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Firmato da Te / L’8xmille a Nocera Inferiore-Sarno per lo sport

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“Si può dare di più” è il progetto avviato nel novembre del 2022 dalla Caritas diocesana di Nocera Inferiore-Sarno per l’inclusione sportiva dei ragazzi con disabilità.

Le discipline messe in campo, in maniera gratuita, sono il basket e l’atletica leggera e gli allenamenti si svolgono presso le strutture dello stadio San Francesco, a Nocera Inferiore.

Ad accogliere i ragazzi ci sono educatori preparati che, con amore e passione, insegnano non solo uno sport ma lo stare insieme facendo squadra. “Qui le differenze sono azzerate” afferma la mamma di Giuseppe, un ragazzo speciale che, come tanti altri, grazie a questo progetto ha la possibilità di sentirsi come tutti gli altri. Tutto questo è stato possibile grazie al contributo dell’8xmille.

Scopri su www.8xmille.it i progetti realizzati anche grazie alla firma per l’8xmille alla Chiesa cattolica.

Diocesi di Roma / In pieno svolgimento il progetto unfirmaXunire

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Lisa Manfrè, incaricata diocesana per la diocesi di Roma, ci ha inviato il seguente comunicato stampa diramato agli organi di stampa.

Tutte le parrocchie della diocesi di Roma, in questi giorni, stanno ricevendo il materiale per partecipare ai progetti CEI 2023 dedicati al sostegno economico della Chiesa cattolica e in particolare all’8xmille.

“Il primo progetto terminerà il 31 luglio – spiega Lisa Manfrè incaricata diocesana della promozione al sostegno economico – e offrirà la possibilità ai fedeli che sono esonerati dall’obbligo della dichiarazione, in quanto possessori solo di redditi da pensione, da lavoro dipendente o assimilati, di firmare in parrocchia e destinare l’8xmille alla Chiesa Cattolica“.

Il kit in arrivo comprende, infatti, le schede per la destinazione dell’8xmille, che i contribuenti potranno firmare direttamente in parrocchia.
Da quest’anno le parrocchie hanno a disposizione uno strumento in più: la convenzione stipulata tra la CEI e le Acli, che metteranno a disposizione gratuitamente la propria rete di Caf per la raccolta delle schede.

“Già da diverse settimane – continua Lisa Manfrè – stiamo tenendo incontri con i referenti parrocchiali del “sovvenire” per spiegare il progetto e rispondere a tutti i dubbi e i quesiti.
Grazie al lavoro dei parroci e dei referenti parrocchiali, lo scorso anno 10 parrocchie della nostra diocesi hanno anche ricevuto un contributo economico dalla CEI a seguito dello svolgimento dei progetti proposti dal Servizio Nazionale”.

Monzio Compagnoni agli incaricati del Piemonte: essere sempre più comunità

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Sul settimanale fossanese La Fedeltà è stato pubblicato questo servizio di Chiara Genisio sull’incontro degli incaricati diocesani del “sovvenire” del Piemonte.

Promosso dal referente regionale Giorgio Carlino lo scorso 16 maggio, l’evento ha visto tra i partecipanti il responsabile del Servizio promozione della CEI Massimo Monzio Compagnoni e alcuni delegati dei Beni culturali e della Caritas. Una trasversalità di impegno che denota la volontà, anzi la scelta, di camminare insieme.

Con una ampia e dettagliata relazione il responsabile nazionale del Servizio “sovvenire”, Monzio Compagnoni, ha illustrato i dati piemontesi sull’8xmille e sul sostegno ai sacerdoti.

In Piemonte, rispetto alla media nazionale, per il sostentamento del clero si utilizzano meno soldi dell’8xmille (la percentuale è del 63 contro il 68%), mentre è più basso il numero dei donatori per parrocchia nel capitolo del sostentamento del clero: la media piemontese si ferma al 2,4 contro quella nazionale del 2,9. Se le donazioni per il clero in Italia, nel 2022, sono di un abitante ogni 506, nella regione subalpina questa percentuale sale a uno contro 607, ma con profonde differenze tra le diocesi. Con il miglior rapporto c’è Saluzzo (1 donazione ogni 207 abitanti), seguito da Pinerolo e Mondovì. Fanalini di coda le diocesi di Alba, Alessandria e Asti.

Le firme per l’8xmille negli anni continuano a diminuire. La percentuale delle firme dei piemontesi si attesta al 42%, leggermente meglio del dato nazionale che si ferma al 40,7%, ma negli ultimi anni in Piemonte la diminuzione delle firme è stata maggiore rispetto al dato italiano.

