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8xmille / Alla mensa Caritas di Oppido Mamertina-Palmi 20mila pasti caldi in un anno

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Destinata a chi è in povertà estrema, per la maggior parte famiglie in difficoltà economica e migranti residenti sul territorio, la mensa diocesana della Caritas di Oppido Mamertina-Palmi è una mano tesa rivolta a quanti sono a rischio di esclusione sociale.

Opera-segno della Caritas diocesana, la mensa nasce dal progetto 8xmille “Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare” per rispondere ai bisogni primari di molte persone in stato di vulnerabilità residenti nel territorio. Sorta presso l’Istituto delle Suore della Carità, in una zona centrale del paese, offre ampi spazi con 100 posti a sedere. Aperta due giorni a settimana, grazie ad una squadra di 30 volontari, la mensa distribuisce 400 pasti a settimana. In un ambiente familiare, gli operatori condividono con gioia alcuni momenti della giornata con gli ospiti: chi arriva ha la certezza non soltanto di ricevere un pasto caldo ma di essere accolto, di trovare qualcuno sempre pronto ad ascoltarlo.

“La mensa, situata in un luogo strategico, abbraccia un notevole bacino di utenza – spiega il diacono Michele Vomera, direttore della Caritas ed è anche situata in una zona di passaggio per i molti migranti che vivono negli insediamenti del territorio. Ogni giorno entriamo in contatto con famiglie in difficoltà ed immigrati. I fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica ci hanno permesso di realizzare uno spazio accogliente e ampio per aiutare i nostri ospiti a sentirsi a casa. La mensa è un punto di riferimento che trae valore aggiunto anche dalla presenza delle Suore della Carità che con il loro amorevole sorriso sono sempre pronte a donare supporto ed una parola di conforto”.

Grazie alle firme, nel triennio 2020-2024, sono arrivati 130mila euro che hanno permesso di offrire dei servizi stabili tra i quali spicca la mensa sociale che detiene un regime di funzionamento ottimale. Il lavoro dei volontari coinvolti in mensa permette di costruire una fitta rete non solo a livello ecclesiale ma anche civile e di rispondere con più efficacia ai tanti bisogni che emergono di volta in volta. Spesso gli ospiti restituiscono l’accoglienza ricevuta offrendo il loro aiuto ai volontari e ai nuovi arrivati nell’integrazione linguistica oppure condividendo la propria cultura e le proprie tradizioni attraverso la preparazione e il consumo di un pasto tradizionale dei propri Paesi di origine. Uno scambio che va quindi oltre il cibo, coinvolgendo abitudini, usanze, creando legami di amicizia duraturi e una rete di sostegno alle persone.

“Il servizio è nato nel periodo della pandemia – conclude il direttore– con il metodo d’asporto, nella consapevolezza che proprio nei momenti di maggiore asperità è necessario portare sostegno ai più fragili”.

L’ente gestore dell’opera è l’Associazione “I Segni dei Tempi ETS”, braccio operativo della Caritas diocesana, alla quale fanno capo la maggior parte delle progettualità. Quest’ultima gestisce anche l’emporio solidale “Il Carrello della Condivisione”, altra opera segno insieme al Centro d’Ascolto diocesano.

La mensa è il luogo ideale per raggiungere gli ultimi, anche con sportelli di ascolto, occasioni di scambio e di condivisione, realizzati grazie alla disponibilità di alcuni operatori parrocchiali e volontari.

8xmille / A Salerno il polo della carità per chi vive in strada

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Situato all’interno del centro storico di Salerno, il Polo della Carità, nato nel 2022, offre risposte concrete ai bisogni delle persone in condizione di povertà estrema, grazie ad un sistema di accoglienza diffusa che garantisce interventi di sostegno e supporto a chi vive in stato di disagio.  Il Polo, attraverso il potenziamento di servizi già esistenti sul territorio diocesano, offre oltre ai servizi primari, anche attività di accompagnamento e sostegno con colloqui individualizzati, segretariato sociale, orientamento ai servizi, ambulatorio medico e supporto nelle cure e nell’assunzione dei farmaci, in particolare per gli ospiti con malattie cronico-degenerative.

Una rete solidale che si snoda in varie sedi nel cuore della città: a ridosso della Cattedrale e della sede arcivescovile, vi sono il Dormitorio “Gesù Misericordioso” e il Centro diurno “San Francesco di Paola”, strutture a bassa soglia per persone senza fissa dimora. I servizi offerti sono: accoglienza diurna e notturna con una capienza di circa 40 posti, di cui 28 destinati agli uomini e 9 alle donne; cena e colazione; servizi igienici e doccia; servizio guardaroba e lavanderia; ascolto e orientamento, supporto nella ricerca di lavoro, consulenza legale; ambulatorio medico e banco farmaceutico. Dormitorio e Centro diurno sono attivi maggiormente nel periodo dell’emergenza freddo, ma restano aperti tutto l’anno con la funzionalità di Pronto Intervento per ospitare persone che hanno particolari situazioni di fragilità e vulnerabilità.

