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8xmille per le donne oggi / Insieme possiamo fare la differenza

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Le statistiche sono sbalorditive: nel mondo, una donna su tre è vittima di violenza, mentre in Italia da inizio anno sono state uccise oltre 100 donne. In occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, appena trascorsa, ci uniamo per affrontare un problema urgente e complesso che tocca profondamente la nostra società. Come possiamo intervenire per aiutare le vittime e prevenire questi drammatici fenomeni?

Grazie al contributo dei fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica riusciamo a fornire protezione e assistenza alle donne vittime di violenza. Un aspetto chiave è la creazione e la gestione di case rifugio sicure. Questi luoghi offrono alle donne una via di fuga immediata da situazioni pericolose, dove possono trovare accoglienza e supporto in un ambiente protetto.

Siamo in grado, inoltre, di garantire un sostegno psicologico e legale indispensabile per superare il trauma e affrontare le questioni giuridiche derivanti dalla violenza subita. Questi servizi rappresentano un pilastro essenziale per un percorso di recupero.

Operatori specializzati e volontari lavorano instancabilmente presso i nostri centri per fornire alle donne sole, in difficoltà e spesso con figli a carico le risorse e le opportunità necessarie per ricostruire le proprie vite. Ci impegniamo a supportare percorsi di recupero, programmi di formazione professionale e sostegno economico, in modo che possano trovare la loro indipendenza e guardare al futuro con speranza.

Con la tua firma per l’8xmille alla Chiesa cattolica puoi fare la differenza, concretamente nella vita di tante donne, promuovendo un cambiamento positivo all’interno della nostra società.

Casa delle donne. A Cerreto Sannita, in provincia di Benevento, le donne vittime di violenza trovano un rifugio e costruiscono un futuro.

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Sviluppo dei popoli / Scuola, salute e promozione sociale: approvati 31 nuovi progetti con l’8xmille

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Il Comitato per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli, nella riunione del 10 novembre, ha approvato 31 nuovi progetti, per i quali saranno stanziati € 5.485.162 così suddivisi: € 3.084.900 per 14 progetti in Africa, € 1.776.877 per 12 progetti in America Latina; € 623.385 per 5 progetti in Asia.

Tra gli interventi più significativi, sei saranno realizzati in Africa: in Burkina Faso, l’Ocades potenzierà un Centro sanitario nella diocesi di Kaya per migliorare le condizioni di salute delle popolazioni rurali e urbane e delle migliaia di persone sfollate. In Ciad, verrà ampliato e attrezzato il Centro Talita Kum di Lai che offre assistenza ai bambini con disabilità, sia sul piano sanitario che della formazione. Nella Repubblica Democratica del Congo, la diocesi di Tshilomba ristrutturerà ed arrederà i locali dell’Istituto tecnico professionale che accoglie circa 1000 studenti. In Madagascar, i Lazzaristi – con l’aiuto della Onlus Shalom ODV – costruiranno pozzi e impianti per fornire acqua ai circa 10mila abitanti della zona di Jangany. In Etiopia, il Vicariato apostolico di Jimma-Bonga avvierà attività produttive a Bonga-Bartha (coltivazione del caffè e apicoltura) per contribuire allo sviluppo del territorio e della comunità Chara, una delle tribù emarginate della zona di Kaffa. Si colloca sempre nell’ambito dell’agricoltura il progetto promosso nella Repubblica Centrafricana dalle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret che a Wotoro, nella diocesi di Berberati, valorizzeranno il Centro di formazione agro-pastorale “Sara Mbi Ga Zo” per favorire l’autosostentamento della comunità che accoglie 60 ragazzi disagiati e offrire formazione agricola e zootecnica a 15 lavoratori.

