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Marche / A Loreto il prossimo incontro regionale del Sovvenire

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Si terrà il 17-18 maggio presso il Centro Christus Vivit – Giovanni Paolo II – Via Montorso, 1 A – 60025 Loreto (AN) il prossimo incontro delle diocesi della regione ecclesiastica Marche.

Come di consueto, anche questo evento prevede la partecipazione di economi, presidenti Istituti diocesani e incaricati del Sovvenire che verranno informati dal Servizio Promozione della CEI sull’andamento del sostegno economico alla Chiesa cattolica, che non si realizza solo attraverso l’incentivazione delle firme per l’8xmille alla Chiesa o della raccolta delle offerte liberali, ma anche attraverso una responsabilità nell’amministrazione dei fondi 8xmille diocesani e la corretta gestione dei beni degli Istituti diocesani.

Al contempo si intende favorire un importante momento di incontro, ascolto e confronto con le strutture di servizio della CEI, anche in relazione al mutato contesto sociale ed economico che richiede un impegno sempre più coeso e competente per sostenere la missione delle chiese locali.

Questi appuntamenti vogliono essere, tra l’altro, una proficua occasione di riflessione e di scambio delle esperienze sulle attività svolte nelle varie diocesi di ogni regione e uno spazio di confronto sui temi di interesse comune.

Diocesi di Carpi / Presentato il Rapporto Povertà 2023. Tanti progetti anche grazie ai fondi 8xmille

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Il Rapporto dei progetti e delle attività per l’anno 2023, frutto della collaborazione tra Caritas Diocesana, Porta Aperta Carpi, Porta Aperta Mirandola, e Recuperandia è stato presentato il 13 maggio, presso il Palazzo vescovile. Un documento che, come di consueto, offre non solo il rendiconto delle numerose iniziative portate avanti in tutto il territorio diocesano a favore di quanti si trovano nel bisogno, ma che rappresenta uno “spaccato” della realtà carpense quanto mai bisognoso di attenzione, di cura fraterna e di interventi concreti.

Scrive suor Maria Bottura, direttrice della Caritas di Carpi, nell’introduzione del Rapporto (in allegato):

L’anno 2023 è stato caratterizzato da una generale sensazione di crisi: gli effetti della pandemia ancora presenti, le emergenze legate a calamità naturali, le guerre e i conflitti finiscono per colpire un po’ tutti. Dobbiamo purtroppo rilevare l’aumento del numero di persone che arrivano ai CdA parrocchiali, ma soprattutto l’aggravamento delle situazioni: accanto ad alcune famiglie o persone che si sono rivolte alla Caritas per la prima volta, ci sono infatti molte situazioni seguite da diversi anni in modo continuativo o intermittente, con storie di fragilità complesse alle spalle, in cui si mescolano diverse forme di vulnerabilità sociale, relazionale, lavorativa. La richiesta di sostegno economico appare in qualche modo la sintesi di tutti i bisogni, la parte emersa che mette in evidenza la fragilità che ha però una parte sommersa nella quale si intrecciano tra loro molti temi.

Per questo stiamo cercando di rafforzare i rapporti con i CdA parrocchiali, per mettere al centro non tanto i budget destinati ad una specifica voce di spesa, quanto piuttosto una progettualità capace di far emergere le diverse vulnerabilità e attivare azioni di aiuto differenziate e condivise. I principali temi con i quali ci confrontiamo quotidianamente continuano lavoro, della casa e del sostegno alimentare. La fragilità lavorativa è un aspetto fondamentale, soprattutto perché facciamo i conti oggi con il fenomeno dei “working poor”, i lavoratori poveri: persone a cui non manca il lavoro, ma è un lavoro precario, pagato poco, insufficiente al mantenimento della famiglia o sempre a rischio di un mancato rinnovo del contratto. Occorre quindi dedicare risorse ed energie per creare le condizioni per una maggiore stabilità e qualità del lavoro.

La mancanza di casa, lo sfratto e il sovraffollamento sono invece le problematiche legate al tema abitativo. Per sostenere i nuclei che si rivolgono ai centri di ascolto, accanto ad un accompagnamento per la ricerca della casa Caritas interviene anche erogando contributi per le utenze, che gravano sempre di più sulle spese correlate all’abitazione, e al pagamento del canone di locazione, che rappresenta una voce di spesa sempre più significativa. In alcuni casi il percorso è più complesso e riguarda la necessità di offrire alloggio e ospitalità temporanei.

