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Messina / Nella diocesi un incontro sulla corresponsabilità dei fedeli

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Si è svolto venerdì 26 novembre presso la Caritas diocesana di Messina un incontro sul tema Le risorse economiche a sostegno della Chiesa cattolica, 8xmille e Offerte per il sostentamento del clero strumenti di corresponsabilità e partecipazione dei fedeli.

Vi hanno preso parte numerosi referenti parrocchiali del “sovvenire”, i direttori degli Uffici e dei Servizi diocesani di Curia e diversi parroci.

L’incontro è stato organizzato dall’incaricato diocesano “sovvenire” Enrico Pistorino allo scopo di informare i principali referenti delle attività pastorali dell’Arcidiocesi di Messina Lipari S. Lucia del Mela, circa la situazione che la Chiesa cattolica sta attraversano in Italia, alla luce della crisi pandemica e dei suoi risvolti sul piano economico e pastorale. “Favorire la partecipazione e la corresponsabilità dei fedeli ai bisogni della Chiesa resta un obiettivo primario ha affermato Pistorino – se si vuole promuovere sempre di più la piena comunione ecclesiale. Occorre far conoscere le tante opere di carità che vengono realizzate non per dire quanto siamo stati bravi, ma per sensibilizzare quanti distrattamente frequentano le nostre parrocchie e prendere coscienza delle tante necessità alle quali la Chiesa è chiamata a dare una risposta e per le quali c’è bisogno del contributo fattivo di tutti i credenti”.

Nel suo intervento Stefano Maria Gasseri, del Servizio Promozione della CEI, ha messo in luce quanto la Chiesa cattolica abbia potuto realizzare durante il 2020 attraverso le risorse aggiuntive che la CEI ha messo a disposizione di tutte le diocesi d’Italia per fronteggiare le emergenze Covid. Gasseri ha anche sottolineato il ruolo dei 33.000 sacerdoti svolto sul territorio durante il lockdown e nei mesi successivi, accanto ai più fragili, agli anziani, ai giovani e alle loro famiglie.

“L’incontro è stato organizzato attraverso un sistema di iscrizioni gestite a distanza – spiega Pistorino – inviando via email o con un messaggio il link di un modulo di registrazione dei partecipanti. Con questo sistema è stato possibile organizzare gli ambienti, nel rispetto delle norme anti Covid, in funzione dell’effettivo numero di partecipanti. Inoltre attraverso il modulo sono stati raccolti, nel rispetto della privacy, le informazioni di contatto, quali numeri di telefono e indirizzi email degli iscritti, che in futuro potranno essere informati delle nuove iniziative diocesane o nazionali”.

Durante l’incontro, inoltre, è stato presentato il nuovo sito internet del Servizio diocesano “sovvenire” di Messina, strumento attraverso il quale sarà curata una più efficace comunicazione tra il Servizio diocesano e i referenti parrocchiali, ma anche dove è possibile trovare materiali, documenti e informazioni utili a tutti, alla formazione degli operatori pastorali e dei fedeli.

Sicilia / L’incontro degli incaricati

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Si è svolto presso il Seminario Arcivescovile di Messina sabato 27 novembre l’annuale Convegno regionale degli incaricati diocesani del “sovvenire” di Sicilia dal titolo Il “sovvenire” al Servizio della Chiesa – l’incaricato diocesano, quale ruolo L’incontro è stato convocato e curato dal referente regionale per la Promozione Sostegno Economico alla Chiesa Orazio Sciascia.

I lavori sono stati presieduti dal Vescovo delegato, che ha aperto l’adunanza con una preghiera, S.E. Mons. Alessandro Damiano, Arcivescovo Metropolita di Agrigento.

Oltre ad una nutrita presenza di delegati del “sovvenire” di Sicilia, erano presenti l’Arcivescovo Metropolita di Messina Lipari Santa Lucia del Mela S. E. Mons. Giovanni Accolla, il Vescovo Ausiliare S.E. Mons. Cesare Di Pietro, il direttore regionale della Caritas Sicilia dott. Giuseppe Paruzzo, alcuni presidenti degli Istituti diocesani per il sostentamento del clero e il direttore della Caritas diocesana di Messina Lipari Santa Lucia del Mela. Per il Servizio Promozione CEI era presente Stefano Maria Gasseri.

