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Giubileo 2025 / Approda a Roma un percorso di riflessione sul Padre Nostro

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Nove totem, una web app e una preghiera al centro, il Padre Nostro. Nata dall’invito di Papa Francesco di prepararsi al Giubileo del 2025, arriva a Roma la mostra itinerante, “Insegnaci a pregare”, organizzata dal Centro Culturale San Paolo in collaborazione con il Gruppo Editoriale San Paolo e curata dalla società di comunicazione Mediacor.

La mostra, realizzata con il supporto dell’8xmille della Chiesa cattolica e di Generali Cattolica Assicurazioni, continuerà il suo viaggio e potrà essere allestita in spazi culturali, scuole, parrocchie, oratori, per chi ne farà richiesta.

Protagonista è il Padre Nostro, la madre di tutte le preghiere, compendio del Vangelo e guida per ogni cristiano.

«Siamo molto contenti della curiosità ed entusiasmo con cui è stata accolta la mostra che abbiamo desiderato realizzare per la preparazione del Giubileo del 2025 – spiega don Ampelio Crema, presidente del Centro Culturale San Paolo – Roma è una tappa molto sentita, importante. È il cuore del cattolicesimo e la Casa di tutti noi. Portare la mostra qui, significa parlare alla gente, laddove la gente desidera ricevere messaggi di speranza e forza».

Partita dal comune di Cinisello Balsamo, nel milanese, e inaugurata da fra Roberto Pasolini, la Mostra si compone di nove totem, otto dedicati alle frasi del Padre Nostro e uno al Giubileo. Su ogni facciata saggi, meditazioni e fotografie per grandi e piccoli, racconteranno il significato della preghiera e la sua origine.

Una particolare attenzione è dedicata ai tempi attuali, tra testimonianze e storie di chi si è distinto oggi per una concretizzazione esemplare del Padre Nostro: tra questi troviamo personaggi come padre Pino Puglisi, fratel Biagio Conte, Chiara Badano e Matteo Farina.

Ampio spazio è rivolto anche alla tecnologia: su ogni totem, infatti, si trova un QR code che permette di aprire i contenuti di approfondimento presenti in una web app creata appositamente: basta scannerizzare il codice e cliccare su una delle frasi del Padre Nostro della schermata di apertura della web app.

Qui si troveranno degli audio di approfondimento con i testi di Michael Davide Semeraro, Ermes Ronchi (appena uscito in libreria con una nuova prestigiosa edizione de “Il canto del Pane” dove fonde sapienza biblica e afflato poetico) e Marco Pozza, interpretati dall’attore e doppiatore Danilo Bruni.

È online, infine, il sito dedicato alla mostra – realizzato dalla San Paolo Digital – dove viene spiegato il progetto e la sua nascita, con autori, testi e fotogallery.

Per informazioni si potrà contattare il Centro Culturale San Paolo – odv.ets sanpaolo.mostre@gmail.com (cell. 346 9633801).

Diocesi di Roma / Il 19 marzo l’ultimo Corso di Formazione sul Sovvenire

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Presso la Sala Poletti in Vicariato martedì 19 marzo dalle ore 11.30 alle ore 13.00 si svolgerà il quarto e ultimo appuntamento del 1º Corso di Formazione dedicato al sostegno alla Chiesa cattolica. L’incontro, che vedrà la partecipazione in qualità di relatore don Graziano Donà, membro del Comitato CEI per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica, sarà incentrato sui valori del Sovvenire, sulla rendicontazione e presentazione dei progetti CEI 2024 rivolti alle parrocchie e sulle future iniziative diocesane in vista della prossima dichiarazione dei redditi.

Prevista la possibilità per i partecipanti di poter accedere al parcheggio della Pontificia Università Lateranense. L’incontro è aperto ai referenti parrocchiali Sovvenire, ai parroci, ai viceparroci e ai volontari delle parrocchie.

(In foto un momento del primo incontro tenutosi il 14 dicembre 2023).

8xmille per lo sviluppo dei popoli / Centinaia di progetti a favore delle donne e contro la disparità di genere

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Negli ultimi 10 anni sono stati 307 i progetti in favore delle donne in più di 40 Paesi in via di sviluppo per quasi 33 milioni di euro.

