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8xmille per lo sviluppo dei popoli / Alla scuola dei poveri

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Affrontare il dramma della povertà multidimensionale con azioni concrete e generative, capaci di coinvolgere, promuovere e dare frutti. È quello che fa la Chiesa cattolica italiana: dal 1991 a oggi, con i fondi dell’8xmille, ha sostenuto oltre 18.000 progetti in 108 Paesi per più di due miliardi e mezzo di euro. Sono segni di solidarietà che seminano speranza e si realizzano anche grazie a tanti volontari, sacerdoti, persone consacrate, laici e laiche che si mettono a disposizione per ascoltare e sostenere i più poveri, oltre un miliardo di persone, metà delle quali minori.

Come testimonia Tony, volontario di Caritas Lebanon Youth, il dipartimento giovani della Caritas libanese che si è prontamente attivato accanto al team di emergenza sia in seguito alla terribile esplosione nel porto di Beirut dell’agosto del 2020, sia dopo il terremoto del 6 febbraio del 2023, sia nella drammatica situazione attuale per assistere centinaia di migliaia di nuovi sfollati in tutto il Paese e distribuire generi di conforto. Tony è stato fra i primi a prestare soccorso dopo l’esplosione del 2020: “avevo ventun anni e ho coordinato 1.200 volontari. Per 64 giorni dal momento dell’esplosione, io e gli altri volontari, soprattutto i team leader, non siamo mai tornati a casa. Chi poteva andava dalle proprie famiglie alle 4 del mattino, giusto il tempo di una doccia e di un caffè, per poi mettersi nuovamente in servizio. Siamo stati nei centri operativi 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Questa è stata la mia vita per più di due mesi. Oggi la guerra ha tolto la speranza a tanti giovani che nonostante tutto credevano ancora nel dialogo costringendoli all’esodo. Non li biasimo, capisco la loro scelta. La mia, per ora, è di restare. Ma non so fino a quando”.

Carmen invece ha lasciato il cuore in Madagascar, a Nosy Be, dove ha svolto un periodo di volontariato in una scuola della Congregazione di San Giovanni Battista per insegnare l’italiano a 600 bambini e dare loro la possibilità di un futuro lavorativo nel settore del turismo. “Saranno stati – racconta – i tramonti, i cieli stellati, i paesaggi e i profumi speziati. Saranno state l’allegria e l’accoglienza delle suore, l’amicizia nata con gli altri volontari, o forse i bambini che chiedono tanto affetto ed in cambio ti regalano un amore che non meriti. Saranno state le loro storie ad entrarmi dentro, quelle di povertà estrema e di abbandono. O forse le ore di lezione d’italiano passate a giocare e ad imparare insieme, o i momenti di ricreazione in cui diventavamo compagni di gioco e di ballo. Comunque sia, da tutto questo ho imparato che nonostante la fatica di alzarsi all’alba, la scomodità di riempire secchi d’acqua dal pozzo per lavarsi, c’è una semplicità della vita che dà pienezza”.

Alcuni volontari sono stati vittime a loro volta, come Rose che ora è consulente psicologica. “Sono fuggita dal villaggio di Al Yacoubieh nella provincia di Idlib dal 2012. Abbiamo lasciato tutto e ci siamo diretti a Latakia. Non potrò mai dimenticare il calore con cui siamo stati accolti dai frati francescani. Rimarranno sempre nella mia memoria i momenti che ci hanno ridato un po’ di serenità: imparavamo e ci divertivamo insieme, condividendo i momenti più allegri e quelli più difficili, proprio come una grande famiglia. Avevamo anche sessioni psicologiche speciali che ci aiutavano a superare il trauma dell’evacuazione dai nostri villaggi. Oggi, grazie ai miei studi, sto cercando di restituire un po’ di quanto ho ricevuto, accompagnando e sostenendo 20 bambini orfani del progetto ‘Casa dei Bambini’, in un percorso terapeutico che consenta loro di elaborare la drammaticità di quanto hanno vissuto e ricominciare a vivere in un ambiente il più familiare possibile, contenitivo, che sia in grado di ridare prospettive e fiducia a questi bambini vulnerabili”. Sono solo alcuni di quei “segni tangibili per un futuro migliore” che nel cammino verso l’Anno Santo Papa Francesco chiede di metter in atto per essere “pellegrini di speranza”. Con l’invito a custodire “i piccoli particolari dell’amore”: fermarsi, avvicinarsi, dare un po’ di attenzione, un sorriso, una carezza, una parola di conforto. Perché i poveri, ricorda il Papa nel Messaggio per la VIII Giornata Mondiale dei Poveri del 17 novembre, “hanno ancora molto da insegnare, perché in una cultura che ha messo al primo posto la ricchezza e spesso sacrifica la dignità delle persone sull’altare dei beni materiali, loro remano contro corrente evidenziando che l’essenziale per la vita è ben altro”.

