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Convegno nazionale “sovvenire” 2023 / A febbraio appuntamento a Roma

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Il prossimo Convegno nazionale degli incaricati diocesani del “sovvenire” si terrà a Roma dal 15 al 18 febbraio 2023 presso il TH Roma Carpegna Palace Hotel.

Il primo giorno sarà dedicato agli arrivi e registrazioni. Ci sarà poi una cena di benvenuto per tornare, dopo 3 anni, ad incontrarsi, a sorridere e condividere momenti di convivialità.

Sarà un appuntamento molto importante da non mancare assolutamente.

Infatti per l’occasione verrà consegnato ad ogni incaricato un tablet, inedito strumento, per poter organizzare al meglio tutte le attività sul territorio. Conterrà un unico programma, fruibile online, che consentirà ai vari livelli (regione, diocesi, parrocchia) di conoscere le attività e di interagire con il proprio territorio di competenza, monitorandone i risultati.

Seguiteci su In Cerchio per gli aggiornamenti e altre notizie sul prossimo incontro nazionale.

Presentazione

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Cari incaricati,

l’estate si preannuncia molto calda e anche le nostre attività, presenti e future, faranno “sudare” un bel po’. La campagna 8xmille è ancora in pieno svolgimento in tv, alla radio e su vari media ma già stiamo lavorando su quella del prossimo anno.

UnafirmaXunire si chiuderà a fine luglio e subito dopo, le stesse parrocchie, continueranno con la promozione di un altro progetto dedicato alla raccolta delle Offerte per i sacerdoti. Si chiamerà “Uniti possiamo” e partirà a settembre.

A questo proposito servirà tutto il vostro impegno per raggiungere la quota 5.000 in termini di parrocchie da reclutare. Conto veramente sul vostro aiuto.

La terza domenica di settembre si conferma anche la Giornata Nazionale dedicata al sostentamento del clero. A tutte le parrocchie varrà inviata una busta che conterrà una locandina e un pieghevole con una comunicazione per il parroco, uno spunto per l’appello da leggere, o far leggere, a fine celebrazione e una serie di domande e risposte.

Anche qui avremo bisogno di voi e del vostro aiuto. Far conoscere le Offerte per i sacerdoti è una forma di partecipazione alla vita della Chiesa e alle sue necessità molto difficile da promuovere. Il vostro obiettivo sarà sensibilizzare soprattutto i sacerdoti. Perché se è importante sensibilizzare le comunità dei fedeli a farsi carico dei sacerdoti, questo non potrà avvenire se i parroci si rifiutano di dare spazio a questo tema.

Il passo successivo sarà quindi lo sviluppo di una rete di referenti parrocchiali, e su questo lavoreremo insieme.

Infine un altro fronte importante è la formazione dei seminaristi. Per questo abbiamo deciso di rinnovare il Campus Comunidare, il corso di formazione integrativo sui nostri temi riservato ai seminaristi del V e VI anno e anche da qualche tempo ai nuovi incaricati diocesani. Per poter avviare una profonda riflessione in merito, questo evento, in accordo con il Vescovo Mons. Donato Negro, sarà rimandato al prossimo anno.

Per le altre notizie vi lascio a questo numero di In Cerchio e vi do appuntamento a fine luglio.

Un saluto

Massimo

Giornata Nazione Offerte / Il 18 settembre, uniti nel dono, possiamo fare tanto

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Come già avvenuto lo scorso anno la Giornata Nazionale Offerte per il clero ha cambiato data e da novembre, domenica di “Cristo Re”, è stata anticipata alla terza domenica di settembre. Questo spostamento ha creato qualche problema organizzativo e infatti i dati delle Offerte raccolte nell’ultima Giornata Nazionale non sono stati positivi. Tuttavia la Giornata si conferma un’occasione preziosa per coinvolgere le comunità dei fedeli, spiegando loro che il sostegno ai sacerdoti è uno strumento con cui esprimere un cammino di condivisione che esiste nella Chiesa fin dai tempi degli apostoli.

