a non avere paura della precarietà, a non temere la diversità o gli imprevisti. Lo Sri Lanka ti include chiunque tu sia e in un attimo ti ritrovi nel suo vortice. In Sri Lanka vale la pena andarci… e se non puoi partire… almeno firmare per l’8xmille alla Chiesa cattolica!

 

 

8xmille per lo sviluppo dei popoli / Sperare e agire con il Creato, insieme

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Sostenere la rinascita della Creazione “che geme”, contribuendo, come chiede Papa Francesco, a “passare dall’arroganza di chi vuole dominare sugli altri e sulla natura, ridotta a oggetto da manipolare, all’umiltà di chi si prende cura degli altri e del Creato”. È quanto fa la Chiesa in Italia, tramite il Servizio per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli e grazie ai fondi dell’8xmille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica.

Dal 1991 sono stati finanziati 107 progetti volti a contrastare il degrado ambientale, il cambiamento climatico e a salvaguardia delle ricchezze naturali e tutela degli ecosistemi in 31 Paesi, per un totale di oltre 11,5 milioni di euro.

“Spera e agisci con il Creato” è l’invito di Papa Francesco per la Giornata Mondiale di preghiera per la cura del Creato che si celebra il 1° settembre. Sperare e agire con il Creato significa anzitutto unire le forze “nella responsabilità per un’ecologia umana e integrale, via di salvezza della nostra casa comune e di noi che vi abitiamo”. Un lavoro “sinfonico” e “armonico” per la riduzione delle emissioni, l’educazione degli stili di vita, i finanziamenti innovativi e l’uso di soluzioni collaudate basate sulla natura.

Del resto, lo spettro del cambiamento climatico minaccia l’acqua, l’aria, il cibo e i sistemi energetici, ma anche la salute pubblica. Sono oltre tre miliardi e mezzo coloro che vivono in regioni altamente sensibili alle devastazioni provocate dalla crisi ambientali, che provocano anche migrazioni forzate delle famiglie, con milioni di persone che perdono la vita in viaggi disperati. Il degrado ambientale, poi, causa guerre, accresce la povertà che, a sua volta, può aumentare, in un circolo che si autoalimenta.

Sono sempre i poveri della Terra a risentire maggiormente dell’inquinamento atmosferico, nonostante contribuiscano in misura minore al problema. I 46 Paesi meno sviluppati – per lo più africani – rappresentano solo l’1% delle emissioni globali di CO2, mentre le nazioni del G20 sono responsabili dell’80% di queste emissioni. Si tratta di sfide sistemiche distinte ma interconnesse che accrescono disparità e disuguaglianze: il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità, il degrado ambientale.

Proprio per questo occorrono cooperazione e solidarietà globale. È necessario agire con urgenza e insieme. “È incluso nel nostro piano strategico quinquennale per la pastorale complessiva, avviato nel 2022”, sottolinea monsignor Fulgence Muteba, Arcivescovo di Lubumbashi e Presidente della Conferenza Episcopale della Repubblica Democratica del Congo. “Le priorità – aggiunge – ruotano attorno all’educazione ambientale, all’operazione ‘Wangarii Maathai’ consistente nella piantumazione di alberi, al supporto ad azioni di conversione ecologica, alla promozione della saggezza ecologica già presente nella cultura tradizionale, alle iniziative di sanificazione ambientale e gestione responsabile dei rifiuti”.

Come avviene anche nella Diocesi di Bukavu, dove la popolazione più povera soffre di problemi di approvvigionamento di acqua e di igiene nonché di mala gestione dei rifiuti domestici che rendono insalubre l’acqua e i terreni circostanti. Grazie a un progetto sostenuto dalla CEI è stato possibile formare donne e giovani e avviare 24 imprese agro-ecologiche per il riciclo, lo smaltimento e la trasformazione dei rifiuti organici utilizzati nelle colture domestiche per migliorare il rendimento agricolo di orti e campi.