Dalla formazione al supporto alle donne vittime di violenza, dall’avvio di attività generatrici di reddito alla promozione di un’agricoltura sostenibile, la Chiesa italiana – grazie ai fondi dell’8xmille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica – continua a favorire partecipazione e opportunità. “Lavorare insieme aiuta a rafforzare i legami, a ridarci speranza. Finalmente qualcuno ci è stato accanto, ci ha dato ascolto, ha capito i nostri bisogni. Ci sentiamo anche noi protagoniste”, sottolinea Jeanine che a Ruyigi, in Burundi, ha beneficiato di un programma per l’accesso all’acqua potabile. Un desiderio di riscatto e di riprendere in mano la propria vita che emerge nelle testimonianze di tante altre donne, dal Madagascar al Congo, dall’India alla Colombia, dal Kosovo alla Terra Santa, che hanno trovato nell’aiuto della Chiesa cattolica un seme da cui far nascere il futuro. Come accade in Costa Rica dove un gruppo di donne ha generato partecipazione e cooperazione in un territorio impervio. “Tempesta e calma. Dopo la tempesta c’è la calma che fa venir fuori dalla terra l’aroma di caffè e come lo senti inizi a sognare e si rafforza il legame con questi campi e la soddisfazione per ciò che siamo riuscite a realizzare”, racconta Margot, che a La Legua de Aserrí, nell’arcidiocesi di San José, ha fondato ASIPROFE, un’associazione di donne imprenditrici che producono e commercializzano “Aromas de La Legua”, un caffè puro al 100%. Tutto è iniziato con un piccolo contributo che nel 2016 ha permesso l’acquisto di una macchina per tostare i chicchi di caffè e un mulino. Da lì ha preso il via un cambiamento duraturo che continua ancora oggi, grazie a Margot, a Lorena, a Maria e a tante altre donne. “In Costa Rica – aggiunge Margot – le donne coltivatrici di caffè guadagnano il 40% in meno rispetto agli uomini e devono affrontare notevoli difficoltà nell’accedere a una formazione e a informazioni adeguate che aiutino a migliorare la produttività, la qualità e il reddito dei loro raccolti. Nonostante tutto questo noi abbiamo dimostrato che insieme possiamo farcela”.

Mai come oggi il mondo ha bisogno della mente, del cuore, delle mani delle donne. Della loro creatività e delle loro competenze. Fondamentale è dunque il loro sostegno verso una prospettiva di pari dignità e opportunità. Papa Francesco ricorda infatti che “… l’organizzazione delle società in tutto il mondo è ancora lontana dal rispecchiare con chiarezza che le donne hanno esattamente la stessa dignità e identici diritti degli uomini. A parole si affermano certe cose, ma le decisioni e la realtà gridano un altro messaggio” (Fratelli tutti, 23).

A livello mondiale, l’uguaglianza di genere è tornata ai livelli pre-Covid19, ma il cambiamento segna il passo a causa delle crisi sociali, economiche ed energetiche che continuano a susseguirsi in un contesto segnato dai conflitti. Secondo il Rapporto globale sulla disparità di genere 2023 del World Economic Forum le donne continuano a sostenere il maggior peso di queste crisi, sotto tutti i profili. Sul fronte della salute, perché più esposte nei servizi di cura e quindi a contagi, sul piano occupazionale e finanziario, anche perché spesso hanno contratti atipici, in relazione alla divisione dei compiti familiari, alla fruizione di strumenti digitali e all’accesso ed esercizio di discipline STEM vale a dire le discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche che svolgono un ruolo cruciale nella società odierna.

Con gli interventi finanziati, la Chiesa cattolica sostiene le donne, i bambini e i più poveri. Tra gli ambiti più significativi, infatti, figurano l’accompagnamento dei giovani in situazione di marginalità, l’accesso alle cure sanitarie, il dialogo intercomunitario e interreligioso, la formazione e l’istruzione. Specifica attenzione viene data alla sostenibilità dei progetti, con l’obiettivo di un sempre maggiore coinvolgimento della popolazione locale.

Negli ultimi 10 anni la Conferenza Episcopale Italiana, attraverso il Comitato per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli e il quotidiano impegno del Servizio, e grazie ai fondi dell’8xmille, ha sostenuto 4.138 progetti in 108 Paesi, per 708.8 milioni di euro. Dietro ai numeri ci sono persone, comunità, relazioni. Come dice il nome è un Servizio, che chiede di essere sensibili, attenti, pronti a raccogliere tutti gli stimoli, le richieste di aiuto e le opportunità che il contesto nel quale viviamo è capace di offrire, con un atteggiamento di umiltà e gratitudine. È per gli interventi di carità, una carità che è reciprocità e opportunità per riconoscere le proprie povertà. È per lo sviluppo, uno sviluppo integrale, reale, sostenibile che prende forma attraverso progetti concreti e processi aperti alla partecipazione di ogni persona e di tutti i popoli. A partire dalle nostre comunità, si promuovono così stili di vita e azioni che aiutano a pensare globalmente e a riconoscersi parte dello stesso mondo, fratelli tutti.

8xmille / Guida alla firma 2024

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Scheda allegata alla Certificazione Unica (CU)

Chi può firmare?
Coloro che possiedono solo redditi di pensione, di lavoro dipendente o assimilati, attestati dal modello CU e sono esonerati dalla presentazione della dichiarazione dei redditi.

Come scegliere?
Utilizzare l’apposita scheda allegata al modello CU e:

  1. nel riquadro relativo alla scelta per l’Otto per mille, firmare nella casella “Chiesa cattolica”, facendo attenzione a non invadere le altre caselle per non annullare la scelta;
  2. firmare anche nello spazio “Firma” posto in basso nella scheda.

Se, per qualsiasi ragione, non si disponesse della scheda allegata al modello CU, per la scelta sarà possibile utilizzare quella presente all’interno del Modello REDDITI.
In tal caso, negli appositi spazi della scheda dovranno essere indicati anche il Codice Fiscale e le generalità del contribuente. Per effettuare la scelta:

  1. nel riquadro relativo alla scelta per l’Otto per mille, firmare nella casella “Chiesa cattolica”, facendo attenzione a non invadere le altre caselle per non annullare la scelta;
  2. firmare anche nello spazio “Firma” posto in fondo alla scheda nel riquadro “RISERVATO AI CONTRIBUENTI ESONERATI”

La scheda è liberamente scaricabile dal sito internet dell’Agenzia delle Entrate (www.agenziaentrate.gov.it – sezione: cittadini – dichiarazioni).

