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Diocesi Crema / Dagheti (direttore Caritas), “senza i fondi dell’8xmille non potremmo stare con gli ultimi degli ultimi”

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Senza i fondi dell’8xmille non potremmo stare con gli ultimi degli ultimi, magari non sostenuti da altri. Inoltre, i fondi fanno da volano per attirare altri fondi”. Lo sottolinea il diacono Claudio Dagheti, direttore della Caritas diocesana di Crema, commentando per il settimanale diocesano “Il nuovo Torrazzo” la ripartizione a livello locali dei fondi dell’8xmille.

“Nel 2024 sono stati 444.000 euro – spiega –, di cui 355.000 sono andati direttamente alla Caritas diocesana, gli altri ad altre realtà che decidiamo di sostenere (Fondo famiglie solidali, Consultorio, Centro di Aiuto alla vita, Villa Laura, Fondazione San Bernardino che sostiene le persone cadute in situazioni di usura)”.

Per quanto riguarda i 355.000 euro alla Caritas, viene precisato sul settimanale diocesano, 65.000 sono stati assegnati al dormitorio Rifugio San Martino; 15.000 alla mensa quotidiana per i senza dimora; 30.000 per sostenere gli appartamenti di seconda e terza accoglienza per persone senza casa che stanno rientrando pian piano in una situazione normale. Inoltre 50.000 euro sono stati destinati alle attività di inserimento lavorativo, 90.000 per sostenere la casa di accoglienza Giovanni Paolo II (25 posti maschili) e gli ultimi 90.000 per sostenere la struttura minima della fondazione e le attività pastorali con le parrocchie.

Posso dire che quanto arriva a Crema dalla CEI – ha concluso Dagheti – viene totalmente dedicato ai servizi o dato a chi non ha altre possibilità. Senza questi fondi gli ultimi non avrebbero possibilità: sono motivazioni importanti per firmare per l’8xmille”.

(Agenzia Sir)

8xmille / Continua l’impegno della Chiesa italiana in Terra Santa

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La Conferenza Episcopale Italiana resta accanto alle comunità della Terra Santa, provate da anni di violenze e ora da un conflitto che sta seminando morte e distruzione, con pesanti ricadute anche nei territori limitrofi. In questa regione così martoriata, il Servizio nazionale per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli ha finanziato con i fondi dell’8xmille 143 progetti per quasi 43 milioni di euro. Nei mesi scorsi, per l’emergenza a causa della chiusura degli altri ospedali e il grande afflusso dei profughi, è stato necessario finanziare l’ospedale nel Karak, gestito dalle Missionarie Comboniane al confine con la Cisgiordania, e in questi giorni sono stati messi a disposizione ulteriori 300mila euro.

Inoltre, attraverso Caritas Italiana, sono stati sostenuti progetti di Caritas Gerusalemme e di altri partner della società civile palestinese e israeliana. Negli ultimi due anni sono stati destinati 1.645.000 euro per far fronte all’emergenza umanitaria, offrire cure mediche e supporto psicosociale alle famiglie di Gaza, di Gerusalemme Est e della Cisgiordania, avviare percorsi di riabilitazione socioeconomica, tessere un dialogo tra israeliani e palestinesi, non perdendo mai la speranza di una pace duratura.

Siamo prossimi alla comunità della Terra Santa con la preghiera e con l’aiuto concreto: il loro dolore è il nostro dolore, le loro lacrime sono le nostre. Non ci abituiamo al grido che giorno e notte sale a Dio, ma anche alle nostre orecchie. Esserci fa la differenza e promuove davvero la pace, una pace di cui la Terra Santa e il mondo intero hanno bisogno”, afferma il Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI.

Giubileo dei giovani / Cento ragazzi a Roma con “Shine to Share” per raccontare la fede in chiave digitale

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“Non importa il numero di like, ma far sperimentare l’amore di Dio a chi ne ha più bisogno”. Le parole di Marco, studente di Teologia di Trani, riassumono lo spirito che ha animato i cento ragazzi protagonisti del progetto “Shine to Share”, riuniti a Roma in occasione del Giubileo. L’iniziativa è stata promossa dalla Chiesa cattolica, attraverso il Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile e il Servizio per la promozione del sostegno economico della CEI, con la direzione didattica dell’Università Cattolica. Dopo mesi di formazione e creatività, i ragazzi si sono incontrati nella Capitale per condividere esperienze, riflessioni e il senso di un impegno: essere “missionari digitali”, testimoni credibili del Vangelo nel mondo online.

