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Covid-19/ Tra le vittime 269 i sacerdoti

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Sono 269 i sacerdoti morti a causa del Covid-19 in Italia nel primo anno della pandemia. Dall’1 marzo 2020 all’1 marzo 2021, il clero diocesano ha pagato con il sangue la vicinanza al popolo, la presenza negli ambienti più esposti al virus e la fragilità di un’età avanzata. Le Regioni più colpite sono state quelle del Nord (78% del totale): a guidare la classifica è la Lombardia con 88 decessi (33%), Emilia Romagna con 36 (14%), Trentino Alto Adige con 28 (10%), Piemonte con 22 (8%) e Veneto con 17 (6%). A seguire, tra le Regioni del Centro (11%) e del Sud (11%) con il numero più alto di vittime, ci sono le Marche con 15 sacerdoti morti (6%), la Campania con 12 (4%) e l’Umbria con 7 (3%). Le due isole sommano, nel complesso, 14 decessi (10 in Sicilia e 4 in Sardegna).

Il contagio ha quasi azzerato il pur modesto ricambio garantito dalle nuove ordinazioni, che sono state 299 nel 2020. E l’entità della tragedia che si è consumata è misurabile anche in termini percentuali: se nel 2019 i preti morti erano stati 742, nel 2020 il totale è salito a 958 con un incremento del 30%.

Per non parlare dei due momenti in cui la pandemia si è abbattuta con più violenza: nel periodo marzo/aprile 2020 sono morti 248 sacerdoti, ovvero quasi il doppio (+ 92%) di quelli scomparsi nell’analogo arco temporale del 2019 (129). Ancora peggio nel momento culminante della seconda ondata: i 240 morti tra novembre e dicembre del 2020 sono più del doppio (+ 101%) di quelli dell’anno precedente (119).

Si muore in 2 diocesi su 5. Ad essere toccate dal contagio, infatti, sono 86 diocesi su 225 (38%). Bergamo è quella che ha pagato il prezzo più caro in termini di lutti con 27 preti deceduti: tra di essi c’è anche don Fausto Resmini, il prete degli ultimi che è stato ricordato dal presidente Mario Draghi in occasione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia. Quindi è la volta di Milano e Brescia (18 morti ciascuna), Trento (17), Bolzano (11), Cremona (9), Parma (8), Como (7), Padova (7), Piacenza (6), Lodi (6), Genova (6), Reggio Emilia (6), Udine (6), Pesaro (5), Fano (4), La Spezia (4), Mondovì (4), Bologna (3), Firenze (3), Novara (3), Perugia (3), Salerno (3), Saluzzo (3), Tortona (3), Vicenza (3), Vittorio Veneto (3), Casale Monferrato (2), Caserta (2), Cesena (2), Ferrara (2), Nuoro (2), Palermo (2), Ragusa (2), Ravenna (2), Rimini (2), Senigallia (2), Terni (2), Torino (2), Treviso (2), Vercelli (2). A seguire, 45 diocesi con 1 sacerdote morto: Acerra, Acireale, Arezzo, Ariano Irpino, Ascoli Piceno, Asti, Aversa, Bari, Belluno, Cagliari, Caltagirone, Camerino, Carpi, Catania, Cerignola, Cerreto, Crema, Cuneo, Faenza, Fidenza, Fiesole, Gubbio, Imola, Ischia, Ivrea, L’Aquila, Lanusei, Lecce, Macerata, Mantova, Mazara del Vallo, Modena, Noto, Pavia, Piazza Armerina, Pordenone, Prato, Roma, Sessa Aurunca, Sorrento, Teggiano, Ugento, Urbino, Venezia, Viterbo.

