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Uniti nel dono / Don Luca Torresi: da carabiniere a sacerdote

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Dal Reparto investigazioni scientifiche dei Carabinieri… fino all’altare. Ma il filo rosso della vita di don Luca Torresi, parroco a Giulianova (TE), è rimasto comunque quello del servizio, con pazienza ed umiltà. “Non sono io la strada, ma cerco di indicarla alla comunità nella quale il Signore mi ha mandato“. Proprio come il vecchio faro per le barche che, nel buio, solcano questo mare.

È difficile capire una vocazione. Spiegarla forse è proprio impossibile. Del resto, come diceva san Tommaso d’Aquino, “per colui che ha fede non servono spiegazioni; per colui che non ha fede, nessuna spiegazione è possibile”. Lo sa bene don Luca Torresi, 49enne della provincia di Teramo che a un certo punto della sua vita ha deciso di spogliarsi della divisa di Carabiniere del Ris (Reparto investigazioni scientifiche) per indossare l’abito talare.

In realtà oggi è più facile vederlo vestito in clergyman o con un maglioncino di lana, piuttosto che della veste ecclesiastica lunga fino ai talloni. Ma i fedeli della parrocchia della Natività di Maria Vergine a Giulianova, piccola città di circa 24mila abitanti che si affaccia sul mare Adriatico nella diocesi di Teramo-Atri, quando hanno bisogno di lui sanno sempre dove trovarlo.

La parrocchia è stata affidata a don Luca nel 2018 dopo che per oltre 60 anni era stata guidata da don Ennio Lucantoni. Proprio il vecchio parroco, scomparso nel 2018 e di cui don Luca è stato vice durante l’ultima parte del suo percorso di vita, ripeteva spesso cosa lo aveva più affascinato vedendo per la prima volta quel giovane sacerdote: “Mi ha colpito il suo modo di pregare”.

E c’è proprio la preghiera alla base di quella che viene definita una “vocazione adulta”, visto che don Torresi viene consacrato presbitero il 30 maggio 2015 all’età di 42 anni, al termine di un percorso di discernimento che era iniziato nel 2005, di ritorno da un pellegrinaggio.

L’eredità di don Ennio non è stata certamente semplice da raccogliere. La comunità della Natività è composta di circa 7mila fedeli ed è arricchita dai carismi di numerosi movimenti e associazioni che hanno spesso esigenze e necessità diverse tra loro. E poi in una cittadina di mare come Giulianova, con il suo fardello di problemi legati al mondo del lavoro e alla società, si sono aggiunte anche tutte le difficoltà portate dalla pandemia di Covid-19.

Nonostante tutto, però, nella comunità giuliese don Luca rimane uno dei punti di riferimento per la vita spirituale di ognuno, dai bambini del catechismo, fino alle persone anziane e ammalate, ma soprattutto per chi versa in condizioni più disagiate, e in parrocchia non trova mai la porta sbarrata.
E poi ci sono i grandi eventi della vita di questa terra, a cominciare dall’organizzazione della festa estiva in onore di Maria Santissima del Portosalvo, sentitissima da una parrocchia che affonda le proprie radici nella realtà lavorativa legata al mare.

Il sacerdozio non è solo un dono per me ma è un dono per tutto il popolo di Dio”, aveva detto don Luca presentandosi alla comunità teramana ancora alla vigilia della sua ordinazione presbiterale. Dopo sette anni, i suoi attuali parrocchiani – come Lorenzo, Marco, Federica e Stefania, la cui voce trovate nel video di Giovanni Panozzo – continuano a vederlo come un faro, la cui luce non si lascia intrappolare dalle ingombranti colonne della chiesa parrocchiale di San Pietro apostolo ma si offre a tutti quelli che, anche solo di passaggio, chiedono un po’ di aiuto per illuminare la strada.
Proprio come fa ancora oggi il vecchio e amatissimo faro di Giulianova, per le imbarcazioni che solcano queste acque nel buio della notte.

(Testo di Marco Calvarese – foto e video di Giovanni Panozzo)

Amico del Clero / Il Campus Comunidare: una scommessa formativa

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Anche a marzo il mensile della FACI ha ospitato un articolo sull’importanza della formazione dei seminaristi ai temi del “sovvenire” a firma di don Graziano Donà, membro del Comitato per la promozione del sostegno economico della CEI.

