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Ripartizione e assegnazioni fondi 8xmille 2023

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Ripartizione e assegnazione delle somme derivanti dall’8xmille dell’IRPEF per l’anno 2023

La 77ª Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana ha preso atto che, come comunicato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (1), la somma relativa all’8xmille dell’IRPEF assegnata alla Chiesa cattolica per il 2023 risulta pari ad euro 1.003.206.395,65 (€ -36.324.662,57 a titolo di conguaglio per l’anno 2020 e € 1.039.531.058,22 a titolo di anticipo dell’anno 2023). Considerate le proposte di ripartizioni presentate dal Consiglio Permanente, sono state approvate le seguenti assegnazioni:

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(1) I dati trasmessi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze nell’anno 2023 e relativi alle dichiarazioni dell’anno 2020 (redditi 2019) indicano che la percentuale delle scelte a favore della Chiesa cattolica è stata pari al 71,74%.

Qui il Rendiconto 2022.

Qui la dichiarazione di S. Ecc. Mons. Giuseppe Baturi, Segretario Generale della CEI, all’Agenzia Sir.

Online il Rendiconto dell’8xmille 2022 alla Chiesa cattolica

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<<Il presente Rendiconto dell’8xmille alla Chiesa cattolica è una ulteriore conferma della volontà dell’Episcopato italiano di assumere la rendicontazione nel suo grande valore etico ed ecclesiale: “A tutte le comunità […] deve essere dato conto, secondo le norme stabilite, della gestione dei beni, dei redditi, delle offerte, per rispetto alle persone e alle loro intenzioni, per garanzia di correttezza, di trasparenza e di puntualità e per educare un autentico spirito di famiglia nelle stesse comunità cristiane” (Sovvenire alle necessità della Chiesa, 14.11.1988, n. 16).

La gestione economica della Chiesa deve infatti caratterizzarsi non solo per la competenza e l’onestà degli operatori ma anche per la trasparenza della gestione e il coinvolgimento costante di tutta la comunità>>.

Inizia con questa presentazione del Segretario Generale della CEI Mons. Giuseppe Baturi il Rendiconto 2022 dell’8xmille alla Chiesa cattolica. È consultabile cliccando qui.

La pubblicazione contiene vari capitoli: sul rendiconto di esercizio e i fondi destinati per le esigenze di culto, gli interventi caritativi e il sostentamento del clero. Inoltre, altre sezioni sono dedicate al meccanismo dell’8xmille e le motivazioni per destinarlo alla Chiesa cattolica.

Mons. Baturi continua la sua introduzione al Rendiconto affermando:

<<La Chiesa in Italia è andata al di là dell’obbligo contenuto nell’art. 44 della legge 222/1985 di presentare annualmente all’autorità statale il rendiconto dell’effettiva utilizzazione delle somme percepite e di darne rilevanza pubblica.

Lo dimostra la determinazione della 69ª Assemblea Generale dei Vescovi del maggio 2016, che ha lo scopo di ordinare in modo più preciso, ai fini della trasparenza amministrativa e della diffusione dei rendiconti, anche in vista dell’azione promozionale, la procedura che i Vescovi sono tenuti a seguire per la ripartizione e l’assegnazione nell’ambito diocesano delle somme provenienti annualmente dall’8xmille dell’Irpef.

Le diocesi sono obbligate a presentare alla CEI sia il rendiconto di erogazione delle somme dell’8xmille sia una relazione in grado di fornire informazioni adeguate circa i criteri adottati, gli obiettivi perseguiti e, quindi, i risultati conseguiti attraverso le iniziative finanziate.

Un’analoga relazione deve anche accompagnare la pubblicazione del rendiconto diocesano dell’8xmille, oltre che nel bollettino ecclesiale, anche sul sito internet e sul settimanale della diocesi.

È evidente l’intenzione di promuovere la facile accessibilità dei dati economici attraverso la loro pubblicazione in uno spazio davvero pubblico e fruibile, così come la volontà di promuovere la chiarezza e comprensibilità dell’azione economica delle diocesi attraverso la divulgazione di riscontri circa il lavoro pastorale finanziato e le attività sostenute. L’amministrazione della Chiesa, infatti, è trasparente solo quando siano intellegibili i criteri adottati, le priorità perseguite, gli obiettivi raggiunti.

