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8xmille / A Nazzano (RM) accoglienza e inclusione sociale. Il lavoro come riscatto per giovani autistici

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Nel silenzio della campagna laziale, tra le colline che circondano Nazzano, si sta scrivendo una storia di speranza e inclusione sociale. Qui, su ciò che resta di un antico convento, è nata una realtà innovativa che coniuga assistenza, accoglienza e inserimento lavorativo per adolescenti e giovani adulti con autismo e disagio psichico. La struttura residenziale, gestita dalla cooperativa sociale Il desiderio di Barbiana, accoglie minori e giovani provenienti da contesti di fragilità, offrendo loro non solo un tetto, ma un cammino di crescita, formazione e autonomia.

Il progetto prende le mosse nel 2019 con l’apertura della Comunità Alloggio “Antenna 00100” e il Gruppo Appartamento “Antennina 00100”, strutture socioassistenziali che ospitano in tutto 18 fra minori e giovani adulti con autismo o grave sofferenza psichica.

Accogliamo bambini e ragazzi, appartenenti a tre fasce d’età comprese tra i 7 e i 25 anni, – spiega Emanuele Cicuti, fondatore e direttore terapeutico del Desiderio di Barbiana che vivono situazioni di disagio profondo, spesso senza il supporto di famiglie in grado di seguirli. Qui trovano una casa e un ambiente protetto, ma soprattutto un luogo in cui poter costruire il proprio futuro”.

L’iniziativa, realizzata con il contributo dei fondi 8xmille della Chiesa cattolica da Il desiderio di Barbiana, cooperativa sociale con la quale la Diocesi di Civita Castellana ha un contratto di ATS per la gestione delle attività d’inclusione socio lavorative, offre risposte concrete a situazioni complesse, in cui la sofferenza psicologica e il malessere che ne conseguono si intrecciano con fenomeni di esclusione sociale ed emarginazione. Sono 45 gli adolescenti e giovani che frequentano le attività diurne e percorsi di inserimento lavorativo.

L’intervento della cooperativa non si limita alla sola assistenza: ogni giovane è accompagnato in un percorso personalizzato che tiene conto delle sue inclinazioni e potenzialità. Il lavoro non è inteso come semplice strumento riabilitativo, ma come mezzo per restituire dignità e autonomia. L’inclusione sociale, infatti, non può prescindere da un’opportunità lavorativa reale, che permetta di superare la condizione di dipendenza e di esclusione.

La nostra attività è resa possibile grazie all’impegno di 35 operatori e molti volontari. – aggiunge Cicuti – La nostra forza risiede nel lavoro di équipe di tipo multidisciplinare, composta da professionisti di varie discipline: educatori, psicologi, logopedisti, psicomotricisti, assistenti sociali, psichiatri ed esperti delle discipline musicali nonché delle tecniche di riabilitazione con gli animali (I.A.A.). Ciò che conta non è la specializzazione universitaria o teorica di ciascuno, quanto piuttosto il desiderio soggettivo che lo anima nel lavoro e la disponibilità a prendersi cura del soggetto con disagio e sofferenza psichica”.

L’approccio dell’assistenza è basato su un partenariato tra il bambino/ragazzo e l’adulto, tenendo conto delle preferenze, delle scelte, delle invenzioni e delle soluzioni trovate dal soggetto stesso.
Oltre ad occuparsi degli utenti inviati dalle ASL e/o delle famiglie, la cooperativa promuove progetti che possano favorire opportunità di lavoro.

In questa logica è nato, nel 2020, “L’Abbarrato”, un birrificio artigianale che oggi produce circa 1.000 litri di birra al mese. I ragazzi sono coinvolti in tutte le fasi della produzione: dalla selezione delle materie prime alla fermentazione, fino all’imbottigliamento e alla vendita. Il birrificio ha anche un e-commerce dedicato, gestito direttamente dai giovani con il supporto degli operatori.

Nel 2022 ha preso vita un’altra iniziativa: Farfood, un agriturismo sociale che combina ristorazione e coltivazione biologica. Qui i ragazzi si occupano della produzione di ortaggi e materie prime a Km 0, utilizzate poi nella cucina del ristorante, aperto nei weekend e attivo dalla primavera all’autunno. Con una capienza di 60 posti, Farfood rappresenta un’occasione concreta per mettere alla prova le capacità dei giovani in un contesto lavorativo reale, a contatto con il pubblico.

