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Rossano Cariati / Incontro formativo con gli IRC

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All’interno della consueta formazione permanente degli insegnanti di religione cattolica (IRC) si è tenuto lo scorso 14 gennaio a Corigliano Rossano (presso le Suore Madre Isabella de Rosis), un incontro formativo nel quale sono state affrontate e approfondite le seguenti tematiche:

  • sovvenire alle necessità della Chiesa: condivisione, comunicazione, relazione. Dinamiche d’intervento;
  • le relazioni interpersonali: esame degli strumenti d’intervento.

Si è partiti dal principio che fondamento della Chiesa, in tutte le sue manifestazioni è:

  • l’attenzione al bene comune, la carità con particolare attenzione ai più fragili e poveri
  • la relazione come elemento centrale e distintivo del nostro essere cristiani credibili
  • la comunione, la condivisione, la corresponsabilità, la perequazione sono le modalità operative che definiscono e danno un senso compiuto alla relazione
  • il “sovvenire” (8xmille/Offerte) ha rappresentato l’intuizione di applicare detti principi anche all’aspetto economico come naturale conseguenza ecclesiale e pastorale.

Si è poi esaminato nello specifico le modalità per rendere efficace una relazione d’aiuto che deve essere fatta necessariamente di: ascolto, accoglienza, comprensione, accompagnamento e cura.

Notevole è stata sia la partecipazione degli insegnanti (90 su 120) che il gradimento dell’evento stesso. Con i docenti si sono potute gettare le basi per migliorare il loro ruolo di “educatori”.

A prossimi incontri l’onere di approfondire specifiche tematiche di comune interesse.

Stefano Maria Gasseri

Dal Responsabile

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Iniziamo questo numero, anche se è la fine di gennaio, con l’augurio di un buon 2023, anno nel quale spero continueremo a seminare “fraternamente uniti”, nel dono, nella firma e in rete.

A brevissimo (15-18 febbraio) ci vedremo a Roma per il Convegno Nazionale, il nostro primo incontro nazionale in presenza dopo la pandemia. Purtroppo alcune diocesi risultano assenti. Capisco che talvolta ci possano essere cause di forza maggiore che impediscono di partecipare. Suggerirei, però, di favorire comunque la presenza della vostra diocesi, magari con un membro del gruppo di lavoro. È importante esserci per tanti motivi, non ultimo per la consegna dei talblet.

Inoltre sarà un’occasione importante per fare il punto sui progetti avviati nel 2022 e che dobbiamo rilanciare anche quest’anno, affinché gli sforzi fatti fin qui non siano stati vani e si trasformino in aiuto concreto alla nostra Chiesa. Ma soprattutto sarà un’occasione per rivederci e scambiarci idee e spunti per ripartire con slancio.

Riassumendo brevemente il programma (v. articolo dedicato al Convegno), dopo la giornata del 15 febbraio, destinata all’accoglienza e alla consegna dei tablet, la mattina successiva ci sarà l’atteso incontro con il Santo Padre in udienza privata.
Nel pomeriggio i lavori avranno inizio con l’introduzione del nostro Arcivescovo Mons. Donato Negro a cui seguirà la relazione su Il Sovvenire nel Cammino Sinodale del Segretario Generale della CEI Mons. Giuseppe Baturi. Dopo il mio intervento è prevista una tavola rotonda sulla comunicazione del “sovvenire” a partire dal Territorio. Il rilancio delle Offerte e il ruolo degli Istituti diocesani è il tema affidato al presidente dell’ICSC Mons. Luigi Testore. L’ultima parte del pomeriggio sarà dedicata alle aggregazioni laicali per continuare o iniziare una proficua collaborazione.

La serata si concluderà con lo spettacolo “È cosa buona e giusta”, nel quale vedremo impegnato il noto attore, commediografo, regista teatrale e conduttore televisivo Michele La Ginestra.

Il 17 febbraio sarà il giorno riservato ai workshop e la sera saranno assegnati i contributi per la formazione inerenti i progetti unafirmaXunire e Uniti Possiamo.

