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Su Toscana Oggi il resoconto dell’incontro regionale della Toscana

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Si è svolto dal 3 al 4 ottobre a Pisa, presso la Casa per Ferie Regina Mundi, l’incontro regionale della Toscana.

Come per tutti gli altri incontri regionali, anche questo evento ha avuto come obiettivo il coinvolgimento di incaricati diocesani, presidenti Istituti diocesani sostentamento clero ed economi per informarli sull’andamento del sostegno economico alla Chiesa e anche per favorire un importante momento di incontro, ascolto e confronto tra le strutture della CEI e il Territorio.

Una proficua occasione di riflessione e di scambio di esperienze sulle attività svolte nelle Diocesi e uno spazio di confronto su temi di interesse comune, come la raccolta delle Offerte deducibili e delle firme 8xmille.

In allegato 2 articoli pubblicati sull’evento da Toscana Oggi con l’intervista all’incaricato diocesano di Fiesole, don Luca Meacci, e un resoconto dell’incontro a cura di Francesco Fisoni.

Inoltre pubblichiamo in allegato anche la pagina a cura del Servizio Sovvenire della diocesi di Fiesole e dell’Istituto diocesano sostentamento clero su Uniti Possiamo.

La speranza non delude / Presentato il Rapporto annuale 2023 della Diocesi di Padova

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È stato presentato sabato 9 novembre 2024 il Rapporto annuale relativo all’anno 2023, della Diocesi di Padova, che per il secondo anno mette a tema la speranza, ispirandosi in quest’occasione all’ormai prossimo Giubileo 2025. La speranza non delude è, infatti, il titolo della Bolla d’indizione con cui papa Francesco ha annunciato il Giubileo che aprirà solennemente la notte di Natale.

La speranza non delude è anche l’annuncio che fa da filo conduttore del Rapporto annuale della Diocesi di Padova, relativo al 2023, presentato nel teatro dell’Opera della Provvidenza S. Antonio di Sarmeola di Rubano (Pd), che proprio con quest’occasione ha riaperto al pubblico dopo un significativo intervento di ristrutturazione e adeguamento degli impianti. A sostanziare il messaggio è l’immagine scelta per il fascicolo del Rapporto annuale: una porta (con riferimento anche alle porte sante del Giubileo), che si apre all’infinito dove un mare che si perde all’orizzonte è lo spazio della possibilità e della speranza.

All’incontro sono stati invitati i membri dei rinnovati consigli parrocchiali per la gestione economica (CPGE) e i vicepresidenti dei consigli pastorali parrocchiali che hanno iniziato il loro mandato quinquennale, oltre ai membri dei consigli di amministrazione degli enti diocesani, i vicari episcopali, i responsabili e i dipendenti di uffici e servizi diocesani.

Una mattinata ricca di novità, che si è aperta con l’intervento del vescovo mons. Claudio Cipolla, ma che ha visto anche la partecipazione straordinaria di don Claudio Francesconi, economo della CEI e del dottor Michele Pandolfi del Servizio informatico CEI, che hanno permesso di collocare l’impegno della Chiesa padovana nel contesto più ampio della Chiesa italiana.

Alla Relazione di missione presentata dal vicario per i beni temporali don Lorenzo Celi e dall’economa diocesana Vanna Ceretta, si è affiancato anche l’intervento del dott. Alessandro Vincenzi della società di revisione PricewatherhouseCoopers Spa, ente certificatore del bilancio della Diocesi di Padova.

Oltre a presentare i dati la mattinata è stata l’occasione per salutare e ringraziare ufficialmente Vanna Ceretta che con il prossimo 31 dicembre 2024 concluderà il suo mandato di economa diocesana e responsabile dell’ufficio amministrativo diocesano. Incarichi che saranno affidati a partire da gennaio 2025 rispettivamente al dott. Giovanni Bottecchia e all’avv. Alessandro Perego.

Durante l’incontro è stata data voce a don Andrea Zanchetta, parroco di Calcroci (Ve), prima parrocchia beneficiaria del progetto “Vi sia uguaglianza”, annunciato nella Lettera post sinodale del vescovo Claudio Ripartiamo da Cana, come un segno diocesano e presentato ufficialmente al clero diocesano in occasione della Messa crismale di giovedì 28 marzo 2024.

È il progetto di sostegno delle parrocchie in difficoltà che trae il titolo dalla Seconda lettera ai Corinzi in cui san Paolo scrive: «non si tratta di mettere in difficoltà voi per sollevare gli altri, ma che vi sia uguaglianza» (2Cor 8,13-14).