Dei progetti che vedranno la luce nel Continente latino-americano, particolare rilevanza assume quello promosso in Brasile dall’arcidiocesi di Olinda e Recife che costruirà un Centro sociale per accogliere 150 donne di età compresa tra i 14 e i 40 anni e offrire loro la possibilità di frequentare dei corsi formativi in vista dell’inserimento nel mondo lavorativo. In Colombia le suore salesiane potenzieranno le attività di accoglienza, recupero e accompagnamento delle Case-famiglia “Mamá Margarita” di Medellin ed Estrella, che dal 1980 promuovono la crescita e il benessere delle bambine e ragazze, dai 6 ai 18 anni, e che attualmente ospitano tra le due sedi 154 persone. Ad Haiti, sempre le Figlie di Maria Ausiliatrice ricostruiranno a Les Cayes la Scuola dell’Infanzia “Nostra Signora del Perpetuo Soccorso” danneggiata dal terremoto che potrà così tornare ad accogliere 300 bambini, in età prescolare, specialmente fragili e disabili.

Nel Continente Asiatico, le Franciscan Sisters of the Immaculate Heart of Mary di Pondicherry realizzeranno in India un laboratorio sartoriale per 30 ragazze e per 30 pazienti affetti da patologie mentali, accuditi nell’Arockia Hospital.

Caritas Italiana / Presentato il Rapporto Povertà 2023 “Tutto da perdere” |

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È stato presentato il 17 novembre a Roma, presso la sede di Caritas Italiana, il Rapporto 2023 su povertà ed esclusione sociale in Italia dal titolo “Tutto da perdere” (comunicato stampa in allegato). La data scelta è strettamente collegata alla VII Giornata Mondiale dei Poveri del 19 novembre.

Il Rapporto, a quasi un trentennio dalla sua prima edizione, si sofferma anche quest’anno sulla povertà e l’esclusione sociale nel nostro Paese, riportando numeri e storie, evidenze empiriche e tendenze di lungo periodo, problemi e risposte. Il focus centrale e trasversale è dedicato in questa edizione al fenomeno dei working poor, ossia di quelle situazioni di povertà, personali e familiari, in cui non manca il lavoro, ma il reddito non è sufficiente a una vita dignitosa.

Su questo aspetto è stata realizzata un’indagine nazionale, di taglio sperimentale e qualitativo, la prima di tipo partecipativo mai realizzata da Caritas Italiana, che ha coinvolto in tutte le fasi di studio (dalla progettazione del disegno della ricerca fino all’analisi dei risultati), un gruppo di persone che vivono sulla propria pelle la condizione di fragilità economica e lavorativa. In questo modo le persone si rendono protagoniste e non solo destinatarie di aiuto.

Vi segnaliamo da pag. 70 e seguenti e a pag. 166 del Rapporto (qui) il box con i progetti finanziati grazie ai fondi 8xmille destinati dai contribuenti alla Chiesa cattolica.
Si legge tra l’altro sul fronte progetti per il lavoro:

“Il problema del lavoro è ormai, da anni, diventato una vera e propria emergenza sociale, conseguenza di una ultradecennale crisi economica, acuita dagli effetti della pandemia, che è all’origine delle tante situazioni di disagio che le Caritas Diocesane si trovano quotidianamente ad affrontare e per le quali hanno iniziato a sviluppare misure di intervento specifiche. Sono, infatti, 59 le Caritas Diocesane che hanno presentato progetti in ambito lavoro sui fondi CEI 8xmille Italia per l’annualità 2023, per un totale di 61 progetti che ci restituiscono una fotografia dei rispettivi territori accumunata da situazioni di crisi socio-economica e precarietà occupazionale per una fascia sempre più ampia di popolazione, con un conseguente incremento di persone in difficoltà che si rivolgono in Caritas per essere aiutate nel soddisfacimento di bisogni primari e con la necessità di trovare una stabilità lavorativa come unica possibilità per uscire dallo stato di bisogno”.