Infine sarà veramente molto importante la vostra presenza la mattina del 18 febbraio, nella quale spiegheremo in cosa consiste e come funziona il nuovo Portale destinato al Territorio. Esso sarà navigabile dal tablet consegnato al vostro arrivo e conterrà tantissime novità, tra cui anche una sezione riservata esclusivamente a In Cerchio, che avrà una nuova veste grafica, e alle notizie dal Territorio, che saranno a cura degli incaricati diocesani.

Non posso ora concludere senza esprimere gratitudine e riconoscenza per tutto il lavoro svolto finora da voi, cari amici, ma anche dai Vescovi Delegati e dai tanti referenti parrocchiali che hanno avuto modo di collaborare con noi nel corso del 2022. Insieme al Servizio CEI tutti hanno contribuito a diffondere i valori del “sovvenire” e a costruire una Chiesa sempre più “unita”.

A presto

Massimo

Uniti nel dono / In scena la redenzione del rione Sanità

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Nostalgia, di Mario Martone con Pierfrancesco Favino, è un’italianissima storia di amicizia, errori e redenzione che ha conquistato quattro Nastri D’Argento e per un soffio ha mancato la nomination all’Oscar 2023 come miglior film straniero. Tre ragioni per guardarlo. Arrivate fino in fondo alla pagina unitineldono.it, perché troverete molte altre splendide storie di sacerdoti (raccontate i questi anni) ambientate nello stesso contesto.

Se ancora non avete visto Nostalgia, il film di Mario Martone presentato a Cannes nel 2022 e unico film italiano candidato agli Oscar 2023, non perdete l’occasione di farlo (al momento è disponibile su una piattaforma di streaming online).

Perché il protagonista, un emigrato napoletano di nome Felice che torna alla sua città e da sua madre dopo 40 anni, è magistralmente interpretato da Pierfrancesco Favino.

Perché il film è un affresco di Napoli che ne esalta la meravigliosa complessità, senza sconti.

Perché, accanto al protagonista che fa finalmente i conti con la propria storia e la propria coscienza, c’è il personaggio chiave di don Luigi, e con lui tutti i giovani del quartiere Sanità che frequentando la sua parrocchia rendono visibile a Felice/Favino la possibilità del cambiamento e della redenzione.

E questa è la storia vera nella storia inventata. Se infatti Nostalgia è tratto dall’omonimo libro di Ermanno Rea, per interpretare la figura di don Luigi, l’attore napoletano Francesco Di Leva si è ispirato al vero don Antonio Loffredo.

“Ma come un prete?”, si era chiesto Di Leva, 44 anni, quando il regista Martone gli aveva proposto il ruolo. Pensava a un anziano sacerdote, una figura di saggio, che sentiva poco vicina alla propria natura. E invece… “Avevamo una figura a cui ispirarci – racconta l’attore in un’intervista – è don Antonio Loffredo, che è stato disponibilissimo, una guida nel mio avvicinamento spirituale. Che poi la Chiesa è fatta di uomini, questo è quello che dovremmo capire, questo è quello che ho trovato alla Sanità, degli uomini che lavorano per il prossimo, qualcosa di molto essenziale, non c’è la pressione di una istituzione lontana da noi, è una Chiesa con la porta sempre aperta h24”.

Ecco qui una clip per vedere il sacerdote creato dalla pellicola che, assieme a Pierfrancesco Favino, cerca di offrire una possibilità a un ragazzo del quartiere

E qui un video che racconta il ruolo che ha giocato il vero don Antonio Loffredo nel Rione Sanità, anche attraverso la voce dei ragazzi a cui ha insegnato che si può credere “nell’inaudito, nell’inaspettato”.

Leggi anche:

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“La Madonnina” / A Candiolo speranza per malati e loro famiglie

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Don Carlo Chiomento l’ha voluta fortemente: la casa di accoglienza “La Madonnina”, aperta dal 2007 con i fondi dell’8xmille, offre un tetto ai pazienti dell’IRCCS di Candiolo (TO) e ai loro familiari. Anche grazie all’impegno di 150 volontari che hanno risposto all’invito del parroco.