Ha aperto i lavori Orazio Sciascia che ha evidenziato quanto il Servizio del “sovvenire” sia importante all’interno della Chiesa, facendo riferimento alla parabola del Buon Samaritano, narrata dall’Evangelista Luca.

Il “sovvenire”, dal latino “subvenire“, significa venire in aiuto, soccorrere, sopraggiungere, un andare sotto, per fare da spalla a qualcuno che ha bisogno di essere sorretto e accompagnato. E da queste parole emerge bene che ogni incaricato deve svolgere il mandato ricevuto dal proprio Vescovo diocesano con più forza e responsabilità, come del resto tocca a noi battezzati dare il massimo del contributo alla Chiesa. Importante fare in modo che l’incaricato presenzi all’incontro mensile del Clero diocesano.

In riferimento all’attività di formazione, promozione e sensibilizzazione prevista dal Codice di Diritto Canonico, Sciascia ha rimarcato come sia importante la collaborazione tra l’incaricato del “sovvenire” e i parroci come anche la disponibilità del Vescovo diocesano.

È stata altresì sollecitata la collaborazione tra gli Uffici dell’Edilizia di Culto e Beni Culturali Ecclesiastici che, purtroppo, è inesistente. Come inesistente è la collaborazione tra gli Uffici dell’Economato e l’Istituto Diocesano Sostentamento Clero, indispensabile in quanto i due Uffici dovrebbero lavorare in piena sinergia con il Servizio del “sovvenire”.

È stato ribadito inoltre dagli incaricati presenti il loro mancato coinvolgimento in occasione dell’approvazione del rendiconto relativo all’assegnazione delle somme 8xmille attribuite alla diocesi dalla CEI e sull’uso che se ne intende fare.

S.E. Mons. Accolla ha rimarcato quanto è stato detto, aggiungendo che la Chiesa ha bisogno del lodevole Servizio del “sovvenire” che svolge l’incaricato.

Il direttore della Caritas, Giuseppe Paruzzo, nel suo intervento ha esposto con dovizia come vengono spese le risorse dell’8xmille, comunicando i progetti ed evidenziandone nel dettaglio alcuni. Ha dunque sottolineato che senza i fondi dell’8xmille la Chiesa, attraverso la Caritas, non potrebbe far fronte alle tante richieste dei sempre più numerosi bisognosi.

Stefano Gasseri si è soffermato sulle due modalità di sostentamento alla Chiesa cattolica, alla luce della revisione del Concordato, trattenendosi e raccomandando, soprattutto, l’importanza delle “Offerte liberali” per il sostentamento del clero.

I punti più salienti emersi dall’incontro saranno portati in una sessione della Conferenza Episcopale Siciliana. Le conclusioni sono state affidate a Mons. Alessandro Damiano.

Orazio Sciascia
Referente regionale Sicilia

Campagna 8xmille 2022 / Un viaggio tra le diocesi protagoniste

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Si sono appena concluse le riprese per la prossima campagna 8xmille. Un ringraziamento speciale alle diocesi che ci hanno accolto e che hanno messo a disposizione il loro tempo: Bergamo, Faenza, Reggio Emilia, Roma, Grottazzolina (in provincia di Fermo), Acerra, Foggia e Palermo. È sempre emozionante vedere la ricchezza dei progetti 8xmille sul nostro territorio. Vedere, documentare e capire che quello che viene detto nel claim della campagna “Non è solo una firma. È di più molto di più” è la semplice verità. È un’esperienza unica. Perciò vogliamo condividere con voi le loro testimonianze. Uno dei “set d’eccezione” è stato l’orto sociale del progetto “Terra Condivisa”, sulle colline di Faenza.