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Il Campus “Comunidare” è stata l’espressione più concreta dell’impegno di “educare al sovvenire” da parte dei Vescovi Italiani nei confronti dei seminaristi. Infatti, nel documento Sostenere la Chiesa per servire tutti è presente un’importante esortazione nella quale si chiede ai seminaristi di accogliere la formazione riguardante le motivazioni teologiche e pastorali che stanno alla base del sistema di sostegno economico alla Chiesa in Italia e i concreti meccanismi del suo funzionamento, definiti in seguito alla revisione del Concordato tra Stato italiano e Chiesa Cattolica avvenuta nel 1984.
Il primo Campus si è tenne a Roma nel 2009 e i successivi appuntamenti annuali sono proseguiti ininterrottamente fino al 2019, quando la pandemia ha costretto a restrizioni importanti gli incontri in presenza; l’organizzazione è sempre stata affidata al Servizio Promozione per il Sostegno Economico alla Chiesa Cattolica che ha operato in stretta collaborazione con la Segreteria generale della CEI.
Nel definire il programma e gli interventi per “educare i seminaristi al sovvenire”, i responsabili del Servizio Promozione, scelsero inizialmente di seguire tre criteri che poi nel tempo sono divenuti il riferimento per tutti gli altri Campus. Vediamoli nel dettaglio.

Il primo criterio consiste nella “presunzione” che i temi del “sovvenire” non sono marginali o appartenenti solo a coloro che sono a conoscenza di un certo linguaggio economico o giuridico, ma sono temi centrali perché nascono e richiamano una precisa idea di Chiesa, radicata nel messaggio evangelico e fedele agli insegnamenti del concilio Vaticano II: un’esperienza di comunione, che riconosce a tutti i battezzati che la compongono una vera uguaglianza nella dignità e chiede loro l’impegno alla corresponsabilità e alla condivisione delle risorse (Sostenere la Chiesa per servire tutti, 4).

Il secondo criterio si basa nel desiderio di dare fondamento al “sovvenire” e quindi, da un lato, fornire una formazione concreta ed esperienziale, dall’altro fare riflessioni e approfondimenti teologici e pastorali. Concretamente questo equilibrio si è sempre avuto attraverso delle lezioni in aula in piccoli gruppi che hanno permesso fattualmente una interazione ideale tra seminaristi e docenti qualificati.

Il terzo criterio si fonda nella condivisione della fraternità e nella conoscenza di sacerdoti e Vescovi responsabili di vari ambiti e uffici della Conferenza Episcopale Italiana.

Nel corso degli anni, il criterio motivo di confronto e revisione è sempre stato il secondo. I temi di attualità ecclesiale e civile e le caratteristiche dei seminaristi, han portato sempre ad interrogarsi al fine di trovare il giusto equilibrio tra la parte formativa e quella partica o progettuale. E proprio in quest’ottica, la sospensione dovuta alla pandemia, ha portato ad una revisione del metodo del Campus che nelle prossime settimane verrà ufficialmente presentato nella sua nuova veste.

Ad oggi però ciò che emerge è un senso di gratitudine per il lavoro svolto e per la formazione avuta e condivisa. Ogni anno oltre cento seminaristi hanno dato vita ad un laboratorio di idee e di vita che nel tempo ha dato frutti e che ha permesso, a molti giovani sacerdoti, di avere gli strumenti, per essere in grado un giorno di accompagnare con convinzione e con lealtà le comunità loro affidate (Sostenere la Chiesa per Servire tutti, 16).

8xmille alla Chiesa cattolica / Monzio Compagnoni: “Nulla di scontato”

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Le dichiarazioni del 2020 (su redditi 2019) hanno registrato – secondo i dati messi a disposizione dal Ministero dell’economia e delle finanze – un calo di circa un milione di firme per la Chiesa cattolica e un corrispondente contemporaneo aumento nei confronti dello Stato. È vero che eravamo nel cuore della prima ondata di pandemia e che certamente il senso civico di tanti italiani li ha portati, forse, a guardare alle istituzioni pubbliche più in difficoltà, specialmente quelle sanitarie. È vero che restano sempre una larghissima maggioranza le preferenze raccolte dalla Chiesa cattolica (oltre 12 milioni di firme, più del 70% di quelle espresse). Però il segnale non può essere trascurato, perché si tratta del più forte calo di consensi mai registrato da quando c’è l’8xmille. Ne parliamo con Massimo Monzio Compagnoni, responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica.