«La ricchezza del servizio che prestiamo è un’esperienza che non si può spiegare a parole, ma che si può vivere» afferma con semplicità Maria Ester Bellotti, la volontaria “storica” responsabile della Casa di accoglienza La Madonnina di Candiolo (TO) e come tale coordinatrice dei 150 volontari che da più di 15 anni si alternano nei diversi ambiti di ricezione dei malati e dei loro familiari.

È una mattina di autunno in questo paese di seimila anime della cintura torinese: in cortile uno dei volontari autisti aiuta a scendere una signora che è appena tornata dagli esami del pre-ricovero dalla navetta che fa la spola con l’Istituto per la ricerca e la cura del cancro a carattere scientifico (IRCCS) di Candiolo. «Sono stati gli infermieri – racconta – a indicarmi questa casa di accoglienza: qui ho trovato non solo un tetto ma tanto sostegno morale, grazie all’affabilità delle volontarie che non ci fanno mai mancare un sorriso e ci permettono di trovare un po’ di serenità».

Qui questa bella opera testimonianza 8xmille, raccontata da Manuela Borraccino

«Per il nostro ospedale la casa di accoglienza “La Madonnina” è stata una novità portata dalla Provvidenza» dice lapidario l’oncologo Fabrizio Carnevale Schianca, tra i medici in prima linea dell’IRCCS. E di «Mani invisibili» che lo hanno guidato nella sua parabola esistenziale parla anche don Carlo Chiomento, 69 anni, ordinato a Torino nel 1978 e nominato parroco di Candiolo nel 1997. «Avevo 43 anni – racconta – e, nel dare al Vescovo la disponibilità allo spostamento che ci aveva chiesto, avevo espresso la preferenza per restare in città a Torino, per una parrocchia più grande di quella dov’ero e possibilmente non vicino ad un ospedale, perché avevo avuto diversi problemi di salute e avevo assistito per lungo tempo i miei genitori malati. E dove sono finito? In una parrocchia più piccola, di campagna, e accanto ad un ospedale oncologico. Oggi so che è stata la Provvidenza a portarmi qui, perché la cura pastorale dei malati mi ha cambiato la vita». Fu proprio poco tempo dopo l’apertura dell’ospedale infatti, nel 1999, che si accorse che molti familiari dei pazienti dormivano in macchina. «Parlai subito con l’Arcivescovo (card. Severino Poletto, ndr) – ricorda – la diocesi stanziò dei fondi dall’8xmille, un ingegnere fece gratuitamente il progetto: nel 2007 inaugurammo la casa e nel 2008 aggiungemmo i pannelli solari».

Un altro finanziamento dall’8xmille della Cei ha permesso il progetto di ampliamento, mentre la Casa ha attratto nel corso degli anni centinaia di volontari che con le loro mani operose e la loro discrezione hanno permesso a questa residenza di funzionare come un alveare e di dare sollievo a tante famiglie. Nei mesi scorsi anche la Fondazione Mario e Ofelia Martoglio si è imbattuta nel progetto della Madonnina onlus e ha aderito al suo piano di sviluppo: anche grazie al suo contributo il numero dei posti letto passerà da 54 a 92. «È ancora una volta la Provvidenza a indicarci la strada: noi dobbiamo soltanto assicurare al Signore il nostro sì» chiosa don Carlo.

Rivista del Clero Italiano / A gennaio I preti e i soldi

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La Rivista del Clero Italiano, mensile fondato nel 1920, è uno strumento di aggiornamento pastorale attento a interpretare il cambiamento in atto, sia nel contesto religioso sia in quello socio-culturale. Pensata per coloro che hanno ruoli di responsabilità nella Chiesa italiana, vi compaiono contributi sui diversi ambiti del lavoro pastorale: liturgia, aggiornamento teologico, Bibbia, catechesi, spiritualità e morale, ministero del prete, dibatti culturali e recensioni. La Rivista propone ogni anno alcuni dossier monografici e diverse rubriche tematiche distribuite negli undici fascicoli annui.