Perciò per il prossimo 18 settembre le parrocchie italiane riceveranno una busta con una locandina e un pieghevole. Il pieghevole contiene una comunicazione per il parroco, suggerimenti su come organizzare al meglio la Giornata Nazionale, uno spunto per l’appello da leggere, o far leggere, a fine celebrazione e una serie di domande e risposte.

Sappiamo che i parroci non sono entusiasti all’idea di chiedere Offerte per il proprio sostentamento in un momento di crisi, ma sappiamo anche che il tema del sostentamento dei sacerdoti deve rappresentare sempre più per le nostre comunità una scelta valoriale: decidere di essere parte della Chiesa al punto da farsi carico anche dei suoi bisogni materiali.

Le Offerte deducibili, entrate in vigore ricordiamo nel 1989, non sono state ancora percepite dai fedeli come uno strumento di vera partecipazione alla vita della Chiesa. Nel 2021, in occasione della Giornata, sono state raccolte appena 3.006 Offerte su un totale di quasi 25.600 parrocchie. Significa che un solo praticante ogni 8 parrocchie e mezza ha compiuto questo gesto. Tutti gli altri non lo hanno fatto!

Quest’anno sarà quindi importante, ancora una volta, ricordare ai parroci di dedicare, il 18 settembre, un momento alla fine di ogni messa per sottolineare l’importanza di questo gesto di comunione.

Firenze / Accordo apripista tra l’Arcidiocesi del capoluogo toscano e la Cisl regionale

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L’incaricato per il “sovvenire” di Firenze Stefano Ciappelli, ci segnala questa iniziativa a sostegno del progetto “unafirmaXunire”. Si tratta di un accordo con la Cisl regionale per consentire, anche a chi non presenta la dichiarazione dei redditi, di poter destinare l’8xmille. Al via il progetto pilota a Firenze, ma l’intesa potrebbe essere estesa a tutta la Toscana.

Si legge nel comunicato stampa diramato il 17 giugno:

Parte da Firenze ma riguarderà anche tutte le diocesi della Toscana la collaborazione che agevolerà chi non è tenuto alla presentazione della dichiarazione dei redditi ad esercitare il diritto, sancito dalla legge, di destinare il proprio 8xmille, senza alcun onere aggiuntivo.

Un’opzione che ad oggi viene esercitata da meno dell’1% dei 10,4 milioni di cittadini italiani esonerati dal presentare ogni anno Modello 730 (22 milioni) o Modello Redditi (9 milioni): in gran parte pensionati, ma anche lavoratori dipendenti senza altre entrate o detrazioni.

A renderlo possibile è un accordo apripista tra la diocesi del capoluogo toscano e la Cisl regionale, che potrà essere riproposto in tutte le diocesi della nostra regione.
Così trova attuazione il progetto sperimentale “unafirmaXunire” lanciato dalla Conferenza Episcopale Italiana che, a livello nazionale, interessa circa cinquemila parrocchie, trenta delle quali nella diocesi di Firenze. “Ognuna di esse – spiega l’economo diocesano Stefano Ciappelli, che è il coordinatore del progetto – offrirà un servizio di informazione e raccolta. Chi non è tenuto a presentare la dichiarazione dei redditi avrà la possibilità di ritirare e riconsegnare la scheda per la scelta della destinazione dell’8xmille dell’Irpef. Il termine per la consegna delle schede alle parrocchie è il 15 novembre.”

“La diocesi ci ha esposto un’esigenza che aveva – spiega il segretario generale della Cisl Toscana, Ciro Recce – e noi abbiamo dato la nostra disponibilità a dare una mano, attraverso i nostri Caf. La nostra ovviamente non è una scelta confessionale, ma un impegno per rendere più agevole a dei cittadini esercitare un loro diritto”.

Inoltre è stato realizzato un opuscolo riepilogativo di dieci anni di 8xmille in diocesi di Firenze.

L’opuscolo sarà diffuso in allegato al settimanale diocesano Toscana Oggi, inoltre un considerevole quantitativo di copie è stato inviato alle parrocchie interessate al progetto, “per le quali – conclude Ciappelli – potrà costituire un valido strumento a supporto dell’attività; la versione in PDF è stata inviata via mail anche a tutti i sacerdoti e a breve sarà anche messa a disposizione sul portale diocesano”.