8xmille e povertà / Il Rapporto Caritas Italiana 2024

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In occasione dell’ottava Giornata mondiale dei poveri (domenica 17 novembre 2024) Caritas Italiana pubblica la ventottesima edizione del Rapporto su povertà ed esclusione sociale in Italia, un lavoro che come di consueto ha l’intento di accendere i riflettori sul fenomeno della povertà, rendendo maggiormente visibili alle comunità, civili ed ecclesiali, le tante storie di deprivazione esistenti.

Fili d’erba nelle crepe. Risposte di Speranza, questo il titolo scelto per l’edizione 2024. Mentre la povertà assoluta continua a essere su livelli record, vari e multiformi fenomeni di disagio sociale si affacciano sul panorama italiano. Alcuni sono di vecchia data ma continuano a colpire in modo particolarmente allarmante. Si pensi ai problemi legati all’abitazione, un diritto da tempo negato a tante persone e famiglie, su più livelli di gravità. In altri casi, le problematiche si intrecciano ad una incompiuta o inadeguata implementazione delle risposte istituzionali. È il caso degli ostacoli che impediscono l’accesso alle misure alternative al carcere o delle barriere che limitano la fruizione delle misure di reddito minimo introdotte negli ultimi anni.

Eppure, nonostante le criticità che sfaldano il nostro vissuto quotidiano, si intravvedono nelle crepe dei fili d’erba verde, dei segni di speranza, le tante riposte, opere e servizi, messi in campo dalla comunità ecclesiale, dalla società civile, dall’associazionismo e dal volontariato, e che contribuiscono con il loro apporto a rendere più umano e dignitoso il nostro vivere.

La povertà assoluta in Italia interessa quasi 5,7 milioni di persone, quasi un decimo della popolazione. Dall’analisi dei dati Caritas emerge che il lavoro povero e intermittente dilaga, con salari bassi e contratti atipici che impediscono una vita dignitosa. I giovani e le famiglie con figli sono le fasce più vulnerabili. Il disagio abitativo rappresenta un’emergenza, con famiglie senza casa o in condizioni abitative inadeguate. L’accesso all’istruzione e alle nuove tecnologie diventa un miraggio per fasce sempre più ampie della popolazione, alimentando le disuguaglianze.

Alcuni dati. Le persone accompagnate nel 2023 dai servizi Caritas (in rete con la raccolta dati) sono state 269.689. Dal 2015 a oggi il loro numero è cresciuto del 41,6%. Le povertà croniche e intermittenti aumentano: dal 54,7% al 59%. Cresce il disagio psicologico e psichiatrico tra chi si rivolge alla Caritas: dal 2022 al 2023 il numero di persone affette da depressione o malattie mentali aumenta del 15,2%.

Solo nel 2023 anche grazie ai fondi 8xmille destinati alla Chiesa cattolica, insieme al cofinanziamento delle Caritas diocesane, sono stati realizzati 430 progetti a sostegno di servizi socioeducativi per minori, adulti, anziani, centri diurni per l’accoglienza e housing, per mense ed empori, per la formazione giovanile, l’educazione sanitaria, a sostegno di persone vulnerabili, con disagio psicologico e psichiatrico, di famiglie, dei centri di ascolto.

Dietro i dati raccolti dalla Caritas ci sono volti, persone. Attraverso il Rapporto, sottolinea don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana, “non vogliamo offrire solo una fotografia della povertà in Italia, ma intendiamo rilanciare l’invito a guardare oltre le cifre per riconoscere l’umanità ferita che vibra dietro ogni numero”.