Infatti l’orto sociale è stato per due giorni protagonista come set dello spot che sarà al centro della campagna di comunicazione dell’8xmille della Conferenza Episcopale Italiana. I tirocinanti, operatori e volontari si sono fatti portavoce di ciò che il progetto ha fatto nascere non solo come prodotti della terra, ma anche nelle vite dei beneficiari.

Grazie al sostegno dei fondi 8xmille ricevuti dalla Caritas di Faenza-Modigliana su presentazione di un progetto, gestito dalla Farsi Prossimo ODV, viene infatti offerta un’opportunità di formazione e inserimento lavorativo a persone in situazione di fragilità socio-economiche, grazie a tirocini con cui si ha modo di imparare il mestiere dell’ortolano.

È stata un’esperienza unica, finalmente tutto il gruppo di Terra Condivisa si è ritrovato insieme e ci siamo sentiti ancora più uniti, un gruppo sorridente forte e unito a testimoniare cosa siamo e cosa facciamo” ci ha detto Marcello, uno dei tirocinanti. “Grazie davvero per averci dato l’opportunità di raccontarci agli altri, di dire quanto questo progetto 8xmille ci abbia fatto crescere e capire il valore del prendersi cura degli altri”.

Anche Giovanni, che da circa un anno collabora con impegno nel confezionamento delle cassette delle nostre verdure, è stato fra i protagonisti delle riprese: “Girare con dei professionisti ci permette di capire quanto lavoro e dedizione richiedano scene che noi vediamo in tv per pochi secondi. La troupe e il regista hanno cercato di capire cosa significhi essere impegnato in Terra Condivisa per trasmetterlo poi alle persone che lo vedranno: nuovi sogni e nuove speranze a chi non si sentiva ormai più parte della comunità”.

Anche alcuni dei volontari, sostegno e motore dei progetti, hanno testimoniato la grande opportunità che questo progetto 8xmille ha dato a persone in difficoltà del territorio: “È stata davvero un’esperienza bellissima – ci ha detto Roberto – ho ammirato la grande professionalità, pazienza e collaborazione di tutti gli addetti ai lavori. Speriamo che Terra Condivisa possa per tanto tempo regalare nuovi frutti, non solo quelli della terra, ma anche quelli del riscatto sociale, perché grazie all’8xmille Terra condivisa è potuta nascere, crescere e speriamo che diventi ancora di più…”.

È stata davvero un’occasione unica che ha dato modo di capire ancora di più quanto sia importante il lavoro quotidiano dei volontari e dei tirocinanti che offre un sostegno concreto a chi è in difficoltà, mettendo a frutto l’aiuto di chi appone ogni anno la sua firma a favore dell’8xmille.

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Le operatrici e ospiti della casa accoglienza per donne maltrattate della Caritas diocesana di Foggia-Bovino Madre Teresa di Calcutta, hanno rilasciato invece una testimonianza video.

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Infine anche gli ospiti del dormitorio maschile e centro diurno per senza fissa dimora della Caritas diocesana di Bergamo, hanno voluto descrivere la propria esperienza vissuta durante le riprese dello spot 8xmille 2022.

Aldo – È stata una bella esperienza, mi sono divertito, anche se abbiamo aspettato e questo mi metteva un po’ di ansia. Quando poi sono stato chiamato mi sono invece esaltato come gli attori, anche perché il loro capo mi ha detto di essere stato bravo.

NiankineÈ stata una bella esperienza, bello anche nel vedere Aldo così coinvolto e al centro delle riprese.

Agostino – È stata un’esperienza molto bella. Ho apprezzato il mondo del cinema, le riprese, la fotografia. Sono stato contento per Gianfranco che è stato molto coinvolto. Credo che sia stata anche un’esperienza che ci abbia maggiormente uniti, quasi fossimo una famiglia.

Alex – Mi sono sentito un po’ bloccato, paralizzato dalle telecamere e dal set. Ero emozionato, mi sono sentito come se fossi un ”pezzo di legno”. Mi è molto piaciuto invece vedere coinvolte le persone che quotidianamente frequentano il Punto sosta.