Il Papa al clero siciliano / “Vi guidi il Concilio”

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Andrea De Angelis per la Radio Vaticana è autore di questo servizio sull’udienza che papa Francesco ha dedicato al clero siciliano in occasione della Solennità della Patrona, la Madonna Odigitria, e nel ricordo dei Beati don Pino Puglisi e Rosario Livatino: custodite la pietà popolare ma educatela al passo con la crescita dell’esperienza ecclesiale.

Protagonisti nella storia, accanto alla gente nel “pieno stile del pastore”, dunque con “vicinanza, compassione e tenerezza”, perché “il cambiamento d’epoca nel quale ci ritroviamo a vivere richiede scelte coraggiose, illuminate con il discernimento dello Spirito Santo”, e “la Sicilia non è fuori da questo cambiamento”. In questo contesto occorre comprendere le peculiarità della Sicilia, “per annunciare il Vangelo di Dio”. Un compito che “chiede a noi sacerdoti e vescovi il servizio pieno, totale ed esclusivo”. Papa Francesco rivolge questo invito ai quindici vescovi e circa trecento sacerdoti siciliani ricevuti oggi in Vaticano, nella Sala Clementina, in occasione della solennità della Madonna Odigitria, patrona dell’isola.

La situazione sociale
Il Papa sottolinea come in passato la Sicilia si sia trovata “al centro di percorsi storici che i popoli continentali disegnano”, e accogliendo “i passaggi di questi popoli, ora dominatori ora migranti”, nel tempo “li ha integrati nel suo tessuto, sviluppando una propria cultura”. Una cultura che Francesco ricorda di aver conosciuto anche attraverso un film, “Il Kaos”, dei fratelli Taviani, dove protagonisti sono quattro racconti di Pirandello. “Sono rimasto stupito da quella bellezza, da quella cultura, da quella insularità continentale”. Questo non vuol dire però negare le difficoltà esistenti.

Questo non significa che sia un’isola felice, perché la condizione di insularità incide profondamente sulla società siciliana, finendo per mettere in maggior risalto le contraddizioni che portiamo dentro di noi. Sicché si assiste in Sicilia a comportamenti e gesti improntati a grandi virtù come a crudeli efferatezze. Come pure, accanto a capolavori di straordinaria bellezza artistica si vedono scene di trascuratezza mortificanti. E ugualmente, a fronte di uomini e donne di grande cultura, molti bambini e ragazzi evadono la scuola rimanendo tagliati fuori da una vita umana dignitosa. La quotidianità siciliana assume forti tinte, come gli intensi colori del cielo e dei fiori, dei campi e del mare, che risplendono per la forza della luminosità solare. Non a caso tanto sangue è stato versato per la mano di violenti, ma anche per la resistenza umile ed eroica dei santi e dei giusti, servitori della Chiesa e dello Stato.

I giovani siciliani
Francesco parla di una situazione sociale “in netta regressione da anni”, palesata ad esempio “dallo spopolamento dell’isola, dovuto sia al calo delle nascite, sia all’emigrazione massiccia dei giovani”. E nel chiedere ai sacerdoti e vescovi un “servizio pieno, totale ed esclusivo”, rivolge proprio ai più giovani il suo pensiero:

I giovani stentano a percepire nelle parrocchie e nei movimenti ecclesiali un aiuto alla loro ricerca del senso della vita; e non sempre vi scorgono la chiara presa di distanza da vecchi modi di agire, errati e perfino immorali, per imboccare decisamente la strada della giustizia e dell’onestà. Io mi sono addolorato quando ho dovuto avere nelle mani qualche pratica che è arrivata alle Congregazioni romane per qualche giudizio su sacerdoti e persone di Chiesa: ma come mai, come mai si è arrivati a questa strada di ingiustizia e disonestà?