Una migliore conoscenza dell’azione economica della Chiesa educa e promuove la partecipazione dei fedeli, il cui reale coinvolgimento costituisce la condizione per una vera esperienza comunitaria. In questa prospettiva, il Servizio diocesano per la promozione del sostegno economico alla Chiesa è chiamato a promuovere un’adeguata divulgazione dei dati finanziari in vista dell’educazione alla partecipazione di tutta la comunità ecclesiale e dell’azione di sensibilizzazione dell’opinione pubblica.

Deve essere rigorosa la procedura di concessione dei contributi, che deve avvenire sulla base di una dettagliata relazione illustrativa delle attività e dei programmi per cui si richiede il finanziamento, dalla quale risultino chiaramente gli scopi e i contenuti dell’iniziativa, la previsione di spesa, le risorse proprie investite e le fonti di finanziamento ulteriori.

Occorre, d’altra parte, essere certi che le somme dell’8xmille servano a realizzare attività riconducibili alle finalità previste dalla legge. Gli enti beneficiari hanno l’obbligo di utilizzare il contributo esclusivamente per le attività per cui è stato concesso, di presentare, a conclusione delle attività sostenute, il rendiconto economico e una relazione illustrativa sulle attività effettivamente svolte e gli obiettivi raggiunti, di pubblicizzare, attraverso le forme di comunicazione più adeguate, il sostegno ricevuto dalla diocesi con fondi provenienti dall’8xmille.

È manifesta la volontà dell’Episcopato italiano di procedere sulla via intrapresa già trent’anni fa, “per rispetto alle persone e alle loro intenzioni, per garanzia di correttezza, di trasparenza e di puntualità e per educare un autentico spirito di famiglia nelle stesse comunità cristiane” (Sovvenire alle necessità della Chiesa, 14.11.1988, n. 16). Sono in gioco l’educazione dei fedeli e la testimonianza credibile della Chiesa. Il rapporto con i beni temporali testimonia la sequela di Cristo e la serietà con cui la Chiesa vive il Vangelo>>.

S.E. Mons. Giuseppe Baturi
Segretario Generale CEI

Cagliari / Dall’8xmille 2 milioni di euro per famiglie in crisi e migranti

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Si è tenuto sabato 27 maggio 2023 presso la sala Benedetto XVI della Curia arcivescovile di Cagliari, l’incontro sulla presentazione dell’utilizzo dei fondi 8xmille in diocesi, promosso dal Servizio Sovvenire in collaborazione con l’Ufficio delle Comunicazioni sociali.

La mattinata di lavori, coordinata dalla responsabile della comunicazione del Servizio Sovvenire in diocesi Maria Chiara Cugusi e dalla vicedirettrice dell’Ufficio comunicazioni sociali Maria Luisa Secchi, è stata scandita da due momenti fondamentali. Il primo dedicato alla narrazione dell’8xmille in Italia e alla presentazione dei dati relativi alla Chiesa di Cagliari, e il secondo riservato alle testimonianze da parte di laici e consacrati, che hanno raccontato diverse esperienze concrete nate grazie al valore di questo prezioso strumento.

Alla prima sessione hanno partecipato, ciascuno con un proprio intervento, l’Arcivescovo Monsignor Giuseppe Baturi, il responsabile nazionale del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni, l’economo don Giuseppe Camboni e il direttore dell’Ufficio diocesano per i beni culturali e l’edilizia di culto don Mario Pili.

Oltre alla stampa di un inserto informativo, inserito sull’ultimo numero del settimanale diocesano Il Portico, sono stati prodotti e divulgati due video documentaristici che raccontano le esperienze dell’8xmille sul territorio.

Vi segnaliamo anche il servizio di Lorenzo Manunza per Rai News con l’intervista a Mons. Giuseppe Baturi.

8xmille / Un grazie “in persona” dai giovani dell’Uganda

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Segnaliamo un articolo di Filippo Passantino per il Sir su dodici ragazzi della regione della Karamoja che prima hanno incontrato il Papa, al termine dell’udienza generale; poi, si sono recati nella sede della CEI per esprimere il loro grazie per il finanziamento ricevuto, con fondi 8xmille, per sviluppare un progetto di agricoltura e allevamento, che permetterà alle persone che vivono in quei territori una condizione di vita migliore.

