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Incontri formativi / Novità

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Come già accennato nei precedenti articoli, sono ripresi gli incontri formativi anche se, a causa del Covid, si conferma come unica possibilità la formula “a distanza” (via WEB).

Consigliamo vivamente di leggere con cura i nuovi regolamenti per approfondire tutte le variazioni di cui abbiamo già ampiamente parlato:

SNELLIMENTO PROCEDURE

  • Il numero dei partecipanti (50 per le parrocchie e 100 per le diocesi), è stato sostituito con un più comprensivo “congruo numero”. Chiaramente facciamo appello al vostro senso di responsabilità per evitare gli eccessi in senso negativo (poche persone)
  • Diminuzione dei documenti da allegare, sono stati sospesi: le schede anagrafiche, i bilanci, le offerte, etc.

PUNTUALIZZAZIONI

Necessità di provvedere praticamente alla nomina del Referente Parrocchiale (RP) con l’obbligo, da parte dell’interessato scelto, di compilare il previsto modulo raccolta dati per la privacy. I modelli sono allegati al programma (in alto a dx https://incontriformativi.sovvenire.it/fase1view) insieme ad altre utility.

NOVITA’

  • Anche le parrocchie possono fare 2 incontri formativi l’anno, come le diocesi
  • Da marzo anche le Regioni potranno fare 1 incontro formativo l’anno, seguendo le indicazioni riportate nell’apposito regolamento Regioni che verrà caricato insieme agli altri allegati. Naturalmente continua la possibilità per loro di fare i consueti incontri regionali come hanno sempre fatto e che non hanno i vincoli degli incontri formativi.

Per una buona promozione, oltre alla formazione di carattere generale, si suggerisce di prevedere per gli incontri:

  • A marzo/giugno un approfondimento del valore della firma

A ottobre/dicembre un approfondimento delle Offerte

Diocesi dell’Umbria / Online il bilancio 8xmille. Intervista a Monzio Compagnoni

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Si è tenuta online lo scorso 20 febbraio la presentazione alla stampa della terza edizione del “Bilancio 8xmille” delle otto diocesi dell’Umbria, pubblicata in un unico fascicolo dal titolo: 8xmille – Soldi spesi bene!, con tutti i dati e alcune opere realizzate con il contributo, appunto, dell’8xmille, raccontate anche attraverso dei video visionabili sul sito web del “sovvenire” umbro realizzati dalle redazioni giornalistiche de La Voce e Umbria Radio InBlu.

Ad annunciarlo è il diacono permanente perugino Giovanni Lolli, coordinatore del “sovvenire” per l’Umbria, evidenziando che “le Chiese umbre continuano a puntare ad una sempre maggior trasparenza e consapevolezza dei fedeli e di tutti i cittadini nell’ambito dell’utilizzo dei fondi 8xmille che ricevono dallo Stato italiano”.

I dati regionali e diocesani sono disponibili sul sito. All’incontro, preceduto da un seminario (sempre online) di aggiornamento-formazione per delegati e referenti diocesani e parrocchiali del “sovvenire”, sono intervenuti: il Vescovo di Gubbio Luciano Paolucci Bedini, delegato Ceu per il “sovvenire”; il diacono Giovanni Lolli; il giornalista Daniele Morini, direttore del settimanale La Voce e di Umbria Radio InBlu, Massimo Monzio Compagnoni, responsabile nazionale del “sovvenire”, e don Marco Briziarelli, direttore della Caritas diocesana di Perugia. Ad introdurre i lavori, oltre al coordinatore regionale Lolli, il Card. Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della CEI.

Qui di seguito l’intervista rilasciata da Massimo Monzio Compagnoni a La Voce di Perugia a margine dell’evento.

“Si tratta di ben più che offrire un sostegno economico”

Mi avete emozionato per tutto quello che state facendo, per ciò che stanno facendo i volontari. È sempre veramente incredibile l’opera straordinaria che la Chiesa e le persone fanno sul territorio, garantendo una presenza di prossimità ai più fragili. Pur essendo anch’io un volontario in una mensa milanese, spesso mi domando: cosa sarebbe se non ci fosse la Chiesa, se non ci fosse tutto questo lavoro che fanno le Caritas? Credo ci sarebbe un vuoto impressionante”. Il direttore del Servizio promozione CEI per il sostegno economico alla Chiesa (Spse), Massimo Monzio Compagnoni, non nasconde la sua emozione intervenendo alla presentazione dei bilanci 8xmille nelle Chiese umbre, dopo aver sentito la testimonianza in video dei volontari della Caritas perugina.

