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Firmo perchè / Le testimonianze di chi firma

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Sul sito 8xmille.it sono presenti alcune testimonianze di persone che decidono di destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica e ci raccontano il perché della loro scelta.

Come ad esempio Pasquale, 79 anni pensionato di Grosseto, che afferma di firmare perché la parrocchia è l’estensione della sua famiglia.

“Nel mio cammino di vita cristiana, all’interno della mia comunità parrocchiale, ho sentito man mano crescere il senso di appartenenza al punto da considerare la stessa comunità come la mia seconda famiglia. Il senso di appartenenza e il senso di responsabilità, maturati nel proprio cammino di vita, sono il giusto percorso che induce ad apporre il segno sull’8xmille alla Chiesa cattolica, nella dichiarazione dei redditi. Questo rende possibile realizzare opere di aiuti umanitari e vera carità laddove è più necessario e dove neanche la nostra immaginazione è capace di arrivare, per spazio e per conoscenza. La comunità parrocchiale è per me e mia moglie l’estensione della nostra famiglia, il luogo dove sentiamo forte e presente il nostro senso di appartenenza. E questo implica responsabilità e compartecipazione nella crescita spirituale, ma non meno importante, il dovere di contribuire all’amministrazione e al mantenimento delle cose materiali”.

Oppure Daniela Fazzolari, 46 anni , attrice, Piazza Armerina (EN) che firma perché così, scrive, si può fare qualcosa per gli altri, perché gli altri siamo anche noi.

“L’8xmille alla Chiesa cattolica è un dono che fai soprattutto a te stesso, che arricchisce la tua anima, che ti dà la gioia di vivere e di guardare agli altri con occhi di sole, gratitudine e bellezza. Possiamo fare qualcosa per gli altri perché gli altri siamo anche noi. È un gesto semplice, espressione di-retta e concreta di un sostegno che da anni arriva al cuore di chi ha bisogno o di chi improvvisamente si trova ad affrontare un momento particolare della vita. Penso ad esempio, ai terremotati del centro-Italia nel 2009 o agli ultimi dove tante volte lo Stato tante volte non arriva, come ad esempio le vittime dell’usura o della pandemia del Covid che ha fatto regi-strare centinaia di storie di sofferenza e abbandono. Io scelgo l’8×1000 alla Chiesa Cattolica anche perché amo l’Italia ed il suo patrimonio artistico. Ci sono migliaia di Chiese dal valore inestimabile che oggi sono fruibili grazie all’intervento dei fondi Cei che ne hanno permesso i restauri e i recuperi”.

Leggi tutte le altre testimonianze e, se vuoi, scrivi anche tu perchè destini l’8xmille alla Chiesa cattolica. Inoltre iscriviti anche alla newsletter per restare aggiornato sulle iniziative sostenute dall’8xmille alla Chiesa cattolica.

La parrocchia di Portici, un baluardo contro l’usura

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Ascoltare la propria comunità e curare le ferite della gente. Padre Giorgio Antonio Pisano da più di 20 anni è attento alla voce dei parrocchiani del Sacro Cuore di Gesù, una comunità che sperimenta a Portici, cittadina alle porte di Napoli, la piaga dell’usura. “Sono un prete diocesano, ma al don preferisco essere chiamato padre, o semplicemente Giorgio, per evitare spiacevoli confusioni con i boss che usano questo titolo”, chiarisce il sacerdote. Qui le vite di piccoli commercianti, di alcune famiglie numerose e di chi non ha un lavoro fisso, sono minacciate dai tassi usurai, spiega padre Giorgio. La parrocchia di circa 5mila persone, è attenta soprattutto ai giovani, scugnizzi dal futuro incerto attratti da facili guadagni e, per questo, possibili prede dello strozzinaggio.

La lotta all’usura non è l’unico fronte di impegno sociale: alla parrocchia del Sacro Cuore sacerdote e volontari rafforzano la ricchezza della territorialità facendo rete con le associazioni della città. Attiva è la collaborazione con Villa Fernandes, un bene confiscato alla camorra e ora centro di eventi, mostre, presentazione di iniziative e di libri. La camorra si contende il territorio, per questo in parrocchia ogni marzo si celebra la Giornata dell’impegno contro le mafie: gli animatori vanno nelle scuole per parlare di cittadinanza e beni comuni, a partire dalla terra e dal cibo.