IL RAPPORTO ANNUALE 2023

Come di consueto il Rapporto annuale presenta varie sessioni: la Relazione di missione, il Bilancio dell’ente Diocesi, i dati di bilancio aggregati dell’ente Diocesi con altri enti; il rendiconto delle parrocchie e alcuni dati economici di enti raggruppati per finalità (carità; carità e solidarietà fra le Chiese; Pastorale della cultura; Pastorale della formazione; società partecipate). Un capitolo a sé è riservato per il Seminario vescovile e per l’Istituto diocesano sostentamento del clero

«I sentieri percorsi in questi ultimi anni dalla nostra Chiesa di Padova, sul fronte della gestione dei beni, sono stati alquanto impegnativi per la quantità e l’intensità degli obiettivi» – ha scritto il vescovo Claudio Cipolla nel testo introduttivo al Rapporto annuale, elencando di seguito i temi affrontati e gli obiettivi raggiunti: «la pubblicazione del bilancio della Diocesi e la sua certificazione da parte di un’agenzia esterna; l’accostamento del bilancio della Diocesi a quello degli altri enti ad essa direttamente collegati; l’intenzione e l’impegno di trasparenza e di informazione di cui ci sentiamo debitori verso tutti».

E guardando a un futuro ormai prossimo in cui si attueranno le indicazioni emerse dal Sinodo diocesano ed espresse nella Lettera post-sinodale “Ripartiamo da Cana”, il vescovo si è soffermato anche sui compiti che avranno le nuove équipe ministeriali dedicate alla gestione dei beni: dalla formazione all’uso “cristiano” dei beni propri e della parrocchia all’educazione alla corretta e trasparente rendicontazione in cui la cifra di riferimento è sempre “fare comunione”.

Il rendiconto gestionale 2023 dell’ente Diocesi si chiude con un disavanzo pari a 939.741 euro (nel 2022 era di 616.394 euro), dovuto a un totale di 11.997.798 euro di costi a fronte di 11.058.056 euro di proventi, sostanzialmente in linea con i risultati degli ultimi anni.

Nel bilancio diocesano 2023 emerge una sostanziale variazione del patrimonio immobiliare (con un incremento di circa 23 milioni rispetto al 2022) frutto di un intenso lavoro di collaborazione fra enti «nell’ormai decennale percorso intrapreso dalla Diocesi per stimare, valorizzare e razionalizzare il proprio patrimonio». Nel 2023 si sono infatti estinti alcuni enti – la Pia associazione laicale istituto Clair (le poche religiose sono state accolte all’OPSA) e il MAD (Movimento apostolico diocesano) – con il conseguente trasferimento dei rispettivi beni immobili alla Diocesi, a cui si aggiunge il complesso del monastero della Visitazione di Santa Maria donato alla Chiesa di Padova dalle Suore della Visitazione già ospitate da alcuni anni all’OPSA.

Rispetto al 2022 risulta mitigata la perdita d’esercizio dell’ente Seminario, che è pari a 342.321 euro (un milione in meno dello scorso anno), frutto dell’intenso lavoro di limatura dei costi e degli interventi nel patrimonio immobiliare, mentre l’attività dell’Istituto diocesano sostentamento clero registra un utile di 797.504 euro, destinato al sostentamento dei sacerdoti e alle manutenzioni del patrimonio immobiliare.

Per quanto riguarda le assegnazioni CEI dell’8xmille, nel 2023 sono stati destinati 1.637.114 euro a interventi caritativi (di cui 862.114 euro per il capitolo carità e missione e 775.000 in carità diretta della Diocesi); 1.720.364 euro a esigenze di pastorale; 397.018 euro al restauro di beni culturali, per un totale di 3.754.496 euro.

Sul fronte della missione (Ufficio missionario diocesano e Cuamm) e della carità (Caritas, Adam onlus, Associazione universale Sant’Antonio, Fondazione Nervo Pasini, Irpea, Opera Casa Famiglia, Opsa), l’impegno profuso complessivamente supera i 92 milioni complessivi**.

Per quanto riguarda i rendiconti delle parrocchie, emerge un andamento di sostanziale ripresa rispetto al periodo di pandemia, sia sul piano delle offerte ordinarie, sia su quello delle entrate derivanti da manifestazioni e feste della comunità. Se da un lato rimane costante la diminuzione del debito verso banche, preoccupa il versante dei beni immobili in ordine al quale diventa sempre più faticoso per le parrocchie affrontare i costi di manutenzione e adeguamento.