I tempi e modalità di consegna sono gli stessi di quelli previsti per la scheda allegata al Modello CU.

Quando e dove consegnare?
1. Consegnare entro il 15 ottobre solo la scheda con la scelta, in una busta chiusa, che deve recare cognome, nome, codice fiscale del contribuente e la dicitura “SCELTA PER LA DESTINAZIONE DELL’OTTO, DEL CINQUE E DEL DUE PER MILLE DELL’IRPEF”(*) secondo una delle seguenti modalità:

  • presso qualsiasi ufficio postale. Il servizio di ricezione è gratuito. L’ufficio postale rilascia un’apposita ricevuta;
  • ad un intermediario abilitato alla trasmissione telematica (professionista, CAF). Gli intermediari devono rilasciare, anche se non richiesta, una ricevuta attestante l’impegno a trasmettere la scelta; inoltre hanno facoltà di accettare la scheda e possono chiedere un corrispettivo per il servizio.
  1. Inoltre è possibile trasmettere la scelta direttamente via internet entro il 15 ottobre.

I termini che scadono di sabato o in un giorno festivo sono prorogati al primo giorno feriale successivo.

(*)La dicitura completa è necessaria anche se si sceglie di firmare solo per la destinazione dell’Otto per mille.

Modello 730 precompilato e ordinario

Premessa
Il modello 730 precompilato
viene messo a disposizione del contribuente, a partire dal 30 aprile, in un’apposita sezione riservata del sito internet dell’Agenzia delle entrate (www.agenziaentrate.gov.it – area riservata).

Si può accedere a questa sezione utilizzando:

  • un’identità SPID – Sistema pubblico d’identità digitale;
  • CIE – Carta di identità elettronica;
  • una Carta Nazionale dei Servizi.

Il contribuente può accedere alla propria dichiarazione precompilata anche tramite il proprio sostituto che presta assistenza fiscale oppure tramite un intermediario (Caf o un professionista abilitato). In questo caso deve consegnare al sostituto o all’intermediario un’apposita delega per l’accesso al 730 precompilato.

Per chi è messo a disposizione il modello 730 precompilato?
Il 730 precompilato è messo a disposizione dei contribuenti che – oltre ai redditi di pensione, di lavoro dipendente o assimilati – possiedono altri redditi da dichiarare con questo modello e/o hanno oneri deducibili/detraibili, non hanno la partita IVA e possono avvalersi dell’assistenza fiscale del proprio sostituto d’imposta (datore di lavoro o ente pensionistico) oppure di un CAF o di un professionista abilitato.

Da quest’anno, nell’area web dedicata, oltre alla modalità di compilazione ordinaria, è resa disponibile al contribuente, in via sperimentale, una modalità di presentazione semplificata e guidata della dichiarazione 730 precompilata. Con la nuova modalità di compilazione, le informazioni a disposizione dell’Agenzia delle entrate sono proposte con un linguaggio semplificato al contribuente, che può direttamente confermarle o modificarle attraverso un percorso guidato. I dati così confermati, modificati o integrati sono riportati in maniera automatica nei campi corrispondenti del modello 730

Modalità di presentazione

Presentazione diretta all’Agenzia delle Entrate
Se il contribuente intende presentare il 730 precompilato direttamente tramite il sito internet dell’Agenzia delle entrate deve anche compilare il modello 730 – 1 con la scelta per la destinazione dell’8, del 5 e del 2 per mille dell’Irpef (anche se non esprime alcuna scelta).

Presentazione al sostituto d’imposta
Chi presenta la dichiarazione al proprio sostituto d’imposta che presta l’assistenza fiscale deve consegnare, oltre alla delega per l’accesso al modello 730 precompilato, il modello 730-1 con la scelta, in busta chiusa.

Può anche essere utilizzata una normale busta di corrispondenza recante la dicitura “Scelta per la destinazione dell’otto, del cinque e del due per mille dell’Irpef”, il cognome, il nome e il codice fiscale del dichiarante. Il contribuente deve consegnare la scheda anche se non esprime alcuna scelta, indicando il codice fiscale ed i dati anagrafici.

In caso di dichiarazione in forma congiunta i rispettivi modelli 730 -1 sono inseriti dai coniugi in due distinte buste. Su ciascuna busta vanno riportati i dati del coniuge che esprime la scelta.

Presentazione al Caf o al professionista abilitato
Chi si rivolge a un Caf o a un professionista abilitato deve consegnare, oltre alla delega per l’accesso al modello 730 precompilato, il modello 730-1 con la scelta, in busta chiusa.

Il contribuente deve consegnare la scheda anche se non esprime alcuna scelta, indicando il codice fiscale ed i dati anagrafici.

Termine di presentazione
Il Modello 730 precompilato ed il modello 730-1 devono essere presentati al CAF o al professionista o al sostituto d’imposta entro il 30 settembre
.

