Category Archives: Link

Presentazione

vai all’articolo
Amici cari,

a livello nazionale la campagna 8xmille è nel suo pieno svolgimento e auspico che anche a livello locale le vostre azioni per promuovere la partecipazione all’8xmille continuino infaticabili. Il progetto speciale per la raccolta dei CU “unafirmaXunire”, che si chiuderà a fine luglio, per il momento ha coinvolto circa 3.000 parrocchie, e ci restituirà qualche dato su cui riflettere solo a settembre.

Mi auguro che per il prossimo progetto speciale legato alla raccolta delle Offerte per i sacerdoti, che vedrà il suo apice a novembre, si aggiungano le altre 2.000 parrocchie per arrivare all’iscrizione delle previste 5.000 e spero che i risultati ricompensino lo sforzo fatto per avviare, organizzare e consolidare queste attività territoriali, che vi vedono pienamente coinvolti.

Si conferma comunque il 18 settembre l’ordinaria Giornata Nazionale dedicata alla sensibilizzazione delle Offerte deducibili. Prevediamo di spedire a tutte le parrocchie una busta con i materiali promozionali. Sarò più esaustivo in uno dei prossimi appuntamenti su In Cerchio. Vorrei sottolineare, però, che il 18 settembre rappresenta comunque una data di “avvio” della promozione delle Offerte che sarà molto importante proseguire anche e soprattutto nei mesi successivi. Sappiamo tutti che per quanto riguarda i nostri temi legati al sostegno economico alla Chiesa, le Giornate Nazionali rappresentano preziose occasioni per iniziare, continuare o ribadire dei concetti che sono alla base delle nostre attività e spesso difficili da spiegare. E una sola “Giornata” quindi non è sufficiente.

Grazie dunque per quello che fate, con pazienza e perseveranza durante tutto l’anno.

Buon lavoro e un caro saluto

Massimo

Uniti nel dono / Don Yuriy: “La mia casa per chi fugge dalla guerra”

vai all’articolo

A Novara è stata eretta la prima parrocchia in Italia di cattolici ucraini di rito bizantino. Don Yuriy, il loro parroco, ha ceduto la propria abitazione ad alcune donne in fuga dalla guerra. Ma tutta la comunità sta mettendo in campo uno straordinario sforzo per la prima accoglienza. E non solo…

«Nessuno si aspettava una guerra, l’arrivo delle sfollate ci ha travolto» allarga le braccia don Yuryi Ivanyuta, 44 anni, parroco di Santa Maria del Carmine a Novara. «Dopo due mesi, passata l’emergenza iniziale – racconta – grazie alla generosità di tanti italiani i bisogni non sono più tanto quelli primari, di vitto e alloggio, ma di sostegno psicologico: la maggior parte delle mamme arrivate qui si chiedono che cosa fare, come affrontare il futuro, se rientrare in Ucraina o restare qui in attesa che la guerra finisca». È domenica mattina e tante ucraine, alcune residenti qui da anni e altre da poche settimane, sciamano sul sagrato della splendida chiesa secentesca di Santa Maria del Carmine, nel cuore del centro storico di Novara. Qui è stata infatti istituita nel dicembre 2021 la prima (e per ora unica) parrocchia per i fedeli cattolici ucraini di rito bizantino nel nostro paese, all’indomani dell’erezione nel 2019 da parte di papa Francesco dell’Esarcato apostolico d’Italia. E qui, secondo gli ultimi dati della Protezione civile, sono ospitate la maggior parte delle ucraine giunte in Piemonte dalla fine di febbraio: al 4 maggio risultavano 2829 gli ucraini presenti a Novara, seguiti da 2150 a Torino, 1111 nel Verbano-Cusio-Ossola, alcune migliaia nelle altre province. Proprio nel Novarese si è formata una delle maggiori comunità ucraine in Italia e qui don Yuryi, originario di Sternopil nell’Ucraina occidentale, esercita il suo ministero dal 2002. Il Piemonte registra infatti da anni un indice di aspettativa di vita tra i più alti d’Italia (83 anni contro la media di 80,3 in Europa), dal quale deriva l’alta domanda di lavoratori impiegati nella cura della persona.
Oggi sono circa 10.400 gli ucraini residenti in Piemonte (l’80 per cento sono donne), la metà registrati fra Novara e la provincia di Verbano-Cusio-Ossola. Una forza lavoro spesso molto qualificata ma che, per tutti i Paesi al di fuori dell’Unione europea come l’Ucraina, non vede riconosciuti i propri titoli di studio.