“La nostra sfida è far sì che questi ragazzi possano non solo lavorare, – conclude Cicuti– ma sentirsi parte di una comunità. Troppo spesso le persone con autismo o disagio psichico vengono relegate ai margini della società. Noi vogliamo dimostrare che possono avere un ruolo attivo, costruirsi una professionalità e contribuire al bene comune”.

Di fronte alle crescenti richieste di accoglienza, la Diocesi ha avviato un nuovo progetto per l’apertura di altre due strutture, situate in immobili di proprietà. L’obiettivo è ampliare l’offerta di servizi, garantendo accoglienza e percorsi di autonomia a un numero sempre maggiore di giovani in difficoltà.

Quello nato a Nazzano è un modello di inclusione che potrebbe essere replicato in altri territori. L’idea di fondo è chiara: non basta offrire un rifugio ai più fragili, ma occorre costruire percorsi di vita che restituiscano dignità e futuro. In un’epoca in cui la marginalità rischia di diventare una condanna definitiva, esperienze come questa dimostrano che, con un accompagnamento adeguato e una rete solidale, è possibile trasformare il disagio in opportunità.

Nel piccolo borgo laziale, tra i filari di un orto coltivato con cura e le botti di un birrificio artigianale, ogni giorno si rinnova una promessa: nessuno deve essere lasciato indietro.

8xmille / A Mestre l’ambulatorio di prossimità “Salute senza confini”

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A Venezia, nel cuore della Municipalità di Mestre, all’ultimo piano del Centro Pastorale Papa Luciani, che ospita numerose opere e attività caritatevoli, si trova l’ambulatorio di prossimità di Caritas Veneziana. Qui medici, infermieri, farmacisti e volontari accolgono gratuitamente tutti coloro che hanno bisogno di cure e non possono accedere al servizio sanitario nazionale.

La sua collocazione nel centro di Mestre, area densamente popolata, risulta strategica poiché il quartiere è caratterizzato da una marcata multiculturalità e da un inasprimento della criminalità urbana legata alle vecchie e nuove dipendenze.

“All’ambulatorio l’ascolto e la cura vanno di pari passo – spiega Franco Sensini, direttore Caritas VenezianaIl centro, convenzionato con il SSN, svolge un ruolo importante sul territorio. Grazie alla collaborazione di 30 professionisti volontari riusciamo a garantire tre giornate a settimana per le visite specialistiche e di medicina generale. I farmaci prescritti con ricettario sono distribuiti dal servizio farmacia collegato. Questo progetto è diventato realtà grazie al prezioso contributo dei fondi 8xmille della Chiesa cattolica che hanno consentito l’avvio della struttura nel 2020 ed il sostentamento per i primi due anni di attività”.

Collocata vicino alla stazione ferroviaria la struttura è facilmente accessibile per coloro che gravitano intorno ai servizi dedicati ai senza fissa dimora ed anche per coloro che non hanno ancora completato l’iter di regolarizzazione della loro posizione giuridica nel territorio.

“Numerosi sono coloro che accedono all’ambulatorio – prosegue il direttore perché, nonostante siano cittadini comunitari, hanno perso i requisiti per beneficiare del sostegno della sanità pubblica, a causa della precarietà lavorativa a cui sono costretti, altri hanno bisogno di cure immediate perché privi di un qualsivoglia documento identificativo”.

Il costante rapporto con il Centro di ascolto e l’osservatorio diocesano delle povertà riesce ad essere strumento di rilevazione dei cambiamenti dei bisogni sanitari, dell’andamento della relazione con la sanità pubblica, della tipologia delle patologie che caratterizzano l’utenza che vive ai margini della società e diviene strumento di costante revisione dell’operato svolto.

Ne è stato un esempio la procedura accelerata costruita ad hoc in collaborazione con il SISP (servizio igiene e prevenzione pubblico), l’Hub Vaccinale di Marghera e l’anagrafe sanitaria, che nel 2022, all’indomani della crisi ucraina, ha consentito la veloce emissione di circa 181 tessere sanitarie.