(Agenzia Sir, Riccardo Benotti)

Il periodico Sovvenire / Nell’ultimo numero in arrivo a maggio

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Sacerdoti vicini alle famiglie per l’emergenza istruzione tra le nuove generazioni. Sovvenire in uscita a fine aprile, già online su sovvenire.it, mette in luce la rete nazionale di interventi educativi, dalle donazioni di computer e connessioni web da parte delle Chiese locali fino a spazi in oratorio per crescere e studiare. La direttrice Caritas di Matera Annamaria Cammisa e don Antonio Polidoro raccontano il Fondo don Milani per oltre 100 famiglie, mentre don Paolo Capra e don Alessandro Mazzoni nel Piacentino spiegano come hanno lavorato nell’ultimo anno con gli educatori perché nei mesi di didattica a distanza gli scolari non si ‘perdessero’, facendo degli oratori punti di riferimento con il progetto E ora studio. Per contrastare le webdipendenze e rimettere le ali ai giovani hanno puntato su recupero scolastico e nuovi ambienti di apprendimento. Tra le storie di ripartenza anche l’esperimento-pilota dei ragazzi di Biumo Inferiore (Varese): tampone per tutti, e poi con il parroco don Gabriele Colombo, sul modello della ‘bolla’ del basket NBA, hanno fatto vita comune in oratorio 3 settimane, autogestendosi dallo studio alla cucina, allo sport: un tempo di felice normalità per vivere “da grandi”.

E ancora, quanto conta la presenza di un sacerdote nelle terapie intensive dove si combatte contro il covid? “Senza il don certi giorni sarebbe dura” indicano i medici dell’ospedale di Schiavonia (Padova), raccontando  don Marco Galante. Le presenze di “preti in camice bianco”, sostenuti dalle nostre Offerte, sono aumentate nell’ultimo anno almeno del 20%, dando man forte ai 1.200 cappellani ospedalieri abitualmente vicino a chi soffre, alle famiglie e al personale ospedaliero.

Nella sezione “Atlante” l’annuncio del Vangelo in Asia raccontato da uno dei vescovi più giovani del mondo, l’italiano Mons. Giorgio Marengo, arrivato 20 anni fa da missionario in Mongolia, dove oggi guida la prefettura apostolica. Nell’editoriale il tenore Andrea Bocelli ha raccontato a Sovvenire la sua fede: “viviamo un tempo di sfide per le persone di buona volontà” ha scritto.

nfine, alla vigilia del mese mariano, nel Dossier riscopriamo la storia del Rosario, vincolo tra cielo e terra, diventato preghiera universale. Buona lettura.

Offerte per i sacerdoti / Segno di comunione materiale e spirituale (in crescita)

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La Chiesa c’è, più presente che mai. Lo confermano le Offerte verso i nostri sacerdoti, che sono in crescita dall’anno scorso e confermano il trend anche nei primi tre mesi di quest’anno. È la migliore dimostrazione di vicinanza e di comunione materiale e spirituale con i nostri sacerdoti.

Da 15 mesi con il segno più
L’anno appena concluso ha registrato una raccolta record di 8.718mila euro (+11% rispetto all’anno precedente). Un risultato inaspettato, perché ha coinciso con l’esplosione della pandemia. Ma i dati confermano il trend in crescita anche per i primi tre mesi di quest’anno. Da gennaio a marzo 2021, infatti, ben 880mila euro sono stati raccolti con le donazioni, contro gli 822mila euro dell’anno scorso (+7%). Ma anche il numero di Offerte è in crescita: 18.645 nel 2021 contro le 15.362 del 2020, con un aumento del 21,4%. Risultati analoghi li ritroviamo nel numero dei donatori, che sono in aumento: 18.171 nel 2021 contro i 15mila nel 2020, con una crescita di oltre il 20%. Solo l’offerta media è in calo, strettamente collegato al difficile momento storico che stiamo vivendo.

In comunione materiale
La parrocchia è il primo “ambiente” in cui ognuno di noi fa esperienza concreta di comunione fraterna, di condivisione, di comunità cristiana radunata intorno al proprio Pastore. Ma in questi primi 15 mesi segnati dalla pandemia si sono ridotte le attività parrocchiali e le possibilità di frequentare gli ambienti della Chiesa. I sacerdoti, anziché chiudersi nella “zona confort” dalle proprie parrocchie, sono scesi in strada per andare incontro ai lontani, agli esclusi, ai poveri, agli affamati. Ma hanno scelto, con convinzione, di intraprendere anche un’altra strada: quella di entrare nelle case di riposo e negli ospedali per dare conforto, ascolto e speranza a malati e morenti. Una scelta coraggiosa, ripagata dall’affetto di tutti noi e dalle offerte ai nostri sacerdoti, per ringraziarli.

