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La ripartizione dell’8xmille nella diocesi di Roma

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«Una firma che fa bene», come pubblicato qualche giorno fa, è lo slogan della nuova campagna di comunicazione della Conferenza Episcopale Italiana sull’8xmille, avviata il 2 maggio. Nell’occasione della Giornata Nazionale di sensibilizzazione celebrata il 7 maggio, la diocesi di Roma diffonde i dati della ripartizione dell’8xmille nel 2022.

La somma riguardante la quota parte dell’8xmille Irpef assegnata dalla Cei alla diocesi di Roma, compresi gli interessi maturati, è stata erogata nello scorso mese di dicembre. Per interventi caritativi sono stati erogati 4.183.198,21 euro. « Il contributo – spiega don Francesco Galluzzo, direttore dell’Ufficio amministrativo del Vicariato – è stato così destinato: a nuclei familiari bisognosi, che hanno ricevuto un segno concreto di solidarietà tramite le comunità parrocchiali individuate dai vescovi ausiliari; alla realizzazione di progetti caritativi diocesani, all’assistenza ai detenuti e al sostegno delle attività caritative e di sostegno promosse dalla Caritas diocesana; ad associazioni o enti ecclesiastici che operano nel campo della emarginazione nei suoi diversi aspetti; ad enti ecclesiastici e centri per il sostegno alla vita; a progetti di sviluppo dei missionari romani e al sostegno dei migranti; per assistenza al clero anziano e malato».

La somma erogata «per esigenze di culto e pastorale» ammonta invece a 4.395.850,79 euro. «La quota dell’8xmille – sottolinea  Galluzzo – è stata distribuita tra le seguenti esigenze principali: esercizio del culto; cura delle anime; formazione del clero e formazione teologico-pastorale del popolo di Dio; scopi missionari; catechesi ed educazione cristiana». Le somme per l’esercizio del culto «sono state destinate alla formazione di operatori liturgici, alla costruzione di nuovi complessi, e ad opere conservative e di restauro di parrocchie, chiese ed edifici di culto appartenenti alla diocesi. La cura delle anime – prosegue il direttore dell’Ufficio amministrativo – è consistita nella realizzazione di iniziative comunitarie, per l’andamento della Curia diocesana, per i mezzi di comunicazione sociale a finalità pastorale, per la formazione del clero, che si è concretizzata nell’assegnare borse di studio e contributi significativi ai Seminari diocesani, per la formazione dei diaconi permanenti e per il servizio diocesano “Sovvenire”. Sotto la voce “catechesi, educazione cristiana e scopi missionari” sono ricomprese le somme erogate per iniziative di cultura religiosa, le attività di sostegno alle missioni, ad associazioni ed enti culturali».

Insieme ai dati della ripartizione dei fondi 8xmille per la diocesi di Roma, vengono diffusi come di consueto anche quelli per la diocesi di Ostia, il cui amministratore apostolico è il cardinale Angelo De Donatis, vicario per la diocesi di Roma. Nel 2022 la somma erogata per esigenze di culto e pastorale è stata di 142.519,50 euro, al fine di realizzare attività pastorali. Per interventi caritativi sono stati erogati 135.612,35 euro, «contributo interamente destinato – spiega don Francesco Galluzzo, direttore dell’Ufficio amministrativo del Vicariato di Roma – alla realizzazione di progetti caritativi diocesani».

A partire dai prossimi giorni, nell’ambito dell’iniziativa promossa dal Servizio Cei per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica e dalla Fisc, Romasette.it proporrà il racconto di alcune esperienze di opere sostenute in diocesi dai fondi 8xmille e altri servizi sull’argomento.

Radio Vaticana / Mons. Prevost: “Il Vescovo è un pastore vicino al popolo, non un manager”

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Vi segnaliamo l’intervista che Andrea Tornielli (direttore editoriale del Dicastero per la comunicazione della santa sede) ha fatto per i media vaticani al Prefetto del Dicastero per il Vescovi Monsignor Robert Francis Prevost, tracciando un identikit del “Vescovo” per il tempo in cui viviamo.

Alla domanda “Quanto incidono nella vita dei Vescovi i problemi economici?” Monsignor Robert Francis Prevost (il frate agostiniano che Papa Francesco ha scelto per succedere al cardinale Marc Ouellet) ha risposto:

Al vescovo è chiesto anche di essere un buon amministratore o almeno la capacità di trovare un buon amministratore che lo aiuti. Il Papa ci ha detto di volere una Chiesa povera e per i poveri. Ci sono casi in cui le strutture e infrastrutture di un tempo non servono più e si fa fatica a mantenerle. Allo stesso tempo, anche nei luoghi dove ho lavorato, la Chiesa è responsabile di istituzioni educative e sanitarie che offrono servizi fondamentali al popolo, perché molte volte lo Stato non riesce a garantirli.