I Beati, esempio di vicinanza
Il Papa ricorda poi come in passato non siano mancate, come oggi, “figure di sacerdoti e fedeli che abbracciano pienamente le sorti del popolo”. Il suo pensiero va in particolare a due di loro:

Come non ricordare i Beati don Pino Puglisi e Rosario Livatino, ma anche persone meno note, donne e uomini che hanno vissuto in ogni stato di vita la fedeltà a Cristo e al popolo? Come ignorare il silenzioso lavoro, tenace e amorevole, di tanti sacerdoti in mezzo alla gente sfiduciata o senza lavoro, in mezzo ai fanciulli o agli anziani sempre più soli? Per questo, in Sicilia, si guarda ancora ai sacerdoti come a guide spirituali e morali, persone che possono anche contribuire a migliorare la vita civile e sociale dell’Isola, a sostenere la famiglia e ad essere riferimento per i giovani in crescita. Alta ed esigente è l’attesa della gente siciliana verso i sacerdoti. Non restare a metà cammino, per favore. 

Lo stile di Dio e del pastore
Dinanzi al cambiamento, alle difficoltà di tutti i giorni, quando – evidenzia Francesco – “prevale l’amarezza e la delusione per la distanza che separa la Sicilia dalle zone più ricche ed evolute” d’Italia e d’Europa, è lì, sostiene, che “noi pastori siamo chiamati ad abbracciare fino in fondo la vita di questo popolo”. Sono tre le parole che il Santo Padre indica ai religiosi:

Vicinanza, compassione e tenerezza: questo è lo stile di Dio ed è anche lo stile del pastore. Lo stesso Signore dice al suo popolo: “Dimmi, quale popolo ha i suoi dei così vicini come tu me?”. La vicinanza, che è compassionevole, perdona tutto, è tenera. Abbraccia, accarezza.

Uno stile che mette al centro l’Eucaristia. Il Papa, chiedendo ai religiosi di stare attenti al carrierismo, “strada sbagliata che alla fine ti lascia solo, deluso”, ricorda quanto detto a Palermo quasi quattro anni fa, nel discorso al clero, ai religiosi e ai seminaristi:

Le parole dell’Istituzione delineano la nostra identità sacerdotale: ci ricordano che il prete è uomo del dono, del dono di sé, ogni giorno, senza ferie e senza sosta. Perché la nostra, cari sacerdoti, non è una professione ma una donazione; non un mestiere, che può servire pure per fare carriera, ma una missione.

La sinodalità e l’affidamento a Maria
Il Papa prosegue il suo discorso apprezzando i propositi delle diocesi siciliane di “fare esercizi di sinodalità”, una pratica che ha come “primo valore quello dell’unità”:

Nelle varie iniziative per la formazione regionale del clero, è bello il vostro proposito di fare esercizi di sinodalità vivificando la fraternità e la paternità sacerdotale, di “camminare insieme” narrando reciprocamente le esperienze umane e spirituali, le iniziative pastorali, con sincerità e naturalezza, con gratitudine e stupore per i passi compiuti con l’aiuto dello Spirito. Un cammino che certamente richiede apertura alle sorprese di Dio nella nostra vita e negli snodi esistenziali delle nostre comunità, con la consapevolezza che attraverso l’ascolto, umile e sincero, possiamo vivere un discernimento che raggiunge il cuore e ci modifica interiormente.

Quindi Francesco sottolinea l’importanza “dell’affidamento a Maria”, presupposto di “un dialogo che conforta e lenisce ogni ferita”, in grado di mostrare al sacerdote “la fecondità del celibato”:

In questo dialogo semplice, fatto di sguardi e di parole umili come quelle del Rosario, il sacerdote scopre come la perla della verginità di Maria, totalmente dedita a Dio, la renda madre tenera verso tutti. Così anche lui, quasi a sua insaputa, vede la fecondità di un celibato, a volte faticoso da portare avanti, ma prezioso e ricco nella sua trasparenza.