“L’obiettivo di Caritas è quello di raggiungere, attraverso il volontariato, – conclude il direttore – la povertà sanitaria che interessa non solo coloro che sono privi di mezzi economici per poter evitare le lunghe liste d’attesa della sanità pubblica, ma anche quei cittadini che, pur avendone diritto, sono incapaci, per mancanze culturali o di opportunità, di accedere al servizio pubblico sanitario, o perché privi di idonea documentazione identificativa”.

Le discipline specialistiche per le quali l’ambulatorio è autorizzato sono molteplici; in questi anni sono state erogate visite nefrologiche, neurologiche, di ostetricia e ginecologia, di psichiatria, gastroenterologia, cardiologia, endocrinologia, oculistica, otorinolaringoiatra, urologia, pediatria, geriatria, medicina del lavoro, medicina di comunità, psicologia clinica, igiene e medicina preventiva, malattie infettive, medicina interna e scienze dell’alimentazione.

Il personale sanitario volontario ha particolarmente a cuore il carattere multiculturale della sua utenza, per questo il servizio garantisce servizi di interpretariato linguistico, che a volte vanno a supporto anche delle visite assicurate dall’A.U.LS.S. 3. L’ambulatorio è un vero e proprio crocevia di servizi e si è posto anche come punto di riferimento nell’organizzazione di corsi di formazione per operatori e volontari Caritas con l’obiettivo di offrire agli assistiti un’educazione alle più basilari norme igieniche.

Dall’ambulatorio si accede anche alla galassia dei servizi erogati dalla Caritas Veneziana come la vicina mensa che offre 120 pasti al giorno, il Centro di Ascolto Caritas per la rilevazione delle vecchie e nuove povertà, il Microcredito San Matteo, che offre il prezioso servizio di sostegno e accompagnamento a piccoli prestiti.

A due passi dai luoghi della Biennale Arte e da Piazza San Marco, vi è una delle strutture principali della Caritas veneziana la Casa d’accoglienza San Giuseppe che è sempre stata per la città un luogo deputato all’accoglienza. Sita nel secondo sestiere più popoloso della città insulare e sicuramente il più esteso, la struttura ospita, insieme al Dormitorio femminile Santa Bakhita, anche la mensa per persone senza fissa dimora.

Dal 2023, la Casa d’Accoglienza femminile offre supporto a donne in temporanea difficoltà abitativa e, a breve, inaugurerà una sezione dedicata alle donne con problematiche legate alla giustizia, come misure alternative alla detenzione, permessi premio o fine pena.

Questi sono solo alcuni dei servizi offerti da questa struttura, un vero e proprio Hub della Carità nel cuore di Venezia, che assicura sostegno e assistenza a persone bisognose nel rispetto della propria dignità.

8xmille / A Cassano all’Ionio un Centro socio-educativo: bambini e adolescenti studiano insieme e coltivano sogni

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Un palazzo della diocesi in un quartiere centrale di Cassano all’Ionio, comune calabrese di circa diciassettemila abitanti in provincia di Cosenza, diventa uno strumento per costruire il futuro di bambini e adolescenti, provenienti da famiglie in stato di fragilità economica e sociale. Il progetto “L’appetito vien studiando”, attivato grazie anche al contributo dei fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica, in sinergia con l’équipe del progetto socio-educativo per minori della Caritas diocesana, offre uno spazio di aggregazione, un cantiere educativo sempre aperto, in continua evoluzione, che cerca di reinventarsi indirizzando la sua attenzione alle necessità e alle varie emergenze che man mano affiorano nei vari contesti di riferimento.

“Abbiamo avvertito la necessità di promuovere un cambiamento – sottolinea don Mario Marino, direttore della Caritas Diocesana, abbiamo deciso di scendere in campo con il nostro impegno, la nostra determinazione e soprattutto con il nostro coraggio. Non possiamo più permetterci di delegare, noi per primi dobbiamo essere disposti a lavorare affinché la bellezza, di cui siamo circondati e che troppo spesso osserviamo con occhi carichi di pregiudizi e di rassegnazione, venga in qualche modo tutelata e difesa”.

All’interno del centro socio-educativo, i ragazzi, grazie al lavoro di educatori, operatori e istruttori, crescono insieme e studiano in un luogo sicuro.

Uno degli obiettivi primari de “L’appetito vien studiando” è quello di educare i minori al riconoscimento, all’accettazione, al rispetto e all’individuazione delle esigenze di tutti, di chi ha bisogni differenti dai propri e si trova a vivere una condizione diversa – spiega Angela Marino, responsabile del progetto Realizzata in collaborazione con le parrocchie del centro storico, l’iniziativa si basa, come suggerisce il titolo, su due momenti fondamentali: l’appetito, ossia la mensa, e il doposcuola con le attività laboratoriali. In questo modo cerchiamo di supportare i giovani nel quotidiano spingendoli al raggiungimento dei loro obiettivi”.

Sono una quarantina i ragazzi, dai 6 ai 14 anni, coinvolti annualmente nel progetto, che vengono accolti, guidati e indirizzati a restare nel solco di una vita sana e operosa, da proseguire secondo i principi cristiani e, quindi, nel pieno rispetto del vivere civile. “Il progetto, voluto dalla diocesi, è destinato a minori a rischio di dispersione scolastica – sottolinea Silvia Cirigliano, psicologa del progetto – che provengono da situazioni familiari, sociali ed economiche svantaggiate. Ci troviamo di fronte a bambini con bassa autostima e che manifestano difficoltà emotive e socio-relazionali”.

Il progetto è ormai operativo dal 2016 e, nel corso di questi anni, il Centro si è consolidato come un luogo di legalità e di formazione, un esempio di welfare innovativo, grazie anche al team di esperti della Caritas diocesana. Si parte infatti dall’appetito, cioè dal servizio mensa attivo in tutti i giorni feriali, e si prosegue con le attività di doposcuola e con le iniziative laboratoriali che, tramite degli spunti ludici, didattici e ricreativi, cercano di spingere i ragazzi a coltivare le proprie passioni, che magari un giorno potrebbero concretizzarsi in una professione. “Il servizio mensa rappresenta per molti bambini l’opportunità di consumare l’unico pasto nutriente della giornata. Al sostegno scolastico – aggiunge la responsabileseguono le attività laboratoriali. Si alternano diversi maestri, i quali hanno il compito di accompagnare i ragazzi alla scoperta dei loro talenti. Pensiamo che meritino di avere educatori che li sostengano nel loro percorso per aiutarli a realizzare quello che il loro cuore merita”.

I minori acquisiscono gradualmente un metodo di studio autonomo e familiarizzano con le proprie inclinazioni. I risultati si concretizzano nella testimonianza dei beneficiari del servizio. Ci sono ragazzi che dicono di avere difficoltà a gestire in autonomia i compiti a casa e che coltivano una grande passione per l’arte: senza il centro sarebbe veramente complicato poter conciliare queste due esigenze. Altri ancora esaltano le attività laboratoriali perché gli consentono di usufruire di attività sportive che non potrebbero svolgere altrove nel pomeriggio.

Il progetto, sin dall’inizio, ha indirizzato i suoi sforzi, inoltre, alla costruzione di una rete coesa di collaborazione e di dialogo con le istituzioni scolastiche, i servizi sociali, le parrocchie, il comune, i medici e i pediatri.

L’azione educativa viene potenziata anche dal “Centro per le famiglie” che è un solido spazio di ascolto, di orientamento, di confronto e di sostegno. Qui una squadra di professionisti garantisce, a titolo gratuito, supporto psicologico, consulenza pedagogica, progettazione e verifica di interventi in campo educativo e formativo rivolti al nucleo familiare.

La mamma di due bambini che attualmente possono apprezzare l’utilità del centro aggiunge: “Mi auguro che questo progetto non chiuda mai e che non cambino le persone che ci sono. Io sono ripartita grazie a loro, qui ho trovato persone che mi ascoltano e, poi, una casa e una famiglia”. Un’iniziativa che si traduce in supporto e sostegno concreto per superare il disagio, promuovendo l’inclusione. “Il futuro – conclude Angela Marino – senza il progetto sarebbe una vera sconfitta per questo territorio”.