Di fronte a questa emergenza”, continua don Pagniello, “Caritas Italiana sceglie di farsi portavoce di una risposta coraggiosa e profetica. Una rete di accoglienza e di sostegno si estende in maniera capillare sul territorio nazionale: centri di ascolto, mense, dormitori e case di accoglienza diventano avamposti di una Chiesa che si fa ‘casa di carità’, aperta a tutti, senza distinzioni. Ma non può essere questa l’unica risposta possibile. Il vangelo ci chiede di dare da mangiare agli affamati, da bere agli assetati, di vestire chi è nudo, visitare chi è in carcere, ma soprattutto di riconoscere nelle esistenze dei nostri fratelli più piccoli il profilo di Dio che ci chiede di guardare il mondo con gli occhi dei più poveri, di osare nuovi cammini e percorrere, accanto alle persone più fragili, strade inesplorate”.

Perché “Fili d’erba nelle crepe, risposte di speranza”? Perché la speranza è “un dono che ci permette di sognare non solo per noi stessi, ma per un mondo intero che attende di essere rigenerato dall’amore, che guida il nostro cammino, ci spinge ad ascoltare, incontrare e camminare insieme per costruire nuove opportunità per tutti”. Sapendo che i cristiani in particolare, come ricordava don Tonino Bello, non possono limitarsi a sperare, ma appartiene a loro il compito di dare gambe e “organizzare la speranza”.

Emilia-Romagna / Sostegno alla nostra Chiesa. Oggi più che mai c’è bisogno dell’impegno di tutti noi

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Vi proponiamo l’articolo pubblicato da La Voce di Ferrara-Comacchio sull’incontro regionale dell’Emilia-Romagna svoltosi a Ferrara lo scorso 6-7 novembre.

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«Ognuno di noi è responsabile del sostentamento alla Chiesa»: questa frase ben sintetizza la volontà della nostra comunità ecclesiale di coinvolgere sempre più ogni singolo fedele nel sostegno ai suoi tanti progetti in tutta Italia, nel sostentamento dei nostri sacerdoti, per la salvaguardia del nostro patrimonio. Di questo si è parlato lo scorso 6-7 novembre a Casa Cini, Ferrara, in occasione dell’incontro regionale “Corresponsabilità – Partecipazione – Comunione. Il sostegno economico alla Chiesa cattolica”. Un appuntamento pensato per gli incaricati diocesani del Sovvenire, i responsabili degli Istituti diocesani sostentamento clero, per gli economi e i Direttori degli Uffici Comunicazioni Sociali, ma che in realtà interessa, appunto, tutti.

COMUNIONE E SOLIDARIETÀ
Una 70ina i presenti, accolti dal nostro Arcivescovo mons. Gian Carlo Perego il quale ha posto l’accento sulla corresponsabilità come «stile di vita del cristiano adulto, che si rende responsabile dei beni della Chiesa in ordine ai suoi compiti, cioè l’annuncio, la celebrazione e la carità». Gli interventi di mercoledì 6 – introdotti e moderati da Davide Martini, Referente Regionale del Sovvenire – sono stati aperti da Ernesto Paganini (Direttore Generale Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero – ICSC), che ha riflettuto sulla centralità dei «principi di solidarietà e perequazione » tra ICSC e ISC diocesani. «Riguardo agli ISC diocesani – ha aggiunto -, è importante una riqualificazione del patrimonio immobiliare e un miglioramento degli strumenti operativi per il controllo di gestione».

RIFORMA E VISIONE GLOBALE
La riforma delle strutture «esige la conversione pastorale» all’insegna della missionarietà. Da questo passaggio di Evangelii Gaudium ha poi preso le mosse don Claudio Francesconi, Economo CEI, per riflettere sull’importanza del «discernimento comunitario»: a ognuno di noi viene chiesto «un grande lavoro di creatività contro l’anestetizzazione della corresponsabilità sempre più prevalente» nelle nostre comunità. In questo discorso, «l’economo ricopre un ruolo decisivo – pastorale – perché possiede una visione globale senza la quale si potrebbero fare scelte prive di misura diocesana e di una programmazione a medio-lungo termine». La costruzione, ad esempio, di un nuovo complesso parrocchiale «rappresenta una scelta importante per una Diocesi, ma va fatta in maniera lungimirante, evitando di realizzare progetti senza futuro».