A Piazza San Francesco, annesso al Convento dei Frati Cappuccini, si trova il Dormitorio (di secondo livello) intitolato a “Don Tonino Bello” che ospita soggetti in emergenza abitativa avviati ed accompagnati in un percorso di reinserimento sociale e, ove possibile, lavorativo.

Le donne sole o con minori, in fuga da guerre o in uno stato di difficoltà, trovano una casa accogliente a Via Angrisani: in questo momento l’appartamento ospita 3 famiglie ucraine.

La Mensa intitolata a “San Francesco” completa il cerchio della solidarietà che la Chiesa salernitana, attraverso la Caritas, ha attivato sul territorio a favore dei fratelli che vivono in difficoltà economiche e sociali. Vi si preparano quotidianamente 200 pasti per pranzo servendone circa 75/80 in sala e 30/35 da asporto oltre a quelli per gli ospiti dei Dormitori da servire a cena.

“Accogliere spiega don Flavio Manzo, direttore della Caritas di Salerno – significa essere vicini a chi è solo e donare speranza a chi ha perso la fiducia. La povertà è multidimensionale, non è solo fame e mancanza di denaro. È povertà di speranza, di opportunità, di scelta. Il primo strumento operativo che mettiamo in campo è la “relazione”, che può diventare trampolino di lancio per nuove sfide. Le persone, con il giusto supporto, possono accettare di rimettersi in gioco e tentare nuovi percorsi di vita”.

L’approccio della Caritas diocesana, supportata dai fondi 8xmille, si basa su azioni strutturate, articolate sulla presa in carico, sul potenziamento delle capacità della persona e sulla costruzione di un tessuto relazionale, attraverso progetti educativi individualizzati e finalizzati alla ripresa di una graduale autonomia. L’8xmille alla Chiesa cattolica ha significato per questa realtà mezzi e porte aperte grazie ad un contributo, nel 2024 di 200.000 euro.

Con una squadra di 85 volontari, il Polo è un punto di riferimento per tante persone senza dimora, con carattere di temporaneità o cronicità. Molti sono reduci da lavori stagionali, legati al turismo estivo o all’agricoltura: la richiesta di aiuto, dunque, aumenta nel periodo invernale quando, alle difficoltà quotidiane di chi non riesce a mantenere una dimora stabile e finisce in strada, si aggiungono quelle legate a temperature rigide. Poi ci sono gli anziani sempre più presenti tra i “nuovi poveri” anche a causa di reti familiari fragili.

“Molto spesso – prosegue il direttore – il dormitorio o la mensa sono il primo posto che la persona in difficoltà raggiunge per avere un aiuto immediato (un posto letto o il pasto).  Il nostro obiettivo è offrire ai più vulnerabili non solo accoglienza e sollievo, ma anche uno spazio di ascolto e confronto, dove vivere una dignitosa convivialità, puntando alla promozione della dignità umana”.

Presso il dormitorio “Don Tonino Bello” è stato attivato inoltre un percorso di seconda accoglienza, ovvero un servizio di ospitalità rivolto ai senza dimora di lunga durata in emergenza abitativa, in cui l’accoglienza è accompagnata da progetti individualizzati con il macro-obiettivo di superare progressivamente le condizioni di vulnerabilità. La proposta è articolata in rete con il Centro di Ascolto diocesano e con i centri parrocchiali, condividendo la corresponsabilità di accompagnare le persone in un processo di autonomia.

Nel Dormitorio sono servite circa 2.880 cene e colazioni ogni mese e distribuiti oltre 400 capi di abbigliamento e scarpe a chi ne aveva bisogno. La presenza media giornaliera è circa 30 persone per quanto concerne il Dormitorio e la cena, di 20 ospiti per il Centro diurno, nel quale è possibile trascorrere al caldo le fredde giornate invernali. Nel 2024 le persone in condizione di povertà estrema o marginalità che si sono rivolte al Polo della Carità sono state in totale 191 di cui 80% uomini e 20% donne. Attraverso i diversi servizi di accoglienza offerti (Dormitori, Centro diurno), il Polo della Carità ha preso in carico 217 persone in condizione di povertà estrema, di cui 80% uomini e 20% donne, il 60% italiani e 40% stranieri. Gli ospiti accolti durante tutto l’anno sono stati 465; di questi 345 sono nuovi ascolti mentre 120 erano già inserite nel database. La fascia di età media delle persone ospitate è quella dai 30 ai 50 anni (circa il 75% di entrambi i sessi). Le persone che si avvalgono in maniera continuativa del servizio mensa sono sia italiani che stranieri (54% italiani e 46% stranieri), per la maggior parte uomini (80% uomini e 20% donne) inoccupati. “Tutto questo è possibile – conclude don Flavio – grazie al lavoro quotidiano, sette giorni su sette per 24 ore al giorno, svolto dagli operatori della Caritas diocesana, e dall’impegno di tanti volontari che si alternano nel servizio ai poveri. All’interno della squadra è costante la presenza della comunità diaconale, così come dei gruppi scout di Salerno e provincia, gruppi parrocchiali e tanti semplici cittadini di buona volontà che dedicano qualche ora del proprio tempo a questa opera”.

