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Bergamo / 3.800 richieste al fondo Ricominciamo Insieme

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Vi segnaliamo questo articolo pubblicato su araberara.it di Francesco Ferrari su numeri e storie di nuove povertà.

Ricominciamo Insieme è nato nella primavera dello scorso anno sotto la cabina di regia della Caritas diocesana. E grazie ai cuori e alle mani di un esercito di volontari che hanno unito le forze e si sono dati da fare da giugno del 2020 a marzo del 2021 a sostegno di famiglie e piccole aziende che si trovavano in nuove situazioni di povertà. Il fondo istituito ammonta a ben 10 milioni di euro: 2 milioni sono stati messi da Caritas e Diakonia, 1 milione dai Vescovi italiani della CEI (attingendo ai fondi dell’8xmille), 1 milione dalla Diocesi di Bergamo, 1 milione dai sacerdoti bergamaschi che hanno offerto tre mensilità del proprio stipendio e da altre offerte. Gli altri 5 milioni sono arrivati da una grande erogazione libera di Intesa San Paolo.

Tantissime le richieste arrivate, sia da parte delle famiglie che hanno subito una perdita di reddito, sia da parte delle piccole aziende. Nel primo caso, la condizione richiesta era il limite delle entrate mensili, uguali o inferiori a 400 euro a persona (ad esclusione delle spese per mutuo o affitto della prima casa, comprendendo invece gli altri contributi statali, regionali o comunali per l’emergenza Covid).

Il fondo ha previsto aiuti anche per le piccole aziende (con non più di 5 dipendenti), che avessero subito un calo del proprio reddito o fatturato di almeno il 50%, concedendo un finanziamento agevolato fino a 20 mila euro.

Il Papa ai nuovi presbiteri / Siate pastori, non imprenditori

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Nella 58. ma Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, Francesco ha presieduto, lo scorso 24 aprile nella Basilica Vaticana, la Messa per l’ordinazione sacerdotale di nove diaconi. Nel servizio di Antonella Palermo, su VaticanNews, si legge della raccomandazione del Papa ai nuovi preti di vivere lo stile di vicinanza, compassione e tenerezza di Dio, ricordando che il sacerdozio “non è una carriera ma un servizio”.

Papa Francesco, in un’omelia ampiamente pronunciata a braccio integrando quella rituale prevista per questa circostanza, ha invitato i nuovi preti ad essere pastori, come il Signore: “È quello che vuole da voi: pastori. Pastori del Santo popolo fedele di Dio. Pastori che vanno con il popolo di Dio: delle volte avanti, in mezzo, indietro al gregge, ma sempre lì, con il popolo di Dio”, ha ripetuto il Papa. Ha invitato a superare il linguaggio di un tempo quando si parlava di ‘carriera ecclesiastica’. “Questa non è una carriera: è un servizio, un servizio come lo stesso che ha fatto Dio al suo popolo”, scandisce Francesco.

Quindi, come consuetudine, ha sottolineato 3 parole: vicinanza, compassione, tenerezza. Sono le tre parole che contraddistinguono lo stile di Dio. Il Papa le esamina nel dettaglio, consegnando ai nuovi presbiteri l’imitazione di questo stile. Si sofferma in particolare sulle quattro declinazioni della vicinanza: con Dio – nella preghiera, nei sacramenti, nella Messa – con il Vescovo, tra i fratelli e con il popolo. “Parlare con il Signore, essere vicino al Signore”: è questa la preoccupazione del Papa. Ricorda che il Signore si è fatto vicino a noi nel Suo Figlio. E che è stato vicino nel percorso di discernimento vocazionale degli ordinandi, “anche nei momenti brutti del peccato: era lì. Vicinanza. Siate vicini al santo popolo fedele di Dio. Ma prima di tutto vicini a Dio, con la preghiera”. E scandisce: “Un sacerdote che non prega, lentamente spegne il fuoco dello Spirito dentro”.