A tal proposito a gennaio vi segnaliamo un interessante dossier sul rapporto fra condizioni economiche e lavoro pastorale, centrato in modo particolare sulla ricaduta che questo rapporto ha sulla figura del prete. Si intitola I preti e i soldi. Economia del ministero, con i contributi di:

Luca Bressan, Il ministero del prete. Tra gestione dei servizi religiosi e testimonianza dell’amore evangelico

Claudio Margaria, Preti, vangelo e denaro. L’ambiguità del ‘mio’

Mauro Rivella, Remunerare il clero. Riflessioni sul clero italiano

Giacomo Incitti, L’onere dell’amministrazione. Vincoli canonici e forme del ministero

Donato Negro, Solidarietà e sussidiarietà. I frutti buoni del sovvenire.

“Dio è amore” / Chiave del pontificato di Benedetto XVI

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Il Papa emerito, morto lo scorso 31 dicembre in Vaticano, durante il suo pontificato aveva parlato in continuazione della “gioia dell’essere cristiani”, dedicando la sua prima enciclica all’amore di Dio, “Deus caritas est”. Era il 2005 e di fronte agli scandali e al carrierismo ecclesiastico, Egli aveva continuato a far richiami alla conversione, alla penitenza e all’umiltà, proponendo un’immagine di Chiesa liberata dai privilegi materiali e politici per essere veramente aperta al mondo.

Nel 2006 il Servizio Promozione pubblica a firma di Luigi Mistò un Quaderno del Sovvenire dal titolo “Il cuore che vede“, che presenta un approfondimento del “sovvenire” alla luce dell’enciclica del Papa.

Il grande principio che Benedetto XVI enunciava nella sua enciclica era nel contempo meraviglioso e semplice: tutte le volte che si vive l’amore, che si mette in atto un gesto d’amore – e noi sappiamo bene nel profondo del nostro cuore quando stiamo amando per davvero o stiamo “barando” all’amore – lì si fa presente Dio e, quindi, la salvezza dell’uomo.

Mons. Mistò proponeva a chiusura del suo bel Quaderno del Sovvenire il Decalogo degli incaricati”, ovvero dieci indicazioni per gli operatori della carità affinché il loro lavoro possa essere efficace. Ve le riproponiamo, invitando a rileggere per intero la bella e utile pubblicazione.

Primo: gli incaricati devono essere persone mosse dall’amore di Cristo, persone il cui cuore Cristo ha conquistato con il suo amore, risvegliando l’amore per il prossimo (qui il Papa riprende la bellissima frase di Paolo, nella seconda lettera ai Corinzi 5, 14: “L’amore del Cristo ci spinge, caritas Christi urget nos”). Bisogna essere conquistati dall’amore di Cristo per poter davvero amare gli altri.

Secondo: si comprende, allora, che non si vive più per se stessi, ma per Lui; e appunto perché si vive per Lui e con Lui, per gli altri. L’amore di Cristo mi spinge al punto che, parafrasando ancora San Paolo, “per me vivere è Cristo”.

Terzo: chi ama Cristo ama la Chiesa, lavora per la Chiesa, ha passione per la Chiesa, per questa Chiesa insieme santa e fatta di peccatori, “casta meretrix”. Dobbiamo però renderla sempre più bella e capace di presentarsi al mondo nella sua vera immagine. Si ama la Chiesa non in modo supino, ma ricordando che “Ecclesia semper reformanda est”: l’attività pastorale degli incaricati deve promuovere un’immagine di Chiesa bella e attraente, coerente con l’incontro con un Dio che altro non è se non Amore.

Quarto: amare la Chiesa significa essere completamente dentro la Chiesa, lavorando in modo particolare attraverso la comunione con il vescovo. Il riferimento al vescovo per il ministero degli incaricati, per il loro servizio, è decisivo, e va tenuto come punto fermo. Pensiamo al vescovo diocesano, ma anche la figura del vescovo delegato regionale è importante. Il Servizio CEI ben lo sa. E finalmente si è riusciti a completare la “squadra”, “allenatore” compreso.

Quinto: tutto questo comporta una testimonianza. Testimonianza e missione nascono qui, dentro questo quadro teologico. Troppi appelli alla missione – ammettiamolo – risultano sganciati dal “cuore”, con la conseguenza di rimanere privi di risultato. Il nostro stesso operare, pur encomiabile, ne resta frustrato. La testimonianza vera, invece, racchiude dentro di sé una sua efficacia e il suo risultato.

Sesto: la gratuità. Il Papa lo dice, o lo suggerisce, lungo quasi tutta la sua lettera. La caratteristica – forse la prima – dell’amore di Dio è la gratuità, e si celebra nel modo più vero nel perdono. Se l’amore non fosse gratuito, non potrebbe raggiungere il vertice del perdono. E l’amore di Dio è la misura dell’amore dell’uomo.

Settimo: l’amore gratuito, che diventa la testimonianza più grande, trova una sua massima espressione in quel testo stupendo che è l’“inno alla carità” della prima lettera ai Corinzi al capitolo 13. Questo inno rappresenta per il “sovvenire” ed i suoi incaricati un’ulteriore “magna carta”. In esso sono riassunte tutte le riflessioni qui svolte sull’amore, a partire dall’enciclica.

Ottavo: condizione perché i primi sette punti possano realizzarsi, è che occorre essere coinvolti al punto da donare se stessi. L’amore comporta il dono della stessa vita: “partecipi all’altro te stesso”! Sono affermazioni che obbligano all’esame di coscienza, per comprendere quanta distanza ancora ci separi da questo ideale.

Nono: tutte queste modalità si devono accompagnare con quella virtù, per qualche verso sintetica dell’agire cristiano, che è l’umiltà. Facendoci capire che siamo servi inutili, Benedetto XVI da un lato ci preserva dallo scoraggiamento, dall’altro ci spinge alla costanza insieme paziente e direi quasi caparbia. Chi è umile sa di non essere lui, alla fine, ad operare, lui semplice strumento “inutile”; e questo preserva dal rischio della frustrazione infondendo invece grande speranza.

Decimo e ultimo: la preghiera. È il mezzo per attingere sempre nuova forza da Cristo e quindi efficacia nell’azione. Ed è bello rilevare che, proprio parlando di preghiera, il Papa porti l’esempio preclaro della Beata Madre Teresa di Calcutta.

Questo decalogo aiuti il ministero del “sovvenire” e degli incaricati e lo renda, alla fine, un servizio autentico a misura di carità, cioè un servizio d’amore.

8xmille / Avviato percorso di studio per misurarne l’impatto

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L’8xmille, che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, permette di realizzare migliaia di interventi in Italia e numerosi progetti nei Paesi in via di sviluppo, nell’ambito del culto e della pastorale, del sostentamento del clero e degli interventi caritativi.

Per incrementare la trasparenza sui fondi investiti, la Conferenza Episcopale Italiana ha attivato un percorso triennale di studio con il centro di ricerca Tiresia del Politecnico di Milano, il Collegio Carlo Alberto e Legance, che ha l’obiettivo di misurare e rendicontare l’impatto intenzionale e addizionale delle risorse 8xmille.

Grazie alla collaborazione con il centro del Politecnico di Milano e utilizzando una metodologia basata sulla “Teoria del Cambiamento”, sarà possibile costruire e validare empiricamente una infrastruttura di misurazione, valutazione e gestione dell’impatto attraverso modelli di ricerca quantitativi/qualitativi integrati da studi accademici controfattuali riconosciuti a livello internazionale.

Abbiamo scelto di avviare questo progetto di ricerca – spiega Mons. Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari e Segretario Generale della CEI – perché siamo convinti che l’obiettività dei numeri non tolga nulla alla bellezza di quanto realizzato, che ha una ricaduta significativa nelle nostre Diocesi e all’estero in termini di culto, pastorale, formazione, sviluppo, promozione umana e sociale. Verificare l’impatto dei fondi 8xmille risponde alla scelta di trasparenza fatta dalla CEI e contribuisce a garantire la validità del sistema, che per lo Stato esprime i principi di laicità, partecipazione democratica, libertà religiosa e rispetto del pluralismo dei soggetti religiosi.
Attraverso questo strumento di democrazia fiscale, lo Stato riconosce la funzione della Chiesa e delle altre Confessioni religiose per il bene della società e rende effettiva la libertà religiosa non solo in termini individuali ma anche comunitari”.

