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Il tempo liturgico di Quaresima ogni anno ci invita a una riflessione più attenta e profonda sul nostro cammino personale, in tutti gli ambiti della nostra vita, per una conversione e purificazione del cuore.
In questo tempo favorevole, sono state una proposta davvero provvidenziale le Giornate nazionali di formazione e spiritualità organizzate dal Servizio CEI per la Promozione del Sostegno Economico alla Chiesa ad Armeno (NO) dal 17 al 20 marzo e rivolte a tutti gli incaricati e collaboratori del Sovvenire sul territorio.
Nella suggestiva e tranquilla cornice dei monti che attorniano il lago d’Orta, i partecipanti, provenienti prevalentemente dalle diocesi piemontesi, ma anche dalla Liguria, dalla Lombardia e dalla Puglia, hanno condiviso un tempo di ascolto della Parola, preghiera personale e fraternità. Insieme a essi anche alcuni componenti del Servizio CEI per la Promozione, accompagnati dal responsabile Massimo Monzio Compagnoni.
La guida spirituale, il gesuita padre Franco Annicchiarico, ha condiviso un saggio della sua approfondita conoscenza della Scrittura, proponendo alcune meditazioni su passi dell’antico e del nuovo testamento, con beneficio di nutrimento spirituale per tutti i convenuti. Le sorelle dell’istituto Figlie della Chiesa hanno animato le celebrazioni, secondo il loro carisma specifico di animazione liturgica, favorendo opportuno un clima di raccoglimento per la preghiera in comune.
Ciascuno dei partecipanti, al termine delle giornate, ha potuto condividere fraternamente una risonanza della esperienza vissuta insieme, facendo riecheggiare più volte parole di apprezzamento e ringraziamento per la ricchezza spirituale vissuta insieme, la fraternità sperimentata nella gioia e semplicità, l’occasione di confronto e reciproco sostegno nel servizio di delegati Sovvenire.
Al termine dei giorni di catechesi e preghiera nella casa di spiritualità di Armeno, una speciale gita sulle sponde del lago d’Orta e nell’isola di San Giulio ha dato una bellissima conclusione alle giornate di spiritualità vissute insieme. Monsignor Franco Giulio Brambilla, Vescovo della diocesi di Novara, ha accompagnato il gruppo Sovvenire alla visita dell’isola, ha beneficiato i partecipanti con una riflessione sul tema “Collaboratori della vostra gioia” (2Cor 1,24), e poi ha presieduto la celebrazione eucaristica nella Chiesa di San Giulio, animata dalle monache benedettine.
Il presule ha introdotto il suo intervento riportando la memoria alla collaborazione e comunione dei fedeli nelle prime comunità cristiane. Accanto al ruolo preminente degli apostoli, tra cui Paolo, Pietro, Giovanni, il nuovo testamento riporta i nomi di numerosi fratelli loro collaboratori. Questi personaggi sono citati negli Atti e nelle lettere paoline, sono descritti come fratelli accesi di amore fraterno per la comunità cristiana, solleciti a spendersi nella attività di evangelizzazione, nel servizio di carità, pronti anche a rischiare la vita per la causa del Vangelo (cfr. Rm 16,4).
Con il termine “collaboratori” San Paolo indica il senso profondo di un ministero apostolico condiviso: collaboratori di Dio, collaboratori in Cristo, partecipi nella missione. Il senso spirituale, pastorale e pratico del loro ministero è ben riassunto nell’espressione che suggella il primo capitolo della Seconda lettera ai Corinzi: «Non intendiamo far da padroni sulla vostra fede; siamo invece collaboratori della vostra gioia, perché nella fede voi siete saldi» (2Cor 1,24). Questo è lo stile dell’apostolato di Paolo e dei suoi compagni: partecipi delle sofferenze di Cristo, e anche della sua consolazione (cfr. 2Cor 1,7). Così “collaboratori della vostra gioia” è un’espressione che svela e contiene il senso di un servizio alla fede a caro prezzo, attraverso la condivisione, la tribolazione, il conforto, la speranza che rimane salda. Ed è nello stesso stile che anche oggi siamo chiamati a crescere insieme per il servizio all’evangelo. In modo particolare Monsignor Brambilla ha richiamato l’attenzione su tre collaboratori dell’Apostolo: Timoteo, Tito ed Epafrodito, fratelli e ministri con caratteristiche differenti tra di loro, che, se considerati insieme, costruiscono un’icona ideale dei collaboratori della azione apostolica, e anche della missione del Sovvenire nella Chiesa di oggi.
Timoteo, colui che conferma nella fede, è uomo di fiducia di Paolo, suo fratello e figlio carissimo nel Signore (cfr. 2Cor 1,1), e sarà insieme a lui fondatore della comunità cristiana di Corinto. La descrizione del suo stile di servizio indica come mediatore, come colui che richiama alla memoria e rende presente il modo di vivere di Cristo. Infatti, egli, come un vero servo di Signore Gesù, si prende a cuore la vita delle comunità, in tutti i suoi aspetti, servendole con uno stile di disinteresse e libertà personale (cfr. 1Cor 4,16-17). Questa immagine indimenticabile di servizio fraterno ci sprona e ci invita anche oggi a essere collaboratori delle comunità cristiane nella preghiera e nella carità, secondo la forma di Cristo servo.
Tito, di origine greche ma convertito al cristianesimo, fu il collaboratore che giocò un ruolo fondamentale nel progetto di assistenza per la colletta a favore della Chiesa di Gerusalemme, secondo la raccomandazione ricevuta da Paolo nel concilio apostolico (cfr. Gal 2,10). Fu lui, operatore di pace e uomo di comunione, a tessere legami di pacificazione all’interno della comunità di Corinto divisa da liti. Egli è l’amministratore fedele di una grande opera di comunione e di carità concreta, che allevia la povertà dei fratelli e nello stesso tempo abbatte muri di separazione esistenti tra giudei e greci (cfr. 2Cor 8,16-17), perché chi è trasparente nei beni e nella carità tra le comunità è anche efficace nell’opera di riconciliazione e di pace nei conflitti tra le persone. Infatti, la carità-servizio che aiuta i poveri si alimenta alla carità-virtù della comunione fraterna. La carità dei primi cristiani, di cui la colletta per Gerusalemme è stata il segno più forte, forse è stata anche il cemento che ha davvero portato comunione tra le anime della chiesa primitiva. Per questo, anche nelle nostre comunità, gli uomini e le donne che, come Tito, vivono con trasparenza la carità e la gestione dei beni e la rendicontazione economica, sono anche i più liberi di cuore per richiamarci ai legami di comunione e della riconciliazione: la comunione dei cuori suppone la comunione dei beni, la comunione delle risorse (nella parrocchia e tra le parrocchie) è un segno forte della comunione degli spiriti, contro ogni tentazione di chiusura ed egoismo.
La terza e ultima figura proposta tra i collaboratori paolini è quella di Epafrodito, portavoce, messaggero e ministro presso la comunità di Filippi, compagno di lavoro e di lotta dell’Apostolo delle genti. Svolge il suo lavoro pastorale a Filippi con grande dedizione al Vangelo e alla vita di comunità, con le sue fatiche e le sue lotte, affrontando la malattia, fino a rischio della vita, ma accogliendo tale pericolo “per supplire a ciò che mancava al vostro servizio verso di me” (cfr. Fil 2,26-30), al fine di non spezzare il legame di dono e amore fraterno tra Paolo e la comunità cristiana. Osservando la nostra realtà odierna da questa prospettiva, possiamo lodare e ringraziare per tanti ministeri vivi e operanti: l’educazione dei ragazzi e dei giovani, la passione evangelizzatrice, la carità umile e nascosta, il servizio della amministrazione dei beni economici con onestà e senza finzioni. Il nome di uno sconosciuto collaboratore di Paolo, Epafrodito, diventa icona viva, patrono dei “collaboratori della vostra gioia”, della gioia del Vangelo.
A seguito della riflessione proposta sui collaboratori paolini, il Vescovo Brambilla ha offerto qualche spunto di suggerimento e indicazioni operative nell’ambito della gestione di beni e patrimoni in ambito ecclesiale. Tra esse si riporta: la opportuna separazione di risorse individuali e comunitarie, la necessità di totale trasparenza, precisione e veridicità nelle rendicontazioni, la programmazione attenta dei reali bisogni e delle priorità nell’utilizzo delle risorse, l’incongruenza della commistione con qualsiasi tipo di interessi personali o familiari o amicali, facilmente suscettibili di scandalo, e la felice proposta di attivare campagne di propaganda delle opere realizzate con il contributo dei fondi della Chiesa cattolica. Indicazioni concrete e molto chiare, che esortano alla saggia amministrazione, alla libertà di spirito, alla più completa trasparenza nel servizio di gestione dei beni.
Ringraziamo il Signore per il dono di tanta grazia, della Parola di Dio, della fraternità e del tempo trascorso insieme, augurandoci che sia di supporto e sostegno per la delicata missione di cui sono incaricati tutti i nostri cari fratelli referenti incaricati, a beneficio della Chiesa intera, di tutti i suoi sacerdoti e di tutti i fedeli.
Suor Elena Serventi