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Fraternità a Loreto / Accendere il fuoco della fede, per essere fuoco nel mondo

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“Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo,” scriveva quasi 700 anni fa Santa Caterina da Siena. Ma cosa accade quando un gruppo di cristiani decide di prendere sul serio queste parole? Il fuoco divampa, e non si può più contenere.

Questo è ciò che è successo a Loreto dal 26 al 29 agosto, durante il terzo raduno di Fraternità, la più grande community di giovani cattolici d’Italia. Quasi 500 ragazzi, provenienti da ogni angolo della penisola, si sono riuniti dopo essere stati invitati da amici o attraverso i social media. Diventato ormai un appuntamento immancabile per Fraternità, l’evento attira ogni anno sempre più partecipanti, affascinati dalla bellezza e dalla semplicità con cui tanti giovani vivono la fede nel quotidiano.

La frase di Santa Caterina ha fatto da guida durante questi giorni intensi, in cui l’immagine del fuoco, così ricca di significato simbolico, ha permeato ogni incontro: dalle catechesi ai momenti di preghiera, fino alle feste. Il simbolo di una fiamma ardente, stampata sulla maglietta di ogni partecipante, rappresentava il fuoco della fede che, da oltre 2000 anni, continua ad animare e infiammare i cuori dei credenti.

Un programma ricco, per innescare l’incendio

Perché il fuoco si accenda, è necessario un innesco: un aumento di calore che, a contatto con il combustibile, genera la fiamma. Lo stesso vale per la fede: anche questa si trasmette per contatto, attraverso una scintilla esterna capace di accenderci dentro. È proprio ciò che tanti giovani hanno sperimentato in Fraternità e, in modo particolare, durante questo raduno: un incontro autentico con ragazzi animati dal desiderio di camminare verso Cristo. Per molti, questo evento ha rappresentato la scintilla decisiva, capace di ravvivare un fuoco che era ormai spento o fioco, riportando speranza e rinnovando la fede.

Le giornate erano scandite da un alternarsi armonioso di preghiera, festa, catechesi e momenti di condivisione. Ogni attività era orientata a un unico grande obiettivo: aiutare i giovani a coltivare un dialogo profondo con Dio e a rafforzare i legami fraterni.

Le catechesi, prima don Alberto Ravagnani sacerdote che è alla guida di tutta l’esperienza e successivamente di Fra Roberto Pasolini, Suor Katia Roncalli e don Pierluigi Banna, hanno stimolato i ragazzi a interrogarsi sul proprio cammino di fede e su quelle problematiche che spesso impediscono di mantenere viva la fiamma della fede. Ogni relatore ha saputo toccare il cuore dei giovani, suscitando riflessioni profonde con interventi carichi di significato.

I laboratori, invece, si sono concentrati su un aspetto centrale della missione cristiana: l’annuncio del Vangelo. Diversi professionisti hanno guidato i ragazzi nell’approfondimento delle dinamiche che caratterizzano il mondo di oggi, per insegnare loro come comunicare il messaggio del Vangelo in modo efficace. “La buona notizia” rimane immutata, ma il contesto in cui viene annunciata è cambiato radicalmente. Per questo, momenti di formazione come questi risultano fondamentali, poiché insegnano a dialogare con una realtà in costante evoluzione.

Tre serate indimenticabili hanno incantato i ragazzi, facendoli ballare, gioire, divertirsi e pregare insieme. La prima sera è stata caratterizzata da uno spettacolo incandescente, in cui degli artisti hanno utilizzato il fuoco come elemento centrale delle loro esibizioni, lasciando tutti a bocca aperta. La seconda sera è stata animata da un DJ set, con la presenza di Padre Guilherme, il celebre prete DJ che ha già fatto ballare i giovani alla Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona. Una festa piena di emozioni, in cui i ragazzi hanno celebrato la bellezza di vivere come fratelli e sorelle. Infine, l’ultima serata ha avuto inizio con una processione, ognuno con una piccola torcia, in un cammino che ha portato i ragazzi alla basilica. Qui, l’adorazione eucaristica ha preso il via, protratta per diverse ore durante la notte. Uniti come un solo corpo, i giovani hanno cantato, pregato e lodato il Signore in un momento di intensa spiritualità.

Tra gli ospiti di rilievo, spiccano figure come il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della CEI e arcivescovo di Bologna, Mons. Lucio Adrian Ruiz, segretario generale del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, e l’arcivescovo di Loreto, Mons. Fabio Dal Cin, insieme ad altri vescovi che hanno preso parte alle celebrazioni eucaristiche.