L’Emporio Cinquepani continua ad essere per noi la risposta privilegiata per il tema del sostegno alimentare, assieme a tutto il lavoro dei CdA parrocchiali che continuano a distribuire pacchi viveri. La sinergia tra queste diverse modalità di sostegno ci consente di accompagnare più da vicino le famiglie e di offrire risposte che tutelino la dignità delle persone. Come sempre il nostro grazie più grande va a tutti i volontari che operano nelle diverse realtà: il loro lavoro non può essere quantificato, ma sappiamo che è la prima e più preziosa risorsa alla quale la comunità può attingere per camminare insieme ai poveri”.

Crescente, dunque, l’impegno economico della Diocesi di Carpi che, per alleviare queste necessità, ha potuto contare in parte anche sulle risorse provenienti dai fondi dell’8xmille della Caritas Italiana, in parte da quelli della Caritas diocesana.

Alla presentazione sono intervenuti suor Maria Bottura, direttrice della Caritas Diocesana, Stefano Battaglia, presidente della Fondazione Caritas Odoardo e Maria Focherini, che gestisce l’Emporio partecipativo Cinquepani, Maria Cristina Mantovani per la Caritas della parrocchia della Cattedrale, Arianna Agnoletto e Alessandro Gibertoni, rispettivamente presidente e coordinatore del centro di ascolto di Porta Aperta Carpi, Loretta Tromba, coordinatrice di Porta Aperta Mirandola, Manuela Manzotti, coordinatrice di Cibùm La Bottega Solidale, Massimo Melegari, coordinatore di Recuperandia, e Roberta Della Sala, per il consiglio di amministrazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi.

A concludere la presentazione, monsignor Gildo Manicardi, vicario generale della Diocesi.

Arcidiocesi di Bologna / Convegno su “La Firma dell’8xmille – Per una Chiesa che chiama alla speranza”

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Lunedì 13 maggio alle 18, nella Sala Marco Biagi, nella sede dell’Ordine dei Commercialisti e degli Esperti Contabili, (Piazza de’ Calderini 2/2) si terrà il convegno “La Firma dell’8xmille – Per una Chiesa che chiama alla speranza”.

L’evento è organizzato dal Servizio per la Promozione del Sostegno economico della Chiesa cattolica dell’Arcidiocesi, in collaborazione con l’Ordine e la Fondazione dei Dottori Commercialisti e degli Esperti contabili di Bologna, Acli Bologna e Istituto diocesano sostentamento clero.

Introduce e coordina i lavori Giacomo Varone, responsabile Servizio per la Promozione Sostegno economico Chiesa cattolica di Bologna. Nel corso del panel interverranno Monsignor Ivan Maffeis, Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente del Comitato per la Promozione del Sostegno economico alla Chiesa cattolica della CEI, Aldo Bonomi, sociologo, editorialista del Sole24Ore e presidente Consorzio Aaster, e parteciperà l’Arcivescovo Cardinale Matteo Zuppi.

L’evento sarà trasmesso in diretta sul sito www.chiesadibologna.it e sul canale YouTube di 12Porte.

Il Papa ai parroci: siate padri autentici, valorizzare i laici e costruite Chiese missionarie

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Vi segnaliamo l’articolo a cura di Benedetta Capelli per Vatican News sulla lettera indirizzata dal Papa ai sacerdoti che hanno preso parte all’incontro “Parroci per il Sinodo”.

È la lettera di un padre che conosce le fatiche dei suoi figli ma che sprona ad andare avanti per il bene della Chiesa e della missione alla quale sono chiamati.

Papa Francesco si rivolge così ai circa 300 partecipanti, venuti da tutto il mondo, all’evento “Parroci per il Sinodo”, svoltosi a Roma dal 29 aprile al 2 maggio. Un incontro organizzato dalla Segreteria Generale del Sinodo e dal Dicastero per il Clero, in accordo con i Dicasteri per l’Evangelizzazione e per le Chiese Orientali.

Gratitudine e stima prova il Papa verso coloro che si occupano di chiese periferiche o grandi come provincie, antiche con fedeli sempre più anziani o chiese che nascono sotto un grande albero dove il canto degli uccelli si mescola a quello dei bambini. Francesco indica tre strade da percorrere: riconoscere i semi dello Spirito nei fedeli, ricorrere al discernimento comunitario e mantenere la comunione tra i preti e i vescovi: “una Chiesa impegnata nel Sinodo ha bisogno dei parroci, dobbiamo ascoltarvi per andare avanti”.