Inoltre, il contribuente può presentare all’Agenzia delle Entrate il modello 730 precompilato e il 730-1 direttamente via internet entro il 30 settembre.

I termini che scadono di sabato o in un giorno festivo sono prorogati al primo giorno feriale successivo.

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Modello 730 ordinario (non precompilato)

Il contribuente non è obbligato ad utilizzare il modello 730 precompilato messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate. Può infatti presentare la dichiarazione dei redditi con le modalità ordinarie (utilizzando il modello 730 o il modello REDDITI).

Il contribuente per cui l’Agenzia delle entrate ha predisposto il modello 730 precompilato, ma ha percepito altri redditi che non possono essere dichiarati con il modello 730 (ad esempio redditi d’impresa), non può utilizzare il modello 730 precompilato, ma deve presentare la dichiarazione utilizzando il modello REDDITI ordinario o modificando il modello REDDITI precompilato.

Il contribuente per cui l’Agenzia delle Entrate non ha predisposto il modello 730 precompilato (ad esempio perché non è in possesso di alcun dato da riportare nella dichiarazione dei redditi) deve presentare la dichiarazione dei redditi con le modalità ordinarie utilizzando il modello 730, ove possibile, oppure il modello REDDITI.

A chi e quando si presenta
Il modello 730 ordinario, insieme al modello 730 1 – con la scelta, può essere presentato al sostituto d’imposta che presta l’assistenza fiscale, al Caf o al professionista abilitato entro il 30 settembre.

Modello REDDITI

La scelta viene effettuata utilizzando l’apposita scheda, presente all’interno del modello REDDITI, che è usata sia in caso di obbligo di presentazione della dichiarazione sia in caso di esonero. Negli appositi spazi della scheda dovranno essere indicati anche il Codice Fiscale e le generalità del contribuente.

Chi può firmare?
I contribuenti che non scelgono di utilizzare il modello 730 per la dichiarazione dei redditi oppure i contribuenti che sono obbligati per legge a compilare il modello REDDITI

Come scegliere?
Firmare nella casella “Chiesa cattolica” facendo attenzione a non invadere le altre caselle per non annullare la scelta, nell’apposito riquadro denominato “Scelta per la destinazione dell’Otto per mille dell’Irpef” posto nella scheda.

  1. Quando e dove consegnare?
    Il modello REDDITI e la scheda possono essere predisposti da qualsiasi intermediario abilitato alla trasmissione telematica
    (CAF, professionista), che provvederà anche all’invio della dichiarazione entro il 15 ottobre. È importante comunque ricordare all’intermediario fiscale la propria scelta per la destinazione dell’Otto per mille.
  2. Chi invece predispone da solo il modello REDDITI e la scheda con la scelta, deve effettuare la consegna via internet entro il 15 ottobre, oppure, se non è obbligato all’invio telematico, presso qualsiasi ufficio postale dal 2 maggio al 30 giugno.

I termini che scadono di sabato o in un giorno festivo sono prorogati al primo giorno feriale successivo

Modello Redditi Persone Fisiche precompilato

Da quest’anno, in via sperimentale, l’Agenzia delle entrate – utilizzando le informazioni disponibili in Anagrafe tributaria, i dati delle Certificazioni Uniche di lavoro autonomo e i dati trasmessi da parte di soggetti terzi – rende disponibile al contribuente entro il 30 aprile, in un’apposita sezione riservata del sito internet dell’Agenzia delle entrate www.agenziaentrate.gov.it, la dichiarazione precompilata relativa ai redditi prodotti nell’anno precedente anche alle persone fisiche titolari di redditi differenti da quelli di lavoro dipendente e assimilati.

Il contribuente potrà accedere alla dichiarazione precompilata direttamente, mediante i servizi telematici dell’Agenzia delle entrate o, conferendo apposita delega, tramite un intermediario abilitato (CAF, professionista)

E IL CINQUE E DUE PER MILLE?

In tutti e tre i modelli troverete anche lo spazio per destinare il cinque e il due per mille. È una possibilità in più che non esclude o modifica la firma dell’Otto per mille. L’invito è a firmare l’Otto per mille come sempre e, per chi vuole, aggiungere anche la scelta del cinque e due per mille.

In allegato la scheda allegata alla Certificazione Unica per la scelta dell’8xmille.

 

Piemonte / A Biella il prossimo incontro regionale sul Sovvenire

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Si svolgerà presso il Santuario di Oropa (Provincia di Biella) l’incontro Regionale del Piemonte i prossimi 14-15 marzo (programma in allegato).

Come per i precedenti, anche questo rappresenta un importante momento di incontro, ascolto e confronto sul tema del sostegno economico alla Chiesa cattolica. Confermato il coinvolgimento tra le strutture di servizio della Conferenza Episcopale Italiana ed economi, presidenti Istituti Sostentamento Clero e incaricati diocesani del Sovvenire della regione ecclesiastica piemontese.

Obiettivo: informare i partecipanti sull’andamento del sostegno economico alla Chiesa cattolica e sensibilizzare le persone coinvolte sul territorio alla consapevolezza che l’amministrazione dei fondi 8xmille diocesani e la corretta gestione dei beni degli Istituti Diocesani non si realizza solo attraverso l’incentivazione delle firme per l’8xmille alla Chiesa o della raccolta delle offerte liberali, ma anche attraverso una sana e reciproca collaborazione.