Nonostante io sappia che conoscete benissimo quali sono i valori del ‘sovvenire’, prima di dare dei numeri voglio partire dai valori – ha proseguito. – Infatti credo che sia fondamentale sottolineare nuovamente l’importanza della formazione. La formazione deve diventare sempre più il nostro obiettivo perché non tutti i cattolici, i praticanti, hanno capito bene che cosa c’è all’interno di questa parola, ‘sovvenire’. Un termine che custodisce molto di più rispetto a ciò che sembra a una prima analisi. Questa parola viene dal Concilio Vaticano II, dove sono stati reintrodotti i concetti di comunione e di bene comune: qualcosa di così importante da dover stare al centro di tutto il nostro operato”.

Monzio Compagnoni ha ricordato come la riforma del Concordato del 1984 avesse un focus: il concetto di solidarietà. Così il “sovvenire alle necessità della Chiesa” diventa un dovere di tutti i battezzati, coscienza e consapevolezza di volersi prendere cura della famiglia dei figli di Dio che è la Chiesa. “È po’ come uno strumento musicale – aggiunge il direttore del Spse -, che rimane morto se non c’è la coscienza e la consapevolezza dell’artista a dargli vita! Se noi descriviamo il ‘sovvenire’ soltanto come l’atto materiale di sostenere economicamente la Chiesa, che si basa su due fonti che sono l’8xmille e le offerte liberali, non riusciamo a definire quale sia il vero significato che la Chiesa attribuisce al sostentamento economico. Per comprendere cosa sia il ‘sovvenire’, innanzi tutto, bisogna avere la coscienza e l’intenzione di voler prendersi cura dell’altro, e la consapevolezza che siamo uniti nella fede in Cristo e che formiamo un solo Corpo. Attraverso l’azione del ‘sovvenire’, riaffermiamo la nostra identità e il nostro essere cristiani. Allora capiremoaggiunge ancora Monzio Compagnoniche il ‘sovvenire’ è molto di più di un meccanismo economico”.

L’idea di fondo che regge tutta la riforma del sostegno economico – ribadisce quindi il responsabile del servizio CEI – è quella che la Chiesa non deve essere intesa come un’azienda, ma come “comunione”. Una famiglia in cui tutti sono corresponsabili della vita dell’insieme. Tutto va perciò fatto nella maniera più trasparente e perequativa, cioè distribuendo le risorse con criteri di equità.

 

Presentazione

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Da più di duemila anni è una catena di incontri a comunicare il fascino dell’avventura cristiana. La sfida che ci attende è dunque quella di comunicare incontrando le persone dove e come sono”, così Papa Francesco per la prossima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. Sono parole che mi hanno colpito e con le quali ho voluto aprire anche il mio editoriale nel numero di febbraio del periodico Sovvenire, già pubblicato sul sito sovvenire.it e tra qualche giorno in arrivo nelle case dei nostri offerenti.

La fede si trasmette per attrazione, cioè per testimonianza. Da sguardo a sguardo. Da cuore a cuore. Da abbraccio ad abbraccio. E pensare che in questo periodo ci viene esplicitamente chiesto di stare a distanza, di evitare il contatto, di limitare drasticamente gli incontri in presenza. E qui vengo alle nostre attività legate agli incontri formativi che hanno subìto -purtroppo- una battuta d’arresto. Ma non bisogna desistere. Il nostro obiettivo rimane valido nonostante il Covid. Anche se non sarà possibile organizzare incontri in presenza facciamo in modo che si possano fare almeno in collegamento. Le nostre comunità hanno bisogno di informazioni corrette, e soprattutto di sapere che sostenere economicamente la Chiesa è un dovere per ogni battezzato.

Allo stesso tempo è necessario far loro scoprire che questo “dovere” non è un’imposizione dall’alto (perché lo dice il Papa, il Vescovo o la CEI). Di fatto è una conseguenza naturale dell’appartenere ad una famiglia.

Il buon padre di famiglia che pensa al sostentamento dei suoi cari lo fa per un senso di amore e di responsabilità che scaturisce dal senso stesso di appartenenza.