Il percorso, iniziato con un contest lanciato lo scorso anno, ha portato i partecipanti a sviluppare narrazioni innovative della fede cattolica attraverso i social, i video, i podcast. Ma più che una sfida di contenuti, è stato un cammino spirituale e umano, vissuto insieme, come ricorda Matteo, studente di Giurisprudenza della provincia di Foggia: “Sono arrivato con mille domande e mi sono sentito accolto. Nessuno è stato giudicato, selezionato per titoli: contava la bontà del cuore”.

I giovani hanno vissuto giornate intense di confronto, preghiera e formazione, culminate in un incontro a sorpresa con Leone XIV, che ha voluto salutare i partecipanti come un padre tra i suoi figli. “Anche per il frastuono che abbiamo portato in Basilica!”, sorride Matteo. “Il Papa ci ha accolto con tenerezza, senza rimproveri, spronandoci a essere testimoni di pace in una società distante dai bisogni degli altri”. Un’esperienza che ha suscitato nei giovani “la voglia di rimettermi in ascolto verso l’altro con tanta umiltà, senza giudizio”. “Facendo sentire l’altro parte di una grande famiglia”.

Matteo sa che “nei canali digitali convergono gli sguardi di molti giovani che hanno difficoltà a vivere la fede”. Per questo motivo, crede che abbiano bisogno di “una comunicazione fatta da coetanei che portino una testimonianza”. “Questo lo si può fare attraverso i social media, frequentati dai nostri coetanei. E con contenuti in cui ci si mette alla pari, senza indottrinare. Dobbiamo essere testimoni, in maniera genuina, di luce. Perché l’altro possa sentirsi attratto dalla nostra vita. Senza nulla di preconfezionato, perché questo lo allontanerebbe dal messaggio di Cristo che è accoglienza verso tutti”.

Al centro delle giornate romane anche tre parole chiave donate dal card. José Cobo Cano, arcivescovo di Madrid: pace, accoglienza, Chiesa. Termini che si sono intrecciati con i volti, le storie e le speranze di questi giovani, come quella di Marco, che testimonia il Vangelo nella sua parrocchia, all’università e nei reel che pubblica: “La nostra missione è dare voce a chi non ha voce – dice Marco -. La tecnologia ci aiuta a raggiungere chi è lontano, a far sentire che la Chiesa è viva e che ci sono giovani desiderosi di sperimentarne la bellezza”.

Nelle parole di Massimo Monzio Compagnoni, responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico della CEI, il progetto “Shine to Share” “è solo l’inizio di un percorso, che porti i nostri ragazzi a sviluppare una capacità innovativa di racconto della fede e della Chiesa cattolica”. “L’auspicio è che questi cento ragazzi diventino un polo di attrazione per altri giovani testimoni appassionati della Chiesa”. Una Chiesa che, grazie anche al linguaggio digitale, sa parlare ai cuori, con empatia e autenticità.

(di Filippo Passantino, Sir 30 luglio 2025 – Foto Sir)

Sviluppo dei popoli / L’8xmille per i giovani: in 25 anni 5.000 progetti in oltre 100 Paesi

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Il Giubileo dei Giovani, che si svolge dal 28 luglio al 3 agosto, è un’occasione per incontrarsi, ascoltarsi reciprocamente, riflettere e condividere percorsi di speranza, con ragazze e ragazzi provenienti da tutto il mondo. In un quadro demografico globale, che vede da un lato la diminuzione dei tassi di natalità e dall’altro l’aumento dell’aspettativa di vita, l’età mediana è oggi di 30 anni, ed entro il 2100, secondo le proiezioni delle Nazioni Unite, supererà i 40. La stragrande maggioranza dei giovani tra i 16 e i 24 anni vive nei Paesi in via di Sviluppo con un’accentuata diversità tra aree rurali e metropoli, e tra contesti tradizionali e globalizzati.

In questi Paesi la Chiesa italiana, tramite il Servizio per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli, grazie ai fondi dell’8xmille, continua a sostenere l’istruzione e la formazione dei giovani.