Quindi, tra altri suggerimenti, ha anche chiarito di evitare la tentazione della carriera. “Per favore, allontanatevi dalla vanità, dall’orgoglio dei soldi“: è il monito scandito dal Papa ai giovani preti. “Il diavolo entra dalle tasche”, ricorda Francesco con una immagine eloquente. E cita l’episodio che – dice – lo ha commosso tanto, di un sacerdote “capace, intelligente, molto pratico” che era diventato troppo attaccato al proprio ufficio. Un giorno ha sgridato e cacciato via un anziano dipendente il quale, “morì per questo”. Ecco, il Papa consegna questa immagine ai presbiteri perché l’abbiano sempre a mente. “Servitori come pastori, non imprenditori – ripete – altrimenti si rischia di perdere quella povertà che rende simili a Cristo“. E conclude invitando ad affidarsi sempre a Gesù e sua madre: lì la consolazione perfetta, anche nella prova della croce, senza paura perché “tutto andrà bene”.

Nola / Quando la “promozione” fa rima con “formazione”

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Il nostro incaricato Giuliano Grilli ci ha segnala questa pagina Una firma d’amore segno di comunione, pubblicata dalla testata locale di Avvenire, In Dialogo, nella quale si porta in evidenza, tra l’altro, il grande ruolo svolto dai referenti parrocchiali. Leggiamo alcune testimonianze.

«Un servizio che aiuta a vivere appieno la parrocchia

Tina Esposito ha iniziato il suo servizio per il “sovvenire”, presso la parrocchia san Felice in Pincis di Pomigliano d’Arco, due anni fa. Quarantasette anni, bibliotecaria, ha voluto assumere questo impegno poiché «avevo la possibilità di promuovere valori ecclesiali quali la comunione, la solidarietà, la corresponsabilità. Dalla mia esperienza in parrocchia mi sono accorta che era necessario formare e informare i fedeli sulla necessità di partecipare al sostentamento dei sacerdoti e della Chiesa quale gesto effettivo di partecipazione. Ho sentito l’esigenza di chiedere a tutti i miei amici parrocchiani di sentire come casa loro la parrocchia, di sentire come un padre, un fratello, un amico, il loro parroco, di rendersi conto che il ruolo culturale, sociale, assistenziale della chiesa ha dei costi che secondo un principio di equità possiamo tutti sostenere».

«Mi impegno a essere testimone: tante le opere di bene»

Ha 20 anni ed è un perito elettrotecnico. Alessandro Della Pia, da cinque mesi è referente “sovvenire” presso la parrocchia Santa Maria del Suffragio di Pomigliano d’Arco. Un incarico che porta avanti con grande senso di responsabilità «perché – dice – penso che la presenza di un referente del ‘sovvenire’ a livello parrocchiale sia di fondamentale importanza affinché ci possa essere una concezione più chiara dell’8xmille e possano essere diffusi i valori fondamentali del ‘sovvenire’ stesso. Il mio impegno non è altro che aiutare le persone a capire che con una firma, con un piccolo gesto possono contribuire alla missione della Chiesa. Lo faccio perché ci credo e soprattutto sono testimone delle tante opere concrete per il bene di tutti, come carità, strutture per la formazione, accoglienza: spesso, in certe realtà, la Chiesa è l’unica istituzione».

«Coinvolgiamo le persone facendo corretta informazione»

«La parola ‘sovvenire’ mi ha subito affascinato, mi ha fatto pensare ad una possibilità di aiuto: da volontario dell’Ualsi (Unione amici di Lourdes e Santuari italiani) non potevo che dire sì alla proposta di essere referente parrocchiale. Anche perché, da membro del Consiglio affari economici della mia parrocchia – Maria SS del Carmine di Nola – ero curioso di capire meglio il sistema di sostegno alla Chiesa. Sono quasi 6 anni che collaboro con il “sovvenire” diocesano. Non è un impegno difficile, ma richiede pazienza e collaborazione. In parrocchia si è creata una sorta di équipe, alcuni commercialisti mi aiutano per seguire chi ha bisogno di indicazioni per firmare per l’8xmille».