La CEI ha stanziato quasi un milione di euro per sviluppare questa iniziativa che puntasse a formare agricoltori, aumentare la disponibilità d’acqua e dare alla popolazione della regione del Karamoja semi e strumenti per le coltivazioni.

Massimo Monzio Compagnoni all’Assemblea della Consulta Nazionale Aggregazioni Laicali

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Si è svolta lo scorso 27 maggio a Roma l’Assemblea Nazionale della Consulta delle Aggregazioni Laicali (CNAL). In pieno cammino sinodale, la Segretaria generale della CNAL – prof.ssa Maddalena Pievaioli – ha voluto significativamente invitare all’evento anche Massimo Monzio Compagnoni, responsabile del Servizio Promozione della CEI, in linea con quella responsabilità di essere e sentirsi Chiesa in ascolto e in cammino.

Il responsabile nazionale ha fatto una panoramica sull’attuale situazione, citando i dati di una ricca ricerca su cosa pensano gli italiani della Chiesa, a testimonianza di come oggi, più che in passato, c’è la necessità ritrovarsi uniti, come figli di Dio, intorno al valore fondante della comunione ecclesiale.

Fin dall’inizio il sistema post concordatario di sostegno economico alla Chiesa è stato una scelta di libertà. Ma libertà vuol dire rischio, e necessità di conquistarsi i consensi. Ogni anno la Chiesa può contare su delle risorse economiche che non sono assicurate a priori. Infatti, sono legate alle libere scelte dei cittadini. Quindi la prima responsabilità, perché la Chiesa viva e operi anche attraverso queste risorse, è della Chiesa stessa.

Per questo è fondamentale il ruolo del mondo ecclesiale, e in particolare quello declinato nelle sue molteplici e diverse espressioni associative.

Ogni associazione, gruppo e movimento ecclesiale, oltre a dimostrare sul versante economico generosità, senso di comunione e di corresponsabilità, non deve perciò trascurare l’indispensabile opera di sensibilizzazione ed educazione verso tutta la comunità ecclesiale.

Emilia-Romagna / A Solarolo, uniti nella tragedia e nella solidarietà

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Prima che l’acqua e il fango si riversassero nelle strade, Solarolo, nella diocesi di Faenza, contava circa 4.500 abitanti. Ieri c’erano invece almeno ottomila persone.

“Siamo stati sommersi dall’acqua, ma ancor di più dalla solidarietà”. Si incrina la voce di don Tiziano Zoli, parroco di Santa Maria Assunta, che da giorni gira tra le case dei parrocchiani, dando coraggio, aiuto, conforto. “I volontari sono arrivati per aiutarci dalle altre zone della Romagna, dall’Emilia, ma anche dal resto d’Italia – racconta –. Gli alpini, la Protezione Civile, le amministrazioni….”. Impossibile elencare tutti i gruppi e i singoli che, armati di vanghe e scopettoni, stanno riportando la normalità nelle strade del paese. “Il problema adesso è il fango, che si sta asciugando e diventando come cemento e polvere”, spiega il sacerdote per unitineldono.it.

Ora che l’acqua si è ritirata, bisogna ripulire tutto e ricominciare. “Negli spazi della scuola dell’infanzia parrocchiale – illustra il parroco – abbiamo sistemato due stanze, che non erano state coinvolte dall’alluvione, per accogliere i bambini dai 3 ai 6 anni, mentre quelli della primaria vanno in biblioteca, dove con i volontari passano 2 ore al mattino e 3 al pomeriggio. Almeno si distraggono, stanno insieme e non pensano tutto il tempo a quello che è successo nel paese.Metà della chiesa l’abbiamo adibita a deposito per gli alimenti e i vestiti che sono arrivati. Con l’aiuto delle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida, e sempre insieme a Protezione Civile e Comune, stiamo provvedendo alla distribuzione”.