TizianoSono stato contento nel vedere le persone con cui condividiamo molte ore della giornata essere messi al centro con tutte le attenzioni che vengono date alle persone importanti. Credo che questa attenzione alla persona, debba essere sempre ricercata e perseguita soprattutto quando si lavora con gli ultimi.

Chamel – È stata una bella esperienza, mi sono divertito. È la prima volta che partecipo ad un evento simile. Ringrazio tutti quelli che hanno permesso questa attività, ringrazio il regista, il fotografo e tutto il set cinematografico.

GianfrancoMi è piaciuto tutto, mi sono emozionato soprattutto con Tiziano, Alex e don Roberto.

Simonetta – Mi è piaciuto tantissimo. È la prima volta che vedo dal vivo delle riprese! Mi sono piaciute soprattutto le emozioni degli operatori, soprattutto di Alex, e di tutte le persone coinvolte.

Firmato da te / A Monteoliveto un centro diurno per malati di Alzheimer

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In Italia sono un milione e 200 mila le persone che vivono con la demenza, di cui 79.000 in Toscana. Tra questi il 55% è affetto dalla forma più nota e grave: l’Alzheimer.

Per affrontare e curare la malattia la conoscenza è fondamentale, non solo per le persone ammalate ed i loro familiari, ma per tutta la comunità che deve farsi carico nel suo insieme di queste problematiche. La gestione delle persone colpite da demenza è particolarmente complessa e lo è stata ancor di più durante il periodo del lockdown.

Lo sanno bene al Centro diurno Alzheimer Monteoliveto, a Pistoia, che da venti anni offre sostegno e assistenza agli anziani non autosufficienti ed affetti da demenza. Un filmato della serie Firmato da te, un progetto televisivo di TV2000 che illustra, attraverso la voce dei protagonisti, cosa si fa concretamente con l’8xmille destinato alla Chiesa cattolica e segue le ricadute di un piccolo gesto nel vissuto di persone e luoghi.

“Qui ho trovato il mio essere – spiega Fiammetta Fanulli, operatrice ed animatrice del centro Diurno di Monteoliveto – Svolgo l’attività all’interno del Centro da più di venti anni, ossia da quando la struttura è stata aperta”. “Entrare qui rende felici perché ti senti veramente parte di un qualcosa. Non è un lavoro è una missione – aggiunge Enrico Bongiovanni, animatore Os del centro diurno di Monteoliveto – Lavorare qui mi offre l’opportunità di conoscermi una seconda volta”. Sorta nel 1986, all’interno dell’antico monastero Olivetano, la “Casa dell’Anziano-Monteoliveto” è una struttura al servizio degli anziani della città, voluta dall’amministrazione dell’allora Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia che restaurò l’immobile e provvide all’arredamento ed alle attrezzature e che, nel 1985, la consegnò alla Diocesi di Pistoia. Dal 1996 è operativo in un’ala riservata del complesso monastico un Centro Diurno per anziani non autosufficienti seguito, nel 2004, da un Centro Diurno Alzheimer, nato per rispondere alle crescenti richieste della cittadinanza. Con il passare del tempo, la Casa è diventata un importante punto di riferimento, sostenuta anche dai fondi 8xmille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, dove le famiglie degli anziani soli o colpiti dal morbo ricevono un aiuto prezioso nell’assistenza quotidiana.