La formazione permanente dei laici è importante – spiega il parroco -, i temi ecologici e quelli della civile convivenza fanno crescere la comunità, un percorso che nasce dalla Gaudium et Spes e continua con la Laudato Si”. Prima di ogni azione c’è un percorso da fare insieme, conclude padre Pisano: “L’osservazione sociologica, va di pari passo con la riflessione alla luce della Parola e ogni azione è guidata dai nostri valori. L’obiettivo è quello di sciogliere i cappi che soffocano ogni essere umano, per restituirgli libertà”.

Qui l’articolo completo di Nicola Nicoletti su unitineldono.it.

Uniti nel dono / L’orto di Castiglione: piantare verdura, raccogliere inclusione

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Un orto solidale dove si coltivano frutta, verdura e fiori, ma soprattutto valori e relazioni per la comunità. È quello nato nel 2016 a Castiglione, località di Verona, parte della frazione di San Michele Extra. “I semi di questo progetto – ricorda don Orazio Bellomi, 59 anni, parroco della chiesa di S. Rocco di Castiglione – erano stati gettati un anno prima, nel 2015. Quell’anno Papa Francesco fece un appello ad aprire le canoniche all’accoglienza e a maggio pubblicò l’enciclica Laudato Sì’”.  “Per raccogliere queste sollecitazioni – prosegue il sacerdote – ci siamo domandati: cosa possiamo fare? E ci siamo guardati intorno. Qui, siamo in mezzo al verde, abbiamo tanta terra e così siamo andati a chiedere a un abitante del paese un piccolo appezzamento di terreno. Alla fine lui ed altri ce ne hanno dati tre, in comodato d’uso”.

L’articolo di Roberto Brambilla su unitineldono.it, dove si legge ancora:

Un progetto, quello dell’orto solidale, che impegna attualmente quattro richiedenti asilo e che, in sette anni, ha contribuito a cambiare la percezione della piccola comunità veronese riguardo all’importanza della cura della Terra. “Questa esperienza – spiega Bellomi – ci ha permesso di rendere più concreto il messaggio della Laudato Sì’ e ha fatto entrare il tema dell’ambiente all’interno della vita della nostra parrocchia. Stiamo tentando di far capire che l’aspetto della custodia e della cura della “casa comune” è qualcosa che ha a che fare con il nostro credere”.  “Concretamente – aggiunge il sacerdote – per gli eventi più importanti della nostra comunità (battesimi, prime comunioni, matrimoni, funerali…) abbiamo preso l’abitudine di piantare un albero e spesso durante le celebrazioni, nelle preghiere dei fedeli, c’è un’invocazione per il dono della pioggia”.

Arcidiocesi Bologna / 8xmille: un piccolo gesto, una grande missione

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È ancora tempo di dichiarazione dei redditi e di scelte per devolvere l’8xmille alla Chiesa cattolica. Un gesto piccolo per ciascuno di noi ma di grande valore, come ricorda la campagna nazionale “Una firma che fa bene”.

L’incaricato diocesano di Bologna, Giacomo Varone, segnala il servizio tv realizzato sul Convegno dal titolo “8xmille, una firma per unire. Un piccolo gesto, una grande missione”, proposto dal Servizio Promozione Sostegno Economico dell’Arcidiocesi. L’incontro si è tenuto nella Sala Conferenze Marco Biagi dell’Ordine dei Commercialisti.

Giacomo Varone ha richiamato il valore di questa scelta a favore della Chiesa cattolica. A margine dell’incontro da evidenziare anche l’impegno dei giornalisti cattolici in questo ambito con le parole di presidente regionale Ucsi, Francesco Zanotti.

Qui il servizio di cronaca del Convegno pubblicato su 12Porte.

Diocesi di Como / Una firma per sostenere anche l’impegno di don Federico Pedrana

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Vi segnaliamo questo articolo pubblicato lo scorso 21 luglio dal settimanale diocesano di Como online dal titolo “8xmille: una firma per sostenere i sacerdoti, l’impegno di don Federico Pedrana”.

Don Federico Pedrana, da poco più di un mese, nella vecchia canonica, ha avviato un percorso di accoglienza per senza dimora grazie alla “Capanna di Betlemme”. Questo progetto di accoglienza, nato nel 1987 a Rimini con don Oreste Benzi e l’Associazione papa Giovanni XXIII, vede la luce anche nella diocesi di Como, esattamente a Prata Camportaccio, in provincia di Sondrio, in Valchiavenna. L’articolo a firma di Enrica Lattanzi, racconta di questo progetto e di come è nato in diocesi.