Bolzano-Bressanone / Una firma per superare insieme la pandemia

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Il Covid-19 ha fatto crescere, anche in Alto Adige, paura, povertà e solitudine. Sempre più persone chiedono aiuto, perché la pandemia le ha messe in ginocchio. La Diocesi di Bolzano-Bressanone, attraverso la Caritas diocesana, ha cercato di dare loro una risposta concreta. Lo ha fatto grazie all’impegno di molti laici e sacerdoti e grazie ai fondi dell’8xmille alla Chiesa Cattolica. Nel predisporre la consueta campagna annuale di informazione e sensibilizzazione in lingua italiana e tedesca sull’8xmille alla Chiesa Cattolica la Diocesi di Bolzano-Bressanone ha centrato la sua attenzione su quanto è stato fatto nel settore della carità.

Nel rispetto delle norme stabilite per contenere il contagio da Covid-19, quest’anno non sono stati stampati i tradizionali pieghevoli. Per far conoscere cosa è stato fatto in Diocesi in questo tempo di pandemia grazie ai fondi dell’8xmille alla Chiesa Cattolica, sono stati realizzati sei brevi video (tre in lingua italiana e tre in lingua tedesca) incentrati su tre tematiche di scottante attualità: l’aiuto a chi si trova ad affrontare problemi economici;

il sempre maggior numero di persone che si rivolgono alla Distribuzioni pasti S. Chiara, gestita dalla Caritas diocesana;

e il sostegno alle persone anziane, sole e malate attraverso il servizio Hospice.

Al termine di ogni video, per veicolare lo slogan “Io Aiuto” (in tedesco “Ich Helfe”) è stato scelto di proporre – con una semplice animazione grafica che richiama alla mente una firma – il manifesto che da anni accompagna le iniziative diocesane per la promozione dell’8xmille alla Chiesa Cattolica. Questo per creare un filo conduttore, anche visivo, tra le tradizionali forme di comunicazione finora adottare nella campagna, e i video, che sono la novità di quest’anno.

I video sono stati pubblicati sulla homepage della Diocesi di Bolzano-Bressanone nella rinnovata sezione dedicata alla promozione dell’8xmille alla Chiesa Cattolica e sono stati messi a disposizione delle parrocchie della Diocesi, affinché li possano pubblicare sui loro siti parrocchiali.

In collaborazione con la Caritas diocesana – che da anni organizza con la Diocesi la campagna di sensibilizzazione sull’8xmille alla Chiesa Cattolica – è stato programmato anche un calendario di post sponsorizzati su Facebook, dal 6 aprile (data di avvio della campagna) fino al 3 giugno, durante il quale gli spot vengono proposti uno a settimana, a rotazione. Il periodo scelto corrisponde a quello in cui vengono trasmessi gli spot radiofonici sulle emittenti locali in lingua italiana e tedesca. Anche in questo caso, a legare le due forme di comunicazione, non c’è solo l’elemento temporale. Gli spot radiofonici, infatti, sono stati realizzati prendendo l’audio dei video e aggiungendovi alla fine il claim, proposto da un lettore.

Dal momento, inoltre, che quest’anno non sono stati stampati i consueti pieghevoli informativi in lingua italiana e in lingua tedesca, è stato chiesto alle parrocchie di dedicare uno spazio, all’interno dei loro bollettini parrocchiali, alla promozione dell’8xmille alla Chiesa Cattolica e del 5xmille alle associazioni cattoliche no profit. Le inserzioni, appositamente preparate in varie formati e grandezze, sono state messe a disposizione delle comunità parrocchiali – attraverso la newsletter dell’Ufficio pastorale diocesano – delle inserzioni in vari formati e grandezze. Per venire incontro alle comunità di lingua ladina, tutto il materiale è stato tradotto anche in ladino gardenese e ladino badiota.