Ecco le parole che S. Em. Card. Zuppi ha condiviso coi ragazziLasciamo davvero che questi giorni possano essere la via per  accendere il fuoco del nostro cuore, quel fuoco che il Signore vuole che sia acceso quando dice ‘io sono venuto ad accendere un fuoco’, ad accendere una luce della speranza, a far ardere il cuore! È quello che è successo anche a Sant’Agostino che cercava la felicità in tanti modi e che poi alla fine l’ha trovata abbandonandosi al Signore e scoprendo che quel Signore non era da un’altra parte, ma ce l’aveva nel cuore.

Vi chiediamo di vivere la comunione. La comunione è qualcosa forse di più di volersi bene: è pensarci insieme! Questo è il frutto dell’amore, quando uno si vuole bene si pensa insieme, per certi versi non può fare a meno dell’altro, perché? Perché lo amo, perché gli voglio bene, ci penso e quando sono lontano penso a lui. Ci pensiamo insieme. La comunione è quel filo d’oro che ci unisce anche quando siamo distanti. Coltiviamo e coltivate tanto, in una generazione con tanto individualismo e protagonismo solitario, la dolcezza, la bellezza, l’umiltà della comunione, il semplice volersi bene, il gusto dello stare insieme della fraternità”.

Una fiamma da custodire

“Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?»” (Lc 24,32)

Come i discepoli di Emmaus, anche quei 500 ragazzi sono tornati nelle loro case e comunità, portando nel cuore quell’incontro profondo con Dio, che non lascia mai indifferenti o freddi. Tante piccole fiammelle ora brillano in tutta Italia: non è necessario che la fiamma sia appariscente o vistosa, ma che venga custodita con cura, giorno dopo giorno, per continuare ad accendere il cuore delle persone che incontriamo lungo il nostro cammino: questa è Fraternità.

(Agenzia Sir)

XI puntata “Sovvenire in radio” / Su Radio Kalaritana si racconta l’impegno territoriale della Comunità Papa Giovanni XXIII

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Da fine giugno le puntate di “Sovvenire in radio” sono state dedicate a ciò che viene realizzato nella diocesi di Cagliari grazie ai fondi 8xmille.

Questa XI puntata della serie di podcast dedicati al Sovvenire, serie curata da Maria Chiara Cugusi e don Alessandro Simula, dà spazio all’impegno portato avanti dalla Comunità Papa Giovanni XXIII a Cagliari. I conduttori lo fanno insieme a Roberto Vargiu e a Barbara Aresu, responsabili della Casa “Madonna della Tenerezza”, una realtà di accoglienza a conduzione familiare dove da 28 anni, insieme ai loro tre figli naturali – ora tutti maggiorenni – accolgono bambini orfani, fragili, con grave disabilità.

I fondi 8xmille quest’anno (la cifra del 2023 destinata a questa realtà è stata di 10mila euro) hanno contribuito all’acquisto di un’auto, adibita per il trasporto disabili, perché alcuni dei bambini accolti da Roberto e Barbara hanno delle forme di disabilità.

Sembrerebbe un aiuto meramente materiale, in realtà quel mezzo significa molto altro: significa poter andare a scuola, o poter effettuare visite mediche, ma anche poter fare delle passeggiate, avere una propria quotidianità.

Ascolta la puntata:

Il Sovvenire alla Summer School dell’ANSPI / L’invito ai giovani: essere protagonisti del cambiamento

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Si è trattato di un incontro pieno di stimoli, riflessioni e proposte concrete quello con Paolo Cortellessa, referente incaricato per le attività di studi e ricerche della Conferenza Episcopale Italiana che, il 4 settembre 2024, a Bellaria, è intervenuto all’interno della Summer School dell’ANSPI (Associazione nazionale San Paolo Italia), ossia nell’appuntamento formativo per animatori ed educatori d’Oratorio della 42^ Rassegna sportivo-culturale associativa “L’Oratorio in Festa”.

Oltre cento giovani provenienti da tutte le Diocesi d’Italia hanno ascoltato con interesse e sollecitudine la descrizione dello scenario giovanile presentato e si sono riconosciuti, a vario livello, in quella incerta e difficile condizione lavorativa e personale che è venuta fuori da una rilettura dei numeri statistici.