La riforma liturgica del Concilio
Al termine del discorso, Francesco si rivolge ai vescovi e sacerdoti invitandoli a custodire la pietà popolare e ad educarla, ricordando “quanto diceva San Paolo VI: allontanarla da ogni gesto superstizioso ma anche prendere quella sostanza che ha dentro”
. Quindi mette in guardia dal chiacchiericcio, “una peste che distrugge la Chiesa, distrugge le comunità, distrugge l’appartenenza, distrugge la personalità”. Poi l’invito a favorire la riforma liturgica a sessant’anni dal Concilio:

Io non vado a Messa lì, ma ho visto delle fotografie. Io parlo chiaro, eh? Ma carissimi, voi ancora i merletti, le monete …: ma dove stiamo? Sessant’anni dopo un Concilio? Un po’ di aggiornamento anche nell’arte liturgica, nella moda liturgica! Sì, alle volte portare qualche merletto della nonna va, ma alle volte … È per fare un omaggio alla nonna, no? (grande applauso) Avete capito tutto, no?, avete capito. È bello fare omaggio alla nonna, ma è meglio celebrare la madre, la Santa Madre Chiesa, e come la Madre Chiesa vuole essere celebrata. E che la insularità non impedisca la vera riforma liturgica che i il Concilio ha mandato avanti. E non rimanere quietisti.

Diocesi Milano / Don Massimo Pavanello a Telenova

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Siamo nel periodo di dichiarazione dei redditi e l’emittente Telenova ha dedicato la rubrica “La Chiesa nella città” all’8xmille. Un sostegno economico sempre più in difficoltà, ma che vede la nascita di nuovi progetti tra le parrocchie. In studio, il responsabile del Servizio diocesano per la promozione del sostegno economico alla Chiesa, don Massimo Pavanello e Cecilia Granato, consulente finanziario che ha illustrato un’iniziativa del Decanato Cologno Monzese.

02:27 Cos’è l’8xmille

06:17 L’esperienza del Decanato di Cologno Monzese

09:55 Come vengono utilizzati i fondi dell’8xmille

12:34 Le parole dell’Arcivescovo: “La cura dei beni della Chiesa”

13:41 La gestione trasparente dei fondi

Uniti nel dono / A Livorno don Cristian, il parroco “eremita”

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Si può essere eremiti in mezzo alla gente? Don Cristian Leonardelli, una delle ultime storie pubblicate su www.unitineldono.it, ha fatto questa scelta e la sua comunità parrocchiale, quella di S. Giovanni Gualberto, sulle colline di Livorno, ne respira tutta la spiritualità.

Don Cristian, classe 1974, ordinato sacerdote nel 2008, è arrivato a Livorno dalla Val di Non e dopo aver svolto il suo ministero in alcune parrocchie della diocesi, è stato destinato dal vescovo, monsignor Simone Giusti, alla parrocchia di Valle Benedetta.

Appena sono arrivato in questo luogo ho sentito una chiamata per tutta la vita, senza riserve – racconta – come un seme gettato, totalmente consegnato, trasparente a me stesso e trasparente all’amore di Dio”.

La comunità di Valle Benedetta abbraccia un’ampia zona boscosa e dall’alto veglia sulla città; da lassù nelle giornate più limpide lo sguardo arriva fino al mare da un lato e alle Alpi Apuane dall’altro. La pace che vi si respira invita alla meditazione e all’armonia con la natura, per questo la scelta di don Cristian, di diventare un prete eremita, ha trovato il consenso di tutta la comunità, che ha appoggiato e accompagnato questa vocazione.

«È una scelta che ha armonizzato e riordinato il mio modo di essere prete – continua il “don” eremita – e con questa scelta sento di essere più vicino alla gente. L’eremita nell’umiltà che viene dall’Amore, ascolta e vive il silenzio per divenire ascoltatore di Dio e poter essere meglio ascoltatore dell’uomo».

L’impegno di don Cristian e questa sua scelta spirituale sono maturate incontrando ed ispirandosi ad altri sacerdoti e parroci eremiti presenti in tutta Italia, come don Gianluca Romano in Sicilia, don Fulvio Calloni in Garfagnana, don Raffaele Busnelli e il venerabile padre Romano Bottegal, sacerdote veneto, poi monaco trappista, poi eremita diocesano in Libano. Ma questa scelta, prima di tutto, è nata in sintonia con il Vescovo, che ha seguito passo dopo passo questa intenzione del sacerdote, e con la comunità parrocchiale, che ha sostenuto il giovane prete nel suo cammino di studio e preparazione.