 

A 40 anni dalla revisione concordataria, a Villa Cagnola si ricorda il card. Attilio Nicora

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Il 24 febbraio Convegno promosso dal «Comitato amici del cardinal Nicora» per fare memoria del lascito culturale e spirituale del presule, tra gli artefici degli accordi del 1984 tra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica. Ne parla qui la “Chiesa di Milano”.

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«Stato italiano e Chiesa cattolica: quarant’anni dal “nuovo” Concordato (1984-2024)» è il tema del Convegno che sabato 24 febbraio a Villa Cagnola di Gazzada (Varese), «Il Comitato amici del cardinal Nicora» promuove anche per fare memoria del lascito culturale e spirituale del presule.

Nei rapporti fra la Chiesa cattolica e lo Stato italiano il mese di febbraio è un mese ricorrente.

Era l’11 febbraio 1929 quando furono firmati i Patti Lateranensi, che segnarono la conciliazione tra Stato e Santa Sede con la soluzione della cosiddetta «questione romana»: le firme erano quelle di Benito Mussolini, capo del fascismo e del governo italiano, e del cardinale segretario di Stato Pietro Gasparri.

Era il 18 febbraio 1984 quando Bettino Craxi, presidente del Consiglio dei ministri, e il cardinale Agostino Casaroli, segretario di Stato vaticano, siglarono gli Accordi di revisione concordataria, poi approvati a larga maggioranza dal Parlamento italiano.

Si aprì quindi una lunga e complessa fase attuativa di cui, per parte vaticana, fu indiscusso protagonista il cardinale Attilio Nicora, varesino, studi al Liceo Cairoli e in legge alla Cattolica di Milano, per anni leader del cattolicesimo giovanile della città giardino.

Sacerdote dal 1964, vescovo dal 1977, fu nominato co-presidente per la parte ecclesiastica della Commissione paritetica italo-vaticana, cui spettò il compito di preparare la riforma della disciplina riguardante i beni e gli enti ecclesiastici. L’altro co-presidente, sul versante dello Stato, era il professor Francesco Margiotta Broglio, uno dei massimi esperti laici delle relazioni Stato-Chiesa.

Carlo Cardia, insigne esperto di diritto ecclesiastico e già membro della Commissione paritetica dello Stato e consigliere di Enrico Berlinguer per le questioni religiose, nel suo intervento al primo convegno di Varese dedicato a «Don Attilio» – così preferiva essere chiamato – (12 maggio 2018, «Il Pastore e il diplomatico») ricordò i grandi sforzi compiuti «per la definizione di nuove relazioni tra Stato e Chiesa e per l’affermazione del diritto di libertà religiosa nel nostro ordinamento». Fu in quella stagione, sottolineò, che «si scrisse l’intelaiatura complessiva della legislazione ecclesiastica, compresa l’introduzione dell’8xmille, che pose fine al secolare sistema beneficiale e delle cosiddette congrue per i benefici più poveri istituito in Italia (è bene ricordarlo) dai governi liberali e risorgimentali».

Dall’11 febbraio 1987 monsignor Nicora venne posto a disposizione della presidenza della CEI con la qualifica di Incaricato per i problemi relativi all’attuazione degli accordi del 1984. Il 30 giugno 1992 venne nominato da Giovanni Paolo II Vescovo di Verona, dove svolse il suo ministero per cinque anni, seguitando però a collaborare con la CEI e con la Santa Sede per tutti i problemi giuridici inerenti la revisione concordataria.

Un’attenzione che non venne meno neppure negli anni successivi quando, in un crescendo di responsabilità, fu chiamato ai vertici dell’Apsa (l’organismo che amministra il patrimonio della sede apostolica), quindi nella “vigilanza” dello Ior (la ben nota banca vaticana) e infine al vertice dell’Aif, l’Autorità di Informazione Finanziaria voluta da Benedetto XVI. Ruoli ricoperti all’insegna della massima trasparenza, nonostante abbia dovuto misurarsi con difficoltà e ostacoli di ogni genere nel suo lungo percorso di servizio alla Chiesa e alla società italiana. Il cardinale Attilio Nicora è morto a Roma il 22 aprile 2017.

«Il Comitato amici del cardinal Nicora» ha cercato in questi anni non solo di tenere vivo il suo messaggio, ma di farne in qualche misura tema di insegnamento, rilanciando e proponendo il suo lascito culturale e spirituale in quattro incontri pubblici: «Il pastore e il diplomatico» (2018); «Chiesa e società» (2019); «Carità e politica, per un servizio dei cristiani alla società civile» (2021); «Giustizia conflitti solidarietà» (2022).

Nell’intervista a Vatican News-Radio Vaticana è monsignor Luigi Mistò, presidente del FAS, Fondo Assistenza Sanitaria, e professore di Teologia-Sacra Scrittura all’Università LUMSA di Roma, a ricordare la sua figura e la sua opera. Del cardinale, nella relazione tenuta in apertura al Convegno, monsignor Mistò ha ricordato il servizio pastorale vissuto con un genuino senso di fede, di speranza e “con un caloroso senso di carità paziente e costante”.