Uniti nel Dono / Arianna Ciampoli e la fede: quel filo misterioso…

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Il volto gentile e luminoso, l’eleganza del tratto e la spontaneità la rendono un personaggio molto amato dal pubblico della Tv e della radio.

La conduttrice (e autrice) pescarese ci racconta del suo rapporto con la fede, profondamente segnato dalla ricerca e dalla sofferenza ma attraversato da un filo misterioso che l’ha portata tante volte a raccontare “l’invisibile”, dai tempi di Giovanni Paolo II fino a quelli di Papa Francesco.

Scopri tutta la sua storia su unitineldono.it. Anticipiamo qui il video

Vent’anni di Settimana e Festival della Comunicazione: un intreccio tra fede, media e cultura

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La Settimana della Comunicazione (dal 25 maggio al 1° giugno 2025) e il Festival della Comunicazione (dal 30 maggio all’8 giugno) celebrano vent’anni di impegno nella promozione di una cultura della comunicazione ispirata ai valori del Vangelo. Queste due iniziative, nate nel 2006 dall’intuizione della Società San Paolo e delle Figlie di San Paolo, sono diventate nel tempo due eventi di riferimento per chi opera nel mondo della comunicazione, facendo da cassa di risonanza del messaggio che ogni anno il Papa scrive in occasione della Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali.

Il Servizio Promozione Sostegno Economico alla Chiesa è tra i sostenitori dell’evento che si svolgerà nei prossimi giorni.

Comunicazione. La parola evoca il mettere in comune, rendere partecipe altri, condivisione di qualcosa di importante che si intende trasmettere rendendo anche chi ascolta protagonista del processo comunicativo. Ancora una volta, la dimensione comunitaria è la chiave di interpretazione di questo evento che, come cristiani, mettiamo a disposizione della comunità diocesana”. Così Mons. Rocco Pennacchio, Arcivescovo di Fermo, scrive in occasione di questo appuntamento che sarà ospitato nella sua diocesi.

E nella conferenza stampa del 5 giugno saranno l’Arcrivescovo Mons. Pennacchio e l’incaricato diocesano per il Sovvenire don Michele Rogante ad interventire sul tema Le vostre firme per noi. Utilizzo dei fondi dell’8xmille alla Chiesa Cattolica in diocesi.

In questi anni la Settimana della Comunicazione, con eventi organizzati in tutto il territorio nazionale, ha toccato temi fondamentali che vanno dalla ricerca della verità in un contesto segnato dalle fake news, all’etica giornalistica, all’uso responsabile dei social, all’importanza di una narrazione empatica, fino a giungere alla necessità di una comunicazione pienamente umana nell’era attuale dell’intelligenza artificiale.

In un mondo sempre più dominato dall’informazione digitale e dal rapido progresso tecnologico, questa iniziativa ha saputo mantenere il suo carattere profetico, proponendo una comunicazione ispirata ai valori della fraternità, della giustizia e della dignità umana, mettendo in evidenza l’importanza del ruolo dei comunicatori nel trasmettere speranza e costruire un linguaggio che non sia divisivo ma generativo.

Il cuore della Settimana della Comunicazione è il Festival della Comunicazione, un evento itinerante che ogni anno fa tappa in una diversa diocesi italiana: una manifestazione dinamica e festosa, animata da iniziative culturali, artistiche e spirituali. Il Festival è un’occasione preziosa per creare sinergie tra le diverse realtà presenti nel territorio della diocesi, rafforzando la collaborazione e il senso di comunità.

L’edizione del 2025, si preannuncia particolarmente ricca, con un programma che si pone l’obiettivo di analizzare le sfide etiche e professionali della comunicazione attuale nel solco del messaggio di Papa Francesco per la 59ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, dal titolo “Condividete con mitezza la speranza che sta nei vostri cuori (cfr 1Pt 3,15-16)”.

In allegato il programma e il comunicato stampa

Arezzo-Cortona-Sansepolcro / È iniziata la raccolta firme 8xmille e 5xmille

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L’incaricato Pietro Pagliuca ha attivato in diocesi il progetto “unafirmaXunire 2025” per la raccolta di firme 8xmille – 5xmille. In allegato le procedure che ha inviato alle parrocchie, Caritas e Sichem (Strumento Operativo della Caritas Diocesana). Si legge, tra l’altro, nel documento con le procedure (in allegato) :

L’adesione al progetto “unafirmaXunire 2025” rappresenta un passo concreto per contrastare il calo delle firme dell’8xmille a favore della Chiesa cattolica nella nostra diocesi e del 5xmille a favore di SICHEM OdV (Strumento Operativo della Caritas Diocesana).