Personalmente non sono dell’opinione che la Chiesa debba vendere tutto e “solo” predicare il Vangelo nelle strade. Si tratta comunque di una responsabilità molto grande, non ci sono risposte univoche. C’è da promuovere maggiormente l’aiuto fraterno fra le Chiese locali. Di fronte alle necessità di mantenere in vita delle strutture di servizio con le entrate che non sono più quelle di una volta, il Vescovo deve essere molto pratico. Le monache di clausura sempre dicono: ‘Bisogna avere fiducia e affidare tutto alla Provvidenza Divina, perché si troverà il modo per rispondere’. L’importante è anche non dimenticarsi mai della dimensione spirituale della nostra vocazione. Altrimenti si rischia di diventare dei manager e ragionare come manager. Qualche volta succede”.

Sovvenire – Uniti nel dono / Per giugno, un sorriso e 50 grani di Cielo

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È il sorriso di Giacomo Poretti, a giugno, ad accogliere i lettori di Sovvenire, con la sua bella testimonianza di fede e di gratitudine verso i sacerdoti. Ma il terzo numero di questo 2023, in realtà, profuma di rose. Il dossier, infatti, è dedicato proprio alla devozione mariana e alla preghiera del Rosario.

Il Rosario è una dolce catena – scrive nell’editoriale Massimo Monzio Compagnoniche ci unisce in cordata gli uni agli altri, e ci ricorda verso dove siamo incamminati. In fondo poi, lo spalancare una finestra verso il Cielo è quel che fanno, ogni giorno, anche i nostri sacerdoti nella vita delle nostre comunità”.

Le storie di questo numero di Sovvenire – prosegue il Direttore – ne sono l’ennesima conferma: da Castellammare di Stabia alla Valtellina, passando per Grosseto, abbiamo scelto di riproporvi solo alcune delle cose belle che potete trovare se andate a visitare il nostro sito, www.unitineldono.it. E potete respirare anche l’aria della missione ad gentes, con la testimonianza che grazie alla fondazione Missio abbiamo ricevuto addirittura da Papua”.

Sono proprio loro, i sacerdoti, – conclude Monzio Compagnoni – che permettendoci di celebrare l’Eucarestia ci consentono di santificare il dono della nostra vita unendolo a quello del Corpo e del Sangue del Signore. Ma quel legame possiamo tenerlo vivo e fecondo ogni giorno, con la nostra preghiera personale: la corona del Rosario è uno degli strumenti a nostra disposizione e ha l’enorme vantaggio di non richiedere nessuna particolare circostanza se non… un cuore disponibile”.

Qui il pdf del periodico nel nuovo formato, che permette di accedere direttamente a video, audio e foto-gallery.

Firmato da Te / L’8xmille tesse “Trama e Ordito” a Urbino

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Il progetto “Trama e Ordito”, avviato nel 2022 in collaborazione con la parrocchia Cristo Re di Trasanni di Urbino, è incentrato principalmente sul laboratorio di cucito.

Si tratta di un luogo pensato per condividere insieme un tempo di apprendimento, formazione e sperimentazione, dove si può imparare l’uso della macchina da cucire per poi riuscire a realizzare, anche in autonomia, dei progetti. Il laboratorio è aperto a tutti ed è uno spazio di integrazione e socializzazione. Grazie ai fondi dell’8xmille di Caritas Italiana è stato possibile acquistare le attrezzature necessarie per dare un senso di professionalità al laboratorio stesso e continuare a regalare una speranza alle donne che lo frequentano.

Scopri su www.8xmille.it i progetti realizzati anche grazie alla firma per l’8xmille alla Chiesa cattolica.

A maggio dedichiamo più di una domenica all’8xmille

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Domenica 7 maggio, come è stato già detto e scritto, si è celebrata la Giornata Nazionale dell’8xmille alla Chiesa cattolica che quest’anno è stata accompagnata dallo slogan della nuova campagna appena lanciata dalla CEI: “Una firma che fa bene”. Il claim fa riferimento ai gesti di altruismo che non fanno sentire bene solo chi li riceve, ma anche chi li compie e che, attraverso la firma per l’8xmille alla Chiesa cattolica, possono moltiplicare la sensazione di benessere per migliaia di volte.

