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Bologna / Iniziativa “sovvenire” in collaborazione con le Acli

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È stata realizzata dall’incaricato diocesano Giacomo Varone una bella iniziativa in collaborazione con le Acli di Bologna.

Si è svolta il 26 marzo una diretta Facebook per invitare alla firma a favore della Chiesa cattolica in fase di dichiarazione dei redditi. L’iniziativa è stata fatta in accordo con la presidente Acli Chiara Pazzaglia che ha partecipato alla diretta insieme allo stesso Giacomo Varone. Nella locandina dell’evento si legge:

Si avvicina l’avvio della campagna fiscale ed è tempo di compiere scelte consapevoli.
Sai che, senza alcun costo aggiuntivo, puoi decidere a chi destinare parte delle tue imposte Irpef?
Sai di poterlo fare anche se non sei obbligato a presentare il 730?

Venerdì 26 marzo alle 12. In diretta dalla pagina Facebook delle Acli provinciali di Bologna (@Acli Bologna) ti spieghiamo come fare e ti raccontiamo cosa fa la Chiesa cattolica con l’8xmille, oltre ogni luogo comune.

Ti mostriamo anche cosa fanno le Acli bolognesi con il tuo 5xmille

Perché sostenere i preti? / Risponde don Roberto Laurita

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«Perché pensare a tutti i preti?». La risposta nell’articolo di don Roberto Laurita pubblicato su Catechisti Parrocchiali di marzo, rivista inviata a tutti gli incaricati diocesani del “sovvenire” affinché la possano proporre ai rispettivi direttori degli Uffici catechistici diocesani.

Nello scritto si evidenzia l’opera preziosa dei presbiteri, a servizio del popolo di Dio, e le ragioni che motivano l’impegno per il loro sostentamento.

Di seguito il testo integrale.

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Da più di trent’anni esiste a Roma un Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero, che raccoglie le Offerte destinate ai preti diocesani e le distribuisce equamente in modo che tutti abbiamo il necessario per vivere con decoro e per fare un mare di bene. Con queste Offerte si sostengono anche circa tremila preti ormai anziani o malati, dopo una vita intera a servizio del Vangelo e del prossimo. E si raggiungono 400 missionari nel Terzo Mondo. L’opera che viene svolta è preziosa. Ma non mancano le obiezioni, gli interrogativi, come quello riportato nel titolo, cui si collega l’altro: perché ogni parrocchia non sostiene il suo prete? Cosa rispondere? Forse bisogna vedere da vicino chi è il prete, qual è la sua missione, come la svolge e a chi è destinato…

NESSUNO DECIDE DA SOLO
C’è qualcosa che dobbiamo dirci, per sgombrare il campo da equivoci. Nessuno decide da solo di fare il prete. All’origine di tutto c’è una chiamata, personale, che Gesù rivolge a un uomo. Lo fa quando piace a lui. Si tratta di una proposta che impegna tutta la vita. E, a volte, l’interessato ci mette del tempo per rispondere. Ecco perché qualcuno diventa prete a poco più di 20 anni, oppure a 30 o a 40. O, addirittura, a più di 50 anni, dopo che ha svolto per molto tempo un lavoro, una professione. Basta aver ricevuto la vocazione, cioè la chiamata di Gesù, per diventare preti? No. E lo si capisce molto bene il giorno dell’Ordinazione. All’inizio del rito colui che sta per diventare prete riceve, in modo chiaro e solenne, «la chiamata» che gli rivolge la Chiesa. Lo fa attraverso il vescovo e i responsabili che lo hanno seguito nella sua lunga formazione. Se non c’è questa chiamata non avviene nulla: quel giovane, quell’uomo, non farà mai il prete! È Gesù che chiama, certo! Ma è la Chiesa che conferma l’esistenza di una vocazione particolare e di una missione a servizio del popolo di Dio.