“Per il Politecnico di Milano e per Tiresia – dichiara il Prof. Mario Calderini, Direttore di Tiresia e Professore Ordinario della School of Management del Politecnico di Milano – la misurazione dell’impatto generato dalla CEI attraverso le risorse dell’8xmille rappresenta, per la sua complessità e la sua rilevanza sociale, una sfida straordinaria che siamo orgogliosi di intraprendere”.

Si è spento fratel Biagio / L’angelo degli ultimi di Palermo

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Il missionario laico fratel Biagio Conte, 59 anni, fondatore nel 1993 della “Missione di Speranza e Carità”, che assiste e ospita più di 600 tra senzatetto e migranti in una decina di strutture, si è spento il 12 gennaio. Aveva annunciato a fine giugno 2022 di essere stato colpito da un tumore al colon. Le condizioni di fratel Biagio avevano iniziato ad aggravarsi poco prima di Natale: il 30 dicembre, ormai allettato, aveva ricevuto la visita dell’Arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice e del cardinale Paolo Romeo, Arcivescovo emerito. Il funerale, al quale hanno partecdipato diecimila persone, si sono svolti il 17 gennaio nella cattedrale di Palermo.

Nato da una famiglia benestante, lasciò tutto a 26 anni, da eremita e pellegrino si avvicinò a san Francesco ad Assisi.

Protagonista di una campagna di comunicazione della CEI sull’8xmille nel 2001, lo vogliamo ricordare anche noi pubblicando questa foto di quell’anno, per dire grazie ad un testimone credibile del Vangelo.

Qui in un’intervista su Tv2000

Pubblichiamo di seguito il messaggio che il Presidente della CEI, Card. Matteo Zuppi, ha inviato all’Arcivescovo di Palermo, Mons. Corrado Lorefice, in occasione delle esequie di fratel Biagio.

Eccellenza Reverendissima,
caro Corrado,

a nome della Chiesa in Italia, esprimo profondo cordoglio a Lei, alla grande famiglia della “Missione di Speranza e Carità”, alla comunità ecclesiale e alla città di Palermo per la morte del nostro fratello Biagio Conte, uomo appassionato di Cristo il cui messaggio resta una profezia per il mondo di oggi.
In una società in cui si cerca una felicità individuale, fratel Biagio ci ricorda che la vera felicità ce la dona il tempo speso per il prossimo, specialmente per chi è povero, scartato. Il suo amore per gli ultimi, la scelta di cercare delle risposte per non abituarsi mai allo scandalo della povertà e alla sofferenza dei poveri, l’accoglienza intelligente e generosa sono un’eredità preziosa, da raccogliere e continuare, non solo a Palermo ma in tutto il Paese. Fratelli tutti!
Per Biagio chi era nel bisogno era un fratello, a prescindere dalla lingua, dalla provenienza e dallo stato sociale, nessuno escluso. Seguendo le sue orme riusciremo a rompere le catene dell’egoismo tra guerre e violenze e voleremo sulle ali della dignità e della solidarietà, come fratel Biagio ha fatto e ci ha insegnato a fare. La commozione di tanti per la sua scomparsa ci attesta quanto ha saputo toccare il cuore con il suo esempio.
Grazie, terra e Chiesa di Sicilia, per questo dono prezioso!

17 Gennaio 2023

 

Paesi in via di sviluppo / Scuola, agricoltura e lavoro: approvati 73 nuovi progetti

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Nella riunione di fine novembre, il Comitato per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo ha approvato 73 nuovi progetti, per i quali saranno stanziati € 9.837.800 euro così suddivisi: € 4.422.196 per 26 progetti in Africa, € 3.499.455 per 35 progetti in America Latina; € 1.274.644 per 11 progetti in Asia; € 641.505 per 1 progetto in Medio Oriente.