“Nei nostri centri diurni – spiega Giulio Masotti, geriatra e cofondatore del Centro diurno Monteolivetole modalità di accesso sono le stesse ma per le persone in una fase più avanzata della malattia sono previsti percorsi di cura e di assistenza più approfonditi, diversi da quelli del malato più lieve con il quale è ancora possibile intavolare un patto o una collaborazione”. Due sono le modalità di accesso ai Centri Diurni: come ospite convenzionato, su segnalazione dei Servizi Sociali dei Comuni convenzionati e dell’Ausl 3 di Pistoia, oppure come privato previa visita geriatrica e multidisciplinare da parte dell’Equipe dei Centri. “Il supporto dell’8xmille ci permette di offrire dei servizi supplementari per i nostri anziani – spiega Fiammetta – All’interno della giornata ci sono vari momenti di condivisione: l’accoglienza con la colazione, l’analisi del menù e la lettura del giornale. Quindi comincia l’attività vera e propria. Gli assistiti sono divisi in gruppi per stimolare l’attenzione e la partecipazione mediante giochi da tavolo come la tombola oppure sono dediti ad attività manuali come la pittura. Altri, invece, svolgono attività individualizzate con il sostegno del fisioterapista o di altri operatori”. “Si parla dell’Alzheimer come di un secondo lutto – conclude Enrico – in cui il parente deve riconoscere una persona. Qua noi conosciamo ‘quella persona’ e cerchiamo di interagire con lei. Cerchiamo di fare la differenza e di strappare un sorriso, un momento di gioia a queste persone che, alla fine, diventano parte della tua famiglia. Quando uno entra qui deve sempre pensare ‘ E se ci fosse mia nonna? o mio nonno? Come vorrei che venissero trattati?”

Auguri per un Natale di gioia, di pace e di luce

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A Natale Dio ci dona tutto se stesso attraverso suo Figlio, l’Unico, che è tutta la sua gioia.
E in Gesù, assaporeremo lo spirito vero del Natale: la bellezza di essere amati da Dio.
(Papa Francesco)

Da parte di Massimo, Maria Grazia, Paolo, Maria Chiara, Stefano Gasseri, Letizia, Stefano Proietti, Francesca e Mons. Donato Negro gli auguri più sinceri e cari di Buon Natale

Mazara del Vallo / Un ristorante per tornare a sperare

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Il nome lo hanno scelto dalla lingua araba: “Habibi”, che significa “amore, tesoro”. Protagonisti sono una decina di giovani di diversi Paesi del bacino mediterraneo e sub sahariani. Alcuni di loro sono nati in Italia da genitori tunisini e altri provengono dai percorsi di accoglienza Sai (ex Sprar). Insieme hanno fondato una cooperativa agricola “Terre senza frontiere”, poi sempre a Mazara hanno aperto un ristorante che hanno chiamato così. (Agenzia Sir)

Il progetto nasce dall’incontro tra la Casa della comunità Speranza, la cooperativa Fo.Co. e la Caritas diocesana. Rispondendo alla campagna “Liberi di partire, liberi di restare”, promossa da CEI e Fondazione Migrantes, è stato pensato un progetto alla luce di una considerazione: creare percorsi di formazione e inserimento lavorativo per giovani provenienti da diverse parti del Mediterraneo.

Lo scopo è quello di limitare i flussi di migrazione forzata. Il progetto sostenuto dalla campagna si articola in Sicilia, a Mazara del Vallo, e in Tunisia. “Un piccolo segno per dare sia nelle terre d’origine sia in Italia la possibilità di rimanere grazie a una proposta di formazione e di lavoro – spiegano i promotori –. Si vuole evitare che i figli delle persone immigrate a Mazara vadano via, terminate le scuole, perché non trovano lavoro”.

Prima la fondazione della cooperativa che sviluppa un percorso nell’agricoltura, poi l’apertura un anno dopo del ristorante in modo da dare una possibilità di lavoro ad alcuni giovani originari di alcuni Paesi africani e italiani, far gustarne i sapori tipici. Grazie al contributo della Fondazione Migrantes, della Fondazione Haiku e ai fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica, il sogno è diventato realtà. Tra i ragazzi che vi lavorano Naures, 22 anni, nata da genitori tunisini: “Attraverso il cibo le persone sono curiose di conoscere la nostra storia, chiedono delle nostre origini, perché siamo qui in Italia. A volte cambiano la loro prospettiva su di noi”. “Il nostro obiettivo – spiega Saleem, 20 anni, aiuto cuoco – è quello di far conoscere ai clienti le nostre origini. E ci riusciamo”.