«LA CHIESA, SISTEMA DI WELFARE FONDAMENTALE»
Il compito, difficile ma necessario, di  illustrare la non positiva situazione delle offerte alla nostra Chiesa, è spettato a Massimo Monzio Compagnoni, Responsabile del Servizio Promozione CEI. «Viviamo – ha detto – nel tempo della crisi economicosociale e demografica, del digitale che spesso porta a una cattiva informazione, della mancanza di punti di riferimento e di valori, della precarietà e dei ritmi frenetici». Siamo in un’epoca in cui «il 70% dei cattolici non conosce il meccanismo di sostentamento economico della Chiesa. Ciò dipende dall’essersi abituati, negli anni, a pensare che fosse ancora a tutti noto e quindi ad aver smesso di fare una corretta informazione. E il 45% dei praticanti non firma per l’8xmille», mentre si stima che «circa 800mila firmatari che han dato l’’8xmille alla Chiesa, l’anno prossimo potrebbero darlo allo Stato». A ciò si aggiunge che (dati 2023) «il 16% degli italiani è praticante, ma fra questi 1/3 assiste alla Messa via tv. I nostri fedeli, inoltre, sono sempre più anziani» (il 63% è over 55). Nell’intera società, però, «il desiderio di spiritualità è in aumento anche se spesso viene cercato altrove». I giovani, d’altra parte, alla nostra Chiesa «chiedono di essere accolti senza essere giudicati, e di essere ascoltati». Ma solo il 7% degli italiani esprime un chiaro giudizio di “ammirazione” nei confronti della Chiesa, mentre cresce l’indifferenza nei suoi confronti, soprattutto da parte degli stessi giovani. In conseguenza di tutto ciò, «l’8xmille è in calo costante negli ultimi anni», ma è necessario far capire alle persone – a partire dai cattolici! – «che nel solo 2023 grazie a questo strumento sono stati finanziati 5mila interventi caritativi. Si tratta, quindi, di un fondamentale sistema di welfare sussidiario rispetto allo Stato». Che fare, quindi? Dal 1° novembre al 15 dicembre le parrocchie iscrittesi al progetto “Uniti Possiamo” diventano  un centro privilegiato di promozione e raccolta delle Offerte per il sostentamento dei sacerdoti. Poche le parrocchie iscritte negli anni, ma che han raccolto cifre consistenti, a dimostrazione che il progetto funziona. «È fondamentale, quindi, parlarne di più nelle nostre parrocchie, convincere chi non firma per la Chiesa a farlo», sacerdoti e laici assieme. Lavorare, quindi, «sull’immagine della Chiesa, soprattutto attraverso la trasparenza e la comunicazione». Comunicazione di progetti e storie concrete, che di certo non mancano. Comunicare per «coinvolgere sempre più le persone rendendole consapevoli di ciò che possiamo fare»: donare alla Chiesa perché siamo parte di essa, «parte di qualcosa di molto importante», per tanti.

GLI ALTRI MOMENTI
La giornata del 6 si è conclusa con la presentazione dei Progetti nel territorio da parte di Letizia Franchellucci (Addetta allo sviluppo dei progetti nel territorio), con la S. Messa in Cattedrale presieduta dal nostro Arcivescovo e accompagnata dal Coro dei Giovani della Diocesi di Ravenna-Cervia. Dopocena, visita guidata (a cura di Barbara Giordano) alla chiesa di S. Paolo. Il secondo dei due giorni, giovedì 7, è iniziato con la S. Messa celebrata nella Basilica di S. M. in Vado. A seguire, il ritorno a Casa Cini dove si sono svolti gli incontri di settore (Presidenti ICSC, economi, incaricati e collaboratori diocesani del Sovvenire, Direttore Uffici Comunicazioni Sociali), le relazioni dai gruppi e il confronto unitario prima delle conclusioni a cura di Davide Martini. Fra le proposte emerse, incontri periodici e conferenze stampa per raccontare come viene investito l’8xmille nelle Diocesi.