DESTINATARI

39 progetti si rivolgono a target ampi di destinatari rappresentati da persone inoccupate, sottoccupate e working poor, indipendentemente da età, sesso, situazioni soggettive e provenienza. 22 individuano, invece, target più specifici, quali giovani e, in alcuni casi minori, disabili, persone con dipendenze o ex dipendenza, immigrati, rifugiati e richiedenti asilo, persone senza dimora. Il progetto della Caritas Diocesana di Pompei, “Un mestiere per il futuro… a scuola di cucina, a scuola di cultura”, si rivolge, ad esempio, a ragazzi e ragazze, prevalentemente minorenni, seguiti dal Centro di accoglienza oratoriale “Bartolo Longo” e dal Centro Educativo “Beata Vergine del Rosario”, ai quali offre percorsi formativi professionalizzanti e percorsi di accompagnamento finalizzati a sostenere e sviluppare le soft skill. Caritas Imola, invece, con il progetto “Worklab” si rivolge a 12 NEET tra 16 e 36 anni, per supportarli nella ricerca di lavoro attraverso un corso di Smartphone, grazie al quale scoprire le potenzialità dello strumento per la redazione di un CV e per un bilancio di competenze; una “Palestra digitale” per simulazione di colloqui di lavoro e approfondimento di tecniche di comunicazione; attività di mentoring individuale, finalizzata alla ricerca di lavoro; tirocini rivolti ai partecipanti con maggiori fragilità. Diversi sono i progetti destinati in modo specifico alle persone con disabilità che prevedono strumenti di supporto all’inserimento socio lavorativo diversificati, spesso integrati, quali laboratori, corsi di formazione per l’apprendimento di competenze trasversali, manuali o più tecniche, tirocini o inserimenti in vere e proprie realtà lavorative, create con la specifica finalità di offrire opportunità lavorative ad hoc per questa tipologia di destinatari. Un esempio è rappresentato dal progetto “Non solo autismo. Dall’accoglienza all’inclusione” presentato dalla Caritas di Civita Castellana che si rivolge a giovani adulti affetti da autismo e grave disagio psico-sociale, per i quali prevede 2 opportunità di inserimento socio – lavorativo: presso un birrificio già avviato e presso un’azienda agricola da creare nel 2023, dove realizzare laboratori terapeutici ed occupazionali, corsi di formazione e avviamento professionale al giardinaggio e all’agricoltura e percorsi di inserimento lavorativo e inclusione sociale.