Questo calo di consensi la preoccupa?
Non direi, visto il contesto in cui questi numeri sono maturati. Sono però dei dati che ci devono far riflettere. Da quando, poco più di 30 anni fa, il sistema dell’8xmille è andato a regime, si è consolidata una sorta di convinzione che le percentuali dei firmatari saranno sempre le stesse. 

E invece, non è così?
Non è detto. Di queste risorse è sempre stato fatto un buon uso: scrupoloso, accuratamente rendicontato e che ha prodotto risultati straordinari in termini di servizio ai poveri, manutenzione dei beni culturali della Chiesa, sostegno all’azione pastorale. Forse però è giunto il momento di fare un passo avanti ulteriore. 

A cosa si riferisce?
Le rispondo con le parole del Card. Attilio Nicora, scomparso a 80 anni nel 2017, che per anni ha offerto un contributo fondamentale al cammino del “sovvenire” nella Chiesa italiana. Diceva Nicora: “La verifica dell’autenticità di uno spirito di comunione e di corresponsabilità, è la disponibilità che uno ha di mettersi a tal punto dentro, da mettere insieme anche la questione delle risorse, dei mezzi economici, delle necessità che la Chiesa ha di sostenersi per vivere e per esercitare la propria missione”. Ecco allora la domanda da farci: fino a che punto siamo dentro, nel cammino della nostra Chiesa? Fino a che punto la sentiamo veramente nostra? 

Chi deve dare una risposta a questa domanda?
Tutti coloro che si sentono parte della Chiesa. La Chiesa non è ricca e non deve mai ambire ad esserlo. Accettando l’8xmille ha fatto comunque una scelta di povertà: dipendere dalle firme dei cittadini. In ogni diocesi, in ogni parrocchia, in ogni famiglia bisogna ritrovare quindi quello slancio che ci fa dire: “la mia firma è fondamentale, perché le necessità della Chiesa riguardano anche me”. L’8xmille, è vero, non costa nulla a chi firma, ma non può mai essere dato per scontato. L’impegno a far crescere le firme e a sostenerle riguarda tutti, nessuno escluso. La pandemia e il calo di consensi che c’è stato, ce lo hanno ricordato con provvidenziale forza.

(A cura di Stefano Proietti)

Uniti nel dono / Continua il percorso dei video quaresimali anche su Facebook

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Con domenica 27 marzo siamo arrivati al quarto appuntamento, e ora ne mancano altri due.

Come abbiamo già fatto in occasione dell’Avvento, infatti, anche in Quaresima ci stiamo lasciando interpellare ogni settimana da un versetto della Parola domenicale, cercando di approfondirne il messaggio attraverso un video.

Sono testimonianze, riflessioni e racconti dei nostri sacerdoti e delle persone che condividono il loro cammino e li stiamo raccogliendo tutti in questa pagina del sito unitineldono.it.

Nelle quattro scorse settimane abbiamo approfondito:

  • il tema del digiuno nell’esperienza di fede (I domenica), con il racconto della “messa-cena” del mercoledì nella parrocchia romana di San Frumenzio;
  • come la preghiera possa cambiarci davvero la vita (II domenica), con la meditazione del Vescovo ausiliare di Roma Mons. Paolo Ricciardi;
  • il rapporto tra la fede e il dolore inspiegabile (III domenica), con la toccante testimonianza di una coppia di sposi che ha perduto un figlio e del cappellano dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù;
  • la possibilità di rinascere incontrando Gesù (IV domenica), con la voce di un uomo che è uscito dalla spirale della tossicodipendenza e di uno dei sacerdoti che lo ha accompagnato, nella comunità Nuovi Orizzonti.

Nelle prossime due settimane, ormai prossimi alla Pasqua, mediteremo su come il sacramento della riconciliazione possa davvero guarire il cuore (V domenica), ascoltando un confessore del Santuario del Divino Amore, e su come si possa accogliere la croce per risorgere (domenica delle Palme), con la bellissima testimonianza di un parroco torinese affetto dalla SLA, che ha trasformato la sua parrocchia in una eccellenza nell’attenzione a chi è diversamente abile.

I video, oltre che nel sito unitineldono.it, sono pubblicati su YouTube e rilanciati anche sulla pagina Facebook delle Offerte per i sacerdoti.

Paesi in via di sviluppo / Progetti per giovani, donne e bambini

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Il Comitato per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo, nella riunione di febbraio, ha approvato 69 nuovi progetti, per i quali saranno stanziati € 14.804.199 così suddivisi: € 11.297.098 per 41 progetti in Africa, € 2.369.646 per 18 progetti in America Latina; € 921.444 per 8 progetti in Asia; € 107.920 per 1 progetto in Medio Oriente; € 108.091 per 1 progetto nell’Europa dell’Est.