«In Ucraina insegnavo inglese e tedesco alle scuole medie, il lavoro che sognavo. Ma qui in Italia – racconta Mariana, dal 2015 in Italia – se vuoi crescere dei figli, devi adattarti a fare la badante. Da quando è scoppiata la guerra, don Yuryi mi ha chiesto di dargli una mano con la Questura e ho iniziato a lavorare come interprete: mi piacerebbe continuare con questo lavoro». «Fino al 2008 a Leopoli – le fa eco Oksana, 46 anni – insegnavo musica e canto. Ma da quando sono arrivata qui ho svolto lavoro domestico: il mio sogno è che mia figlia si laurei in ingegneria e faccia una vita diversa» sorride questa signora, da anni direttrice del coro parrocchiale. Con la loro eleganza e il loro sorriso, Mariana e Oksana rappresentano il volto maggioritario dell’immigrazione in Italia: più della metà degli immigrati secondo l’Istat, il 52 per cento, sono infatti donne, europee, di cultura e religione cristiana. Sono donne anche il 42 per cento degli occupati stranieri nel nostro Paese.

«Don Yuryi – sorride Oksana – è sempre stato ed è ancora oggi il punto di riferimento della comunità, non solo come parroco: molti di noi per qualsiasi problema di documenti, di salute o per un semplice consiglio si rivolgono a lui. In questa emergenza, grazie all’aiuto del Comune e dei cittadini cerca di dare una mano a tutti».

È significativo l’elogio che don Yuryi ha rivolto alla capacità organizzativa messa in piedi non solo dalle istituzioni e dalla Caritas diocesana, ma dalle numerosissime associazioni di volontariato che in questi mesi hanno teso le mani e aperto le loro case agli ucraini. Come Patrizia Torresan, la proprietaria dell’hotel Parmigiano chiuso da più di un anno e messo in vendita, che ha offerto gratuitamente l’albergo dal quale sono già passati oltre 400 sfollati, poi indirizzati da famiglie novaresi, trasformando questa struttura nel quartier generale dell’accoglienza. Il Comune ha poi messo a disposizione dei locali dove è stato allestito il centro di raccolta e distribuzione di alimenti forniti dal Banco alimentare, abiti per bambini, farmaci e prodotti di igiene personale.

«È qui in Italia che ho scoperto l’associazionismo – osserva don Yuryi – perché in Ucraina in 70 anni di dittatura era impossibile aggregarsi. In questi mesi ho toccato con mano ancora di più la grande capacità degli italiani di sviluppare comunità, mettersi d’accordo, fare rete: stiamo imparando moltissimo da voi». Secondo i dati della Prefettura il 92 per cento dei profughi accolti nel Novarese sono donne con bambini: anche per questo don Yuryi ha deciso di cedere il suo appartamento a tre giovani mamme, due delle quali negli ultimi mesi di gravidanza (proprio l’8 aprile Svitlana ha partorito Milania, la prima bimba ucraina nata a Novara) e di trasferirsi in parrocchia. «Era il minimo che potessi fare: queste donne – commenta – hanno tra i 30 e i 40 anni come le mie sorelle».
Ora il compito più arduo: tenere alto il morale delle connazionali con la speranza, fondamento della fede: «Dico sempre che dobbiamo imparare prima a pregare, e poi a fare. Non il contrario. Solo la preghiera ci dà la forza di affrontare la precarietà del presente e del futuro».

di Manuela Borraccino –  Foto di Matteo Pallanza – Video di M. Borraccino (testo, voce e regia) e M. Pallanza (riprese e montaggio)

Lombardia / Mons. Raimondi, il nuovo Vescovo delegato del “sovvenire”

vai all’articolo
In occasione della Giornata Nazionale 8xmille, lo scorso 15 maggio il quotidiano Avvenire ha pubblicato questo articolo dal titolo “Raimondi: con l’otto per mille esportiamo carità, non armi” di Lorenzo Rosoli.