Bologna / Un convegno sull’importanza di destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica

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Martedì 20 maggio alle 17,30 nella sala «Marco Biagi» dell’Ordine dei commercialisti e degli esperti contabili (piazza De’ Calderini 2/2), si terrà il convegno «8×1000 Bene comune. Per migliaia di gesti di amore e di speranza». Organizzata dal Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica dell’Arcidiocesi di Bologna in collaborazione con l’Ordine dei dottori commercialisti Bologna, la Fondazione dei commercialisti, le Acli e l’Istituto diocesano per il sostentamento del clero (Idsc).

Introduce e coordina Giacomo Varone, incaricato diocesano del Servizio per la promozione del sostegno economico per la Chiesa.

Intervengono: Pierpaolo Donati, docente di Sociologia all’Università di Bologna e don Claudio Francesconi, economo della Conferenza Episcopale Italiana. È prevista la partecipazione del cardinale Matteo Zuppi che terrà le conclusioni. Sarà possibile seguire l’evento anche in streaming sul sito www.chiesadibologna.it e sul canale YouTube di 12Porte.

«Abbiamo bisogno di raccontare la vita buona – spiega Giacomo Varoneche si genera con i fondi dell’8xmille che riconosciamo sempre più come “bene comune”. I rendiconti non sono solo numeri ma possono parlare di migliaia di gesti d’amore. Parlare dell’8xmille vuol dire riportare all’attenzione di tutti la bellezza di una Chiesa che fa cose straordinarie. Abbiamo preso consapevolezza, sempre più in questi anni, di una tendenza in calo dell’8xmille e attendersi una ricrescita a breve sarebbe illusorio. Dobbiamo piuttosto strutturarci per affrontare questa situazione raccontando il bene che si fa in opere di carità verso le persone, di sostegno ai sacerdoti e di supporto alla conservazione e mantenimento dei beni culturali».

«Ogni anno in questo periodo di dichiarazione dei redditi – continua Varone – vogliamo promuovere la firma a favore dell’8xmille per la Chiesa cattolica, come ci ha ricordato il nostro cardinale Matteo Zuppi quale forma di “bontà intelligente che sostiene la Chiesa per servire tutti” e lo facciamo con la campagna mediatica su giornali e tv e con la trasparenza che sempre perseguiamo nell’utilizzo dei fondi sul nuovo sito www.8xmille.it e inoltre con l’interazione con associazioni e movimenti cattolici unendo la preferenza dell’8xmille a favore della Chiesa cattolica con l’espressione della scelta del 5xmille. Coinvolgeremo quindi anche quest’anno l’Ordine dei Commercialisti con il convegno del 20 maggio e promuoveremo la collaborazione con le Acli per la firma presso i Caf, tramite i referenti attivi nelle parrocchie, anche di coloro che non sono tenuti alla presentazione della dichiarazione dei redditi. L’intervento a sostegno dei deboli che è l’aspetto peculiare nella gestione dei fondi ci ricorda come un semplice gesto, come una firma, si possa trasformare in gesti quotidiani di attenzione verso i fragili con un’azione di supplenza rispetto anche a ciò che lo stato spesso non riesce a fare».

Migliaia di gesti d’amore / I progetti realizzati a Bergamo grazie all’8xmille

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Segnaliamo questo articolo a cura della redazione SantAlessandro.org, settimanale della diocesi di Bergamo, con l’intervento dell’incaricato don Marco Milesi.

Qui l’articolo completo dove si legge si legge tra l’altro:

<<Alla nostra diocesi nel 2024 sono arrivati oltre un milione e seicentomila euro per esigenze di culto, pastorale e cultura. Hanno permesso di restaurare chiese e case parrocchiali, costruire nuovi oratori per i ragazzi, realizzare interventi in biblioteche e musei, recuperare organi a canne, installare impianti di sicurezza.

Altri fondi, in totale 1.538.391 sono stati destinati all’ambito assistenziale e caritativo: attività rivolte a persone diversamente abili, clero ammalato e anziano, interventi d’aiuto a persone con fragilità diverse, opere “segno”.

Una parte consistente, pari a 6.586.043 euro, ha contribuito ad assicurare la pastorale ordinaria nelle parrocchie, grazie all’opera di 620 sacerdoti.