Presentazione

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Cari amici, 

come ben sappiamo queste ultime settimane dell’anno sono decisive per chiudere con successo la raccolta delle Offerte per il sostentamento dei sacerdoti. Abbiamo segnali positivi ma non bastano. Il vostro impegno attraverso la ripresa di incontri, convegni, eventi sul territorio, rimane una condizione importante per determinare il risultato finale. Dal punto di vista economico, come sempre, sapremo se avremo raggiunto buoni esiti solo a febbraio. 

Nel frattempo possiamo sentirci abbastanza soddisfatti e vivere questi i giorni che rimangono del 2021 con la consapevolezza che abbiamo fatto tutto il possibile e forse, in molti casi, anche qualcosa di più, per contribuire alla costruzione della nostra Chiesa, casa e scuola di comunione considerando il prolungato periodo pandemico.

Da parte mia spero di aver dato il mio contributo anche attraverso la personale partecipazione ad un appuntamento molto particolare. Infatti sono stato invitato a parlare alla 75^ Assemblea straordinaria della CEI (Roma 22-25 novembre). È stata un’occasione preziosa e unica per informare tutti i Vescovi sulla necessità di un maggiore impegno in due direzioni: innanzitutto nel rafforzare la nostra rete del “sovvenire” e successivamente nel richiedere una responsabilità più grande dei Presbiteri sia nella promozione che nella raccolta delle firme e delle Offerte.

Ho parlato dei “test” che abbiamo fatto a maggio e di quello attualmente in corso evidenziando la loro importanza. Soprattutto la necessità che ci aiutino ad individuare entro febbraio 5.000 parrocchie che partecipino alla raccolta delle firme CU e delle donazioni a novembre.

È una grande sfida! Proprio per questo vorrei vedere (in collegamento online) tutti voi incaricati (regionali e diocesani) prima di Natale in modo da organizzare un vostro incontro con i Vescovi per individuare queste parrocchie.​

Ci vediamo presto!
Un caro saluto

Massimo

Papa Francesco / Il suo dono ai Vescovi italiani

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Papa Francesco, intervenendo in forma privata all’apertura della 75.ma Assemblea della CEI, ha regalato ad ogni presule presente un cartoncino nel quale sono scritte le otto beatitudini del Vescovo indicate in una recente omelia da Monsignor Domenico Battaglia, arcivescovo di Napoli.

Ne riportiamo il testo pubblicato su Vatican News del 23 novembre a cura di Benedetta Capelli.

Testimoni
Beato il Vescovo che fa della povertà e della condivisione il suo stile di vita, perché con la sua testimonianza sta costruendo il regno dei cieli”.

“Il vescovo – ha detto il Papa l’8 settembre 2018 ai vescovi dei territori di missione – non vive in ufficio, come un amministratore di azienda, ma tra la gente, sulle strade del mondo, come Gesù. Porta il suo Signore dove non è conosciuto, dove è sfigurato e perseguitato. E uscendo da sé ritrova sé stesso”.

Le lacrime del Vescovo
“Beato il Vescovo che non teme di rigare il suo volto con le lacrime, affinché in esse possano specchiarsi i dolori della gente, le fatiche dei presbiteri, trovando nell’abbraccio con chi soffre la consolazione di Dio”.

Francesco più volte ha parlato della “grazia delle lacrime”; una grazia che vale soprattutto per chi è investito di un servizio come l’episcopato. Nella veglia di preghiera “Per asciugare le lacrime”, nella Basilica Vaticana, il 5 maggio 2016, ha affermato: “Se Dio ha pianto, anch’io posso piangere sapendo di essere compreso. Il pianto di Gesù è l’antidoto contro l’indifferenza per la sofferenza dei miei fratelli. Quel pianto insegna a fare mio il dolore degli altri, a rendermi partecipe del disagio e della sofferenza di quanti vivono nelle situazioni più dolorose”.

Servire e non dominare
“Beato il Vescovo che considera il suo ministero un servizio e non un potere, facendo della mitezza la sua forza, dando a tutti diritto di cittadinanza nel proprio cuore, per abitare la terra promessa ai miti”.