In questi giorni le Parrocchie hanno ricevuto una lettera con la quale il Servizio Diocesano SOVVENIRE, in coordinamento con il Servizio SOVVENIRE della CEI, si dava il via alla campagna 2025 in corrispondenza alla stagione delle dichiarazioni dei redditi. Le Parrocchie in questi giorni hanno ricevuto una scatola arancione con tutto il materiale disponibile per poter avviare un’azione di promozione, informazione e raccolta delle firme.

È noto che tutti i cittadini soggetti alle “Imposte sul reddito delle persone fisiche” (IRPEF) possono scegliere di destinare l’8xmille di tale imposta alla Chiesa cattolica e nella stessa dichiarazione possono destinare il 5xmille alla Sichem (con destinazione opere Caritas).

Tale scelta è espressa dai contribuenti che presentano il modello 730, attraverso una firma da apporre prima dell’inoltro all’Agenzia delle Entrate della dichiarazione che avviene da maggio a ottobre di ogni anno.

Per queste persone è utile attivare iniziative ripetute di sensibilizzazione in occasione delle celebrazioni liturgiche, nei colloqui personali e di gruppo nonché attraverso la distribuzione del materiale che avete ricevuto.

Inoltre, esiste una seconda categoria di contribuenti soggetti all’IRPEF ma che non è obbligata a presentare la dichiarazione dei redditi perché l’Agenzia delle Entrate è già in possesso di tutti i dati fiscali del contribuente attraverso la Certificazione Unica (CU).

Questo “tipologia” di contribuenti può comunque esprimere la propria scelta, utilizzando un modulo specifico disgiunto e autonomo rispetto alla Certificazione Unica.

È per loro che intendiamo avviare con le Parrocchie, le Caritas parrocchiali e le Caritas, il progetto “unafirmaXunire 2025” aiutando coloro che potrebbero avere maggiori difficoltà a firmare.

L’iniziativa è pensata in particolare per facilitare la raccolta delle firme tra pensionati e lavoratori dipendenti esonerati dalla dichiarazione dei redditi, che non conoscono come fare a destinare l’8xmille e il 5xmille anche con la sola Certificazione Unica (CU).

L’iniziativa prevede l’assistenza da parte del parroco e/o del delegato parrocchiale anche con l’aiuto dei volontari delle Caritas parrocchiali ed interparrocchiali, alla compilazione del modulo allegato “Scheda per la scelta della destinazione dell’8xmille e del 5xmille” e la raccolta di tali schede direttamente in parrocchia.

Per agevolare la vostra attività abbiamo attivato la convenzione stipulata tra la CEI e il Caf delle Acli. Tale convenzione prevede che i moduli raccolti dalle Parrocchie e dalle Caritas siano fatti pervenire, anche tramite la segreteria della Curia Vescovile, al Caf delle ACLI che provvederà a inviarli all’Agenzia delle Entrate senza oneri per il contribuente.

Il CAF rilascerà ricevuta di presa in carico delle schede. A tal fine vi invitiamo a far pervenire alla Segreteria della Curia tutti i moduli compilati, così come da istruzioni qui di seguito indicate” (v. allegato).

Auguri a don Tancredi Muccioli per il 40° Anniversario di Ordinazione Sacerdotale

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Per questo importante traguardo del nostro incaricato diocesano di Viterbo, don Tancredi Muccioli, sarà celebrata alle ore 11.00 una S. Messa Solenne nella Basilica Santuario, Chiesa giubilare, di Maria SS. ma del Suffragio. I canti saranno eseguiti dal Coro interparrocchiale (Grotte di Castro – Gradoli San Lorenzo Nuovo) diretto dal M° Gianfranco Brinchi.

Nel pomeriggio, alle ore 16.00, ci sarà una festa in Piazza San Giovanni organizzato dai Fedeli di Maria SS.ma del Suffragio.

Auguriamo a don Tancredi ogni bene per questi anni di grazia che il Signore, attraverso il suo ministero, ha concesso al servizio dei fedeli e della Chiesa in Cristo Gesù, e chiediamo al Signore che possa continuare con la stessa forza a prestare la sua opera al servizio di Dio e del prossimo per altri anni ancora.

8xmille / A Nazzano (RM) accoglienza e inclusione sociale. Il lavoro come riscatto per giovani autistici

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Nel silenzio della campagna laziale, tra le colline che circondano Nazzano, si sta scrivendo una storia di speranza e inclusione sociale. Qui, su ciò che resta di un antico convento, è nata una realtà innovativa che coniuga assistenza, accoglienza e inserimento lavorativo per adolescenti e giovani adulti con autismo e disagio psichico. La struttura residenziale, gestita dalla cooperativa sociale Il desiderio di Barbiana, accoglie minori e giovani provenienti da contesti di fragilità, offrendo loro non solo un tetto, ma un cammino di crescita, formazione e autonomia.