TIPOLOGIA DI INTERVENTI

La maggior parte dei progetti prevede azioni diversificate che utilizzano più strumenti di intervento in ambito lavorativo, spesso integrate con progettualità in altri ambiti – casa, aiuti materiali, salute – nell’ottica di una presa in carico globale, caratteristica dello “stile Caritas”, che mette al centro la persona – con tutte le sue fragilità, bisogni e risorse – e la relazione, attraverso cui accompagnarla nel percorso di fuoriuscita dallo stato di necessità. Lo strumento principale utilizzato dalle Caritas per affrontare il problema del lavoro è quello dei tirocini extracurricolari e/o di inclusione sociale e delle borse lavoro, realizzati in accordo con le disposizioni regionali che regolano la materia e che possono variare da regione a regione. Sono, infatti, 41 i progetti che offrono questa opportunità. Emerge, dall’analisi dei progetti, anche la sperimentazione di strumenti particolari, come i tirocini di gruppo, proposti dalla Diocesi di Aosta con il progetto “Verso il lavoro”, rivolti a persone con maggiori fragilità, che prevedono la creazione di squadre eterogenee di destinatari, per esperienza, età, provenienza, guidate da un capo squadra/educatore, che si misurano in alcune semplici attività lavorative con l’obiettivo di verificare le competenze di base, aiutare a riprendere il ritmo del lavoro. Le attività vengono realizzate prevalentemente presso le parrocchie e prevedono la sistemazione di spazi comunitari con la finalità, non secondaria, di favorire l’incontro tra i destinatari e la comunità parrocchiale. I tirocini di gruppo rappresentano un banco di prova per proseguire il percorso con altre misure di inserimento lavorativo. I corsi di formazione rappresentano un altro strumento di intervento ricorrente, presente in 32 progetti, realizzati con modalità differenziate: organizzazione diretta da parte della Caritas o dei soggetti gestori o cogestori, collaborazioni con Enti di formazione accreditati, doti formazione, training on the job, laboratori, e-learning. I contenuti dei corsi sono i più diversi e spaziano da tematiche trasversali – potenziamento di soft skills, strumenti per la ricerca di lavoro, corsi di lingua italiana per stranieri, corsi di informatica di base – a interventi professionalizzanti, individuati normalmente in base alle tendenze nazionali o alla domanda del mercato del lavoro locale – corsi di grafica e design, cucina e somministrazione (panificazione, pasticceria, pizzaiolo, barman, aiuto cuoco) carrellisti, …
Presenti, in diversi casi, anche proposte formative fortemente legate alla vocazione del territorio: “Mestieri del mare” e “Trullaro e paretaro”, proposti dalla Caritas di Brindisi – Ostuni con il progetto “Impara l’arte”; “Myriam Sartoria ecclesiastica”, della Caritas di Monreale, che propone un laboratorio di sartoria altamente professionalizzante per la realizzazione, restauro e conservazione di tessuti e paramenti sacri. Sartoria e agricoltura sociale sono 2 settori di riferimento per diverse Caritas nello sviluppo di percorsi di supporto all’inserimento lavorativo. Corsi e laboratori di sartoria, sono, infatti, considerati da 8 Caritas lo strumento principale di intervento per aiutare donne in difficoltà a “rimettersi in gioco”, favorendo il loro protagonismo, sviluppando competenze trasversali, trasmettendo competenze tecniche per reinserirsi nel mondo del lavoro. Il settore agricolo, scelto come ambito principale di intervento da parte di altre 8 Caritas è, invece, considerato particolarmente adatto per il reinserimento socio-lavorativo di persone con basse competenze o con disabilità.

LA RETE TERRITORIALE

La capacità di “Fare rete” presenta un’importanza fondamentale per migliorare la qualità ed ampliare la tipologia dei servizi offerti a livello territoriale, sperimentata dalla maggior parte delle Caritas. La quasi totalità dei progetti presentati prevede, infatti, il coinvolgimento, nella fase di ideazione e/o realizzazione degli interventi, di una rete territoriale, più o meno estesa, rappresentata non solo dalla comunità ecclesiale locale – parrocchie, CdA parrocchiali e, in alcuni casi, altri uffici pastorali – ma anche da enti pubblici e soggetti privati del territorio con cui sviluppare sinergie per diversificare la tipologia dei servizi e migliorare l’efficacia degli interventi di accompagnamento in un percorso di inserimento o re-inserimento lavorativo.
Caritas Roma, ad esempio, con il progetto “Officina delle Opportunità”, ha in corso interlocuzioni con diverse realtà pubbliche e private quali COL – Centri di Orientamento al Lavoro, Centro per l’impiego Portafuturo, Associazioni di categoria, Enti di formazione, APL e con piccole attività artigianali. Prevede, inoltre, un coinvolgimento capillare delle parrocchie e di oltre 150 volontari che consente di offrire un servizio in grado di raggiungere tutto il territorio della Diocesi di Roma. Anche Caritas Piacenza – Bobbio, con il progetto “Lavoro… d’insieme” prevede una stretta collaborazione con le parrocchie, finalizzata ad assicurare un’adeguata accoglienza abitativa e un supporto relazionale alle tante persone che arrivano nei territori della Diocesi attratti da opportunità lavorative nel settore della logistica, che spesso si rivelano solo temporanee e non consentono di accedere ad affitti regolari. A questo, si accompagna un importante lavoro di rete con soggetti del territorio – enti pubblici, enti di formazione, aziende, APL, finalizzato a garantire una continuità lavorativa ai destinatari, offrendo opportunità di lavoro presso diversi committenti.