Verso la conclusione della storia, don Federico sottolinea come «Il vero male di oggi è la solitudine. Fra le attività che condividiamo, oltre ai lavori manuali e, una volta a settimana, un viaggio a Milano fra i poveri che vivono in strada, nei fine settimana ci rechiamo fuori dai bar e delle discoteche. Lo facciamo per incontrare i giovani, per metterci in ascolto e troviamo tanta solitudine, tanta noia. Non ci sono obblighi: chi lo desidera si mette in dialogo. Parliamo… Qualcuno ha anche chiesto di pregare… Ci sono giovani con i quali si è intrecciata una relazione e sono venuti in pellegrinaggio sul luogo del martirio della beata suor Maria Laura… Il tutto con grande spontaneità… La Casa è per tutti ed è aperta a tutti».

La “Capanna di Betlemme” nella casa di Prata Camportaccio sta muovendo i suoi primi passi, «ma questo è stato possibile farlo grazie alla generosità della gente e alla disponibilità dei confratelli sacerdoti, don Andrea, don Mauro e don Aldo che da subito hanno creduto e supportato il progetto: hanno capito, appoggiato e accolto a braccia aperte questo percorso».

Firmare nel riquadro dell’8xmille alla Chiesa cattolica significa anche partecipare al sostentamento dei sacerdoti che, come don Federico, si spendono accanto di tanti fratelli e sorelle. «Con questo progetto ci “buttiamo nelle solitudini” di tante persone – riflette don Pedrana –. La Chiesa in uscita è andare a cercare gli altri, senza aspettare che vengano a cercarti, ma anche farsi trovare e diventare famiglia per chi una famiglia non ce l’ha più o la vorrebbe ritrovare».

 

 

Continuiamo così, uniti per il “sovvenire”

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Prima della chiusura degli Uffici e Servizi della CEI (dal 7 al 20 agosto) vorrei darvi alcuni aggiornamenti.

Come anticipato al Convegno Nazionale, in questi ultimi anni abbiamo avuto una flessione delle firme 8xmille, confermata anche nel 2022. Flessione documentata dai dati ufficiali divulgati pochi giorni fa dal Ministero delle Finanze e pubblicati tra le notizie di questo Portale.

Per tale motivo, come sapete, nel 2023 abbiamo cambiato la campagna pubblicitaria con una nuova comunicazione istituzionale dallo slogan “8xmille alla Chiesa cattolica, una firma che fa bene” e coinvolto ancora una volta il Territorio nel progetto unafirmaXunire per la raccolta dei CU. Ma probabilmente solo questo non sarà sufficiente.

Il dato forse più preoccupante per noi del “sovvenire” è questo: almeno il 50% dei fedeli praticanti NON firma! Dunque, abbiamo diversi campi di azione da tenere presenti con le relative criticità.

Da una parte abbiamo milioni di contribuenti che, fino a qualche anno fa, destinavano l’8xmille alla Chiesa cattolica e che ora, per diversi motivi, non firmano più o firmano per lo Stato.

Poi sappiamo di altri milioni di contribuenti praticanti che frequentano le parrocchie, vanno a Messa la domenica, fanno parte di gruppi ecclesiali, vivono con coerente testimonianza il Vangelo nelle proprie comunità, ma non esprimono alcuna scelta riguardo l’8xmille, perché non lo sanno, nessuno glielo ricorda o forse non sono tenuti a presentare la dichiarazione dei redditi (gli ormai conosciuti possessori di CU).

Ultimo pericolo, di cui spesso avete sentito parlare anche in passato, è quello dell’assuefazione: c’è chi firma per abitudine. Ma ci vuole poco per non farlo più, ad esempio un intermediario fiscale che dimentica di ricordarglielo…

Basta questo per affermare, senza timore di esagerare, che questi milioni di contribuenti, che vivono nelle diocesi, vicino a voi, sul territorio, potranno destinare (o tornare a destinare) l’8xmille alla Chiesa cattolica anche grazie a voi. La loro adesione a questo meccanismo fiscale, che poi sappiamo essere espressione coerente di appartenenza alla Chiesa, dipenderà dal vostro indispensabile e perseverante servizio alla Chiesa.

Finora avete fatto tantissimo. E lo dimostra la notizia che sul Portale Uniti in Rete abbiamo raggiunto l’iscrizione di quasi 5.000 parrocchie!

Siete stati veramente straordinari. Devo ringraziarvi per questo obiettivo raggiunto, frutto di un grande sforzo. Ora sarà importantissimo che voi vi impegniate affinché queste stesse parrocchie confermino la propria iscrizione anche al secondo progetto dell’anno Uniti Possiamo, dedicato alla raccolta delle Offerte deducibili .

I tempi per confermare queste iscrizioni partono dal primo agosto e fino all’8 settembre. Così sarà possibile, da parte nostra, inviare in tempo utile alle parrocchie tutti i materiali necessari per promuovere la raccolta delle Offerte per il sostentamento dei sacerdoti.

Come è avvenuto per unafirmaXunire, tutta la procedura dovrà essere attivata attraverso il Portale Uniti in Rete, dove verranno messi a disposizione i vari materiali in versione pdf.

Vi anticipo che il prossimo 24 agosto, in occasione dell’Incontro Nazionale delle Presidenze Diocesane di Azione Cattolica Italiana, chiederemo ai partecipanti di attivare i propri presidenti parrocchiali per dare un supporto operativo ai referenti parrocchiali del “sovvenire”, dove sono presenti, e di sollecitare magari anche altri parroci ad iscriversi a questo progetto. A settembre potrò darvi in merito notizie più dettagliate.

Ora non mi rimane che augurare ad ognuno di voi e alle vostre famiglie Buone Vacanze!

Massimo

Don Gianni: un pastore vicino al suo gregge (anche grazie all’8xmille)

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A Poggio dei Pini (frazione di Capoterra) una ventina di km da Cagliari, la nuova casa canonica, realizzata grazie ai fondi 8xmille, permetterà alla comunità di avere, dopo 40 anni, la figura di un parroco stabile. I lavori appena conclusi resi possibili soprattutto grazie a un finanziamento della CEI (175.500 euro) hanno visto la realizzazione della struttura che la comunità desiderava da anni. Il frutto di un lavoro sinergico, con il terreno messo a disposizione dalla cooperativa locale, e con la compartecipazione degli stessi parrocchiani (oltre 69mila euro) e della Diocesi (oltre 55mila euro).

Per questi ultimi, un sogno che si realizza: «Erano anni che chiedevamo la presenza costante del parroco – raccontano Pia e suo marito Salvatore – . Da quando è arrivato don Gianni si è impegnato con determinazione, coraggio e pazienza fino a che non è riuscito ad avere i fondi per fare i lavori. Noi parrocchiani stiamo facendo a gara per offrire gli arredi e tutto ciò che serve, perché non vediamo l’ora che prenda possesso della Casa». Finalmente don Gianni Sanna, 80 anni, alla guida della parrocchia Madonna di Lourdes dal 2018, è pronto per il trasferimento. Parroco pendolare per anni, costretto a viaggiare ogni giorno per una trentina di km andata e ritorno, sa bene quanto sia importante una presenza fissa tra la gente.

Una comunità quella di Poggio dei Pini, di circa 2400 abitanti, per la maggior parte anziani, ma anche famiglie, giovani che frequentano l’oratorio. Lo spirito comunitario – nonostante i 45 km di strade interne e la distanza l’uno dall’altro – e il forte legame con il territorio caratterizza da sempre questa realtà, immersa nella natura, fondata da un gruppo di soci che alcuni decenni fa hanno creato la già citata cooperativa. Ciò ha permesso da subito un rapporto molto stretto tra comunità ecclesiale e civile.

«La comunità aveva bisogno di un punto di riferimento stabile – spiega don Gianni -: ciò permette di svolgere il proprio impegno con maggiore serenità, a contatto con i parrocchiani: il parroco deve vivere tra la gente».

Nonostante il pendolarismo quotidiano in questi anni don Gianni è riuscito a creare una grande famiglia, che si è stretta a lui anche qualche giorno fa in occasione del suo 53mo anniversario di ordinazione parrocchiale. «Appena mi trasferisco andrò sistematicamente tra la gente a iniziare da coloro che hanno più bisogno di vicinanza, i tanti anziani che non riescono a venire in parrocchia».

«Con questa casa – spiegano Andreina e suo marito Marcello, impegnati nella pastorale familiare – il parroco è davvero parte integrante della comunità, non solo una guida all’occorrenza. Ci aspettiamo che questa possa diventare un luogo di ospitalità, magari per giovani seminaristi o altri giovani in discernimento, affinché possano conoscere la nostra realtà. Ora davvero possiamo ripartire con uno slancio nuovo».

(Maria Chiara Cugusi)

 

Ecologia: la passione dei giovani campani trascina la comunità

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«Con i suoi quasi 23mila abitanti, Agropoli è un centro vivace, un punto di riferimento per tutto il Cilento – sottolinea don Carlo Pisani, parroco della comunità di Sant’Antonio –. Qui insistono una serie di istituti di istruzione secondaria, frequentati anche dai ragazzi di borghi circostanti: ci sono il liceo classico, la ragioneria, il liceo musicale e tanti altri. Senza dimenticare gli studenti universitari che frequentano l’università a Salerno e ogni giorno si spostano con il treno». Eppure, prosegue il sacerdote, «nel territorio si registra la mancanza di luoghi per lo studio. C’era la biblioteca comunale, ma è chiusa da anni». È nata così l’idea delle Aule Studio Lilium, il cui nome è un omaggio al santo a cui è dedicata la parrocchia e al fiore con cui è abitualmente rappresentato, il giglio (lilium, in latino).

«Attualmente i ragazzi vengono in parrocchia solo per il catechismo – osserva don Carlo – ma questo progetto è un modo per far vivere diversamente ai giovani la parrocchia, non solo come luogo di formazione alla fede strettamente intesa, in vista dei sacramenti, ma ci auguriamo che possano sentirsi maggiormente parte della comunità».

Un auspicio condiviso dal confratello don Salvatore Spingi, parroco di Santa Maria degli Angeli a Contursi Terme, sempre nella provincia (e stavolta anche nell’arcidiocesi) di Salerno. «C’è bisogno di iniziative come queste, che siano in grado di coinvolgere e amalgamare varie forze presenti sul territorio – riflette il sacerdote –. Oggi è importante offrire una testimonianza di comunione, ma soprattutto di una comunità che sa impegnarsi per raggiungere un traguardo e dove ciascuno possa realizzarsi secondo le proprie capacità».
In questa parrocchia, nel centro storico della località termale, sta nascendo il “Giardino Essenziale”, cioè uno spazio verde fruibile da tutti, dove verranno coltivate piante officinali, come salvia, timo, rosmarino, incenso.

Un giardino sostenibile, in cui l’impianto di irrigazione sarà alimentato dall’acqua piovana recuperata dalle caditoie e la biodiversità sarà tutelata grazie alle specie impollinatrici. Il tutto con un occhio alla didattica, grazie ai cartelli guida e alle attività laboratoriali proposte alle scuole.

L’articolo completo a cura di Giulia Rocchi su www.unitineldono.it.

L’oratorio di Agropoli: casa per tutti, a partire dai più fragili

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“Appena arrivato pensai che la parrocchia doveva essere la casa di tutti, a partire da chi ha più bisogno”. Don Bruno Lancuba, classe 1966, è il parroco della Madonna delle Grazie ad Agropoli, una cittadina della provincia salernitana. La sua comunità dai quasi 7mila parrocchiani in inverno, passa ai circa 20 mila in estate.

Ordinato nel 1990, il sacerdote riceve, insieme con don Carlo Pisani, la sua ultima nomina a parroco ad Agropoli nel 2015, in una realtà in cui aveva già operato. “Sapevo della presenza dei gruppi giovanili e immediatamente mi sono messo in dialogo con loro” – ricorda don Bruno.

“Sono partito con l’ascolto del territorio: scoprire i bisogni e le ricchezze della gente. Poi bisognava offrire uno spazio per la catechesi, gli incontri e anche per lo sport. Accanto alla chiesa c’era l’oratorio, un edificio insufficiente e in cattive condizioni”, spiega il parroco.

L’ascolto ha fatto scoprire al sacerdote i diversi volti della città, tra cui la povertà.

Scopri tutta la sua storia, e quella della sua comunità,  su www.unitineldono.it, di Nicola Nicoletti.

 

Susa: arte, natura e spiritualità a portata di APP

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L’app “Chiese a porte aperte” è un progetto unico in Europa: 42 luoghi di culto sparsi tra il Piemonte e la Valle d’Aosta, recuperati, restaurati e resi accessibili grazie ai fondi dell’8xmille e grazie all’impegno appassionato di una schiera di volontari.

Una volta effettuato l’accesso, tramite QR code si viene guidati alla scoperta del bene ecclesiastico al suo interno, attraverso una narrazione storica, artistica e devozionale, accompagnata da un sistema di luci direzionali e di micro proiettori che orientano il visitatore. Il tutto, accessibile anche ai disabili sensoriali, grazie a pannelli tattili, video con traduzioni in lis e tavole in comunicazione alternativa aumentativa. Lo spiega su www.unitineldono.it don Gianluca Popolla, incaricato regionale del Piemonte per i Beni Culturali Ecclesiastici.