Proprio in relazione al bene che può fare una firma, una domenica non basta. Quindi continuiamo a promuoverla anche nelle settimane successive.

Firmare è importante perché permette di riscoprire i valori fondamentali dell’8xmille: il bene comune, la condivisione, la corresponsabilità, il sostegno economico delle Chiese nella loro missione. È fondamentale comprendere il significato che questo gesto rappresenta per tutti, credenti e non, in termini di solidarietà e democrazia. Destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica è una scelta di libertà per lo Stato e non di convenienza economica. Con le risorse a disposizione si va incontro ai bisogni delle persone indigenti, dei migranti, di chi cerca una casa, di chi ha necessità di curarsi, dei più poveri, italiani e stranieri”, afferma il Segretario Generale della CEI, Mons. Giuseppe Baturi.

Al contribuente la firma non costa nulla e possono apporla tutti coloro che concorrono al gettito Irpef: chi presenta il 730 o il Modello Redditi, ma anche chi dispone solamente del Modello CU, perché possiede unicamente redditi di pensione, di lavoro dipendente o assimilati e non è obbligato a presentare la dichiarazione.

Come è noto, la decisione di chi si esprime serve a stabilire la destinazione dell’intera quota da assegnare, supplendo dunque anche alla mancata espressione di una preferenza da parte di chi non firma.

Nell’anno 2022 chi firma per la Chiesa cattolica ha contribuito a rendere possibile lo stanziamento di 150 milioni di euro per la carità delle Diocesi italiane (mense, centri di ascolto, soccorso a disoccupati, vittime dell’usura, immigrati, emarginati, anziani abbandonati); 53 milioni di euro per altre esigenze di rilievo nazionale; 80 milioni per progetti di sviluppo e solidarietà nel Sud del mondo; 84 milioni per la manutenzione e il restauro delle chiese e 410 milioni per mantenere dignitosamente i circa 33.000 sacerdoti che operano nelle Diocesi, 300 dei quali missionari fidei donum nei Paesi più poveri.

È possibile visionare un rendiconto dettagliato su www.8xmille.it oppure su chiesacattolica.it.

In allegato il pieghevole e la locandina.

Ales-Terralba / Come la Caritas sarda pensa a bambini e ragazzi

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Vi segnaliamo questo articolo di Stefano Caredda pubblicato su Redattore Sociale del 2 maggio che racconta come ad Ales-Terralba, la Caritas sarda pensa a bambini e ragazzi ma non solo. In un territorio a forte rischio di dispersione scolastica e povertà educativa, si presenta un viaggio fra le attività che la Caritas locale mette in campo per ascoltare i ragazzi, aiutare le famiglie e migliorare per l’oggi e per il domani il tessuto sociale e il senso di comunità. Anche grazie ai fondi 8xmille destinati alla Chiesa cattolica.

Si legge tra l’altro: <<L’impegno della diocesi in campo educativo comprende ancora la concessione di borse di studio (70 negli ultimi due anni) per percorsi formativi di studio della lingua inglese, di arte, laboratori di artigianato artistico, corsi per OSS, acconciatore, conduzione di animali per onoterapia, Accademia di Design, master universitari e nel conseguimento del diploma di scuola superiore per giovani adulti. C’è un laboratorio di giornalismo che coinvolge il giornale diocesano “Il Nuovo Cammino”, e poi il sostegno a bambini in difficoltà, con (ma anche senza) diagnosi di Dsa o Bes. Un’attività, quest’ultima, denominata “Nessuno escluso”, che attiva una rete operativa costituita da Caritas diocesana, Centri d’ascolto parrocchiali, famiglie, professionisti (psicologi, pedagogisti, logopedisti ed educatori), istituzioni scolastiche e Servizi sociali comunali, che mette a disposizione un trattamento gratuito dei disturbi specifici dell’apprendimento per quegli studenti che una volta effettuata la diagnosi non avrebbero, all’interno del proprio nucleo familiare, la possibilità economica per sostenere un percorso riabilitativo. Tutte attività, quelle fin qui raccontate, sono rese possibili, sottolinea il direttore della Caritas diocesana di Ales- Terralba don Marco Statzu, “grazie ai fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica, che in questo territorio, come in tanti altri, viene utilizzato per investire nel settore dell’educazione”>>.

Questa storia viene raccontata in occasione del quarto appuntamento del ciclo di seminari “Raccontare il territorio”, organizzato dall’Ordine dei giornalisti della Sardegna, dalla Caritas regionale e da Redattore Sociale: un viaggio a tappe in diverse diocesi della Sardegna per approfondire alcuni fenomeni sociali che interessano queste zone e che, dopo il primo appuntamento di Tempio Pausania sulla sanità, il secondo di Oristano sul tema degli anziani e della “silver economy”, e il terzo a Ozieri per riflettere sulla disabilità, ci dà appuntamento in questa cittadina di poco più di 8 mila abitanti per affrontare il tema dell’educazione e del contrasto alla povertà educativa.

8xmille alla Chiesa cattolica / Dal 2 maggio la nuova campagna CEI

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Dalla Casa della Carità, che a Seregno offre ospitalità ai più fragili senza fissa dimora, alla mensa delle parrocchie solidali di Brindisi, mano tesa rivolta a quanti sono a rischio di esclusione sociale. Dalla Casa Santa Elisabetta, un condominio solidale nel cuore di Verona per donne sole con minori, ad Opera Seme Farm, una filiera etica che, nel Salento, promuove i prodotti del territorio generando valore e occupazione. Da questi luoghi viene lanciato un messaggio chiaro: “Se fare un gesto d’amore ti fa sentire bene, immagina farne migliaia”. Si tratta del claim della nuova campagna di comunicazione dell’8xmille della Conferenza episcopale italiana, che mette in evidenza il significato profondo di un semplice gesto che permette ogni anno la realizzazione di migliaia di progetti in Italia e nei Paesi in via di sviluppo.

La campagna, on air dal 2 maggio, mette inoltre in luce la relazione forte e significativa tra la vita quotidiana dei cittadini e le opere della Chiesa, attraverso la metafora dei “gesti d’amore”: piccoli o grandi gesti di altruismo che capita di fare nella vita e che non fanno sentire bene solo chi li riceve, ma anche chi li compie.

Qui la dichiarazione del Segretario della CEI, S.Ecc. Mons. Giuseppe Baturi per l’Agenzia Sir e il servizio di Tv2000. E qui l’articolo pubblicato dal quotidiano Avvenire.

Un gesto d’amore che si moltiplica.
Il messaggio che la campagna intende diffondere è che, attraverso la firma dell’8xmille alla Chiesa cattolica, è possibile moltiplicare la sensazione di benessere che si prova quando si compie un gesto d’amore. Come fa la Chiesa ogni giorno con i suoi interventi arrivando capillarmente sul territorio a sostenere e aiutare chi ne ha più bisogno: poveri, senzatetto, immigrati, ma anche italiani che attraversano momenti di difficoltà. “L’obiettivo della campagna 2023 – afferma il responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoniè far comprendere il valore di un gesto molto semplice come una firma, abbinandolo a momenti della vita di tutti i giorni. Gli spot ruotano intorno al concetto del ‘sentirsi bene’ prendendosi cura del prossimo grazie ad un’opzione, nella propria dichiarazione dei redditi, che si traduce in migliaia di progetti. Chi firma è protagonista di un cambiamento ed è autore di una scelta solidale, frutto di una decisione consapevole, da rinnovare ogni anno. In ogni iniziativa le risorse economiche sono messe a frutto da sacerdoti, suore, operatori e dai tantissimi volontari che, con le nostre firme, sono il vero motore dei progetti realizzati”.

Otto storie di speranze e coraggio.
Nella campagna 2023 la Chiesa si racconta attraverso otto storie di speranza e di coraggio. Spot non più generici, come nel passato, ma pensati per altrettanti target di pubblico. Che mettono in luce il valore della gratuità e gli sforzi di una Chiesa in uscita, che si prende costantemente cura dei più deboli, donando opportunità e fiducia, intervenendo con discrezione e rispetto, operando con creatività e positività. I video sono stati girati in luoghi simbolo, che rispecchiano proprio questi valori. Un esempio è il Centro di ascolto diocesano di Albano, un luogo accogliente e familiare per chi ha bisogno di assistenza alimentare e non solo. Farsi prossimo con l’accoglienza ed il primo soccorso è la mission del progetto “Un popolo per tutti” che, a Roccella Jonica, rappresenta un approdo sicuro per i migranti in fuga e in cerca di un futuro migliore. Grazie alle firme, ogni anno, vengono restituiti a fedeli e visitatori molti tesori dimenticati. Come ad Ancona dove la chiesa di Santa Maria della Piazza, gioiello romanico, è sottoposta ad un intervento di restauro conservativo per continuare a tramandare arte e fede alle generazioni future.