Inaugurato il “Pastificio Futuro” nel carcere minorile di Casal del Marmo

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“Un segno di amicizia sociale: il fatto che tante istituzioni abbiano collaborato per realizzare un bene è il segno di cosa dovrebbe essere la politica perché l’amore al prossimo sia amore sociale e amore politico”. Così Mons. Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari e Segretario Generale della CEI, ha definito il “Pastificio Futuro”, il laboratorio artigianale (con entrata autonoma) del carcere minorile di Casal del Marmo di Roma, inaugurato oggi alla presenza del Cardinale Angelo De Donatis, Vicario del Papa per la Diocesi di Roma, del Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e del Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.

Realizzato da “Gustolibero Società Cooperativa Sociale onlus”, il progetto – la cui idea è nata dopo la visita di Papa Francesco nel 2013 – è stato sostenuto dalla Conferenza Episcopale Italiana e da Caritas Italiana, in sinergia con la Direzione dell’Istituto penale minorile Casal del Marmo, il Centro della Giustizia minorile Lazio-Abruzzo-Molise, il Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità, le Diocesi di Roma e di Porto-Santa Rufina.

Nel laboratorio, di 500 metri quadri, lavorano attualmente tre detenuti, ma potranno essere occupati fino a venti ragazzi. “Crediamo nell’uomo. L’uomo può cambiare: ci vuole cura, ci vuole l’educazione che, come ricorda il Papa, è la forza più radicale per la trasformazione del mondo. E tanto più il mondo è infiammato tanto più abbiamo bisogno di offrire esempi di educazione perché il diamante che è nel cuore di ciascuno possa risplendere”, ha affermato Mons. Baturi sottolineando che “il lavoro è la forma di educazione più significativa”. “Attraverso il lavoro – ha aggiunto – si impara ad amare se stessi, gli altri, coloro che serviamo attraverso il contributo della nostra fatica, come il cibo che viene consumato per soddisfare le proprie esigenze di vita, per instaurare rapporti di amicizia e per guardare con fiducia al futuro”.

Uniti nel Dono / A Borgo Vittoria l’attenzione ai poveri si impara da bambini

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Nella periferia nord di Torino la realtà parrocchiale di don Angelo Zucchi si è perfettamente integrata nel territorio, partendo dalla Caritas e da una scuola parrocchiale unica nel suo genere in città e proseguendo con una comunità ecumenica, un orto solidale e soprattutto col poliedrico “Centro anch’io”, un vero punto di riferimento per gli abitanti del quartiere di edilizia popolare Q16.

“La prima carità è l’educazione. Bisogna iniziare dall’educare le persone al fatto che la vita è un dono”. Così don Angelo Zucchi parroco della comunità di San Giuseppe Cafasso a Torino, spiega quale sia il cardine della sua azione pastorale nella chiesa dedicata a uno dei padri spirituali di San Giovanni Bosco.

Il primo atteggiamento da insegnare – dice il sacerdote originario della provincia di Brescia – è la gratuità, a dire grazie. Noi dobbiamo educare il cuore dell’uomo a quello per cui Dio l’ha fatto”. Questa missione don Angelo la porta avanti a Borgo Vittoria, quartiere della zona nord di Torino. “È un contesto di periferia con tutte le problematiche del caso – spiega il parroco -in questa zona tra la fine degli anni Quaranta e la fine degli anni Cinquanta la popolazione è triplicata per la massiccia emigrazione e l’inclusione vera l’hanno fatta la parrocchia e le Discepole dei Gesù Eucaristico”. Qui don Zucchi è arrivato undici anni fa. “Abbiamo cominciato dalla Caritas e soprattutto dalla scuola parrocchiale, che fino a qualche anno fa era solo dell’infanzia e primaria”. “Siamo l’unico istituto parrocchiale di Torino e forse del Piemonte – spiega Simona Beschin, la direttrice -. Abbiamo poco più di 500 alunni, per la maggior parte di Borgo Vittoria, ma per la nostra posizione i nostri studenti vengono anche da altre zone e dai paesi della cintura torinese”. “La nostra non è la classica scuola paritaria d’élite – specifica la dirigente –; la provenienza degli studenti è varia, da nuclei famigliari benestanti a quelli in difficoltà che possono venire da noi grazie ai contributi per esempio dalla Regione”. Una scuola, anch’essa dedicata a San Giuseppe Cafasso, che ha un rapporto stretto con la comunità, il cui motto è “Il centro della periferia”.