Quest’anno, più che in passato, l’organizzazione della campagna per l’8xmille alla Chiesa Cattolica – che da anni si basa sulla fattiva collaborazione tra Istituto diocesano per il sostentamento del clero, Ufficio diocesano comunicazioni sociali e Ufficio pubbliche relazioni della Caritas diocesana – ha visto e vede il coinvolgimento in Diocesi di più realtà di lingua italiana, tedesca e ladina. In questo vediamo un segno di speranza per il futuro. Il Covid-19 continua a tenerci distanziati, ma la fantasia della carità, che passa anche attraverso l’8xmille alla Chiesa Cattolica, sa andare oltre le distanze e sa costruire ponti e collaborazioni, in grado di creare nuove forme di prossimità. Per superare insieme questa pandemia.

Irene Argentiero
Incaricata diocesana del “sovvenire”

Settimana e Festival Comunicazione / Comunicare incontrando le persone dove e come sono

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Prenderà il via il prossimo 1° maggio il Festival della Comunicazione, iniziativa promossa anche quest’anno da Paoline e Paolini insieme alle diocesi di Molfetta e Rieti e sostenuta anche dal Servizio Promozione della CEI. A fare da filo conduttore degli eventi il tema del Messaggio di Papa Francesco per la 55ª Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, che si terrà il 16 maggio: “‘Vieni e vedi’ (Gv 1,46). Comunicare incontrando le persone dove e come sono”.

Dal 9 al 16 maggio si terrà online la Settimana della Comunicazione, giunta quest’anno alla sedicesima edizione, che fornirà l’occasione per parlare di cultura e comunicazione traendo spunto dal messaggio del Papa. Ad ospitare gli eventi del Festival, evento itinerante che ogni anno si svolge in un territorio diverso, quest’anno saranno eccezionalmente due diocesi: la diocesi di Molfetta, organizzatrice dell’edizione dello scorso anno, e la diocesi di Rieti che ospiterà il Festival nel 2022. “Un’occasione speciale – viene spiegato – che si traduce concretamente in collaborazione e condivisione di valori e di percorsi”.

Gli organizzatori hanno realizzato un visual che contraddistinguerà le due iniziative ispirandosi alle parole con cui il Papa invita soprattutto gli operatori della comunicazione a uscire per strada, a “consumare le suole delle scarpe”, e osservare di persona ciò che succede. “Per questo motivo al centro del visual – spiega una nota – compaiono i piedi di una persona che cammina sulla strada per andare incontro all’altro, per raggiungere la realtà da raccontare. È un chiaro appello a riprendere il giornalismo d’inchiesta, i reportage, a non costruire le notizie in redazione o davanti al computer”.

Vescovi lombardi e 8xmille / Appello congiunto per esprimere gratitudine e invitare a proseguire l’impegno

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Milano, 21 aprile 2021 – Il Covid-19 ha colpito duramente la Lombardia. Migliaia di famiglie sono state provate da sofferenze e lutti. Tante comunità hanno perso i propri sacerdoti. La Chiesa ha potuto reggere l’urto della crisi e aiutare chi ne ha subito le conseguenze peggiori grazie ai cittadini che nella dichiarazione dei redditi hanno scelto di destinarle l’8xmille dei propri contributi fiscali.

Nel 2020, l’anno in cui è esplosa la pandemia, alle 10 diocesi della Lombardia sono arrivati, grazie all’8xmille, 85 milioni di euro. Di tali risorse il 18,3% è stato utilizzato per opere di culto e pastorale, il 17,7% per la carità, il 54,3% per il sostentamento del clero, il 5,6% per l’edilizia di culto e il 4,1% per i beni culturali.