La nostra famiglia domestica ci appartiene tanto quanto la nostra famiglia di battezzati. In fin dei conti sostenere la nostra famiglia economicamente è un atto d’amore, oltre che una responsabilità, per non farle mancare il necessario. E, per noi battezzati, il necessario è annunciare sempre e instancabilmente la salvezza donataci da nostro Signore Gesù Cristo.

Perciò, nonostante la brusca frenata che il Covid ci ha costretto a fare, riprendiamo il nostro viaggio. Riaccendiamo i motori, ingraniamo la marcia e, ognuno secondo le situazioni contingenti che incontra sul proprio territorio, torni a formulare itinerari di formazione nuovi ed efficaci.

Grazie per il vostro impegno che, ora che ho iniziato a conoscervi, sono certo non mancherà.
A presto

Massimo

Un anno di “Riflessioni” / Le 11 parole per i nostri offerenti

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Chi dona per i nostri sacerdoti li accompagna con affetto per sempre, perché la vocazione è un cammino che dura tutta la vita.

Ai nostri erogatori, che offrono all’ICSC un’offerta per tutti i sacerdoti, quest’anno il Servizio Promozione CEI invierà ogni mese una scheda con una parola per “accompagnare” i nostri donatori con una riflessione.

L’idea è nata in collaborazione con l’Ufficio Nazionale per le vocazioni che aveva già indicato, per il 2021, 7 parole: sogno, legame, dono, realtà, custodia, Chiesa, coraggio. A queste 7 parole si aggiungeranno altre 4 parole: fraternità, vocazione, passione, fecondità.

Quindi i donatori riceveranno ogni mese, tranne agosto, una scheda che conterrà una parola, un riferimento alle Scritture e un breve commento. Tutti gli offerenti nel mese di gennaio hanno ricevuto anche un raccoglitore “Riflessioni per un anno” per poter conservare le 11 schede.

Questo itinerario attraverso le 11 parole/schede contribuirà a dare consistenza alle scelte che, se coltivate, potranno favorire, aiutare, a riconoscere la “vocazione” di ognuno alla propria vita. La prima parola è stata ‘Chiesa’ e in questo mese di febbraio è ‘Sogno’.

8xmille online / Notizie dal territorio

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Possiamo ritenere che l’informazione più significativa sulle opere realizzate dall’8xmille è quella che proviene dalle testate locali. L’8xmille ritorna sui nostri territori moltiplicato.

Di seguito alcuni esempi.

Catania – Caritas sostegno alle famiglie: https://www.prospettive.eu/2021/02/16/caritas-sostegno-alle-famiglie-con-minori-oltre-un-migliaio-di-interventi-tra-settembre-e-gennaio/

Bari – Fondazione antiusura: https://www.tv2000.it/blog/2021/02/04/8xmille-chiesa-cattolica-e-fondazione-antiusura-di-bari-a-sostegno-delle-vittime-di-usura/

Orvieto – Fondo di solidarietà: https://orvietosi.it/2020/12/fondo-di-solidarieta-dalla-commissione-caritas-diocesana-aiuatate-391-famiglie-orvietane/

Fossano – Poliambulatorio https://www.lafedelta.it/2021/02/01/aperto-il-poliambulatorio-sociale-offre-visite-specialistiche-a-chi-e-in-difficolta/

Aiuti per i Paesi più poveri: https://www.romasette.it/don-di-mauro-cei-i-poveri-ci-chiedono-un-po-di-posto-soprattutto-nel-nostro-cuore

Bergamo – volontari all’opera: http://www.santalessandro.org/2021/02/04/luoghi-e-persone-invisibili-alla-stazione-i-volontari-di-esodo

Sardegna – Posti di lavoro: https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2021/01/29/chiesa-3.703-posti-lavoro-nellisola-con-54mln-dall8xmille_c6f68de1-ad7e-4b80-80cb-82de34371596.html

Diocesi Ancona / Caritas per l’emergenza lavoro

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Vi segnaliamo questo articolo pubblicato su ilrestodelcarlino.it che indica come l’8xmille torni sul territorio per chi ha bisogno. Siamo ad Ancona e l’aiuto è relativo all’inserimento lavorativo.

La Diocesi scende in campo in modo concreto sull’emergenza lavoro aiutando venti persone in stato di difficoltà. “Usufruendo dei fondi dell’otto per mille, erogati da Caritas italiana alla nostra Diocesi – spiega il della Caritas fabrianese Marco Strona – abbiamo presentato un progetto di inserimento lavorativo, contribuendo al pagamento di venti tirocini, per dare una risposta concreta, come Chiesa, al nostro territorio colpito dalla forte crisi lavorativa ed economico-sociale“. Un’iniziativa guidata dal Vescovo Francesco Massara, in un periodo in cui, anche per l’emergenza Covid, forte è la sensibilità verso chi ha più bisogno nel territorio colpito anche dall’affanno del distretto industriale, oltre agli strascichi negativi del sisma 2016.

Nel dettaglio l’iniziativa intitolata “Lavoro & dignità” prevede l’attivazione degli stage retribuiti in azienda per 14 giovani e 6 adulti in cerca di occupazione. “Il progetto – evidenziano in Diocesi – è rivolto a chi non ha lavoro tra i residenti di Fabriano, Matelica, Cerreto d’Esi, Genga e Sassoferrato. Una particolare attenzione sarà data a coloro che vivono in condizioni di vulnerabilità e disagio socio-economico“.

Le candidature sono aperte fino al 28 febbraio presentando curriculum, certificato storico lavorativo da richiedere al Centro per l’impiego e Isee aggiornato. Dunque, un’opportunità per il reinserimento sociale di chi vive una fase difficile, grazie anche alla forte collaborazione con alcune imprese del territorio che hanno accettato di mettersi al servizio del progetto.

Il “sovvenire” alle necessità della Chiesa come antidoto…dell’Avarizia

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Sarà pubblicato nel numero dell’Amico del Clero di marzo (mensile della FACI), un articolo molto interessante a firma di don Graziano Donà (già incaricato diocesano di Ferrara-Comacchio, referente regionale Emilia Romagna) ora membro del Comitato CEI per il sostegno economico alla Chiesa.

Siamo lieti di potervelo offrire in anteprima.

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Il cammino in risposta all’universale chiamata alla santità passa, per ciascuno di noi, attraverso la quotidiana lotta contro le tentazioni le cui radici profonde le troviamo in quelle realtà che il catechismo definisce come i 7 vizi capitali. Banalmente potremmo dire che la battaglia contro i vizi consiste nel cercare e nell’utilizzare qualche antidoto che gestisca e sconfigga le tentazioni.

Sovvenire alle necessità della Chiesa, contribuendo secondo le leggi e le usanze, oltre ad essere un precetto generale, è anche un ottimo antidoto per affrontare le tentazioni attivate dall’Avarizia.

L’attaccamento al denaro è la radice di tutti i mali (1Tim 6,10), così scrive San Paolo al discepolo Timoteo. Nell riflessione spirituale della Chiesa, Avarizia e Superbia si sono sempre contese il primato tra i vizi, ma tra i due è proprio l’Avarizia ad essere sempre stata quella più temuta.

L’Avarizia la si può definire come l’amore smisurato per un bene; l’attaccamento a tutti gli splendori mondani; il desiderio di gloria e di potere; il desiderio di denaro. Possedere beni e denaro è legittimo ma il problema è il loro cattivo uso cioè quando diventano un fine e ci posseggono o ci ossessionano, fino all’estremo che porta a dire: “io sono ciò che ho”.

I modi con cui si esprime l’avarizia sono molteplici e la sua pericolosità sta nel fatto che con grande facilità la si sminuisce sostenendo che sia un vizio minore, facilmente correggibile o addirittura la si giustifica quasi da trasformarla in una virtù perché riconducibile ad atteggiamenti che nascondono o manifestano una certa nobiltà d’animo. Non a caso, nei testi di economia, non si parla mai di atteggiamenti o comportamenti avari.

Anche l’arte, la letteratura e la cinematografia hanno dedicato tante opere all’avarizia, ma la considerazione finale è sempre la stessa e cioè che ogni forma di avarizia rompe la Comunione e costituisce il fallimento della ragione: l’uomo non ama se stesso ma ciò che possiede e non sa indirizzare la volontà sul bene che vuole possedere. Anche Papa Francesco nell’omelia del 20 settembre 2013, ha detto con forza che il denaro allontana da Dio, che l’avidità del denaro è la radice di tutti i mali e che il potere del denaro ammala il pensiero e la fede a tal punto da far perdere la fede.