Un altro approccio, nel rispetto dell’ambiente, è dunque possibile quando i piccoli si organizzano. Lo testimoniano, ad esempio, i progetti che, con i fondi 8xmille, hanno consentito a cooperative locali nel Nord est del Brasile di rafforzare reti formative innovative per l’agricoltura comunitaria e le filiere alimentari. “Abbiamo lavorato – evidenzia la nutrizionista Clara Terko Takaki – sulla sovranità e sulla sicurezza alimentare basate sul bioma amazzonico e sulle stagioni dell’anno, sulla valorizzazione delle abitudini alimentari regionali e il pieno utilizzo di questi alimenti con eccedenze fermentate e disidratate, in particolare la manioca. In questo modo possiamo evitare gli sprechi, eliminare i gas che aumentano l’effetto serra, ridurre la fame, migliorare le difese immunitarie e generare reddito”. Nello specifico il progetto sulle filiere alimentari ha contribuito alla formazione di un centinaio di giovani e al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione rurale di Santa Luzia e Limoeiro do Norte tramite il rafforzamento delle proposte formative in ambito agro-zootecnico e la creazione di una rete di collaborazione tra entità formative brasiliane per un periodico scambio di conoscenze, esperienze, buone pratiche e competenze, per facilitare uno sviluppo agricolo sostenibile delle aree rurali coinvolte.

Sviluppo dei popoli / Oltre 15 milioni di euro dall’8xmille per sanità e formazione

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Offrire assistenza sanitaria e migliorare le condizioni di vita delle persone più fragili sono alcune delle sfide che la Chiesa in Italia ha raccolto con decisione e dedizione, facendosi prossima a tutti, in ogni angolo del mondo. Lo dimostrano i numerosi progetti realizzati in diversi Paesi con i fondi dell’8xmille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica.

Nella sua ultima riunione (11 e 12 luglio), il Comitato per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli ha approvato 81 nuovi progetti. È stato deciso lo stanziamento di € 15.262.116, che permetterà di concretizzare 38 iniziative in Africa (€ 8.106.569), 19 in America Latina (€ 2.689.321), 22 in Asia (€ 4.268.302), 1 in Europa (€ 148.580) e 1 in Medio Oriente (€ 49.344). Tra queste, molte riguardano l’ambito sanitario e della cura.

Come, ad esempio, quella promosso in Costa d’Avorio dalle Suore Maestre di Santa Dorotea, Figlie dei Sacri Cuori, che aiuteranno – grazie a materiali, attrezzature e trattamenti farmacologici personalizzati – 50 bambini con patologie gravi, congenite e croniche. Ad Oweri, in Nigeria, i Servi della Carità dell’Opera Don Guanella amplieranno l’attuale Centro di salute mentale che potrà così garantire riabilitazione, consulenza e cure a 60 ragazzi, dai 6 ai 25 anni, affetti da varie patologie, dalla sindrome di Down e da disturbi dello spettro autistico. Il nuovo edificio erogherà anche trattamenti ambulatoriali ad altri 20 giovani.

In India, le Soeurs des Missions Etrangeres, che gestiscono un Centro a Rawthankuppam nella Diocesi di Pondicherry and Cuddalore, offriranno assistenza sanitaria, alloggio e pasti ai malati di lebbra oltre che formazione professionale agli abitanti di 129 villaggi rurali.

In Kazakhstan, la Diocesi di Karaganda costruirà la “Casa della misericordia”, un luogo dove verrà promosso lo sviluppo integrale di adolescenti e giovani disabili attraverso fisioterapia specifica e percorsi professionali formativi volti all’inserimento sociale e lavorativo. Per assicurare l’approvvigionamento energetico all’ospedale “Holy Family” che fornisce assistenza medica a circa 60.000 persone l’anno, l’Arcidiocesi di Karachi, in Pakistan, installerà un impianto fotovoltaico.