Tra gli interventi più significativi, cinque saranno realizzati in Africa: in Cameroun, le Ancelle della Visitazione offriranno alle ragazze madri della tribù pigmea un’opportunità di formazione attraverso laboratori di cucito, ricamo, fabbricazione del sapone e informatica; in Etiopia, i Frati Minori Cappuccini – attraverso la Onlus Missioni Estere Cappuccini – costruiranno a Soddo una struttura scolastica per consentire agli studenti di frequentare le classi dalla nona alla dodicesima, fondamentali per l’iscrizione all’Università; nelle Isole Comore, il Vicariato Apostolico provvederà a ristrutturare ed arredare la Scuola “Avenir” di Moroni, attualmente frequentata da 825 studenti indigeni; in Mozambico, a Maputo, le Suore Mercedarie della Carità creeranno un Centro per accogliere le giovani studentesse che provengono dalle province per completare il loro ciclo di studi; in Sudan, i Missionari Comboniani amplieranno la Facoltà di Infermieristica e Studi post-laurea del Collegio Comboniano di Scienze e Tecnologie a Khartoum, realizzando un nuovo polo universitario.

Dei 18 progetti che vedranno la luce nel Continente latino-americano, particolare rilevanza assume quello proposto in Bolivia dalla “Onlus Women For Freedom” che, attraverso l’ampliamento di una struttura per l’accoglienza di vittime della tratta e il rafforzamento degli interventi per il reinserimento delle ragazze nel tessuto sociale e lavorativo, contribuirà a contrastare il fenomeno della tratta e dello sfruttamento sessuale di minorenni nei territori di El Alto e La Paz. In Brasile, la Diocesi di Paranavai acquisterà nuove attrezzature per la radio per poter garantire una migliore qualità e raggiungere così un pubblico più ampio. In Costa Rica, la Conferenza Episcopale metterà a norma e amplierà la struttura dell’Università cattolica di Costa Rica con sede a San Carlos.

Nel Continente Asiatico: in Bangladesh, la Fondazione Marista per la Solidarietà Internazionale Onlus amplierà i locali dell’ostello che si trova vicino alla scuola di Saint Marcellin nella diocesi di Sylhet così da garantire accoglienza e sostegno alle bambine e ragazze particolarmente povere che abitano nell’area di Moulvibazar. In India, nella diocesi di Ootacamund, le Suore Salesiane Missionarie di Maria doteranno di apparecchiature ospedaliere la struttura “Nirmala Nursing Home” di Udhagamandalam.

Nell’Europa dell’Est, in Georgia, la Sulkahan-Saba Orbeliani University acquisterà attrezzature e arredi necessari alla messa in funzione del dormitorio per 90 studenti dell’Università cattolica di Tbilisi.

14 febbraio 2022

Campagna CEI 2022 / Da Bergamo a Palermo, tutto il bene dei progetti 8xmille

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La prossima campagna pubblicitaria per ricordare agli italiani il valore e l’importanza di ogni firma per destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica, ci porterà in giro per il Belpaese da Bergamo fino a Palermo, passando per Faenza (RA), Reggio Emilia, Grottazzolina (FM), Roma, Acerra (NA) e Foggia.
Gli spot pubblicitari, girati come sempre senza far uso di attori ma coinvolgendo i diretti protagonisti delle opere finanziate con il denaro proveniente dai fondi 8xmille, offriranno degli spaccati di vita di questi progetti, scelti tra gli oltre 8.000 che ogni anno vengono sostenuti grazie alle firme dei contribuenti. Sono attività che spaziano dal servizio ai più poveri, in Italia e nei Paesi in via di sviluppo, fino alla manutenzione dei beni culturali ecclesiastici, al supporto ai progetti pastorali della Chiesa che è in Italia e al sostentamento dei sacerdoti, secondo quanto previsto dalla legge 222/85.
Vedremo, dunque, il dormitorio bergamasco del Galgario, che accoglie ogni notte fino ad 80 persone ed è affiancato, di giorno, da un centro diurno che offre conforto e ascolto e organizza appuntamenti culturali aperti a tutti.