«Dall’Italia non si esportano solo armi: si esporta carità. Ancor più da quando è stato istituito l’otto per mille. Perciò vogliamo sensibilizzare le nostre comunità perché crescano le offerte deducibili per il sostentamento del clero: così potremo destinare ancora più risorse dell’otto per mille alla carità. In Italia e nel mondo». Parola di Luca Raimondi, vescovo ausiliare di Milano e nuovo delegato per il Sovvenire della Conferenza episcopale lombarda. Dal 17 marzo è stato chiamato a succedere al vescovo emerito di Lodi Giuseppe Merisi «che ringrazio per il lavoro paziente, competente, appassionato fatto in questi anni», sottolinea Raimondi.

Con lui e con Attilio Marazzi, incaricato regionale per il Sovvenire, facciamo il punto della situazione in Lombardia in occasione dell’odierna Giornata di sensibilizzazione alla firma dell’otto per mille alla Chiesa cattolica. I numeri, anzitutto. «Quelli relativi alle dichiarazioni del 2020, gli ultimi disponibili, dicono che in un anno le firme a favore della Chiesa cattolica sono calate di un milione, passando da 13 a 12 milioni, a livello nazionale, mentre in Lombardia abbiamo perso 208mila firme – ricorda Marazzi –. Nello stesso periodo, sempre a livello nazionale, le firme per lo Stato sono passate da 2,8 a 3,8 milioni». Come si spiega? «Credo siamo di fronte alla volontà di moltissimi cittadini di esprimere gratitudine e sostegno alle strutture sanitarie e al personale medico e infermieristico, così duramente provati in tempo di pandemia. Non si tratta dunque di una protesta o di un pregiudizio verso la Chiesa, ma di una ripresa di senso civico nella riscoperta del ruolo del servizio sanitario nazionale. Non firme ‘perdute’, ma firme che si sono spostate. Tuttavia è bene ricordare che anche la Chiesa ha fatto tantissimo in questo periodo, e continua a farlo, nel campo della sanità come della solidarietà, nell’aiuto alle tante persone e famiglie povere o impoverite dalla pandemia».

Il calo di firme per la Chiesa cattolica «è più sensibile nelle diocesi con percentuali di scelte più basse», annota Marazzi mentre «le offerte deducibili per i sacerdoti sono cresciute in quasi tutte le diocesi lombarde, superando nel 2021 i 2,3 milioni di euro, con una crescita dell’8% fra 2019 e 2020 e dell’1,1% fra 2020 e 2021». Una possibile spiegazione? «Nella nostra regione, la più duramente provata dalla pandemia, la gente ha visto tanti preti spendersi per tutti con generosità – e talvolta fino al dono della vita – negli ospedali, nelle parrocchie, nelle Rsa, nelle comunità e nei servizi rivolti ai poveri». Che fare per rilanciare l’otto per mille? «Dobbiamo riscoprire il significato ecclesiale e spirituale di questa scelta. E dobbiamo superare due luoghi comuni: che ci sia una Chiesa ricca, cosa non vera, e che lo Stato che dà soldi alla Chiesa sia uno Stato confessionale – incalza il vescovo Raimondi –. L’otto per mille è invece uno strumento che non solo rispetta la laicità dello Stato, ma anche i principi di solidarietà e di sussidiarietà, e dà ai cittadini uno spazio di libertà, nella possibilità di scegliere chi sostenere con questa quota dell’imposta sul reddito. Dare l’otto per mille alla Chiesa è un modo per riconoscere il bene che la Chiesa fa a tutti, senza distinzioni, con le sue opere di carità e solidarietà – offrendo accoglienza e servizi anche in ambiti che lo Stato non può coprire – ma pure con la custodia e la conservazione di uno straordinario patrimonio culturale, storico e artistico – che è anche risorsa per l’economia del nostro Paese. Per i fedeli – riprende il presule – l’otto per mille e le offerte deducibili per il clero sono il modo concreto per esprimere l’appartenenza alla Chiesa corpo mistico e mistero di comunione, per partecipare alla vita della Chiesa intera, oltre ogni particolarismo, e per aiutare tutta la Chiesa, a partire dalle sue ‘membra’ più povere o più vicine ai poveri. In Italia e nel mondo».

