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Destinata a chi è in povertà estrema, per la maggior parte famiglie in difficoltà economica e migranti residenti sul territorio, la mensa diocesana della Caritas di Oppido Mamertina-Palmi è una mano tesa rivolta a quanti sono a rischio di esclusione sociale.
Opera-segno della Caritas diocesana, la mensa nasce dal progetto 8xmille “Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare” per rispondere ai bisogni primari di molte persone in stato di vulnerabilità residenti nel territorio. Sorta presso l’Istituto delle Suore della Carità, in una zona centrale del paese, offre ampi spazi con 100 posti a sedere. Aperta due giorni a settimana, grazie ad una squadra di 30 volontari, la mensa distribuisce 400 pasti a settimana. In un ambiente familiare, gli operatori condividono con gioia alcuni momenti della giornata con gli ospiti: chi arriva ha la certezza non soltanto di ricevere un pasto caldo ma di essere accolto, di trovare qualcuno sempre pronto ad ascoltarlo.
“La mensa, situata in un luogo strategico, abbraccia un notevole bacino di utenza – spiega il diacono Michele Vomera, direttore della Caritas – ed è anche situata in una zona di passaggio per i molti migranti che vivono negli insediamenti del territorio. Ogni giorno entriamo in contatto con famiglie in difficoltà ed immigrati. I fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica ci hanno permesso di realizzare uno spazio accogliente e ampio per aiutare i nostri ospiti a sentirsi a casa. La mensa è un punto di riferimento che trae valore aggiunto anche dalla presenza delle Suore della Carità che con il loro amorevole sorriso sono sempre pronte a donare supporto ed una parola di conforto”.
Grazie alle firme, nel triennio 2020-2024, sono arrivati 130mila euro che hanno permesso di offrire dei servizi stabili tra i quali spicca la mensa sociale che detiene un regime di funzionamento ottimale. Il lavoro dei volontari coinvolti in mensa permette di costruire una fitta rete non solo a livello ecclesiale ma anche civile e di rispondere con più efficacia ai tanti bisogni che emergono di volta in volta. Spesso gli ospiti restituiscono l’accoglienza ricevuta offrendo il loro aiuto ai volontari e ai nuovi arrivati nell’integrazione linguistica oppure condividendo la propria cultura e le proprie tradizioni attraverso la preparazione e il consumo di un pasto tradizionale dei propri Paesi di origine. Uno scambio che va quindi oltre il cibo, coinvolgendo abitudini, usanze, creando legami di amicizia duraturi e una rete di sostegno alle persone.
“Il servizio è nato nel periodo della pandemia – conclude il direttore– con il metodo d’asporto, nella consapevolezza che proprio nei momenti di maggiore asperità è necessario portare sostegno ai più fragili”.
L’ente gestore dell’opera è l’Associazione “I Segni dei Tempi ETS”, braccio operativo della Caritas diocesana, alla quale fanno capo la maggior parte delle progettualità. Quest’ultima gestisce anche l’emporio solidale “Il Carrello della Condivisione”, altra opera segno insieme al Centro d’Ascolto diocesano.
La mensa è il luogo ideale per raggiungere gli ultimi, anche con sportelli di ascolto, occasioni di scambio e di condivisione, realizzati grazie alla disponibilità di alcuni operatori parrocchiali e volontari.