In comunione spirituale
“I media possono aiutare a farci sentire più prossimi gli uni agli altri; a farci percepire un rinnovato senso di unità della famiglia umana che spinge alla solidarietà e all’impegno serio per una vita più dignitosa” ha detto, in tempi non sospetti, Papa Francesco, il 1° giugno 2014. Da quando è scoppiata la peste nera del secolo, i nostri sacerdoti ci garantiscono video preghiere e rosari quotidiani, prime comunioni e cresime in diretta Facebook o sul canale Youtube delle parrocchie. E, con le messe online, ci fanno il dono più grande, quello di poterci accostare da casa all’eucarestia, che è medicina per la vita. La nostra piccola o grande offerta ai sacerdoti è il segno concreto di questa comunione spirituale, per far sentire loro la nostra vicinanza e il nostro affetto.

Paolo Cortellessa

Giornata Nazionale 8xmille / Una firma che cambia la vita

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Domenica 2 maggio si celebra la Giornata Nazionale dell’8xmille alla Chiesa Cattolica. Un’occasione per ricordare l’importanza di una scelta che può cambiare la vita di molti: lo abbiamo toccato con mano in questo lungo periodo segnato da forti tribolazioni, dove la pandemia ha scavato in modo indelebile la vita di tutti.

Una condizione particolarmente dura, in cui tante famiglie e persone sole non sono state sopraffatte dagli eventi grazie alla solidarietà di quei 13 milioni di italiani (dati 2019) che, con la loro firma, hanno contribuito a destinare alla Chiesa Cattolica l’8xmille del gettito IRPEF.

Nell’anno 2020, infatti, un conferimento straordinario di oltre 226 milioni di euro è stato messo a disposizione del Paese nella lotta al Covid-19; altri 9 milioni sono andati a sostegno delle fragili strutture sanitarie dei Paesi più poveri, individuate con progetti mirati.

Questa iniziativa caritativa di una portata senza precedenti ha consentito alle Caritas diocesane di tutta Italia di aiutare migliaia di famiglie pressate per la prima volta dall’indigenza, prive di una qualsiasi fonte di reddito a causa della pandemia. Gli stanziamenti hanno permesso di provvedere a generi alimentari, farmaci, prodotti per l’igiene; di pagare bollette, affitti, rate di mutui; di sostenere imprese famigliari e liberi professionisti piegati dalla crisi; di impedire che i debiti li spingessero nelle mani degli usurai e della malavita.

Un apporto rilevante è stato fornito nell’educazione e l’accompagnamento dei giovani più soli ed emarginati, grazie a Pc e Tablet, connessione alla rete, sostegno allo studio e lotta alla dispersione scolastica: nella congiuntura, parrocchie e oratori si sono rivelati spesso l’unico punto di riferimento.

Sono state supportate le strutture sanitarie cattoliche, molte delle quali hanno interamente dedicato risorse umane, posti letto e attrezzature per far fronte all’emergenza pandemica. Con il sostentamento ai sacerdoti, ci si è poi affiancati alle centinaia di preti nella loro missione in corsia negli ospedali civili di tutto il Paese, specialmente nei reparti Covid. Molti di loro, ricordiamolo, hanno pagato con la propria vita l’impegno nell’assistenza spirituale dei malati e degli operatori sanitari.

E ancora, i fondi dell’8xmille hanno continuato a sostenere le reti di solidarietà, in Italia e nel Sud del mondo, la cura dei beni artistici e architettonici; le iniziative pastorali e sociali, i sacerdoti delle quasi 26.000 parrocchie italiane.

È per questo che dal 2 maggio è importante che tutti, credenti e non credenti, ricordino che una firma per destinare l’8xmille alla Chiesa Cattolica rappresenta un gesto di comunione, di partecipazione e di solidarietà che va a beneficio di tutto il Paese.