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**40.853.746 euro è il totale del conto economico dei dati aggregati degli enti caritativi che operano nel territorio (Associazione universale Sant’Antonio, Caritas, Adam onlus, Fondazione Nervo Pasini, Irpea, Opera Casa Famiglia, Opsa onlus); e 51.097.250 euro il totale del conto economico delle realtà che operano nel mondo: Ufficio missionario e Medici con l’Africa Cuamm

 

Come comunicare alla gente l’8xmille? La formazione dei nostri preti su “partecipazione, corresponsabilità, trasparenza”

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In occasione dell’incontro mensile dei preti e diaconi delle Diocesi di Teano-Calvi, di Alife-Caiazzo e di Sessa Aurunca, l’approfondimento sul Sovvenire, il sostegno alla Chiesa cattolica che si trasforma in opere di carità, in progetti pastorali in cantieri di restauro, e nel sostegno quotidiano ai sacerdoti.

Qui il resoconto dell’evento a cura di Annamaria Gregorio pubblicato su clarusonline.it

Direttamente dalla CEI gli interventi di Massimo Monzio Compagnoni (responsabile del Servizio Promozione) e Don Enrico Garbuio (assistente pastorale dello stesso Servizio CEI).

Divisi sul campo, uniti nel dono: a Spazio Reale la “sfida” fra parroci e diaconi

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Vi proponiamo il seguente articolo su un evento piuttosto insolito legato al progetto di raccolta delle Offerte per il sostentamento del clero pubblicato nel quotidiano locale online sui comuni della Piana fiorentina Piana Notizie.

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CAMPI BISENZIO – Sacerdoti contro diaconi: sul campo di calcetto vincono i primi per 3-2. La singolare sfida è andata in scena sabato sera presso gli impianti sportivi di Spazio Reale. Con una buona partecipazione di pubblico, per la maggior parte a favore dei presbiteri. Una partita voluta per sensibilizzare i fedeli sul progetto “Uniti nel dono”, ovvero per sostenere economicamente i “nostri” parroci che lo, ricordiamo, non percepiscono retribuzioni né dalla Chiesa, né dal Vaticano, ma solo attraverso la firma per la destinazione dell’8xmille e dalle donazioni dei fedeli.

Qui l’articolo completo.

Lancio corsi di formazione su “Uniti in Rete” / Il 26 novembre nuovo incontro online

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Invitiamo tutti gli incaricati e collaboratori diocesani, che non erano potuti intervenire all’incontro dello scorso 29 ottobre, ad iscriversi all’evento e partecipare al nuovo webinar collegandosi
martedì 2
6 novembre (ore 17-18) a questo link Zoom:

https://us06web.zoom.us/webinar/register/WN_mkNrpSmASBmN8IIpHNLauQ

Ripetiamo volentieri il webinar perché all’appuntamento dello scorso 29 ottobre, dedicato alla presentazione dei primi due corsi progettati per gli operatori del Sovvenire, non tutti gli incaricati e collaboratori diocesani avevano potuto partecipare. Pertanto, è stato organizzato quest’altro appuntamento sullo stesso argomento per il 26 novembre.

Di cosa si parlerà? Dopo un’introduzione su come accedere all’area di formazione, saranno presentati il corso Il Sovvenire (sulla storia, i valori e la struttura del Sovvenire, oltre e a due approfondimenti su 8xmille e Offerte deducibili) e il corso Comunicazione (sulle basi della comunicazione efficace, i materiali di comunicazione, gli eventi in presenza e online, e come misurare gli obiettivi di comunicazione).

Un consiglio – Per chi non avesse mai utilizzato strumenti come la videoconferenza o la chat online durante un webinar, potrebbe essere utile farsi affiancare da una persona esperta per rendere l’esperienza più semplice e fluida.

RICORDA! Martedì 26 novembre dalle ore 17 alle 18. Il webinar sarà registrato e la partecipazione è gratuita.

Uniti nel Dono / Ogni comunità una storia da raccontare

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Da Nord a Sud le nostre comunità parrocchiali, accompagnate da sacerdoti esemplari e nutrite dai valori del Vangelo, offrono migliaia di testimonianze che ridonano luce e speranza a tutta la società. Una lettura ricca di esperienze “straordinarie” nell’ordinarietà della vita, la dimostrazione come la solidarietà, l’altruismo e l’amore verso il prossimo fanno bene non solo a chi riceve ma soprattutto a chi dona.