Il progetto prende le mosse nel 2019 con l’apertura della Comunità Alloggio “Antenna 00100” e il Gruppo Appartamento “Antennina 00100”, strutture socioassistenziali che ospitano in tutto 18 fra minori e giovani adulti con autismo o grave sofferenza psichica.

Accogliamo bambini e ragazzi, appartenenti a tre fasce d’età comprese tra i 7 e i 25 anni, – spiega Emanuele Cicuti, fondatore e direttore terapeutico del Desiderio di Barbiana che vivono situazioni di disagio profondo, spesso senza il supporto di famiglie in grado di seguirli. Qui trovano una casa e un ambiente protetto, ma soprattutto un luogo in cui poter costruire il proprio futuro”.

L’iniziativa, realizzata con il contributo dei fondi 8xmille della Chiesa cattolica da Il desiderio di Barbiana, cooperativa sociale con la quale la Diocesi di Civita Castellana ha un contratto di ATS per la gestione delle attività d’inclusione socio lavorative, offre risposte concrete a situazioni complesse, in cui la sofferenza psicologica e il malessere che ne conseguono si intrecciano con fenomeni di esclusione sociale ed emarginazione. Sono 45 gli adolescenti e giovani che frequentano le attività diurne e percorsi di inserimento lavorativo.

L’intervento della cooperativa non si limita alla sola assistenza: ogni giovane è accompagnato in un percorso personalizzato che tiene conto delle sue inclinazioni e potenzialità. Il lavoro non è inteso come semplice strumento riabilitativo, ma come mezzo per restituire dignità e autonomia. L’inclusione sociale, infatti, non può prescindere da un’opportunità lavorativa reale, che permetta di superare la condizione di dipendenza e di esclusione.

La nostra attività è resa possibile grazie all’impegno di 35 operatori e molti volontari. – aggiunge Cicuti – La nostra forza risiede nel lavoro di équipe di tipo multidisciplinare, composta da professionisti di varie discipline: educatori, psicologi, logopedisti, psicomotricisti, assistenti sociali, psichiatri ed esperti delle discipline musicali nonché delle tecniche di riabilitazione con gli animali (I.A.A.). Ciò che conta non è la specializzazione universitaria o teorica di ciascuno, quanto piuttosto il desiderio soggettivo che lo anima nel lavoro e la disponibilità a prendersi cura del soggetto con disagio e sofferenza psichica”.

L’approccio dell’assistenza è basato su un partenariato tra il bambino/ragazzo e l’adulto, tenendo conto delle preferenze, delle scelte, delle invenzioni e delle soluzioni trovate dal soggetto stesso.
Oltre ad occuparsi degli utenti inviati dalle ASL e/o delle famiglie, la cooperativa promuove progetti che possano favorire opportunità di lavoro.

In questa logica è nato, nel 2020, “L’Abbarrato”, un birrificio artigianale che oggi produce circa 1.000 litri di birra al mese. I ragazzi sono coinvolti in tutte le fasi della produzione: dalla selezione delle materie prime alla fermentazione, fino all’imbottigliamento e alla vendita. Il birrificio ha anche un e-commerce dedicato, gestito direttamente dai giovani con il supporto degli operatori.

Nel 2022 ha preso vita un’altra iniziativa: Farfood, un agriturismo sociale che combina ristorazione e coltivazione biologica. Qui i ragazzi si occupano della produzione di ortaggi e materie prime a Km 0, utilizzate poi nella cucina del ristorante, aperto nei weekend e attivo dalla primavera all’autunno. Con una capienza di 60 posti, Farfood rappresenta un’occasione concreta per mettere alla prova le capacità dei giovani in un contesto lavorativo reale, a contatto con il pubblico.

“La nostra sfida è far sì che questi ragazzi possano non solo lavorare, – conclude Cicuti– ma sentirsi parte di una comunità. Troppo spesso le persone con autismo o disagio psichico vengono relegate ai margini della società. Noi vogliamo dimostrare che possono avere un ruolo attivo, costruirsi una professionalità e contribuire al bene comune”.

Di fronte alle crescenti richieste di accoglienza, la Diocesi ha avviato un nuovo progetto per l’apertura di altre due strutture, situate in immobili di proprietà. L’obiettivo è ampliare l’offerta di servizi, garantendo accoglienza e percorsi di autonomia a un numero sempre maggiore di giovani in difficoltà.