Compagnoni ha evidenziato come quasi il 50% dei praticanti non devolve l’8xmille alla Chiesa Cattolica. Non è per lui una questione di “fare soldi” ma di tornare ad essere una comunità che si sostiene.

Per aiutare a far crescere le firme e il sostegno alla Chiesa una strada può essere quella di avere un referente di parrocchia, un laico, che aiuti la sua comunità anche su questo fronte. Un lavoro capillare per formare e far crescere la consapevolezza del dono.

Intenso e schietto, il dibattito ha messo in luce buone pratiche già sperimentate come le difficoltà, le diverse opinioni. Tutti si sono però ritrovati nella certezza che occorre trasparenza su come sono utilizzati i fondi dell’8xmille.

Lo stesso Vescovo delegato Cep per il “sovvenire”, Mons. Luigi Testore pastore della diocesi di Acqui, ha sottolineato l’importanza di confrontarsi e di approfondire a livello locale questo servizio del “sovvenire”. “È positivo – ha commentato – che siano emerse le difficoltà e i problemi, così possiamo impegnarci a trovare insieme le soluzioni. Abbiamo bisogno di approfondire e trovare il modo di costruire una comunità che ha bisogno non solo di spiritualità ma anche mezzi concreti di vita”.

Carlino ha infine sintetizzato le tre azioni da mettere in campo da subito: corresponsabilità, condivisione e trasparenza.

Chiara Genisio

8xmille / Mons. Baturi: “Non è una concessione ma una scelta di libertà per il bene comune”

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In questo periodo di dichiarazione dei redditi e destinazione dell’8xmille, Riccardo Benotti (Agenzia Sir) ha incontrato, il Segretario Generale della CEI, Mons. Giuseppe Baturi.

Eccellenza, perché l’ordinamento italiano prevede che una quota minima delle tasse possa essere destinata alla Chiesa italiana?
In tutti gli ordinamenti occidentali, ed europei in particolare, esistono forme di finanziamento indirizzate non soltanto alla Chiesa cattolica ma ad altre Confessioni religiose. In Italia non si tratta di un semplice finanziamento, ma della destinazione di una parte delle tasse sul reddito per finalità volte a soddisfare interessi primari della persona, che sono costituzionalmente garantiti e prefissati dalla legge. Il raggiungimento di tali interessi è affidato anche alla Chiesa. Non è una forma di finanziamento alla Chiesa cattolica, ma una modalità libera attraverso la quale i cittadini decidono chi debba soddisfare i fini indicati dalla legge. Parlare di altro è una distorsione gravissima: la Chiesa non può destinare le somme a proprio piacimento, ma ci sono fini determinati.

Quali?
Culto e pastorale, sostentamento del clero e interventi caritativi per la comunità nazionale e per il Terzo Mondo. Non possiamo utilizzare quei soldi per altri scopi e, quindi, non è un finanziamento indeterminato e vago alla Chiesa, ma è un modo di affidare alle Confessioni religiose la possibilità di raggiungere certi fini secondo le scelte libere dei contribuenti.

Come nasce l’8xmille?
Nasce a seguito della revisione degli accordi concordatari nel 1984, con la legge 222/1985. L’intenzione era quella di sostituire due fonti di sostentamento a favore della Chiesa cattolica che erano presenti nel bilancio dello Stato, indirizzate all’edilizia di culto e alla congrua per i parroci. Si trattava di un sistema insoddisfacente, che presentava gravi limiti di giustizia ed equità. Si è proceduto, quindi, a una revisione globale affidandosi alla scelta dei contribuenti italiani. Che in quel momento, bisogna ricordarlo, neanche si sapeva in che misura avrebbero deciso di partecipare. È stata una scelta di libertà per lo Stato e non di convenienza economica. Una scelta di democrazia, di una laicità che non esclude il fatto religioso ma lo sostiene.

Qual è la situazione in altri Paesi?
Anche altri ordinamenti prevedono forme di sostentamento ma quella italiana, è opportuno precisarlo, è la più controllata. Nelle aree germaniche, ad esempio, lo Stato segue semplicemente le disposizioni ecclesiastiche sulle tasse. Invece in Italia non c’è alcun aggravio della posizione fiscale dei cittadini per il raggiungimento di scopi che sono a vantaggio dell’intera collettività.