Per scoprire tutto questo, l’invito è quello di collegarsi al sito e di iscriversi alla newsletter unitineldono.it.

Ecco solo alcune delle ultime storie pubblicate.

Bari e la sua storia: custodire e tramandare una passione

ArtEcclesiae Bari-Bitonto è il progetto di fruizione del museo e dell’intero complesso monumentale della cattedrale di Bari e della concattedrale e del museo di arte sacra di Bitonto, realizzato in collaborazione con ArtWork, impresa sociale. Don Michele Bellino è l’anima di questa iniziativa e ci aiuta a scoprirla, insieme ai suoi giovani collaboratori.

Carpi ricostruisce anche le macerie del cuore

Il sisma del 2012 (come tutti i terremoti devastanti) ha lasciato ferite profonde nel cuore delle persone, oltre che negli edifici della comunità. A dodici anni di distanza, Sabina Leonetti ha raccolto le testimonianze di don Antonio Dotti (per anni alloggiato in un container, pur di rimanere accanto alla sua gente) e di molti suoi generosi collaboratori.

A Senigallia, ritrovare dignità lavorando il legno

Il dramma della disoccupazione è innanzitutto smarrimento della dignità umana, il non senso della propria esistenza. Per questo don Giancarlo Giuliani, direttore della Caritas di Senigallia, ha messo a punto una metodologia di aiuto e assistenza che passa proprio attraverso il lavoro. Trattare il legno richiede obbedienza, ascolto e impegno e può scandire le tappe di un percorso di rinascita.

Catania: nel quartiere più degradato, la comunità c’è

Don Piero Natale Belluso, 39 anni, dal 2022 è parroco al Santissimo Crocifisso della buona morte e a S. Maria degli ammalati e porta avanti moltissime iniziative sociali, coinvolgendo anche le associazioni laicali, gli ortodossi e i musulmani. Ma da oltre cinquant’anni, anche prima di lui, la parrocchia è sempre stata un punto di riferimento essenziale.

Un nuovo oratorio per i ragazzi di Barletta

Nel popolare quartiere Barberini del capoluogo pugliese, nel nome di don Bosco è stato inaugurato uno spazio tutto per i giovani, costruito con i fondi della diocesi, con il contributo dei fedeli e grazie ai fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica. Sabina Leonetti, dopo la cerimonia di inaugurazione, è andata a raccogliere le voci dei ragazzi e del “regista” di questa bella storia, don Leonardo Sgarr

Nella “tenda”, dove la persona non è il reato che ha commesso

Don Francesco Palumbo, 58 anni, da tredici cappellano del carcere di Opera, nella Comunità pastorale Vistitazione della Beata Vergine Maria di Gratosoglio, periferia sud di Milano, ha voluto “La tenda di Mamre”, una struttura destinata ai detenuti e alle loro famiglie. Non solo un luogo che rende possibili, per chi è in permesso, gli incontri con i congiunti, ma un’opportunità per cominciare di nuovo a sperare nel domani.

Bologna / Il Card. Zuppi all’incontro su “Le risorse economiche della Chiesa tra fake news e trasparenza”

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Si terrà il 22 novembre alle ore 18.00 presso l’auditorium della curia arcivescovile di Bologna, con la partecipazione dell’Arcivescovo Card. Matteo Maria Zuppi presidente della CEI, l’incontro dal titolo “Le risorse economiche della Chiesa tra fake news e trasparenza: il sostentamento ai sacerdoti portatori di speranza”.

Ad organizzarlo l’incaricato diocesano Giacomo Varone con partnership l’ordine dei giornalisti (il convegno è accreditato anche per la formazione specifica dell’ordine) e in collaborazione e sinergia con l’ufficio comunicazione dell’Arcidiocesi di Bologna.

È previsto il collegamento streaming sul sito Chiesadibologna.it e su YouTube 12 porte.

8xmille per lo sviluppo dei popoli / Alla scuola dei poveri

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Affrontare il dramma della povertà multidimensionale con azioni concrete e generative, capaci di coinvolgere, promuovere e dare frutti. È quello che fa la Chiesa cattolica italiana: dal 1991 a oggi, con i fondi dell’8xmille, ha sostenuto oltre 18.000 progetti in 108 Paesi per più di due miliardi e mezzo di euro. Sono segni di solidarietà che seminano speranza e si realizzano anche grazie a tanti volontari, sacerdoti, persone consacrate, laici e laiche che si mettono a disposizione per ascoltare e sostenere i più poveri, oltre un miliardo di persone, metà delle quali minori.