Quello nato a Nazzano è un modello di inclusione che potrebbe essere replicato in altri territori. L’idea di fondo è chiara: non basta offrire un rifugio ai più fragili, ma occorre costruire percorsi di vita che restituiscano dignità e futuro. In un’epoca in cui la marginalità rischia di diventare una condanna definitiva, esperienze come questa dimostrano che, con un accompagnamento adeguato e una rete solidale, è possibile trasformare il disagio in opportunità.

Nel piccolo borgo laziale, tra i filari di un orto coltivato con cura e le botti di un birrificio artigianale, ogni giorno si rinnova una promessa: nessuno deve essere lasciato indietro.

8xmille / A Mestre l’ambulatorio di prossimità “Salute senza confini”

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A Venezia, nel cuore della Municipalità di Mestre, all’ultimo piano del Centro Pastorale Papa Luciani, che ospita numerose opere e attività caritatevoli, si trova l’ambulatorio di prossimità di Caritas Veneziana. Qui medici, infermieri, farmacisti e volontari accolgono gratuitamente tutti coloro che hanno bisogno di cure e non possono accedere al servizio sanitario nazionale.

La sua collocazione nel centro di Mestre, area densamente popolata, risulta strategica poiché il quartiere è caratterizzato da una marcata multiculturalità e da un inasprimento della criminalità urbana legata alle vecchie e nuove dipendenze.

“All’ambulatorio l’ascolto e la cura vanno di pari passo – spiega Franco Sensini, direttore Caritas VenezianaIl centro, convenzionato con il SSN, svolge un ruolo importante sul territorio. Grazie alla collaborazione di 30 professionisti volontari riusciamo a garantire tre giornate a settimana per le visite specialistiche e di medicina generale. I farmaci prescritti con ricettario sono distribuiti dal servizio farmacia collegato. Questo progetto è diventato realtà grazie al prezioso contributo dei fondi 8xmille della Chiesa cattolica che hanno consentito l’avvio della struttura nel 2020 ed il sostentamento per i primi due anni di attività”.

Collocata vicino alla stazione ferroviaria la struttura è facilmente accessibile per coloro che gravitano intorno ai servizi dedicati ai senza fissa dimora ed anche per coloro che non hanno ancora completato l’iter di regolarizzazione della loro posizione giuridica nel territorio.

“Numerosi sono coloro che accedono all’ambulatorio – prosegue il direttore perché, nonostante siano cittadini comunitari, hanno perso i requisiti per beneficiare del sostegno della sanità pubblica, a causa della precarietà lavorativa a cui sono costretti, altri hanno bisogno di cure immediate perché privi di un qualsivoglia documento identificativo”.

Il costante rapporto con il Centro di ascolto e l’osservatorio diocesano delle povertà riesce ad essere strumento di rilevazione dei cambiamenti dei bisogni sanitari, dell’andamento della relazione con la sanità pubblica, della tipologia delle patologie che caratterizzano l’utenza che vive ai margini della società e diviene strumento di costante revisione dell’operato svolto.

Ne è stato un esempio la procedura accelerata costruita ad hoc in collaborazione con il SISP (servizio igiene e prevenzione pubblico), l’Hub Vaccinale di Marghera e l’anagrafe sanitaria, che nel 2022, all’indomani della crisi ucraina, ha consentito la veloce emissione di circa 181 tessere sanitarie.

“L’obiettivo di Caritas è quello di raggiungere, attraverso il volontariato, – conclude il direttore – la povertà sanitaria che interessa non solo coloro che sono privi di mezzi economici per poter evitare le lunghe liste d’attesa della sanità pubblica, ma anche quei cittadini che, pur avendone diritto, sono incapaci, per mancanze culturali o di opportunità, di accedere al servizio pubblico sanitario, o perché privi di idonea documentazione identificativa”.

Le discipline specialistiche per le quali l’ambulatorio è autorizzato sono molteplici; in questi anni sono state erogate visite nefrologiche, neurologiche, di ostetricia e ginecologia, di psichiatria, gastroenterologia, cardiologia, endocrinologia, oculistica, otorinolaringoiatra, urologia, pediatria, geriatria, medicina del lavoro, medicina di comunità, psicologia clinica, igiene e medicina preventiva, malattie infettive, medicina interna e scienze dell’alimentazione.

Il personale sanitario volontario ha particolarmente a cuore il carattere multiculturale della sua utenza, per questo il servizio garantisce servizi di interpretariato linguistico, che a volte vanno a supporto anche delle visite assicurate dall’A.U.LS.S. 3. L’ambulatorio è un vero e proprio crocevia di servizi e si è posto anche come punto di riferimento nell’organizzazione di corsi di formazione per operatori e volontari Caritas con l’obiettivo di offrire agli assistiti un’educazione alle più basilari norme igieniche.

Dall’ambulatorio si accede anche alla galassia dei servizi erogati dalla Caritas Veneziana come la vicina mensa che offre 120 pasti al giorno, il Centro di Ascolto Caritas per la rilevazione delle vecchie e nuove povertà, il Microcredito San Matteo, che offre il prezioso servizio di sostegno e accompagnamento a piccoli prestiti.