8xmille / Trapani, accolti dall’Ucraina 63 profughi di cui 20 bambini del Donbass

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In questi due anni di invasione russa in Ucraina, la diocesi di Trapani, aderendo al progetto Apri Ucraina di Caritas italiana, ha accompagnato e sostenuto tanti profughi, soprattutto donne e bambini per offrire risposte adeguate all’evolversi dei bisogni. Per l’accoglienza sono state utilizzate somme dall’8xmille di Caritas italiana, diocesana e diocesi per circa 280mila euro.

Una rete – informa la diocesi – che ha visto in prima linea la Caritas diocesana, la cooperativa Koinonia, alcune parrocchie, volontari impegnati nei diversi servizi legali, sanitari, ricerca di alloggio e lavoro, comunità religiose. In totale 63 profughi tra cui 20 bambini provenienti da due brefotrofi del Donbass accolti presso l’Istituto Incoronata con il supporto degli operatori professionali della cooperativa Koinonia che si è avvalsa anche di personale ucraino alla ricerca di lavoro.

I bambini attualmente ancora ospiti della casa delle suore sono 7: alcuni, infatti, sono andati in affidamento a famiglie ritenute idonee con decreto del Tribunale dei minori di Palermo; per uno di loro si è concluso l’iter di adozione internazionale. Per i piccoli si è creata una sinergia positiva con l’aiuto delle scuole e la disponibilità della Rete Sanitaria Solidale e dell’Incoronata nell’ottenere interventi specialistici al Bambino Gesù di Roma e presso la Fondazione Auxilium. Nel frattempo, alcuni profughi adulti hanno preferito rientrare in patria o nelle nazioni limitrofe. Attualmente la Diocesi ospita un nucleo familiare in appartamento mentre 11 profughi che si sono avvicendati in questi due anni sono accolti presso la Casa Centro Madre Teresa di Calcutta ad Alcamo dopo una prima accoglienza presso i francescani.

(Fonte Agenzia Sir – M. Chiara Biagioni)

Ragusa / Aperto l’anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico. Prolusione di Mons. Baturi

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Monsignor Giuseppe La Placa, nella sua veste di Vescovo moderatore, ha dichiarato ufficialmente aperto l’anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico diocesano di Ragusa. Lo ha fatto lo scorso 16 febbraio al termine di una cerimonia che si è celebrata per la prima volta nella storia della diocesi di Ragusa.

“A conferire ulteriore prestigio all’apertura dell’anno giudiziario è stata la prolusione di Mons. Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari e Segretario Generale della CEI, che si è soffermato sui rapporti tra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica a 40 anni dalla revisione del Concordato”, precisa un comunicato. Ai lavori, che si sono tenuti a Ragusa nella chiesa della Badia, hanno portato i loro saluti il presidente del Tribunale di Ragusa, Francesco Paolo Pitarresi, ed Emanuela Tumino in rappresentanza dell’Ordine degli avvocati di Ragusa.

“Monsignor Baturi ha ricordato le distinte responsabilità che hanno lo Stato e la Chiesa cattolica, ciascuno con la propria sfera di indipendenza e autonomia, ma anche la necessità avvertita da entrambe le parti di collaborare per garantire i diritti fondamentali e il bene della persona”. Baturi ha anche evidenziato “il ruolo sempre più centrale che ha assunto negli anni la Conferenza Episcopale Italiana divenendo a tutti gli effetti, insieme alla Santa Sede, interlocutore dello Stato. E questo vale anche per quanto riguarda il matrimonio concordatario con la CEI che ha raccolto la sfida del Papa a rendere accessibile a tutti il ricorso alle pratiche giudiziarie per l’annullamento del vincolo matrimoniale e ciò è oggi possibile, caso unico al mondo, proprio grazie alle risorse messe a disposizione dall’8xmille nel capitolo dedicato alla pastorale (8 milioni di euro nel 2023)”.

Il legame tra pastorale e attività del Tribunale è stato evidenziato anche dal vicario giudiziale del Tribunale ecclesiastico diocesano don Maurizio Di Maria che ha sottolineato la “particolare sollecitudine pastorale” di mons. La Placa. Il Vescovo “si è fatto infatti interprete nella Chiesa di Ragusa di quella ‘giustizia di prossimità’ che si deve a chi si rivolge a un’istituzione come il Tribunale avendo alle spalle il fallimento della propria vita matrimoniale”.
(Agenzia Sir – Gianni Borsa)

Sacerdoti / Il teologo mons. Dianich: “senza la formazione permanente i preti rischiano di scoraggiarsi”

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“Se manca un impegno serio per la formazione permanente, il rischio per i preti è quello di scoraggiarsi”. Ne è convinto mons. Severino Dianich, teologo di lunghissimo corso nonché uno dei relatori durante il Convegno internazionale per la formazione permanente dei sacerdoti, svoltosi in Vaticano nei giorni scorsi con la partecipazione di oltre mille sacerdoti provenienti da 60 Paesi. M. Micaela Nicolais dell’Agenzia Sir lo ha intervistato per un bilancio del convegno, promosso dal Dicastero per il Clero in collaborazione con il Dicastero per l’Evangelizzazione e il Dicastero per le Chiese orientali.