Sono risorse che aiutano le comunità a vivere bene, sempre in linea con i valori di cui la Chiesa si fa portatrice: “Parlare di 8xmille alla Chiesa – continua don Marco Milesinon significa parlare di una condizione economica fine a se stessa, ma soprattutto di una cura pastorale.

La questione economica si traduce infatti in un atteggiamento pastorale che sostiene l’opportunità di esercitare liberamente la propria opera di evangelizzazione, carità e attenzione alle strutture esistenti e la creazione di nuove iniziative, a seconda delle esigenze delle singole comunità”>>.

Leone XIV è il nuovo Papa: pace per il mondo, disarmata e umile

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Il Conclave ha eletto 267.mo Vescovo di Roma il cardinale Robert Francis Prevost. Il saluto ai 100 mila in Piazza San Pietro: voglio ringraziare tutti i confratelli cardinali che hanno scelto me per essere Successore di Pietro e camminare insieme a voi, come Chiesa unita cercando la giustizia. Il pensiero per Papa Francesco e il saluto in spagnolo alla diocesi peruviana di Chiclayo dov’è stato missionario.

Il messaggio della CEI: “Le assicuriamo il nostro impegno per costruire ponti di dialogo, per soccorrere l’umanità sofferente, per essere sempre a servizio degli ultimi e dei più bisognosi. Santità, può contare su di noi, sulle Chiese in Italia: vogliamo essere strumenti vivi per realizzare il sogno evangelico di diventare un’unica famiglia umana, «un solo popolo sempre in pace»”.

Mons. Baturi: «L’8xmille è promozione sociale, non assistenzialismo centralista»

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Su corriere.it/buone-notizie è stata pubblicata un’intervista al Segretario Generale della CEI, Mons. Giuseppe Baturi, in occasione della Milano Civil Week 2025 sul tema L’Europa siamo noi – La cittadinanza attiva per un presente di pace e solidarietà. La festa-evento della cittadinanza attiva e solidale promossa da Corriere della Sera-Buone Notizie, Comune di Milano e Forum del Terzo Settore di Milano, in collaborazione con CSV Milano, dà appuntamento dall’8 all’11 maggio a Palazzo Giureconsulti, piazza Mercanti 2, con incontri, laboratori, dibattiti e momenti di spettacolo che serviranno a far circolare le esperienze e a condividere le buone pratiche.

Nell’intervista di Elisabetta Soglio, il Segretario CEI, tra le altre domande, risponde anche ad alcune sull’8xmille e come vengono i spesi questi fondi:
«Già nella legge istitutiva, frutto di una intesa fra la Santa Sede e lo Stato, si prevedeva che i fondi si potessero destinare alle esigenze di culto e pastorale, agli interventi caritativi nelle Diocesi e nei Paesi in via di sviluppo, al sostentamento del clero. Una quota importante, pari nel 2023 a 80 milioni, viene gestita dal Servizio per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli: nel 2023, appunto, sono stati approvati 440 progetti proposti da realtà ecclesiali di tutto il mondo. Ognuno è accompagnato dalla lettera di presentazione del vescovo e della Conferenza episcopale locale e viene valutato in base all’impatto e al coinvolgimento delle comunità locali, in particolare dei più poveri (anche in termini di qualità, correttezza, effettiva utilità per le persone cui si rivolge). Non vengono finanziati i costi di gestione dell’ente proponente, che anzi deve dimostrare di avere studiato dopo la fase di startup una sostenibilità economica e complessiva del progetto, anche a livello ambientale».

Dove intervenite in particolare?
«La metà dei progetti sono in Africa, anche nella guerra del Sud Sudan, poi abbiamo dato seguito a richieste giunte da Paesi del Medioriente e in particolare dai luoghi di guerra – penso alla Siria e al Libano – ma anche dall’America Latina, per esempio Haiti, e dall’Asia con il Myanmar».