Un impegno di prossimità concreto che non viene mai meno e che è possibile seguire in ogni momento su www.8xmille.it oppure su https://rendiconto8xmille.chiesacattolica.it/.

Si ricorda agli incaricati diocesani del “sovvenire” che possono richiedere il materiale sciolto oppure il kit completo GN 8xmille a territorio@sovvenire.it.

In allegato il pieghevole e la scheda Redditi.

Paesi in via di sviluppo / 87 progetti per scuole, ospedali e agricoltura

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Nella riunione di Comitato per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo, tenutasi a fine marzo, sono stati approvati 87 progetti, per i quali saranno stanziati € 12.461.011 così suddivisi: € 6.512.667 per 34 progetti in Africa, € 3.515.017 per 36 progetti in America Latina; € 2.221.664 per 15 progetti in Asia; € 69.250 per un progetto in Medio Oriente e € 142.413 per un progetto nell’Est-Europa.

Tra gli interventi più significativi, tre sono in Africa: nella diocesi di Huambo a Tchipipa, in Angola, le monache del Mosteiro Cisterciense Trapista “Nasoma Y’Ombembwa” potranno installare una centralina di trasmissione elettrica che permetterà la conservazione dei principi attivi, dei reagenti e dei farmaci, oltre che l’irrigazione dei campi coltivati e la fornitura di corrente elettrica a sette villaggi della zona. La Congregazione delle suore di Sant’Agostino invece potrà costruire il reparto di radiologia medicale e acquistare le apparecchiature necessarie per il Centro sanitario “Saint Augustin” di Atrokpocodji, a 10 km da Cotonou, in Benin. Nella Diocesi di Yagoua, in Camerun, i Silenziosi Operai della Croce, attraverso la Fondation Bethlem de Mouda, garantiranno la fornitura di energia elettrica alla zona in cui operano e offriranno formazione professionale a 450 giovani disabili e in situazioni di emarginazione e formazione informatica per il personale della Fondazione.

Nel Continente latino-americano, grazie ai fondi dell’8xmille che i cittadini destinano alla Chiesa Cattolica, saranno realizzati diversi interventi: nel dipartimento di Casanare, ad est delle Ande, in Colombia, la diocesi di Yopal promuoverà in cinque parrocchie un progetto di rafforzamento del modello agrario per aumentare la produttività dei terreni agricoli e degli orti domestici biologici con l’agricoltura organica. A Chalatenango (El Salvador), la Fondazione “Soleterre – Strategie di Pace Onlus”, sarà impegnata  in un’opera di formazione e di prevenzione della violenza e della migrazione irregolare. A Pichari, in Perù, il Vicariato Apostolico di Puerto Maldonado promuoverà un progetto per favorire uno sviluppo sostenibile e integrato delle comunità locali nel rispetto del patrimonio naturale, in linea con quanto emerso dal Sinodo per l’Amazzonia.

Tra i progetti nel Continente Asiatico figurano quello della diocesi di Hazaribag, in India, che costruirà una scuola per garantire l’istruzione secondaria a 2000 ragazzi poveri, e quello della Ong “Health Welfare Association” che sosterrà l’emancipazione delle donne di cinque villaggi del distretto di Anantapur, nella diocesi di Kurnool, in India, attraverso la promozione dell’allevamento delle capre. In Myanmar, le Figlie di Nostra Signora delle Missioni amplieranno la scuola di Pyay, mentre in Pakistan sarà ricostruita la “Loreto Mission High School” situata nel distretto di Layyah.

In Medio Oriente, infine, i Fratelli delle scuole cristiane (Lasalliani) realizzeranno sei nuove aule nel College des Fréres di Betlemme.

Torna la campagna CEI 8xmille / Sette storie di speranza e coraggio

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Non è mai solo una firma. È di più, molto di più. Con questo claim parte la nuova campagna di comunicazione 8xmille della Conferenza Episcopale Italiana, che mette in evidenza il significato profondo della firma: un semplice gesto che vale migliaia di opere.