“Non è vero episcopato senza servizio – ha detto il Papa nella messa di ordinazione episcopale lo scorso 17 ottobre – non di un onore, come volevano i discepoli, uno alla destra, uno alla sinistra, poiché al Vescovo compete più il servire che il dominare, secondo il comandamento del Maestro: ‘Chi è il più grande tra voi, diventi come il più piccolo. E chi governa, come colui che serve’. Servire. E con questo servizio, voi custodirete la vostra vocazione e sarete autentici pastori nel servire, non negli onori, nella potestà, nella potenza… No, servire, sempre servire”.

Non principi
“Beato il Vescovo che non si chiude nei palazzi del governo, che non diventa un burocrate attento più alle statistiche che ai volti, alle procedure che alle storie, cercando di lottare al fianco dell’uomo per il sogno di giustizia di Dio perché il Signore, incontrato nel silenzio della preghiera quotidiana, sarà il suo nutrimento”.

Nell’omelia della Messa a Santa Marta il 12 novembre 2018, il Papa ricordando che Paolo lascia Tito a Creta per mettere ordine nella Chiesa, indica dei criteri e delle istruzioni. “La definizione che dà del Vescovo è un ‘amministratore di Dio’, non dei beni, del potere, delle cordate, no: di Dio. Sempre deve correggere se stesso e domandarsi: ‘Io sono amministratore di Dio o sono un affarista?’ Il vescovo è amministratore di Dio. Deve essere irreprensibile: questa parola è la stessa che Dio ha chiesto ad Abramo: ‘Cammina nella mia presenza e sii irreprensibile’. È parola fondante, di un capo”.

Camminare con il gregge
“Beato il Vescovo che ha cuore per la miseria del mondo, che non teme di sporcarsi le mani con il fango dell’animo umano per trovarvi l’oro di Dio, che non si scandalizza del peccato e della fragilità altrui perché consapevole della propria miseria, perché lo sguardo del Crocifisso Risorto sarà per lui sigillo di infinito perdono”.

Incontrando il 19 settembre 2013 i vescovi di missione, Francesco ha ricordato che i Vescovi sono “sposi della vostra comunità, legati profondamente ad essa! Vi chiedo, per favore, di rimanere in mezzo al vostro popolo. Rimanere, rimanere… Evitate lo scandalo di essere ‘Vescovi di aeroporto’! Siate Pastori accoglienti, in cammino con il vostro popolo, con affetto, con misericordia, con dolcezza del tratto e fermezza paterna, con umiltà e discrezione, capaci di guardare anche ai vostri limiti e di avere una dose di buon umorismo”.

La preghiera
“Beato il Vescovo che allontana la doppiezza del cuore, che evita ogni dinamica ambigua, che sogna il bene anche in mezzo al male, perché sarà capace di gioire del volto di Dio, scovandone il riflesso in ogni pozzanghera della città degli uomini”.

La doppiezza si vince con la verità che arriva guardando Gesù. Francesco, più volte, ha indicato come prioritaria la preghiera. “Il primo compito del Vescovo – ha detto nell’omelia della Messa a Santa Marta il 22 gennaio 2016, è stare con Gesù nella preghiera”, “non è fare piani pastorali” mentre “il secondo compito è essere testimone, cioè predicare: predicare la salvezza che il Signore Gesù ci ha portato”. Due compiti non facili ma che sono colonne della Chiesa. “Se queste colonne si indeboliscono, perché il vescovo non prega o prega poco, si dimentica di pregare; o perché il vescovo non annuncia il Vangelo, si occupa di altre cose, la Chiesa anche si indebolisce; soffre. Il popolo di Dio soffre”.

Essere “uno”
“Beato il Vescovo che opera la pace, che accompagna i cammini di riconciliazione, che semina nel cuore del presbiterio il germe della comunione, che accompagna una società divisa sul sentiero della riconciliazione, che prende per mano ogni uomo e ogni donna di buona volontà per costruire fraternità: Dio lo riconoscerà come suo figlio”.