MONS. PEREGO: «SERVIRE IL SIGNORE, SEMPRE»
«I nostri gesti, le nostre scelte, le nostre opere sono legate alla storia, alle situazioni che viviamo. Anche i nostri progetti nascono solo in questo desiderio di servire il Signore, il suo disegno d’amore». Così mons. Gian Carlo Perego in un passaggio dell’omelia il 6 novembre in Cattedrale. «Per questo non c’è posto nelle nostre scelte e nei nostri progetti per le convenienze del momento, per gli interessi personali, per apparire. Tutto deve servire “il disegno d’amore di Dio”. Questo chiede un impegno responsabile, una responsabilità diffusa nella Chiesa, perché il disegno d’amore di Dio lo serviamo insieme, tutti, nessuno escluso».
«Anche nei nostri servizi, nell’uso del denaro, nella comunicazione di progetti, nell’amministrazione dei beni dobbiamo sempre ricordarci che l’educazione al dono è fondamentale – ha poi proseguito -, nel senso di mettere al primo posto la condivisione come segno di una comunione che dobbiamo costruire insieme, con un’attenzione preferenziale per i poveri. L’educazione al dono deve camminare insieme all’educazione alla responsabilità, come chi – ci ricorda il Vangelo – deve costruire una torre e prima fa i calcoli, per valutare se è in grado di farla e non sprecare inutilmente le risorse. L’avarizia come lo spreco sono due peccati che gravemente incidono sulla vita economica e sociale e segnano profondamente la vita dei poveri. Condivisione e responsabilità guidino le vostre azioni», ha quindi concluso.

 

“Sovvenire in radio” / Su Radio Kalaritana nella VII puntata mons. Franco Puddu dal ’98 parroco a Sestu

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Anche in questa nuova puntata di Sovvenire in radio i conduttori Maria Chiara Cugusi e don Alessandro Simula continuano a parlare dei sacerdoti impegnati nella diocesi di Cagliari. Un modo Questo racconto per sensibilizzare sulle Offerte per i sacerdoti che costituiscono il secondo filone del Sovvenire, ovvero delle attività del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica

L’obiettivo principale di queste puntate è far capire che sostenere i sacerdoti significa sostenere le opere concrete che essi portano avanti nei territori, con ricadute tangibili per le nostre comunità

In studio nella VII puntata mons. Franco Puddu, da ben 26 anni (dal 1998) parroco della parrocchia Nostra Signora delle Grazie a Sestu, e la signora Stefania, catechista della stessa parrocchia, che illustrano ciò che si fa a Sestu grazie all’impegno della parrocchia Nostra Signora delle Grazie, quali sono le azioni portate avanti e quali ricadute concrete per la comunità.

Ascolta la puntata:

“Sovvenire in radio” / Su Radio Kalaritana nella VI puntata il ricordo di don Raimondo Fresia, storico parroco di Uta, per ben 34 anni

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La puntata del 3 novembre di “Sovvenire in radio”, programma a cura di Maria Chiara Cugusi e don Alessandro Simula, è stata dedicata al ricordo di un sacerdote che ha segnato la vita della Chiesa diocesana di Cagliari: don Raimondo Fresia, storico parroco di Uta, per ben 34 anni. A raccontare l’impegno di questo sacerdote, ancora così vivo nella memoria e nel cuore degli utesi, in studio don Roberto Maccioni, attuale parroco di UTA. Don Raimondo non era un semplice sacerdote, ma un pilastro portante della comunità utese. Sapeva coinvolgere nelle sue iniziative tutta la popolazione che lo amava e stimava. Don Fresia aveva una grande attenzione verso i giovani, aveva fondato l’Oratorio della parrocchia di Santa Giusta Vergine Martire.

Lasciò anche altri segni tangibili per la comunità. Oltre ad aver guidato i lavori di restauro della chiesa di Santa Giusta Vergine Martire, dopo la devastante alluvione del 1929, fece anche costruire tre nuove cappelle, sollevare il tetto della chiesa, rifare l’altare maggiore e innalzarne uno nuovo nella cappella dell’Assunta.

A lui si devono anche la costruzione del campanile della Chiesa (1954), l’oratorio della casa parrocchiale e il recupero del cortile antistante la chiesa. Don Fresia aveva affrescato la chiesa parrocchiale di Santa Giusta, montando lui stesso i ponteggi e dipingendone gli affreschi.