Dopo gli anni difficili della pandemia la campagna, quest’anno, vola all’estero per documentare come a Tosamaganga, in Tanzania, con il supporto delle firme la speranza sia giunta in aula e in corsia. Qui i medici del Cuamm, la prima organizzazione italiana per la promozione e la tutela della salute delle popolazioni africane, sono presenti da oltre 50 anni e si prendono cura delle persone più vulnerabili, soprattutto delle mamme e dei bambini, fin dai primi attimi di vita.

La nuova campagna 8xmille è ideata dall’agenzia Wunderman Thompson Italia che si è aggiudicata la gara indetta dal Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica: creatività di Massimiliano Traschitti e Antonio Codina, regia di Edoardo Lugari. Le foto sono di Francesco Zizola. La casa di produzione è Casta Diva/Masi Film. Sarà pianificata su tv e web con due spot da 30” e otto da 15” dedicati a diversi target, Inoltre, la campagna si svilupperà su stampa, affissione e radio.

Su www.8xmille.it sono disponibili anche i filmati di approfondimento sulle singole opere mentre un’intera sezione è dedicata al rendiconto storico della ripartizione 8xmille a livello nazionale e diocesano. Nell’area Mappa 8xmille sono geolocalizzati e documentati migliaia di interventi già realizzati, in Italia e nel mondo. Una geografia di opere in aggiornamento, nel segno della rendicontazione e della trasparenza verso chi ha generato con la firma opere di fraternità secondo tre direttrici fondamentali di spesa: culto e pastorale, sostentamento dei sacerdoti diocesani, carità in Italia e nei Paesi in via di sviluppo.

Qui il servizio sulla campagna CEI della Radio Vaticana.

La Chiesa cattolica ogni anno si affida alla libertà e alla corresponsabilità dei fedeli e contribuenti italiani per rinnovare la firma che si concretizza in risorse per la realizzazione di opere dove tanti, ogni giorno, trovano porte aperte e speranza restituita.

Per informazioni e aggiornamenti:

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Corridoi umanitari / In Italia 67 arrivi dall’Etiopia

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Sono 67 i rifugiati atterrati nei giorni scorsi all’aeroporto di Fiumicino dall’Etiopia grazie al primo corridoio umanitario reso possibile grazie alla firma del terzo protocollo d’intesa tra il governo italiano, la Conferenza Episcopale Italiana che agisce attraverso la Caritas italiana e la Comunità di Sant’Egidio.

Il volo dell’Ethiopian Airlines proveniente da Addis Abeba ha trasportato persone vulnerabili di nazionalità eritrea e sud sudanese, che da tempo erano rifugiate in Etiopia. Nella maggior parte dei casi i loro nominativi sono stati segnalati da parenti e amici arrivati in Italia grazie a precedenti corridoi umanitari. Saranno loro a dare ospitalità ai nuovi arrivati in cinque regioni italiane (Lazio, Campania, Emilia Romagna, Lombardia, Veneto) a garanzia, si legge in un comunicato della Comunità di Sant’Egidio, di una più facile e rapida integrazione.

“Una festa di famiglia”, l’ha definita il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, “perché sono tante le famiglie che si riuniscono. Abbiamo visto gli abbracci e i baci. È veramente un giorno di festa”. “La cosa più bella – ha detto – che avrete in Italia è la scuola. Da domani potrete finalmente studiare!”. I venti minori arrivati, infatti, saranno immediatamente iscritti a scuola mentre gli adulti seguiranno un corso d’italiano e, dopo aver ottenuto lo status di rifugiato, saranno introdotti nel mondo del lavoro.

“Siamo molto felici e con grande gioia vi accogliamo oggi”, è stato il benvenuto di Silvia Sinibaldi, vicedirettrice di Caritas Italiana. “Siete finalmente riusciti ad arrivare al termine di un percorso certamente non immediato, ma molto serio e animato dalla speranza e dalla generosità delle comunità che vi accoglieranno e dalle vostre famiglie con le quali vi state ricongiungendo”. “L’accoglienza non è un punto di arrivo, ma il punto di una nuova partenza”, ha ribadito, “sappiamo essere una goccia nel mare, ma abbiamo imparato che tante gocce messe insieme fanno come minimo un’onda”. Il progetto, inoltre, sarà del tutto finanziato attraverso l’8xmille della CEI, i fondi raccolti dalla Comunità di Sant’Egidio e le donazioni e la disponibilità dei cittadini.