Inoltre, sempre nel 2020, la Conferenza Episcopale Italiana ha destinato alla Lombardia ulteriori 16 milioni di euro, sempre tratti dai fondi dell’8xmille, per la sola emergenza Coronavirus. Tali risorse sono state utilizzate per aiutare le famiglie in difficoltà, rifornire di materiale sanitario ospedali e strutture sanitarie, aiutare comunità in cui erano presenti situazioni di forte fragilità.

A fronte di questo impegno, tuttavia, il numero di persone che nella dichiarazione Irpef esprime la propria preferenza per la Chiesa cattolica sta calando. A livello nazionale la quota di risorse raccolte con questa modalità e destinate alla Chiesa cattolica è del 77% (l’ultimo anno fiscale per cui è disponibile questo dato è il 2017) e rispetto agli anni precedenti il calo è di circa l’1% annuo. In Lombardia l’analoga percentuale si attesta sull’80%.

Nasce da questo contesto l’appello rivolto ai fedeli dai vescovi delle 10 diocesi lombarde. In occasione della Giornata nazionale del Sovvenire che si celebra il 2 maggio, i presuli per la prima volta firmano insieme una lettera dal titolo “Gratitudine e impegno”, che verrà distribuita in tutte le chiese. In essa anzitutto ringraziano coloro che – credenti e non – hanno permesso alla Chiesa cattolica di aiutare molte persone in situazioni di emergenza. «La pandemia, dalla quale speriamo di potere uscire al più presto, è stata la prova di una vera e concreta solidarietà», grazie alla quale «la Chiesa cattolica ha potuto concorrere alla salute e alla promozione del bene comune in Italia e all’estero».

Proprio a motivo dei bisogni crescenti determinati dalla crisi che ancora continua ad aggredire i più deboli, i membri della Conferenza episcopale lombarda invitano i fedeli a contribuire al “flusso di bene” attivato dall’8xmille alla Chiesa cattolica con sempre maggiore consapevolezza: «Insieme con il grazie, chiediamo un vostro aiuto e una maggiore assunzione di impegno» verso una scelta che non è solo «una questione economica, ma un evidente e incisivo atto di comunione ecclesiale».

«Le Chiese di Lombardia dimostrano, con questa lettera, di voler dare un messaggio di speranza, di unità e di solidarietà – commenta Attilio Marazzi, incaricato per la Lombardia del Servizio per il sostegno economico della Chiesa cattolica -. La Chiesa riceve e dona, a lei nulla rimane, tutto viene ridonato e condiviso con i più bisognosi. In questo senso la firma è un atto di comunione ecclesiale e di senso civico».

«Con quei fondi abbiamo aiutato gli impoveriti da Covid e i fragili che sono stati dimenticati – dichiara Luciano Gualzetti, delegato regionale delle Caritas lombarde -. I vescovi ci invitano a contribuire con maggiore consapevolezza. Scegliere a chi destinare l’8xmille è un esercizio di libertà ed è un atto con cui si dichiara la propria appartenenza e condivisione a una storia comune volta al bene e alla promozione della persona. Una possibilità, tra l’altro, concessa a tutti. Anche a coloro che pur avendo un reddito, non presentano la dichiarazione Irpef: i quali, cosa purtroppo ancora poco nota, possono scaricare dal sito dell’Agenzia delle entrare il modulo, barrarlo, firmarlo ed inviarlo per posta».

In allegato il testo della Lettera dei Vescovi della Lombardia.

 

Stefano Femminis
Responsabile Ufficio Comunicazioni sociali
Arcidiocesi di Milano

Rendiconto 8xmille regionale / Intervista al referente dell’Umbria Giovanni Lolli

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La rendicontazione dell’uso dei fondi 8xmille da parte delle diocesi è fondamentale per l’immagine di trasparenza che desideriamo possa identificare l’azione caritativa della Chiesa. A maggior ragione un rendiconto regionale evidenzia la sinergia che deve esistere tra le diocesi.