Qual è l’identità dei sacerdoti in una Chiesa sinodale e missionaria?
Riguardo all’identità sacerdotale, la grande tradizione più antica vede al centro del ministero del prete la predicazione del Vangelo, mentre c’è una grande tradizione medievale, poi confermata dal Concilio di Trento, secondo la quale al centro dell’identità sacerdotale c’è l’Eucarestia. A mio avviso, questa dialettica è feconda, allora come oggi, perché l’Eucaristia è senza dubbio il punto più alto, più sublime dell’essenza del ministero sacerdotale, ma la predicazione del Vangelo è il punto primo: senza la predicazione del Vangelo non si fa l’Eucaristia.
Quarant’anni fa, sulla teologia del ministero ordinato c’era un grande fervore, poi dopo il Concilio il dibattito si è addormentato. Oggi trovo attinente questa dialettica tra predicazione del Vangelo ed Eucaristia, in un tempo in cui anche nei Paesi di antica tradizione cattolica si sta riaprendo la difficoltà non nella predicazione del Vangelo in Chiesa, ma dell’annuncio del Vangelo ai non credenti, che anche in questi Paesi sono diventati ormai numerosissimi. Per questo è importante concepire l’identità del sacerdote in senso sempre più missionario e sinodale.

Uno degli snodi forse da affrontare è lo scarto che c’è tra la formazione dei preti in seminario e la formazione permanente.
Il cardinale Tagle, nella sua introduzione al Convegno, è stato molto robusto e provocatorio su questo punto. Del resto, occorre tener presente che in un’epoca sempre più caratterizzata dai ritmi frenetici come la nostra ciò accade anche in altre professioni: molto spesso, infatti, la formazione personale si ferma a quella dell’università. Tra i preti, comunque, lo scarto tra la formazione dei seminari e la formazione permanente è abbastanza frequente, anche perché la pressione delle tante attività che si devono svolgere è così forte che difficilmente un prete trova il tempo per leggere un libro. Se, da un lato, la formazione permanente dei preti deve avere al centro la formazione teologica e pastorale, anche per approfondire le teorie e le conoscenze che caratterizzano il mondo contemporaneo e che sono in continua evoluzione, dall’altro occorre tenere conto del lato umano e sentimentale che fa parte del compito molto duro e difficile del sacerdote, molto spesso destinato alla frustrazione.
Se manca un impegno serio per la formazione permanente, il rischio per i preti è quello di scoraggiarsi, di incrociare le braccia e di venirsi a trovare in una situazione moralmente e spiritualmente deplorevole, perdendo così quello slancio che li aveva spinti ad abbracciare la vita sacerdotale.

Una parte importante della formazione di un sacerdote, oltre all’aspetto pastorale, spirituale e teologico – come ha sottolineato anche il Papa nell’udienza concessa ai partecipanti al convegno – è la “formazione umana integrale”, anche per scongiurare le derive più gravi degli abusi. Come affrontare questo capitolo così delicato
Secondo me ha pesato e pesa tuttora molto, anche sui preti giovani – anzi, per loro è perfino accentuata – quella inveterata abitudine per cui il prete è considerato una persona “diversa”, con qualcosa in più di irraggiungibile, perché è una persona sacra. Tutto ciò fa enormi danni, come ho constatato anche durante il convegno nel mio gruppo di lavoro. Due preti africani, ad esempio, hanno raccontato come da loro nessuno mai osa fare una critica ad un sacerdote.
Da noi i preti sono criticatissimi ma sui media, pochissimo invece faccia a faccia: nelle nostre comunità parrocchiali raramente si crea un rapporto di parità, per cui un prete possa ricevere anche rimproveri e critiche che sarebbero fecondissimi. In questo senso, l’esperienza recente del Sinodo è stata notevole, perché fra preti, laici, religiose e religiosi, vescovi, cardinali, c’era uno spirito di parità: scomparivano i titoli e si passava facilmente al “tu”. L’autocoscienza di un prete si forma moltissimo in parrocchia, e il seminario è il luogo della formazione teologica, spirituale ma anche umana: è qui che bisogna agire soprattutto. Se già in seminario l’elemento in cui si insiste è la predicazione del Vangelo, prima che l’elemento della celebrazione dei riti sacri, l’equilibrio dell’identità sacerdotale si sposta immediatamente in maniera feconda.

Nel suo discorso, Papa Francesco ha parlato anche della necessità di una “pastorale generativa”, legata al proprio popolo di appartenenza. Quale fotografia della Chiesa italiana lei scatterebbe, sotto questo aspetto?
Una fotografia senza ombra di dubbio positiva. Ho girato molti Paesi lungo la mia lunghissima vita, e devo dire che la Chiesa italiana – e lo dobbiamo a Don Bosco – dall’Ottocento in poi ha dato vita ad una figura di prete molto più legata alla popolazione, molto più familiare. Don Bosco è finito anche in manicomio, perché giocava a pallone con i suoi ragazzi, e questo profilo dell’identità sacerdotale è rimasto fino ad oggi. Rispetto ad altri Paesi del Nord Europa, ad esempio, dove la figura del prete è quasi assimilata a quella di un impiegato, con un orario di ufficio stabilito, la tradizione italiana è molto buona. Il rischio è che la si perda con le unità pastorali, in cui i parroci hanno quattro o cinque comunità, devono correre dall’una all’altra per celebrare la Messa e non hanno il tempo per stare con la gente. E’ un rischio che va evitato in tutte le maniere, ad esempio selezionando tra le attività del prete le cose più importanti e decentrando le responsabilità: in Italia abbiamo laici preparatissimi. Per questo, ancora una volta, è importante la sinodalità, affinché l’identità del sacerdoti trovi la sua definizione e regolazione anche con una riforma del Diritto Canonico, che il Sinodo sta chiedendo.