Qui l’articolo integrale.

Myanmar: in un Dossier l’impegno della Chiesa italiana

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Restare accanto a quanti soffrono, sostenere le comunità locali, incoraggiare i giovani con iniziative nel campo educativo e professionale, promuovere un processo di riconciliazione. Sono queste le principali sfide che la Chiesa si trova ad affrontare in Myanmar, un Paese alle prese con una crisi politica prolungata, con scontri e violenze tra le truppe del governo militare e gruppi etnici armati, con milioni di sfollati e ingenti danni provocati dalle calamità naturali. A questo si aggiunge la drammatica situazione dei Rohingya, i musulmani del Rakhine, rifugiati nei campi profughi in Bangladesh da dove molti cercano di fuggire, spesso perdendo la vita.

Dopo quello su Haiti, il Servizio per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli, in collaborazione con l’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali, presenta il nuovo Dossier “Myanmar, abbracciare l’alba della pace” che racconta, attraverso dati e testimonianze, l’impegno della Chiesa in Italia. Sul campo operano religiose, sacerdoti e volontari che, con i Vescovi, cercano ogni giorno di ravvivare la speranza e lo spirito di solidarietà tra la popolazione cattolica e non. In Myanmar “viviamo una Via Crucis permanente, una realtà dolorosa e ferita”, denuncia Il Card. Charles Maung Bo, Arcivescovo di Yangon, Presidente della Conferenza episcopale del Myanmar e della Federazione della Conferenza episcopale asiatica, in un’intervista pubblicata sul Dossier.

Dal 1991, la Chiesa in Italia ha sostenuto interventi in Myanmar per circa 23 milioni di euro, inclusi i 4,5 milioni di euro provenienti direttamente da Caritas Italiana per attività in vari settori. Nello specifico, sono stati 238 i progetti approvati dalla CEI attraverso il Servizio per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli. Grazie ai fondi 8xmille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, “con quasi 18,5 milioni di euro – spiega il Dossier – si è potuto intervenire in diversi settori, in particolare accoglienza, istruzione e accompagnamento principalmente di bambini e ragazzi, assistenza, formazione e sensibilizzazione in ambito sanitario, sviluppo integrato economico e sociale a favore delle comunità rurali, promozione della microimprenditorialità, agricoltura, riforestazione. Significativo l’impegno per percorsi di uscita dalla tossicodipendenza e per attività di sostegno e inclusione comunitaria dei disabili. Così come le risposte a situazioni di emergenza quali l’assistenza umanitaria ai più vulnerabili, interventi di aiuti d’urgenza per calamità naturali e di riduzione del rischio da fenomeni alluvionali”.

“Le testimonianze e i germi di speranza, fatti crescere e coltivati da uomini e donne consacrati e laici, sono lo spettacolo della gioia del Vangelo che vince le brutture della violenza, dell’odio e dell’inimicizia”, sottolinea Mons. Andrea Ferrante, Incaricato d’Affari presso la Nunziatura Apostolica in Myanmar, che, in un intervento a corredo del Dossier, ringrazia “la Conferenza Episcopale Italiana e tutti gli italiani che destinano l’8xmille alla Chiesa cattolica. Questi contributi – afferma – sono un segno di speranza sia per l’aspetto materiale, ma soprattutto perché segno dello spirito solidarietà, di fraternità e di comunione tra popoli e tra comunità ecclesiali”.

Revisione concordataria 1984-2024 / A Catania un convegno su 40 anni di intese e progetti per la promozione dei Beni Culturali Ecclesiastici

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Il 10 e 11 maggio 2024 si terrà a Catania la Giornata Nazionale XL CONCORDATO. 40 anni di intese e progetti per la promozione dei Beni Culturali Ecclesiastici.

Il convegno è promosso dall’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto e dalla diocesi di Catania con la partecipazione del Servizio per la Promozione del Sostegno Economico alla Chiesa cattolica e delle associazioni professionali di settore AMEI – Associazione musei ecclesiastici italiani -, AAE – Associazione archivistica ecclesiastica – e ABEI – Associazione bibliotecari ecclesiastici italiani.

L’evento si svolgerà presso la sala della Pinacoteca del Museo Diocesano di Catania (ingresso da via Etnea 8). Si rivolge agli incaricati regionali e diocesani per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto, ai responsabili e agli operatori degli Istituti culturali ecclesiastici. Diversi i temi affrontati: le prospettive di lavoro a quarant’anni dalla revisione del Concordato, le relazioni istituzionali che ha generato, l’impatto dell’8xmille alla Chiesa cattolica su crescita dei territori, valorizzazione e comunicazione dei beni culturali ecclesiastici.

Il convegno si aprirà con gli interventi del Segretario Generale della CEI, Monsignor Giuseppe Baturi e del Ministro della Cultura On. Gennaro Sangiuliano. L’intervento di Massimo Monzio Compagnoni, Responsabile del Servizio CEI Promozione Sostegno Economico su Chiamati ad essere protagonisti: il coinvolgimento delle comunità è previsto nella mattinata di sabato 11 maggio.

Per maggiori informazioni vedi il programma in allegato.

 

Ricky Memphis: “La fede, un’ancora contro la paura”

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Dai ricordi dell’infanzia fino alle scelte della maturità, passando attraverso l’allontanamento di una crisi adolescenziale. Uno dei caratteristi più amati dal pubblico televisivo e cinematografico italiano, all’anagrafe Riccardo Fortunati, apre il cuore e racconta il suo rapporto con la fede e quel che oggi sogna per i suoi due figli su unitineldono.it, intervistato da Stefano Proietti.

Diocesi Ventimiglia-Sanremo / Sovvenire, ogni giorno a maggio…

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Oltre a proseguire nel proporre incontri nelle sedi parrocchiali per sensibilizzare i fedeli alla firma per far destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica, la diocesi di Ventimiglia-Sanremo ha pensato ad una nuova iniziativa promossa dal Servizio Sovvenire e dall’Ufficio Beni Culturali diocesani. Per tutto il mese di maggio, ogni giorno, sul sito della diocesi, sarà proposto l’approfondimento su un intervento di restauro eseguito anche grazie al contributo 8xmille erogato dall’Ufficio Nazionale Beni Culturali – Edilizia di Culto della CEI.

Dove possibile, saranno gli stessi parrocchiani a fare da testimonial alle opere, il tutto seguendo il filo conduttore della devozione mariana, essendo maggio tradizionalmente ad essa dedicato.

Sentiamo l’iniziativa illustrata dallo stesso Vescovo Mons. Antonio Suetta

8xmille alla Chiesa cattolica. Monzio Compagnoni: “Un incredibile vortice di solidarietà”

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In occasione della Giornata Nazionale 8xmille, il Sir (Servizio d’informazione religiosa della CEI) ha pubblicato l’intervista al responsabile del Servizio Promozione della CEI, Massimo Monzio Compagnoni.

Perché è importante la firma per l’8xmille?
Riguardo all’8xmille circolano molti luoghi comuni fuorvianti ed è bene subito fare un po’ di chiarezza. Molti credono che la firma comporti un aggravio a livello fiscale, ma non è affatto così. Lo 0,8% dell’intero gettito Irpef (ovvero l’8xmille, appunto) è stato già versato da tutti i contribuenti, non solo da chi firma. Chi firma però ha la possibilità di contribuire a scegliere in che modo questi soldi verranno spesi, a chi verranno affidati dall’Erario. Per questo rinunciare alla firma vuol dire rinunciare alla possibilità di scegliere, affidare questa decisione ad altri.

E questo discorso vale per chiunque percepisca una qualsiasi forma di reddito, non solo per chi è tenuto a presentare la dichiarazione dei redditi. Anche i pensionati o chi percepisce una minima retribuzione, quindi, hanno diritto a partecipare a questo processo di democrazia fiscale che esiste da quando è entrata in vigore la legge 222 del 1985. La firma di un anziano con la pensione sociale o quella di un imprenditore milionario hanno lo stesso identico valore!

E perché firmare proprio per la Chiesa cattolica?
Perché fa bene. E lo dico con la massima convinzione e nel senso più ampio di questa espressione. Firmare per la Chiesa cattolica significa entrare in un incredibile vortice di solidarietà che ogni anno reca benefici a migliaia e migliaia di persone, in Italia e anche nei paesi più poveri del mondo. La Chiesa da sempre si occupa degli ultimi e di chi è in difficoltà e il modo in cui i fondi dell’8xmille vengono spesi è dettagliatamente rendicontato. Basta fare un giro nel sito www.8xmille.it. La Chiesa “fa bene”, quindi, e firmare contribuisce a rendere possibile quest’opera, ma fa anche bene alla persona che firma. È quello che abbiamo cercato di comunicare attraverso la campagna di questi ultimi due anni: se fare un gesto di solidarietà fa stare bene chi lo compie… immaginiamo partecipare a farne migliaia!

Possiamo spiegarlo un po’ meglio in cosa consiste questo “fare il bene”?
Certo che possiamo, anche perché è esattamente quello che è stato stabilito quando è stato rinnovato il Concordato tra Stato e Chiesa, nel 1984, e che poi è stato fissato nella legge dell’anno seguente, la 222. Questo “bene” si incanala lungo tre diverse strade. La prima è quella delle esigenze pastorali e di culto della popolazione italiana, compresa la buona gestione dell’immenso patrimonio architettonico e artistico che la storia della Chiesa ci ha tramandato qui in Italia. Pensiamo, ad esempio, a quanti campanili fanno parte integrante dei nostri paesi e delle nostre città e a quanto sia importante che questi edifici e i tesori d’arte che essi contengono siano mantenuti bene.

Poi ci sono i progetti di solidarietà in Italia e nel mondo: quasi 250 milioni di euro che ogni anno migliorano la vita di anziani, disabili, famiglie in difficoltà, donne vittime di abusi, persone che non hanno ancora trovato o hanno perduto il lavoro, popolazioni sofferenti nelle periferie del pianeta, sulla cui vita pesano ingiustizie globali e cambiamenti climatici estremi, migranti in cerca di accoglienza e integrazione.

Infine, ed è la terza via, c’è il sostentamento dei circa 32.000 sacerdoti che lavorano nelle nostre diocesi, compresi quelli più anziani e malati e i circa 300 missionari fidei donum. Sono uomini che si spendono a tempo pieno per il bene di tutti, non solo dei cattolici, e ai quali l’8xmille contribuisce a garantire una sussistenza dignitosa, dalle parrocchie alpine fino a quelle nelle isole più sperdute del nostro mare.

Quindi dei fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica non beneficiano solo i cattolici?
Assolutamente no, e tutti possono sperimentarlo. Avete mai visto una mensa della Caritas, o un dormitorio, o una casa di accoglienza, che agli ospiti chieda un certificato di battesimo per accoglierli? No, perché non è quello che il Vangelo ci ha insegnato.

La Chiesa raccoglie un grido di sofferenza che rischierebbe fortemente di rimanere inascoltato se fosse affidato solamente alla burocrazia e alle altre istituzioni.

Provate a immaginare cosa succederebbe se, all’improvviso, scomparissero tutte le opere finanziate dai fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica, e con esse il lavoro delle migliaia di volontari che offrono gratuitamente tempo, passione e competenze per soccorrere i più bisognosi. Ecco perché chiediamo a tutti di mettere la firma, non solo ai cattolici.

Ma per i cattolici questo invito è più forte?
Dovrebbe esserlo. Purtroppo, parte della nostra comunità ha perso la consapevolezza che, come tale, sia chiamata al sostegno della Chiesa. Pensate che ben il 45% dei praticanti non firma! La Chiesa non è ricca! I redditi provenienti dal suo patrimonio coprono solo il 5% del fabbisogno per il mantenimento dei sacerdoti. Il 70% di questo costo è coperto dai fondi 8xmille. Il modello pensato 40 anni fa prevede che sia la comunità a prendersi cura di questa istituzione e farlo con l’8xmille non costa proprio nulla. Come in ogni famiglia ci si sente tutti partecipi della gestione delle spese e dei conti di casa, così dovrebbe essere anche per le nostre comunità. Siamo una grande famiglia in quanto figli di Dio e quindi fratelli. Come tali dobbiamo essere i primi a preoccuparci delle nostre chiese, dei nostri sacerdoti, dei nostri progetti di carità. È fondamentale che non smettiamo di ricordarlo a tutti e oggi è ancora più importante perché negli ultimi anni la percentuale dei firmatari per la Chiesa cattolica è scesa dal 90 al 70%. Questo significa che abbiamo bisogno di una nuova consapevolezza, a cominciare dai territori in cui ogni giorno si svolge la nostra vita di fedeli. Insieme e in comunione ce la possiamo fare e dobbiamo farlo.