Come testimonia Tony, volontario di Caritas Lebanon Youth, il dipartimento giovani della Caritas libanese che si è prontamente attivato accanto al team di emergenza sia in seguito alla terribile esplosione nel porto di Beirut dell’agosto del 2020, sia dopo il terremoto del 6 febbraio del 2023, sia nella drammatica situazione attuale per assistere centinaia di migliaia di nuovi sfollati in tutto il Paese e distribuire generi di conforto. Tony è stato fra i primi a prestare soccorso dopo l’esplosione del 2020: “avevo ventun anni e ho coordinato 1.200 volontari. Per 64 giorni dal momento dell’esplosione, io e gli altri volontari, soprattutto i team leader, non siamo mai tornati a casa. Chi poteva andava dalle proprie famiglie alle 4 del mattino, giusto il tempo di una doccia e di un caffè, per poi mettersi nuovamente in servizio. Siamo stati nei centri operativi 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Questa è stata la mia vita per più di due mesi. Oggi la guerra ha tolto la speranza a tanti giovani che nonostante tutto credevano ancora nel dialogo costringendoli all’esodo. Non li biasimo, capisco la loro scelta. La mia, per ora, è di restare. Ma non so fino a quando”.

Carmen invece ha lasciato il cuore in Madagascar, a Nosy Be, dove ha svolto un periodo di volontariato in una scuola della Congregazione di San Giovanni Battista per insegnare l’italiano a 600 bambini e dare loro la possibilità di un futuro lavorativo nel settore del turismo. “Saranno stati – racconta – i tramonti, i cieli stellati, i paesaggi e i profumi speziati. Saranno state l’allegria e l’accoglienza delle suore, l’amicizia nata con gli altri volontari, o forse i bambini che chiedono tanto affetto ed in cambio ti regalano un amore che non meriti. Saranno state le loro storie ad entrarmi dentro, quelle di povertà estrema e di abbandono. O forse le ore di lezione d’italiano passate a giocare e ad imparare insieme, o i momenti di ricreazione in cui diventavamo compagni di gioco e di ballo. Comunque sia, da tutto questo ho imparato che nonostante la fatica di alzarsi all’alba, la scomodità di riempire secchi d’acqua dal pozzo per lavarsi, c’è una semplicità della vita che dà pienezza”.

Alcuni volontari sono stati vittime a loro volta, come Rose che ora è consulente psicologica. “Sono fuggita dal villaggio di Al Yacoubieh nella provincia di Idlib dal 2012. Abbiamo lasciato tutto e ci siamo diretti a Latakia. Non potrò mai dimenticare il calore con cui siamo stati accolti dai frati francescani. Rimarranno sempre nella mia memoria i momenti che ci hanno ridato un po’ di serenità: imparavamo e ci divertivamo insieme, condividendo i momenti più allegri e quelli più difficili, proprio come una grande famiglia. Avevamo anche sessioni psicologiche speciali che ci aiutavano a superare il trauma dell’evacuazione dai nostri villaggi. Oggi, grazie ai miei studi, sto cercando di restituire un po’ di quanto ho ricevuto, accompagnando e sostenendo 20 bambini orfani del progetto ‘Casa dei Bambini’, in un percorso terapeutico che consenta loro di elaborare la drammaticità di quanto hanno vissuto e ricominciare a vivere in un ambiente il più familiare possibile, contenitivo, che sia in grado di ridare prospettive e fiducia a questi bambini vulnerabili”. Sono solo alcuni di quei “segni tangibili per un futuro migliore” che nel cammino verso l’Anno Santo Papa Francesco chiede di metter in atto per essere “pellegrini di speranza”. Con l’invito a custodire “i piccoli particolari dell’amore”: fermarsi, avvicinarsi, dare un po’ di attenzione, un sorriso, una carezza, una parola di conforto. Perché i poveri, ricorda il Papa nel Messaggio per la VIII Giornata Mondiale dei Poveri del 17 novembre, “hanno ancora molto da insegnare, perché in una cultura che ha messo al primo posto la ricchezza e spesso sacrifica la dignità delle persone sull’altare dei beni materiali, loro remano contro corrente evidenziando che l’essenziale per la vita è ben altro”.