Entreremo nella bellissima chiesa del Ss.mo Sacramento e del Rosario a Grottazzolina, che dopo il terremoto di Amatrice del 2016 è stata finalmente restaurata grazie all’8xmille e alla generosa collaborazione della diocesi di Fermo.

Conosceremo la Locanda San Francesco che, a Reggio Emilia, offre un condominio solidale a persone in difficoltà abitativa, che poi a loro volta si mettono a servizio della collettività.

Visiteremo la casa d’accoglienza foggiana Madre Teresa di Calcutta, dove donne vittime di abusi, insieme ai loro figli, possono tornare ad assaporare una vita serena e dignitosa, al sicuro da chi aveva imposto loro sfruttamento e violenza.

Impareremo, nell’orto faentino di Terra condivisa, cosa sia l’agricoltura solidale, che coniuga formazione dei giovani e recupero delle tradizioni contadine e offre una possibilità di lavoro a disoccupati, richiedenti asilo e persone con disabilità.

Ad Acerra, poi, ci sarà presentato Educ.Arte.Nativo, uno spazio di aggregazione per i giovani che ospita un oratorio, un centro sportivo e un doposcuola per i minori a rischio dal nome che è tutto un programma: “Ti vengo a cercare”.

A Roma troveremo invece Casa Wanda, un centro diurno dove si cura il buio dell’Alzheimer e dove sono state accolte più di 60 persone con percorsi di recupero personalizzati e sono state garantite 750 consulenze medico-geriatriche, osteopatiche e psicologiche.

Andremo infine a incontrare chi lavora nella mensa San Carlo di Palermo, dove ogni anno, grazie all’impegno dei volontari e ai fondi dell’8xmille, sono serviti 40mila pasti caldi e 7 mila famiglie vengono seguite dalla rete Caritas e dalle associazioni. Numeri che, dopo la prima fase della pandemia, sono lievitati fino a toccare quota 15mila famiglie, per un totale di 45.500 persone servite.

Firmato da Te / A marzo altre storie di accoglienza, educazione e lavoro

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Apicoltura Solidale, Trivento
A Castelguidone, un piccolo borgo immerso nel verde del Molise, la Caritas della Diocesi di Trivento nel 2019 ha avviato il progetto di Apicoltura solidale in un terreno della parrocchia. Qui le chiamano le “api di Dio” perché il progetto ha l’obiettivo di aiutare persone del posto che hanno perso il lavoro a causa della crisi, formandoli professionalmente e consentendo lo start-up reale di una impresa. Grazie ai fondi dell’8xmille l’apiario ha potenziato l’attività formativa e si è arricchito di nuove attrezzature per la produzione del miele. Non solo assistenza ma soprattutto un futuro concreto è quello che si vuole donare ai “nuovi” apicoltori.

Una casa per ripartire, Trento
Il progetto “Una Casa per Ripartire”, realizzato dalla Caritas di Trento grazie al contributo dell’8xmille, mira al reinserimento sociale di ex detenuti e persone che devono scontare una pena in regime domiciliare. Il motore del riscatto è lo studio: c’è chi inizia un percorso in cella, ma fatica a proseguire una volta uscito. A Trento, si possono trovare un luogo in cui stare e soprattutto il sostegno di chi conosce bene la vita in carcere. I “peer” sono ex detenuti, a loro volta studenti, che accompagnano e supportano i nuovi arrivati, affinché non perdano di vista l’obiettivo, sia esso una laurea o un diploma di qualifica professionale. I casi in cui gli studenti mancano il risultato sono rarissimi.

Centro educativo, Cerignola
Fermare la dispersione scolastica
che mette a rischio tanti ragazzini che potrebbero finire nella rete della criminalità organizzata. Aiutarli a orientarsi nel mondo del lavoro, pensando a un futuro fatto di impegno e legalità. È l’obiettivo dei volontari del centro educativoDiorama” di Cerignola, nel foggiano. L’obiettivo è dare continuità alle attività e ai progetti promossi dalla Caritas della diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano sostenuti dalla Caritas italiana con i fondi dell’8xmille.

Firmato da Te è un progetto televisivo sostenuto dal Servizio Promozione Sostegno Economico della CEI in collaborazione con Corallo e TV2000 nato per raccontare, in pochi minuti e attraverso la voce dei protagonisti, cosa si fa concretamente con l’8xmille destinato alla Chiesa cattolica.
Il programma mette in luce il valore della gratuità, tocca la carne viva di ferite che spesso non si vogliono vedere, comprende gli sforzi di una chiesa in uscita, “ospedale da campo” che, anche nell’emergenza, non ha mai smesso di prendersi cura dei più deboli.