NESSUNO SI PREPARA DA SOLO
Dal Concilio di Trento in poi i preti si formano in un luogo specifico, che si chiama Seminario. Già il nome esprime qualcosa perché evoca il seme che Gesù ha deposto in un’esistenza e la necessità di farlo crescere, fino a diventare una pianta robusta. Anche quest’aspetto è importante. Chi si prepara a fare il prete non può farlo «in solitario», ma assieme ad altri. Perché? Semplice: perché deve imparare, fin dagli inizi, a svolgere il suo ministero in collaborazione con altri, a vivere insieme, a pregare insieme, a condividere le giornate in tutti i loro aspetti, dalla mensa comune ai lavori che assicurano il buon funzionamento degli ambienti, dalla meditazione sulla parola di Dio ai tempi dello studio e della celebrazione. Una volta ordinati – è vero – i preti si disperdono nelle diverse parrocchie di una diocesi, ma il collegamento fra loro non deve mai allentarsi. Proprio in Seminario comincia la stima reciproca, l’interazione, l’apprezzamento delle doti altrui, la correzione fraterna.

ORDINAZIONE, ORDINE SACRO, PRESBITERIO
Un po’ di vocabolario a questo punto non guasta. Ordinazione presbiterale: ecco il termine preciso con cui si designa il Rito tramite il quale un uomo riceve il dono dello Spirito per svolgere un servizio particolare nella Chiesa. «Ordinati» perché nessuno di essi può fare a modo suo o decidere secondo i suoi criteri e le sue propensioni qual è il suo ruolo. A determinarlo è la Chiesa. E, per mettere in pratica quello che essa chiede, si riceve (come i diaconi e i vescovi) un sacramento che si chiama Ordine sacro. Attraverso di esso si entra in un gruppo, un ordo, che condivide la stessa missione e che si chiama, con una parola greca, «presbiterio». Questa realtà è stata riscoperta dal Concilio Vaticano II e ci permette di cogliere tre aspetti.

  • Il primo: il sacramento dell’Ordine lega un cristiano a tutti coloro che hanno ricevuto lo stesso sacramento. Non si tratta solamente di un rapporto di amicizia o di lavoro: nasce dal vincolo particolare che unisce ciascuno a Cristo.
  • Il secondo riguarda il legame che unisce ogni prete al vescovo di una Chiesa locale (diocesi). È il vescovo che la presiede, che ne è il responsabile, e tutti i preti operano in collaborazione e in dipendenza da lui.
  • Il terzo mette in luce come preti e vescovo continuino la missione degli apostoli. Grazie al dono dello Spirito essi ne sono «i necessari » collaboratori e consiglieri. Hanno competenze, qualità, capacità diverse, ma anche lo stesso fine: «istruire, santificare e pascere il popolo di Dio» (Documento conciliare sui preti [PO], 7).

PERCHÉ PENSARE A TUTTI?
Perché unico è il servizio che svolgono a favore dei loro fratelli cristiani. Come in una famiglia si cerca di offrire a tutti, grandi e piccoli, il necessario per vivere dignitosamente, così nella Chiesa italiana si è pensato di provvedere a tutti preti che lavorano a favore di una diocesi. Si trovano in situazioni diverse: alcuni in piccole parrocchie di montagna, altri in grandi parrocchie di città o in luoghi turistici…; alcuni possono contare sui cristiani che vivono agiatamente, altri sono in quartieri poveri dove manca tutto… Ti sembra giusto che qualcuno sia nell’abbondanza, mentre altri non hanno il necessario?

Albenga-Imperia / Online il rendiconto 8xmille

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Online sul portale della Caritas di Imperia-Albenga il rendiconto diocesano relativo all’impiego dei fondi 8xmille (Notiziario n.27, Febbraio 2021).

Si tratta di un numero speciale del Notiziario ricchissimo di particolari sulle decine di opere sostenute dall’8xmille per le famiglie, i più fragili e i bisognosi. All’insegna della trasparenza si possono trovare tutti i dettagli di spesa per i centri di ascolto, di aiuto, dormitori, banco alimentare, ecc.

Un esempio fra tutti: presso l’Istituto Don Bosco di Alassio, un gruppo di volontari gestisce alcuni servizi per i poveri nei locali messi a disposizione dai salesiani. Tutti i giorni (domenica esclusa) c’è un servizio mensa chiamato “La tavola del Cuore” che ogni giorno serve circa una ventina di pasti. Alcune delle persone co-nosciute alla mensa hanno espresso la necessità di poter usufruire di un servizio doccia; i volontari sono riusciti a garantire ad alcuni di loro questo ser-vizio, su appuntamento, dando anche la possibilità del cambio vestiario, in particolare l’intimo.