Servizio Promozione / A febbraio la 1^ edizione delle Giornate Nazionali di formazione e spiritualità

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Il Servizio Promozione CEI sente forte il desidero di incontrare i propri Incaricati diocesani per vivere insieme un’esperienza di formazione e spiritualità, un tempo per immergersi nell’ascolto della Parola del Signore, nel silenzio e nella meditazione.

Per questo, invitiamo gli Incaricati del Sovvenire a partecipare alla prima edizione delle Giornate Nazionali di formazione e spiritualità che si terranno ad Assisi dal pranzo di benvenuto del 20 al pranzo del 23 febbraio 2025.

Il tema sarà “Collaboratori della vostra gioia” (2Cor 1,24). Comunione e condivisione nel Nuovo Testamento per ripensare l’oggi e l’approfondimento, attraverso le lectio quotidiane, sarà a cura di padre Franco Annicchiarico SJ.

L’esperienza prevede due momenti di riflessione al giorno, uno al mattino e uno al pomeriggio, e due serate di approfondimento e condivisione fraterna. I relatori per le due serate di “condivisione spirituale” saranno il priore Sabino Chiallà e l’economista Luigino Bruni.

Domenica 23 febbraio la Santa Messa che concluderà l’incontro sarà presieduta da S.E. Rev.ma Mons. Ivan Maffeis – Arcivescovo di Perugia-Città di Castello e Presidente del Comitato SPSE.

Per poter garantire a tutti i partecipanti di poter vivere un’esperienza in un clima di raccoglimento e formazione più intenso è indispensabile avere un numero “contenuto” di presenze.
Per questo le iscrizioni sono aperte SOLO agli Incaricati diocesani del Sovvenire (ospitalità massima prevista: 1 persona per diocesi).

Pertanto, non è possibile la partecipazione del coniuge. Se l’Incaricato sarà impossibilitato a partecipare, potrà offrire questa opportunità ad uno dei propri Collaboratori diocesani del Sovvenire.

Per i 3 gg non è previsto nessun contributo. Sono a carico dei partecipanti solo la quota di partecipazione di euro 50,00 e le spese di viaggio.

La quota di iscrizione di euro 50,00 può essere versata a:

conto intestato: Conferenza Episcopale Italiana
IBAN: IT17U0503411750000000165900
Descrizione: 23067 – Giornate di Spiritualità del Sovvenire 2025

L’iscrizione dovrà essere effettuata ENTRO IL 30 NOVEMBRE cliccando al seguente link:

Iniziative CEI

Per tutti i sacerdoti e i diaconi si ricorda di portare il camice e la stola.

Uniti Possiamo / Un mese, una comunità, un sacerdote

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Dal 1° novembre al 15 dicembre le parrocchie che si sono iscritte al progetto Uniti Possiamo diventeranno un centro privilegiato di promozione e raccolta delle Offerte per il sostentamento dei sacerdoti. Le comunità parrocchiali coinvolte, organizzate in modo opportuno, saranno chiamate a raccogliere le “Buste delle Offerte” destinate all’Istituto Centrale Sostentamento Clero (ICSC).

Lo slogan riportato anche quest’anno sul logo è esplicito: in un mese, o poco più, l’intera comunità parrocchiale sarà coinvolta in un progetto che, con l’aiuto del proprio parroco (che si impegnerà in prima persona), ha come obiettivo la raccolta di una mensilità (mediamente mille euro) destinata ai sacerdoti. Come è noto questo coinvolgimento ha diversi significati educativi:

  • offre l’occasione per poter parlare del “sovvenire” con un messaggio chiaro, semplice e diretto;
  • aiuta il parroco a responsabilizzare i fedeli all’impegno di sostenere i sacerdoti e facilita le persone a fare un’Offerta deducibile all’ICSC direttamente in parrocchia senza doversi recare in posta o in banca;
  • informa i parrocchiani che la Chiesa “non è ricca come la si dipinge” e che i preti, come talvolta ancora si crede, non sono “dipendenti” del Vaticano. Al contrario, il loro sostentamento dipende dalla corresponsabilità dei fedeli.