Talvolta l’8xmille viene presentato come una concessione benevola dello Stato alla Chiesa italiana…
Lo Stato ha una vocazione positiva di solidarietà e di sussidiarietà. Per garantire ciò, affida alla Chiesa le risorse necessarie alla soddisfazione di tali interessi. Una delle novità introdotte dal sistema dell’8xmille è quella di avere consentito un vantaggio per tutti. Anche le Confessioni religiose possono compiere attività di carità e di prossimità a favore della collettività e dei Paesi del terzo mondo. La Chiesa italiana destina circa un terzo delle risorse per andare incontro ai bisogni delle persone indigenti, dei migranti, di chi cerca una casa, di chi ha bisogno di ambulatori per curarsi, dei più poveri. Parliamo di oltre 200 milioni di euro all’anno.

C’è anche una spinta per la promozione di iniziative del terzo settore?
Certamente. I dati confermano che la spinta dell’8xmille per la Chiesa e per le altre Confessioni religiose è stato un volano importante per incrementare le attività di welfare comunitario e solidale. L’espansione di questo settore ha garantito una possibilità di contrasto al degrado sociale. E inoltre ha sollecitato una maggiore creatività e responsabilità dei cittadini: è uno strumento di partecipazione importantissimo. L’incremento delle opere sociali e sanitarie della Chiesa è avvenuto in concomitanza con l’istituzione dell’8xmille. E questo è un guadagno non soltanto per i beneficiari, ma anche per chi vive la propria responsabilità sociale in modo associato, creando opere, fornendo servizi, partecipando alla costruzione del bene comune.

Il bene non è solo di chi lo riceve, ma anche di chi lo fa?
Grazie all’8xmille consentiamo a una fascia importante di operatori di aiutare chi è in difficoltà e di attivare nuovi servizi. È un bene anche per chi lo compie. E non dimentichiamo che il welfare in Italia è determinato anche da questa rete comunitaria e solidale. L’8xmille è stato il primo strumento di democrazia fiscale che consente al cittadino di decidere la destinazione di parte del proprio reddito destinata all’erario.

Perché è importante firmare?
Bisogna riscoprire i valori fondamentali dell’8xmille: il bene comune, la solidarietà, la partecipazione dei credenti, il sostegno economico delle Chiese nella loro missione. Il tema della partecipazione all’8xmille coincide con la diffusione dei suoi valori, della comprensione dei suoi altissimi valori, che ha fatto sì che anche alcuni ordinamenti dell’Est Europa, all’indomani della caduta del muro di Berlino, si siano ispirati all’Italia. Non esiste un’anomalia italiana, anzi il nostro sistema è considerato un modello da altri ordinamenti. Ma serve informazione, è necessario comprendere il valore che rappresenta per tutti – credenti e non – in termini di solidarietà e democrazia.

Molti progetti dell’8xmille sono portati avanti anche all’estero.
La legge affida alla Conferenza episcopale italiana la possibilità di destinare parte della carità anche per interventi a favore dei Paesi indigenti. Negli ultimi anni abbiamo sempre incrementato questa quota, oggi pari a 80 milioni di euro all’anno. In altre parole: con queste risorse finanziamo oltre 700 progetti che vanno a favore dei Paesi con più basso Pil, in accordo alla lista redatta dall’Ocse.

Lei è stato in visita recentemente in Siria e Libano. Che realtà ha trovato?
Ho visto cose straordinarie: progetti sanitari, educativi e di contrasto alla povertà. Ho visto prendersi cura delle persone in un contesto di guerra, aggravato dal terremoto e dalla crisi finanziaria. L’8xmille della Chiesa cattolica ha attivato energie locali in termini di volontariato e di corresponsabilità. Per dirla in altre parole: ha salvato vite umane. Adesso i poveri possono farsi curare, in una situazione in cui altrimenti sarebbe stato impossibile. Ad Aleppo le mense forniscono ai poveri 1.500 pasti all’anno.
L’8xmille fa la differenza tra vivere e morire. Un lavoro ben fatto a Roma salva vite in tutto il mondo. La metà dei progetti è finanziata in Africa, in una delle terre più interessate dalle ricadute economiche della guerra in Ucraina a causa del blocco o del rallentamento del flusso dei cereali. È in atto un’enorme opera di bene spesso nascosta, anche per prevenire i flussi migratori che mettono a repentaglio la vita di tante persone.