Negli ultimi 25 anni con 525 milioni di euro sono stati finanziati quasi 5.000 progetti specifici, in oltre 100 Paesi. Piccole luci di speranza. Come quelle che si accendono in India, nella Scuola Shenbagam di Pollachi, gestita dai Padri Agostiniani. “Alla Shenbagam School – dice Gamesh – studiamo tutti insieme come una sola famiglia. Non c’è discriminazione basata sulla casta, la religione o l’origine sociale. Studenti provenienti da ogni condizione sociale, ricchi e poveri, di caste e comunità diverse, sono accolti qui a braccia aperte. Un esempio di unità nella diversità che ci dà il coraggio di sognare in grande e la forza di credere in noi stessi”. “Ciò che rende davvero speciale la nostra scuola – aggiunge – è la possibilità di ricevere un’educazione inclusiva e integrale. Non ci vengono solo insegnate le materie scolastiche, ma ogni giorno si rafforzano i nostri valori mettendo in pratica uguaglianza, solidarietà, servizio, onestà e unità”.

Speranze concrete di cambiamento, in situazioni complesse. È ciò che avviene anche nell’est del Ciad dove sono accolti, in oltre 30 campi, tra i 650mila e 800mila profughi sudanesi e sfollati ciadiani fuggiti dalla guerra. Qui la Caritas diocesana di Mongo e la Federazione delle Banche di Cereali del Guerà (FBCG), da decenni, si impegnano in attività di sviluppo e tutela dell’ambiente che coinvolgono i giovani locali. Il degrado ambientale, e in particolare l’erosione dei terreni coltivabili, a causa dei cambiamenti climatici e del sovraffollamento del territorio, si è rivelato molto più rapido degli interventi di rimboschimento e così si è pensato di costruire dighe anti-erosive. “Durante i lavori di costruzione di tre dighe – dice fratel Fabio Mussi del PIME e della Caritas di Mongo – abbiamo dialogato con i venti giovani che hanno seguito la formazione ed eseguito i lavori. Tutti si sentivano orgogliosi di poter fare qualcosa di utile e che sarebbe durato nel tempo”. Come Fatimata, una giovane sudanese rifugiata di 23 anni, che ha perso con la guerra il padre e due suoi fratelli più grandi: “fra qualche anno, quando i miei 3 figli saranno grandi, mostrerò queste dighe e gli dirò che c’ero anch’io a costruirle”. Anche Hamhat, un giovane abitante del villaggio di 25 anni di etnia “massalit”, racconta:” quando il capo villaggio mi ha proposto di venire ad imparare a costruire le dighe in pietra stavo per partire alla ricerca dell’oro nelle miniere più a nord in cerca di un avvenire migliore. Adesso che ho imparato a costruire le dighe con le mie mani e con le nostre pietre ho capito che posso realizzare qui qualcosa di utile e duraturo per me, per la mia famiglia, per la mia comunità”.

Storie di vita in cui le parole di Papa Leone XIV si concretizzano, comprendendo che “unendoci in amicizia, costruendo comunità, anche noi possiamo trovare il vero significato della nostra vita…”. Ritrovandoci “come amici, come fratelli e sorelle, in una comunità, in una parrocchia, in un’esperienza di vita vissuta insieme nella fede, possiamo scoprire che la grazia del Signore, l’amore di Dio, può veramente guarirci, può darci la forza di cui abbiamo bisogno, può essere la fonte di quella speranza di cui tutti abbiamo bisogno nella nostra vita”.

San Benedetto del Tronto / L’invito della Caritas diocesana a vivere una cena per condividere i frutti della solidarietà del progetto 8xmille “La terra agli ortolani”

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Ci sarà anche il Vescovo Gianpiero Palmieri alla cena che si terrà la sera del 24 luglio, dalle 20.30, presso il cortile della Caritas diocesana di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto. Come viene spiegato in un articolo pubblicato dal settimanale diocesano “L’Ancora” online, l’evento sarà l’occasione per presentare i primi risultati del progetto “La terra agli ortolani”, iniziativa promossa quest’anno dalla Caritas grazie ai fondi dell’8xmille. Nato con l’obiettivo di offrire nuove opportunità a persone in difficoltà, il progetto ha dato vita a un orto solidale dove, attraverso la formazione e il lavoro agricolo, si promuove non solo il sostentamento, ma anche la dignità e la crescita personale.

«Il lavoro non è soltanto un mezzo per vivere, ma un’opportunità per costruire una società più giusta e fraterna», spiegano dalla Caritas, richiamandosi alla Gaudium et Spes (35).

L’intento è ora quello di avviare, già dal mese di agosto, la vendita dei prodotti coltivati, direttamente presso la sede della Caritas diocesana.

8xmille / È il momento di agire: informare è fondamentale, scegliere fa la differenza!

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I dati appena pubblicati dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, relativi alle scelte dell’8xmille espresse nella dichiarazione dei redditi 2024 (anno d’imposta 2023), ci offrono uno spaccato chiaro e prezioso: ci dicono dove siamo e dove possiamo – dobbiamo – andare.

C’è una buona notizia: si è fermata l’emorragia di firme a favore della Chiesa cattolica.
Negli ultimi anni si perdevano oltre 200.000 firme ogni anno. Stavolta no. Il calo si è ridotto a sole 66.000 firme: un cambiamento netto, un segnale incoraggiante. Un risultato che premia il lavoro di chi, con passione e costanza, ha informato, sensibilizzato e spiegato l’importanza di una firma. Quando si informa, si sceglie. E quando si sceglie consapevolmente, si fa la differenza.

Le firme a favore della Chiesa si attestano oggi al 66,2% del totale, con una flessione contenuta di appena un punto percentuale rispetto al 2023. Ma il dato davvero rilevante è un altro: ben 11,3 milioni di contribuenti hanno scelto la Chiesa cattolica come destinataria dell’8xmille.

Un numero che supera quello dei cattolici praticanti, e che ci dice qualcosa di fondamentale: gli italiani continuano ad avere fiducia nella Chiesa, nel suo impegno sociale, nella sua vicinanza agli ultimi. Una fiducia che va oltre la frequenza alla Messa e che si traduce in una scelta concreta, libera e responsabile.

Ma attenzione: non è il momento di rilassarsi.
Lo Stato ha registrato un incremento netto di oltre 200.000 firme. Una parte firma per lo Stato perché nessuno ha spiegato loro che possono scegliere anche altro. Questo è un terreno di sfida e di opportunità.

Il campo di battaglia principale resta il modello 730, da cui arriva il 75% delle firme alla Chiesa cattolica. Ma è lo stesso canale attraverso cui cresce anche lo Stato.

E poi c’è un territorio tutto da conquistare: i contribuenti con modello CU.
Qui i numeri sono allarmanti: solo 20.000 firme alla Chiesa (lo 0,4% del totale), in calo rispetto all’anno precedente. È un bacino spesso escluso dal sistema dell’8xmille, fatto di pensionati, persone che non sanno di poter scegliere, o non sono coinvolte attivamente nella dichiarazione. È proprio qui che possiamo crescere di più.

Ogni firma lasciata al caso è una firma persa. Ogni cittadino non informato è un’opportunità che svanisce.
È il momento di scendere in campo, con determinazione e coraggio. Parliamone nei luoghi di lavoro, in parrocchia, con gli amici, online. Una firma può cambiare una vita, anzi migliaia di vite. Dietro ogni firma per l’8xmille alla Chiesa cattolica c’è una storia vera.

Una famiglia che ritrova un tetto. Un giovane che riscopre il senso della vita. Un anziano che non resta solo. Un bambino che riceve cure, cibo, istruzione. Sono oltre 12.000 i progetti che ogni anno prendono vita grazie a questo gesto semplice ma di grande valore. La firma per la Chiesa cattolica è una scelta di solidarietà, speranza e responsabilità. È una scelta che dice chi siamo.

Se non lo fai tu, chi lo farà? Se non adesso, quando? Aiuta anche tu a far conoscere l’8xmille alla Chiesa cattolica. Ogni firma conta. E oggi, più che mai, può fare la differenza.

Primo appuntamento sul libro di Rut / Luigino Bruni e La grammatica del per-sempre

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Pubblichiamo la registrazione del primo dei 3 appuntamenti di formazione on-line tenutosi lo scorso 23 giugno dal prof. Luigino Bruni, docente di economia presso l’Università Lumsa di Roma e Vicepresidente della Fondazione The Economy of Francesco, su La grammatica del per-sempre.

In questi incontri formativi on-line verrà seguita Rut nello sviluppo della sua storia, una storia di fragilità e di forza insieme, che introduce nel cuore di grandi temi biblici ed economici, ieri e oggi.

Salvate le prossime date!

  • 8 settembre Il dono del grano sospeso
  • 13 ottobre L’altro nome dell’economia

Qui un articolo di Bruni pubblicato da Avvenire sul piccolo Libro di Rut, da lui definito tra i libri più belli della Bibbia. Contiene molti messaggi etici, sociali, economici e religiosi, ma prima e soprattutto è una storia meravigliosa, una stupenda novella. È una storia familiare, nuziale, è un brano della storia della salvezza; è una storia di donne, la storia di due donne co-protagoniste, tanto che potremmo anche chiamarlo Libro di Rut e Noemi. Perché se Rut emerge come una donna semplicemente splendida, non meno grande e affascinante è la figura di sua suocera Noemi, e il rapporto tra di loro. La storia di due donne sole, donne migranti, donne straniere, donne in cammino, donne amiche (una etimologia del nome ebraico Rut è ‘la compagna’). Una storia che si svolge lungo la strada, nei campi, nell’aia di casa, quasi interamente all’aria aperta. Non è storia di palazzo né di tempio. Tutto ruota attorno a quel rapporto speciale, tenace e unico con la vita che è tipico delle donne. Un libro che non solo parla di donne, ma è attraversato da uno sguardo tutto femminile. Senza conoscere Rut, non capiamo brani decisivi del Nuovo Testamento, a partire dalle prime parole del primo vangelo (la Genealogia di Gesù), passando per le parole del discepolo: “Maestro ti seguirò dovunque tu andrai” (Mt 8,19), finendo con Betlemme, in ebraico “Beit Lechem” letteralmente “Casa del Pane”.

 

Abruzzo-Molise / L’incontro regionale il 24-25 luglio a Castelpetroso

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L’accoglienza è prevista il 24 luglio a partire dalle 12.30 presso il Complesso della Basilica Minore dell’Addolorata in Via Santuario, 24 (Castelpetroso).

Apriranno i lavori il Vescovo di Isernia – Venafro e di Trivento Mons. Camillo Cibotti (Delegato del Sovvenire) e don Girolamo Dello Iacono, Referente regionale del Sovvenire. A seguire gli interventi di: Mons. Luigi Testore, Vescovo di Acqui – Presidente ICSC, don Claudio Francesconi, Economo CEI e di Massimo Monzio Compagnoni, Responsabile del Servizio Promozione CEI. Dopo il dibattito seguirà la presentazione dei progetti del territorio a cura di Letizia Franchellucci, incaricata del coordinamento della rete territoriale.

L’incontro, il cui obiettivo è quello di informare i partecipanti sull’andamento del sostegno economico alla Chiesa cattolica, che ricordiamo si realizza attraverso la promozione dell’8xmille alla Chiesa e la raccolta delle offerte liberali, ma anche tramite una responsabilità nell’amministrazione dei fondi 8xmille diocesani e la corretta gestione dei beni degli Istituti Diocesani, terminerà con il pranzo del 25 luglio.

In allegato il programma.

Uniti nel Dono / Tra i monti dell’Abruzzo, due preti speciali

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Una comunità che pedala, quella di Popoli (PE), grazie alla vivacità e al sorriso di don Giberto, di origine colombiana ma ormai adottato dalla diocesi di Sulmona, e all’intraprendente determinazione di don Francesco, la cui storia vocazionale ha dell’incredibile. Ma il vero tesoro è la stima reciproca di questi due sacerdoti e la loro concordia.

Vai su unitineldono.it per questa e altre storie di testimonianza, partecipazione e corresponsabilità alla vita della Chiesa.

Diocesi di Nuoro / Su “L’Ortobene” focus dedicato all’8xmille

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Il settimanale diocesano “L’Ortobene” ha pubblicato sul foglio centrale del numero 25 del 6 luglio il rendiconto delle opere realizzate in Diocesi grazie ai fondi dell’8xmille: oltre ai numeri la descrizione degli interventi già conclusi e di quelli in programma, i professionisti e le imprese mobilitati oltre a una riflessione dell’economo diocesano.

Ogni anno la diocesi di Nuoro con i fondi dell’8xmille distribuiti dalla CEI riesce a mettere in movimento un motore che solamente nel 2024 ha fatto funzionare con 518.720 euro liturgia, centri pastorali, oratori, beni culturali, curia diocesana e manutenzione edilizia di culto; e con 492.100 euro il complesso delle opere caritative che rendono la vita meno gravosa a centinaia di poveri ed emarginati.

È un 8xmille che – a volte in sinergia finanziaria con Comuni, diocesi, parrocchie e in un caso anche con la Regione – tra l’anno scorso e il 2025 ha aperto 10 cantieri, soprattutto edili. La diocesi ha sostenuto direttamente tre progetti per una spesa di 215.000 euro.