In vista di un miglioramento della qualità della vita delle popolazioni locali, la Caritas della Diocesi di Buea, in Camerun, costruirà nuovi pozzi per 3.600 nuclei familiari di 40 comunità per un totale di oltre 12.000 persone. In particolare, interverrà a favore di 200 disabili che vivono situazioni particolarmente difficili sul piano agro-alimentare. L’accesso all’acqua potabile e le attività di formazione aiuteranno a combattere inoltre l’epidemia di colera e altre malattie dovute alla scarsa igiene. In Zambia, invece, le Suore Salesiane di Don Bosco realizzeranno un “Training Centre” all’interno del Centro Agricolo Valponasca per offrire corsi formativi nel settore agricolo e dell’allevamento così da sviluppare le competenze, le conoscenze e i talenti degli agricoltori, in particolare dei più giovani.
Grande resta l’impegno della CEI sul fronte della formazione: in Rwanda, la Congregazione delle Suore Discepole di Gesù Eucaristico costruirà una scuola primaria per assicurare la continuità didattica ai 145 bambini che frequentano la scuola dell’infanzia, evitando loro di doversi allontanare diversi chilometri da Kibeho dove non sono presenti altri istituti scolastici primari. In Somalia, l’Associazione Soomaaliya Onlus amplierà l’edifico scolastico di Dalsan, nel Galmudug, per accogliere un maggior numero di alunni, estendendo così il diritto all’educazione anche alle fasce più vulnerabili, ovvero le famiglie di allevatori nomadi e seminomadi.

In Bolivia, la Diocesi di Bergamo doterà il collegio “Marien Garten” per la formazione tecnico-professionale (frequentato da circa 2000 studenti) di nuovi laboratori con l’obiettivo di facilitare l’avviamento al lavoro. La nuova struttura sarà dedicata a Mons. Eugenio Scarpellini, missionario e già direttore del collegio.

Punta alla formazione professionale anche il progetto promosso in Guinea Bissau dai Giuseppini del Murialdo che rinnoveranno i laboratori del CIFAP di Bissau, promuoveranno l’aggiornamento del corpo docente e attiveranno nuovi corsi di meccanica, idraulica, edilizia, saldatura e informatica.

Nell’ambito delle attività educative e culturali, la Diocesi di Verona ristrutturerà in Brasile un edificio messo a disposizione dell’Associação Amigos de Nazaré do Pico che dal 2017 porta avanti iniziative di valorizzazione della storia e della cultura locali. Grazie al progetto, una sessantina di bambini e adolescenti residenti nel distretto di Nazaré do Pico potranno frequentare laboratori di introduzione alla musica strumentale, al canto e alla danza popolare. In Paraguay, le Figlie della Misericordia del Terzo Ordine Regolare di San Francesco realizzeranno “El tinglado”, un luogo dove svolgere attività sportive e ricreative all’interno del Centro di promozione sociale di Itagua.
Non manca infine un’attenzione verso i carcerati: in Burkina Faso, la Diocesi di Manga costruirà una sala polivalente per favorire – con il supporto di 50 educatori – la socializzazione, il reinserimento sociale e l’accompagnamento di 250 detenuti.

8xmille / Monzio Compagnoni ospite a TelenovaMSP

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Cos’è l’8xmille, di cui si sente tanto parlare anche in Tv e, soprattutto, nel periodo annuale dedicato alla dichiarazione dei redditi? Perché serve firmare affinché questa quota dell’IRPEF possa essere erogata a favore della Chiesa cattolica impegnata in opere di bene? “Chi firma decide dove andranno i soldi” è la frase che riassume nel modo più semplice l’importanza di una scelta libera lasciata dallo Stato ad ogni cittadino contribuente: l’ha pronunciata Massimo Monzio Compagnoni, attuale responsabile del “Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa Cattolica”, durante l’intervista che lo vede protagonista nella puntata del 29 luglio su TelenovaMSP, condotta da don Roberto Ponti.

Letteralmente “chiamato” a ricoprire questo ruolo di responsabilità a livello di Servizio CEI (Sovvenire), Massimo Monzio ha risposto con grande entusiasmo e diligenza attingendo anche dalle sue competenze manageriali maturate in ambito editoriale e, nonostante diversi anni di esperienza alla guida del Servizio, ancor oggi non nasconde una certa emozione nel raccontare come questo incarico gli abbia cambiato l’interpretazione del termine “carità cristiana”.

L’aiuto economico, che la Chiesa può ricevere dall’8xmille ad essa destinato, si traduce in progetti concreti di bene e sviluppo, che spaziano dalla pastorale al culto, dalla manutenzione delle strutture caritative al sostentamento di chi vi lavora e, non da ultimo, dei sacerdoti che tramite il loro operato le fanno vivere e fiorire. Compagnoni parla di carità promozionale e di welfare sussidiario a quello statale, in cui la Chiesa continua a fare da traino, con migliaia di progetti realizzati ogni anno in Italia e nel mondo.