Eppure, non mancano le polemiche che ciclicamente tornano…
L’8xmille non è a vantaggio della Chiesa cattolica. È a vantaggio, semmai, del raggiungimento dei diritti costituzionalmente garantiti e interessa tutti. Dispiace per le polemiche che vengono condotte sulla pelle della povera gente, senza guardare gli effetti delle risorse messe a disposizione. Si tende a suscitare emozioni, perdendo di vista la realtà. Invito tutti a passare con noi mezza giornata per verificare il contributo dell’8xmille a favore di tanta gente che altrimenti non avrebbe nessun aiuto. Venite a vedere.

Firenze / 8xmille alla Chiesa cattolica: una fiducia che ti ripaga

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È il titolo del rendiconto dell’8xmille dell’Arcidiocesi di Firenze per il decennio 2011-2020 (in allegato). Una sintetica pubblicazione che integra quanto annualmente viene pubblicato sul Bollettino diocesano e sul settimanale Toscana Oggi e vuole essere, come precisa efficacemente il Cardinale Arcivescovo Giuseppe Betori nell’introduzione sotto riportata, una rispettosa forma di informazione per quanti, appartenenti o meno alla comunità ecclesiale, hanno deciso di esprimere fiducia alla Chiesa attraverso la firma per la destinazione delle somme dell’8xmille. Come scrive nell’introduzione l’economo, Stefano Ciappelli, il periodo preso in esame è il decennio 2011-2020 ma viene comunque data idonea informazione anche riguardo all’anno 2021 per il quale, al momento in cui andava in stampa l’opuscolo, era ancora in corso la fase di rendicontazione.

Qualche tempo fa mi sono trovato a celebrare in una parrocchia in occasione della riapertura al culto della chiesa, dopo un importante intervento di restauro, resosi necessario per il consolidamento strutturale dell’edificio. Il parroco, prendendo la parola, ha tenuto a ringraziarmi per il sostegno economico ricevuto dalla CEI grazie ai contributi dell’8xmille, senza il quale sarebbe stato impossibile alla parrocchia far fronte all’ingente spesa necessaria per gli improcrastinabili lavori.

Mi sono sentito in dovere di riprenderlo amabilmente, precisando che destinatari del ringraziamento dovevano essere invece tutti quei cittadini che, proprio grazie alla scelta fatta sottoscrivendo la destinazione dell’8xmille alla Chiesa Cattolica, avevano fatto sì che anche a quella parrocchia potessero giungere i contributi fondamentali per la realizzazione del restauro. Da ringraziare erano dunque anzitutto gli stessi parrocchiani che avevano fatto quella scelta.

I soldi dell’8xmille non sono soldi della Chiesa, ma soldi del popolo italiano che, grazie al meccanismo delle firme, vengono affidati alla Chiesa per essere usati per finalità concordate con lo Stato italiano riconosciute socialmente rilevanti.

Non credo occorrano molte altre parole per far comprendere quanto la firma per la destinazione dell’8xmille costituisca un segno di partecipazione, di appartenenza alla Chiesa Cattolica e, al tempo stesso, un concreto segno di fiducia che tutti, credenti e non credenti, possono fare nei suoi confronti.

Ma la fiducia bisogna guadagnarla e mantenerla, e per far sì che questo avvenga, in un contesto altamente critico come è la gestione del denaro altrui, è necessario operare con estrema trasparenza: occorre cioè rappresentare con chiarezza come si utilizzano i soldi che ci sono stati affidati.

Ecco spiegato il motivo della pubblicazione di questo opuscolo: è lo strumento con cui la Chiesa fiorentina rende conto dell’utilizzo che ha fatto delle somme che in questo ultimo decennio ha avuto a disposizione per merito delle scelte fatte da quanti si sono sentiti in dovere di esprimere in questo modo il proprio senso di appartenenza alla comunità ecclesiale e da quanti, anche al di fuori di essa, hanno espresso fiducia nella Chiesa e nel suo ruolo nella società italiana.

Ringrazio quanti hanno contribuito a far sì che la Chiesa fiorentina abbia potuto realizzare la propria missione a vantaggio di tutti e ribadisco il nostro impegno a un uso saggio e corretto di quanto ci è messo a disposizione, pronti a renderne conto, come facciamo oggi con queste pagine.

Firenze, 29 aprile 2022

Giuseppe card. Betori
Arcivescovo di Firenze

Bologna / Gli intermediari fiscali al Convegno “8xmille una firma per unire”

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8xmille una firma per unire. Un piccolo gesto, una grande missione” è stato il titolo del Convegno promosso dal Servizio Promozione Sostegno Economico alla Chiesa cattolica dell’Arcidiocesi di Bologna. L’incontro, che si è svolto nella Sala Conferenze Marco Biagi dell’Ordine dei Commercialisti e degli Esperti Contabili lo scorso 11 maggio, è stato voluto dall’Arcivescovo il card. Matteo Maria Zuppi il quale, non potendo partecipare, ha inviato un video messaggio di saluto e delegato al compito il Vicario generale per l’amministrazione Mons. Giovanni Silvagni.