L’antidoto a questo fallimento della ragione diventa allora l’educazione, in particolare alla logica del dono, del vero spirito ecclesiale e al senso di Partecipazione. Più semplicemente potremo parlare di “Educazione al Sovvenire” dove, posto che la legge suprema nella Chiesa è la salvezza delle anime, che i fini verso cui orientare i beni sono l’organizzazione del culto divino, il dignitoso mantenimento del clero, il sostentamento delle opere di apostolato e di carità, specialmente a servizio dei poveri (PO17), diventa chiaro che reperire risorse ed amministrare i beni nella Chiesa non è solo una questione puramente economica ma è sempre in ordine ad una Comunione.

L’impegno dell’educazione al Sovvenire è di tutti e per tutti ma in particolare dei sacerdoti. I Vescovi Italiani nel documento “Sostenere la Chiesa per servire tutti” del 2008, al n. 17, rivolgendosi ai presbiteri scrivono così:

Siete chiamati, insieme a noi, a educare voi stessi e i fedeli a considerare il denaro per quello che è: uno strumento e non un fine. E’ un mezzo che ci viene dato con il preciso impegno di impiegarlo unicamente per annunciare il Vangelo e per alleviare povertà e sofferenza. Proprio per questo motivo non dobbiamo avere ritegno ad affrontare questi temi con i fedeli, garantendo al contempo la massima trasparenza nel far conoscere la situazione economica e i conti delle nostre parrocchie e di tutte le realtà ecclesiali. La nostra disponibilità personale ad una vita sobria e autenticamente evangelica rafforzerà la credibilità alla nostra opera educatrice.

Don Graziano Donà – Membro del Comitato CEI del Sovvenire

Catechisti Parrocchiali / Un regalo per i nostri incaricati

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Gli incaricati diocesani del “sovvenire” riceveranno nei prossimi giorni due copie della rivista di Catechisti Parrocchiali (edito dalle Paoline*) con il poster dedicato al cammino quaresimale.

La rivista, che già molti di voi conoscono, può rappresentare un’occasione per favorire un incontro con il direttore dell’Ufficio Catechistico della propria diocesi al quale proporre uno strumento utile per i catechisti in cui si indica un “cammino” dedicato alla Quaresima (poster) e un articolo scritto dal teologo don Roberto Laurita sul sostentamento del clero. Questo nell’ottica di una collaborazione che può promuovere (o far proseguire) la “pastorale integrata diocesana” già avviata più di 10 anni fa.

L’iniziativa è stata condivisa con il direttore dell’Ufficio Catechistico della CEI, don Valentino Bulgarelli, che nei prossimi giorni avviserà i propri responsabili diocesani della possibilità di essere contattati dagli incaricati del “sovvenire”.

Quali sono dunque i contenuti di Catechisti Parrocchiali?
In particolare il poster “In cammino verso la Pasqua” rappresenta una croce, originale nella grafica, nei contenuti e nei colori, che riporta le parole della Quaresima e i relativi gesti, seguendo un percorso di scoperta e di adesione a Gesù e al suo amore. Si inizia dal fondamento, la parola di Dio, per giungere al compimento, l’amore accolto e, quindi, donato a Dio e agli altri.

E l’impegno per la Quaresima si propone, in particolare, di rendersi attenti ai sacerdoti e di sostenerli con un’offerta.

Questo cammino, in modalità narrativa, e in dialogo con una bambina e un bambino, è ritmato sulle parole e sui gesti, rappresentati nella croce e arricchiti da brevi didascalie, per far entrare nel significato di questo Tempo forte, e incontrarsi più intimamente con Gesù che soffre con noi e risorge per noi.

«Perché pensare a tutti i preti?». L’articolo di don Roberto Laurita evidenzia quindi nelle pagine 40-41 l’opera preziosa dei presbiteri, a servizio del popolo di Dio, e le ragioni che motivano l’impegno per il loro sostentamento.

Catechisti Parrocchiali può dunque diventare, in questo periodo quaresimale, un “punto d’incontro” e promuovere un “itinerario” che continuerà, auspichiamo anche in futuro, tra gli incaricati del “sovvenire” e i responsabili del catechismo diocesano.