La campagna, on air dal prossimo 9 maggio, racconta come la Chiesa cattolica, grazie alle firme dei cittadini riesca ad offrire aiuto, conforto e sostegno ai più fragili con il supporto di centinaia di volontari, sacerdoti, religiosi e religiose. Così un piatto di minestra, una coperta, uno sguardo diventano molto di più e si traducono in ascolto e carezze, in una mano che si tende verso un’altra mano, in una scelta coraggiosa di chi si mette quotidianamente nei panni degli altri.

Ogni frase sottolinea il rilievo della firma: un gesto che si trasforma in progetti che fanno la differenza per tanti. Dalla casa d’accoglienza Gratis Accepistis che, nel centro storico di Aversa, offre ospitalità e conforto ai più fragili, alla Casa di Leo che insieme all’Emporio solidale, a Potenza, sostiene molte famiglie in difficoltà; dalla Comunità e la dimora, rete solidale che, a Pordenone, combatte le gravi marginalità e il disagio abitativo, alla Casa della Carità Santi Martiri di Otranto, di Poggiardo, che propone ascolto e accoglienza nel cuore del Salento, passando per le mense Caritas di Latina e Tivoli, a pieno regime anche durante la pandemia per aiutare i nuovi poveri e gli anziani soli. Farsi prossimo con l’agricoltura solidale è, invece, la scommessa dell’Orto del sorriso di Jesi, che coltiva speranza e inclusione sociale.

“La nuova campagna ruota intorno al ‘valore della firma’ e a quanto conta in termini di progetti realizzati – afferma il responsabile del Servizio Promozione della CEI Massimo Monzio Compagnoni –. Chi firma è protagonista di un cambiamento, offre sostegno a chi è in difficoltà. È autore di una scelta solidale, frutto di una decisione consapevole, da rinnovare ogni anno. Grazie alle firme di tanti cittadini la Chiesa cattolica ha potuto mettere a disposizione del Paese un aiuto declinato in moltissime forme”.

 La campagna sarà pianificata su tv, web, radio, stampa e affissione. Gli spot sono da 40”, 30” e 15”.

Sul web e sui social sono previste due campagne ad hoc: “Stories di casa nostra”, che mette in luce i profili di alcuni volontari; “Se davvero vuoi”, brevi video dei protagonisti della campagna, volutamente senza sonoro, per catturare l’attenzione degli utenti rimandandoli al sito per conoscere le loro storie.

Su www.8xmille.it sono disponibili anche i filmati di approfondimento sulle singole opere mentre un’intera sezione è dedicata al rendiconto storico della ripartizione 8xmille a livello nazionale e diocesano. Nella sezione “Firmo perché” sono raccolte le testimonianze dei contribuenti sul perché di una scelta consapevole. Non manca la Mappa 8xmille, in continuo aggiornamento, che geolocalizza e documenta con trasparenza quasi 20mila interventi già realizzati.

Sono oltre 8.000 i progetti che, ogni anno, si concretizzano in Italia e nei Paesi più poveri del mondo, secondo tre direttrici fondamentali di spesa: culto e pastorale, sostentamento dei sacerdoti diocesani, carità in Italia e nel Terzo mondo. La Chiesa cattolica si affida alla libertà e alla corresponsabilità dei fedeli e dei contribuenti italiani per rinnovare la firma a sostegno della sua missione.

Presentazione

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Miei cari,

in questo numero di In Cerchio prima di Pasqua vorrei segnalarvi, tra gli articoli in pagina, quello relativo alla raccolta delle Offerte per i sacerdoti 2020.

In un periodo veramente fuori dall’ordinario, in piena pandemia, la raccolta ha toccato quota 8 milioni e mezzo grazie a 106mila Offerte, con un più 23,7% rispetto al 2019 e con un incremento anche dei donatori che sale del 15% (76mila nel 2020 contro 66mila nel 2019). Per i particolari vi rimando all’analisi fatta da Paolo Cortellessa, però è incoraggiante riscontrare come l’attenzione verso i nostri sacerdoti non sia venuta meno. E come le famiglie nelle difficoltà si uniscono e affrontano insieme le nuove sfide.