Davvero una firma, che non costa nulla, si può trasformare in migliaia di gesti d’amore? Lo cita lo slogan di quest’anno, ma le realtà delle parrocchie, delle diocesi, delle missioni, lo raccontano in modo davvero eloquente e Massimo Monzio ne è testimone, dati alla mano.

8xmille / Repubblica Democratica del Congo: in un Dossier l’impegno della Chiesa italiana

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Di fronte alle sofferenze che continuano ad affliggere la popolazione della Repubblica Democratica del Congo, la Chiesa in Italia cerca in tutti i modi di far sentire la sua vicinanza alle comunità locali.

Lo racconta, attraverso schede e testimonianze, il terzo Dossier curato dal Servizio per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli, in collaborazione con l’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali.

Dal 1991, grazie ai fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica, la CEI ha sostenuto 1.236 interventi per 136 milioni di euro.

Si tratta di progetti in risposta a emergenze e di sviluppo socioeconomico in vari settori: sanità, agricoltura, educazione, formazione. Particolare attenzione è stata data a interventi con taglio promozionale, pedagogico, di animazione, rivolti alle comunità e con approcci comunitari basati su tutela dei diritti, advocacy, lavoro in rete, nella prospettiva di offrire opportunità anche alle categorie più vulnerabili e discriminate, come donne, anziani e bambini, e di trasmettere conoscenze e strumenti che rendano lo sviluppo autonomo e sostenibile.

Pur essendo un Paese immenso, il più esteso del Continente dopo l’Algeria, con un’enorme ricchezza naturale nel sottosuolo, ha infatti un’economia fragile ed è costantemente afflitto da violenze, povertà e sconvolgimenti. “Negli ultimi vent’anni – si legge nel Dossierl’appetito, mai saziato, di accaparramento di risorse naturali da parte dei tanti soggetti in competizione è stato alla radice dei ripetuti conflitti civili che hanno provocato oltre 6 milioni di vittime, milioni di feriti, mutilati e orfani oltre che un impressionante numero di sfollati e profughi verso i Paesi circostanti”.

Tuttavia, quella della Repubblica Democratica del Congo “è sempre stata una Chiesa profetica: questa dimensione dona speranza alla popolazione. Una popolazione che ha tutti i motivi per essere davvero sconfortata, ma che, con l’aiuto della Chiesa, riesce a mantenere accesa la flebile fiamma della speranza per un futuro migliore. Questa voce profetica è osteggiata dal potere politico, ma noi Pastori non abbiamo paura di svolgere il nostro compito a servizio della popolazione”, sottolinea il Card. Fridolin Ambongo Besungu, Arcivescovo di Kinshasa e Presidente del Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar (Secam). Nell’intervista riportata nel Dossier, il Cardinale esprime “gratitudine e riconoscenza alla Chiesa italiana non solo a nome della Chiesa congolese ma della Chiesa dell’Africa in generale” per la vicinanza e il sostegno concreto.

Il “Sovvenire in radio” / Su Radio Kalaritana si racconta l’opera OAMI, destinata all’assistenza anziani e persone con disabilità

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Ospiti della V puntata della trasmissione “Sovvenire in radio: la Chiesa in servizio si racconta”, Luciano Damiazzi, responsabile OAMI Sardegna e la dottoressa Bianca Caredda, psicologa, educatrice e responsabile del Centro diurno per persone con disabilità dell’OAMI. Fondata nel 1965 da don Enrico Nardi, assistente spirituale UNITALSI, anche grazie ai fondi dell’8xmille diocesano del 2023 il progetto porta avanti un impegno importante accanto ad anziani e persone con disabilità nei suoi centri a Pirri e ad Assemini.

Ascolta la puntata

Servizio interventi caritativi sviluppo dei popoli / Anziani, una risorsa da valorizzare

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In una società che invecchia rapidamente, è fondamentale favorire l’inclusione sociale, la cura e l’accompagnamento degli anziani attraverso strutture e servizi su misura. È quanto fa la Chiesa in Italia, tramite il Servizio per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli e grazie ai fondi dell’8xmille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica.

