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Tivoli e Palestrina / Il Vescovo ricorda l’importanza di destinare l’8xmille alla Chiesa Cattolica

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Dal sito della diocesi di Tivoli e Palestrina vi segnaliamo questo intervento del Vescovo, Mons. Mauro Parmeggiani, sull’importanza di sovvenire alle necessità della Chiesa e sulle opere realizzate nel territorio anche grazie all’8xmille.

«Con una semplice firma manifesteremo la nostra corresponsabilità»

«Sovvenire alle necessità della Chiesa. Corresponsabilità e partecipazione dei fedeli» è il titolo di un documento dei Vescovi italiani del 1988. Anche oggi esso fa da riferimento e stimolo all’impegno di tanti italiani nel destinare l’8xmille alla Chiesa Cattolica tramite una semplice firma al momento della dichiarazione dei redditi. Una firma che non costa nulla ma che assommata a tante altre crea una percentuale di firme in base alla quale lo Stato Italiano destina in maniera proporzionale l’8xmille del gettito IRPEF alla Chiesa Cattolica.

“Sovvenire alle necessità della Chiesa” attraverso le offerte dei fedeli alla propria comunità parrocchiale o diocesana oppure con la firma dell’8xmille alla Chiesa Cattolica è quanto mai necessario. Fin dai tempi apostolici la Chiesa si è sostenuta con le offerte dei fedeli ed anche oggi chiede di essere aiutata innanzitutto dai suoi appartenenti ma anche da coloro che stimano il suo operato. Anche la nostra Chiesa diocesana vive di 8xmille. Certamente da alcuni anni le offerte sono diminuite ma la Chiesa mai si è stancata di aiutare. Vi chiedo quindi di non esitare a firmare l’8xmille a favore della Chiesa Cattolica: non costa nulla e aiuta tanto!

A Tivoli e Palestrina con l’8xmille riusciamo a sostenere le Caritas diocesane e molte Caritas parrocchiali, i Consultori diocesani. Due Mense per i poveri, un dormitorio notturno per papà separati, una Casa per ragazze con bambini, una Scuola di italiano per immigrati… In questi ultimi anni siamo riusciti a realizzare la nuova chiesa di Valle Martella, un restauro architettonico alla Cattedrale di Tivoli, a quella di Palestrina – per la quale inizieranno a breve i lavori-, alla parrocchia di Roviano, a quella di San Biagio in San Vito Romano, a quella di Casape. Abbiamo ristrutturato la Canonica di S.Paolo a Genazzano, quella de La Forma. A breve interverremo sulla chiesa della SS.ma Annunziata a Palestrina, su quella di S.Sisto a Bellegra, di Poli e di Castel Madama. Da alcuni mesi abbiamo riaperto, dopo tanti anni, la bellissima chiesa di San Vincenzo a Tivoli.

Altri sono i progetti in fase di realizzazione o che si potrebbero realizzare. Tutto sarà possibile se sentendoci parte di una comunità, con una semplice firma, manifesteremo la nostra corresponsabilità e partecipazione alla vita della Chiesa che da sempre si spende a favore dell’uomo, di tutto l’uomo e di ogni uomo, che conserva il suo patrimonio artistico e culturale e si impegna a metterlo a disposizione delle comunità favorendo ciò che oggi manca tanto: la possibilità di aggregazione e di crescita nella fraternità e nella carità.

Mauro Parmeggiani
Vescovo di Tivoli e di Palestrina

Attenzione! Compilare in modo corretto le schede CU (o PF) per la scelta dell’8xmille

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Come sappiamo, coloro che possiedono solo redditi di pensione, di lavoro dipendente o assimilati, attestati dal modello CU e sono esonerati dalla presentazione della dichiarazione dei redditi, possono comunque destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica.
Come? Utilizzando l’apposita scheda allegata al modello CU e (v. infografica in allegato 1):

  1. nel riquadro relativo alla scelta per l’8xmille, firmare nella casella “Chiesa cattolica”, facendo attenzione a non invadere le altre caselle per non annullare la scelta
  2. IMPORTANTISSIMO: firmare anche nello spazio “Firma” posto in basso nella scheda.

Nel caso in cui, per qualsiasi ragione, non si disponga della scheda allegata al modello CU, sarà possibile utilizzare per la scelta l’apposita scheda presente all’interno del Modello PF REDDITI.
In tal caso, negli appositi spazi della scheda dovranno essere indicati anche il Codice Fiscale e le generalità del contribuente. Per effettuare la scelta:

  1. firmare nella casella “Chiesa cattolica”, nel riquadro relativo alla scelta per l’8xmille,  facendo attenzione a non invadere le altre caselle per non annullare la scelta.
  2. IMPORTANTISSIMO: firmare anche nello spazio “Firma” posto in fondo alla scheda nel riquadro “RISERVATO AI CONTRIBUENTI ESONERATI”.

La scheda è liberamente scaricabile dal sito internet dell’Agenzia delle Entrate (www.agenziaentrate.gov.it – sezione: cittadini – dichiarazioni), oppure su 8xmille.it, oppure v. allegato 2.

I tempi e modalità di consegna sono gli stessi di quelli previsti per la scheda allegata al Modello CU. Quindi:

  1. consegnare entro il 30 novembre solo la scheda con la scelta, in una busta chiusa, che deve recare cognome, nome, codice fiscale del contribuente e la dicitura “SCELTA PER LA DESTINAZIONE DELL’OTTO, DEL CINQUE E DEL DUE PER MILLE DELL’IRPEF”(*) secondo una delle seguenti modalità:
  • presso qualsiasi ufficio postale. Il servizio di ricezione è gratuito. L’ufficio postale rilascia un’apposita ricevuta
  • ad un intermediario abilitato alla trasmissione telematica (professionista, CAF). Gli intermediari devono rilasciare, anche se non richiesta, una ricevuta attestante l’impegno a trasmettere la scelta; hanno facoltà di accettare la scheda e possono chiedere un corrispettivo per il servizio.
  1. Inoltre è possibile trasmettere la scelta direttamente via internet entro il 30 novembre.

(*) La dicitura completa è necessaria anche se si sceglie di firmare solo per la destinazione dell’8xmille.

Mef / Online i dati dell’8xmille relativi a dichiarazioni dei redditi 2019

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Sono stati pubblicati sul sito del Dipartimento delle Finanze i dati relativi all’erogazione nell’anno 2023 dell’8xmille dell’Irpef, riferito alle scelte effettuate dei contribuenti nella dichiarazione dei redditi del 2019.

Disponibili anche i dati provvisori delle scelte relative agli anni di imposta 2020 e 2021.

Ai fini dell’interpretazione dei dati si ricorda che per la Chiesa cattolica, a differenza delle altre Confessioni, il meccanismo prevede l’erogazione di un acconto e di un conguaglio (riferito al terzo anno precedente). Nel caso di scelte non espresse il riparto è effettuato nella stessa proporzione delle scelte espresse, con l’eccezione di alcune Confessioni che hanno deciso di rinunciare alla quota loro spettante delle scelte non espresse. La voce anomalie si riferisce a scelte espresse che presentano irregolarità. Per ulteriori informazioni sul funzionamento dell’8xmille può essere consultato il sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri, sia rispetto alle intese con le Confessioni Religiose, sia per la quota a diretta gestione statale.
(I dati statistici e la normativa relativi al cinque per mille sono invece disponibili sul sito dell’Agenzia delle Entrate, nella sezione dedicata).
La modalità di esposizione dei dati di questa sezione del sito del Mef è in linea con la deliberazione della Corte dei Conti n.16 del 23/10/2014.

Lo comunica il Ministero dell’Economia e delle Finanze.

La musica va oltre…le sbarre

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Grazie alla Chiesa, la musica scandisce la vita dei detenuti nella Casa circondariale “Ettore Scalas” a Uta, a una ventina di chilometri da Cagliari. Tanto da vedere la nascita nel 2020 di un gruppo musicale, formato da una decina di loro, protagonisti, lo scorso 3 luglio, di un concerto fortemente voluto dall’arcivescovo Mons. Giuseppe Baturi e organizzato nella cappella del Carcere nell’ambito del Cammino sinodale dal titolo “Camminare insieme… verso la libertà”. (L’articolo su unitineldono.it a cura di Maria Chiara Cugusi)

Una musica che suona di perdono, riscatto, speranza, futuro: come nome per la loro “band” hanno scelto “Free inside” ovvero “Liberi dentro”, dal testo di una delle canzoni che loro stessi hanno scritto. «Benché rinchiusi – raccontano -, siamo comunque liberi di andare con la mente dove vogliamo».

Il tutto inizia qualche anno fa, con il laboratorio di musica – una delle attività proposte dall’area educativa trattamentale all’interno della struttura – e con l’animazione musicale della messa nei weekend.  «La musica ci insegna a stare insieme, a trovare una sintonia tra di noi». Durante il concerto, diversi brani musicali che raccontano la loro quotidianità, intervallati da alcune testimonianze sulle esperienze di vita, sul cammino compiuto in questi ultimi due anni, basato sull’ascolto e sul dialogo reciproco. Tra le storie c’è quella di Christian (nome di fantasia): disoccupato, due figlie, alla fine del 2019 arriva a commettere, insieme alla compagna, un furto in una delle parrocchie del territorio diocesano, arrivando alla colluttazione con uno dei sacerdoti presenti. E proprio quel sacerdote era lì seduto ad ascoltarlo cantare lo scorso 3 luglio, lui a cui Christian già aveva chiesto perdono e che ha voluto invitare al concerto – aperto solo ai parenti dei detenuti e ai volontari – come se fosse un suo familiare.

Tra le testimonianze c’è anche quella di Paolo (nome di fantasia), che ha raccontato la gioia nell’aver consolato il suo compagno di cella, pronto per uscire ma poi nuovamente bloccato per altri 18 mesi per l’arrivo di un cumulo di pena. «Mi sono seduto vicino a lui per far sì che non vivesse quel momento di sofferenza da solo: è stato come il “camminare insieme”, che ho imparato da questo percorso sinodale». E ancora, nelle sue parole, la gioia nell’aiutare i nuovi arrivati, cercando di dare loro consigli e vicinanza.

Tutto ciò grazie a una Chiesa presente tra le mura carcerarie. «Il nostro impegno – racconta don Gabriele Iiriti, cappellano del carcere dal 2016 e direttore della Pastorale diocesana penitenziaria – manifesta il desiderio della nostra Chiesa diocesana di accompagnare il cammino, la crescita umana e spirituale di queste persone, per dare un senso alle loro giornate, ed evitarne la depressione. Le proposte non mancano – dalla musica allo studio, dalla lettura al giardinaggio -, ma noi cerchiamo di accompagnare la loro motivazione.

Con loro siamo impegnati nell’animazione delle messe, in colloqui, in momenti di ascolto; poi è nata l’idea di coinvolgerli nel cammino sinodale, ogni mercoledì pomeriggio».

«Lavoriamo in rete – continua – con la direzione carceraria, l’area educativo-trattamentale, la Caritas diocesana, gli altri uffici della nostra Pastorale, con le comunità terapeutiche, il Tribunale di Sorveglianza e le altre istituzioni locali».

Il nostro obiettivo è «rendere tangibile la presenza della Chiesa in questo luogo di sofferenza, creare qui una comunità cristiana misericordiosa, accogliente, che non giudichi ma dia fiducia. Una presenza di vicinanza, prossimità, speranza anche nei momenti più bui».

Diversi i progetti portati avanti dalla Diocesi, dal magazzino Caritas di beni di prima necessità, al laboratorio di uncinetto e bricolage per donne detenute, grazie ad alcuni volontari della Comunità missionaria di Villaregia, fino al progetto “Orti sociali in carcere”, insieme ad alcuni club del Rotary di Cagliari. Non manca l’attenzione fuori dal carcere con i progetti – portati avanti insieme alla Caritas diocesana – per gli affidati alle misure alternative ospitati, durante i permessi premio, nella Casa di accoglienza Leila Orrù – De Martini.

Inoltre, «sarà importante far sì che il cammino sinodale – conclude don Iiriti – possa avere una continuità nella comunità, facendo sì che essa sia pronta per accogliere il detenuto una volta scontata la pena, per ascoltare la sua testimonianza, far sì che non si senta solo. Per far ciò occorre creare una mentalità, facendo conoscere la realtà del carcere, il cammino percorso, e rendendo possibile il cambiamento».

(Testo e foto di Maria Chiara Cugusi)

Cagliari / L’8xmille al Consultorio diocesano familiare

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Da oltre 40 anni accanto alle persone, coppie, famiglie in difficoltà. Il Consultorio diocesano familiare a Cagliari costituisce un punto di riferimento per chi attraversa un periodo di disagio, garantendo un servizio di consulenza, mediazione familiare, accompagnamento.  «Accogliamo le persone – spiega la presidente Simona Lauterio – e offriamo loro uno spazio in cui sono libere di rielaborare e risolvere i problemi. Si rivolgono a noi sia singoli che famiglie».  Il problema principale «riguarda il dialogo, la comunicazione: diverse famiglie hanno problemi nella relazione di coppia, ma anche nell’educazione dei figli. Incidono le difficoltà economiche, ma ciò che vediamo di più è l’ansia, l’insicurezza, la solitudine. Lavoriamo sulla relazione: partendo dalla singola persona coinvolgiamo il coniuge, i figli».

Nel 2022 oltre 800 ore di consulenza, circa 170 persone aiutate, di cui un centinaio donne. Inoltre, momenti di formazione più ampi aperti a tutti, quelli specifici per gli operatori, e un corso di training autogeno: il tutto garantito grazie ai fondi 8xmille (7.000 euro ricevuti dalla Diocesi nel 2022). Si lavora in rete con i Servizi sociali e con altre realtà locali. I percorsi consistono in una decina/quindicina di incontri con cadenza settimanale, grazie a una ventina di volontari con diverse professionalità, dagli avvocati ai consulenti legali, etici, familiari, dai mediatori e medici agli psicologi.

«Spesso le coppie si rivolgono a noi quando la crisi è già molto profonda – spiega Daniela Rossetti, consulente familiare da 25 anni-: è importante trasmettere loro speranza. Le aiutiamo a discutere in modo costruttivo, riacquistare fiducia; poi è la stessa coppia che capisce che il percorso è finito, perché ha gli strumenti per andare avanti».

«Nell’ultimo periodo – aggiunge la Lauterio- abbiamo notato un aumento dei giovani: le difficoltà maggiori riguardano lo studio, l’inserimento socio-lavorativo, la scarsa autostima, le problematiche relazionali, aumentate a causa della pandemia. Talvolta si rivolgono a noi anche adolescenti che vivono delle difficoltà nel loro contesto familiare». La riuscita dei percorsi «la percepiamo dal feedback delle persone che si sentono ascoltate, accolte: riescono a mettere una luce nuova sulla loro vita e a fare scelte concrete. E dopo i percorsi continuiamo a essere per loro un punto di riferimento».

Marco (nome di fantasia) si è rivolto per la prima volta al Consultorio qualche anno fa, quando si stava separando dalla moglie, dopo 47 anni di matrimonio. «Abbiamo fatto un incontro con gli operatori – racconta -, ma non è stato possibile evitare la separazione, anche a causa dei problemi psicologici di mia moglie». Dopo qualche anno, è stata la stessa donna a chiedergli aiuto. Racconta ancora: «Ho iniziato un percorso da solo, tutt’ora vado lì una volta al mese: il Consultorio mi ha dato la forza psicologica che mi ha permesso di salvare il mio matrimonio, una forza che ho trasmesso anche a mia moglie. Sono grato per l’aiuto ricevuto, senza il quale non ce l’avrei fatta».

Maria Chiara Cugusi (il Portico)

8xmille per lo sviluppo dei popoli / Oltre 13 milioni di euro per scuola, sanità e promozione sociale

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Il Comitato per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli, nella riunione del 7 e 8 luglio, ha approvato 72 nuovi progetti, per i quali saranno stanziati € 13.564.698 dei fondi 8xmille così suddivisi: € 5.273.407 per 27 progetti in Africa, € 5.429.915 per 30 progetti in America Latina; € 2.810.454 per 14 progetti in Asia; € 50.922 per 1 progetto nell’Est Europa.

Dei 27 interventi che saranno realizzati nel Continente africano, assume particolare rilevanza quello promosso dai Missionari Oblati di Maria Immacolata che a Belmonte, in Angola, costruiranno nuove aule per l’Istituto scolastico “Padre Mathuni”: questo permetterà di ampliare l’offerta formativa, aggiungendo alle sezioni di primaria e secondaria anche quelle tecnico-professionali di sartoria e informatica, e di organizzare corsi pomeridiani di alfabetizzazione per le donne del quartiere. Sempre sul versante della formazione, in Kenya, le Piccole Ancelle del Sacro Cuore ingrandiranno la struttura che ospita la scuola primaria “Sacred Heart” a Banana Hill dando la possibilità ad altri 400 bambini appartenenti a famiglie povere di frequentare le lezioni. In Costa d’Avorio, invece, l’arcidiocesi di Gagnoa amplierà il Centro Emaús per garantire corsi gratuiti e attività socioculturali e sportive a circa 700 persone di età compresa tra i 18 e i 30 anni. Nella Repubblica Democratica del Congo, le suore della Divina Provvidenza potenzieranno e attrezzeranno il Centro di riabilitazione “Guy Homery”, nella città di Kahemba a Sukisa, che offre assistenza a giovani disabili, in particolare quelli affetti da Konzo, una grave malattia che provoca paralisi; attualmente il Centro ne ha in carico più di 160, di età compresa tra 1 e 25 anni.

Tra gli interventi più significativi, cinque sono nel Continente latino-americano: ad Ampére, in Brasile, gli Agostiniani Scalzi, attraverso l’Associaçâo Social Agostiniana, realizzeranno una fattoria agricola dove coltivare foraggio e insegnare a produrre latte a basso costo alle famiglie più bisognose del territorio. In Messico, la diocesi di Tarahumara, mediante l’Associazione “Todos hermanos”, allestirà un laboratorio di cucito per le donne indigene, e in Venezuela la Fondazione Sofia Onlus (Salvatorian Office for International Aid) doterà di nuove attrezzature il Centro “Padre Jordan” che, ogni mese, offre assistenza sanitaria a 900 persone. In Costa Rica, l’Universidad Católica ristrutturerà alcuni spazi della sede di San Carlos, colpiti dal sisma, costruendone di nuovi, mentre ad Haiti la diocesi di Les Gonaives ricostruirà un collegio scolastico nel comune di Petit Riviere, fortemente lesionato dai terremoti.

Nel Continente Asiatico, due dei progetti vedranno la luce in India: la Hyderabad Archidiocese Social Service Society promuoverà un programma di agricoltura sostenibile, fornendo sementi, materiali e corsi di formazione e rendendo gli abitanti della zona protagonisti del loro sviluppo. A Koduppunna, le Suore Piccole Operaie dei Sacri Cuori ristruttureranno e amplieranno la “Vijamata Public School”, una scuola ancora segnata dall’alluvione del 2018, facilitando così l’inserimento scolastico di 180 bambini, tra cui piccoli con disabilità motoria o ritardo cognitivo, emarginati e poveri.

Nell’Europa dell’Est, la diocesi di Rrëshen in Albania acquisterà computer e materiale informatico per la scuola “San Giuseppe Operaio”, che offre corsi professionalizzanti ai giovani della regione.

Uniti nel dono / Napoli: don Tonino Palmese nuovo Garante dei detenuti

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Avvenire ha intervistato il nuovo Garante dei detenuti di Napoli, il salesiano don Tonino Palmese, con una lunga esperienza nelle carceri e a fianco delle vittime dei reati. Il sacerdote, di cui già diversi anni fa (qui) vi avevamo raccontato il lavoro educativo con giovani e famiglie disagiate, è stato scelto il 5 luglio dal Sindaco di Napoli e ci ricorda l’importanza dell’andare «verso l’altro» per ritrovarsi.

Su unitineldono.it l’intervista completa.

8xmille / Dicono di noi…

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Vi segnaliamo due nostri contributi pubblicati su corriere.it e ilmessaggero.it. Si tratta di due opere 8xmille della campagna CEI 2023.

Sul corriere.it troviamo il valore del progetto prima accoglienza dei migranti “Un popolo per tutti” a Roccella Jonica (il Vescovo della Diocesi di Locri-Gerace, Monsignor Francesco Oliva, ha definito il Porto delle Grazie di Roccella Jonica «il simbolo di una Calabria che accoglie»).

Controlli medici e assistenza
Ad attendere i migranti affamati, infreddoliti e indeboliti dal viaggio in mare, ci sono i responsabili della prefettura e della Croce rossa, con la Caritas che gestisce i luoghi di accoglienza. Dal 2020 al 2022 sono stati impegnati 8 componenti dell’équipe diocesana. I numeri parlano di 4.700 migranti supportati tramite il centro d’ascolto medico Caritas e gli enti partner, mentre 400 persone sono state ricollocate sul territorio e 104 hanno ricevuto il permesso di soggiorno nel triennio. Inoltre ai migranti vengono forniti servizi come docce, lavanderia e mensa da 80 pasti giornalieri (con altrettante confezioni da asporto per cena).
Il sistema dell’accoglienza coinvolge anche i Comuni vicini: a Locri si trova il dormitorio Pandocheion, con 21 posti letto, distribuiti in appartamenti destinati prevalentemente alle donne vittime di violenza, che hanno con sé dei minori.

Accettare e amare chi sbarca
«La prima cosa di cui ci occupiamo è l’accoglienza, così le persone si sentono accettate e amate al di là della loro cultura e religione perché la persona viene prima di tutto», evidenzia don Rigobert Elangui, direttore dell’ufficio Migrantes Locri-Gerace. E questo approccio appaga anche i volontari impegnati nel progetto: «Aiutare persone che sono molto lontane dal mio modo di essere mi rende cosciente del fatto che il mondo non ha limiti», confida Ivana.