Ci sono le macchine ferme ai bordi delle strade, che chissà se riusciranno mai a riaccendersi. Ci sono i mucchi di oggetti rotti, ormai inutilizzabili. Ma ancor più che dentro alle case, si contano i danni nelle campagne circostanti. “Questa è una zona ad alta vocazione agricola e vinicola – spiega don Tiziano –, ci sono tanti frutteti oltre al grano e alle orticole. Le piante, dopo 36 ore sommerse dall’acqua, rischiano di morire per asfissia radicale. I raccolti di quest’anno totalmente compromessi e per i frutteti anche per i prossimi due o tre anni. Però i nostri contadini si sono messi a disposizione degli altri con i propri trattori, veri carri armati della solidarietà, che vanno per le strade a tirare fuori di tutto, a dare una mano per lo spurgo delle case. Come siamo uniti nella tragedia, così siamo uniti nella solidarietà. Ieri abbiamo celebrato due Messe, e abbiamo pregato non solo per Solarolo ma per tutta la Romagna”.

Si sente un po’ “come don Camillo”, don Tiziano, in questi giorni. Ripensa a quando è rientrato nella sua parrocchia, e l’ha trovata sommersa da cinquanta centimetri di acqua. Appena sotto al mobile dove è custodita l’immagine in ceramica della Madonna della Salute, venerata nella cittadina romagnola.

“Romagna che si sveglia col sorriso ogni mattina”, cantava Raoul Casadei. “In questi giorni è più difficile sorridere – ammette il sacerdote – ma ci proviamo lo stesso. Mi basta, come è successo l’altro giorno, una bambina che si avvicina e mi dice: Don, perché sei triste? La vuoi una caramella? E ringrazio il Signore per avermi fatto scoprire davvero l’odore delle mie pecore… Odore di terra, di acqua, di fango”.

(di Giulia Rocchi – foto gentilmente concesse da don Tiziano Zoli per unitineldono.it)

Il CAAtechismo di Prato per vincere la sfida dell’inclusione

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L’idea di un catechismo realizzato con la Comunicazione Aumentativa e Alternativa, è un segno di una nuova sensibilità della Chiesa verso la disabilità. Don Carlo Geraci, parroco di Santa Maria della Pietà a Prato e responsabile dell’Ufficio catechistico diocesano, ci racconta come è nata questa esperienza.

“Il nostro percorso di Caatechismo, noi lo chiamiamo così, non è pensato per i bambini e i ragazzi disabili, ma è rivolto a tutto il gruppo. Il suo obiettivo è includere, non escludere”. Don Carlo racconta così le radici del catechismo realizzato con la Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA), da qui il gioco di parole, che nel gennaio 2023 è arrivato al terzo volume, dedicato alla preparazione della Comunione. “L’idea è nata nel 2018 da un’esigenza riscontrata sul campo – ricorda il sacerdote – c’era un gruppo di genitori con bambini con bisogni comunicativi complessi che utilizzava la CAA per i loro figli e abbiamo pensato che fosse importante proporre qualcosa per tutti”.

Da questa esigenza e dallo sforzo di alcuni genitori e catechisti delle parrocchie della Resurrezione e di Sant’Ippolito in Piazzanese a Prato è nato il primo volume, dedicato all’iniziazione cristiana, pubblicato nell’ottobre 2018, a cui ne è seguito un secondo in preparazione del sacramento della Confessione. “Il percorso per la creazione del catechismo in CAA – spiega don Carlo – parte dai materiali della Conferenza Episcopale Italiana e da una riflessione sui contenuti, che sono gli stessi per tutti, ma con un linguaggio adattato all’età dei ragazzi e delle ragazze. Successivamente si passa alla trascrizione nella Comunicazione Aumentativa e Alternativa”. “La CAA – precisa don Geraci – è un linguaggio che viene utilizzato per persone con bisogni comunicativi complessi. Si basa su pittogrammi, che vengono creati con un programma, nel nostro caso  AraWord, completamente gratuito e libero da copyright”.

Una nuova possibilità di comunicazione, sulla quale è importante formarsi. “Non abbiamo fatto formazione a tappeto – dice il parroco – ma abbiamo organizzato incontri per dare gli strumenti di base. Quando si usa la CAA si lavora in gruppo, con sacerdoti, catechisti e genitori”.