Vi comunico, inoltre, che l’ultimo Consiglio Episcopale Permanente di marzo, provvedendo al riordinamento delle Giornate nazionali di sensibilizzazione e delle Collette nazionali obbligatorie in armonia con le Giornate a carattere universale obbligatorie, ha approvato un aggiornamento del calendario che vede anticipare la nostra Giornata Nazionale di sensibilizzazione per il sostentamento del clero da novembre alla terza domenica di settembre. Quindi la GN Offerte sarà celebrata il prossimo 19 settembre anziché il 22 novembre (solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo ora dedicata alla Giornata Mondiale della Gioventù).

Ci stiamo già attivando affinché le parrocchie possano ricevere i materiali utili per poter organizzare questo appuntamento. Potrò darvi maggiori ragguagli nei prossimi numeri della nostra Newsletter.

Non mi resta che augurarvi una serena e santa Pasqua di Resurrezione insieme a tutti gli amici del Servizio Promozione CEI e anche a nome di Sua Eccellenza Mons. Donato Negro.

Massimo

Cecina / Don Marco Fabbri, anche con l’8xmille, in aiuto delle PMI

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Siamo in provincia di Livorno a Cecina. Qui tante persone, in quest’ultimo periodo, si sono rivolte a don Marco Fabbri offrendosi di aiutare il prossimo. E il parroco del Duomo di Cecina ha deciso di mettere i 30mila euro donati alla chiesa (e quelli dell’8xmille) a disposizione delle piccole e medie imprese (PMI) della città. La notizia su il tirreno.it a cura di Claudia Guarino. Si legge nell’articolo:

«Ci siamo sentiti in dovere di dare un seguito alla solidarietà dei cecinesi mettendoci a disposizione delle aziende che stanno vivendo un periodo di crisi profonda», spiega don Marco Fabbri. Il tutto collaborando con le associazioni di categoria: Confcommercio, Confesercenti e Cna. «Ottenuto il parere positivo del vescovo di Volterra Alberto Silvani – aggiunge don Marco Fabbri – con il consiglio parrocchiale per gli affari economici abbiamo deciso di destinare al sostegno di attività commerciali e imprese 30mila euro. I soldi provengono dalle offerte dei parrocchiani e dal fondo straordinario dell’8xmille che la Conferenza episcopale italiana ha destinato alle diocesi e alle parrocchie per l’emergenza sociale legata alla pandemia».

L’idea è quella di suddividere l’intera cifra in pacchetti di contributi da 500 euro l’uno, che poi saranno destinati alle imprese in difficoltà. A fare da tramite ci penseranno le associazioni di categoria. «Mai come in questo momento qualunque aiuto, anche se piccolo, è ben accetto e apprezzato – dice Paolo Garzelli, Cna – Ora l’obiettivo è quello di andare a cogliere le situazioni più difficili e dovremo trovare un criterio per stabilire i destinatari dei finanziamento».

L’obiettivo, insomma, è chiaro. Sul metodo associazioni e parrocchia stanno ancora lavorando. «Insieme cercheremo di decidere i criteri di assegnazione in base alle necessità – sottolinea Catia Giannoni, Confcommercio – Intanto voglio dire grazie a don Marco e alla parrocchia per la sensibilità che stanno dimostrando nei confronti del settore che sta pagando il prezzo più alto della pandemia. Cinquecento euro non possono risolvere una situazione gravissima, ma questa iniziativa è un segno di solidarietà e speranza». D’accordo è anche Massimo Marini , Confesercenti. «L’impegno della parrocchia – dice – è encomiabile e, al di là del dato quantitativo, è un elemento simbolico importante che sottintende vicinanza nei confronti delle imprese». Don Marco dice che questa iniziativa si va ad aggiungere a quanto è già nei programmi di amministrazioni ed enti locali «nella consapevolezza che, purtroppo, la crisi avrà presumibilmente un’onda lunga nei prossimi mesi».