I giovani d’oggi, è stato spiegato, si confrontano con lavori precari e spesso sottopagati, un mercato del lavoro instabile e una crescente sensazione di inadeguatezza e solitudine. Dato certamente allarmante che il 39% dei giovani italiani soffra di disturbi legati ad ansia e depressione, mentre la disoccupazione giovanile è al 20,1%, una delle percentuali più alte d’Europa.

Con questo sguardo all’attualità, l’intervento si è aperto a riflessioni piene di fiducia e speranza sull’importante ruolo che gioca la partecipazione attiva dei giovani alla vita sociale e religiosa, benché quest’ultima risulti attualmente compromessa da un sentimento di disillusione e distacco palese anche nei numeri in decrescita dell’8xmille.

Con stupore, i giovani presenti hanno appreso che la Chiesa si sostiene solo grazie alle offerte dei fedeli e che tutto quanto di bello, di prezioso e di utile le comunità parrocchiali fanno per le comunità, sia possibile solo grazie alla generosità di chi non ha mai smesso di vedere e sostenere quella bellezza, preziosità e utilità delle opere.

L’intervento di Cortellessa, richiamando le parole di Papa Francesco e di Giovanni Paolo II, si è trasformato allora in un appello accorato alla responsabilità e all’azione: con chiarezza ed entusiasmo, l’incaricato della CEI ha invitato i giovani a “mettersi in gioco” per dimostrare, con i fatti, cosa e quanto la Chiesa può fare, ma soprattutto cosa loro stessi possono realizzare all’interno della comunità ecclesiale e sociale; in altre parole, l’invito è stato quello di diventare protagonisti del cambiamento, sia all’interno della Chiesa sia nella società. Invito reso ancora più concreto dalla presentazione di un concorso che verrà lanciato nei prossimi mesi, pensato per stimolare la creazione di contenuti social che mettano in luce cosa la Chiesa faccia di bello e di importante per la società civile.

X puntata Il “Sovvenire in radio” / Su Radio Kalaritana si parla di 8xmille e giovani

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In studio, con Maria Chiara Cugusi e don Alessandro Simula, don Mariano Matzeu, direttore dell’ufficio diocesano di Pastorale giovanile e incaricato regionale della stessa pastorale, e anche tutor del Progetto Policoro (progetto – lo ricordiamo – anch’esso sostenuto dall’8xmille diocesano, di cui abbiamo si già parlato in una delle precedenti puntate).

Tra gli altri ospiti anche Andrea Tilocca e Lorenzo Orgiano, entrambi fanno parte della “squadra della pastorale giovanile (la cosiddetta PG)” che si occupa di collaborare con l’ufficio diocesano della Pastorale giovanile. Quest’ultima, grazie ai fondi dell’8 xmille diocesano – il contributo del 2023 è di 10.500 euro -, porta avanti tante iniziative/progetti importanti per i giovani, per la loro crescita umana e spirituale.

Ascolta la puntata:

 

IX puntata “Sovvenire in radio” / Su Radio Kalaritana si racconta il progetto “Marina”

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La IX puntata della trasmissione “Sovvenire in radio: la Chiesa in servizio si racconta”, è dedicata al progetto “Marina”, portato avanti dalla Congregazione delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli e destinato alle donne e uomini immigrati in difficoltà.

Ospiti Francesca Pitzalis, la coordinatrice del progetto Marina e degli altri progetti della Congregazione, finalizzati a contrastare la tratta e lo sfruttamento, e Laura Serra, operatrice della Congregazione, impegnata soprattutto nel contatto sulla strada, nell’ascolto e nell’accoglienza delle vittime.

Il progetto Marina, attivato un anno fa e portato avanti grazie ai fondi dell’8xmille diocesano (il contributo del 2023 è di 5.000 euro), prende il nome dalla sua sede, l’Asilo della Marina, luogo storico della Congregazione, in un quartiere, oggi multietnico, dove le Suore arrivarono nel lontano 1864. La Congregazione Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli è impegnata da tanti anni accanto alle donne fragili, vittime di tratta e di sfruttamento lavorativo.

Il progetto Marina consente di raggiungere queste persone in modo ancora più immediato e diretto grazie a uno spazio informale, un luogo d’incontro, in cui si parte dall’ascolto e poi, in base alle esigenze emerse, si pensa a un possibile inserimento in un progetto più strutturato.