La nostra catechesi – spiega don Carlo – è un’occasione di crescita per il gruppo. Aiuta a sperimentare l’accoglienza e dà vita spesso a dei percorsi bellissimi”. L’idea di un catechismo realizzato con la Comunicazione Aumentativa e Alternativa, è un altro segno di una nuova sensibilità della Chiesa verso la disabilità. “In passato– racconta il sacerdote toscano – qualcuno pensava che per ragioni diverse per le persone con disabilità non fosse necessaria una catechesi. Ora invece è stato creato un ufficio apposito per loro. In passato era come se ci fosse una sorta di gap, c’erano i ragazzi con disabilità a scuola, ma non erano in molti quelli che poi frequentavano l’oratorio. Ora si sta lavorando per colmare questo divario”.

La strada del catechismo in CAA realizzato dalla Diocesi di Prato, i cui materiali sono utilizzati in parrocchie di tutta Italia, però non è ancora completo. “In futuro – conclude don Carlo Geraci – vogliamo concludere il percorso, con un volume che porti fino alla Cresima”. Nel lavoro di don Carlo e dei catechisti sono coinvolti alcuni genitori di figli con bisogni comunicativi complessi, come Sara Meoni, 43 anni, mamma di Matteo, ragazzo di 13 anni e mezzo. “Ho cominciato – ricorda la donna, una delle componenti dell’équipe diocesana che si occupa di redigere il Caatechismo– perché mio figlio iniziava il catechismo e non esisteva nessun supporto in CAA per lui. Dato che già adattavo i materiali per la scuola, ho cominciato ad adattare i testi della catechesi. Un giorno don Carlo ha visto il nostro quaderno con i pittogrammi e mi ha detto, “perché lo devi fare tutto da sola?”. E ha proposto di fare qualcosa di più strutturato. Siamo partiti da qui”. “Io sono stata fortunata – aggiunge la contabile- perché ero già capace. Quando abbiamo scoperto il ritardo cognitivo di Matteo la logopedista mi ha parlato dell’esistenza della CAA e ho frequentato corsi e master. Ma ci sono tante persone che da sole non sono in grado o non hanno il tempo di fare questo lavoro, con i figli che magari non frequentano il catechismo anche per questa ragione”.

Trasporre un testo in Comunicazione Aumentativa e Alternativa infatti è un percorso lungo, a tratti faticoso. “L’aspetto più difficile – racconta Sara – è semplificare. È un linguaggio simbolico, dunque è per forza riduttivo e poi non si può tradurre tutto, anche per ragioni di comodità e spazio”.

“Personalmente lui ne ha beneficiato, ma non appieno– dice Sara che è mamma anche di Anna, 8 anni – Matteo ha ricevuto la Cresima quest’anno e i materiali del catechismo in CAA su quella parte del percorso non esistevano ancora, così come avevo già fatto, li ho tradotti anche io. La Comunicazione Aumentativa e Alternativa di certo per lui è stata fondamentale per capire e farsi capire, soprattutto perché i suoi compagni del catechismo non sono gli stessi della scuola, dove tutti lo conoscono”. Un uso, quella della CAA, che ha contribuito ad aiutare Matteo anche in altri momenti. “Conosce e segue ogni momento della Messa – spiega la 43enne – e ultimamente per le celebrazioni non stiamo più usando il nostro quaderno con i pittogrammi”. Il successo dei materiali in CAA sono una soddisfazione anche per Sara e per chi con lei collabora alla creazione del Caatechismo. “I riconoscimenti che ci stanno arrivando – conclude la donna – sono una gratificazione. Ci chiamano per fare incontri, sia parrocchie ma anche associazioni che si occupano di autismo. E per me è bello dare una mano, perché so cosa si prova a riuscire ad aiutare proprio figlio”. Un cammino, quella della Diocesi di Prato, dove catechismo fa rima con inclusione.

(di Roberto Brambilla / foto gentilmente concesse dalla diocesi di Prato per unitineldono.it)

Emilia-Romagna: 1 milione di euro dai fondi 8xmille per la popolazione

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La Presidenza della CEI ha disposto un primo stanziamento di 1 milione di euro dai fondi dell’8xmille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, per far fronte alle necessità della popolazione colpita dall’ondata di maltempo che sta flagellando l’Emilia-Romagna.

Vogliamo esprimere, anche con questo gesto concreto, la prossimità della Chiesa in Italia alle tantissime persone che, a causa dell’alluvione e delle esondazioni, sono sfollate, avendo perso tutto o molto. Continuiamo a farci prossimi e a pregare per quanti, in questo dramma, hanno perso anche la loro vita. Siamo grati alle diocesi, alle parrocchie, agli istituti religiosi che non hanno lasciato sole le comunità dell’Emilia-Romagna”, afferma il Cardinale Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI.