8xmille e povertà / Il Rapporto Caritas Italiana 2024

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In occasione dell’ottava Giornata mondiale dei poveri (domenica 17 novembre 2024) Caritas Italiana pubblica la ventottesima edizione del Rapporto su povertà ed esclusione sociale in Italia, un lavoro che come di consueto ha l’intento di accendere i riflettori sul fenomeno della povertà, rendendo maggiormente visibili alle comunità, civili ed ecclesiali, le tante storie di deprivazione esistenti.

Fili d’erba nelle crepe. Risposte di Speranza, questo il titolo scelto per l’edizione 2024. Mentre la povertà assoluta continua a essere su livelli record, vari e multiformi fenomeni di disagio sociale si affacciano sul panorama italiano. Alcuni sono di vecchia data ma continuano a colpire in modo particolarmente allarmante. Si pensi ai problemi legati all’abitazione, un diritto da tempo negato a tante persone e famiglie, su più livelli di gravità. In altri casi, le problematiche si intrecciano ad una incompiuta o inadeguata implementazione delle risposte istituzionali. È il caso degli ostacoli che impediscono l’accesso alle misure alternative al carcere o delle barriere che limitano la fruizione delle misure di reddito minimo introdotte negli ultimi anni.

Eppure, nonostante le criticità che sfaldano il nostro vissuto quotidiano, si intravvedono nelle crepe dei fili d’erba verde, dei segni di speranza, le tante riposte, opere e servizi, messi in campo dalla comunità ecclesiale, dalla società civile, dall’associazionismo e dal volontariato, e che contribuiscono con il loro apporto a rendere più umano e dignitoso il nostro vivere.

La povertà assoluta in Italia interessa quasi 5,7 milioni di persone, quasi un decimo della popolazione. Dall’analisi dei dati Caritas emerge che il lavoro povero e intermittente dilaga, con salari bassi e contratti atipici che impediscono una vita dignitosa. I giovani e le famiglie con figli sono le fasce più vulnerabili. Il disagio abitativo rappresenta un’emergenza, con famiglie senza casa o in condizioni abitative inadeguate. L’accesso all’istruzione e alle nuove tecnologie diventa un miraggio per fasce sempre più ampie della popolazione, alimentando le disuguaglianze.

Alcuni dati. Le persone accompagnate nel 2023 dai servizi Caritas (in rete con la raccolta dati) sono state 269.689. Dal 2015 a oggi il loro numero è cresciuto del 41,6%. Le povertà croniche e intermittenti aumentano: dal 54,7% al 59%. Cresce il disagio psicologico e psichiatrico tra chi si rivolge alla Caritas: dal 2022 al 2023 il numero di persone affette da depressione o malattie mentali aumenta del 15,2%.

Solo nel 2023 anche grazie ai fondi 8xmille destinati alla Chiesa cattolica, insieme al cofinanziamento delle Caritas diocesane, sono stati realizzati 430 progetti a sostegno di servizi socioeducativi per minori, adulti, anziani, centri diurni per l’accoglienza e housing, per mense ed empori, per la formazione giovanile, l’educazione sanitaria, a sostegno di persone vulnerabili, con disagio psicologico e psichiatrico, di famiglie, dei centri di ascolto.

Dietro i dati raccolti dalla Caritas ci sono volti, persone. Attraverso il Rapporto, sottolinea don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana, “non vogliamo offrire solo una fotografia della povertà in Italia, ma intendiamo rilanciare l’invito a guardare oltre le cifre per riconoscere l’umanità ferita che vibra dietro ogni numero”.

Di fronte a questa emergenza”, continua don Pagniello, “Caritas Italiana sceglie di farsi portavoce di una risposta coraggiosa e profetica. Una rete di accoglienza e di sostegno si estende in maniera capillare sul territorio nazionale: centri di ascolto, mense, dormitori e case di accoglienza diventano avamposti di una Chiesa che si fa ‘casa di carità’, aperta a tutti, senza distinzioni. Ma non può essere questa l’unica risposta possibile. Il vangelo ci chiede di dare da mangiare agli affamati, da bere agli assetati, di vestire chi è nudo, visitare chi è in carcere, ma soprattutto di riconoscere nelle esistenze dei nostri fratelli più piccoli il profilo di Dio che ci chiede di guardare il mondo con gli occhi dei più poveri, di osare nuovi cammini e percorrere, accanto alle persone più fragili, strade inesplorate”.