Come si fa a coniugare la spiritualità eremitica e l’attività pastorale ordinaria di una parrocchia? Con l’aiuto di Dio tutto è possibile, direbbe don Cristian.

Ci sono dei punti cardine su cui il sacerdote ha incentrato il suo impegno: la preghiera in primis, l’essenzialità di una vita sobria, il lavoro e l’accoglienza. Su queste fondamenta ha intessuto la sua vocazione e nel tempo ha saputo offrire i frutti di questa spiritualità anche ai fedeli della parrocchia di S. Giovanni. Chiunque può unirsi a lui nei momenti di riflessione e adorazione, di attività operosa e di condivisione. A questo si aggiungono i consueti impegni di ogni parroco: la celebrazione dell’Eucaristia feriale e festiva in parrocchia; la visita agli ammalati e agli anziani; gli incontri con le famiglie ed il catechismo ai ragazzi ed in più il servizio con gli scout, di cui don Cristian è assistente ecclesiastico.

“Un tempo gli eremiti avevano la barba lunga, erano vestiti in modo rude, stavano nelle grotte, erano gli uomini del silenzio, della solitudine, della povertà – ha sottolineato fratel Benedetto, monaco dell’eremo di Agliati, durante la celebrazione del luglio 2021, quando don Cristian ha pronunciato la sua professione di fede -. Oggi lo fanno in maniera diversa ma la sfida è sempre la stessa: cercano un cuore che ascolta, che ascolta la natura, la scuola, la società, il mondo. Noi sentiamo di avere questo dono”.

E proprio in ragione di questa vocazione sacerdotale e parrocchiale, il comune di Collesalvetti (confinante con quello di Livorno) e la regione Toscana hanno affidato in comodato d’uso alla comunità di S. Giovanni Gualberto l’eremo di Santa Maria alla Sambuca alla Valle Benedetta: un’affascinante struttura medievale voluta dai padri Agostiniani nel XIII secolo per il loro eremitaggio. Un sito storico e ricco di spiritualità che don Cristian, insieme ai suoi parrocchiani, si è impegnato a restaurare e valorizzare, perché torni al suo antico splendore e alla sua vocazione di luogo sacro, destinato all’incontro con Dio.

(Chiara Domenici – foto e video di Giovanni Panozzo)

Paesi in via di sviluppo/ Nuovi progetti di sviluppo e formazione grazie agli italiani

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Nell’ultima riunione di maggio il Comitato CEI per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo ha approvato altri 55 nuovi progetti, per i quali saranno stanziati € 10.292.970 dei fondi 8xmille. Progetti che hanno come obiettivo prioritario quello di contribuire allo sviluppo, formazione, valorizzazione e promozione sociale di popolazioni in condizione di precarietà e persone vulnerabli, che vengono sostenute grazie a milioni di firme dei cittadini italiani che destinano l’8xmille alla Chiesa cattolica.

In Africa (in totale € 5.165.670 per 25 progetti) tre gli interventi più significativi: in Burkina Faso, la diocesi di Muyinga, attraverso Caritas, avvierà un progetto per contrastare il traffico di esseri umani, con il coinvolgimento di varie componenti della società: polizia di frontiera, polizia locale, Chiese e associazioni presenti nel territorio. In Madagascar, verrà ampliato l’Istituto Sekoly Manokana a beneficio dei ragazzi di Tsianaloka (Toliara), specialmente di quelli poveri e con un iter scolastico segnato da insuccessi. La diocesi di São Tomé e Principe, invece, costruirà un centro per bambini e ragazzi vulnerabili, di età compresa tra i 6 e i 15 anni, e un alloggio temporaneo per 12 persone con più di 60 anni che vivono condizioni di precarietà. Il centro offrirà attività formative e ludiche, garantendo accoglienza e cure anche gli anziani abbandonati.