L’articolo completo su unitineldono.it.

Uniti nel Dono / Nella “Casa della Misericordia”, il cuore generoso di Molfetta

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Laboratori ed estate ragazzi, mercatino parrocchiale e attenzione al creato, presepe vivente e corteo storico di Santa Rita… ma il vero cuore della parrocchia di don Silvio Bruno, a Molfetta, è la “Casa della misericordia”, nata 17 anni fa con il precedente parroco. Un punto di riferimento per chi è in difficoltà e un segno di speranza per tutto il territorio.

Questo luogo, pensato soprattutto come una risposta concreta all’esortazione di Papa Francesco, “Misericordia et misera”, è anche una scommessa per tutti, quella di abitare la misericordia, perché sia un esercizio di vita improntato alla cura dell’altro. Una sfida, questa, che don Silvio Bruno ha accolto volentieri quando ha assunto il servizio di parroco in questa comunità, nel 2017. Grazie a questo servizio comunitario si è creata una collaborazione costante tra la parrocchia, i commercianti e altre associazioni di volontariato: la “Casa della Misericordia” oggi non è più solo un bene della parrocchia ma dell’intera comunità, un bene di cui andare fieri. È bello infatti percepire la vicinanza e l’interessamento dei parrocchiani e di coloro che, pur non essendolo, domandano: “Don Silvio c’è bisogno di qualcosa per la mensa?”.

Per saperne di più collegarsi al sito unitineldono.it.

Regione Sicilia / “Corresponsabilità, partecipazione, comunione”: sintesi dell’incontro regionale sul Sovvenire

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L’articolo è stato pubblicato sul sito ufficiale della Conferenza Episcopale Siciliana.

Una settantina i presenti tra Economi, Presidenti degli Istituti Diocesani per il Sostentamento clero e Responsabili diocesani del Sovvenire delle diocesi della Sicilia all’incontro con i vertici dell’Istituto Centrale della CEI che si è svolto nei giorni 10 e 11 novembre ad Enna presso l’Hotel Federico II sul tema “Corresponsabilità, partecipazione, comunione. Il Sovvenire nel Cammino sinodale”.

I lavori, aperti con la preghiera e condotti da Orazio Sciascia in sostituzione del Delegato regionale don Mario Arezzi, impedito per motivi di salute, sono proseguiti con i saluti istituzionali di mons. Alessandro Damiano, vescovo delegato CESi per il Sovvenire e di mons. Antonino Raspanti, Presidente CESi.

Sono seguite le relazioni. In apertura quella di Mons. Luigi Testore, Vescovo di Acqui Terme (AL) e Presidente dell’Istituto Centrale (ICSC) il quale ha tracciato un breve excursus sulla storia del sostentamento dei sacerdoti dalla fine dell’800 fino ai cambiamenti radicali avvenuti con il Concordato del 1929 prima e con la sua riforma del 1983 e la conseguente nascita dell’ICSC. Ha poi fornito qualche dato esemplificativo sul patrimonio degli Istituti diocesani che, a suo parere, sono in numero sovradimensionato (circa 218) e sbilanciato. Infatti, i primi 100 istituti detengono il 92% dell’intero patrimonio in terreni e immobili che apportano un grosso contributo economico per il sostegno dei circa 26mila sacerdoti in Italia, mentre i restanti 118 sono quasi del tutto improduttivi. Sarebbe opportuno – ha detto – un ridimensionamento nei numeri e un accorpamento che favorisca una gestione più razionale del patrimonio.

Da parte sua anche un appello alla corresponsabilità dell’intera comunità ai bisogni della Chiesa.