Lo stanziamento della Presidenza CEI sarà erogato attraverso Caritas Italiana che è in contatto continuo con le Caritas delle diocesi colpite da questa emergenza per monitorare la situazione e provvedere alle prime urgenze. Al momento non c’è bisogno di raccogliere cibo o indumenti, ma di liberare le abitazioni e i locali dall’acqua e dal fango in modo da far ritornare le persone nelle loro case. Si tratta poi di individuare e accompagnare soprattutto coloro che sono abbandonati e che restano esclusi dalla rete degli aiuti. Il passo successivo riguarderà la ripartenza delle attività economiche e della vita ordinaria.

Tutte le Caritas diocesane, coordinate dalla Delegazione Caritas regionale dell’Emilia-Romagna e in comunicazione costante con Caritas Italiana, sono fin dal primo momento attivate su vari fronti: l’accoglienza degli sfollati nelle sedi e nelle canoniche, il supporto alla popolazione, l’accompagnamento delle persone in situazioni di particolare fragilità e difficoltà.

È possibile sostenere gli interventi di Caritas Italiana per questa emergenza, utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o donazione on-line, o bonifico bancario specificando nella causale “Emergenza alluvione 2023” tramite:

  • Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma –Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111
  • Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474
  • Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013
  • UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119
22 Maggio 2023

Firmato da Te / L’8xmille a Nocera Inferiore-Sarno per lo sport

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“Si può dare di più” è il progetto avviato nel novembre del 2022 dalla Caritas diocesana di Nocera Inferiore-Sarno per l’inclusione sportiva dei ragazzi con disabilità.

Le discipline messe in campo, in maniera gratuita, sono il basket e l’atletica leggera e gli allenamenti si svolgono presso le strutture dello stadio San Francesco, a Nocera Inferiore.

Ad accogliere i ragazzi ci sono educatori preparati che, con amore e passione, insegnano non solo uno sport ma lo stare insieme facendo squadra. “Qui le differenze sono azzerate” afferma la mamma di Giuseppe, un ragazzo speciale che, come tanti altri, grazie a questo progetto ha la possibilità di sentirsi come tutti gli altri. Tutto questo è stato possibile grazie al contributo dell’8xmille.

Scopri su www.8xmille.it i progetti realizzati anche grazie alla firma per l’8xmille alla Chiesa cattolica.

Diocesi di Roma / In pieno svolgimento il progetto unfirmaXunire

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Lisa Manfrè, incaricata diocesana per la diocesi di Roma, ci ha inviato il seguente comunicato stampa diramato agli organi di stampa.

Tutte le parrocchie della diocesi di Roma, in questi giorni, stanno ricevendo il materiale per partecipare ai progetti CEI 2023 dedicati al sostegno economico della Chiesa cattolica e in particolare all’8xmille.

“Il primo progetto terminerà il 31 luglio – spiega Lisa Manfrè incaricata diocesana della promozione al sostegno economico – e offrirà la possibilità ai fedeli che sono esonerati dall’obbligo della dichiarazione, in quanto possessori solo di redditi da pensione, da lavoro dipendente o assimilati, di firmare in parrocchia e destinare l’8xmille alla Chiesa Cattolica“.

Il kit in arrivo comprende, infatti, le schede per la destinazione dell’8xmille, che i contribuenti potranno firmare direttamente in parrocchia.
Da quest’anno le parrocchie hanno a disposizione uno strumento in più: la convenzione stipulata tra la CEI e le Acli, che metteranno a disposizione gratuitamente la propria rete di Caf per la raccolta delle schede.

“Già da diverse settimane – continua Lisa Manfrè – stiamo tenendo incontri con i referenti parrocchiali del “sovvenire” per spiegare il progetto e rispondere a tutti i dubbi e i quesiti.
Grazie al lavoro dei parroci e dei referenti parrocchiali, lo scorso anno 10 parrocchie della nostra diocesi hanno anche ricevuto un contributo economico dalla CEI a seguito dello svolgimento dei progetti proposti dal Servizio Nazionale”.