Ecco perché è auspicabile che sempre più regioni possano realizzare un libro bianco che rendiconti l’operato delle proprie diocesi nell’uso trasparente dei fondi 8xmille assegnati. Ad oggi, facendo una breve cronistoria, ecco le regioni che hanno pubblicato dei rendiconti regionali o che sono in corso di realizzazione:

  • MARCHE: 1° esperimento fatto nel 2008 (raccolta opere 1990/2007)
  • PIEMONTE: 2° esperimento fatto nel 2011 (n. 5 opere per diocesi fatte nel tempo e rappresentative per ogni ambito)
  • UMBRIA: libro bianco in formato libretto (sono tre anni che è attivo, l’ultimo aggiornamento è slittato da nov 2020 a feb 2021 causa Covid)
  • BASILICATA: libro bianco in formato pieghevole (realizzato in forma riassuntiva con il contributo di tutte le diocesi)
  • SARDEGNA: libro bianco “in corso” (lo stanno realizzando con il contributo di n. 2 opere per diocesi).

Il diacono permanente Giovanni Lolli, coordinatore regionale del “sovvenire” per l’Umbria, racconta al giornalista Stefano Proietti come è nato l’opuscolo del bilancio annuale delle otto diocesi di quel territorio, giunto ormai alla sua terza edizione e accompagnato da una serie di video accessibili dalla homepage del sito.

All’origine di questa iniziativa di trasparenza ci sono diversi fattori, in sisntesi:

  • La Conferenza Episcopale Umbra ha sposato l’iniziativa, prendendola a cuore e accompagnandola
  • I convegni regionali del “sovvenire”, cui prendevano parte sia i delegati diocesani che i referenti parrocchiali, si sono rivelati un luogo strategico per coordinare scelte e azioni
  • Il rapporto aperto e collaborativo con i media del territorio ha portato ad accogliere la loro richiesta di numeri, storie e notizie, costruendo un clima di trasparenza
  • I media diocesani (primo fra tutti il settimanale) si sono rivelati utilissimi sia in sede di realizzazione degli approfondimenti che di diffusione capillare dell’opuscolo, una volta stampato
  • Una presentazione ufficiale del lavoro finito con ospiti prestigiosi e i media locali tutti presenti

Acireale / I sacerdoti donano 50mila euro agli ospedali di Acireale e Giarre

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La notizia è stata pubblicata sul sito della diocesi di Acireale. Il Vescovo Mons. Antonino Raspanti, nel tradizionale scambio di auguri di Pasqua con gli organi di informazione avvenuto mercoledì 31 marzo 2021 in episcopio, ha informato che i sacerdoti della diocesi, personalmente, durante il tempo di emergenza, hanno partecipato alla costituzione del fondo di solidarietà, versando una somma complessiva di 50.000 euro. Con essi sono stati acquistati dei dispositivi destinati agli ospedali di Acireale e Giarre per la lotta al Covid-19.

“Le nostre strutture sanitarie – dichiara il Vescovo A.Raspanti – si sono trovate spiazzate nell’affrontare questa nuova emergenza. La nostra diocesi ha puntato sulla prevenzione attraverso l’adozione di misure di contenimento del contagio. Ringrazio di vero cuore i sacerdoti che hanno promosso l’iniziativa per l’aiuto concreto che hanno offerto alla comunità tutta. Mentre compiamo questi atti solidali per guarire il mondo dalle ferite provocate dalla pandemia dobbiamo tenere lo sguardo rivolto all’esempio di Gesù Cristo, ponendo particolare attenzione nei confronti dei più deboli al fine di lenire le sofferenze. Attraverso quest’iniziativa abbiamo intenzione di creare una rete di solidarietà affinché le persone si sentano confortate in un contesto all’interno del quale creare una spirale di bene. Tutto questo può essere un’opportunità per noi tutti per volgere lo sguardo al futuro con più serenità e speranza. La carità – conclude il vescovo –  non si ferma ma si moltiplica. La nostra società è paralizzata dalla paura ed è per questo che dobbiamo porre la nostra fiducia in Dio perché Lui non permetterà mai di portarci via la luce della speranza”.