Ascolta la puntata:

Piedimonte Matese / Le strade per sostenere la Chiesa cattolica: famiglie e confraternite in formazione

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È stata pubblicata su Clarus la notizia di un incontro formativo, a cura del servizio “Sovvenire” della Diocesi di Alife-Caiazzo, svoltosi presso la parrocchia di Ave Gratia Plena, in occasione della Festa della Famiglia.

A Piedimonte Matese, la parrocchia Ave Gratia Plena ha due importanti Confraternite: Santa Maria della Libera e Santa Maria del Carmine ed il Gruppo “Famiglie in cammino”. I loro membri, uomini e donne, periodicamente si formano sia liturgicamente che spiritualmente con il parroco don Armando Visone.

Stavolta hanno sentito il bisogno di formarsi e di prendere informazioni importanti sul sostegno alla Chiesa cattolica, in risposta alla chiamata di corresponsabilità che è per ogni battezzato nella Chiesa.

Quindi durante il periodo del novenario dedicato a Maria Santissima della Libera, la sera del 6 settembre 2024 è stata organizzata la terza edizione della “Festa della Famiglia” e in essa è stato inserito l’incontro di formazione sul Sovvenire, con l’incaricata diocesana Annamaria Gregorio per saperne di più su questo servizio della Chiesa cattolica. Numerosa è stata l’affluenza e si sono dimostrati tutti molto interessati alle tematiche.

É stato illustrato in modo particolarmente chiaro l’aspetto tecnico e fiscale dell’8xmille, ma soprattutto l’importanza di questo impegno, scoprendo anche i fondamenti teologici e i valori che sono alla base del sostegno alla Chiesa, ricordando il senso di appartenenza e di comunione delle prime comunità cristiane, che deve essere imitato anche oggi dalle famiglie della comunità. La serata si è conclusa con un momento di convivialità.

8xmille / La mostra “La forza di una comunità è nei suoi gesti d’amore” al Meeting di Rimini

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Nell’ultima settimana d’agosto Rimini, come è noto, diventa la capitale della cultura internazionale e viene invasa da “il popolo del Meeting”, come è stato definito dai media: gente curiosa, aperta, capace di giudizio, proveniente da tutto il mondo per questo evento che si ripete dai primi anni Ottanta. In occasione del Meeting 2024 (svoltosi come di consueto presso la Fiera di Rimini dal 20 al 25 agosto), il Servizio CEI per la promozione del sostegno economico alla Chiesa ha realizzato una mostra dal titolo “La forza di una comunità è nei suoi gesti d’amore”, un viaggio visivo nelle realtà delle opere finanziate con i fondi dell’8xmille. Vi proponiamo una delle tante testimonianze raccolte dall’Ufficio stampa del Meeting.

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Visitare il Meeting di Rimini 2024 è stata un’esperienza intensa, ma tra le varie mostre, una in particolare, ospitata nel padiglione C5/A5, ha catturato la mia attenzione: quella dedicata all’8xmille alla Chiesa cattolica. Il titolo, “La forza di una comunità è nei suoi gesti d’amore”, già anticipava il senso profondo del percorso visivo che avrei intrapreso. Attraverso le fotografie ogni immagine raccontava storie di solidarietà rese possibili da un semplice gesto: una firma.

Appena entrato, mi sono trovato immerso in una realtà fatta di volti e luoghi lontani, ma con una connessione immediata e tangibile. C’erano bambini in Sri Lanka che, grazie alla Fondazione La Salle, avevano accesso all’istruzione, un’opportunità che altrimenti non avrebbero avuto. Lo sguardo concentrato di un bambino in aula mi ha colpito: era la dimostrazione concreta di come un piccolo contributo possa trasformarsi in un futuro migliore per qualcuno.

Un’altra immagine ritraeva donne in Tanzania, all’interno di un ospedale gestito dai medici del Cuamm. Quell’ospedale, finanziato dall’8xmille, rappresentava per loro una speranza di vita. Volti segnati dalla fatica e dalla malattia, ma anche dalla gratitudine per un servizio che, in contesti così difficili, può fare la differenza tra vivere e morire.

Proseguendo nella mostra, ho visto altre realtà: mense per i poveri, dormitori per i senzatetto, come quello a Bergamo, e progetti di accoglienza per migranti.

Ogni fotografia raccontava una storia diversa, ma il filo conduttore era sempre lo stesso: gesti concreti di solidarietà resi possibili dall’8xmille. Non erano solo immagini di aiuto materiale, ma di restituzione di dignità.