“I corridoi umanitari non solo mirano a far giungere in Italia e in altri Paesi europei persone profughe, strappandole da situazioni di incertezza, pericolo e attese infinite”, aveva sottolineato Papa Francesco lo scorso 18 marzo, ricevendo in udienza i cinquemila rifugiati arrivati in Italia e in Europa attraverso quello che è uno dei pochi modi legali per poter lasciare Africa e Medio Oriente senza passare attraverso le tragiche rotte degli scafisti nel Mediterraneo. “Essi”, aveva ribadito Francesco, “operano anche per l’integrazione, e questo è importante per finire integrare e non solo salvare, ma integrare. E integrare è parte della salvezza”.

Qui l’articolo di Michele Raviart per Radio Vaticana del 26 aprile.

Africa / Da Merano al cuore del Benin una scuola per 300 bambini

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La nuova struttura didattica di Firou, inaugurata nei giorni scorsi, è stata costruita dal Gruppo Missionario “Un pozzo per la vita” di Merano (GMM), in provincia di Bolzano, in collaborazione con la Caritas della diocesi di Natitingou e con il contributo dai fondi dell’8xmille assegnato dal Servizio per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo della Conferenza episcopale italiana. L’opera è costata 214mila euro, di cui 180mila messi a disposizione dalla Cei.

È l’unica scuola primaria esistente nella zona di Firou, un centro di 12mila abitanti tra le montagne di Atakora, nel Nord del Benin, Stato dell’Africa occidentale tra la Nigeria e Togo. Oltre ai bambini del posto, ogni mattina arrivano qui dai quindici villaggi rurali del circondario circa 300 alunni che altrimenti non avrebbero altre occasioni per imparare a leggere e scrivere. La scuola più prossima, infatti, situata nel capoluogo della regione Kérou, è distante 25 chilometri: troppi in una zona con scarsi collegamenti stradali e senza adeguati servizi di trasporto.

Il progetto, inoltre, consente di accogliere nella scuola anche i figli delle famiglie più povere grazie al sostegno della “rete” di solidarietà tra le scuole cattoliche della diocesi di Natitingou. L’obiettivo è di dare la possibilità a tutti di completare gli studi e proseguirli anche nei livelli superiori. «La priorità è l’educazione» afferma il vescovo di Natitingou, Antoine Sabi Bio. L’obiettivo della diocesi, che copre il territorio dell’Atacora, è di poter mettere a disposizione della popolazione almeno una scuola primaria in ogni parrocchia. Qui il resto dell’articolo di Fulvio Fulvi (Avvenire 27 aprile 2023).

 

Uniti nel dono / Un nuovo albero in Camerun può fare la differenza anche a Reggio Calabria

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Una serata in pizzeria, don Davide e i ragazzi del coro. Si parla anche dei cambiamenti climatici. Il bisogno di fare qualcosa di concreto è forte… e arriva un’idea: con Treedom, piantare alberi nel Sud del mondo dando lavoro a chi non ce l’ha e producendo ossigeno. Poi lo sforzo di convincere “i grandi” a partecipare, investendo qualcosa. E il gioco è fatto: arriva la parrocchia a “emissioni zero”!

Tramite il sito internet Treedom, infatti, la comunità ha piantato degli alberi di cacao in Camerum, tali da compensare i 600 kg di Co2 prodotti ogni anno dalla parrocchia. In realtà hanno fatto ancora meglio: grazie a queste piante, compensano 1,27 tonnellate di Co2, più del doppio di quella che immettono nell’atmosfera. Non solo. La coltivazione del cacao crea possibilità lavorative per i camerunensi. Ogni albero è tracciato, può essere chiamato con un nome scelto dall’acquirente e viene seguito digitalmente nelle sue fasi di crescita.

Un’idea originale nata dai ragazzi della parrocchia, molto sensibili al tema dell’ambiente. «Treedom ci ha dato un lume di speranza, la possibilità di fare la nostra parte e dare il nostro contributo», dichiara Marco, 16 anni, che canta nel coro parrocchiale. «Abbiamo calcolato quanto la nostra parrocchia consuma e ci siamo dati l’obiettivo di cercare di recuperare tutta questa anidride carbonica emessa – spiega –. Al momento siamo riusciti a piantare poco più di venti alberi di cacao».

Scopri tutti i particolari nell’articolo pubblicato su unitineldono.it.