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Vi segnaliamo l’intervista ad Andrea Rosati, incaricato della Conferenza episcopale toscana per il sostegno economico alla Chiesa cattolica, a cura di Riccardo Bigi e pubblicata su Toscana Oggi.
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Sono tante, anche in Toscana, le opere che vengono sostenute ogni anno grazie alle firme di chi sceglie di destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica. Attività caritative verso i bisognosi, restauro di chiese e opere d’arte, sostentamento dei sacerdoti, realizzazione di strutture che servono per le attività delle parrocchie (oratori, aule per il catechismo, sale per anziani…)
Andrea Rosati, della diocesi di Prato, è l’incaricato della Conferenza episcopale toscana per il sostegno economico alla Chiesa cattolica. Il meccanismo di ripartizione dei fondi, spiega, consente di arrivare in maniera capillare su tutto il territorio.
Come avviene la ripartizione tra le diocesi toscane dei fondi 8xmille destinati alla Chiesa cattolica?
«La ripartizione dei fondi 8xmille alla Chiesa cattolica viene effettuata fra le diocesi di tutta Italia e quindi anche della regione Toscana, principalmente sulla base del numero degli abitanti, dopo che la Conferenza dei vescovi ha deliberato quanto distribuire sulla base dell’attribuzione dei fondi fatta dallo Stato, il quale distribuisce l’8xmille dell’Irpef (Imposta sul reddito delle persone fisiche) alla Chiesa cattolica a seconda del numero dei contribuenti che l’hanno scelta e questo avviene per ogni singolo anno.
Purtroppo, gli Italiani che effettuano una scelta, tra quelli che potrebbero farlo, sono meno del 50% e coloro che scelgono di destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica sono in calo, sia per la diminuzione di chi sceglie la Chiesa cattolica, sia per l’affacciarsi alla ripartizione della “torta” di sempre nuove realtà.
I fondi destinati alle varie diocesi danno la possibilità di operare nell’ambito della carità, del culto e della pastorale, oltre a permettere loro di mantenere le strutture che le fanno capo e la costruzione di nuove strutture; ovviamente non ho menzionato i compensi ai sacerdoti che per buona parte vengono attinti dall’8xmille, dato che le offerte a favore dei sacerdoti, altro meccanismo previsto per il sostegno degli oltre 3.400 sacerdoti, coprono in misura minima questa voce di spesa».
Per quali finalità vengono utilizzati?
«Elencare quello che viene fatto grazie anche ai fondi dell’8xmille è opera ardua, si rischierebbe di tralasciare certamente qualche cosa e qualcuno che al contrario meriterebbe di essere menzionato, credo che ogni persona vicina alla Chiesa cattolica abbia sotto gli occhi un esempio di un intervento operato nella propria diocesi e abbia anche ben chiaro come la nascita di un oratorio, di un campo da calcetto, servano ad aggregare giovani, che gravitando intorno a un ambiente sano possano crescere in armonia».
Quali ricadute hanno sul territorio toscano le opere realizzate dalle diocesi con l’8xmille?
«Le opere realizzate con il contributo dell’8xmille possiamo affermare senza ombra di dubbio che abbiano una ricaduta significativa sul tutto il territorio circostante, con benefici non solo per i cattolici ma per tutte quelle persone attratte dalle iniziative molteplici che intorno alla Chiesa cattolica fioriscono».
Per informazioni su alcune delle opere rese possibili grazie al contributo 8xmille e non sono certamente tutte, ma solo quelle che sono documentate, si può accedere ai siti: www.8xmille.it, www.chiesacattolica.it .
Perché è importante firmare per dichiarare la propria scelta? Cosa viene fatto per informare e sensibilizzare le persone?
«La firma per destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica è una scelta importantissima che dimostra a chi ci governa quanti siamo e che cosa abbiamo a cuore, così che quando legiferano possano tenere conto delle nostre idee; la firma non costa niente solo un atto di responsabilità e di buona volontà, e in ogni parrocchia si sta lavorando perché ci sia un incaricato parrocchiale del Sovvenire con il compito, fra le altre cose, di aiutare chi si trovasse in difficoltà a fare la scelta, purtroppo ancora molte parrocchie non hanno designato un incaricato del Sovvenire e alcuni incaricati diocesani, sono stanchi e anziani e fanno fatica a rappresentare alle loro comunità l’importanza di questa formalità dall’enorme importanza.
A livello nazionale si sta cercando oramai da un paio di anni di organizzare meglio la raccolta delle firme stringendo accordi con i Caf e con le Poste per facilitare la presentazione delle buste contenenti le firme, in modo particolare per tutte quelle persone che non hanno obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi.
In Toscana il 3 e 4 ottobre prossimo si terrà un convegno che vedrà partecipare gli incaricati diocesani del Sovvenire, gli economi, i responsabili delle comunicazioni sociali e i responsabili degli Istituti diocesani sostentamento clero al fine di cercare di intrecciare le varie competenze per arrivare a sensibilizzare il maggior numero possibile di persone alla cultura del sovvenire alle esigenze economiche della chiesa cattolica.
Altre iniziative stanno partendo o sono allo studio, in Toscana è partita un’iniziativa che tende a mettere in collaborazione gli incaricati diocesani del Sovvenire con i presidenti delle sottosezioni toscane dell’Unitalsi, come è allo studio un progetto che dovrebbe vedere coinvolti i giovani del dopo cresima e oltre e i “nonni” delle varie parrocchie».