Don Claudio Francesconi, Economo della CEI, ha parlato della corresponsabilità e comunione nella vita delle diocesi, soprattutto tra economi e Istituti (IDSC), unitamente al vescovo. L’economo infatti ha il compito di vigilare sulla correttezza delle assegnazioni dei fondi otto per mille e quindi della loro rendicontazione. Ha poi citato l’esempio virtuoso della regione ecclesiastica Umbra che già da due anni presenta un’unica rendicontazione e assegnazione a livello regionale. Una esperienza che potrebbe essere duplicata anche in Sicilia: per mons. Raspanti “possiamo, dobbiamo e vogliamo comunicare ciò che riceviamo e ciò che possiamo offrire e diamo e quanto potremmo offrire se ci fossero più energie, umane e spirituali, ma anche materiali e economiche che andranno a sostenere tutte le attività pastorali, quindi della vita ecclesiale”. Lo stesso presule, parlando degli Istituti sostentamento del clero ha parlato della possibilità di “una collaborazione sul piano interdiocesano su alcuni campo e su alcune servizi specifici”. Sentiamolo, intervistato da don Giuseppe Rabita, direttore della Segreteria pastorale della CESi.

Il dr. Massimo Monzio Compagnoni, responsabile del Servizio Promozione CEI ha proposto un intervento sulla domanda: “Stiamo camminando insieme?”. Ha presentato i risultati di una ricerca effettuata nel 2023 su cosa pensano gli italiani della Chiesa. Tanti i dati emersi: calo dei praticanti, scesi al 16%, crollo delle confessioni, aumento del numero di coloro che vedono la messa in TV. Anche gli stessi praticanti sono del parere che la Chiesa sia in declino. Pur crescendo il numero di coloro che sentono un grande bisogno di spiritualità, meno sono quelli che si rivolgono alla Chiesa cattolica. I giovani chiedono alla Chiesa di essere accolti e ascoltati e non giudicati. Il 23% dei giovani è indifferente nei confronti della Chiesa. Il 77% degli intervistati crede che la Chiesa non sia in grado di dare risposte adeguate alle sfide della contemporaneità. Dal 2002 al 2006 si è passati dal 62% al 55% circa il giudizio positivo sulla Chiesa. Picchi di disistima coincidono con i vari scandali succedutisi negli anni; quelli che incidono di più sono quelli legati alla pedofilia (78%) e gli scandali economici (48%). Pochi sono quelli che conoscono il sistema delle offerte per il clero, il 35% dei praticanti. Il mantenimento del clero costa circa 500 milioni l’anno. Le offerte deducibili sono passate da 20 milioni a 8 milioni l’anno. La dichiarazione dei redditi on-line, introdotta da poco ha fatto perdere alla Chiesa 743mila firme dell’otto per mille.

Il dr. Compagnoni ha poi presentato nel dettaglio i numeri e le somme offerte in Sicilia e la situazione delle diocesi che sarebbe lungo riportare in questa sede. I dati possono essere consultati sul sito sovvenire.chiesacattolica.it, ma intanto chiarisce l’importanza di quanto deriva dalla firma e dal dono.

Infine, Letizia Franchellucci, addetta allo sviluppo dei progetti nel territorio, ha presentato nel dettaglio la bontà del progetto in corso nelle parrocchie che hanno aderito dal titolo “Uniti possiamo” che consiste nell’invitare i fedeli praticanti a fare delle offerte per il sostegno del proprio parroco motivati dal senso dell’appartenenza alla propria comunità.

La prima giornata si è conclusa con la celebrazione eucaristica presso la chiesa parrocchiale di S. Anna, presieduta da mons. Antonino Raspanti.

La seconda giornata di convegno, aperta da mons. Rosario Gisana, vescovo di Piazza Armerina, è stata caratterizzata dal confronto tra i partecipanti: tre gruppi di lavoro in cui economi, presidenti degli Istituti Diocesani per il Sostentamento del clero e responsabili diocesani del Sovvenire delle diocesi della Sicilia hanno riflettuto su tematiche specifiche, hanno condiviso le loro esperienze e avanzato proposte. Tutto è stato riportato, poi, in assemblea plenaria. Uno degli elementi emersi in questa fase di lavoro ha riguardato la necessità di individuare una progettazione comune a tutte le diocesi che, pur mantenendo le loro peculiarità, possono trarre da questa forma di comunione nuova linfa.

Le conclusioni dei lavori sono state affidate a mons. Alessandro Damiano, arcivescovo di Agrigento e delegato CESi per il Sovvenire. Nel video di seguito una sintesi dell’intervento finale.

 

 

 

I servizi informatici per le diocesi / È ancora possibile iscriversi al Convegno Nazionale

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Come anticipato lo scorso 17 ottobre, dal 27 al 29 novembre si terrà a Roma presso il TH Carpegna Palace (Via Aurelia, 481) il Convegno Nazionale su I servizi informatici per le diocesi – Uno sguardo d’insieme, le principali evoluzioni.

E’ ancora possibile chiedere di partecipare al convegno:

– in modalità a distanza via Internet,

oppure in presenza previa verifica della disponibilità dell’alloggio (le camere finora opzionate sono esaurite).

In entrambi i casi occorre fare richiesta scrivendo a sicei@chiesacattolica.it ed attendere indicazioni su come procedere e l’eventuale conferma.

Destinatari della proposta: economi diocesani e collaboratori, incaricati diocesani per i Beni culturali e Edilizia di culto, direttori Uffici comunicazioni diocesani e collaboratori, incaricati diocesani per l’informatica e collaboratori, incaricati diocesani in qualche modo convolti nei servizi trattati.

In allegato il programma defintivo.

Sicilia / A Enna l’incontro regionale sul “Sovvenire nel cammino sinodale”

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Si svolgerà dal 10 all’11 novembre al Federico II Palace Hotel Strada Vicinale Salerno Enna (Libero consorzio comunale di Enna) l’incontro regionale sul tema del sostegno economico alla Chiesa cattolica. Come per gli altri incontri regionali anche questo sarà un’occasione preziosa per radunare non solo gli incaricati diocesani del Sovvenire ma anche gli economi e i presidenti degli Istituti per il sostentamento clero delle diocesi siciliane. L’intento è quello di informare i partecipanti sull’andamento del sostentamento economico alla Chiesa cattolica, che non si realizza solo attraverso l’incentivazione delle firme per l’8xmille alla Chiesa o della raccolta delle offerte liberali, ma anche attraverso una responsabilità nell’amministrazione dei fondi 8xmille diocesani e la corretta gestione dei beni degli Istituti Diocesani.

In allegato il programma.

Uniti nel Dono / Il linguaggio della bellezza per superare le differenze

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In provincia di Salerno c’è un laboratorio di ceramica che accoglie ragazzi da tutto il mondo. Un progetto che, grazie all’arte, è capace di guardare oltre le barriere e si inserisce in una serie di iniziative di attenzione agli ultimi della diocesi di Teggiano Policastro.
Il parroco, don Martino De Pasquale, anche direttore della Caritas diocesana, sa mettere insieme i ragazzi nati nei paesi come Postiglione e quelli giunti da mille città oltre il mare. Ed è in questa comunità sui monti Alburni, terra che nonostante lo spopolamento è viva e creativa, che troviamo bellezza e accoglienza, spiritualità e solidarietà.

Oltre al laboratorio di ceramica, troviamo una casa famiglia per anziani, un centro di accoglienza per minori stranieri non accompagnati e, soprattutto, l’integrazione di famiglie accolte nel Sistema di accoglienza e integrazione (Sai). I ragazzi della parrocchia hanno un bel da fare grazie a questo sacerdote, giunto a Postiglione 16 anni fa.

Scoprite tutta la storia raccontata da Nicola Nicoletti su unitineldono.it.