Una delle fotografie più potenti mostrava il restauro della Cattedrale di San Gerlando ad Agrigento. Quell’immagine simboleggiava il legame tra passato e futuro, la cura per il nostro patrimonio culturale e spirituale che, grazie all’8xmille, viene preservato per le prossime generazioni.

La mostra era accompagnata da un desk informativo dove era possibile approfondire i progetti sostenuti e iscriversi a una newsletter per rimanere aggiornati.

Ma ciò che mi ha colpito davvero non sono stati i dettagli tecnici, quanto la consapevolezza che firmare per l’8xmille significa partecipare attivamente a una rete di aiuti che tocca le vite di migliaia di persone, in Italia e nel mondo.

Uscito dalla mostra, mi sono sentito più consapevole dell’importanza di questo piccolo gesto, che può sembrare insignificante ma che, in realtà, alimenta una comunità fondata su gesti d’amore. In quel momento, ho capito che l’essenziale non è solo ciò che cerchiamo per noi stessi, ma ciò che possiamo fare per gli altri. E firmare per l’8xmille è un modo semplice e concreto per farlo.

8xmille per lo sviluppo dei popoli / India: dove anche una “firma” può generare vita

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Pubblichiamo l’articolo di don Enrico Garbuio; collaboratore del Servizio Promozione della CEI, pubblicato su “Nostro Tempo” a settembre.

UN FRULLATO DI FOTOGRAFIE DALL’INDIA
Dove la tua firma genera vita

Oggi pomeriggio sono salito in soffitta e in un vecchio baule della nonna ho trovato un enorme album di fotografie. Di fronte a oltre 200 fotografie di formati differenti, a colori e in bianco e nero, mi sono sentito avvolto dalla vita, avvolto da quanto una semplice firma 8xmille alla Chiesa cattolica ha generato vita. Nasce la voglia di cercare il particolare in ogni inquadratura, di ammirare i dettagli.

Un album degno di essere sfogliato. Un album dove indugiare. Per accorgerti della vita, della sua bellezza e della sua fragilità. Ammirare è la strada per apprezzare. E apprezzare è la strada per custodire. Se apprezzi un oggetto sicuramente lo tratti con cura. Vale per ogni cosa. Chi apprezza il vino non lo butta giù d’un fiato, ma lo beve a piccoli sorsi. Chi apprezza i libri li maneggia con cura e li conserva nella propria biblioteca con grande attenzione. Fermarsi a contemplare qualche fotogramma sul mio viaggio in India è l’occasione per accorciare le distanze con i destinatari dell’8xmille.

L’India è un fiume in piena che travolge con le sue contraddizioni che non puoi cercare di capire a tutti i costi, ma solo vivere, abbandonandoti ad essa e alla sua illogicità. Se vuoi amarla devi prenderla così com’è, non puoi decodificarla con i tuoi schemi europei che parlano un altro linguaggio, dove quello che a te sembra folle è la normalità. Dove i ragazzini improvvisano giochi con nulla e sorridono a chiunque. È davvero un mistero la luminosità di quei sorrisi, soprattutto dei più piccoli che mi circondavano da ogni parte allungando la mano per un chocolate o la innalzavano verso si me per salirmi in groppa e poter così avere l’onore di un selfie ad alta quota. Sceso dall’aereo, l’ansia e la paura non hanno preso il sopravvento. Ho camminato per giorni interi lungo le strade delle città o dei villaggi – accompagnato inizialmente dalle Figlie della Chiesa e successivamente dai Padri Carmelitani Scalzi – e lì vi assicuro che non sentivo né caldo, né stanchezza, sarei rimasto per ore sotto il sole cocente ad osservare questo «mondo» così diverso dal mio. Talvolta mi sembrava di essere come in un frullatore di suoni (dal rumore assordante dei clacson, al coro dei richiami dei venditori lungo le strade); in un frullatore di colori (da quelli sgargianti e splendidi dei sari, al nero di occhi così profondi che puoi soltanto annegarci); in un frullatore di profumi (aromi di spezie deliziose che coprono con irruenza quelli meno appetibili della povertà e dell’indigenza). Ho visitato tante città, tanti villaggi sperduti: Hyderabad, Bangalore, Mandya, Mysore, Savanour, Trivandrum, Kollam, Alappuzha, Kochi, Ernakulam, Verapoly, Kothagudem, Khammam, Warangal, Eluru, Guntur, Vijayawada, Nawabupeta, etc.