Perché “Fili d’erba nelle crepe, risposte di speranza”? Perché la speranza è “un dono che ci permette di sognare non solo per noi stessi, ma per un mondo intero che attende di essere rigenerato dall’amore, che guida il nostro cammino, ci spinge ad ascoltare, incontrare e camminare insieme per costruire nuove opportunità per tutti”. Sapendo che i cristiani in particolare, come ricordava don Tonino Bello, non possono limitarsi a sperare, ma appartiene a loro il compito di dare gambe e “organizzare la speranza”.

Emilia-Romagna / Sostegno alla nostra Chiesa. Oggi più che mai c’è bisogno dell’impegno di tutti noi

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Vi proponiamo l’articolo pubblicato da La Voce di Ferrara-Comacchio sull’incontro regionale dell’Emilia-Romagna svoltosi a Ferrara lo scorso 6-7 novembre.

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«Ognuno di noi è responsabile del sostentamento alla Chiesa»: questa frase ben sintetizza la volontà della nostra comunità ecclesiale di coinvolgere sempre più ogni singolo fedele nel sostegno ai suoi tanti progetti in tutta Italia, nel sostentamento dei nostri sacerdoti, per la salvaguardia del nostro patrimonio. Di questo si è parlato lo scorso 6-7 novembre a Casa Cini, Ferrara, in occasione dell’incontro regionale “Corresponsabilità – Partecipazione – Comunione. Il sostegno economico alla Chiesa cattolica”. Un appuntamento pensato per gli incaricati diocesani del Sovvenire, i responsabili degli Istituti diocesani sostentamento clero, per gli economi e i Direttori degli Uffici Comunicazioni Sociali, ma che in realtà interessa, appunto, tutti.

COMUNIONE E SOLIDARIETÀ
Una 70ina i presenti, accolti dal nostro Arcivescovo mons. Gian Carlo Perego il quale ha posto l’accento sulla corresponsabilità come «stile di vita del cristiano adulto, che si rende responsabile dei beni della Chiesa in ordine ai suoi compiti, cioè l’annuncio, la celebrazione e la carità». Gli interventi di mercoledì 6 – introdotti e moderati da Davide Martini, Referente Regionale del Sovvenire – sono stati aperti da Ernesto Paganini (Direttore Generale Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero – ICSC), che ha riflettuto sulla centralità dei «principi di solidarietà e perequazione » tra ICSC e ISC diocesani. «Riguardo agli ISC diocesani – ha aggiunto -, è importante una riqualificazione del patrimonio immobiliare e un miglioramento degli strumenti operativi per il controllo di gestione».

RIFORMA E VISIONE GLOBALE
La riforma delle strutture «esige la conversione pastorale» all’insegna della missionarietà. Da questo passaggio di Evangelii Gaudium ha poi preso le mosse don Claudio Francesconi, Economo CEI, per riflettere sull’importanza del «discernimento comunitario»: a ognuno di noi viene chiesto «un grande lavoro di creatività contro l’anestetizzazione della corresponsabilità sempre più prevalente» nelle nostre comunità. In questo discorso, «l’economo ricopre un ruolo decisivo – pastorale – perché possiede una visione globale senza la quale si potrebbero fare scelte prive di misura diocesana e di una programmazione a medio-lungo termine». La costruzione, ad esempio, di un nuovo complesso parrocchiale «rappresenta una scelta importante per una Diocesi, ma va fatta in maniera lungimirante, evitando di realizzare progetti senza futuro».