Iniziative in cantiere? «Aderendo a un progetto della Cei, sono 400 le parrocchie lombarde che hanno intrapreso un lavoro capillare per raggiungere quanti, pur non tenuti per legge alla dichiarazione dei redditi, possono egualmente scegliere a chi destinare l’otto per mille, ma spesso non lo fanno – risponde Marazzi –. Nella questione decisiva della trasparenza, tutte le diocesi lombarde sono impegnate nella pubblicazione dei loro dati dell’otto per mille, sul versante della raccolta come degli impieghi».

Sovvenire di giugno / Novità sul formato digitale

vai all’articolo
Da questo secondo numero del 2022 Sovvenire in formato digitale diventa un’esperienza ancora più coinvolgente, tutta da vivere: non solo articoli da leggere ma anche video, podcast audio e fotogallery! La vita vissuta delle nostre comunità e dei nostri sacerdoti, raccontata con passione e competenza, arriva in una modalità più immediata e fresca.

Il numero di giugno è stato pensato per accompagnarci tra la Pasqua e la Pentecoste. La storia di copertina è la meravigliosa testimonianza di don Claudio, un parroco torinese che da alcuni anni vive sulla carrozzina e che di fronte ad una terribile malattia degenerativa ha abbracciato la croce, permettendo alla luce della Risurrezione di trasformare le sue ferite in luminose feritoie. Oggi la sua parrocchia, a Collegno, è un modello di inclusione e superamento delle barriere, umane prima ancora che architettoniche.

Il dossier, firmato dal sacerdote salesiano Beppe Roggia, è un invito a riscoprire il ruolo fondamentale dello Spirito Santo nella nostra vita di fede: un ruolo molto spesso trascurato e poco considerato.

Il personaggio celebre che abbiamo incontrato, infine, è un calciatore amatissimo, che ha lasciato un segno indelebile nella storia del Milan e della Nazionale: Demetrio Albertini. Non tutti sanno, però, che ha anche una bella storia di fede e un fratello sacerdote per la diocesi di Milano.

Allora buona lettura e buona Pentecoste a tutti!

Firmato da te / 8xmille per combattere povertà e solitudine

vai all’articolo
Continuano i nostri appuntamenti con i video “Firmato da te”, il progetto televisivo sostenuto dal Servizio Promozione Sostegno Economico della CEI in collaborazione con Corallo e TV2000 nato per raccontare, in pochi minuti e attraverso la voce dei protagonisti, cosa si fa concretamente con l’8xmille destinato alla Chiesa cattolica.

Tivoli (RM), Casa Santa Chiara
A Tivoli in un palazzone che guarda la diga sull’Aniene, vivono tre donne. Ognuna di loro è lo scrigno di mondi segnati da violenze, povertà e solitudine. A Casa Santa Chiara, realizzata con i fondi dell’8 per mille hanno trovato riparo per sé stesse e per i loro figli. Con l’aiuto di un nutrito e sorridente staff, dei volontari Caritas e del buon cuore di chi dona loro beni di prima necessità e abiti, stanno imparando a essere mamme e donne regalando nella loro inconsapevolezza tanto amore.

Per “Be Food” le caritas di Viterbo e Civita Castellana
“Be food” è un progetto promosso dalle Caritas Diocesane di Viterbo Civita Castellana, realizzato con il sostegno di Caritas Italiana e dei fondi CEI 8xmille.
Questo progetto nasce dalla necessità di sostenere con maggiore efficacia alcune fra le azioni di contrasto alla povertà finora intraprese dalle tre realtà presenti sul territorio.
Uno dei risultati del progetto Be Food è stata la realizzazione del “Centro per l’Aiuto Alimentare” situato a Viterbo, che ha permesso di ampliare le iniziative per la raccolta e la distribuzione dei beni alimentari, grazie al recupero delle eccedenze alimentari di produzione agricola, dell’industria alimentare, della grande distribuzione, della ristorazione e dei punti vendita alimentari, poi ridistribuito a titolo gratuito alle strutture caritative, quali parrocchie, Emporio Solidale di Viterbo e realtà laiche, che si occupano di assistenza e sostegno alle persone in stato di bisogno sul territorio.