 

Nola / Abbonati al giornale inDialogo, il 50% andrà al sostentamento clero

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Sono sempre in prima linea, accolgono, ascoltano, sostengono. Sono un antidoto alla solitudine, sono la possibilità di guardare alla speranza come qualcosa di concreto, come umanità. Sono i nostri sacerdoti: don Raffaele, don Mariano, don Giovanni, don Reinaldo, don Giuseppe, don Salvatore, don Ciro, don Sebastiano…
Il giornale diocesano inDialogo, dorso regionale di Avvenire, promuove il sostegno ai sacerdoti, donando il 50% del costo di ogni abbonamento all’Istituto per il Sostentamento Clero. Compila il form, abbonati e sostieni il tuo parroco!

Giuliano Grilli (incaricato di Nola) ha segnalato questa iniziativa fatta in collaborazione con l’Ufficio Comunicazione Sociali della diocesi e diffusa negli incontri di formazione diocesani.

L’obiettivo dell’iniziativa è già nel titolo: Abbonati a inDialogo e sostieni i sacerdoti – Il 50% del costo dell’abbonamento sarà devoluto al Sostentamento Clero Diocesano.

Per i particolari collegarsi qui.

Novara / Condivisione, crescita, corresponsabilità

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Don Giorgio Borroni, direttore della Caritas di Novara, presenta in questo video il bilancio dell’8xmille della diocesi.

In un breve intervento il Vescovo Mons. Franco Giulio Brambilla sottolinea come questi progetti debbano fondare la comunione, la responsabilità (perché non basta fare i progetti, essi devono essere utili e devono soprattutto coinvolgere le persone, volontari e aiutati), e ricorda il suo slogan: “gratuitamente non vuol dire gratis”.

Infatti questi fondi, che i contribuenti mettono a disposizione della Chiesa cattolica ogni anno attraverso una firma per destinarle l’8xmille, sono gratuiti (la firma non costa nulla in più) ma non sono gratis, perché le risorse che ne derivano vanno a delle persone che ricevendole le scambino con gli altri contribuendo a far crescere il senso di condivisione e solidarietà per andare incontro ai più bisognosi e vulnerabili.

Qui si può scaricare l’opuscolo rendiconto 8xmille 2019-2020.

In chiusura si legge:
Rendicontare…dal punto di vista morale e pastorale, significa dare visibilità, restituire con efficacia un’azione intrapresa o un obiettivo raggiunto. Per questo motivo la comunità viene animata attraverso la “rendi-contazione”, dove il “contare” non si riferisce al far tornare i conti in termini matematici, ma alla narrazione (=raccontare), attraverso gli strumenti più disparati e diversificati, dell’opera realizzata per il bene comune.

Narrare una buona pratica, un progetto realizzato, un obiettivo conseguito e raggiunto insieme, attraverso risorse economiche e umane, motiva la comunità a credere che le aspirazioni diventano realtà, i sogni insieme si realizzano e le persone creano tra di loro, con l’aiuto delle istituzioni e delle associazioni, welfare e sviluppo di comunità.

Comunicazione per gli Incaricati del “sovvenire” / Promozione 8xmille

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Caro Incaricato Diocesano,
si sta avvicinando il periodo della dichiarazione dei redditi e per noi la necessità di promuovere, in generale, la firma dell’8xmille a favore degli enti beneficiari e in particolare a favore della Chiesa cattolica.
In allegato troverai una scheda con delle indicazioni utili; crediamo di farti cosa gradita rammentandoti:

  • le regole previste dal provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate, che ogni anno approva il modello Redditi;
  • quanto previsto dalla normativa in tema di Privacy per la gestione dei dati sensibili;
  • modello di atto di delega.

Fermo restando il consiglio d’individuare a livello locale, un ufficio postale e/o un intermediario “di riferimento” con il quale concordare le modalità organizzative più appropriate per la consegna delle buste.

Utili informazioni le potrai trovare anche sul nostro sito:

www.8xmille.it/come-firmare.

Dal mese di marzo saranno disponibili, presso il nostro magazzino, le schede Modello Redditi con tagliando e le buste che, su tua richiesta, provvederemo ad inviarti (territorio@sovvenire.it).

Restiamo a tua disposizione per qualsiasi chiarimento.

Grazie per il tuo prezioso servizio.

Stefano Gasseri

Fabriano-Matelica / La Caritas contro le truffe agli anziani e per il lavoro

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Su Interris.it segnaliamo l’articolo di Paola Anderlucci sul progetto della Caritas di Fabriano-Matelica in aiuto degli anziani contro le truffe.