Ho incontrato davvero tante realtà: dalle case-famiglia agli ospedali, dai centri di accoglienza per bambini malati di AIDS alle scuole per bambini sordomuti…tutte opere finanziate con i fondi 8xmille. Dai finestrini del fuoristrada o dal tuk-tuk ho visto scorrere l’India delle città e dei villaggi: case di legno più dignitose lungo le vie trafficate delle città, case di bambù immerse nella vegetazione dove talvolta si affacciavano donne e bambini che con il sorriso mi invitavano ad entrare per un coconut water, un pezzo di papaya, una banana o semplicemente per decorarmi il volto come segno di accoglienza.

Nello Stato del Karnataka, a Bangalore, le Figlie della Chiesa sono particolarmente impegnate nel dialogo interreligioso e lavorano nel campo infermieristico. A Savanour hanno realizzato – grazie ai fondi dell’8xmille – una casa-famiglia dove accolgono oltre quaranta bambine orfane o semi-orfane, assicurando loro vito e alloggio, ma soprattutto studio ed educazione umana e spirituale, nel rispetto della religione di ciascuna. Nella città di Mandya, in collaborazione e con il sostegno dell’Aifo, hanno fatto un lavoro capillare di ricerca dei malati di Hansen, sia in città che nei villaggi intorno, per istruire la gente sulla prevenzione della malattia e curare sistematicamente i malati. La lebbra non è del tutto debellata, nonostante il problema sia negli anni piuttosto ridimensionato.

I Padri Carmelitani Scalzi – sempre grazie ai fondi 8xmille – hanno realizzato in molti villaggi un servizio di promozione sociale della donna, attraverso la micro-economia di autoaiuto. Con il sostegno di vari benefattori hanno realizzato alcuni ambienti dignitosi in cui accolgono bambini e ragazzi malati di AIDS, prendendosi cura di loro con grande amore. Sono riusciti a inserirli nella scuola pubblica e li seguono somministrando le terapie che rendono meno dolorosa la loro situazione e consentono loro di fare una vita quasi normale.

Quanto vi ho narrato sono solo alcuni attimi stampati su un album fotografico, memorie scritte in un diario, ma niente è come averli impressi nel proprio cuore. Ogni attimo vissuto in un’opera finanziata con i fondi dell’8xmille è un motivo in più per firmare.

“Sovvenire in radio” / Su Radio Kalaritana la Giornata Nazionale Offerte per i sacerdoti

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Maria Chiara Cugusi e don Alessandro Simula hanno dedicato una puntata speciale della trasmissione “Sovvenire in radio: la Chiesa in servizio si racconta”, alle Offerte per i sacerdoti, in occasione della Giornata Nazionale che viene celebrata la seconda domenica di settembre in tutte le diocesi italiane.

Si tratta di uno dei due strumenti del Sovvenire insieme a quello dell’8xmille a cui il programma ha dedicato le puntate precedenti.

In studio Padre Gabriele Iiriti responsabile dell’Istituto diocesano di sostentamento del clero.

Ascolta la puntata:

VIII puntata “Sovvenire in radio” / Su Radio Kalaritana si racconta il Servizio per la tutela dei minori e persone vulnerabili

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Nella VIII puntata della trasmissione “Sovvenire in radio: la Chiesa in servizio si racconta”, continuando a dare voce alle opere realizzate in Diocesi grazie all’8xmille, si parla di minori con l’esperienza del “Servizio diocesano tutela minori e persone vulnerabili”.

Ospite l’avvocato Silvia Cocchiara, membro del Servizio diocesano tutela minori, e l’avvocato Valeria Aresti, responsabile del Centro d’ascolto dello stesso Servizio.

Il Servizio è attivo dal giugno 2021. Obiettivo: provvedere alla cura e protezione dei minori e delle persone vulnerabili attraverso attività che, in sinergia con il Servizio Nazionale e quello regionale di Tutela Minori, possano contribuire a diffondere una cultura della prevenzione e fornire strumenti di informazione e formazione.

Il Servizio, del quale è referente don Michele Fadda, che dirige e coordina anche quello regionale, è composto da un team multidisciplinare, prevalentemente femminile. Grazie ai fondi dell’8xmille diocesano del 2023 (con un contributo di 2500 euro) il Servizio porta avanti un’intensa attività formazione/prevenzione.

Ascolta la puntata: