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Trapani / Avvio della collaborazione tra Servizio diocesano “sovvenire” e Azione Cattolica

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Dopo l’incontro nazionale avvenuto a Castel Gandolfo lo scorso 24-27 agosto tra il Servizio Promozione CEI e i Presidenti diocesani dell’Azione Cattolica, la collaborazione prende corpo anche sul territorio.

Infatti il nostro incaricato di Trapani, Salvatore Licari, è stato invitato lo scorso 10 settembre (Hotel Villa San Giovanni-Erice) all’incontro “Weekend Adulti Azione Cattolica Diocesana”. È stata un’occasione preziosa per spiegare cos’è il “sovvenire”, presentare i progetti in corso e chiedere la collaborazione, sul territorio diocesano, nelle parrocchie dove non è presente un referente parrocchiale. Salvatore (in foto con la presidente diocesana AC Pina Piazza) informa, tra l’altro, che parteciperà ad altri appuntamenti diocesani e parrocchiali dell’AC.

8xmille / Prossimi lavori “in cantiere” nella diocesi di Fabriano-Matelica

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Diverse quest’anno, le parrocchie che hanno fatto richiesta all’Ufficio Beni Culturali ed Edilizia della Diocesi di Fabriano-Matelica per realizzare e far finanziare interventi con progetti edili di ristrutturazione. I cantieri che si stanno progettando riguardano la chiesa di San Clemente a Genga, la chiesa di San Carlo ad Albacina e la canonica di Cacciano. Ne dà notizia Radio Gold.

“Da questi tre esempi si comprende la grande utilità dei fondi derivanti dall’8xmille delle imposte per poter manutenere l’ingente patrimonio architettonico ed artistico così diffuso nelle nostre frazioni ed anche nelle campagne della diocesi, che altrimenti sarebbe inesorabilmente destinato al degrado ed al crollo” dice Massimo Stopponi, Istituto Centrale Sostentamento Clero. Ricordiamo che ogni anno lo Stato mette cioè a disposizione di tutti i contribuenti una quota corrispondente all’8xmille del gettito complessivo dell’Irpef. La scelta può essere fatta entro il 30 settembre. “Chi non fosse tenuto a presentare la dichiarazione dei redditi può firmare ugualmente utilizzando il modello CU reperibile anche presso le parrocchie di San Giuseppe e Misericordia per Fabriano, San Facondino per Sassoferrato e Santa Maria per Matelica” conclude Stopponi.

La precedenza verrà data alla chiesa di San Clemente: presenta infiltrazioni di acqua dal tetto e qualche piccola lesione procurata dal sisma in corrispondenza del campanile a vela, slegato rispetto al resto della copertura. L’intervento previsto sarà del valore di euro 100mila euro circa, dei quali la parrocchia contribuirà per il 30% e la CEI, tramite i fondi 8xmille, per il rimanete 70% del costo totale. Altro intervento interessante è quello che riguarda la piccola chiesina di San Carlo in Albacina della fine del 400, cara agli abitanti del paese perché la popolazione vi si recava per elevare suppliche in tempo di peste e colera. Oggi la chiesa è vittima di umidità di risalita e infiltrazioni dalla copertura; quest’ultime rischiano di rovinare la decorazione ad affresco della volta e di contribuire all’ammaloramento dei muri perimetrali. Gli ultimi restauri risalgono agli Anni ’50 e da allora nessuno ha messo più mano alla manutenzione di questo edificio. Il parroco è riuscito a raccogliere una somma, da destinare a questa chiesa, utile per coprire il 30% del totale, per il rimanete 70% del costo si auspica il finanziamento con i fondi dell’8xmille. Un ulteriore contributo che sarà richiesto è quello per la canonica di Cacciano, parrocchia di Serradica, dove il parroco vorrebbe andare ad abitare. La canonica è rimasta incompiuta a seguito dell’ultimo intervento edile di qualche anno fa, pertanto, sarà necessario aggiungere i rivestimenti e le finiture per renderla abitabile. Si attendono il computo metrico esecutivo del tecnico incaricato e l’estratto conto della parrocchia (che deve coprire il 30% del costo totale) prima di poter procedere con la richiesta.

Marco Antonini

8xmille / A Cagliari il progetto “Marina” aiuta le donne immigrate

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Un nuovo appuntamento “8xmille” a firma di Maria Chiara Cugusi su il Portico, settimanale diocesano di Cagliari (ilporticocagliari.it). Si tratta del progetto “Marina” per le donne immigrate. Un luogo dove incontrarsi, acquisire nuove competenze, fiducia in se stesse, e guardare al futuro.
Nell’ambito del progetto “Marina”, attivato circa un mese fa a Cagliari grazie ai fondi 8xmille (fondo carità vescovo), alcune donne immigrate hanno iniziato una nuova vita, affiancate dalle volontarie e dalle suore Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli.

Il progetto prende il nome dalla sua sede, l’Asilo della Marina, luogo storico della Congregazione, in un quartiere, oggi multietnico, dove le Suore arrivarono nel lontano 1864 per aprire una scuola. Qui operarono Suor Giuseppina Nicoli (proclamata beata nel 2008) e Suor Teresa Tambelli. Grazie al loro impegno le Suore diventarono un punto di riferimento anche per i cosiddetti “piccioccus de crobi”, i ragazzi di strada muniti di ceste per ripararsi dal sole, dalla pioggia, ma anche nella speranza di qualche lavoretto di facchinaggio. «Questo progetto – spiega la responsabile Suor Caterina Bua – ci permette di rivalorizzare questo luogo simbolico, recuperando la sua missione fin dalla sua fondazione». Inoltre «esso ci consente di raggiungere le donne in modo più immediato. Il loro desiderio è essere autonome, trovare un lavoro regolare, emanciparsi da situazioni spesso segnate da sfruttamento lavorativo e violazione di diritti».

«Le destinatarie – spiega Francesca Pitzalis, coordinatrice del progetto – riescono a instaurare con noi un rapporto di confidenza, fiducia, in modo da far emergere anche eventuali situazioni di sfruttamento lavorativo, far sì che prendano coscienza dei loro diritti». Loro – di età tra i 20 e i 35 anni – vengono da diversi paesi, arrivano attraverso il passaparola o perché già aiutate dalla stessa Congregazione. «Il progetto ci consente di dare loro risposte immediate». Il tutto nell’ambito del lavoro della Congregazione, già impegnata da anni sul tema della tratta/sfruttamento lavorativo.

«Le aiutiamo – spiega Laura Serra, volontaria del progetto – a usare il computer, in modo tale che possano scrivere il proprio CV, cercare lavoro, adempiere alle pratiche burocratiche. Sono convinta che impareranno ad auto-gestirsi, a cavarsela da sole, e a integrarsi realmente».

«Entriamo in contatto con loro – aggiunge Silvia Argiolas, volontaria del progetto – tenendo conto del loro background culturale. Qui si sentono al sicuro, cerchiamo di trasmettere loro empatia, vicinanza, la gratuità del servizio. La cosa più gratificante è renderle indipendenti, sapere che stanno bene anche senza di noi».

Tra le donne, anche Carla (nome di fantasia), arrivata dall’Indonesia una ventina di anni fa. Dopo anni di sfruttamento lavorativo, qui ha iniziato a guardare al futuro. «Avevo l’esigenza di cambiare la mia vita. Quando parlo con le volontarie mi sento libera, sento che mi posso confidare, perché loro non mi chiedono nulla in cambio se non sorrisi. Per me si è aperta una luce dopo anni di buio – continua commossa – . Sto imparando a usare il computer, vorrei trovare un lavoro con i bambini. Sto acquistando fiducia in me stessa e nelle mie capacità».

Terra Santa / Il patriarca Mons. Pizzaballa incontra i vincitori del bando “8xmille senza frontiere”

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Continua il viaggio in Terra Santa dei giornalisti vincitori del bando “8xmille senza frontiere”, realizzato da FISC e SPSE, che hanno incontrato il patriarca latino di Gerusalemme Mons. Pierbattista Pizzaballa.

Vedo una Chiesa timorosa, poco audace. Una Chiesa che parla poco di Dio, ma da lì si deve partire. Deve stare attenta ai bisogni alle priorità dell’uomo ma il punto di partenza è Dio”, così ha risposto ai giornalisti dei settimanali cattolici Mons. Pizzaballa, descrivendo la Chiesa italiana. “Una Chiesa che fa fatica a dire una parola di orientamento alla vita sociale, soprattutto alle nuove generazioni ma non solo. Di fronte a questi grandi cambiamenti di una società che sta diventando sempre più multiculturale, multireligiosa, deve dire una parola di orientamento sereno. Una Chiesa che si preoccupa di tante questioni che mi paiono molto di élite, ma che tocchino poco la vita reale della gente”, ha proseguito il patriarca, aggiungendo: “Detto questo però, vedo anche tante bellissime realtà di territorio. Parrocchie con parroci meravigliosi. Vedo nel territorio tante realtà molto belle e positive, però in generale come Chiesa è in una fase un po’ di stanchezza”.

8xmille: la scuola di Nazareth dove si costruisce la pace facendo vivere assieme ragazzi di diverse religioni

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È iniziato il 12 settembre da Nazareth il viaggio in Terra Santa organizzato dal Servizio per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli della CEI e dalla Fisc-Federazione italiana settimanali cattolici, per premiare i vincitori delle edizioni 2019 e 2020 del concorso giornalistico “Selezione nazionale 8xmille senza frontiere”, fatto in collaborazione con il Servizio Promozione della CEI. La visita alla scuola finanziata con i fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica, dove si costruisce la pace e si è attenti all’inclusione. Ne da’ notizia il Sir in questo reportage di Marco Calvarese.