L’iniziativa “occhio alla truffa “si inserisce nella missione pedagogica della Caritas. Con questo progetto la Caritas diocesana di Fabriano-Matelica, presieduta all’Arcivescovo Francesco Massara, intende dimostrare ulteriormente “la sua vicinanza al territorio”, spiega a Interris.it il direttore don Marco Strona.

Dalla parte degli anziani
In collaborazione con le forze dell’ordine locali (Polizia di Stato-Commissariato di P.S. di Fabriano; Carabinieri – Comando Compagnia di Fabriano; Guardia di Finanza- Tenenza di Fabriano) “abbiamo realizzato una brochure per la prevenzione delle truffe, dell’usura e del racket”, aggiunge don Strona. “Una collaborazione stretta tra la Caritas e le istituzioni per cercare di dare una risposta concreta a un problema (quello delle truffe) che genera nuovi tipi di povertà- sottolinea a Interris.it il direttore della Caritas diocesana di Fabriano-Matelica-. Le brochure saranno distribuite a tutta la popolazione attraverso le parrocchie, le associazioni e i movimenti. E saranno anche organizzati incontri specifici sui singoli temi”.

Per il lavoro
Un’altra importante iniziativa della Caritas di Fabriano-Matelica riguarda il lavoro ed è già in pieno svolgimento. Venti tirocini retribuiti in azienda per 14 giovani e sei adulti in cerca di occupazione. Questo il senso del progetto “Lavoro e dignità” organizzato dalla Caritas diocesana su impulso dell’Arcivescovo, Monsignor Francesco Massara, e del direttore Caritas, don Marco Strona. Il progetto è rivolto alle persone disoccupate e inoccupate, residenti nel territorio diocesano. Le candidature possono essere avanzate fino al 28 febbraio inviando una mail all’indirizzo: caritas@fabriano-matelica.it. L’iniziativa è finanziata con fondi 8xmille e vede la partecipazione anche dell’Ufficio Pastorale sociale e del Lavoro e il Progetto Policoro.

Segno importante
Questo progetto -spiega a Interris.it l’Arcivescovo Massara- è un segno di speranza. Anche noi, nel nostro piccolo, possiamo dare dignità. Speriamo che dopo i 6 mesi arrivino le assunzioni”. Il Vescovo diocesano ha lanciato anche un appello a tutti i fedeli e non solo. “La gente ha bisogno di ottimismo. Con ‘Lavoro e dignità’ non risolveremo tutti i problemi, ma sarà un segno importante, una presenza, un seminare sempre. Dobbiamo sfuggire il pessimismo. C’è dappertutto un grande aumento nell’uso di anti-depressivi. Queste piccole luci testimoniano che siamo qui, per i nostri fratelli in difficoltà“.

Un prete in corsia / Don Marco h24 con i malati Covid

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Vicino ai malati fino alla fine e al fianco degli operatori sanitari per sostenerli spiritualmente nel loro difficile lavoro. Questa la delicata “missione” svolta da don Marco Galante, 46 anni, amministratore di quattro parrocchie ai piedi dei Colli Euganei (San Giacomo, Ca’ Oddo, Schiavonia e Marendole) e da sei anni cappellano nel presidio di Monselice dell’Ulss 6 Euganea. Don Marco ha visto con i suoi occhi le conseguenze della pandemia, vivendo nell’ospedale di Schiavonia, primo Covid Hospital del Veneto e d’Italia, in provincia di Padova, dove il 21 febbraio 2020 morì la vittima numero uno del coronavirus.

“È stata un’esperienza dura, impegnativa – sottolinea don Marco Galante –. A volte subentra anche un senso di impotenza, come quando un paziente ti chiede un po’ d’aria e non sai come aiutarlo”.

La Chiesa di Padova si è sentita coinvolta dall’emergenza ed ha deciso di lanciare un segnale concreto chiedendo a don Marco di alleviare la solitudine dei malati, impossibilitati a ricevere visite, e di dare sostegno umano e spirituale al personale ospedaliero e medico. E’ stata una decisione presa dal Vescovo Claudio Cipolla e annunciata durante l’omelia  della Santa Messa del 2 novembre 2020, celebrata al cimitero Maggiore di Padova “Per indicare che i cristiani sono chiamati a servire la vita in tutti i suoi momenti, anche quelli della malattia, ho incaricato un prete della nostra Diocesi per una missione particolare: stare 24 ore su 24 presso l’ospedale di Schiavonia a disposizione degli ammalati di Covid, dei loro famigliari, degli operatori sanitari: un modo per annunciare il Vangelo della vita, un segno per invitare tutti a servire la vita e a testimoniare che Dio ama la vita, questa nostra vita umana anche nei suoi momenti più estremi».