Tra gli interventi più significativi, sei sono in Africa e hanno come focus principale la formazione: in Angola, la Caritas diocesana di Menongue organizzerà per le ragazze e le donne di 26 villaggi un programma di formazione itinerante, articolato in corsi di alfabetizzazione, economia domestica, educazione alla dignità, alla salute, all’alimentazione, all’igiene. In Burkina Faso, l’associazione “La Goccia Onlus” realizzerà una scuola primaria a Ziniarè, a 35 Km dalla capitale, che potrà accogliere 240 alunni, in gran parte orfani. In Ciad, la Diocesi di Sarh costruirà a Koumra un edificio e acquisterà nuove attrezzature per il Liceo “College P. Marcel Durand” con l’obiettivo di rafforzare l’insegnamento secondario di qualità, promuovere gli studi commerciali e offrire formazione informatica. In Etiopia, i Fratelli delle Scuole Cristiane restaureranno e amplieranno la scuola “St. Joseph” di Adama, mentre in Mauritania la Diocesi di Nouakchott ammodernerà la biblioteca aggiungendo testi nuovi e più aggiornati e rilanciando corsi di formazione, iniziative culturali e di sostegno scolastico. Nella Repubblica Democratica del Congo, le Suore delle Poverelle ristruttureranno il Liceo Palazzolo a Kingasani e avvieranno una campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne e sull’importanza dell’emancipazione femminile attraverso l’istruzione e la formazione professionale.

Nel Continente americano, grande attenzione sarà data all’agricoltura quale volano di crescita e sviluppo. In Colombia, il Vicariato Apostolico di Puyo costruirà un centro per la raccolta e la vendita di prodotti agricoli coltivati dai gruppi familiari e soprattutto dalle donne indigene contadine. A El Salvador, la Diocesi di Santiago de Maria insieme alla Caritas nazionale avvierà una attività di “microcredito informale” attraverso la fornitura di attrezzature agricole e sementi per migliorare la produzione agricola locale. Nella Diocesi di Escuintla, in Guatemala, la Caritas sosterrà con l’acquisto di sementi, materiali e concimi per la coltivazione di mais le comunità rurali di El Níspero e Belize, dove la terra fertile è monopolizzata per quasi l’80% dalla coltivazione della canna da zucchero. In Brasile, invece, l’Arcidiocesi di Aracaju amplierà il centro educativo “S. Giuseppe operaio” a Santo Amaro das Brotas per svolgere attività di supporto sociale e scolastico a giovani che vivono situazioni di disagio.

Nel Continente Asiatico, uno dei progetti sarà realizzato in India, dove il “Cochin Service Social Society” promuoverà, nella Diocesi di Cochin, un percorso formativo per lo sviluppo socio-economico delle famiglie di detenuti, condannati ed isolati, vittime di suicidio e per l’integrazione dei lavoratori migranti poveri. Saranno organizzati seminari, lezioni, visite mediche, corsi e attività per minori, a beneficio di circa di 15mila persone.

In Medio Oriente, infine, grazie al progetto “Piccirillo Handicraft Center” (fondato nel 2018 dai Frati Minori Custodia della Terra Santa), l’Arcidiocesi di Genova sosterrà lo sviluppo dell’artigianato tradizionale palestinese con particolare attenzione alla difesa del patrimonio artistico e culturale di Betlemme e alla formazione dei giovani artigiani. Dell’intervento triennale, che comprende l’acquisto di macchinari di ultima generazione e l’installazione di un impianto fotovoltaico, beneficeranno 300 giovani di età compresa tra i 14 e19 anni (100 ogni anno) e 80 tra artigiani e piccoli imprenditori.

Castel di Sasso / Le parrocchie riflettono sul valore teologico e fiscale del “sovvenire”

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Vi segnaliamo questo articolo su Clarusonline.it nel quale si racconta il giro che l’incaricata diocesana del “sovvenire” di Alife Caiazzo, Annamaria Gregorio, sta facendo in molte parrocchie per spiegare il valore delle Offerte deducibili per il sostentamento dei sacerdoti. Infatti è molto importante far capire alle comunità quali profondi valori cristiani ci sono in ogni Offerta, per motivare in modo consapevole un gesto che conta.