Nell’udienza ai vescovi del Movimento dei Focolari, 25 settembre 2021, Francesco ha spiegato che Papa e Vescovi sono “al servizio non di un’unità esteriore, di una ‘uniformità’, ma del mistero di comunione che è la Chiesa in Cristo e nello Spirito Santo, la Chiesa come Corpo vivo, come popolo in cammino nella storia e nello stesso tempo oltre la storia”. Davanti alle “ombre di un mondo chiuso” – ha aggiunto – dove tanti sogni di unità “vanno in frantumi”, dove manca “un progetto per tutti” e la globalizzazione naviga “senza una rotta comune”, dove il flagello della pandemia rischia di esasperare le disuguaglianze, lo Spirito ci chiama ad “avere l’audacia di essere uno”.

Dio, in Lui la fiducia
“Beato il Vescovo che per il Vangelo non teme di andare controcorrente, rendendo la sua faccia ‘dura’ come quella del Cristo diretto a Gerusalemme, senza lasciarsi frenare dalle incomprensioni e dagli ostacoli perché sa che il Regno di Dio avanza nella contraddizione del mondo”.

Francesco più volte ha esortato a riporre in Dio la fiducia quando si ha paura, senza cercare rifugio nel mondo, nelle sue gratificazioni perché solo in Lui si “allontana ogni paura”, si è liberi “da ogni schiavitù e da ogni tentazione mondana”. Nella Messa celebrata il 29 giugno 2014 aveva concluso la sua omelia con una preghiera intensa:
Il Signore oggi ripete a me, a voi, e a tutti i Pastori: Seguimi! Non perdere tempo in domande o in chiacchiere inutili; non soffermarti sulle cose secondarie, ma guarda all’essenziale e seguimi. Seguimi nonostante le difficoltà. Seguimi nella predicazione del Vangelo. Seguimi nella testimonianza di una vita corrispondente al dono di grazia del Battesimo e dell’Ordinazione. Seguimi nel parlare di me a coloro con i quali vivi, giorno dopo giorno, nella fatica del lavoro, del dialogo e dell’amicizia. Seguimi nell’annuncio del Vangelo a tutti, specialmente agli ultimi, perché a nessuno manchi la Parola di vita, che libera da ogni paura e dona la fiducia nella fedeltà di Dio. Tu seguimi!

Rendiconto 8xmille / Online quello della diocesi di Gaeta

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La trasparenza è un valore importante che non ha periodi o tempi: è sempre da esercitare. Così Emanuela Marrocco, economa della diocesi di Gaeta, ci ha segnalato il link all’ultimo report 8xmille pubblicato dalla dicoesi di Gaeta. Si tratta dei contributi ordinari 2020, con un’appendice della Caritas diocesana. Si può leggere poi la relazione dei contributi straordinari dovuti all’emergenza Covid-19 e dei contributi a progetto.

Nella pagina web dedicata anche tutti i report precedenti pubblicati dall’anno 2015, che illustrano il lavoro di sensibilizzazione fatto dall’Economato sul territorio diocesano.

Orvieto-Todi / Don Luca Conticelli spiega il “progetto speciale” Offerte

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Per tutto il mese di novembre all’interno delle parrocchie di Sant’Andrea, San Domenico e San Pietro Parenzo a Orvieto i fedeli hanno trovato una scatola e delle buste. È stato il frutto di una sperimentazione, o forse sarebbe meglio chiamarla “piccola sfida”, avviata dalla CEI che punta al sostentamento diretto del parroco da parte della propria comunità.

Don Luca Conticelli, incaricato diocesano del “sovvenire”, ne descrive l’importanza in questo video dove sottolinea come “la comunità s’impegna con il parroco e il parroco, a sua volta, fa altrettanto con i parrocchiani, con la comunità che così potrà controllare in ogni momento come vengono utilizzati i propri soldi. Troppe volte sono avvenuti fatti deplorevoli, così la comunità sarà direttamente coinvolta nella vita della parrocchia”.