Con il nome scritto con il pennarello sulle tute anti Covid, come medici ed operatori sanitari, don Marco ha vissuto, nel novembre 2020, all’interno dell’ospedale seguendo anche un corso di «vestizione» per apprendere il corretto utilizzo dei dispositivi di protezione in dotazione ai sanitari. Bardato con camice, calzari, cuffietta, visiera, guanti e mascherina ha fatto quotidianamente il giro dei malati colpiti dal virus per portare conforto e fiducia, sostenendo le famiglie di coloro che hanno perso i propri cari.

Don Marco ha raccontato la sua straordinaria esperienza umana a Giovanni Panozzo nel corto dal titolo “Vide e si fermò”, filmato della serie sulle vite e sulla missione dei sacerdoti, disponibile nel canale youtube Insieme ai sacerdoti. Una storia che inviatiamo tutti a condvidere sui social.

“La prima medicina che somministro – spiega don Marco – è quella della speranza. Spesso le persone ricoverate, soprattutto nei primi giorni, sono intimorite dalla malattia che non sanno come evolverà. Io le ascolto e prego con loro. Anche se, secondo i protocolli, la visita deve essere veloce vedo che, di solito, quando si comincia a pregare, le persone si rasserenano. Bisogna far sentire meno soli gli ammalati perché il virus isola molto. C’è proprio il desiderio di una parola di conforto, l’isolamento è un tempo in cui si può diventare tristi, impauriti, e la vicinanza di qualcuno aiuta a superare questi stati d’animo”.

Dalla preghiera in corsia a quella in Chiesa. Nel pomeriggio il cappellano si è dedicato all’aspetto spirituale, celebrando la messa nella cappella del Covid Hospital, dotata di una telecamera che rimanda le immagini in diretta nelle televisioni a circuito chiuso poste ai piedi di ogni letto per consentire ai malati di pregare tutti insieme, senza che nessuno si debba spostare dalla propria stanza.

Due volte alla settimana ha officiato la messa per il personale e la sera, si è sempre collegato online con i fedeli delle sue quattro parrocchie, affidate provvisoriamente ad altri due sacerdoti, per far sentire loro la sua presenza e vicinanza.

Don Galante ed altri 34 mila sacerdoti in tutta Italia hanno bisogno di essere aiutati nel compiere la loro missione attraverso una offerta per il sostentamento dei sacerdoti. Direttamente dal sito www.insiemeaisacerdoti.it

In allegato il Comunicato stampa che è stato ripreso da moltissime agenzie di stampa, testate cartace e online (Rassegna stampa).

Insieme ai sacerdoti / Crescono le Offerte, segno di appartenenza e partecipazione

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Nonostante le difficoltà economiche, nel 2020 la raccolta tocca quota 8 milioni e mezzo, con 106mila Offerte. E sono ben 76mila le persone che scelgono di dare il proprio sostegno economico ai sacerdoti che, insieme a medici e infermieri, sono i veri eroi di questo primo anno di pandemia. Per garantire un futuro economicamente sostenibile per il clero, ora dobbiamo mantenere e rinforzare questi risultati, grazie all’aiuto prezioso degli incaricati diocesani.

Raccolta in crescita, mese dopo mese
8 milioni e mezzo è la cifra versata all’Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero. Un risultato notevole rispetto al 2019, in cui la raccolta aveva toccato il minimo storico di 7,8 milioni. Ma c’è un altro dato che fa riflettere. Ad eccezione di marzo 2020, in cui la gente era chiusa in casa per il lockdown, in tutti gli altri mesi le Offerte sono superiori al 2019. In un momento così difficile per tutti, i fedeli vogliono far sentire la propria vicinanza al clero giorno per giorno, mese dopo mese.