“Sovvenire” in Lombardia / Mons. Delpini: nuove strategie per rinnovare la fiducia

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Si è svolto a Milano – presso l’Arcivescovado lo scorso 24 febbraio – l’incontro regionale degli incaricati diocesani del “sovvenire”. Ha aperto i lavori il referente regionale, dott. Attilio Marazzi, mentre il Vescovo delegato, Mons Giuseppe Merisi, ha tenuto la preghiera iniziale. Con una  breve meditazioni, ha richiamato tutti a lavorare nella correttezza, con trasparenza e con uno spirito di accoglienza verso tutti e facendo dell’esperienza acquisita un monito per continuare.

Poi, il primo intervento è stato tenuto da Mons. Giuseppe Scotti, delegato delle comunicazioni e segretario della Conferenza Episcopale Lombarda. Ha trattato il tema: Comunicare per coinvolgere. Ha  sottolineato come spesso manchi la coesione nelle comunicazioni, soffermandosi sul taglio da dare al messaggio. L’8xmille, non dovrebbe essere presentato come una ricchezza da gestire, per quanto con trasparenza, ma come un gesto verso una Chiesa di cui ci si fida. Una Chiesa credibile. Dimostrando così un alto senso civico.

Successivamente, il responsabile nazionale, dott. Massimo Monzio Compagnoni, ha presentato i dati della situazione nazione, raffrontandoli con quelli della Lombardia. Qui, pur con qualche segnale negativo, le dieci diocesi lombarde stanno portato avanti un buon lavoro. Le firme in Lombardia, oggi, sono il 78%, mentre a livello nazionale sono attorno al 71%.

La riunione è proseguita con un dibattito tra gli incaricati diocesani e si è conclusa con l’intervento di Mons. Mario Delpini. L’Arcivescovo di Milano ha chiesto di trovare nuove strategie comunicative, reali, che creino fiducia e raggiungano tutti. In particolare, ha suggerito di creare canali maggiormente significativi che coinvolgano non solo i preti, ma anche i laici e le associazioni laicali. Cercando, in tutti, fiducia. E sperando nella ragionevolezza e sensibilità per le Offerte e le firme.
Oltre al tema di comunicazione, Mons Delpini ha sottolineato, che è necessario continuare nella formazione e nella cucitura di relazioni. Anche strategiche, con gruppi e movimenti.

Il metropolita regionale, infine, non ha scansato pure un esame personale. Anche a noi Vescovi Lombardi, ha dichiarato, tocca ricordare e richiamare il tema del sostentamento clero, con raccomandazioni e sollecitazioni incisive.

La mattinata si è conclusa con un momento di preghiera, seguito dal pranzo presso la casa dell’Arcivescovo.

Attilio Marazzi
Referente regionale Lombardia

Nuovi incaricati del “sovvenire” / A marzo incontro di formazione

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Per formare, promuovere, sensibilizzare la propria comunità ai valori/strumenti del “sovvenire”, l’incaricato diocesano ha necessità, a sua volta, di essere correttamente formato.

Da sempre in appositi corsi e negli ultimi anni all’interno del Campus ComuniDare, il Servizio Centrale ha curato la formazione specifica degli incaricati di nuova nomina. Purtroppo però dal 2022, a causa della pandemia, non è stato possibile rispettare tale impegno e quindi, di fatto, gli incaricati nominati negli ultimi due anni non hanno potuto partecipare ai corsi di formazione (anche se, come “coordinamento della Rete Territoriale” si è cercato comunque di sopperire con incontri via web e colloqui telefonici dedicati ai singoli nuovi incaricati diocesani per fornire loro una formazione essenziale e l’assistenza necessaria per svolgere al meglio il proprio mandato).

Riteniamo perciò indispensabile fare un corso di formazione ad hoc a tutti i nuovi incaricati nominati dal 1 gennaio 2020 a oggi, considerato anche la difficoltà oggettiva di dover formare le parrocchie che hanno aderito al progetto unafirmaXunire. L’incontro di formazione si terrà via web e si articolerà in 2 giorni i prossimi 23 e 24 marzo dalle ore 15.00 alle 16.30. Qualche giorno prima verrà inviato via mail il link per accedere all’evento.

Eventuali comunicazioni inviatele a: territorio@sovvenire.it

Per ulteriori informazioni fate riferimento a Stefano M. Gasseri.