“Benvenuti a Nazareth, il luogo dell’Annunciazione, il luogo in cui il Verbo si è fatto carne”, sono state le prime parole di mons. Rafic Nahara, vicario patriarcale latino in Israele, nell’accogliere i giornalisti pellegrini in Terra Santa, in visita al progetto di ampliamento, sicurezza ed inclusione della scuola materna, elementare, media e superiore con oltre 1300 studenti e 120 insegnanti, gestita dalle Fma-Figlie di Maria Ausiliatrice. Il progetto è stato finanziato dalla CEI con i fondi dell’8xmille, per un valore di 637.504 euro ed ha visto la realizzazione di 8 rifugi richiesti dal governo in base alle norme adottate, nuove aule ed un ascensore per permettere la frequentazione di ragazze e ragazzi disabili che rappresentano il 10-15% di studenti totali.

“Le nostre scuole hanno una missione veramente importante, l’educazione ma, soprattutto, noi accogliamo molti bambini cristiani e musulmani. La scuola cristiana è un luogo in cui prepariamo il futuro, per imparare a vivere insieme”, ha aggiunto il vescovo, sottolineando la crescente violenza che si respira nella società, non solo tra israeliani e palestinesi, ma anche nel mondo arabo, dove la crisi è dettata soprattutto dalla disoccupazione, curabile attraverso educazione e studio che offrono poi prospettive e futuro, “Cristiani, musulmani e drusi, noi insegniamo a questi ragazzi e ragazze a vivere insieme. È una missione molto importante, non solo per le famiglie ma per la società in cui viviamo”.

La struttura gestita dalle Fma di Nazareth offre un’offerta formativa dai 3 ai 18 anni, sullo stile di Don Bosco e di Madre Mazzarello per formare studenti che imparino a vivere la vita da buoni cristiani e onesti cittadini, e la convivenza interreligiosa è di casa, infatti, musulmani e cristiani sono in eguale percentuale e studiano e giocano assieme senza dare peso alle differenze religiose.

Oggi abbiamo visto i bambini che camminano sulle strade di Nazareth. Guardando i bambini che ci aspettavano sotto il sole, ci è venuto in mente che sotto quello stesso sole c’era Gesù che magari aspettava che Giuseppe tornasse a casa”, ha dichiarato Mauro Ungaro, presidente della Fisc, che ha ringraziato Hanana Nimry, preside scuola secondaria, Rita Haddad, preside scuola primaria, Susha Khoury, coordinatrici insegnanti di inglese, suor Souad Khalir, amministratrice del plesso, e suor Anna Nava, preside scuola dell’infanzia, “girando tra quei corridoi, ci siamo resi conto di cosa significhi costruire la pace qui a Nazareth”.

Qui foto e video di Marco Calvarese della prima giornata.

Crema / Mons. Daniele Gianotti sull’importanza di destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica

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Sull’importanza della firma dell’8xmille a favore della Chiesa cattolica, il settimanale diocesano il Nuovo Torrazzo di Crema ha sentito il Vescovo Mons. Daniele Gianotti (in allegato).

  1. Qual è il valore della firma per l’8xmille nella Chiesa cattolica?
    È senz’altro anche un modo tutto sommato semplice per contribuire indirettamente alle necessità della Chiesa e sostenere le sue attività in molti ambiti: attività che, almeno in parte, sono anche un bene per la nostra società nel suo insieme (per fare un esempio: la conservazione e il restauro del patrimonio culturale) e per situazioni di sviluppo, contrasto alla povertà, sostegno educativo e così via, che pure contribuiscono al bene di tutti.  Quindi possiamo affermare che ha sia un valore solidarietà come di sussidiarietà per tutti i settori che ne beneficiano sia direttamente che indirettamente.
  1. Purtroppo c’è un calo di coloro che firmano a favore della Chiesa. A cosa è dovuto, secondo lei? Non c’è anche poco promozione da parte delle comunità? Quali potrebbero essere le scelte per bloccare questo allontanamento?
    Le cause di questa diminuzione sono molteplici. Senz’altro dobbiamo riconoscere il peso della cattiva testimonianza, data in particolare, in questi ultimi anni, dalle rivelazioni degli scandali per abusi nei confronti dei minori come per mala gestione economica. Ma c’entrano anche aspetti organizzativi del sistema fiscale (specialmente per quanti non sono tenuti a presentare la dichiarazione dei redditi), come pure il fatto che alcuni eventi (la pandemia del 2020-21 in particolare) hanno fatto spostare un po’ di firme verso il sostegno allo Stato. Senza dubbio, poi, gioca un suo ruolo la poca informazione circa le diverse attività e progetti sostenuti con l’8xmille…Questo è senz’altro un aspetto su cui si può lavorare: è importante, e anzi doveroso, ad esempio, che i fedeli delle parrocchie che beneficiano di contributi 8xmille per il restauro di una chiesa, di un oratorio ecc., siano informati adeguatamente. E si può lavorare ad es. sul piano degli enti di assistenza fiscale (CAF ecc.), perché indichino correttamente le possibilità di scelta per quanto riguarda la firma per l’8xmille, ma anche cercare di sensibilizzare maggiormente le nostre associazioni e movimenti ecclesiali.
  1. Gli abitanti della diocesi di Crema, in percentuali, sono tra i primi nel firmare per la Chiesa. È un dato di merito che dobbiamo riconoscere?
    I fedeli della diocesi di Crema sono tra i primi, a livello italiano, in tanti aspetti di generosità: nelle raccolte Caritas, nelle offerte per le Missioni, nell’Obolo di San Pietro…Quando si vanno a vedere i dati, nelle Offerte pro capite i Cremaschi sono spesso ai primi posti! Ed è così più in generale per l’attenzione alle necessità della Chiesa, e nel riconoscimento della sua attività. Dobbiamo essergliene molto grati.
  1. I settori sostenuti dai fondi dell’8xmille sono la carità, l’attività pastorale, il sostegno del patrimonio artistico-culturale e il sostentamento del clero. Quali attività, possibili grazie all’8xmille, vorrebbe indicare come le più significative nella nostra diocesi?
    Non saprei quantificare con esattezza, ritengo che i tre grandi ambiti, sostentamento clero, carità e culto-pastorale, (quest’ultimo comprende anche il recupero del patrimonio artistico), sono tutti ambiti che possano beneficiare in modo equilibrato del sostegno derivante dall’8xmille. La divisione delle risorse disponibili dipende solo in piccola parte dal Vescovo, (unicamente la parte assegnata alla Diocesi) i capitoli principali sono stabiliti per legge e concretamente determinati, di anno in anno, dalla Conferenza Episcopale Italiana. Mi piacerebbe che un po’ più di risorse fossero disponibili per le singole parrocchie (al di là di quanto esse possono ricevere per progetti precisi di intervento su immobili come le chiese, gli oratori, le case parrocchiali…), specialmente per l’attività pastorale: su questo, però, al momento abbiamo un margine molto ridotto di azione. Il patrimonio di edifici che abbiamo, come Chiesa, è notevole, ma è anche un peso, la cui gestione è onerosa in termini di impegno, tempi ecc., e costosa sul piano economico. Mi auguro che la revisione che stiamo facendo al riguardo (anche nel corso della visita pastorale) aiuti la Diocesi e le parrocchie a razionalizzare un po’ le cose, e anche a liberare un po’ di risorse.
  1. Firmare per l’8xmille alla Chiesa cattolica significa anche sostenere numerose attività caritative che la Chiesa realizza in tutto il mondo. Un’apertura al mondo intero molto bella e significativa.
    Certo! Questo è, peraltro, intrinseco a una Chiesa che si definisce appunto “cattolica”, cioè ad apertura universale, e non guarda solo ai confini limitati della propria comunità o diocesi. Ma, l’ho già detto, sotto questo profilo i cremaschi sono generosi e disponibili, e lo possono testimoniare anche i nostri missionari. Del resto, quando si ripete il famoso slogan “aiutiamoli a casa loro” (slogan che, peraltro, avrebbe bisogno di un bel po’ di precisazioni…) bisogna poi darsi da fare, e guardare davvero con attenzione e intelligenza al di là dei propri confini.
  1. In conclusione, oltre a un ringraziamento, cosa vorrebbe dire ai Cremaschi per restare sempre più uniti alla Chiesa cattolica anche con la firma e alle comunità per promuoverla?
    Desidero, sì, ringraziare di cuore per la sensibilità e l’attenzione per la Chiesa e la sua opera, che si esprime anche con la firma dell’8 per mille per la Chiesa. Vorrei però anche mettere in guardia da un rischio. Anni fa, quando fu avviato tutto il sistema attuale di sostegno economico alla Chiesa, si pensava che l’8 per mille dovesse essere solo una parte di questo sistema: e neanche la parte più rilevante. C’è tutto l’altro capitolo, che va sotto il titolo di Sovvenire alle necessità della Chiesa. È un capitolo sul quale si dovrà assolutamente ritornare, perché è quello che riguarda il contributo diretto dei fedeli (ed eventualmente anche di altri) alle necessità della Chiesa. L’8 per mille ha un suo lato pericoloso, rischia di far dimenticare questo aspetto più diretto e coinvolgente per i fedeli, come è stato nel passato: grazie alle offerte di vario tipo, a cominciare dalle offerte deducibili per il clero, sino ai lasciti testamentari, ecc. Devo dire che anche sotto questo aspetto, in Diocesi di Crema, la generosità non manca, ma per tante ragioni i contributi diretti dei fedeli alle necessità della Chiesa sono diminuiti. È necessario lavorarci su, in modo che questi due aspetti, Offerte dirette (“Sovvenire”) e indirette (8xmille) si integrino meglio. Non per arricchire la Chiesa (non le farebbe bene…), ma solo per permetterle di svolgere in modo evangelico la sua missione. L’8xmille e le Offerte deducibili per il clero appaiono quindi il modo concreto per esprimere l’appartenenza alla Chiesa corpo mistico e mistero di comunione, per partecipare alla vita della Chiesa intera, oltre ogni particolarismo, e per aiutare tutta la Chiesa, a partire dalle sue “membra” più povere o più vicine ai poveri. In Italia e nel mondo.

Cuneo-Fossano / Mons. Delbosco: l’8xmille, uno strumento dalle molteplici ricadute sul tessuto sociale e culturale del nostro territorio

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Sul settimanale diocesano di Fossano laFedeltà.it, è stata pubblicata un’intervista a cura di Carlo Barolo al Vescovo Mons. Piero Delbosco, anche in vista della Giornata Nazionale per il sostentamento dei sacerdoti, in programma domenica 17 settembre.

La campagna promozionale dell’8xmille 2023 usa come slogan “Una firma che fa bene”: perché fa bene il contribuente a firmare per la Chiesa cattolica? In altre parole, che valore ha la firma dell’8xmille alla Chiesa cattolica?
Firmare per l’8xmille è importante perché significa non lasciare sole le parrocchie nei vari interventi caritativi e di tutela dei beni delle medesime. Per questi ultimi i contributi 8xmille fanno da volano per altre forme di finanziamento pubbliche e private. Si riesce così a far fronte, quasi interamente, ai vari interventi conservativi di immobili e di messa in sicurezza dei medesimi. È fondamentale tutelare gli ambienti che abbiamo ereditato da chi ci ha preceduti rendendoli adatti a un dignitoso servizio pastorale.

Sono molte le attività e i progetti – finanziati con fondi 8xmille – che vengono realizzati nella diocesi di Cuneo-Fossano: quali sono i principali, soprattutto per quanto riguarda gli interventi caritativi e sociali sul territorio e l’ambito della pastorale?
Parto dagli interventi caritativi e sociali delle Caritas sul territorio. A Cuneo i servizi della Caritas sono orientati alla mensa (pranzo e cena), al dormitorio, all’ambulatorio medico, al centro vestiario e al nuovo magazzino per i viveri. A Fossano vi è un Emporio, la scuola d’Italiano per stranieri, la cascina Pensolato dove lavorano volontari e alcuni detenuti del carcere S. Caterina. Sia a Cuneo che a Fossano sono aperti due Centri di ascolto, viene curata l’accoglienza di persone che hanno difficoltà varie, vengono sostenute le Caritas parrocchiali che fanno un servizio encomiabile. A questi servizi ordinari si aggiungono i vari progetti che vengono finanziati direttamente dalla Caritas nazionale con risorse proprie. Inoltre, l’8xmille pone attenzione ai musei diocesani ed agli archivi dove si custodiscono dei veri tesori.

Un capitolo a parte dell’8xmille è costituito dai finanziamenti che vanno ad integrare importanti interventi nell’edilizia edilizia di culto e dei beni culturali: anche per questo ambito, ci sono opere che ritiene qualificanti per Fossano e per Cuneo, anche al di là dell’ambito ecclesiale?
Gli interventi programmati quest’anno nell’edilizia di culto sono tanti: rifacimento del tetto della chiesa S. Anna in Moiola, restauri della chiesa parrocchiale di Monterosso, della facciata del Sacro Cuore in Cuneo, del campanile della parrocchia S. Martino a Valgrana, la messa a norma dell’impianto di riscaldamento della parrocchia S. Dalmazzo in Borgo San Dalmazzo. E ancora, per quanto riguarda il territorio fossanese, il restauro della chiesa S. Lazzaro in Salmour, il rifacimento dell’impianto elettrico della parrocchia di Centallo, del tetto della canonica di S. Lucia a Fossano, dell’impianto di riscaldamento della chiesa parrocchiale di Villafalletto. In tutti questi interventi si prevede di contribuire con una cifra pari al 60-70% dell’importo totale.

Poco più di un terzo dell’8xmille contribuisce al sostentamento del clero diocesano (e anche dei missionari “fidei donum”). Perché questa integrazione – che arriva direttamente dalla CEI – è così importante?
I sacerdoti hanno bisogno di un sostentamento e ciò avviene mettendo insieme un contributo delle parrocchie o delle realtà in cui operano ed una integrazione data dall’Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero. Le singole realtà contribuiscono in base al numero degli abitanti. L’integrazione tiene conto delle diverse realtà e della loro tipologia. Ogni sacerdote riceve un compenso modesto ma sufficiente per poter condurre una vita dignitosa.

Talvolta l’8xmille viene presentato come una concessione benevola dello Stato alla Chiesa italiana, una specie di finanziamento indiretto… Come risponde a queste critiche che ciclicamente ritornano?
Lo Stato italiano, attraverso l’8xmille, dà un contributo alle chiese e alle confessioni religiose. Non è una concessione di favore. Occorre tener presente la ricaduta e l’impatto che le chiese hanno nel tessuto sociale. Esse sono portatrici di valori e promuovono il bene comune. Inoltre, gran parte del patrimonio artistico è proprietà della Chiesa cattolica. Abbiamo il dovere di conservare la memoria e la bellezza di questi beni culturali.

A Seveso l’incontro regionale della Lombardia

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La Commissione Regionale del Sovvenire della Lombardia ha organizzato un incontro regionale al quale saranno presenti: l’Arcivescovo di Milano Mons. Mario Delpini, il Vescovo delegato per la Lombardia Mons. Giovanni Luca Raimondi, il presidente dell’ICSC (e Vescovo di Aqui Terme) Mons. Luigi Testore, l’economo della CEI don Claudio Francesconi, il responsabile del Servizio Promozione della CEI dott. Massimo Monzio Compagnoni.

L’evento, dal titolo “Corresponsabilità – Partecipazione – Comunione. Il Sovvenire nel cammino sinodale”, si svolgerà presso il Centro Ambrosiano di Seveso il prossimo 21-22 settembre (in allegato la lettera d’invito con programma).

L’appuntamento sarà un importante momento di formazione per chi collabora nelle diocesi grazie alla presenza degli illustri ospiti; inoltre, potrà essere una buona occasione di riflessione sui temi proposti per uno scambio di esperienze delle attività svolte nelle diocesi.

Emilia-Romagna / Mons. Perego: 8xmille, strumento fondamentale per tener vive le comunità

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Intervista all’Arcivescovo Mons. Gian Carlo Perego, delegato per il Sovvenire della Conferenza Episcopale Emilia-Romagna: argine contro la povertà, risorsa per cultura e parrocchie. I lavori previsti in Diocesi

Pubblicato sulla “Voce” dell’8 settembre 2023

Mons. Perego, l’8xmille è un importante gesto di corresponsabilità. Perché in questo periodo storico è ancora più decisivo per le nostre comunità?

«L’8xmille per le nostre Chiese è stato uno strumento di corresponsabilità di tutti nelle attività pastorali, di religione e di culto e di carità, ma anzitutto un gesto di libertà definitiva della Chiesa dallo Stato, secondo il dettato Costituzionale. In questi anni, poi, attraverso anche la firma dell’8xmille – che ricordo non è una tassa – ogni cittadino credente ha potuto sentirsi protagonista nella vita e nelle attività della Chiesa: nella comunicazione, nel restauro dei beni ecclesiastici, nel dotare di una chiesa un nuovo quartiere, nel favorire progetti di carità per i nostri poveri, ma anche progetti di cooperazione allo sviluppo nei Paesi più poveri. La firma dell’8xmille ha favorito nel concreto la cattolicità, l’universalità delle nostre Chiese, una nota fondamentale della Chiesa. In questo periodo storico, l’8xmille può salvaguardare beni fondamentali del patrimonio storico e religioso a rischio anche di fronte a calamità ambientali che si sono succedute, può sostenere la libertà di informazione, può costituire uno strumento importante di sussidiarietà, a fronte di uno Stato che mentre chiede soldi anche dell’8xmille per realtà già finanziate dalla tassazione comune – per la salute, la scuola – sta tagliando le risorse destinate a queste realtà».

Venendo al nostro territorio diocesano, soffermiamoci innanzitutto nell’ambito della carità: i dati Caritas locali ci dicono di un aumento delle famiglie bisognose, sempre più italiane, e sempre più di giovani che chiedono aiuto…

«Dopo il sostentamento del clero, le risorse dell’8xmille sono destinate soprattutto alla carità in Italia e nei Paesi poveri. Si tratta di milioni di euro che finanziano ogni anno circa 8.000 progetti di carità e sviluppo realizzati nelle 200 diocesi italiane dalle Caritas, dalle Migrantes, da Associazioni e ONG cattoliche, da istituti religiosi. Il volto della carità della Chiesa si indebolirebbe indebolendosi l’8xmille, perché dovrebbe contare su meno risorse, in un momento storico in cui le famiglie sono in difficoltà e che vede anche indebolirsi l’azione sociale dello Stato, che chiede maggiore sussidiarietà la quale, talora – si veda nel mondo dei migranti e dei richiedenti asilo – fatica a garantire l’assistenza. Anche l’indebolimento del reddito di cittadinanza o comunque di un reddito di inclusione sta vedendo la crescita – già alta dopo il Covid – del 305% dei poveri, soprattutto italiani che si avvicinano alle nostre mense della Caritas, alle parrocchie».

Culto e pastorale: l’aiuto alle parrocchie, sempre più in difficoltà (penso soprattutto a quelle nei piccoli paesi), o ad esempio ai nostri Uffici pastorali, è un aiuto che va ben oltre le necessità della nostra comunità ecclesiale…

«Il sostegno alle attività di culto e di pastorale – che per la nostra Arcidiocesi è di oltre 600.000 euro – è una risorsa importante sia per sostenere le attività di Curia – che oggi ha 12 dipendenti e collaboratori – sia per l’attività degli Uffici pastorali, ma anche per la ristrutturazione degli ambienti parrocchiali. Ad esempio, il prossimo anno inizieranno i lavori di ristrutturazione del Centro giovanile Pio XII di Comacchio e della chiesa di S. Agostino di Ferrara, grazie a un milione di euro dell’8xmille. Ma un altro aspetto importante è che con questa risorsa possiamo sostenere il fondo del clero in difficoltà e le parrocchie più povere. Nella nostra Diocesi iniziamo a sentire il peso, che sarà sempre più significativo nei prossimi anni, di quasi cento parrocchie piccole, che con difficoltà riescono a pagare l’assicurazione e le utenze e che, di fronte a un lavoro su chiesa o opere parrocchiali, sono in difficoltà. Con le sole nostre risorse degli affitti riusciremo appena a pagare i dipendenti, ma a non avere le risorse per le attività. È chiaro che un valore aggiunto importante nel culto e nella pastorale è il lavoro gratuito di volontari ed educatori: nei Consigli, nel tenere in ordine gli ambienti, nelle attività estive, sportive e culturali, nella Liturgia. Ma sappiamo anche come stanno diminuendo queste persone in ogni parrocchia».

A oltre 10 anni dal sisma, vi sono ancora alcune chiese chiuse, nonostante a fine anno riapriranno il Duomo e San Paolo. È importante che ogni comunità ritrovi la propria “casa fra le case”…

«La ferita del terremoto è ancora aperta, anche se sono solo cinque le chiese parrocchiali ancora chiuse, tre delle quali cantierizzate, una da cantierizzare e una ancora in conclusione di progettazione. Speriamo di concludere tutti i lavori nel triennio, come anche di aprire il Palazzo vescovile di Ferrara per il Giubileo. La burocrazia, purtroppo, non solo allunga i tempi, ma rende ancora più costosi gli interventi. Speriamo che di fronte alle nuove emergenze lo Stato, con le Regioni, mantenga fede alle risorse promesse. Un passo importante a settembre è la riapertura del Palazzo vescovile di Comacchio con una Scuola-Museo. In collaborazione con l’Aeca – il circuito delle scuole cattoliche dell’Emilia-Romagna- e la Città del Ragazzo di don Calabria – si aprirà una scuola professionale e in collaborazione con l’Unità pastorale di Comacchio verrà inaugurato un primo nucleo del Museo dell’Antica Diocesi. Passi importanti e risorse importanti per valorizzare il nostro patrimonio culturale, storico e artistico».

I fondi per l’edilizia e i beni culturali vengono utilizzati ad esempio anche per le biblioteche e gli impianti di sicurezza…

«Sì, una piccola risorsa, anche se significativa, riguarda il finanziamento degli impianti di sicurezza delle nostre chiese. L’impossibilità di avere custodi in tutte le chiese, e i numerosi furti avvenuti negli ultimi anni hanno trovato negli impianti di sicurezza una risposta importante per tutelare i nostri beni culturali e le offerte dei fedeli. Anche le risorse per le biblioteche e gli archivi – nel nostro caso soprattutto per la Biblioteca del Seminario – hanno permesso il restauro di alcune delle nostre circa 2.000 cinquecentine e di alcune pergamene antiche. Anche la Biblioteca del Seminario Arcivescovile di Ferrara – che ha oltre 100.000 libri, tra cui un fondo importante antico e di storia ferrarese – rappresenta un patrimonio fondamentale per la nostra città e la nostra Chiesa. Purtroppo, però, non è sostenuto da fondi pubblici».

Infine, ma di certo non meno importante, sostenere i nostri sacerdoti attraverso l’8xmille, significa sostenere un servizio quotidiano a favore di tutti…

«Esatto. Circa la metà dell’8xmille sostiene i nostri circa 150 sacerdoti. Grazie a questa risorsa possono ricevere uno stipendio che varia da 1400 euro per il Vescovo e i sacerdoti quiescenti ai circa 1000 euro del giovane sacerdote. Il sacerdote non è ricco, come si vede. Questa risorsa gli permette di dedicarsi completamente alla sua parrocchia e alle parrocchie a Lui affidate nell’Unità pastorale; permette anche una libertà di azione, perché non dipende da altri nel suo sostentamento. Il Sostentamento del clero ha pensato anche a una risorsa assicurativa per i sacerdoti ricoverati come – sia per il Vescovo che per i sacerdoti anziani e malati o non autosufficienti -, a un contributo aggiuntivo che varia dai 350 agli 800 euro, che si aggiungono a un eventuale accompagnamento da parte dell’INPS. Sappiamo, infatti, quanto costa oggi entrare in una RSA e senza queste risorse – che talora non bastano e per questo abbiamo un Fondo clero – sarebbe difficile affrontare i costi di un ricovero».

Andrea Musacci

Incentivi a parrocchie, diocesi e incaricati diocesani per una Chiesa porto sicuro

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La buona notizia è che quest’anno quasi 350mila euro sono arrivati alle parrocchie e alle diocesi dal nostro ufficio per aver organizzato e rendicontato corsi di formazione per diffondere la cultura del sostegno economico alla nostra Chiesa. La cattiva notizia è che solo la metà degli incentivi previsti è stata utilizzata, sui 700mila messi a disposizione. Anche perché diverse parrocchie non hanno rendicontato le attività di formazione svolte. Per questo, passo dopo passo, ricordiamo come fare.

INCENTIVI ALLE PARROCCHIE, OCCHIO AI REQUISITI
Sono 387 le parrocchie che hanno organizzato incontri di formazione per incoraggiare la partecipazione attiva dei fedeli, e hanno preso parte ai progetti di raccolta firme 8xmille e offerte. Per questo loro impegno hanno ricevuto complessivamente 110.250 euro. La classifica delle regioni più virtuose, quelle dove si concentra il maggior numero di parrocchie che hanno ricevuto contributi, vede sul podio al primo posto la Puglia, seguita dalla Basilicata e dalla Calabria. Ma si può fare di più, molto di più. Per questo è utile ricordare le regole per beneficiare degli incentivi. Innanzitutto, occorre partecipare al progetto “Uniti Possiamo” e/o “UnafirmaXunire”. Rispondere ad un brevissimo questionario sullo svolgimento delle iniziative. Inoltre, svolgere almeno un incontro di formazione dedicato all’8xmille e/o alle offerte per il clero, che venga rendicontato. Contemporaneamente nominare un referente parrocchiale del Sovvenire. Ultimo, ma non ultimo, raccogliere almeno 250 euro per il sostentamento del clero attraverso la partecipazione al progetto “Uniti Possiamo”. La parrocchia che aderisce a un solo progetto ottiene 250 euro, mentre quella che partecipa ad entrambi riceve 500 euro (vedi regolamento nel portale UNITIINRETE).

INCENTIVI ALLE DIOCESI, UN VOLÀNO PER LA CHIESA
Ben 138 le diocesi, pari al 63% di tutte quelle presenti in Italia, che hanno ricevuto l’incentivo di 1.000 euro per la formazione, per un totale di 138.000 euro. In vetta sono arrivate le diocesi del Nord Ovest che sono risultate più attive nello spronare le parrocchie del proprio territorio a organizzare incontri di formazione per favorire e incoraggiare la partecipazione dei fedeli. A metà strada troviamo le diocesi del Centro Italia. Arrancano, invece, le diocesi del Sud Italia. Gli sforzi fatti dai Vescovi italiani per sensibilizzare, formare e informare al Sovvenire, in primis ai progetti “Uniti Possiamo” e “UnafirmaXunire”, stanno dando risultati concreti.

INCENTIVI AGLI INCARICATI DEL SOVVENIRE, SCUOLA DI COMUNIONE E CONDIVISIONE
A 98 diocesi è stato assegnato un ulteriore contributo di 1.000 euro in virtù della presenza di una rete territoriale e di iniziative svolte dal proprio incaricato diocesano del Sovvenire. Si tratta infatti di un incentivo che viene riconosciuto proprio per il lavoro di promozione e formazione svolto dai nostri incaricati. Per questo, seppure assegnato alla diocesi, non è riservato esclusivamente al Vescovo. L’incentivo, infatti, è per i risultati conseguiti sul territorio, sicuramente frutto dei tanti incontri di formazione organizzati, ma anche della capacità di rendicontarli, requisito indispensabile per accedere ai fondi previsti.

L’IMPORTANTE È RENDICONTARE LE ATTIVITÀ
Innanzitutto, bisogna accedere con le proprie credenziali, all’interno del portale UNITIINRETE (www.unitiinrete.it). Primo passo da seguire è inserire il programma e la relazione dell’incontro con una breve descrizione di come si è svolto. Secondo passo, indispensabile per ottenere gli incentivi, è indicare il numero dei partecipanti all’incontro. Terzo passo da seguire è quello di testimoniare la partecipazione alla formazione inviando foto e/o video dell’incontro. Se la parrocchia è presente sui social, occorre riportare il link alla pagina YouTube dove è caricato il video. Ultimo passo da svolgere, è quello di allegare locandine, materiali realizzati esposti o utilizzati per l’iniziativa, come pure rassegne stampe e comunicazioni dell’evento (articoli su riviste, quotidiani, blog, social).

FILIERE DI VALORI E RETI DI SOLIDARIETÀ
È proprio l’intreccio tra la corresponsabilità e la partecipazione a dare vita al tessuto del sostegno economico alla nostra Chiesa. Solo facendo riscoprire i valori che sono alla base del Sovvenire, infatti, possiamo creare quelle reti concrete di solidarietà e aiuto per tutti coloro, e sono sempre di più, che si rivolgono alle nostre parrocchie e alle nostre diocesi in cerca di speranza, di sostegno e di vita.  Lo ha detto bene Papa Francesco, il 2 agosto di quest’anno, a Lisbona, all’incontro con i Vescovi, i sacerdoti, i religiosi e i laici impegnati nella pastorale. Riprendendo le parole dello scrittore portoghese Pessoa, “per arrivare all’infinito, e credo che ci si possa arrivare, abbiamo bisogno di un porto, di uno soltanto, sicuro, e da lì partire verso l’Indefinito” ha aggiunto “Sogniamo la Chiesa come un porto sicuro per chiunque affronta le traversate, i naufragi e le tempeste della vita!