Donatori e Offerte, con il segno più
Sale del 15% il numero di coloro che si sentono responsabili nel sostenere i sacerdoti: 76mila nel 2020 contro 66mila nel 2019. Ma il dato più interessante è che oltre 20mila sono nuovi donatori che per la prima volta hanno fatto un’Offerta per sostenere il clero. Cresce di ben il 23,7% il numero delle Offerte: 106mila nel 2020 contro le 86.000 del 2019. Cifre così alte non si vedevano da alcuni anni. L’unico dato in controtendenza, complice la crisi, è il calo dell’importo medio donato: nel 2020, infatti, l’Offerta media è di 79 euro, contro i 91 euro nel 2020.

Dove cresce la generosità
Se confrontiamo il numero delle Offerte con gli abitanti di quel territorio, scopriamo che la Lombardia e le Marche sono le regioni più virtuose. Ma se andiamo ad analizzare dove è maggiormente cresciuta la generosità verso il nostro clero troviamo al primo posto la Basilicata, al secondo la Calabria e al terzo la Campania. Regioni del Sud che storicamente offrono di meno, ma in questo anno difficile più di altre regioni hanno voluto mostrare la propria vicinanza ai sacerdoti.

I percorsi della donazione
Come si dona? Il bollettino postale si conferma il canale privilegiato. Ben l’81% delle Offerte viene infatti versato tramite la posta. In continua crescita il canale bancario: se nel 2016 le Offerte inviate tramite banca erano circa 7.300, nel 2020 sono quasi raddoppiate, raggiungendo quota 12.700. In calo, invece, il numero di coloro che si rivolgono direttamente al proprio Istituto diocesano: a oggi le Offerte sono pari a 5.600, contro le 8.700 del 2019, ma il dato potrebbe ancora crescere leggermente.

I nostri eroi, in camice e tonaca
Quelli che indossano il càmice curano, da sempre, le ferite del corpo e da un anno fronteggiano la pandemia in prima fila, anche a costo della vita. Quelli con la tonaca (anche se non la indossano) curano le ferite dell’anima: soccorrono chi è in difficoltà, danno speranza e arrivano dritti al cuore delle persone, grazie alla loro testimonianza, piena di passione per la predicazione del Vangelo. Sono il più bell’esempio di un’Italia generosa, altruista e solidale, che sa darsi senza risparmiarsi.

La comunità dei fedeli, la vera forza
Quest’anno diventa ancora più strategico il ruolo degli incaricati diocesani, che conoscono il proprio territorio e, con tenacia, sanno quali leve azionare per mantenere e rinforzare la crescita della raccolta e stimolare i donatori. La loro opera è fondamentale per aiutare a far comprendere che le Offerte per i nostri sacerdoti rappresentano la ragione profonda e ultima di tutto il nostro lavoro ed esprimono concretamente il senso di appartenenza e di partecipazione alla comunità dei fedeli.

Paolo Cortellessa

Firmo Perché / Testimonial Daniela Fazzolari

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Siamo felici di condividere la testimonianza che abbiamo ricevuto dall’attrice italiana Daniela Fazzolari, che ci spiega perché ogni anno sceglie di firmare a favore dell’8xmille alla Chiesa cattolica nella sua dichiarazione dei redditi.

“Firmo perché possiamo fare qualcosa per gli altri, perché gli altri siamo anche noi.”

L’8xmille alla Chiesa cattolica è un dono che fai soprattutto a te stesso, che arricchisce la tua anima, che ti dà la gioia di vivere e di guardare agli altri con occhi di sole, gratitudine e bellezza. Possiamo fare qualcosa per gli altri perché gli altri siamo anche noi. È un gesto semplice, espressione diretta e concreta di un sostegno che da anni arriva al cuore di chi ha bisogno o di chi improvvisamente si trova ad affrontare un momento particolare della vita. Penso ad esempio, ai terremotati del centro-Italia nel 2009 o agli ultimi dove tante volte lo Stato tante volte non arriva, come ad esempio le vittime dell’usura o della pandemia del Covid che ha fatto registrare centinaia di storie di sofferenza e abbandono.

Io scelgo l’8xmille alla Chiesa cattolica anche perché amo l’Italia ed il suo patrimonio artistico. Ci sono migliaia di Chiese dal valore inestimabile che oggi sono fruibili grazie all’intervento dei fondi CEI che ne hanno permesso i restauri e i recuperi.

Daniela Fazzolari, Piazza Armerina (EN), 46 anni

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