E in Europa?
«In questi anni abbiamo concentrato gli aiuti soprattutto sull’Ucraina, per sostenere tramite le Caritas e le Chiese di quelle terre martoriate dalla guerra le strutture di assistenza ai bambini, i centri di riabilitazione per la disabilità, la formazione dei giovani, il supporto alle ragazze madri. La nostra idea di fondo è finanziare attività capaci di sviluppare una soggettività delle persone, in termini educativi, capaci di solidarietà e di protagonismo di comunità, anche sensibilizzando i nostri territori. Rifuggiamo la logica dei contributi a pioggia e dell’assistenzialismo, ma puntiamo sull’aiuto promozionale ai più poveri grazie alle Chiese locali e alle loro espressioni caritative, affinché ognuno faccia responsabilmente la sua parte».

C’è un calo nella scelta dell’8xmille?
«Dopo il Covid, quando le donazioni si erano concentrate sugli ospedali, abbiamo sentito un calo. Ma voglio precisare che questa quota di 80 milioni per i progetti viene comunque sempre garantita. Per noi le persone sono tali, non pedine di scacchiere di poteri, ed è per loro che noi lavoriamo».

Tema della trasparenza: come viene garantita?
«Torno a dire che i progetti vengono vagliati uno ad uno da una commissione di esperti, che poi verifica anche l’utilizzo dei fondi messi a disposizione. C’è un meccanismo di rendicontazione che segue l’erogazione fatta: questo perché siamo convinti che la Chiesa abbia una responsabilità storica soprattutto nelle situazioni di conflitto e nelle povertà più estreme e disperate. Noi non abbandoniamo nessuno».

Conversano-Monopoli / Un convegno diocesano a 40 anni dalla Legge 222/85: bilanci e prospettive future

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Si svolgerà il 30 maggio a Conversano-Monopoli presso la parrocchia “Madonna d’Altomare” (Polignano a Mare) il convegno diocesano dal titolo 40 anni 8xmille alla Chiesa cattolica. Legge 20 maggio 1985 n. 222: bilanci e prospettive future.

L’incontro, promosso e organizzato dalla diocesi di Conversano-Monopoli (Economato diocesano, Servizio Sovvenire, Caritas diocesana e Ufficio comunicazioni sociali) e dall’Istituto diocesano per il sostentamento del clero, si rivolge al clero diocesano, ai membri dei Consigli per gli Affari Economici, ai membri dei Consigli Pastorali zonali e parrocchiali, a tutti i volontari che collaborano per l’8xmille alla Chiesa cattolica, nonché ai Professionisti coinvolti, come commercialisti, avvocati, psicologi e assistenti sociali, per i quali saranno riconosciuti crediti formativi dai rispettivi Ordini professionali.

A quarant’anni dall’introduzione della Legge 222/85 è indubbiamente utile fermarsi per le necessarie riflessioni che diventano bilancio e, soprattutto, ipotesi di prospettive future anche a breve e medio termine.

L’evento si pone alcuni obiettivi:

ripercorrere i passaggi storici e giuridici essenziali che hanno portato alla approvazione della stessa Legge che ha oggettivamente e significativamente introdotto sostanziali modifiche al sistema, anche del sostentamento del clero;
sensibilizzare alla firma dell’8 permille per la Chiesa cattolica e alla raccolta delle offerte per il “Sovvenire”;
chiarire i dubbi e ribadire l’importanza di creare una rete capillare di referenti;
rafforzare il senso di comunione, corresponsabilità e partecipazione dei fedeli (anche con riferimento a quanto previsto dal canone 222 CIC);
far conoscere quanto realizzato nella Chiesa locale con i fondi dell’8xmille;
– annunciare la realizzazione di un progetto di informazione, formazione e sensibilizzazione sul tema dell’8xmille alla Chiesa cattolica a livello diocesano, coinvolgendo direttamente le singole Zone Pastorali;
sensibilizzare sul tema i Professionisti che per varie ragioni si trovano ad essere coinvolti attivamente dalla tematica trattata.

L’evento si concluderà con un dibattito aperto a tutti.

La partecipazione è gratuita, previa iscrizione obbligatoria, entro il 20 maggio, per i soli Professionisti che vorranno ottenere i crediti formativi.

Introdurrà i lavori e modererà il dott. Pierangelo Antonio Pugliese, Presidente Istituto diocesano per il sostentamento del clero diocesi di Conversano-Monopoli e Presidente della Federazione Regionale UNEBA Puglia

In allegato il programma