I lavori sono stati introdotti e coordinati da Giacomo Varone, responsabile diocesano del Servizio Promozione. Tra i relatori anche Monsignor Luigi Testore, Vescovo di Acqui e presidente dell’Istituto centrale sostentamento clero.

«L’8xmille fa bene! Il Convegnoafferma Giacomo Varone – vuole contribuire a recuperare una sensibilità che va via via calando. Dobbiamo sempre ricordare il grande significato economico e civile di questa firma, anche per sostenere le opere di carità sul territorio: con questa scelta è possibile ridare futuro alla vita degli ultimi, rendere concreto e visibile un aiuto agli invisibili così come il restauro delle chiese e le diverse opere parrocchiali. È il territorio stesso a mostrarci i benefici di questa firma che non costa nulla, ma è portatrice di tanto bene».

 

I partners dell’evento sono stati l’Ordine dei commercialisti e degli esperti contabili di Bologna, Fondazione dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Bologna, Unione cattolica della stampa italiana, Associazione cristiana lavoratori italiani di Bologna e Istituto diocesano per il sostentamento del clero di Bologna.

 

Uniti nel dono / La storia di don Fabio e la sua “cooperativa di comunità”

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“Camminare insieme è la cosa più semplice, a volte la più complicata… certamente la più bella”. Parola di don Fabio Fiori, parroco di Danta di Cadore e San Nicolò di Comelico (BL). È lui l’anima di una cooperativa di comunità che sta aiutando la gente a rimanere nel proprio paese e questo territorio meraviglioso a non morire.

Nel 2019, ispirato da una esperienza di “cooperativa di comunità” di cui ha letto qualcosa, chiama a raccolta i suoi parrocchiani, chiede il permesso al suo Vescovo e si lancia in questa avventura.

Un’impresa che poco a poco restituisce anche alle persone più sole e demotivate il gusto dello spendersi per gli altri e che comincia a porre un freno a quel processo, che sembrava irreversibile, di spopolamento e abbandono di questo angolo di paradiso.

Scopri di più su www.unitineldono.it

Firmato da Te / l’8xmille a Firenze con “Housing Net”

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Caritas Firenze ha puntato i riflettori sul tema casa e sui costi dell’abitare, soprattutto dopo l’emergenza Covid, durante la quale si sono ampliate le condizioni di diseguaglianza, incrementando la forbice tra ricchi e poveri.

Con il progetto “Housing Net” realizzato grazie all’intervento dell’8xmille, Caritas mette in campo la propria rete di conoscenze e solidarietà, non solo nel trovare appartamenti adatti alle necessità di famiglie già ospitate in altre strutture, ma anche ponendosi come intermediario tra i proprietari delle case e gli affittuari.

“Housing Net” è un sistema circolare virtuoso, che vede Caritas accompagnare le persone in un cammino di riabilitazione e di reinserimento, restituendo in primis la dignità di un luogo fondamentale come la casa.

Scopri su www.8xmille.it i progetti realizzati anche grazie alla firma per l’8xmille alla Chiesa cattolica.

Perugia: presentato il “Rendiconto 2021 dell’8xmille alle Diocesi dell’Umbria”

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In concomitanza con la Giornata nazionale dell’8xmille alla Chiesa cattolica, in calendario domenica 7 maggio, e di avvio della sua nuova campagna “Una firma che fa bene”, a Perugia, presso il Teatro parrocchiale dell’Oasi di Sant’Antonio, sabato 6 maggio, è stato presentato alla stampa il “Rendiconto 2021 dell’8xmille alle Diocesi dell’Umbria”, nel corso del 6° Convegno regionale del Sovvenire.

E’ un lavoro divulgativo preso d’esempio e ‘capofila’ di un progetto nazionale in fase di elaborazione da parte del Servizio Promozione della Cei, un’agile pubblicazione di poco più di 60 pagine con grafici, immagini significative e codici “QR” dove scaricare più informazioni e video, avente come sottotitolo: “I progetti, le opere, i benefici per le comunità” (in allegato). Una pubblicazione curata della Conferenza episcopale umbra (Ceu) con la collaborazione e la professionalità comunicativa degli operatori dei media cattolici umbri quali il settimanale La Voce, l’emittente UmbriaRadio in Blu e gli Uffici stampa diocesani e anche della Società editoriale Vita Spa impresa sociale. La pubblicazione è consultabile sul sito: www.sovvenire-umbria.it.

Alla presentazione alla stampa sono intervenuti il Vescovo delegato per il “Sovvenire” e vice presidente della Ceu, Mons. Ivan Maffeis, Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, il responsabile nazionale del “Sovvenire” della Cei, Massimo Monzio Compagnoni, e il coordinatore del “Sovvenire” per l’Umbria, il diacono Giovanni Lolli.

Credere nell’8xmille e promuovere nuove forme di sostegno alla Chiesa. Quest’ultimo non ha nascosto la “preoccupazione” per alcune stime che danno in calo, a partire dal 2024, i fondi dell’8xmille, a seguito delle gravi ripercussioni della pandemia con diminuzione del gettito IRPEF e delle firme. Da ricordare che i fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica, oltre a sostenere opere di carità, sono destinati al culto e alla pastorale (esercizio e cura delle anime e scopi missionari), all’edilizia e beni culturali e al sostentamento del Clero e alle sue attività pastorali e socio-caritative. L’impegno degli operatori del “Sovvenire”, ma non solo, emerso anche al 6° Convegno regionale, è quello di non perdere ulteriormente rispetto a quanto si è già perso. Occorre iniziare a studiare nuove forme di sostegno, alternative allo stesso 8xmille e alle offerte deducibili, come ad esempio i lasciti testamentari e anche la creazione di sinergie a livello locale, per consentire alla Chiesa di proseguire le sue attività pastorali, socio-caritative e culturali a sostegno di credenti e non, perché l’8xmille è di aiuto a tutta la comunità. Basti pensare alla grande funzione sociale a livello territoriale svolta da migliaia di sacerdoti-parroci sostenuti anche attraverso l’8xmille, che in Italia sono 32.408 e nelle otto Diocesi dell’Umbria sono 678 (dato 2021). Proprio ai sacerdoti e alla loro missione sono dedicate alcune pagine della pubblicazione.

Ci vuole maggiore corresponsabilità, partecipazione e comunione. A metterlo nero su bianco, nella nota introduttiva di questa pubblicazione, è l’Arcivescovo Maffeis, ricordando le tre parole di papa Francesco pronunciate lo scorso 16 febbraio, “corresponsabilità, partecipazione e comunione”, nel soffermarsi sul “significato del sistema di sostegno economico”. Mons. Maffeis, nel citare ancora il Papa, esorta i cristiani a sorreggersi a vicenda, “chi è più forte sostiene chi è più debole…, per cui la corresponsabilità è il contrario dell’indifferenza, come pure del si salvi chi può”. Ed aggiunge: “Il contributo di ciascuno – che passa anche dalla firma sulla dichiarazione dei redditi – significa appartenenza, fraternità effettiva, condivisione”. La trasparenza dei bilanci economici. “La vicinanza solidale e la stima per la missione della Chiesa, mentre sono motivo di riconoscenza – scrive Maffeis –, ci impegnano a una testimonianza limpida, che – anche con la trasparenza dei bilanci economici – contribuisca a rafforzare la credibilità e la fiducia. Ne guadagnerà la stessa condivisione: la nostra gente, quando è informata, si rivela sempre generosa nel rispondere alle necessità che si presentano”. I dati dell’8xmille nazionali ed umbri. L’Arcivescovo Maffeis, nel presentare i dati, ha ribadito che “le risorse di cui i territori delle nostre diocesi e parrocchie hanno potuto far tesoro vanno a beneficio di tutti, indistintamente. Gli interventi spaziano dalle iniziative di accoglienza e solidarietà delle Caritas alle strutture educative, sportive e formative dei nostri oratori, dagli interventi di restauro e valorizzazione delle nostre chiese al sostegno della missione dei sacerdoti”.

Tenendo presente che i fondi del 2021 sono ripartiti sulla base delle firme del 2018 (infatti c’è sempre uno scostamento di tre anni per l’erogazione di questi fondi da parte dello Stato), le firme per la Chiesa cattolica sono state 13.520.527 (nel 2018) che hanno portato ad un’erogazione alla stessa Chiesa di 1.136.166.333 euro (nel 2021), di cui alle otto Diocesi dell’Umbria sono stati assegnati complessivamente 23.009.249,57 euro così destinati: Culto e Pastorale, 4.009.203,32 euro; Edilizia di Culto e Beni Culturali, 6.054.501,78 euro; Opere di Carità, 3.816.097,10; Sostentamento del Clero e sue attività pastorali, socio-caritative e missionarie, 9.129.447,37 euro. Dopo una significativa risalita dei fondi assegnati alle Diocesi dell’Umbria, nel 2016 erano 20,36 milioni di euro e nel 2020 26,32 milioni di euro (quasi 6 milioni in più), nel 2021, con 23,09 milioni di fondi, si registra una contrazione di oltre 3 milioni rispetto all’anno precedente.

Uniti per rendere più efficaci le risorse a disposizione. Anche per questo si parla di “una visione condivisa e di prospettiva” delle Chiese dell’Umbria. Ad evidenziarlo, nel commentare i dati nel “Rendiconto 2021 dell’8xmille alle Diocesi dell’Umbria”, è l’economo della Ceu, Daniele Fiorelli, che scrive: “Le diocesi umbre stanno provando sempre di più a camminare insieme, nella consapevolezza che solo uniti si potranno rendere più efficaci le risorse a disposizione”. Questa consapevolezza è stata sollecitata ulteriormente dall’esperienza del difficile periodo della pandemia; periodo superato, ricorda il dott. Fiorelli, “sperimentando collaborazioni e condivisioni di difficoltà e trovando soluzioni ai problemi… Si è dato supporto alle Caritas diocesane per rispondere alle necessità più svariate provenienti dai territori, producendo esperienze di solidarietà in quantità e qualità più visibili e concrete in tutte le Diocesi umbre”. Sono stati messi in campo, sottolinea l’economo della Ceu, “progetti in sinergia con gli Enti locali, Comuni e Fondazioni bancarie”, perché “ciò nasce sempre dalla chiara convinzione che i fondi dell’8xmille non possono essere (più) considerati uniche fonti di sostegno delle attività delle Chiese locali. L’8xmille, piuttosto, deve essere considerato e riconosciuto come una risorsa fondamentale per avviare processi e progettazioni in collaborazione tra vari Enti ecclesiastici e anche civili, a partire dagli Enti locali”.
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Una firma che fa bene. La presentazione alla stampa umbra di questo “Rendiconto”, oltre a contribuire alla trasparenza dei relativi bilanci 8xmille di ciascuna Diocesi, è stata occasione per far conoscere a livello locale la nuova campagna di comunicazione 8xmille della Cei. “Se fare un gesto d’amore ti fa sentire bene, immagina farne migliaia” è il claim di questa campagna, iniziata pochi giorni fa, che mette in evidenza il significato profondo di un semplice gesto che permette ogni anno di realizzare migliaia di progetti in Italia e nei Paesi in via di sviluppo. Una campagna che, come evidenzia il suo slogan, ‘Una firma che fa bene’, sottolinea la relazione forte e significativa tra la vita quotidiana dei cittadini e le opere della Chiesa, attraverso la metafora dei “gesti d’amore”: piccoli o grandi che siano, essi non fanno sentire bene solo chi li riceve, ma anche chi li compie. Come fa la Chiesa ogni giorno con i suoi interventi arrivando capillarmente sul territorio a sostenere e aiutare chi ne ha più bisogno: poveri, senzatetto, immigrati, ma anche italiani che attraversano momenti di difficoltà.

E le otto Diocesi dell’Umbria, nel pubblicare i propri rendiconti, presentano le loro opere socio-caritative, perché dietro a tanti numeri ci sono tanti volti sofferenti di fratelli e sorelle che più di altri incarnano il volto di Cristo. Basti pensare all’Emporio Caritas “7 Ceste” di Assisi-Nocera-Gualdo, inaugurato nel 2016, dove nel 2021 sono state seguite oltre 2.300 persone da 50 volontari e distribuiti beni di prima necessità pari a 113 tonnellate; ai pozzi per l’acqua realizzati dalla Diocesi di Città di Castello in Malawi, collaborando con l’associazione “Sottosopra ovd”, che dal 2004 opera in questo Pese africano, uno dei più poveri del mondo; al progetto “Fratelli tutti” di Foligno, realtà legata alla Caritas diocesana, ma anche ricca di altre dimensioni, che si fonda su tre parole peculiari: ospitalità, servizio, formazione, comprendenrte un nuovo emporio e un servizio medico volontario; al progetto di sostegno alle fragilità e vulnerabilità sociali realizzato in collaborazione tra la Diocesi e il Comune di Gubbio per famiglie con grave emarginazione, in assenza di alloggio e reti familiari; al progetto di “Solidarietà oltre le sbarre” della Diocesi di Orvieto-Todi rivolto al mondo carcerario dove opera da oltre 20 anni la Caritas e al rifacimento della navata della chiesa della Natività di Maria Santissima in Canonica, “oggetto di vera devozione popolare”; All’Emporio “Divina Misericordia” promosso dalla Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve nel 2016, luogo in cui la solidarietà dei donatori e la dedizione di 80 volontari si uniscono per aiutare persone in temporanea difficoltà, assistendo nell’ultimo anno 376 famiglie con 385 figli al di sotto dei 15 anni (33 neonati), movimentando 128 tonnellate di generi di prima necessità; al progetto “Job Placement” della Caritas diocesana di Spoleto-Norcia, pensato per facilitare l’ingresso di giovani nel mondo del lavoro, che ha interessato, nel 2021, 22 inoccupati dai 18 ai 30 anni che hanno intrapreso un percorso di formazione con tirocini retribuiti presso aziende del territorio, così da valorizzare le proprie capacità; al progetto “GoLife” per “tornare alla vita” dopo la pandemia promosso dalla Diocesi di Terni-Narni-Amelia, un nuovo modello di carità legato al coinvolgimento attivo della comunità, sostenendo quelle più in difficoltà dal punto di vista sociale, senza trascurare l’”Emergenza Ucraina” coinvolgendo la comunità diocesana e quelle parrocchiali in azioni di carità di prossimità.

(Com. stampa a cura di Riccardo Liguori per conto dell’Ufficio stampa Ceu)

In allegato una rassegna stampa “sintesi” dell’evento e alcuni servizi tv andati in onda su Rai 3 Umbria del 6 maggio (dal minuto 11 circa) e il video su Perugia Today.

Festival delle comunicazioni: Catania si prepara a “parlare col cuore”

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La XVIII edizione della manifestazione organizzata dalle Paoline e dai Paolini per la LVII Giornata delle comunicazioni sociali si svolgerà nella città siciliana dal 14 al 21 maggio, ma già da questi giorni sono in corso i primi eventi. Il Festival, che ogni anno si svolge in una diversa diocesi italiana, “con l’intento di coinvolgere in maniera attiva tutta la Chiesa e far emergere le tante valide risorse del territorio”, avrà come filo conduttore “Parlare col cuore e farlo con mitezza”, il tema scelto dal Papa per la giornata di quest’anno.

L’8 maggio ospite dell’evento anche il responsabile del Servizio Promozione della CEI Massimo Monzio Compagnoni nello spazio dedicato al tema “Dal Cuore alle mani – Condividere i bisogni per condividere il senso della vita”, dedicato agli attori del terzo settore della Caritas e movimenti ecclesiali. Con lui anche rappresentanti del banco alimentare della Caritas diocesana e di S. Egidio. Un’occasione preziosa per ricordare l’importanza di destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica grazie ad un gesto semplice, come una firma che non costa nulla in più, ma che fa bene, a noi e agli altri.

Ricordiamo che il Festival della Comunicazione si muoverà alla ricerca della Parola e delle parole per creare relazioni, promuovere la cultura del territorio, raccontare il bene grazie a 40 eventi, tutti gratuiti, divisi in 20 giorni (cinema, musica, teatro, arte, presentazione di libri, conferenze tematiche, attività laboratoriali) e ideati per ogni fascia di età, a cui interverranno nomi noti della comunicazione, scrittori, giornalisti, relatori, musicisti, cantanti, esperti, studiosi di fama nazionale e regionale per “dare concretezza all’invito del Papa “a cercare e a dire la verità e a farlo con carità”. A conclusione dell’evento è in programma la Celebrazione Eucaristica in Cattedrale, che sarà presieduta da Mons. Luigi Renna, Arcivescovo di Catania, domenica 21 maggio 2023.

Il Festival permetterà un articolato viaggio dall’ascolto alla parola attraverso diversi linguaggi: dal giornalismo ai libri, dalle arti grafiche alla fotografia, dalla musica al teatro, dal digitale ai laboratori manuali. La manifestazione intende offrire significative occasioni di incontro e di approfondimento su tematiche sociali, culturali, spirituali e della comunicazione al fine di far riflettere sui tanti spunti e sull’attualità del Messaggio del Santo Padre.

Altre notizie sul programma degli eventi è disponibile sul sito della Settimana della Comunicazione, nella sezione “Eventi”.