Su ilmessaggero.it il Centro di ascolto diocesano di Albano Laziale, un luogo accogliente e familiare per chi ha bisogno di assistenza alimentare e non solo.

In tema di accoglienza e inclusione, il “Centro di ascolto diocesano” di Albano Laziale è tra le opere capaci di rappresentare al meglio come viene speso l’8xmille destinato alla Chiesa cattolica. Protagonista e punto di riferimento per centinaia di persone ogni anno, il centro tende una mano e offre un aiuto concreto alle famiglie in difficoltà nella cittadina nel cuore dei Castelli Romani. Grazie al lavoro di dodici volontari e due operatori (che si occupano presso la struttura dei colloqui preliminari per accedere ai servizi offerti, dell’accoglienza delle famiglie, dell’organizzazione e della gestione del magazzino) donne e uomini trovano conforto e beni di prima necessità.

Sostenuto con 60mila euro provenienti dai fondi 8xmille alla Chiesa cattolica, il “Centro di ascolto diocesano” è opera segno della Caritas e concentra in sé molti aspetti richiesti da chi adotta percorsi di ascolto, accompagnamento, assistenza e reinserimento sociale. Aperta tutti i giorni dispari dalle 10 alle 12, la struttura polifunzionale offre a 30 persone senza fissa dimora vestiario, contributi per pagare le bollette e le visite mediche, servizio docce, lavanderia e distribuzione alimentare oltre ad un pranzo domenicale aperto a tutti.

8xmille / A Casale la mensa dell’accoglienza

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Aggiungi un posto a tavola che c’è un amico in più, se sposti un po’ la seggiola stai comodo anche tu”, questo è lo spirito della nuova mensa Caritas che è stata ufficialmente inaugurata a metà aprile in città, nella nuova struttura in strada Caduti nei Lager Nazisti 239, a fianco della stazione ferroviaria (fonte vitacasalese.it).

La mensa della Caritas di Casale è attiva dal 2015 ed è aperta il giovedì a cena e la domenica a pranzo e ospita numerose persone e famiglie che desiderano condividere il pranzo o la cena in compagnia dei volontari. La sua filosofia è “Chiunque è ben accetto, non solo chi necessita di un pasto, ma anche chi ha bisogno di compagnia o di socializzare, infatti, oltre a soddisfare la fame, la mensa cura anche la solitudine.”

Dall’inizio del lockdown il numero di persone che vi accedono è aumentato esponenzialmente ed è nata dunque la necessità di creare un luogo più spazioso dove poter accogliere un maggior numero di persone bisognose.

Ciò è stato reso possibile anche grazie al contributo dell’8xmille della Conferenza Episcopale Italiana, della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, della Buzzi Unicem e del Comune di Casale. Questi contribuiti sono stati essenziali per poter potare avanti questo progetto.

“Il momento di oggi è pensato soprattutto per riflettere e dire grazie. Grazie per quello che capita quando prendi a cuore una persona. Prima ti si allarga il cuore e poi si allargano le nostre storie, che diventano più ricche di quanto non fossero prima” ha precisato il direttore della Caritas don Marco Calvo all’inaugurazione. Il sindaco di Casale Monferrato Federico Riboldi ha poi espresso la sua gratitudine a don Marco e a tutti i volontari della Caritas, che grazie alla loro attività sul territorio, aiutano il comune a dare un contributo ai più bisognosi non solo a livello di benessere economico ma anche psicologico.

La mensa è operativa tre giorni la settimana, martedì e giovedì a cena e domenica a pranzo. “Un servizio reso possibile grazie alla presenza di una cinquantina di volontari a cui si aggiungono gruppi parrocchiali e associazioni, fra cui il Rotary Club e il gruppo di San Salvatore che si metto-no a disposizione per il servizio dei pasti” conclude don Calvo.

Uniti nel dono / Beatrice Fazi: “Gratitudine infinita per chi mi ha cambiato la vita”

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“La prima volta che andai a confessarmi da don Fabio Rosini non poté assolvermi. Eppure, mi fece capire chiaramente che anch’io, nella condizione in cui ero allora, ero chiamata a diventare santa”. Da lì per Beatrice Fazi è iniziato un cammino che ha profondamente trasformato la sua esistenza e quella della sua famiglia. Su unitineldono.it la sua toccante testimonianza.