8xmille sviluppo dei popoli / Oltre 12 milioni di euro per formazione, inclusione e sanità

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Grazie ai fondi dell’8xmille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica saranno realizzati 73 nuovi progetti in Africa, America Latina, Asia e Medio Oriente.

Infatti il Comitato per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli, nella riunione del 9 e 10 febbraio, ha approvato 73 nuovi progetti, per i quali saranno stanziati € 12.295.703 così suddivisi:

€ 6.855.679 per 36 progetti in Africa, € 3.324.648 per 18 progetti in America Latina; € 1.978.675 per 18 progetti in Asia; € 136.701 per 1 progetto in Medio Oriente.

Tra gli interventi che saranno realizzati nel Continente africano, grande attenzione sarà data alla formazione: a Nsimalen, in Cameroun, l’Associazione Volontari per lo Sviluppo dei Popoli Onlus (Avaz) realizzerà un Centro di formazione professionale d’arte e dei mestieri; in Madagascar, le suore di Cristo (Unione Mysterium Christi) allestiranno un laboratorio informatico ed uno audiovisivo nella scuola “Sainte Therese” di Ampasimbe Manantsatrana, mentre in Ciad la Fondazione ACRA promuoverà una vasta opera educativa, con un focus sulle pari opportunità e l’uguaglianza di genere, a favore della popolazione di tre diocesi e specialmente delle donne (la cui alfabetizzazione, nell’area del progetto, è pari al 14%). Nella Repubblica Democratica del Congo, la Congregazione dei Servi del Sacro Cuore dell’arcidiocesi di Mbandaka-Bikoro costruirà e allestirà un Centro di recupero scolastico per bambini di etnia pigmea e giovani emarginati. In Tanzania, la diocesi di Singida realizzerà un Centro sociale a Makiungu per favorire l’empowerment socio-economico, lo sviluppo delle competenze e la formazione socio culturale così da combattere l’analfabetismo, la povertà, le malattie e la disoccupazione. Sul piano sanitario, in Burkina Faso, le suore missionarie di Nostra Signora degli Apostoli costruiranno ed equipaggeranno il reparto di radiologia del “Centre Medical Bethanie”, un ospedale con chirurgia, pediatria, ostetricia a servizio della popolazione della regione est del Paese. Particolare rilevanza assume l’intervento promosso dalla diocesi di Dassa-Zoume che, in Benin, costruirà un pozzo con relativa cisterna e rete idrica per assicurare acqua potabile ad almeno 3000 abitanti del villaggio di Okonta-Ossè, dove l’approvvigionamento idrico è attualmente molto difficile.

Tra i progetti più significativi, cinque sono nel Continente latino-americano: in Bolivia, gli Scalabriniani contribuiranno all’integrazione socioeconomica e culturale dei migranti e rifugiati, mentre in Cile verrà favorita, nella regione dell’Araucania, l’inclusione dell’etnia Mapuche che costituisce il 26% della popolazione, attraverso iniziative di conoscenza e dialogo. In Brasile, la diocesi di Juina aumenterà la capacità dell’impianto attuale di riciclaggio dei rifiuti (da 300 a 600 tonnellate all’anno) e, di conseguenza, il numero dei lavoratori coinvolti, oltre a creare nuove strutture e infrastrutture a favore della popolazione locale. Ad Haiti la Congregazione di Santa Croce istituirà un laboratorio medico e una farmacia nel quartiere Bizoton 53. In Venezuela, infine, il Vicariato Apostolico di Caroní ristrutturerà ed amplierà il Centro Sociale Femminile “Santa Teresita del Niño Jesús2 per la promozione delle donne.

Nel Continente Asiatico: in India, verrà ristrutturata la Scuola Superiore “Bala Jyoti Remedial” che offre istruzione e alloggio a titolo gratuito a studenti di famiglie povere, mentre, in Myanmar, il Myanmar Jesuit Region potenzierà la struttura di coordinamento e assistenza dei college presenti sul territorio. La rete è fondamentale soprattutto dopo la chiusura dell’università e l’interruzione dell’insegnamento secondario.

In Medio Oriente, in Libano, l’AVSI sosterrà le scuole locali nel fornire un’istruzione di qualità per tutti, concentrandosi sullo sviluppo delle competenze degli insegnanti e sull’inclusione sociale degli studenti con difficoltà di apprendimento e disabilità. L’intervento riguarderà quattro scuole private che ospitano diverse comunità religiose e accolgono alunni provenienti anche dagli insediamenti di rifugiati siriani del distretto di Marjayoun.

14 febbraio 2024