Tra i progetti previsti in America Latina (€ 1.630.090 per 8 progetti), uno sarà realizzato in Brasile, nella diocesi di Patos che, attraverso l’ente Ação Social, mira a migliorare la produzione contadina in diversi villaggi, anche con piccoli fondi di solidarietà. L’obiettivo è infatti quello di sviluppare una cultura basata sulla sussidiarietà tra famiglie e persone impoverite. Venti giovani assicureranno lo scambio di esperienze sul territorio e la certificazione dei prodotti sosterrà la commercializzazione insieme alla sicurezza alimentare e nutrizionale, al recupero, alla gestione e alla conservazione del suolo. In Jamaica, la diocesi di Kingston ristrutturerà un edificio diocesano per trasformarlo in un “Centro di ascolto” per giovani svantaggiati, ai quali saranno offerti assistenza, servizi di consulenza, orientamento e aiuto concreto.

Nel Continente Asiatico (€ 3.249.075 per 19 progetti), due interventi riguardano l’India: le Figlie della Presentazione di Maria Santissima al Tempio completeranno la costruzione di una casa famiglia per i bambini di strada a Mylasandra, mentre le suore Congregazione di S. Teresa del Bambino Gesù realizzeranno, a Irikkur nella diocesi di Tellicherry, un Centro per l’accoglienza, la riabilitazione, la formazione e la promozione sociale di persone con disabilità motoria.

In Europa, precisamente in Albania (€ 178.597 per 1 progetto nell’Europa dell’Est), l’arcidiocesi di Scutari-Pult avvierà un progetto per l’inclusione sociale, educativa ed economica di 300 ragazzi appartenenti a comunità etniche minoritarie, in condizioni di vulnerabilità e diversamente abili.

In Medio Oriente (€ 69.538 per 2 progetti), le Suore Francescane Missionarie del Cuore Immacolato di Maria (dette d’Egitto) si occuperanno di migliorare le reti idrico-sanitarie della scuola di Gerico, in Palestina, che accoglie circa 600 studenti.

8xmille alla Chiesa cattolica / Online il Rendiconto 2021

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È disponibile online il “Rendiconto 2021 dell’8xmille alla Chiesa cattolica”, che racconta – in maniera organica e completa – come le risorse destinate dai cittadini italiani sono state utilizzate negli ambiti previsti dalla legge: culto e pastorale, carità in Italia e nei Paesi del Terzo Mondo e sostentamento dei sacerdoti.

“Lungi dall’essere solo un dovere, il Rendiconto è un’occasione per dire un grande grazie ed è il segno concreto del nostro desiderio di trasparenza e di quel rigore che guida l’intero iter di assegnazione ed erogazione dei fondi”, sottolinea Mons. Stefano Russo, Segretario generale della CEI e Vescovo eletto di Velletri-Segni. “L’obiettività dei numeri non toglie niente alla bellezza di quanto realizzato”, in quanto “ogni storia è il tassello di un puzzle che si ricompone grazie alle firme di milioni di persone, credenti e non, che ogni anno esprimono la propria preferenza per la Chiesa cattolica apprezzandone così il lavoro, la trasparenza e il valore creato sul territorio”.

“Dal 1990, anno in cui la legge 222 del 1985 entra effettivamente in vigore, di strada ne abbiamo fatta tanta. Ma non è tempo di fermarci: mentre lasciamo lentamente alle spalle gli anni bui e duri della pandemia, il cielo è di nuovo plumbeo sul nostro Continente a causa del conflitto in Ucraina”, afferma Mons. Russo evidenziando che “le conseguenze, anche umanitarie, pongono nuove sfide per l’Italia”. “A queste, anche con le risorse dell’8xmille, la Chiesa che è in Italia – assicura – è pronta a rispondere con generosità e impegno, nello stile di ascolto e di accoglienza del Cammino sinodale”. “Abbiamo imparato, in questi ultimi tempi, che ci si salva solo insieme. Per questo – conclude – una firma non è semplicemente una firma. È di più, molto di più. E ci aiuta ad andare lontano, insieme”.