A due passi dai luoghi della Biennale Arte e da Piazza San Marco, vi è una delle strutture principali della Caritas veneziana la Casa d’accoglienza San Giuseppe che è sempre stata per la città un luogo deputato all’accoglienza. Sita nel secondo sestiere più popoloso della città insulare e sicuramente il più esteso, la struttura ospita, insieme al Dormitorio femminile Santa Bakhita, anche la mensa per persone senza fissa dimora.

Dal 2023, la Casa d’Accoglienza femminile offre supporto a donne in temporanea difficoltà abitativa e, a breve, inaugurerà una sezione dedicata alle donne con problematiche legate alla giustizia, come misure alternative alla detenzione, permessi premio o fine pena.

Questi sono solo alcuni dei servizi offerti da questa struttura, un vero e proprio Hub della Carità nel cuore di Venezia, che assicura sostegno e assistenza a persone bisognose nel rispetto della propria dignità.

8xmille / A Cassano all’Ionio un Centro socio-educativo: bambini e adolescenti studiano insieme e coltivano sogni

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Un palazzo della diocesi in un quartiere centrale di Cassano all’Ionio, comune calabrese di circa diciassettemila abitanti in provincia di Cosenza, diventa uno strumento per costruire il futuro di bambini e adolescenti, provenienti da famiglie in stato di fragilità economica e sociale. Il progetto “L’appetito vien studiando”, attivato grazie anche al contributo dei fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica, in sinergia con l’équipe del progetto socio-educativo per minori della Caritas diocesana, offre uno spazio di aggregazione, un cantiere educativo sempre aperto, in continua evoluzione, che cerca di reinventarsi indirizzando la sua attenzione alle necessità e alle varie emergenze che man mano affiorano nei vari contesti di riferimento.

“Abbiamo avvertito la necessità di promuovere un cambiamento – sottolinea don Mario Marino, direttore della Caritas Diocesana, abbiamo deciso di scendere in campo con il nostro impegno, la nostra determinazione e soprattutto con il nostro coraggio. Non possiamo più permetterci di delegare, noi per primi dobbiamo essere disposti a lavorare affinché la bellezza, di cui siamo circondati e che troppo spesso osserviamo con occhi carichi di pregiudizi e di rassegnazione, venga in qualche modo tutelata e difesa”.

All’interno del centro socio-educativo, i ragazzi, grazie al lavoro di educatori, operatori e istruttori, crescono insieme e studiano in un luogo sicuro.

Uno degli obiettivi primari de “L’appetito vien studiando” è quello di educare i minori al riconoscimento, all’accettazione, al rispetto e all’individuazione delle esigenze di tutti, di chi ha bisogni differenti dai propri e si trova a vivere una condizione diversa – spiega Angela Marino, responsabile del progetto Realizzata in collaborazione con le parrocchie del centro storico, l’iniziativa si basa, come suggerisce il titolo, su due momenti fondamentali: l’appetito, ossia la mensa, e il doposcuola con le attività laboratoriali. In questo modo cerchiamo di supportare i giovani nel quotidiano spingendoli al raggiungimento dei loro obiettivi”.

Sono una quarantina i ragazzi, dai 6 ai 14 anni, coinvolti annualmente nel progetto, che vengono accolti, guidati e indirizzati a restare nel solco di una vita sana e operosa, da proseguire secondo i principi cristiani e, quindi, nel pieno rispetto del vivere civile. “Il progetto, voluto dalla diocesi, è destinato a minori a rischio di dispersione scolastica – sottolinea Silvia Cirigliano, psicologa del progetto – che provengono da situazioni familiari, sociali ed economiche svantaggiate. Ci troviamo di fronte a bambini con bassa autostima e che manifestano difficoltà emotive e socio-relazionali”.

Il progetto è ormai operativo dal 2016 e, nel corso di questi anni, il Centro si è consolidato come un luogo di legalità e di formazione, un esempio di welfare innovativo, grazie anche al team di esperti della Caritas diocesana. Si parte infatti dall’appetito, cioè dal servizio mensa attivo in tutti i giorni feriali, e si prosegue con le attività di doposcuola e con le iniziative laboratoriali che, tramite degli spunti ludici, didattici e ricreativi, cercano di spingere i ragazzi a coltivare le proprie passioni, che magari un giorno potrebbero concretizzarsi in una professione. “Il servizio mensa rappresenta per molti bambini l’opportunità di consumare l’unico pasto nutriente della giornata. Al sostegno scolastico – aggiunge la responsabileseguono le attività laboratoriali. Si alternano diversi maestri, i quali hanno il compito di accompagnare i ragazzi alla scoperta dei loro talenti. Pensiamo che meritino di avere educatori che li sostengano nel loro percorso per aiutarli a realizzare quello che il loro cuore merita”.