«LA CHIESA, SISTEMA DI WELFARE FONDAMENTALE»
Il compito, difficile ma necessario, di  illustrare la non positiva situazione delle offerte alla nostra Chiesa, è spettato a Massimo Monzio Compagnoni, Responsabile del Servizio Promozione CEI. «Viviamo – ha detto – nel tempo della crisi economicosociale e demografica, del digitale che spesso porta a una cattiva informazione, della mancanza di punti di riferimento e di valori, della precarietà e dei ritmi frenetici». Siamo in un’epoca in cui «il 70% dei cattolici non conosce il meccanismo di sostentamento economico della Chiesa. Ciò dipende dall’essersi abituati, negli anni, a pensare che fosse ancora a tutti noto e quindi ad aver smesso di fare una corretta informazione. E il 45% dei praticanti non firma per l’8xmille», mentre si stima che «circa 800mila firmatari che han dato l’’8xmille alla Chiesa, l’anno prossimo potrebbero darlo allo Stato». A ciò si aggiunge che (dati 2023) «il 16% degli italiani è praticante, ma fra questi 1/3 assiste alla Messa via tv. I nostri fedeli, inoltre, sono sempre più anziani» (il 63% è over 55). Nell’intera società, però, «il desiderio di spiritualità è in aumento anche se spesso viene cercato altrove». I giovani, d’altra parte, alla nostra Chiesa «chiedono di essere accolti senza essere giudicati, e di essere ascoltati». Ma solo il 7% degli italiani esprime un chiaro giudizio di “ammirazione” nei confronti della Chiesa, mentre cresce l’indifferenza nei suoi confronti, soprattutto da parte degli stessi giovani. In conseguenza di tutto ciò, «l’8xmille è in calo costante negli ultimi anni», ma è necessario far capire alle persone – a partire dai cattolici! – «che nel solo 2023 grazie a questo strumento sono stati finanziati 5mila interventi caritativi. Si tratta, quindi, di un fondamentale sistema di welfare sussidiario rispetto allo Stato». Che fare, quindi? Dal 1° novembre al 15 dicembre le parrocchie iscrittesi al progetto “Uniti Possiamo” diventano  un centro privilegiato di promozione e raccolta delle Offerte per il sostentamento dei sacerdoti. Poche le parrocchie iscritte negli anni, ma che han raccolto cifre consistenti, a dimostrazione che il progetto funziona. «È fondamentale, quindi, parlarne di più nelle nostre parrocchie, convincere chi non firma per la Chiesa a farlo», sacerdoti e laici assieme. Lavorare, quindi, «sull’immagine della Chiesa, soprattutto attraverso la trasparenza e la comunicazione». Comunicazione di progetti e storie concrete, che di certo non mancano. Comunicare per «coinvolgere sempre più le persone rendendole consapevoli di ciò che possiamo fare»: donare alla Chiesa perché siamo parte di essa, «parte di qualcosa di molto importante», per tanti.

GLI ALTRI MOMENTI
La giornata del 6 si è conclusa con la presentazione dei Progetti nel territorio da parte di Letizia Franchellucci (Addetta allo sviluppo dei progetti nel territorio), con la S. Messa in Cattedrale presieduta dal nostro Arcivescovo e accompagnata dal Coro dei Giovani della Diocesi di Ravenna-Cervia. Dopocena, visita guidata (a cura di Barbara Giordano) alla chiesa di S. Paolo. Il secondo dei due giorni, giovedì 7, è iniziato con la S. Messa celebrata nella Basilica di S. M. in Vado. A seguire, il ritorno a Casa Cini dove si sono svolti gli incontri di settore (Presidenti ICSC, economi, incaricati e collaboratori diocesani del Sovvenire, Direttore Uffici Comunicazioni Sociali), le relazioni dai gruppi e il confronto unitario prima delle conclusioni a cura di Davide Martini. Fra le proposte emerse, incontri periodici e conferenze stampa per raccontare come viene investito l’8xmille nelle Diocesi.

MONS. PEREGO: «SERVIRE IL SIGNORE, SEMPRE»
«I nostri gesti, le nostre scelte, le nostre opere sono legate alla storia, alle situazioni che viviamo. Anche i nostri progetti nascono solo in questo desiderio di servire il Signore, il suo disegno d’amore». Così mons. Gian Carlo Perego in un passaggio dell’omelia il 6 novembre in Cattedrale. «Per questo non c’è posto nelle nostre scelte e nei nostri progetti per le convenienze del momento, per gli interessi personali, per apparire. Tutto deve servire “il disegno d’amore di Dio”. Questo chiede un impegno responsabile, una responsabilità diffusa nella Chiesa, perché il disegno d’amore di Dio lo serviamo insieme, tutti, nessuno escluso».
«Anche nei nostri servizi, nell’uso del denaro, nella comunicazione di progetti, nell’amministrazione dei beni dobbiamo sempre ricordarci che l’educazione al dono è fondamentale – ha poi proseguito -, nel senso di mettere al primo posto la condivisione come segno di una comunione che dobbiamo costruire insieme, con un’attenzione preferenziale per i poveri. L’educazione al dono deve camminare insieme all’educazione alla responsabilità, come chi – ci ricorda il Vangelo – deve costruire una torre e prima fa i calcoli, per valutare se è in grado di farla e non sprecare inutilmente le risorse. L’avarizia come lo spreco sono due peccati che gravemente incidono sulla vita economica e sociale e segnano profondamente la vita dei poveri. Condivisione e responsabilità guidino le vostre azioni», ha quindi concluso.