Dal 1991 sono stati finanziati 131 progetti rivolti agli anziani di 39 Paesi del mondo, per un totale di oltre 17 milioni di euro.

La necessità di far nascere ed animare luoghi e contesti comunitari in cui gli anziani vengano valorizzati e nei quali, al contempo, venga fornito supporto fisico e psicologico, è al centro della IV Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, che si celebrerà domenica 28 luglio. Il Messaggio di Papa Francesco per l’occasione ha come titolo “Nella vecchiaia non abbandonarmi” (cfr. Sal 71,9): è un invito a costruire legami intergenerazionali, capaci di arricchire l’intera comunità. Uno scambio di valori, vita vissuta e saggezza che alimenta lo sviluppo individuale e collettivo contrastando l’isolamento.

Un recente report delle Nazioni Unite (“World Social Report 2023”) stima che entro il 2050 il numero di persone di 65 anni o più in tutto il mondo sarà più che raddoppiato, passando da 761 milioni nel 2021 a 1,6 miliardi e almeno 400 milioni di persone avranno superato la soglia degli 80 anni. Si prevede che solo nell’Unione Europea il numero di ultraottantenni aumenterà dell’88% e la spesa pubblica non riuscirà a tenere il passo. L’invecchiamento progressivo impone una rinnovata attenzione alle esigenze e i bisogni degli anziani, per i quali accanto a piani di assistenza, servono progetti di esistenza, cioè progetti per una vita in pienezza. Occorre fare in modo che ognuno sia attivo nel suo contesto di vita e che si consideri parte di una comunità che sa prendersi cura di chi è nel bisogno.

Anche nei Paesi più poveri del mondo, dove la marginalizzazione dell’anziano è una piaga ricorrente e dove si riscontrano maggiormente disuguaglianze in relazione a genere, salario, educazione, etnia e contesto di residenza.

La Chiesa in Italia continua a farsi prossima ai nonni e agli anziani, ad ogni latitudine. In Brasile, Colombia e Cuba, ad esempio, i fondi dell’8xmille hanno supportato la nascita di oltre 40 realtà progettuali.

Significativo anche il contributo della Chiesa cattolica in Medio Oriente, dove sono stati sostenuti progetti per più di 2 milioni e mezzo di euro. Sono state rinnovate strutture fatiscenti, offerte cure e assistenza ai malati, avviate attività di animazione e promozione, grazie anche all’aiuto di volontari. Progetti che vanno proprio nella direzione del messaggio del Papa, favorendo la rinascita di un senso di comunità, appartenenza e solidarietà tra generazioni.

Come avviene anche in India, dove sono stati sostenuti 34 progetti rivolti alle persone anziane, spesso abbandonate dalle proprie famiglie e in situazione di povertà estrema indigenza o vittime di violenze fisiche e psicologiche. A Thodupuzha, nel Kerala, ad esempio, dove la popolazione è prevalentemente rurale, è stato avviato un ampio progetto di durata triennale, che ha coinvolto oltre 4 mila persone. “Qui sto bene, sono assistita e curata, ma soprattutto mi sento parte di una grande famiglia, dove ognuno fa quello che può e c’è condivisione, anche nei piccoli gesti, che ci rendono ogni giorno più uniti”, racconta Swati, aprendosi in un sorriso che trasmette tutta la gioia di sentirsi inserita in una comunità viva. “Il mese scorso – aggiunge – abbiamo festeggiato il mio ottantesimo compleanno tutti insieme. È stato davvero un bel momento di convivialità”. Proprio questo è uno degli scopi del progetto: proporre attività ricreative e di formazione, per ridurre la sensazione di solitudine e far sentire le persone ancora attive. Si cerca inoltre di coinvolgere le famiglie e l’intera comunità, attraverso iniziative comuni e programmi di sensibilizzazione e advocacy.

Così, come chiede il Papa, “all’atteggiamento egoistico che porta allo scarto e alla solitudine contrapponiamo il cuore aperto e il volto lieto di chi ha il coraggio di dire “non ti abbandonerò!”.