I minori acquisiscono gradualmente un metodo di studio autonomo e familiarizzano con le proprie inclinazioni. I risultati si concretizzano nella testimonianza dei beneficiari del servizio. Ci sono ragazzi che dicono di avere difficoltà a gestire in autonomia i compiti a casa e che coltivano una grande passione per l’arte: senza il centro sarebbe veramente complicato poter conciliare queste due esigenze. Altri ancora esaltano le attività laboratoriali perché gli consentono di usufruire di attività sportive che non potrebbero svolgere altrove nel pomeriggio.

Il progetto, sin dall’inizio, ha indirizzato i suoi sforzi, inoltre, alla costruzione di una rete coesa di collaborazione e di dialogo con le istituzioni scolastiche, i servizi sociali, le parrocchie, il comune, i medici e i pediatri.

L’azione educativa viene potenziata anche dal “Centro per le famiglie” che è un solido spazio di ascolto, di orientamento, di confronto e di sostegno. Qui una squadra di professionisti garantisce, a titolo gratuito, supporto psicologico, consulenza pedagogica, progettazione e verifica di interventi in campo educativo e formativo rivolti al nucleo familiare.

La mamma di due bambini che attualmente possono apprezzare l’utilità del centro aggiunge: “Mi auguro che questo progetto non chiuda mai e che non cambino le persone che ci sono. Io sono ripartita grazie a loro, qui ho trovato persone che mi ascoltano e, poi, una casa e una famiglia”. Un’iniziativa che si traduce in supporto e sostegno concreto per superare il disagio, promuovendo l’inclusione. “Il futuro – conclude Angela Marino – senza il progetto sarebbe una vera sconfitta per questo territorio”.

Bologna / Un convegno sull’importanza di destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica

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Martedì 20 maggio alle 17,30 nella sala «Marco Biagi» dell’Ordine dei commercialisti e degli esperti contabili (piazza De’ Calderini 2/2), si terrà il convegno «8×1000 Bene comune. Per migliaia di gesti di amore e di speranza». Organizzata dal Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica dell’Arcidiocesi di Bologna in collaborazione con l’Ordine dei dottori commercialisti Bologna, la Fondazione dei commercialisti, le Acli e l’Istituto diocesano per il sostentamento del clero (Idsc).

Introduce e coordina Giacomo Varone, incaricato diocesano del Servizio per la promozione del sostegno economico per la Chiesa.

Intervengono: Pierpaolo Donati, docente di Sociologia all’Università di Bologna e don Claudio Francesconi, economo della Conferenza Episcopale Italiana. È prevista la partecipazione del cardinale Matteo Zuppi che terrà le conclusioni. Sarà possibile seguire l’evento anche in streaming sul sito www.chiesadibologna.it e sul canale YouTube di 12Porte.

«Abbiamo bisogno di raccontare la vita buona – spiega Giacomo Varoneche si genera con i fondi dell’8xmille che riconosciamo sempre più come “bene comune”. I rendiconti non sono solo numeri ma possono parlare di migliaia di gesti d’amore. Parlare dell’8xmille vuol dire riportare all’attenzione di tutti la bellezza di una Chiesa che fa cose straordinarie. Abbiamo preso consapevolezza, sempre più in questi anni, di una tendenza in calo dell’8xmille e attendersi una ricrescita a breve sarebbe illusorio. Dobbiamo piuttosto strutturarci per affrontare questa situazione raccontando il bene che si fa in opere di carità verso le persone, di sostegno ai sacerdoti e di supporto alla conservazione e mantenimento dei beni culturali».

«Ogni anno in questo periodo di dichiarazione dei redditi – continua Varone – vogliamo promuovere la firma a favore dell’8xmille per la Chiesa cattolica, come ci ha ricordato il nostro cardinale Matteo Zuppi quale forma di “bontà intelligente che sostiene la Chiesa per servire tutti” e lo facciamo con la campagna mediatica su giornali e tv e con la trasparenza che sempre perseguiamo nell’utilizzo dei fondi sul nuovo sito www.8xmille.it e inoltre con l’interazione con associazioni e movimenti cattolici unendo la preferenza dell’8xmille a favore della Chiesa cattolica con l’espressione della scelta del 5xmille. Coinvolgeremo quindi anche quest’anno l’Ordine dei Commercialisti con il convegno del 20 maggio e promuoveremo la collaborazione con le Acli per la firma presso i Caf, tramite i referenti attivi nelle parrocchie, anche di coloro che non sono tenuti alla presentazione della dichiarazione dei redditi. L’intervento a sostegno dei deboli che è l’aspetto peculiare nella gestione dei fondi ci ricorda come un semplice gesto, come una firma, si possa trasformare in gesti quotidiani di attenzione verso i fragili con un’azione di supplenza rispetto anche a ciò che lo stato spesso non riesce a fare».