A La Spezia Locanda Il Samaritano
A La Spezia la Caritas diocesana con il contributo dell’8Xmille ha creato un nuovo dormitorio nel quartiere “Pegazzano”, grazie al quale è riuscito a far fronte alle numerose richieste delle persone senza fissa dimora. La “Locanda il Samaritano” è una risposta di solidarietà orientata alla tutela delle famiglie, dei minori e degli anziani, che con le conseguenze socio-economiche della pandemia, stanno vivendo un momento altrettanto difficile.

Monzio Compagnoni / Riscopriamo l’importanza di ogni firma per l’8xmille

vai all’articolo
L’agenzia d’informazione Sir il 2 maggio ha pubblicato un’intervista al responsabile del Servizio Promozione CEI Massimo Monzio Compagnoni sull’8xmille che riportiamo qui integralmente.

Il Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica gli è stato affidato due anni fa, poco dopo l’inizio della pandemia. Ma Massimo Monzio Compagnoni non è tipo che si scoraggi facilmente e, nonostante tutte le limitazioni che in questo biennio hanno condizionato la vita e il lavoro di tutti, ha portato avanti un processo di rinnovamento e digitalizzazione delle attività di questo settore così delicato per la vita della Chiesa italiana. E, se nell’ambito delle Offerte deducibili per i sacerdoti è appena nato il sito www.unitineldono.it, in quello dell’8xmille la questione più spinosa da affrontare è stata certamente quella del calo delle firme, certificato dagli ultimi dati resi noti dal Ministero delle dell’Economia e delle Finanze.

Di quali numeri parliamo, direttore?
Parliamo di una tendenza iniziata 16 anni fa, che però nel 2020, in concomitanza con il primo anno della pandemia, ha fatto segnare un picco che non può essere sottovalutato: le firme per la Chiesa cattolica sono scese da 13 a 12 milioni circa, con una percentuale che è passata dal 77 dell’anno precedente a poco meno del 72%. Contemporaneamente le firme destinate allo Stato sono passate da 2,8 a 3,8 milioni, con un aumento di un milione di unità.

Che spiegazione si è dato?
Certamente la pandemia ha avuto un peso decisivo: moltissimi cittadini hanno sentito il bisogno di sostenere la “macchina dello Stato”, profondamente provata dalla crisi delle strutture sanitarie, forse senza rendersi conto che anche la Chiesa, nello stesso frangente, stava accogliendo quasi due milioni di persone che non avrebbero avuto altre risorse se non quella.

Nessun allarmismo, quindi?
No, nessun allarmismo. Però un segnale che va letto anche alla luce del lento calo dei quindici anni precedenti e che deve assolutamente farci riflettere, come comunità.

In che senso?
Nel senso che dobbiamo riscoprire profondamente l’importanza di ogni firma e dobbiamo farlo a partire dalle famiglie, dalle parrocchie, dalle diocesi. Non possiamo pensare che gli spot della campagna pubblicitaria siano come una bacchetta magica che mette in moto un processo ineluttabile. L’8xmille (così come le Offerte) sono strumenti affidati alla nostra responsabilità personale e al nostro impegno. Di ciascun credente, naturalmente ognuno secondo il proprio ruolo.

A proposito della campagna, che sta partendo proprio in questi giorni, come si caratterizza quest’anno?
La campagna di quest’anno è stata sviluppata in continuità con quella dello scorso anno. La firma per l’8xmille alla Chiesa cattolica, si diceva già nel 2021, “non è mai solo una firma; è di più, molto di più”. Le storie e i volti di quest’anno (che, è bene ricordarlo, non sono volti di attori ma dei veri protagonisti dei progetti finanziati con l’8xmille) conducono gli spettatori a fare un passo avanti, cercando di spiegare meglio in cosa consiste quel “molto di più”. È l’amore, si sente dire negli spot, è una casa, una famiglia, la speranza o la felicità, per chi aveva perso tutto. Ma è anche un riscatto, per chi aveva perso lavoro e dignità. Ed è una missione, per chi si realizza anche professionalmente attraverso queste migliaia di progetti finanziati. Ultimo ma non meno importante, ricorda ancora uno degli spot, è “la nostra storia”, come afferma chi grazie ai fondi dell’8xmille ha visto rinascere la chiesa del proprio paese, da tempo inagibile.