Covid-19/ Tra le vittime 269 i sacerdoti

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Sono 269 i sacerdoti morti a causa del Covid-19 in Italia nel primo anno della pandemia. Dall’1 marzo 2020 all’1 marzo 2021, il clero diocesano ha pagato con il sangue la vicinanza al popolo, la presenza negli ambienti più esposti al virus e la fragilità di un’età avanzata. Le Regioni più colpite sono state quelle del Nord (78% del totale): a guidare la classifica è la Lombardia con 88 decessi (33%), Emilia Romagna con 36 (14%), Trentino Alto Adige con 28 (10%), Piemonte con 22 (8%) e Veneto con 17 (6%). A seguire, tra le Regioni del Centro (11%) e del Sud (11%) con il numero più alto di vittime, ci sono le Marche con 15 sacerdoti morti (6%), la Campania con 12 (4%) e l’Umbria con 7 (3%). Le due isole sommano, nel complesso, 14 decessi (10 in Sicilia e 4 in Sardegna).

Il contagio ha quasi azzerato il pur modesto ricambio garantito dalle nuove ordinazioni, che sono state 299 nel 2020. E l’entità della tragedia che si è consumata è misurabile anche in termini percentuali: se nel 2019 i preti morti erano stati 742, nel 2020 il totale è salito a 958 con un incremento del 30%.

Per non parlare dei due momenti in cui la pandemia si è abbattuta con più violenza: nel periodo marzo/aprile 2020 sono morti 248 sacerdoti, ovvero quasi il doppio (+ 92%) di quelli scomparsi nell’analogo arco temporale del 2019 (129). Ancora peggio nel momento culminante della seconda ondata: i 240 morti tra novembre e dicembre del 2020 sono più del doppio (+ 101%) di quelli dell’anno precedente (119).

Si muore in 2 diocesi su 5. Ad essere toccate dal contagio, infatti, sono 86 diocesi su 225 (38%). Bergamo è quella che ha pagato il prezzo più caro in termini di lutti con 27 preti deceduti: tra di essi c’è anche don Fausto Resmini, il prete degli ultimi che è stato ricordato dal presidente Mario Draghi in occasione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia. Quindi è la volta di Milano e Brescia (18 morti ciascuna), Trento (17), Bolzano (11), Cremona (9), Parma (8), Como (7), Padova (7), Piacenza (6), Lodi (6), Genova (6), Reggio Emilia (6), Udine (6), Pesaro (5), Fano (4), La Spezia (4), Mondovì (4), Bologna (3), Firenze (3), Novara (3), Perugia (3), Salerno (3), Saluzzo (3), Tortona (3), Vicenza (3), Vittorio Veneto (3), Casale Monferrato (2), Caserta (2), Cesena (2), Ferrara (2), Nuoro (2), Palermo (2), Ragusa (2), Ravenna (2), Rimini (2), Senigallia (2), Terni (2), Torino (2), Treviso (2), Vercelli (2). A seguire, 45 diocesi con 1 sacerdote morto: Acerra, Acireale, Arezzo, Ariano Irpino, Ascoli Piceno, Asti, Aversa, Bari, Belluno, Cagliari, Caltagirone, Camerino, Carpi, Catania, Cerignola, Cerreto, Crema, Cuneo, Faenza, Fidenza, Fiesole, Gubbio, Imola, Ischia, Ivrea, L’Aquila, Lanusei, Lecce, Macerata, Mantova, Mazara del Vallo, Modena, Noto, Pavia, Piazza Armerina, Pordenone, Prato, Roma, Sessa Aurunca, Sorrento, Teggiano, Ugento, Urbino, Venezia, Viterbo.

(Agenzia Sir, Riccardo Benotti)