COSA FARE IN CONCRETO

A OTTOBRE: INFORMARE E FORMARE LA COMUNITÀ

  • 1) Divulgare e promuovere l’iniziativa Uniti Possiamo per la raccolta delle Offerte per i sacerdoti attraverso i mezzi di comunicazione locali (sito web parrocchiale, social, foglio parrocchiale e/o di collegamento, etc.), utilizzando i materiali presenti nel kit e nel portale Uniti in Rete (riservato esclusivamente agli iscritti con credenziali), nella sezione Iniziative.
  • 2) Organizzare un incontro di formazione, aperto a tutta la comunità, sui valori del sostegno economico alla Chiesa cattolica.

Per questo si può consultare e proiettare durante l’incontro di formazione il video L’ABC del Sovvenire in 5 minuti presente nel portale, nella sezione Iniziative e anche qui.

Inoltre, nel kit e nella sezione Iniziative del portale Uniti in Rete si trova anche il sussidio pastorale Sacerdoti tra schermo e realtà, preparato dalla Commissione Film della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) insieme al Servizio Promozione Sostegno Economico (SPSE) della CEI. L’iniziativa presenta le schede di quattro film (Come un gatto in tangenziale – Se Dio vuole – Io, loro e Lara – Alla luce del sole) da poter proiettare durante l’incontro di formazione. Con questa iniziativa si intende sostenere l’itinerario interiore dei fedeli in un viaggio guidato dallo schermo alla realtà, con l’obiettivo di narrare l’impegno pastorale dei sacerdoti sul territorio, nella dimensione comunitaria. Un racconto da una prospettiva di osservazione originale, di respiro culturale e formativo, mediante lo sguardo del cinema.

  • 3) Una volta pianificato l’incontro di formazione è necessario inserirlo nel portale, gestirlo e successivamente rendicontarlo. In che modo? Accedendo al portale Uniti in Rete, nella sezione Iniziative, cliccare sopra il box del progetto Uniti Possiamo 2024. Cliccare il bottone Monitoraggio e Gestione e poi il bottone Crea Incontro di  Formazione. Qui sarà possibile, attraverso una procedura guidata, inserire l’incontro di formazione e successivamente rendicontarlo. In questo modo la parrocchia potrà accedere, fino ad esaurimento dei fondi, ai contributi per la formazione (vedi regolamento nella sezione Contributi).

A NOVEMBRE: DISTRIBUIRE E RACCOGLIERE LE BUSTE

  • Distribuire ai fedeli della parrocchia le buste per la raccolta delle Offerte;
  • raccogliere successivamente le buste chiuse contenenti la Scheda con i dati personali del donante per poter ricevere a casa la ricevuta dell’IDSC, necessaria per la deducibilità fiscale, e gratuitamente la rivista Sovvenire. Le buste chiuse verranno inserite nell’apposita scatola presente nel kit.

ENTRO IL 15 DICEMBRE: CONSEGNARE LA SCATOLA CON LE BUSTE RACCOLTE ALL’IDSC

Va concordato in anticipo la consegna della scatola con l’IDSC per consentire e incentivare una proficua collaborazione al momento dell’apertura della stessa, nonché nella conta delle buste, del denaro contante e nella corretta trasmissione dei dati all’ICSC. È bene non aprire le buste con le Offerte prima della consegna all’IDSC.

IMPORTANTE: le OFFERTE per il sostentamento del clero POSSONO ESSERE DEDOTTE anche SE EFFETTUATE in CONTANTI e CERTIFICATE dalle QUIETANZE rilasciate dagli Istituti Diocesani Sostentamento Clero.

QUI la relativa normativa.

8xmille / Venezia, ristrutturate “Salute” e Biblioteca monumentale. Moraglia: luoghi del mondo

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Doppia inaugurazione il 5 novembre a Venezia, in punta della Dogana: la ristrutturazione della Basilica con le facciate ritornate all’antico splendore dopo tre anni di vista nascosta dai ponteggi, e la risistemazione totale della biblioteca monumentale, scrigno di cultura e bellezza con 33 mila libri, al primo piano del complesso attiguo del Seminario patriarcale. In tutto sono stati investiti 4 milioni e mezzo di euro.