*Per quanti volessero abbonarsi alla rivista Catechisti Parrocchiali:

Abbonamento

  • Annuale (8 numeri) – € 13,50
  • Biennale (16 numeri) – € 23,50

Offerta ABBONAMENTI CUMULATIVI

Ogni 6 sottoscritti, inviati a un unico indirizzo, 1 è in omaggio. 

Modalità di abbonamento:

  • Conto corrente postale 822007 intestato a: Via Verità e Vita – Catechisti Parrocchiali –Via Antonino Pio 75 – 00145 Roma
  • Bonifico bancario iBan – IT61T0100503204000000003388 – Causale: Catechisti Parrocchiali
  • Online su paolinestore.it (Riviste) – Pagamento attraverso Carta di Credito, PayPal o Bonifico.

Sardegna, realizzati 228 progetti su beni ecclesiastici

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Posti di lavoro, riqualificazione di zone degradate e aiuto alla collettività. E’ il risultato degli interventi avviati nei diversi settori dei Beni Culturali Ecclesiastici e della Nuova Edilizia di Culto, attivati fra il 2018 e il 2020. Ce ne parla Tiziana Campisi in questo articolo per Vaticannews.

Sono 3.703 i posti di lavoro, nell’ambito dei 228 interventi avviati nei diversi settori dei Beni Culturali Ecclesiastici e della Nuova Edilizia di Culto, attivati nel triennio 2018 – 2020 nelle dieci diocesi della Sardegna. Lo rende noto il portale della Conferenza episcopale sarda che riferisce di aver speso un totale di 54.002.866,78 euro, di cui 9.190.094,92 per i Beni Culturali Ecclesiastici e 44.812.771,86 per la Nuova Edilizia di Culto, grazie all’8xmille alla Chiesa cattolica e a contributi di enti pubblici, Diocesi e comunità parrocchiali.

Risollevare le zone urbane degradate
In particolare sono stati investiti ad Ales-Terralba 3.774.795,90 euro; ad Alghero-Bosa 6.471.497,00; a Cagliari 5.981.178,00; a Iglesias 4.386.956,02; a Lanusei 7.465.898,86; a Nuoro 7.279.159,00; a Oristano 4.615.831,00; a Ozieri 3.938.049,00; a Sassari 3.715.286,00; a Tempio-Ampurias 6.374.216,00. Le diocesi hanno potuto realizzare ex novo o rifunzionalizzare diversi complessi parrocchiali, che, oltre a svolgere la loro funzione di luoghi di culto e di incontro dei fedeli, si pongono come punti di riferimento nella riqualificazione di aree urbane degradate, nei settori dell’assistenza ai poveri, di formazione alla socialità per giovani e non e di promozione socio culturale. “Questo concreto impegno della Chiesa sarda – si legge nella pagina web della Conferenza episcopale – è un piccolo segno di quella speranza che fiorisce nel giorno che viviamo e che apre alla speranza più grande dell’essere per sempre gli uni accanto agli altri, una sola famiglia in Cristo”.

Lavoro e qualificazione
I progetti nelle varie diocesi, che si avvalgono di propri Uffici per i Beni Culturali Ecclesiastici e per la Nuova Edilizia di Culto per restauri, funzionalizzazione edilizia, valorizzazione di musei, archivi e biblioteche diocesane, catalogazione di beni culturali, installazione di impianti di sicurezza, sono stati coordinati e valutati dall’Ufficio Nazionale per i Beni Culturali Ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Un centinaio i cantieri di restauro architettonico aperti. Realizzato anche un programma di catalogazione e studio dei beni storici artistici mobili e immobili. Un lavoro che ha permesso di valorizzare la grande mole dei patrimoni archivistici bibliotecari e museali ecclesiastici a favore delle comunità, degli studiosi e dei visitatori. Queste attività, oltre ad aver sensibilizzato e coinvolto gruppi di volontari associati, hanno permesso di qualificare specifici operatori, mediante periodici corsi di specializzazione.

Sardegna in cento chiese
Tra gli accordi stipulati con la Consulta Regionale per il Patrimonio Ecclesiastico della Sardegna, con l’approvazione e la supervisione della Conferenza Episcopale Sarda anche con la Regione Autonoma della Sardegna, è invece ancora in corso “Sardegna in cento chiese”, un piano di recupero e valorizzazione dello straordinario patrimonio storico-artistico e architettonico di pertinenza ecclesiastica che rientra nel più ampio Piano Operativo Regionale per i fondi strutturali europei.