Un ventaglio di situazioni che rispecchiano le diverse finalità per cui vengono spesi i fondi. Vogliamo ricordare quali sono?
La legge 222 del 1985 stabilisce che queste finalità sono tre: le esigenze del culto e della pastorale, e quindi anche la manutenzione dei luoghi in cui le comunità cristiane si ritrovano; gli interventi caritativi, in Italia e nei paesi più poveri del mondo; e da ultimo il sostentamento dei 33.000 sacerdoti che sono a servizio delle 227 diocesi del nostro Paese (e in parte, 300 di loro, anche in missione come fidei donum nei cinque continenti).

Perché e per chi, in conclusione, è importante firmare?
Per tutti, ovviamente, perché il denaro che viene ricevuto (e puntualmente rendicontato) dalla Chiesa cattolica viene impiegato a beneficio di tutta la collettività e non solo dei cattolici. È importante però, me lo lasci dire, soprattutto per coloro che, per l’oggettiva complessità della procedura, per un pizzico di pigrizia o semplicemente perché non lo sanno, non esercitano il proprio diritto a firmare. Sono ancora tantissimi, soprattutto tra quelli che non sono “obbligati” per legge a presentare la dichiarazione dei redditi. Proprio per questo è importante ricordare che tutte le firme, indipendentemente dal reddito del firmatario, hanno lo stesso identico valore. Ogni firma è fondamentale. Nessuna esclusa.

(R)evoluzione digitale / Presentato il Festival della Comunicazione

vai all’articolo
È partita dal “perché” la presentazione del Festival della Comunicazione a Rieti. L’evento nazionale promosso dalle Paoline e dai Paolini viene realizzato quest’anno dalla diocesi di Rieti ed è stato il Vescovo Domenico Pompili a spiegarne le ragioni, nel pomeriggio del 27 aprile, nell’Auditorium Varrone. A una platea composta di cittadini, operatori della comunicazione e figure istituzionali ha indicato la prospettiva di accrescere la consapevolezza sul panorama mediale in cui abitiamo: un ambiente misto, nel quale ciascuno sta con un piede on-line e uno off-line. Una situazione che «sta ridisegnando le nostre vite quotidiane con effetti dirompenti nelle relazioni interpersonali, nella coscienza individuale, nelle dinamiche economiche e sociali, nella stessa esperienza spirituale», ha detto il Vescovo, evocando il rischio di venir condizionati dagli algoritmi.

È qui che si innesta il tema del Festival, ricavato dal Messaggio di papa Francesco per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali: Ascoltare con l’orecchio del cuore. Secondo il Vescovo «Si intuisce una grande questione che è insieme culturale ed educativa», perché «ogni cambio tecnologico produce anche un cambio antropologico», e allora è necessario «chiarire i nessi tra il nuovo linguaggio digitale che soppianta l’analogico e la vita dei nostri bambini, adolescenti, giovani, adulti e anziani». Non a caso il Festival vero e proprio, in calendario dal 21 al 29 maggio, sarà preceduto, dal 2 all’8 maggio, da un ciclo di eventi tutti dedicati ai bambini, agli adolescenti e alle loro famiglie, che sarà aperto da Marco Carrara, autore e conduttore RAI, che parlerà dei social: un mondo da abitare nel modo giusto, per il bene di tutti. Tanti gli eventi dedicati anche ai più piccoli che faranno leva sull’esperienza fisica.

Gli eventi del Festival della Comunicazione, sostenuto anche dal Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica, intendono coinvolgere a vari livelli la cittadinanza e attrarre operatori della comunicazione da tutta Italia, valorizzando i tratti distintivi del territorio con l’intento di promuovere la conoscenza delle sue bellezze e della sua storia, facendo leva sul cuore francescano della Valle Santa e sulle caratteristiche dei suoi borghi e del suo paesaggio naturale. Il tutto senza dimenticare di tenere acceso un riflettore sui temi della ricostruzione che segue il terremoto del 2016.

Tutti gli eventi saranno gratuiti e aperti al pubblico senza prenotazione fino ad esaurimento posti.

In allegato il comunicato stampa diramato il 27 aprile con il programma.

Presentazione

vai all’articolo
Carissimi,

con maggio inizia ufficialmente il periodo più importante dell’anno dedicato in prevalenza alla promozione dell’8xmille.