Il “teorema” dei vasi comunicanti per il bene della Chiesa / Don Graziano Donà

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Già nello scorso numero di In Cerchio vi abbiamo proposto un articolo di don Graziano Donà, membro del Comitato CEI per la Promozione del Sostegno Economico alla Chiesa e relatore al Campus Comunidare, per l’Amico del Clero (testata della FACI).

Visto il successo che ha riscontrato, eccone un altro che ha come titolo Il “teorema” dei vasi comunicanti per il bene della Chiesa.

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I teoremi sono sempre stati gioia e grattacapo per tutti gli studenti, soprattutto delle materie scientifiche: fondamentali da applicare ma spesso difficili da ricordare. Anche riguardo al tema del sostegno economico alla Chiesa cattolica in Italia, dopo la riforma del 1985, si è voluto inventare un “teorema” noto con il nome “dei vasi comunicanti”, importante da applicare ma che, come per tutti gli altri teoremi, è necessario ogni tanto ripassare.

La fonte principale di sostegno economico all’interno della Chiesa cattolica rimane “l’offerta” che trova la sua espressione più alta nella raccolta durante l’Offertorio nella S. Messa. Nel corso del tempo sono stati introdotti o inventati molti altri strumenti. In Italia, la riforma concordataria del 1984, assieme alla definitiva abolizione del sistema beneficiale, ha introdotto (con la legge 222/85) i meccanismi dell’8xmille e delle Offerte per il clero deducibili e ha visto la nascita degli Istituti Diocesani per il Sostentamento del Clero (IDSC).

I nuovi meccanismi non hanno però cambiato le finalità proprie della Chiesa nella gestione dei beni e cioè ordinare il culto divino, provvedere ad un onesto sostentamento del clero, esercitare opere di apostolato e carità, specialmente al servizio dei poveri. Si è invece iniziato a parlare del teorema dei vasi comunicanti mettendo in una particolare relazione le Offerte per il clero e l’8xmille. Esattamente il teorema dice che più aumentano le fonti di finanziamento del sostentamento del clero e in particolare le Offerte, più l’8xmille viene lasciato a disposizione per la carità e il culto e la pastorale.

Le Offerte deducibili per il clero (destinate esclusivamente all’Istituto Centrale Sostentamento Clero) assieme alle quote capitarie parrocchiali, ad eventuali stipendi per impieghi pubblici, come la scuola, e ai redditi degli ex-benefici, dovrebbero garantire la remunerazione dei sacerdoti. Nel caso la copertura non avvenga per intero, vengono inserite risorse dall’8xmille.

Dal 1989 e 1990, anni in cui il sistema è entrato a pieno regime, l’8xmille è sempre stato utilizzato in percentuali più o meno elevate. I dati aggiornati al 2019, indicano che il 43,5% dell’8xmille viene utilizzato per il sostentamento dei quasi 34.000 sacerdoti che prestano servizio pastorale nelle diocesi d’Italia (di questi 3.000 sono anziani o malati). Il dato richiede palesemente un supplemento di impegno per riuscire almeno a scendere sotto la soglia del 40%. Un impegno che coinvolge tutti, compresi i parroci, che non parlano di questi argomenti, dando per scontata l’integrazione che arriva dall’Istituto Centrale Sostentamento Clero.

A livello di principi, ciò che ancora oggi può giustificare una maggiore responsabilità è certamente il rafforzamento del senso di appartenenza alla Chiesa. Dobbiamo tenerci tutti perché tutti siamo impegnati nell’annuncio del Vangelo ed in particolar modo il prete chiamato, in forza del Sacramento dell’Ordine, a presiedere la Comunità. Il rafforzamento del senso di appartenenza prevede però uno sguardo ampio per evitare la tentazione di identificarsi con la propria comunità o con il proprio gruppo, con il rischio così di non riuscire a percepire come propri i problemi e gli obiettivi della Chiesa intera.

A livello operativo, invece, all’importanza dello stare informati, la ricerca di idee e progetti nuovi che coinvolgono la Parrocchia, che valorizzano il legame con gli IDSC, che danno un senso profondo all’offerta per i sacerdoti e in generale che danno un buon risultato applicando il teorema dei vasi comunicanti, saranno sempre bene accetti.