8xmille senza frontiere / Anche gli italiani all’estero parlano di 8xmille

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Dove abbiamo letto le seguenti dichiarazioni? «Ho scelto di dare l’8xmille alla Chiesa Cattolica, perché è quella della quale, rispetto alle altre, sono più informato» (Fabrizio Bottani, 55 anni, milanese, bancario, cattolico non praticante). Indovinato? …risposta sbagliata.

E ancora. «Ho firmato l’8xmille per la Chiesa Cattolica, perché credo nel suo modo di spendere e perché sono convinto che essa ne faccia buon uso e mi piace pensare che io contribuisca a questo buon uso» (Donato Attolico, barese, 67 anni, ingegnere, pensionato). Indovinato? …risposta sbagliata.

Inutile giraci attorno. Sveliamo noi l’arcano, poiché difficilmente se ne verrebbe a capo da soli.

Queste – insieme ad altre testimonianze – compaiono su «PassaParola» (www.passaparola.info), un magazine di Lussemburgo.

L’Associazione che lo sostiene, si prefigge di promuovere attività culturali legate all’Italia. Si rivolge alla comunità di connazionali residenti nel Granducato, ma non solo. Ha una edizione cartacea – in edicola e per abbonamento – ed una online. Sulla homepage di quest’ultima, campeggia la rubrica «8xmille». Si converrà che la cosa appare curiosa.

Il cronista impiccione, non poteva lasciare cadere un boccone ghiotto.

Eccoci, quindi, a colloquio con la milanese Maria Grazia Galati – direttrice e cofondatrice, insieme a Paola Cairo – della testata. Dopo anni in giro per il mondo, dal 2001 vive a Lussemburgo. Ma mantiene un legame, anche professionale, col Belpaese, poiché – ci dice – «la rivista che ho fondato nel 2004, è iscritta alla FISC (Federazione Italiana Settimanali Cattolici). Parliamo di tutto e anche di argomenti religiosi. Abbiamo una rubrica, dal titolo “Fede e dintorni”. La cura p. Alberto Ambrosio, della locale missione cattolica italiana».

Circa la specifica sezione che ci ha incuriosito, Galati precisa: «Si tratta di una delle iniziative FISC a cui abbiamo aderito (il bando 8xmille senza frontiere, ndr). Il progetto richiede di raccontare storie di chi ha opzionato l’8xmille e di chi è stato beneficiato da questo strumento. In particolare, nei mesi della pandemia».

La direttrice, poi, si mostra davvero direttrice. Non perdendo il quadro. L’argomento 8xmille può apparire di nicchia. E la possibile presa sul pubblico non è scontata. Tanto più su un pubblico, anch’esso selezionato, come quello degli italiani all’estero non necessariamente inseriti nella fiscalità nostrana.

«La rivista – ribatte prontamente Maria Grazia al nostro dubbio – è distribuita anche per abbonamento. Diverse copie arrivano pure in Italia. Inoltre, c’è l’edizione online ed i social. Queste opportunità ci fanno leggere ovunque, non solo qui». E continua: «Comunque, il mondo degli italiani all’estero è stratificato: quelli di prima emigrazione, poi la seconda, ora i “laureati-disperati”, per dirla con una battuta… Ciascuno ha legami diversi col paese d’origine. Ma tutti sono interessati e orgogliosi di conoscere e testimoniare il bene che fanno gli italiani».

Del resto, non si tratta di porzioni trascurabili. In Lussemburgo, abitano 600 mila persone. Gli stranieri sono il 47,4% della popolazione. La comunità italiana (circa 30 mila) è al 3° posto, dopo quella dei portoghesi e dei francesi.

Ogni anno, nel piccolo stato centro-europeo, arrivano ben mille nuovi connazionali. Tant’è che Galati, insieme ad altri, conduce anche una trasmissione radiofonica rivolta a loro. Con notizie di pubblica attualità: come cambiare la targa, dove iscrivere i figli a scuola…

Barbarahammer1, su Twitter, avverte: «Andateci piano con le belle parole, perché poi arriva il momento di dimostrarle». Forse, con la rubrica lussemburghese «8xmille», ci si è riusciti.

Massimo Pavanello