L’8 maggio prenderà il via la nuova campagna informativa incentrata sul valore e il significato profondo della firma. Da questa data e fino alla fine di giugno spot (tv, radio, stampa e web) ricorderanno come la Chiesa cattolica, grazie alle firme dei contribuenti, riesca ad offrire aiuto, conforto e sostegno ai più fragili con il supporto di centinaia di volontari, sacerdoti, religiosi e religiose. Scoprirete tutti i dettagli nella rubrica In Evidenza.

Poi il calendario ci ricorda la Giornata Nazionale di domenica 15 maggio. Nello spazio riservato al Territorio ne troverete il comunicato stampa.

So che voi incaricati siete attualmente molto impegnati nella promozione di questo importante gesto e nella formazione dei gruppi di lavoro con l’adesione al progetto unafirmaXunire. Ad oggi si sono iscritte 152 diocesi con 2.802 parrocchie. Siamo ancora lontani dall’obiettivo di raggiungere quota 5.000, ma ce la possiamo fare! Mi avete già mostrato il vostro impegno e valore. Virtù che sto raccontando a tutti qui in CEI soprattutto cercando di dimostrare come il vostro ruolo sia centrale nella nostra attività di promozione e formazione.

Come troverete nell’articolo dedicato a questo argomento, il progetto unafirmaXunire mira, oltre alla raccolta delle certificazioni uniche, a rivalutare anche la capacità delle parrocchie di vivere la propria dimensione comunionale, d’intercettare la propria comunità, soprattutto i pensionati, avvalendosi dei volontari presenti in parrocchia come catechisti, operatori caritas, ministri straordinari, associazioni laicali, nonché CAF, commercialisti vicini alle realtà parrocchiali o diocesane. Svolto tutti insieme il lavoro risulterà meno pesante. E se il parroco nominerà un responsabile parrocchiale del “sovvenire” e creerà un gruppo di lavoro, tutto ciò porterà vantaggi anche alle altre attività che renderanno viva la parrocchia.

Le modalità suggerite, e che stanno alla base dei progetti sul territorio, rappresentano un modo concreto per incrementare sia le firme 8xmille sia la raccolta delle Offerte deducibili. Inoltre potranno contribuire, nel tempo, ad impedire alla parrocchia il declino come realtà ecclesiale per rimanere soltanto una mera agenzia di servizi religiosi.

So che ormai ve l’ho ripetuto più volte, ma val la pena di ricordare sempre che la diminuzione dei fondi 8xmille e delle forme di sostentamento dei sacerdoti (non ultimo le Offerte deducibili), metterà a rischio il sostegno economico di tutta la Chiesa (culto, clero e carità), per tutta la Chiesa, diocesi, parrocchie e sacerdoti compresi.

Restiamo uniti nell’impegno quotidiano, nella preghiera e nella certezza che Nostro Signore indicherà ad ognuno di noi la strada giusta da intraprendere per il bene della nostra Chiesa.

“Essere uniti in Cristo è la nostra forza” (Filippesi 1:27-2:2)

Un caro saluto a tutti

Massimo

Piazza Armerina / Al via la promozione 8xmille in diocesi

vai all’articolo
In preparazione della XXXIV Giornata Nazionale di sensibilizzazione e promozione alla firma dell’8xmille, lo scorso 23 aprile il Vescovo Rosario Gisana ha incontrato, nell’annuale Conferenza diocesana del Servizio Promozione Sostegno Economico, il Gruppo di Lavoro Diocesano congiuntamente ai Referenti Vicariali e Parrocchiali. Relatore l’Incaricato diocesano Orazio Sciascia.

Per l’occasione sono state programmate le iniziative da intraprendere e il Vescovo ha comunicato gli interventi realizzati con i fondi dell’8xmille.

L’8xmille è stato ricordato che è un sostegno vicino ad ognuno e contribuisce a tante opere parrocchiali e diocesane, dando forza ai progetti di carità (in particolare in questo tempo di pandemia).

Rappresenta quindi uno strumento a favore dei giovani, degli anziani e delle famiglie. Sostiene, inoltre, la missione dei preti in tutta Italia e costruisce la speranza nei Paesi in via di sviluppo.

Alla conferenza sono intervenuti anche rappresentanti delle forze politiche e sociali presenti nel territorio diocesano.