Ne dà notizia Vatican News nel servizio di Alvise Sperandio nel quale si evidenzia, tra l’altro, che <<…La ristrutturazione della Salute si candida a essere modello pilota per la salvaguardia anche di altre chiese e beni ecclesiastici in città. Fondamentale è stato il ricorso al bonus facciate, peraltro già impiegato anche per il restauro di un’altra decina di luoghi di culto, ma che pare non sarà rinnovato per il futuro. Indispensabile anche la collaborazione con il Ministero della Cultura, la Sovrintendenza, la Conferenza Episcopale Italiana che ha dato dei contributi attraverso l’8xmille, i Comitati privati per la salvaguardia di Venezia, gli sponsor privati.

“È stato un intervento importante, nato ancora in tempo di Covid nel 2020 e portato avanti speditamente con ottimi risultati: ora continueremo con i prossimi passi previsti”, ha dichiarato per la Sovrintendenza l’architetto Chiarelli, mentre l’assessore comunale Venturini ha espresso “la gratitudine della città, avere una basilica così bella è tornare alle origini, alla nostra stessa visione identitaria con cui ci affacciamo al mondo e il mondo ci guarda”. Dalla diocesi viene sottolineato come “i beni culturali come biblioteche, archivi e musei non debbano essere solo tutelati, ma vanno anche resi vitali e vissuti. Un’esperienza di ristrutturazione è, anzitutto, esperienza di rivitalizzazione della città”>>.

Emilia-Romagna / L’incontro regionale a Ferrara

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Si svolgerà dal 6 al 7 novembre a Ferrara presso l’Istituto di cultura “Casa Giorgio Cini” l’incontro regionale dell’Emilia-Romagna.

Nel programma della due giorni sono previsti gli interventi del Vescovo di Ferrara – Comacchio e Delegato del Sovvenire Mons. Gian Carlo Perego, del referente regionale Davide Martini, del presidente dell’ICSC Mons. Luigi Testore, dell’economo della CEI don Claudio Francesconi e del responsabile del Servizio Promozione della CEI Massimo Monzio Compagnoni con Letizia Franchellucci.

L’incontro, come di consueto, sarà -si legge nella lettera di invito-un importante momento di ascolto e confronto sul tema del sostegno economico alla Chiesa cattolica con le strutture di servizio della CEI e gli economi, i presidenti degli Istituti per il sostentamento del clero, gli incaricati diocesani del Sovvenire e i direttori degli uffici delle comunicazioni sociali. L’intento è quello di informare i partecipanti sull’andamento del sostentamento economico alla Chiesa cattolica, che non si realizza solo attraverso l’incentivazione delle firme per l’8xmille alla Chiesa o della raccolta delle Offerte liberali, ma anche attraverso una responsabilità nell’amministrazione dei fondi 8xmille diocesani e la corretta gestione dei beni degli Istituti diocesani”.

Il 6 novembre alle 19.15 la celebrazione Eucaristica si svolgerà presso la Cattedrale di San Giorgio e sarà animata dal Coro dei Giovani della Diocesi di Ravenna-Cervia. Alle 21.30 è prevista una visita guidata alla Chiesa di San Paolo dopo il recente restauro.

In allegato il programma completo e la lettera d’invito.

“Sovvenire in radio” / Su Radio Kalaritana nella V puntata l’incontro con don Giuseppe Pes e Maria Laura Cilloco

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Nella puntata del 27 ottobre di “Sovvenire in radio”, programma a cura di Maria Chiara Cugusi e don Alessandro Simula, è continuato il racconto sull’impegno dei nostri sacerdoti nella diocesi di Cagliari. L’obiettivo principale di queste puntate è far capire che sostenere i sacerdoti -anche con un’Offerta destinata all’Istituto Centrale Sostentamento Clero- significa sostenere le opere concrete che essi portano avanti nei territori, con ricadute significative per le nostre comunità.

In studio il parroco don Giuseppe Pes, parroco della parrocchia San Leonardo a Serramanna e Maria Laura Cilloco, da oltre vent’anni è volontaria e catechista nella parrocchia in cui si occupa anche del Consiglio parrocchiale degli affari economici, e del Sovvenire.

Ascolta la puntata: